L'ARTRITE PUO' FAR INSORGERE PERICOLOSI COAGULI DI SANGUE IN GAMBE E POLMONI.

08-10-2014

Soffrire di artrite, già di per sé non è una bella cosa, se poi si scopre che si è anche a rischio di trombosi venosa profonda, con la formazione di coaguli potenzialmente fatali, ecco che le cose si complicano non di poco. Uno studio condotto dai ricercatori della China Medical University e pubblicato sull’Annals of the Rheumatic Diseases è partito dalla constatazione che tra l’11% e il 30% delle persone che sviluppano la trombosi venosa profonda (TVP) o un coagulo di sangue nelle gambe o nei polmoni (noto come embolia polmonare) muoiono entro 30 giorni dalla diagnosi. Detto ciò, hanno seguito quasi 24 milioni di residenti a Taiwan, tra il 1998 e il 2010, al fine di scoprire se vi fosse un collegamento tra l’artrite reumatoide e i coaguli di sangue potenzialmente fatali.
Durante il periodo di follow-up, 29.238 persone hanno sviluppato l’artrite reumatoide. I dati clinici sono poi stati inseriti nel registro nazionale del National Health Insurance Database (NHIRD). A titolo di confronto, quale gruppo di controllo, questi casi sono stati abbinati con quasi 117mila persone sane della stessa età e sesso. I dati raccolti dal dottor Wei-Sheng Chung e colleghi hanno mostrato che i pazienti con artrite reumatoide avevano maggiori probabilità di avere altre condizioni di base come ipertensione, diabete, colesterolo alto, insufficienza cardiaca e fratture, rispetto a quelli nel gruppo di confronto. Tuttavia, anche dopo aver tenuto conto di questi influenti fattori di rischio, così come l’età dei pazienti, quelli con l’artrite reumatoide avevano ancora significative maggiori probabilità di sviluppare coaguli di sangue potenzialmente fatali. In linea generale, i risultati suggeriscono che chi soffriva di artrite reumatoide aveva da 3 a 6 volte maggiori probabilità di sviluppare una trombosi venosa profonda e 2 volte più probabilità di sviluppare un’embolia polmonare, rispetto a quelli senza la condizione. La condizione, poi, era maggiormente influente nella fascia di età sotto i 50 anni, piuttosto che in quella dai 51 ai 65 o oltre. Lo studio, scrivono gli autori, «dimostra che il rischio di trombosi venosa profonda ed embolia polmonare è significativamente aumentato nei pazienti con artrite reumatoide rispetto a quelli della popolazione generale [senza la condizione]».

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Wei-Sheng+Chung%20Annals%20of%20the%20Rheumatic%20Diseases

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