08-12-2014
I cosiddetti ritardanti di fiamma (o PBDE) sono dei prodotti chimici che ritroviamo in moltissimi dei prodotti che utilizziamo ogni giorno: è praticamente quasi impossibile trovare un qualcosa che non li contenga. Queste sostanze, infatti, le troviamo nei telefoni cellulari (o smartphone), tablet, computer, televisori…ma anche in automobili, tende, materassi e cuscini, tappeti, macchine per il caffè, forni a microonde e così via… l’elenco infatti è quasi interminabile. I ritardanti di fiamma sono divenuti compagni fedeli della nostra vita, e da cui è praticamente impossibile scampare o starci lontani. Il loro compito sarebbe quello di evitare che i prodotti che li contengono scoppino in fiamme e causino pericolosi incendi. Ma, se il proposito è quello di proteggerci in qualche modo, pare che tuttavia l’esposizione a essi non sia del tutto benefica. E i ricercatori dell’Università di Yale intendono capire in che misura c’è un legame tra l’esposizione agli eteri di difenile polibromurato (PBDE) e il cancro alla tiroide.
Secondo il dott. Yawei Zhang, professore associato presso il Dipartimento di Scienze della Salute Ambientale della Yale, il collegamento è più che probabile, dato che numerosi studi hanno mostrato come i PBDE siano correlati a tutta una serie di disturbi biologici e neuro-fisici, interferenze nella produzione di ormoni tiroidei essenziali e con le ghiandole endocrine (compresa la tiroide), una diminuzione della fertilità nelle donne, basso peso alla nascita e problemi di sviluppo nei bambini. A partire dunque da quanto suggerito dalle precedenti ricerche, Zhang e colleghi si avviano a condurre un’indagine, per mezzo di uno studio caso-controllato, basato sulla popolazione che intendere trovare un collegamento tra il rischio di cancro alla tiroide e i PBDE. L’indagine si avvarrà in una prima fase dei casi di cancro della tiroide diagnosticati tra il 2010 e il 2011 e, in una seconda fase, dei casi diagnosticati tra il 2000 e il 2012.
«Il cancro della tiroide una volta era molto raro – spiega Zhang nel comunicato Yale – con solo cinque casi per 100.000 persone all’anno. Ma negli ultimi vent’anni è aumentato a quasi 15 casi per 100.000. Nessun altro tumore mostra una tale rapida tendenza di crescita». La notizia di questo rapido aumento dei casi è particolarmente preoccupante soprattutto per le donne che, come ricorda lo scienziato, sono colpite dal cancro alla tiroide tre volte più che gli uomini, diventando il quinto tipo di tumore più comune tra il sesso femminile. I livelli di PBDE rilevati nel sangue delle persone sono andati aumentando di anno in anno. Soltanto negli Usa si stima che siano presenti nel 97% della popolazione, neonati compresi. E, sebbene i livelli superino di 10 volte quelli riscontrati in Europa, anche nel nostro Paese non siamo al sicuro, vista le crescente domanda di prodotti resistenti alle fiamme.
I ritardanti di fiamma sono così utilizzati in dosi piuttosto massicce nella produzione di vari beni di consumo: per esempio, in un divano con cuscini in schiuma poliuretanica possono esserci fino a 2 chili di PBDE. Nel 2004 l’Unione Europea ha vietato l’uso di penta e octaBDE. Nel 2009 i due composti sono stati messi nella lista degli inquinanti organici persistenti (POP) della Convenzione di Stoccolma, che uniscono altri POP famigerati (e noti agenti cancerogeni) come i policlorobifenili (PCB) e diclorodifeniltricloroetano (DDT). Sebbene la produzione di alcune di queste sostanze sia cessata, gli esperti avvertono che questo non significa la fine dell’azione o delle conseguenze per la salute umana. «Come altri inquinanti organici persistenti – sottolinea Zhang – queste sostanze chimiche sono molto persistenti nell’ambiente e mostrano anche bioaccumulazione», ossia si accumulano nel corpo e lì vi restano: per esempio, negli esseri umani l’emivita dei PBDE va da due a 12 anni. I PBDE si assorbono per mezzo di inalazione e ingestione e, a meno che non smettiamo di respirare, è probabile che tutti ne veniamo in contatto. «I PBDE sembrano mimare l’ormone tiroideo e disturbare l’omeostasi della tiroide – spiega l’esperto – Questo può causare i tumori. Ecco perché abbiamo proposto questa ipotesi di collegamento tra PBDE e cancro alla tiroide. Vorrei trovare i fattori di rischio responsabili delle tendenze di crescita dei casi per questa malattia».
http://medicalxpress.com/news/2014-01-explores-link-flame-retardants-thyroid.html