Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

01-05-2018

Grano saraceno, amico di chi ha subìto una resezione del pancreas, ossia una parziale asportazione. A rivelarlo è stato uno studio condotto dal CREA, il Centro Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione in collaborazione con l'Università Sapienza di Roma, presentato in occasione del Simposio Europeo sul grano saraceno. Secondo i medici e i ricercatori, grazie alle sue note proprietà antiossidanti ed antinfiammatorie, il grano saraceno è in grado di migliorare la qualità della vita di chi ha subìto una resezione pancreatica.
Per lo studio, il prof. Piero Chirletti, professore ordinario di Chirurgia Generale alla Sapienza di Roma e direttore della UOC Chirurgia Generale N presso il Dipartimento di Chirurgia “F. Durante” al Policlinico Umberto, ha preso in esame 18 pazienti, che 3 anni fa sono stati sottoposti a resezione pancreatica. Nessuno di loro aveva fatto cicli di chemioterapia e tutti presentavano un indice di massa corporea inferiore a 19. A 9 persone per un mese è stato somministrato quotidianamente uno snack di 70 grammi di grano saraceno maltato, realizzato da Giovanni Bonafaccia, primo ricercatore CREA Alimenti e Nutrizione. Ai restanti 9, invece, è stato dato uno snack dello stesso peso ma a base di riso. Tutti i 18 pazienti sono stati attentamente monitorati prima, durante e dopo lo studio con un diario alimentare, corredato anche da un questionario sui disturbi gastrointestinali e sulla qualità della vita. Inoltre sono stati sottoposti a visite nutrizionali.
È emerso così che a differenza di chi aveva assunto le barrette di riso, le persone che avevano consumato le barrette di grano saraceno maltato presentavano un miglioramento dello stato nutrizionale, con un’aumentata capacità di assorbimento degli alimenti a livello intestinale, un aumento della massa magra e una riduzione della massa grassa. Inoltre, i pazienti hanno riferito anche di una diminuzione dei dolori addominali, spesso presenti dopo l’ingestione di cibo in chi ha subìto questo tipo di interventi. “La maltazione aumenta di almeno 4 volte il già elevato potere antiossidante ed antinfiammatorio di questo pseudo-cereale, prodotto dimenticato delle nostre valli, che presenta anche interessanti potenzialità agronomiche: è resistente e in grado di adattarsi a suoli e climi diversi, è facilmente coltivabile e a basso impatto ambientale” ha detto Giovanni Bonafaccia, coordinatore CREA della ricerca.
Il grano saraceno ha proprietà rimineralizzanti e fortificanti ed è in grado di fornire molta energia al nostro organismo. Per questo il suo consumo viene consigliato anche durante l’allattamento e nel corso della crescita dei bambini, dato che favorisce lo sviluppo e la protezione dell’apparato circolatorio. Inoltre aiuta a tenere a bada il colesterolo.

 

http://www.crea.gov.it/wp-content/uploads/2018/04/Grano-saraceno_studio-CREA-Sapienza.pdf?x99213

29-04-2018

Mangiare cioccolato fondente con almeno il 70% di cacao e il 30% di zucchero di canna ha effetti positivi su stress e stati d’animo in generale, ma anche sulla concentrazione, la memoria e contro le infiammazioni. A confermarlo sono i ricercatori della Loma Linda University, in California, che hanno studiato l’effetto del cacao sulla salute cognitiva, endocrina e cardiovascolare. I risultati del loro lavoro sono stati presentati all'Experimental Biology di San Diego: mentre è noto che il cacao è una delle principali fonti di flavonoidi, questa è la prima volta che i suoi effetti sono studiati su soggetti umani per determinare come può supportare la salute cognitiva, endocrina e cardiovascolare.
Già accertato che faccia bene alla salute del cervello e che migliora la circolazione, il cioccolato, soprattutto fondente, ritorna agli onori delle cronache per i suoi mille benefici. Questa volta specie per quanto riguarda le percentuali di cacao. “Per anni abbiamo esaminato l’influenza del cioccolato fondente sulle funzioni neurologiche dal punto di vista del contenuto di zucchero - ha detto Lee S. Berk, docente e ricercatore in psiconeuroimmunologia e scienze alimentari. Maggiore è la concentrazione di cacao, maggiore è l’impatto positivo sulle attività cognitive, sulla memoria, sull'umore, sul sistema immunitario”.
Gli studiosi americani sono giunti a queste conclusioni esaminando, tramite due specifiche analisi, l’azione del cacao sulle risposte immunitarie e sui geni coinvolti nella percezione sensoriale, sviluppando quella che si definisce “iper-plasticità” cerebrale, ossia quella capacità che consente all’encefalo di modificare la struttura in relazione dell'attività dei propri neuroni. Così, secondo i risultati, il cioccolato fondente è in grado di migliorare anche l’elaborazione cognitiva, la capacità di apprendimento e la memoria. In quantità ridotte, allora, via libera al cioccolato. Non solo vi rilasserà la mente, ma vi renderà anche più felici.

