MIELE DI MANUKA: POTENTE ANTICANCEROGENO.

03-12-2014

Secondo una recente ricerca, il miele di Manuka può essere in grado di inibire la crescita delle cellule tumorali. La ricerca in merito all’azione del miele di Manuka è stata condotta da parte degli esperti dell'Università degli Emirati Arabi Uniti, i quali hanno potuto inoltre porre in evidenza come tale alimento possa agire positivamente nel ridurre gli effetti collaterali tossici legati al trattamento dei pazienti affetti da cancro sottoposti a chemioterapia. Gli esperti si sono dimostrati interessati ad individuare quali fossero effettivamente le basi molecolari del funzionamento del miele di Manuka nel contrastare lo sviluppo delle cellule cancerogene. Gli esperimenti in proposito sono proseguiti lungo il corso di tutto lo studio, che ha avuto una durata complessiva di cinque anni. A seguito delle osservazioni condotte da parte dei ricercatori, è stata confermata la capacità del miele di Manuka di provocare la morte programmata delle cellule cancerogene, la quale viene definita con il termine di “apoptosi”. Si tratta di un processo fisiologico naturale, necessario all’organismo per poter condurre il proprio rinnovamento cellulare, liberandosi delle cellule ormai danneggiate. Ci troviamo dunque di fronte ad una scoperta che, a parere degli esperti, aprirebbe nuove possibilità nella messa a punto di tecniche rivolte alla cura del cancro. Il miele di Manuka nella sua azione imiterebbe il funzionamento fisiologico dell’organismo per quanto riguarda il mantenimento di un numero equilibrato di cellule, con particolare riferimento alle cellule sane, per garantire il proprio corretto andamento. Questo nuovo studio che ha visto come protagonista il miele di Manuka – un tipo di miele tipico della Nuova Zelanda già noto per le sue proprietà curative, cicatrizzanti e antibatteriche – oggi pone l’accento sulle sue proprietà nell’inibire la crescita dei tumori. Diversi sono i tipi di cancro contro cui il miele sarebbe attivo, tra questi quello del seno, della pelle e del colon.
Lo studio in questione, pubblicato su PLoS ONE, è stato condotto da un team di ricercatori dell’Università degli Emirati Arabi Uniti, i quali ritengono che questa sia una scoperta innovativa che, oltre a ciò, fornisce una forte evidenza scientifica. Il dottor Basel K. Al Ramadi, professore e presidente del Dipartimento di Microbiologia e Immunologia Medica, e colleghi del Collegio di Scienze Medicina e Salute presso l’Università degli Emirati Arabi Uniti (UAEU), hanno dimostrato come il miele di Manuka fosse attivo contro tre diversi tipi di cellule tumorali già a basse dosi (circa lo 0,6%) fermandone le crescita. Ma non solo, lo studio ha anche messo in evidenza come le proprietà del miele possedessero il potenziale di ridurre gli effetti tossici collaterali associati al trattamento con chemioterapia nei pazienti affetti da cancro. Lo studio si è soffermato in particolare sullo scoprire quali fossero le basi molecolari dell’attività anticancro del miele di Manuka. A motivo di ciò sono stati molti gli esperimenti che gli scienziati hanno condotto. Lo studio stesso è durato cinque anni. I risultati hanno però dato ragione ai ricercatori, i quali sottolineano come abbiano potuto dimostrare in modo inconfutabile che il miele agisce direttamente inducendo la morte cellulare programmata nelle cellule tumorali, detta apoptosi. L’apoptosi, spiegano i ricercatori, è un processo fisiologico naturale. Viene utilizzato dall’organismo al fine di bilanciare l’esigenza di generare nuove cellule con l’eliminazione delle cellule vecchie indesiderate. Si tratta di un processo delicato e soggetto a precise regole, altrimenti si rischia un disequilibrio.
«Se così non fosse – sottolinea Al Ramadi nella nota UAEU – un’eccessiva apoptosi provocherebbe l’atrofia dei tessuti, mentre un’insufficiente apoptosi porterebbe alla proliferazione incontrollata delle cellule, come avviene per esempio nel caso del cancro». Il miele di Manuka, fanno ancora notare i ricercatori, si comporta allo stesso modo di quanto avviene durante il processo fisiologico del corpo umano, messo in atto per mantenere un numero equilibrato di cellule, in particolare di cellule sane. I successi ottenuti non solo su cellule cancerose umane, ma anche di tumori animali, fanno ben sperare i ricercatori che vedono in questo numerose potenzialità nello sviluppo di nuovi trattamenti contro alcuni tipi di cancro. Coautori dello studio sono stati i dottori Maria J. Fernandez-Cabezudo, Rkia El-Kharrag, Fawaz Torab, Ghada Bashir, Junu A. George, Hakam El-Taji.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=PLoS+ONE+Basel+K.+Al+Ramadi

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3567021/

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