RISCHIO DOPPIO DI ICTUS CON CELLULARI E LAMPADINE.

13-11-2014

Quando si pensa a metalli pericolosi la nostra mente verte sempre verso il piombo o il mercurio. Poco però si è detto del tungsteno, metallo che secondo i ricercatori della Exeter University potrebbe aumentare; anzi, raddoppiare il potenziale rischio di ictus. A differenza di piombo e mercurio non è di certo un metallo che troviamo di frequente nelle tubature dell'acqua o negli alimenti, tuttavia sono molti gli oggetti di uso quotidiano che lo contengono. Per esempio, secondo gli scienziati, con l’aumento della tecnologia potrebbe essere in costante aumento anche l’utilizzo del tungsteno, che potrebbe causare danni alla maggior parte degli adulti di “domani”, considerando che già i bambini di “oggi” sono ormai quotidianamente a contatto con questo tipo di metallo. «Mentre attualmente l’esposizione umana al tungsteno è ancora molto bassa, è destinata ad aumentare – spiega la Dottoressa Jessica Tyrrell, autrice principale della ricerca – Non siamo ancora sicuri del perché alcuni membri della popolazione abbiano livelli più elevati di questo metallo. Un passo importante nella comprensione e prevenzione dei rischi che può comportare per la salute, sarà quello di comprendere il meccanismo con cui [il tungsteno] riesce a penetrare nei nostri corpi». Durante lo studio, pubblicato su PLoS One, sono stati analizzati i dati provenienti dal Nutrition Examination Survey, e riferiti a più di 8.500 partecipanti di età compresa tra i 18 e 74 anni. L’analisi è durata circa 12 anni.
Il fatto che il tungsteno sia associato all’ictus non è da sottovalutare se si considera che secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è attualmente la seconda causa di morte nel mondo occidentale, successiva solo alle malattie cardiache. Ma non solo: è anche una delle principali cause di disabilità e perdita di memoria. Se tutto questo appare già spiacevole, il lato peggiore del problema è che il tungsteno è un fattore di rischio per le persone al di sotto dei 50 anni di età. Il pericolo quindi si presenta sia esponendo il proprio organismo a dosi più o meno elevate di tungsteno, sia quando lo stesso metallo viene erroneamente veicolato in particelle sottili in terreni agricoli adiacenti a industrie.
«Il rapporto tra tungsteno e ictus può essere solo la punta dell’iceberg. Ci sono molte nuove sostanze che si fanno strada nell’ambiente: stiamo accumulando un cocktail chimico complesso nei nostri corpi. Attualmente, nessuna ricerca ha chiarito come questi composti potrebbero interagire sulla la salute umana», conclude il dr. Nicholas Osborne, coautore della ricerca. Il tungsteno sembra trovarsi in particolar modo nei computer, telefoni cellulari, vecchie lampadine, gioielli e alcuni tipi di prodotti militari. Come spesso accade, la tecnologia – che da un lato può facilitare lo svolgimento della vita quotidiana – frequentemente viene elaborata in maniera distruttiva nei confronti dell’ambiente e dell’essere umano. Ci sarebbe quindi da chiedersi: la nostra, possiamo davvero considerarla evoluzione tecnologica?

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24244278

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3823878/

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