 

https://news.llu.edu/for-journalists/press-releases/new-studies-show-dark-chocolate-consumption-reduces-stress-and-inflammation-while-improving-memory-immunity-and-mood

29-04-2018

Non solo un fantastico prodotto da utilizzare efficacemente per la pulizia della casa e per la bellezza, ma anche utile nella lotta contro artrite reumatoide e malattie autoimmuni se se ne consuma un cucchiaino ogni 4 ore. Tutto grazie agli effetti che il bicarbonato avrebbe sulla milza. In un nuovo studio, gli esperti del Medical College of Georgia avrebbero infatti scoperto che, dopo aver bevuto una soluzione di bicarbonato di sodio, la milza, così come il sangue nei reni, sarebbe in grado di contenere meno cellule infiammatorie e più antinfiammatori. Di conseguenza, l’acqua unita a un pò di bicarbonato di sodio potrebbe ridurre le probabilità di avere l’artrite reumatoide e il lupus.
Il bicarbonato di sodio è una sostanza alcalina, ossia ha un pH superiore a 7. Per questo motivo in una fase iniziale accresce il pH gastrico che, per ritrovare equilibrio, aumenta a sua volta la quantità di acido. Se un eccesso di alcalinità potrebbe sfociare facilmente in acidità e viceversa, nel momento in cui si beve un pò di acqua e bicarbonato si porterebbe lo stomaco a produrre più acido per digerire. In questo modo si evita che la milza produca un’anomala risposta immunitaria: sarebbe questa risposta immunitaria che di solito porta all’infiammazione nel corpo. Per questo motivo, gli scienziati pensano che bere il bicarbonato di sodio faccia agire la milza, che fa parte del sistema immunitario, come un grande filtro per il sangue. Ed è qui che vengono memorizzati alcuni globuli bianchi, come i macrofagi, per facilitare la risposta immunitaria.
“Certamente bere bicarbonato influenza la milza e pensiamo che ciò avvenga attraverso le cellule mesoteliali”, spiega il dottor Paul O'Connor, fisiologo renale del Medical College. Gli scienziati sono così riusciti a dimostrare che un rimedio economico come il bicarbonato sia in grado di contrastare un’infiammazione che può portare a condizioni dolorose scatenate dall’artrite e a prevenire malattie renali. “Il passaggio dal profilo infiammatorio a quello antinfiammatorio avviene ovunque. L’abbiamo visto nei reni, l’abbiamo visto nella milza, ora lo vediamo nel sangue periferico - ha dichiarato O'Connor. Quando si assume il bicarbonato di sodio, si incoraggia l’organismo a produrre un maggior numero di cellule T regolatorie, le quali impediscono al sistema immunitario - tra le altre cose - di attaccare i suoi stessi tessuti”. Quanto bicarbonato assumere? Secondo i ricercatori, la durata dell’effetto antinfiammatorio dovuto al consumo di bicarbonato di sodio sarebbe di circa quattro ore e la dose sarebbe di un cucchiaino di bicarbonato mescolato con mezzo litro di acqua.
Il bicarbonato si mostra ancora una volta in grado di essere un valido alleato per la nostra salute. Ovviamente, ogni caso specifico va studiato e analizzato insieme con il proprio medico curante, così come anche è utile tenere bene a mente tutti i casi in cui non andrebbe utilizzato.

 

http://www.jimmunol.org/content/early/2018/04/14/jimmunol.1701605

https://www.genengnews.com/gen-news-highlights/autoimmune-treatment-may-be-tucked-away-in-the-back-of-your-fridge/81255748

