Angelo Ortisi
IL 99% DEL TESSUTO CANCEROGENO MAMMARIO CONTIENE QUESTA COMUNE SOSTANZA CHIMICA.
13-06-2015
Ulteriori ricerche hanno trovato concentrazioni elevate di parabeni nei quadranti superiori del seno e zona ascellare, dove sono applicati prodotti antitraspiranti, suggerendo che ciò possa contribuire allo sviluppo del cancro al seno. Uno o più esteri di paraben sono stati rilevati nel 99 percento dei campioni tissutali raccolti da mastectomie. Nel 60 per cento dei campioni, erano presenti tutti e cinque gli esteri del paraben. Nel complesso, l’applicazione topica di prodotti per la cura personale contenenti parabeni sembra essere la maggiore fonte di esposizione a queste sostanze chimiche che imitano gli estrogeni, superando di gran lunga il rischio da alluminio contenuto negli antitraspiranti.
Il cloruro di alluminio, il principio attivo negli antitraspiranti, agisce in modo simile agli oncogeni per fornire trasformazioni molecolari nelle cellule tumorali. Come i parabeni, i sali di alluminio imitano anche gli estrogeni, e un accumulo nei tessuti mammari, può aumentare il rischio di cancro al seno. Nonostante il fatto che i parabeni siano utilizzati in una vasta gamma di prodotti, la loro sicurezza si basa principalmente su uno studio fatto nel 1956. Mancano studi di tossicologia moderna e, secondo una recente revisione, non un singolo studio sulla cancerogenicità dei prodotti chimici segue protocolli seri e accettabili.
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/jat.1786/abstract
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21337589
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11322172?dopt=Abstract
NON MANGIATE TONNO IN SCATOLA, SOPRATTUTTO IN GRAVIDANZA.
13-06-2015
Le donne in gravidanza dovrebbero evitare di mangiare tonno in scatola; può contenere livelli elevati di metil-mercurio, che possono nuocere allo sviluppo del sistema nervoso del nascituro. Anche se la maggior parte del tonno chiaro inscatolato contiene una media di 0.12 parti per milione (PPM) di mercurio (considerati livelli accettabili) il 6 per cento delle scatole esaminate avevano un contenuto maggiore a 0.35 PPM con punte di 0.85 PPM. Il tonno alalunga in scatola aveva una media di 0.35 PPM. Poiché il metil-mercurio si accumula nei pesci più vecchi (e più grandi), come il tonno alalunga, tendono ad avere livelli più alti di mercurio rispetto ai pesci più giovani e più piccoli. La Food and Drug Administation raccomanda che, a causa del livello elevato di mercurio, le donne in gravidanza non dovrebbero mai mangiare:
• Pesce spada.
• Sgombro.
• Razza.
Secondo Consumer Report, lo sgombro contiene una media di 0.73 PPM di mercurio, che è inferiore a quello in alcune scatole di tonno. Le raccomandazioni correnti dell’FDA per le donne in gravidanza, donne in procinto di diventarlo e bambini, sono di mangiare massimo 250 grammi di tonno inscatolato la settimana. Non è stata fatta pubblicità al riguardo perché si crede che se assunto saltuariamente, non dovrebbe divenire una minaccia significativa.
COMMENTO
Consumare pesci sani e puliti durante la gravidanza sarebbe un’idea eccezionale, poichè i grassi animali omega-3 sono necessari per lo sviluppo completo del cervello umano durante il periodo della gravidanza ed i primi due anni di vita. I grassi omega-3, particolarmente il DHA (acido docosaesanoico), sono così essenziali per lo sviluppo del bambino che se la madre ne fosse carente, il sistema nervoso e immunitario del bambino non si svilupperebbe mai completamente potendo causare una vita intera di inspiegabili disfunzioni emozionali, dell’apprendimento e del sistema immunitario. Carenze di grassi omega-3 sono state inoltre associate coi parti prematuri. Purtroppo sorge il problema dei pesci contaminati col mercurio che, al contrario degli omega-3, può causare tanti danni al cervello. Solo negli Stati Uniti sono scaricate nell’ambiente ogni anno 40 tonnellate di mercurio a causa della combustione del carbone per generare elettricità. L’inquinamento da mercurio delle centrali elettriche a carbone si propaga attraverso l’aria, si deposita nell’acqua e riesce a penetrare nei pesci, accumulandosi particolarmente nei pesci che sono ai livelli più alti della catena alimentare. Pesci come tonno, branzino, pesce spada e halibut sono fra quelli più contaminati, ma numerose specie e migliaia di aree acquatiche sono inquinate seriamente. Di conseguenza, le donne che mangiano molto pesce durante la gravidanza, o anche una singola porzione di un pesce altamente contaminato, possono esporre il loro bambino a livelli eccessivi di mercurio. Il metallo tossico può attraversare la placenta e danneggiare il sistema nervoso in fase di veloce sviluppo, compreso il cervello.
Alcuni pesci sono particolarmente problematici per cui da evitare, come fareste con l’alcol, durante la gravidanza:
• Tranci di tonno.
• Ostriche e frutti di mare.
• Pesce spada.
• Halibut.
• Luccio.
• Spigola.
