Quando mangiamo alimenti che contengono lectine incompatibili con il nostro gruppo sanguigno, esse potranno interferire negativamente con i processi della digestione, del metabolismo e del sistema immunitario. Molte lectine presentano affinità verso un determinato gruppo sanguigno, nel senso che mostrano una chiara predilezione per un preciso tipo di zucchero e si adattano meccanicamente all’antigene di un particolare gruppo sanguigno. La loro specificità rispetto al gruppo sanguigno si manifesta nel fatto che si legano in modo preferenziale con l’antigene glicosilato di un certo gruppo sanguigno, mentre lasciano gli altri del tutto indisturbati. A livello cellulare, le lectine spesso inducono la formazione di legami incrociati tra le molecole di zuccheri presenti sulla superficie di cellule differenti e così facendo provocano l’agglomerazione e l’agglutinazione delle cellule stesse, che è forse il loro effetto più noto. Il termine lectina, che deriva dal latino, significa “scegliere”, infatti, le lectine scelgono le cellule a cui aderire in funzione del grado di glicosilazione dei tessuti a cui esse appartengono. Per esempio, le cellule delle pareti dell’intestino tenue sono normalmente molto ben glicosilate e quindi offrono molte opportunità per la formazione di legami con le lectine. L’attacco delle lectine sull’apparato digerente può avvenire su diversi fronti e provocare una serie di sintomi che vanno al di là di quelli che siamo soliti definire problemi digestivi:
- Le lectine interferiscono con il sistema immunitario dell’intestino. Molte delle lectine presenti nel cibo, stimolano il sistema immunitario a produrre gli anticorpi destinati a combatterle. Dato che spesso gli alimenti che le contengono vengono considerati “fortemente allergenici”, è ragionevole supporre che alcune di queste sospette allergie alimentari non siano in realtà altro che reazioni del sistema immunitario verso le lectine contenute in quei cibi.
- Le lectine interferiscono con la digestione delle proteine. Alcuni ricercatori hanno osservato che l’agglutinina del germe di grano (WGA) potenzia enormemente l’attività sulla membrana cellulare della maltasi, l’enzima che nell’intestino tenue è adibito alla scissione delle molecole degli zuccheri complessi per formare zuccheri semplici. Nelle medesime condizioni si è osservato che anche l’attività dell’amminopeptidasi, l’enzima che scinde le molecole dei polipeptidi negli amminoacidi componenti, viene inibita dall’agglutinina del germe di grano.
- Le lectine attivano autoanticorpi nelle malattie infiammatorie e autoimmuni. Quasi tutti siamo dotati nel sistema sanguigno di anticorpi contro le lectine alimentari e alcuni di questi sono stati posti in relazione con danni immunitari ai reni in pazienti affetti da nefropatie (malattie dei reni). E’ stato anche ipotizzato che gli anticorpi prodotti nell’artrite reumatoide possano richiedere l’attivazione della lectina del germe di grano. Alcuni ricercatori sono convinti che molti casi di fibromialgia, un disturbo infiammatorio dei tessuti muscolari, siano provocati da un’intolleranza ai prodotti contenenti frumento. Quindi, in questi casi, si consiglia di provare a evitare questi prodotti per un certo periodo di tempo, per verificare un’eventuale attenuazione dei dolori.
- Le lectine alimentari danneggiano le pareti intestinali. Si è a conoscenza da circa quindici anni che alcune lectine dei legumi danneggiano i microvilli delle cellule di assorbimento dell’intestino tenue. In una sperimentazione condotta su animali, fu somministrata una lectina derivante dal fagiolo rosso, e nel giro di qualche ora si osservò nei microvilli degli animali la formazione di una diffusa vescicolazione, cioè la comparsa di numerose bolle longitudinali, che successivamente scomparve in una ventina di ore. Si notò inoltre una riduzione significativa della lunghezza dei singoli microvilli, che ritornarono alle dimensioni normali nel medesimo lasso di tempo.
- Le lectine modificano la permeabilità dell’intestino. Si è riscontrato che le lectine alimentari aumentano la permeabilità dell’intestino, inducendo in alcuni soggetti lo sviluppo di allergie o intolleranze anche verso altre proteine. In una ricerca si è scoperto che in animali alimentati con una dieta a base di fagioli cresceva nettamente la permeabilità intestinale di proteine del siero che erano state iniettate nella loro circolazione sanguigna. Questo dimostra che le lectine alimentari possono essere considerate almeno parzialmente responsabili del calo delle proteine del siero e della comparsa di altre intolleranze alimentari, in seguito a un calo di efficienza della funzionalità intestinale.
- Le lectine bloccano gli ormoni digestivi. La colecistochinina (CKK), un ormone che facilita la digestione dei grassi, delle proteine e dei carboidrati stimolando la secrezione degli enzimi digestivi, è influenzata da svariate lectine alimentari, in particolare da quelle del germe di grano. Le lectine si legano ai recettori della CKK e ne inibiscono l’azione. Una quantità elevata di CKK nel cervello fa supporre che l’ormone intervenga anche nel controllo dell’appetito e che quindi queste lectine possano anche contribuire a creare problemi di sovrappeso (in assenza di CKK, l’appetito cresce). Si è ipotizzato che, bloccando i recettori della CKK, le lectine inibiscano la secrezione dell’amilasi, un enzima necessario per la digestione dei carboidrati. L’attività dell’amilasi è più elevata negli individui di gruppo A, il che è perfettamente logico dal momento che sono quelli che metabolizzano con più efficienza i carboidrati complessi.
- Le lectine danneggiano l’assorbimento. Un esperimento condotto su animali alimentati con una dieta a base prevalentemente di farina cruda di fagioli bianchi ha rilevato che i soggetti in esame crescevano meno e perdevano il 50% della capacità di assorbire il glucosio e di utilizzare le proteine della dieta rispetto a un gruppo di animali di controllo nutrito con una farina dello stesso tipo, ma con lectine inattivate. L’aggiunta di lectine provenienti dal grano, dallo stramonio o dall’ortica all’alimentazione di animali cavie, provocava una diminuzione della capacità di digerire e utilizzare le proteine della dieta, che ne rallentava la crescita. Le lectine del frumento erano quelle responsabili dei danni più gravi, in quanto provocavano un ingrossamento del pancreas e una riduzione delle dimensioni del timo, una ghiandola correlata con le funzioni del sistema immunitario. Lo studio traeva le seguenti conclusioni: <<Benchè sia stato raccomandato di trasferire il gene della lectina del germe di grano nelle piante da raccolto, per migliorarne la resistenza ai parassiti, la presenza di questa lectina nell’alimentazione alle concentrazioni necessarie per ottenere una protezione efficace contro la maggior parte dei parassiti, può costituire un pericolo per gli animali superiori. Perciò il suo utilizzo nelle piante come insetticida naturale non è privo di rischi per la salute dell’uomo>>.
- Le lectine stimolano l’ingrossamento degli organi. Le lectine possono causare l’ingrossamento degli organi attraverso il rilascio di una categoria di sostanze chimiche dette poliammine. Numerose ricerche hanno registrato aumenti del volume dell’intestino, del fegato e del pancreas di animali sottoposti a somministrazione di lectine alimentari.