29-04-2018

Stephen Lanzo è un uomo a cui anni fa è stato diagnosticato un mesotelioma, un tipo di cancro associato generalmente all’esposizione all’amianto. Lui aveva sempre sostenuto che la causa della malattia fosse dovuta all’utilizzo di borotalco cancerogeno. A quanto pare, una giuria gli ha dato ragione, condannando l’azienda produttrice, la Johnson&Johnson, e il suo fornitore, a pagare un totale di 117 milioni di dollari, circa 95 milioni di euro. Ecco come si sono svolti i fatti.
Nel 2016 al 46enne Stephen Lanzo viene diagnosticato un mesotelioma. L’uomo, da solo, decide di fare causa a una grossa azienda, la Johnson&Johnson, e al suo fornitore di talco, ImerysTalc, secondo lui responsabili dell’insorgenza del male. Lanzo aveva infatti usato borotalco per circa 30 anni. Dopo anni di battaglie, la giuria gli ha dato ragione, stabilendo inizialmente un risarcimento di 30 milioni di dollari (circa 24 milioni di euro), e di altri 7 milioni (5,7 milioni di euro) per la moglie Kendra. Tuttavia, una seconda giuria ha quasi triplicato l’entità del pagamento, condannando la Johnson&Johnson, e il suo fornitore a pagare un totale di 117 milioni di dollari, circa 95 milioni di euro. Lanzo è il primo uomo a fare causa all’azienda per borotalco cancerogeno, visto che altre precedenti denunce riguardavano una possibile correlazione col cancro alle ovaie nelle donne.
L’accusa avanzata da Lanzo è che nel borotalco fossero presenti delle tracce di fibre di amianto. Secondo Lanzo, entrambe le compagnie erano al corrente della contaminazione del prodotto con l’amianto, cosa che rendeva il borotalco cancerogeno. A riprova di ciò, gli avvocati hanno prodotto un memo interno del 1969, nel quale uno scienziato menzionava specificamente la contaminazione di amianto nel talco. Tuttavia, secondo l’accusa, Johnson&Johnson e ImerysTalc non avrebbero fatto nulla per avvertire i consumatori del pericolo. Tra l’altro, la Johnson & Johnson non sarebbe nuova a queste accuse, essendo già stata condannata in diversi casi per una correlazione tra cancro alle ovaie e borotalco. La giuria ha ritenuto le accuse dell’uomo vere, in quanto diversi studi avrebbero dimostrato che il talco, spesso, è presente vicino alle miniere di amianto. Questo renderebbe possibile la contaminazione. Alla luce di ciò, nella seconda sentenza, è stato stabilito un ulteriore rincaro nel risarcimento di 80 milioni di dollari per danni punitivi cioè compiuti con azioni non etiche o negligenti. Come riporta la CNN, entrambe le aziende hanno già annunciato che presenteranno ricorso.

 

https://edition.cnn.com/2018/04/06/health/talc-mesothelioma-asbestos-damages/index.html

29-04-2018

L’insulina è un ormone indispensabile per l’assorbimento del glucosio all’interno delle cellule. Si parla di insulino-resistenza, quando nelle cellule dell’organismo diminuisce la sensibilità all’azione dell’insulina. Così, il rilascio dell’ormone produce un effetto inferiore rispetto a quello previsto. In risposta a questa condizione, l’organismo mette in atto un meccanismo di difesa, basato sulla compensazione. Aumenta infatti il rilascio di insulina nel sangue, generando casi di iperinsulinemia. All’inizio, questa compensazione riesce a mantenere la glicemia a livelli normali. In uno stadio avanzato, però, le cellule pancreatiche deputate alla produzione di insulina non riescono ad adeguarne la sintesi. Nella fase conclamata, infine, iniziano a verificarsi casi di iperglicemia anche a digiuno. Ecco che l’insulino-resistenza può facilmente diventare il precursore del diabete, dell’aumento di peso, della pressione alta, di malattie cardiache e di tanti altri rischi per la salute. Erbe, spezie e cibi, tuttavia, possono essere la nostra prima linea di difesa per ripristinare e mantenere la sensibilità delle cellule all’insulina.

CURCUMA: EFFICACE NEL PREVENIRE IL DIABETE

Uno studio del 2009 ha rilevato come la curcumina, il principio attivo più importante della curcuma, era da 500 a 100.000 volte più efficace della metformina, un farmaco di prescrizione che attiva l’assorbimento del glucosio. In un altro studio, 240 adulti pre-diabetici sono stati divisi in due gruppi: uno trattato quotidianamente con 250 mg di curcumina, e l’altro con un placebo. Dopo nove mesi, nessuno di coloro che assumeva regolarmente curcumina aveva sviluppato il diabete, ma il 16,4% del gruppo trattato con il placebo sì.

ZENZERO: ABBASSA LA GLICEMIA A DIGIUNO

In uno studio 88 pazienti diabetici sono stati divisi in due gruppi. Ogni giorno, al primo gruppo veniva somministrato un placebo, mentre all’altro 3 capsule da un grammo di zenzero in polvere. Dopo otto settimane, il gruppo che assumeva lo zenzero ha visto una riduzione della glicemia a digiuno del 10,5%, oltre all’aumento della sensibilità all’insulina. Nel gruppo trattato con il placebo, invece, la glicemia a digiuno era aumentata del 21%.

