08-10-2014
Ancora buone notizie per i golosi del bruno nettare: il cioccolato o, meglio, il suo componente principale, il cacao. Secondo un nuovo studio pubblicato sulla versione online della rivista scientifica Neurology, gustarsi fino a due tazze di cioccolata al giorno aiuta a mantenere sano e giovane il cervello, ma soprattutto attivo. Lo studio, condotto dai ricercatori statunitensi della Harvard Medical School di Boston, ha coinvolto 60 adulti con un’età media di 73 anni – in genere la fascia in cui si manifestano maggiormente i segni del declino cognitivo legato all’età. Tutti i partecipanti non avevano ricevuto al basale diagnosi di demenza, tuttavia 17 di questi presentavano un insufficiente afflusso di sangue al cervello. Durante il periodo di follow-up, i volontari hanno bevuto due tazze di cacao caldo al giorno, per 30 giorni. Durante questo periodo non hanno consumato cioccolato in altre forme. Dopo di che sono stati avviati a una serie di test per misurare la memoria, la capacità di pensiero e le performance cognitive. La quantità di afflusso di sangue al cervello veniva contemporaneamente misurata per mezzo di ultrasuoni. Le analisi condotte durante lo studio hanno mostrato che nelle persone con insufficiente afflusso di sangue al cervello, constatato all’inizio di questo, avevano ottenuto un miglioramento nel flusso dell’8,3%, rispetto a coloro che presentavano un afflusso nella norma. Queste stesse persone che avevano una compromissione dell’afflusso di sangue hanno anche mostrato miglioramenti nei test di memoria di lavoro: i tempi di risposta erano passati dai 167 secondi dell’inizio dello studio a 116 alla fine. Da notare che i partecipanti con scarso afflusso di sangue al cervello presentavano anche danni in alcune aree cerebrali, rilevate per mezzo di risonanza magnetica. Per osservarne meglio gli effetti, la metà dei partecipanti allo studio ha assunto cioccolata calda ricca di flavanoli – le sostanze antiossidanti – mentre l’altra metà cioccolata povera in flavanoli: non ci sono state tuttavia differenze tra i due gruppi nei risultati. Questo risultato, secondo i ricercatori, potrebbe essere spiegato con l’intervento di un altro componente attivo nel cacao che sortiva un altro effetto benefico o perché bastano piccole quantità di flavanoli per ottenere questo stesso benefico effetto. «Stiamo imparando di più sul flusso di sangue nel cervello e il suo effetto sulla capacità di pensiero – ha spiegato il dottor Farzaneh Sorond, neurologo e principale autore dello studio – Come le diverse aree del cervello hanno bisogno di più energia per completare i loro compiti, hanno anche bisogno di maggiore flusso di sangue. Questa relazione, denominata accoppiamento neurovascolare, può svolgere un ruolo importante nelle malattie come il morbo di Alzheimer». Insomma, gustarsi cioccolato può essere non soltanto un piacere, ma anche un modo per fare il pieno di carburante per il cervello.