Una caratteristica poco conosciuta e probabilmente sottovalutata dell’antigene del gruppo A è la sua capacità di legarsi al recettore di alcuni fattori di crescita, cioè delle sostanze adibite al controllo della crescita cellulare. Poichè è noto che nel caso delle cellule maligne è proprio la crescita ad essere fuori controllo e che la sovrapproduzione di questi fattori stimolata dall’attività degli oncogeni contribuisce a far perdere all’organismo la facoltà di regolare la crescita cellulare, è chiaro che questo fenomeno favorisce la proliferazione delle cellule cancerose. Il fattore di crescita dell’epidermide (EGF), che viene normalmente sintetizzato per favorire l’autoriparazione dei tessuti, svolge un ruolo di una certa rilevanza anche nello sviluppo di numerosi tumori, tra i quali quelli della prostata, del colon e del seno. Queste forme di cancro sono caratterizzate da cellule sulla cui superficie sono presenti concentrazioni molto elevate di recettori dell’EGF. Ovviamente la conseguenza è che le cellule tumorali possono legarsi a un gran numero di molecole di EGF ed è ragionevole ipotizzare che questa iniezione massiccia di fattore di crescita favorisca lo sviluppo del tumore. Proprio in ragione del suo squilibrio, riscontrato in numerose forme cancerose (vescica, seno, cervice, colon, esofago, polmone e prostata), il recettore del fattore di crescita dell’epidermide è stato scelto come obiettivo potenziale della prevenzione farmacologica.
Martedì, 18 Marzo 2014 19:11
IL FATTORE DI CRESCITA AFFINE ALL’ANTIGENE DEL GRUPPO A
Scritto da Angelo Ortisi
Pubblicato in
CANCRI, TUMORI E GRUPPI SANGUIGNI
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