CANNELLA PER RIDURRE I LIVELLI DI ZUCCHERO NEL SANGUE

I risultati di una ricerca condotta in California hanno dimostrato come l’uso della cannella può aiutare i soggetti affetti da diabete di tipo 2 nella loro battaglia quotidiana. Durante lo studio, i ricercatori hanno analizzato 543 pazienti affetti da questa particolare forma di diabete, la più comune. Tra i soggetti, alcuni hanno assunto 6 grammi di cannella in forma di integratori, ogni giorno, per un periodo di 18 settimane. I risultati delle analisi effettuate hanno dimostrato come i soggetti che consumavano cannella quotidianamente avevano fatto registrare un importante calo dei livelli di glucosio plasmatico a digiuno, decisamente superiori rispetto ai soggetti che, nello stesso periodo, non avevano assunto gli stessi integratori. La cannella rallenta in parte la velocità con cui lo stomaco si svuota dopo aver mangiato, rallentando anche l’aumento dei livelli di zucchero nel sangue.

L’ESTRATTO DI FOGLIE D’OLIVO RIDUCE L’INSULINO-RESISTENZA

I ricercatori dell’Università di Auckland hanno dimostrato che l’estratto di foglie di olivo può aiutare i soggetti che soffrono di insulino-resistenza. La supplementazione con polifenoli estratti dalla foglia di olivo per 12 settimane nei soggetti utilizzati nella ricerca ha fatto registrare un significativo miglioramento della sensibilità all’insulina e dell’attività delle cellule del pancreas adibite alla produzione di insulina.

LE BACCHE RIDUCONO I PICCHI DI INSULINA DOPO I PASTI

Gli studi mostrano che il corpo ha bisogno di meno insulina per riequilibrare i livelli di zucchero dopo un pasto, se si consumano delle bacche. In uno studio condotto su donne sane in Finlandia, i soggetti sono stati invitati a mangiare del pane bianco e di segale, accompagnato o meno da una purea creata da una selezione di diversi tipi di frutti di bosco, come fragole, mirtilli e more. L’amido del pane crea dei picchi nei livelli di glucosio dopo i pasti. L’aggiunta di bacche riduceva significativamente questo picco di insulina.

NIGELLA SATIVA: 2 GRAMMI MIGLIORA L’INSULINO-RESISTENZA

In uno studio condotto su 94 pazienti diabetici, i ricercatori hanno scoperto che somministrare 2 grammi al giorno di cumino nero riduceva significativamente la glicemia a digiuno e l’insulino-resistenza. Benefici che invece non sono stati ottenuti con la dose più alta di 3 grammi al giorno.

SPIRULINA PER MIGLIORARE LA RISPOSTA ALL’INSULINA

La spirulina è da sempre considerata una super-proteina vegetale, eppure i suoi benefici non si fermano a questo. In uno studio randomizzato su pazienti insulino-resistenti, i ricercatori hanno confrontato il potere di spirulina e soia nel controllare i livelli di insulina. I pazienti sono stati divisi in due gruppi: al primo sono stati somministrati 19 grammi di spirulina al giorno; agli altri 19 grammi di soia. Dopo otto settimane, il gruppo che assumeva spirulina, ha visto migliorare la sua insulino-resistenza del 224,7%, mentre il gruppo che assumeva soia ha registrato un miglioramento del 60%.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19665995

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24559810

http://www.annfammed.org/content/11/5/452.full?sid=35b788af-383a-4dc9-969a-3b3dd67689a9

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3596374/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23365108

