09-12-2014
L’ipertensione è un male moderno e i farmaci contro la pressione alta sono molto diffusi e utilizzati, soprattutto dagli over cinquanta. Per tale motivo è bene conoscere l’interazione che anche alimenti o bevande d’uso comuni possono avere con questa tipologia di medicinali. A offrire suggerimenti in merito sono alcuni ricercatori della Fukushima Medical University, che hanno scoperto come del semplice tè verde – usato quotidianamente da molte persone – potrebbe disturbare l’assorbimento di un principio attivo denominato Nadolol, presente soprattutto in un farmaco di frequente prescritto e somministrato in Italia: il Corgard. Ma lo si può trovare anche in altri farmaci come l’Anabet, il Solgol, il Corzide, l’Alti-Nadolol, l’Apo-Nadol e il Novo-Nadolol. Il principio attivo è usato soprattutto per il trattamento della pressione alta a altre patologie cardiovascolari. Per comprendere appieno l’interazione tra tè verde e Nadol è stato somministrato a 10 volontari una dose singola del farmaco – pari a 30 mg di Nadololo – dopo aver consumato circa tre tazze al giorno di tè verde. Lo studio, della durata di quattordici giorni, prevedeva anche un gruppo di controllo a cui era stata data da bere della semplice acqua. Durante il confronto dei risultati era possibile notare, nei consumatori di tè, un valore ematico inferiore del 76% rispetto a chi aveva bevuto della semplice acqua potabile. Per tale motivo, gli autori dello studio guidati da Shingen Misaka consigliano: «i pazienti trattati con Nadololo dovrebbero evitare di assumere il tè verde».
«Gli individui che assumono Nadololo e consumano anche tè verde, dovrebbero essere consapevoli di questa potenziale interazione e discuterne con il loro medico», spiega il dottor Gregg Fonarow, professore di cardiologia presso l’Università della California a Los Angeles (UCLA) e portavoce dell’Heart Association Americana. È bene comunque dire che Fonarow ha basato questa dichiarazione esclusivamente vedendo i risultati, ma senza aver preso parte allo studio, che è stato condotto in collaborazione con altre università presenti in Germania e Italia. Indubbiamente il tè verde non è l’unico alimento-bevanda che interagisce con questo o altri farmaci. Non possiamo non citare l’ormai famoso succo di pompelmo che, come da tempo si sa, potrebbe aumentare notevolmente l’effetto di un farmaco se assunto in concomitanza di quest’ultimo. Ricordiamo che il Nadolol, non è un semplice antipertensivo ma è un beta-bloccante non selettivo, usato anche per il dolore toracico, malattie cardiache, angina. Negli ultimi anni il suo uso viene sfruttato anche in caso di emicranie, iperattività, tremore essenziale e malattia di Parkinson.
Fonarow spiega che, in ogni caso, come beta-bloccante è poco usato in America. Così come conferma la dottoressa Suzanne Steinbaum – cardiologo e direttore del Women’s Heart Health del Lenox Hill Hospital, di New York City. «Non è comunemente usato come beta-bloccante» e tra i limiti dello studio, spiega Steinbaum, vi è l’inclusione di un numero troppo piccolo di pazienti. Inoltre, «E’ raro vedere un paziente che beve più di due tazze di tè verde al giorno». Oltre a ciò, secondo Fonarow, mancano alcuni dati essenziali dai risultati dello studio: «Non è chiaro se i pazienti che usano altri farmaci per il cuore e bevono il tè verde siano inclusi, o se questi risultati si applicano anche al tè nero». Secondo il medico, nello studio, manca anche la relazione causa/effetto. Per tali motivi, anche i ricercatori sono d’accordo sul fatto che sono necessari ulteriori studi.
http://news.health.com/2014/01/13/green-tea-may-interfere-with-a-blood-pressure-medicine/