L’idea che certi tratti, modi di fare, caratteristiche emozionali e scelte di vita possano essere nascoste nel nostro codice genetico è in genere ben accetta, sebbene non ci siano i mezzi per misurare scientificamente questo tipo di ereditarietà. Non è stato infatti identificato (per ora) alcun gene della personalità. Qualcuno potrebbe pensare che il nostro comportamento è legato al modo in cui siamo stati allevati piuttosto che a fattori di tipo ereditario. Ma forse sono in gioco entrambi gli aspetti. Ecco cosa racconta Peter D’Adamo a proposito della correlazione tra gruppi sanguigni e personalità: “Recentemente, Beverly, mia paziente da molto tempo, ha accompagnato in ambulatorio sua figlia. Prima di questa visita, mi aveva raccontato di aver avuto una figlia quando era nubile e molto giovane, e di essere stata pertanto costretta a darla in adozione. Per trent’anni Beverly non ne aveva più avuto notizie, fino al giorno in cui, andando ad aprire la porta, si trovò di fronte a una giovane donna il cui volto aveva qualcosa di familiare. Sua figlia era riuscita a trovarla. Appresi che era stata allevata sulla West Coast, in un ambiente molto diverso da quello in cui era vissuta la madre naturale. Tuttavia, osservando madre e figlia insieme, rimasi letteralmente di stucco. Non ci potevano essere dubbi: bastava un’occhiata per capire il rapporto di parentela che le legava. Avevano esattamente gli stessi atteggiamenti, lo stesso accento (anche se Beverly era di New York e la figlia veniva dalla California), e sembravano anche condividere il medesimo tipo di umorismo. Ma c’era di più: la figlia di Beverly aveva scelto la stessa professione della madre. Entrambe, infatti, erano manager aziendali e ricoprivano la carica di direttrici del personale. Se mai c’era una correlazione tra genetica e personalità, era proprio qui, davanti ai miei occhi”. Questo racconto è molto interessante, ma ovviamente, questa correlazione non è scientifica, come non lo sono neanche le ricerche condotte per stabilire un legame tra aspetti della personalità e gruppi sanguigni. Ma questa possibilità ci affascina perchè è ragionevole supporre l’esistenza di una relazione causale tra ciò che succede a livello cellulare e le nostre tendenze fisiche, mentali ed emozionali, come espressione del nostro gruppo sanguigno. L’impatto dell’evoluzione sul sistema immunitario e su quello digestivo ha portato allo sviluppo dei diversi gruppi sanguigni. Cambiamenti così profondi non potevano non interessare anche le funzioni mentali e l’emotività, favorendo la comparsa di modelli comportamentali e psicologici molto ben differenziati. Ciascun gruppo sanguigno ha dovuto intraprendere in tempi assai remoti un’aspra battaglia per poter sopravvivere. Il solitario tipo 0, per esempio, sarebbe potuto scomparire nella società ordinata e cooperativa più consona al tipo A. Certo, si è adattato, ma non c’è da meravigliarsi se qualche tratto del comportamento primitivo si annida ancora oggi nel profondo della sua psiche. L’esistenza di un legame tra personalità e gruppo sanguigno viene tenuta in grande considerazione dai giapponesi. Chiamata “ketsu-eki-gata”, questo tipo di analisi viene utilizzata da manager aziendali per selezionare il personale, dai ricercatori di mercato per studiare gli orientamenti dei consumatori, dalla gente comune per scegliere gli amici, i fidanzati e il coniuge. Distributori automatici per l’analisi del gruppo sanguigno sono dislocati in stazioni, grandi magazzini, ristoranti e altri luoghi pubblici. E c’è anche una società molto considerata, la AB0, che coadiuva le singole persone o le grandi organizzazioni, aiutandole a compiere scelte giuste secondo i criteri che legano personalità e gruppo sanguigno. Il massimo esponente della teoria che connette i tratti della personalità in base al tipo di sangue è Toshitaka Nomi, il cui padre fu un vero pioniere in questo campo. Nel 1980, Nomi e Alexander Besher scrissero un libro intitolato “You Are Your Blood Type” che in Giappone ha venduto più di sei milioni di copie. Esso contiene profili della personalità e suggerimenti per i diversi gruppi sanguigni, con consigli sul tipo di vita da seguire, sul partner da scegliere e sulle conseguenze cui si potrebbe andare incontro ignorando queste indicazioni. Catalogare le persone in questo modo, presenta aspetti inquietanti. Se si comincia a stabilire che il tipo A possiede certe caratteristiche e il tipo B altre, si potrebbe arrivare a dire che uno è superiore all’altro, oppure che un determinato incarico può essere svolto solo da una persona appartenente a uno specifico gruppo sanguigno. In definitiva, si correrebbe il rischio di sviluppare un sistema sociale basato su caste. Anche se molto sottotono, è un pò quello che succede in Giappone quando, per esempio, un’azienda cerca un dirigente specificando come requisito dell’assunzione il tipo di gruppo sanguigno. Ma allora, qual è il valore di queste teorie e perchè ho voluto parlarne? Semplice. Nonostante io ritenga che il “ketsu-eki-gata” sia eccessivo, non posso negare la probabile esistenza di una correlazione tra biologia e personalità. La ricerca scientifica ha acquisito prove inequivocabili dei legami che intercorrono tra mente e corpo, e come spiegheremo più avanti, anche le reazioni allo stress cambiano a seconda dei gruppi sanguigni. Pertanto, l’idea che questi possano associarsi a tratti diversi della personalità non è poi tanto strana. Infatti, ricerche serie e documentate dimostrano che i meccanismi di controllo del comportamento, del carattere e della salute mentale sono influenzati dal gruppo sanguigno, allora ampliare l’analisi al problema della personalità non è più solo un passatempo divertente, ma assume a pieno titolo i connotati di un’attività scientifica.
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PERSONALITA’ DEI GRUPPI SANGUIGNI
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