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21675032

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22254118

29-04-2018

Le anziane donne australiane che hanno mangiato più verdure hanno mostrato meno spessore della parete arteriosa carotidea, secondo una nuova ricerca pubblicata sul Journal of the American Heart Association. Verdure crocifere tra cui broccoli, cavolfiori, cavoli e cavoletti di Bruxelles si sono dimostrate le più vantaggiose in termini di protezione della parete arteriosa carotidea. “Questo è uno dei pochi studi che hanno esplorato il potenziale impatto di diversi tipi di verdure sulle misure di aterosclerosi subclinica, la causa sottostante le malattie cardiovascolari”, ha detto Lauren Blekkenhorst, autrice principale dello studio e dottoranda all’Università dell’Australia Occidentale a Crawley.
I ricercatori hanno distribuito questionari sulla frequenza degli alimenti a 954 donne australiane di età pari o superiore a 70 anni, in cui le donne hanno annotato la loro assunzione di verdura. I tipi di verdure comprendevano crocifere, allium (per esempio cipolle, aglio, porri e scalogni), verdure giallo/arancio/rosso, a foglia verde e legumi. Sono stati utilizzati sonogrammi per misurare lo spessore della parete dell’arteria carotide e interi alberi carotidei sono stati esaminati per determinare la gravità della placca carotidea. I ricercatori hanno osservato uno spessore della parete dell’arteria carotide inferiore di 0,05 mm nel gruppo con un’alta assunzione di verdure totali. “Questo è probabilmente significativo, perché una diminuzione di 0,1 millimetri dello spessore della parete carotidea è associata ad una diminuzione dal 10% al 18% del rischio di ictus e infarto“, ha detto Blekkenhorst. Inoltre, ogni 10 grammi al giorno in più alto di consumo di verdure crocifere era associato a uno spessore della parete dell’arteria carotide inferiore dello 0,8%. Altri tipi di vegetali non hanno mostrato un’associazione con lo spessore delle pareti delle arterie carotidi in questo studio.
“Dopo aver adattato lo stile di vita, i fattori di rischio di malattie cardiovascolari (incluso l’uso di farmaci) e altri tipi di verdure e fattori dietetici, i nostri risultati hanno continuato a mostrare un’associazione protettiva tra le verdure crocifere e lo spessore delle pareti delle arterie carotidi“, ha detto Blekkenhorst. A causa della natura osservativa di questo studio, non è possibile stabilire una relazione causale, “tuttavia, le linee guida dietetiche dovrebbero evidenziare l’importanza di aumentare il consumo di verdure crocifere per proteggersi dalle malattie vascolari”, ha concluso Blekkenhorst.

 

http://jaha.ahajournals.org/content/7/8/e008391

29-04-2018

Le foglie di alloro sono comunemente usate in cucina come erba aromatica, in realtà si tratta di ottimi rimedi naturali che si rivelano utili non solo per trattare alcuni problemi di salute ma anche per prendersi cura di pelle e capelli. L’alloro è una pianta ricca di sostanze nutritive, le foglie contengono infatti grandi dosi di vitamina C, vitamina A, acido folico e minerali come calcio, potassio, magnesio, zinco, ferro, selenio e rame. Questi e altri principi attivi presenti nelle sue foglie gli conferiscono importanti proprietà per la nostra salute e la cura del corpo. Non è un caso che i romani considerassero sacra questa pianta e che la corona d'alloro simboleggi saggezza e virtù e che laurea derivi proprio dalla parola Laurus Nabilis, il termine latino dell'alloro, appunto. Nel linguaggio dei fiori, inoltre, l'alloro rimanda ai concetti di immortalità e gloria eterna. Scopriamo allora tutti i benefici "tangibili" che possono offrirci le foglie di alloro usate in cucina ma anche sotto forma di infuso, oleolito o olio essenziale. L'alloro può rivelarsi un buon rimedio naturale in caso di:

1. GLICEMIA E DIABETE

Le foglie di questa pianta si sono rivelate efficaci nel trattamento del diabete di tipo 2 per abbassare il livello di glucosio nel sangue ma anche il colesterolo e i trigliceridi. Gli antiossidanti contenuti nelle foglie di alloro aiutano il nostro corpo a produrre insulina in modo efficiente. Se si vuole tenere a bada la glicemia in questo modo (sempre dopo aver sentito il parere del proprio medico) si consiglia di assumere alloro in polvere per 30 giorni oppure far bollire qualche foglia di alloro in 3 bicchieri d’acqua facendola bollire fino a che non si riduce ad una sola tazza. Filtrare, far raffreddare e bere subito prima dei pasti due volte al giorno.

2. BENESSERE DEL CUORE

Alcuni principi attivi contenuti nelle foglie di alloro possono migliorare le prestazioni cardiache e aiutare a prevenire ictus e infarti. I flavonoidi di cui è ricca la pianta aiutano poi a normalizzare la pressione nei pazienti ipertesi. Si possono sfruttare queste proprietà facendo bollire 10 pezzi di foglie di alloro in 3 bicchieri d'acqua per alcuni minuti. Filtrare e bere l'infuso tiepido una volta al giorno.

3. ANTIDOLORIFICO

L'olio estratto dalle foglie di alloro contiene principi attivi in grado di alleviare i dolori che derivano da affaticamento, distorsioni, artrite o reumatismi. Quest’olio può risultare benefico anche in caso di emicrania e mal di testa. Per sfruttare questa potenzialità si possono fare impacchi con l’infuso di alloro sulle zone dolenti oppure massaggiarle con piccole quantità di oleolito di alloro o olio essenziale di alloro prima diluito in olio vettore.

4. INFLUENZA, TOSSE E RAFFREDDORE

Le foglie di alloro si rivelano efficaci per combattere i sintomi influenzali. Ai primi sintomi di tosse e raffreddore o altri problemi respiratori basta far bollire 2-3 pezzi di foglie di alloro per 10 minuti e immergere un panno di cotone con il quale poi realizzare degli impacchi sul petto in modo da alleviare i sintomi. Naturalmente è anche possibile bere l’infuso leggermente dolcificato con miele.

