21-12-2014
Negli ultimi cinquant’anni la vita è notevolmente migliorata. E anche il nostro modo di avere a disposizione alimenti lo è. Non siamo più obbligati a fare la spesa quotidianamente – anche perché nessuno di noi ne avrebbe il tempo – ma abbiamo la fortuna di poter conservare cibi freschi anche quindici giorni, grazie alle comode confezioni sottovuoto. Oltre a queste, abbiamo a nostra disposizione anche lattine, confezioni rigide, scatole in alluminio...Insomma, la nostra vita è molto facilitata rispetto all’epoca dei nostri nonni. Eppure, anche tutto questo ha il suo risvolto negativo: la maggior parte delle confezioni “dure” in plastica (o in alluminio) contengono una sostanza pericolosa per la nostra salute: il BPA. Sostanza per altro già sotto accusa da diverso tempo. Oggi, sono i ricercatori del Cincinnati Cancer Center a puntare il dito contro il BPA (Bisfenolo A). Una quantità elevata nelle urine, secondo i loro studi, potrebbe essere il precursore del cancro alla prostata negli uomini. I bassi livelli, invece, sembrano essere associati a modificazioni cellulari – non necessariamente maligne. La ricerca sembra pertanto essere la prima a mostrare l’importanza della rilevazione del BPA urinario nella prevenzione del cancro alla prostata. Secondo gli studiosi anche la distruzione di un ciclo di duplicazione cellulare attraverso l’esposizione a basse dosi di BPA può causare questo genere di patologia.
Per capire in maniera sommaria qual è il livello di esposizione al BPA, controllate bene ciò che avete in casa: tutti i contenitori di plastica rigida, le lattine, le stoviglie in melamina eccetera possono essere un pericoloso veicolo di tale sostanza. Studi precedenti ne hanno già valutato il pericoloso legame con difetti neurologici, diabete e varie forme tumorali. Secondo Shuk-mei Ho, direttrice del Cancer Center di Cincinnati e professoressa dell’Università di Cincinnati College of Medicine, l’esposizione al BPA è un fenomeno comune e in costante aumento. Gli studi sugli animali hanno più volte confermato la sua pericolosità, tuttavia, per ovvie ragioni, non sono ancora sufficienti gli studi sull’essere umano. «Il cancro alla prostata è il secondo tumore più comune tra gli uomini del Nord America e uno su sei uomini lo svilupperà durante la sua vita – spiegano gli autori – Tuttavia, il cancro è raramente diagnosticato negli uomini di età inferiore ai 40 anni con quasi due terzi dei casi segnalati negli uomini a 65 anni. I principali fattori che contribuiscono sono la razza di appartenenza e la storia famigliare, mentre poco si sa circa l’impatto dei perturbatori endocrini sul cancro alla prostata». Lo studio, pubblicato su PLoS ONE, ha messo ancora una volta in evidenza la pericolosità degli involucri per alimenti. E’ indubbio che fino a quando non si riusciranno a produrre materiali realmente ecologici e naturali, l’ideale è acquistare la stragrande maggioranza dei cibi direttamente dal produttore e privi di qualsiasi confezionamento. Sicuramente tutti ne guadagneremmo in termini di salute.