25-10-2014
Il quadro delle cure antibiotiche per le malattie da raffreddamento è molto preoccupante. Questi medicamenti non sono più efficaci dell’aspirina, e inoltre, sono molto più pericolosi. In un’indagine citata da Lester Soyka nel suo articolo “The Misuse of Antobiotics for Treatment of Upper Respiratory Tract Infections in Children”, apparso nel fascicolo Pediatrics una trentina di anni fà, il 95% dei medici interrogati somministrava ai pazienti uno o più medicinali dietro prescrizione per il raffreddore comune, di cui più della metà erano antibiotici.
Lo studio del dottor Soyka cita una mezza dozzina di studi controllati, i quali dimostrano tutti che gli antibiotici non abbreviano la durata delle infezioni delle prime vie respiratorie, non prevengono complicazioni o infezioni secondarie, e non riducono il numero degli organismi patogeni nel naso e nella gola. Gli antibiotici sono efficaci nel produrre effetti collaterali. Vomito, diarrea ed eruzioni della pelle sono conseguenze comuni. Alle reazioni negative ai medicinali, tra i quali gli antibiotici hanno spesso un ruolo preminente, sono da attribuirsi dal 3 al 5% di tutti i ricoveri ospedalieri. Ma ancora più sinistra è la possibilità che l’uso degli antibiotici provochi l’assuefazione a questo tipo di medicamento, e ne impedisca così l’uso, nel futuro, in caso di malattia che minacci la vita del paziente.