5. BENESSERE DEI RENI

L’infuso di foglie di alloro è in grado di promuovere il benessere dei reni anche in caso di infezioni e presenza di calcoli. Va preparato facendo bollire 5 grammi di alloro in 200 ml di acqua per alcuni minuti. Dopo averlo filtrato e fatto intiepidire si può bere un paio di volte al giorno.

6. CONTRO STITICHEZZA E DIARREA

Utilizzare quotidianamente foglie di alloro in cibi e bevande può aiutare a mantenere sano il sistema digestivo. Le vitamine e i sali minerali presenti nella pianta facilitano la digestione e regolarizzano l’intestino sia in caso di stitichezza che di diarrea.

7. DISTURBI MESTRUALI

L’infuso di alloro assunto con una certa costanza può risultare benefico nel trattamento dei disturbi mestruali, può infatti da una parte regolarizzare il ciclo dall’altra ridurre i fastidiosi sintomi tra cui dolori e crampi.

8. SOSTENERE IL SISTEMA IMMUNITARIO

Utilizzare foglie di alloro fresche o secche in cucina, così come bere l’infuso ci aiuta a sostenere le nostre difese immunitarie. Le sostanze naturali contenute nelle foglie di alloro favoriscono infatti la salute e il benessere in quanto stimolano l'immunità dell’organismo.

9. CURA DEI DENTI

Le foglie di alloro sono benefiche per mantenere i nostri denti sani e bianchi. La polvere può essere mescolata finemente con acqua fino a diventare una pasta che si può usare come dentifricio sbiancante. In alternativa l’infuso di alloro può essere usato come collutorio in caso di alitosi.

10. BUON RIPOSO NOTTURNO

Il consumo regolare di foglie di alloro al momento di coricarsi favorisce un buon riposo notturno. Questa pianta ha infatti un effetto calmante sul sistema nervoso, si può provare dunque a bere un infuso di alloro poco prima di andare a dormire ogni giorno.

11. PREVENIRE IL CANCRO

Nell’ambito di un’alimentazione equilibrata e di un corretto stile di vita, le foglie di alloro possono essere un alleato nella prevenzione del cancro. Sono infatti ricche di antiossidanti ma anche di altri composti organici e fitonutrienti dal potere anticancerogeno.

12. PELLE SECCA E STRESSATA

I principi attivi contenuti nelle foglie di alloro aiutano la pelle secca e stressata evitando la comparsa di rughe. Si può ad esempio usare l’infuso realizzato con questa pianta per fare una sorta di pulizia del viso casalinga. Occorre far bollire 5 foglie di alloro essiccate con 2 tazze d'acqua per alcuni minuti poi versare l’infuso in una grande ciotola e coprire la testa con un asciugamano. In questo modo i benefici aromi dell’alloro non solo verranno inalati ma saranno anche assorbiti dalla pelle.

13. PICCOLE FERITE E INFIAMMAZIONI DELLA PELLE

Grazie al potere cicatrizzante e antinfiammatorio delle foglie di alloro, queste si possono sfruttare anche per far guarire prima piccole ferite o tagli (tra l’altro l’alloro è anche disinfettante) oppure nel trattamento di alcuni problemi alla pelle come rossori, irritazioni, orticaria, punture di insetti ecc.

14. ACNE

L’olio di alloro sapientemente utilizzato può rivelarsi utile anche nel trattamento dell’acne dato il suo potere antinfiammatorio, antibatterico ma anche grazie al suo effetto riequilibrante sulla produzione di sebo. A questo scopo va utilizzato a piccolissime dosi e sempre prima diluito in olio vettore.

15. RELAX

Un bagno rilassante, non solo per la mente ma anche per il corpo e la pelle, può essere realizzato utilizzando foglie di alloro dalle proprietà antinfiammatorie, antibatteriche e defaticanti su muscoli e articolazioni. Schiacciare finemente 10/20 foglie di alloro riducendole in polvere e miscelare nell’acqua del bagno in cui immergersi per almeno 20 minuti.

16. CAPELLI LISCI

L'alloro può anche essere usato per ottenere capelli lisci e setosi. Basta far bollire qualche foglia in acqua per circa 20 minuti, filtrare, far raffreddare e poi utilizzare per fare un impacco sui capelli prima di usare lo shampoo.

17. FORFORA E PERDITA DI CAPELLI

Un ultimo risciacquo a base di infuso di foglie di alloro può rivelarsi un efficace trattamento della forfora. Il tè all’alloro è considerato anche un buon rimedio per arginare la caduta dei capelli dato che migliora la salute del cuoio capelluto stimolando la ricrescita. Anche in questo caso va utilizzato con costanza dopo aver lavato come di consueto i propri capelli.

