Quella che lega lo sviluppo del cancro alle affinità strutturali dell’antigene del gruppo A è un’ipotesi solida e ben documentata in letteratura medica. Ci sono però altre caratteristiche biologiche del gruppo A che sembrano contribuire alla sua particolare vulnerabilità verso i tumori maligni. Forse il secondo fattore in ordine di importanza è il maggiore “spessore”, o viscosità, del sangue di questo gruppo, con una più pronunciata tendenza a formare coaguli.
Ecco l’ipotesi:
- Il fattore di von Willebrand e il fattore VIII. E’ stato osservato che quando avviano la metastasi, le cellule cancerose si legano spesso alle piastrine, entrando per questa via nella circolazione sanguigna. Come può succedere? Le cellule cancerose umane producono un recettore di una glicoproteina anomala delle piastrine, che favorisce lo sviluppo delle interazioni adesive necessarie per avviare la metastasi. Il fattore di von Willebrand (vWF) e il fattore VIII (proteine del siero) sono una sorta di colla molecolare utilizzata dalle piastrine per aderire alle proteine coagulanti disposte lungo le pareti dei vasi sanguigni. Di questa medesima colla si serve la glicoproteina delle piastrine per aderire alle cellule cancerose. Analizzando il plasma di persone con diffuse metastasi si sono riscontrati livelli del fattore di von Willebrand e del fattore VIII più elevati (per il vWF addirittura quasi doppi) rispetto ai soggetti sani, probabilmente a causa della carenza nei primi di quantitativi adeguati di un enzima necessario a ridurre i due fattori nella loro forma inattiva.
- Fibrinogeno. Come nei casi dello stress, delle cardiopatie e del diabete, le ricerche hanno dimostrato che i soggetti di gruppo A presentano livelli più alti di viscosità del sangue rispetto agli altri gruppi sanguigni. La ragione è semplice: nel loro sangue è presente in concentrazioni più elevate una sostanza coagulante, il fibrinogeno. Si tratta di una proteina che interviene in “casi di emergenza”, per rispondere rapidamente a patologie infiammatorie e guarire ferite. Presente in quantità massicce nel sangue di persone affetti da cancro, si è ipotizzato che contribuisca alla loro perdita di peso e ne abbrevi la sopravvivenza. Come il vWF e il fattore VIII, anche il fibrinogeno contribuisce ad innescare il processo di interazioni adesive attraverso il quale le cellule cancerose possono attaccarsi alle piastrine e alle pareti dei vasi sanguigni e dare il via alla diffusione delle metastasi. Nel sangue delle persone di gruppo A, il vWF e il fattore VIII sono presenti in concentrazioni maggiori che negli altri gruppi sanguigni, ed è probabilmente questa la ragione della sua maggiore viscosità. Poichè queste persone tendono anche a presentare livelli più alti di fibrinogeno, la combinazione dei due fattori di viscosità del sangue accresce ancora più la loro particolare vulnerabilità al cancro.