18. RIFLESSANTE PER CAPELLI

Un infuso di foglie di alloro può essere utilizzato per scurire ulteriormente e dare riflessi castani ai propri capelli. Basta applicarlo tutte le volte che si lavano i capelli lasciandolo in posa per circa 15-20 minuti prima di risciacquare.

19. TRATTAMENTO DEI PIDOCCHI

Si può sperimentare il potenziale delle foglie di alloro anche nel trattamento dei pidocchi. In questo caso occorre far bollire circa 50 grammi di foglie di alloro sminuzzate in 400 ml di acqua fino a quando non si riduce a circa 100 ml. Poi filtrare e applicare bene l’infuso dalle radici alle punte dei capelli, lasciare agire circa 3 ore prima di risciacquare.

20. REPELLENTE PER INSETTI

Le foglie di alloro sono repellenti per insetti naturali in quanto emanano un’aroma sgradito a piccoli volatili di vario genere. Si può diffondere negli ambienti olio essenziale di alloro o applicarne qualche goccia direttamente su batuffoli di cotone o oggetti nei punti critici dove entrano gli insetti (davanzali, balconi, finestre ecc.).

28-04-2018

Ogni volta che mangiamo, ingeriamo oltre 100 pezzetti di plastica. Lo rivela uno studio condotto dall'Università di Heriot-Watt di Edimburgo. La plastica, che può provenire da arredi e tessuti sintetici, fa parte della polvere domestica che finisce poi sui piatti e viene consumata. I ricercatori lo hanno scoperto dopo aver messo delle piastre di Petri contenenti trappole appiccicose per la polvere sul tavolo, accanto ai piatti della cena in tre case durante i pasti. Alla fine di ogni pasto durato circa 20 minuti sono stati trovati fino a 14 pezzi di plastica nelle piastre, l'equivalente di 114 fibre di plastica che cadevano sul piatto durante un pranzo medio, date le loro dimensioni molto più grandi. Sulla base di questi dati, gli scienziati hanno concluso che una persona in media inghiotte fino a 68.415 fibre di plastica potenzialmente pericolose all'anno semplicemente mettendosi a tavola e mangiando.
I ricercatori hanno cercato di confrontare le fibre di plastica presenti nelle cozze con quelle di un pasto medio consumato da una famiglia. Hanno trovato meno di due microplastiche in ogni cozza probabilmente assorbite dall'ambiente marino. Così, hanno concluso che una persona in media può aspettarsi di consumare 100 particelle di plastica all'anno mangiando questi molluschi. Il problema non riguarda le cozze visto che le fibre ingerite saranno da 13.731 a 68.415 in un anno a causa della polvere domestica. Il dott. Ted Henry, autore senior dello studio e professore di tossicologia ambientale dell'Università di Heriot-Watt, ha spiegato: “Questi risultati possono sorprendere chi pensa che le fibre di plastica nei frutti di mare siano più alte di quelle presenti nelle polveri domestiche. Non sappiamo da dove provengano queste fibre, ma è probabile che si trovi all'interno della casa e in un ambiente più ampio”. Secondo gli autori dello studio infatti le fibre di plastica trovate nei pasti cucinati in casa non provengono dal cibo ma dalla polvere domestica. Mangiare è il modo in cui gli esseri umani possono ingerire questa polvere, oltre a respirarla dall'aria.
Julian Kirby, di Friends of the Earth, ha aggiunto: “Le microfibre di plastica si trovano nella polvere delle nostre case e l'aria che respiriamo può provenire da pneumatici per auto, tappeti e arredi morbidi, così come vestiti e giacche di pile. Abbiamo urgente bisogno che il governo adotti un piano d'azione per porre fine all'inquinamento plastico studiando anche i possibili impatti della plastica ambientale sulla salute umana”.
Fino a quando non ridurremmo la nostra dipendenza dalla plastica, questa sarà un'altra delle conseguenze a cui andremo incontro.

 

https://www.hw.ac.uk/about/news/academic-reveals-more-than-100-tiny-plastics.htm

Venerdì, 27 Aprile 2018 19:02

NOCI PECAN COME RIMEDIO PER DIABETE E SLA.

28-04-2018

Le noci pecan potrebbero aiutare a ridurre il rischio di due malattie gravi come il diabete e la Sla. Una ricerca della Tufts University pubblicata su Nutrients sottolinea la capacità delle noci pecan di migliorare la sensibilità all’insulina. Lo studio ha coinvolto 26 soggetti con età media di 59 anni, dei quali è stata controllata in maniera rigorosa l’assunzione di cibo. Per 4 settimane, i soggetti, in maniera casuale, hanno seguito una dieta senza noci pecan o una che prevedeva la sostituzione del 15% delle calorie con questo tipo di noci.
"Le noci pecan sono naturalmente ricche di grassi monoinsaturi e polinsaturi, quindi sostituire una parte del grasso saturo nella dieta con questi grassi più sani può spiegare alcuni degli effetti cardioprotettivi che abbiamo osservato", evidenzia Diane McKay, che ha guidato la ricerca. "Ma le noci pecan - aggiunge - contengono anche un certo numero di composti vegetali bioattivi, nonché vitamine e minerali essenziali che probabilmente hanno contribuito a questo beneficio. Ciò che è davvero interessante è che un piccolo cambiamento (mangiare una manciata di noci pecan ogni giorno) può avere un grande impatto sulla salute di questi adulti a rischio".
Ma le pecan sembrano manifestare effetti protettivi anche nei confronti della sclerosi laterale amiotrofica, anche nota come morbo di Gehrig. Utilizzando cavie da laboratorio, gli scienziati americani hanno verificato la capacità delle noci pecan di ridurre il rischio di SLA in individui sani. Gli acidi grassi monoinsaturi, infatti, consentono di conservare meglio i motoneuroni e combattono l'azione dei radicali liberi sulle cellule. La SLA è nota anche come “malattia dei motoneuroni” perché colpisce appunto i motoneuroni, ossia le cellule nervose cerebrali e del midollo spinale che consentono i movimenti della muscolatura volontaria.

 

https://www.eurekalert.org/pub_releases/2018-03/kc-n-eph032218.php

http://www.mdpi.com/2072-6643/10/3/339/htm

28-04-2018

Rimane sempre valido il famoso detto “colazione da re, pranzo da principe e cena da povero”. Ora un nuovo studio conferma: fare una sostanziosa prima colazione è una scelta salutare e favorisce il dimagrimento. A dirlo un team di ricerca israeliano della Tel Aviv University che ha condotto il suo studio su un piccolo campione di volontari adulti (11 donne e 18 uomini con età media di 69 anni), tutti affetti da obesità e diabete di tipo 2 trattato con insulina. I partecipanti sono stati divisi in maniera casuale in due gruppi: il primo seguiva una dieta composta da una colazione sostanziosa, un pranzo di media entità e una cena leggera (Bdiet) mentre il secondo era invitato a seguire un regime alimentare giornaliero composto da 6 piccoli pasti (6Mdiet). Le due diverse diete contenevano però un numero uguale di calorie. Uomini e donne sono stati monitorati per 3 mesi valutando le oscillazioni di peso corporeo e i livelli di glucosio in modo da evidenziare le differenze ottenute con le due diete. Il risultato ha mostrato quanto sostanzialmente già si sapeva: fare una ricca prima colazione e poi andare a scalare in quanto a cibi da assumere è una scelta salutare che favorisce la perdita di peso.
La ricerca, presentata ad ENDO 2018 (meeting annuale dell'Endocrine Society di Chicago) ha evidenziato infatti che, trascorsi i 3 mesi, chi aveva seguito la prima dieta era dimagrito di 5 chili mentre chi aveva consumato 6 piccoli pasti quotidianamente non solo non aveva perso peso ma addirittura era ingrassato in media di 1,4 chili. E in quanto a livelli di glucosio nel sangue? Il parametro è stato testato ogni due settimane e il dosaggio di insulina aggiustato secondo le necessità. Si è visto così che anche questo importante valore era migliorato solo nei pazienti che avevano seguito il primo tipo di dieta. La glicemia era scesa tra l’altro già due settimane dopo l’inizio dell’esperimento. Come ha dichiarato l'autrice principale dello studio, Daniela Jakubowicz, professoressa di medicina all'Università di Tel Aviv: "L'ora del giorno - quando mangi e quanto frequentemente - è più importante di quello che mangi e di quante calorie assumi. Il metabolismo del nostro corpo cambia durante il giorno: una fetta di pane consumata a colazione porta ad una minore risposta glicemica e ingrassa di meno della stessa fetta di pane consumata la sera".
Questa non è che una conferma del fatto che una colazione sostanziosa sia un’ottima soluzione per mantenere la glicemia nei giusti livelli favorendo anche la perdita di peso. Una precedente ricerca, condotta dalla Loma Linda University, era arrivata alla stessa conclusione e su un campione ben più ampio di partecipanti (50.000).

 

https://www.endocrine.org/news-room/press-release-archives/2016/large-whey-protein-breakfast-may-help-manage-type-2-diabetes

https://eurekalert.org/pub_releases/2018-03/tes-hbp031418.php

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