Personalmente preferisco alici, sarde e salmone selvaggio dell’Alaska che sono quelli col più basso livello di mercurio. Ma la fonte primaria dei grassi omega-3 ormai deve derivare dai supplementi come l’olio di krill o l’olio di pesce.
http://usatoday30.usatoday.com/news/health/2006-06-05-tuna_x.htm
http://www.cbsnews.com/news/report-avoid-canned-tuna-if-pregnant/
UN’ALTRA RAGIONE PER ELIMINARE LE PENTOLE ANTIADERENTI.
12-06-2015
Uno studio recente ha esaminato campioni di sangue ottenuti da donne californiane in periodi di tempo differenti (negli anni 60, 80 e nel 2009). I campioni sono stati esaminati per valutare la presenza di 12 composti perfluorinati (PFC). In tutti i periodi di tempo, il perfluorooctano sulfonato (PFOS) era presente alle massime concentrazioni, seguito dall’acido perfluorooctanoico (PFOA). In accordo con lo studio, come riportato da Green Med Info: “abbiamo trovato i livelli più alti di PFOS e perfluoroesano sulfonato nei campioni degli anni 60, probabilmente in riflesso all’uso smodato dei precursori dei PFC. Per il PFOA, si è notato un aumento approssimativo di 10 volte dagli anni ‘60 agli anni ‘80 ed un leggero calo nei campioni del 2009, per gli acidi perfluorocarbossilici (PFCA), a catena più lunga, c’è stato un aumento costante nel siero dagli anni ‘60 al 2009”.
CHI E’ SOTTOPESO RISCHIA DI PIU’ L’ALZHEIMER.
12-06-2015
Il peso corporeo è un dato da prendere in considerazione per quanto riguarda il rischio di insorgenza del morbo di Alzheimer. Lo dice uno studio della London School of Hygiene and Tropical Medicine pubblicato su The Lancet Diabetes and Endocrinology. Secondo i dati emersi, le persone di mezza età sottopeso mostrano un terzo di probabilità in più di sviluppare la grave malattia rispetto invece a chi ha un peso nella norma. L'aspetto interessante è che le persone obese beneficiano di una riduzione del rischio pari al 30 per cento, un risultato che contraddice molte ricerche precedenti che segnalavano un pericolo maggiore di demenza in presenza di un peso eccessivo.
Gli scienziati hanno analizzato i dati di quasi 2 milioni di pazienti con un'età media di 55 anni e con un indice di massa corporea pari a 26,5. I soggetti sono stati seguiti per quasi 20 anni e sono stati classificati in base al peso. I pazienti con un indice di massa corporeo inferiore a 20 sono stati definiti sottopeso, quelli fra 20 e 24,99 sono stati inclusi fra i normopeso e quelli con un Imc superiore a 24,99 sono stati classificati come sovrappeso. Dopo 9 anni di follow up, oltre 45 mila di loro hanno ricevuto una diagnosi di demenza.
La ricerca ha evidenziato che il rischio di Alzheimer è direttamente proporzionale all'aumento dell'indice di massa corporea, e quindi del peso, dei soggetti. Il rischio più basso, infatti, è stato associato a quelle persone che avevano un indice di massa corporea molto elevato, superiore a 40. "I nostri risultati aprono una nuova strada interessante per la ricerca di fattori protettivi per la demenza"; ha detto Stuart Pocock, autore principale dello studio. "Se riusciamo a capire perché le persone con un alto indice di massa corporea hanno un rischio ridotto di demenza, sarà possibile utilizzare queste informazioni per sviluppare nuovi trattamenti".
http://www.thelancet.com/journals/landia/article/PIIS2213-8587(15)00033-9/abstract
http://psychcentral.com/news/2015/04/11/dementia-risk-goes-up-as-middle-age-weight-goes-down/83413.html
http://www.theguardian.com/society/2015/apr/10/underweight-people-face-significantly-higher-risk-of-dementia-study-suggests
COSA VI STANNO FACENDO QUESTI FARMACI?
11-06-2015
Le malattie provocate da farmaci sono molto più comuni di quello che la gente, compreso i medici, pensi. Gli americani anziani soffrono per 9,6 milioni di reazioni collaterali negative da farmaci nell’arco di un anno, senza dimenticare che questi sintomi sono presenti anche in pazienti più giovani. La maggior parte della gente non realizza che queste reazioni, o “nuove malattie”, in effetti sono causate dal farmaco che già stanno prendendo, poichè la maggior parte dei medici non spiega gli effetti secondari possibili ai loro pazienti. Per esempio, queste comuni malattie possono essere provocate dai farmaci:
• Depressione: Accutane, Advil, Cipro, Inderal, Pepcid, Tagamet, Zantac.
• Psicosi/allucinazioni: Benadryl, Celebrex, Dexatrim, Vioxx (ritirato dal mercato).
• Demenza: Aldomet, Inderal, Tagamet, Xanax.
• Parkinsonismo: Cardizem, Haldol, Elavil, Risperdal, Torazina.
COMMENTO
Se non avete letto il reportage di Gary Null: Death By Medicine allora ve lo suggerisco vivamente poichè vi darà un’analisi ben più profonda della portata di questo problema e come l’intero sistema convenzionale sanitario fatalmente difettoso sia responsabile di 800.000 morti ogni anno solo negli Stati Uniti. WorstPills.org è un sito web molto utile per capire la gravità di alcune delle complicazioni da farmaci. È una risorsa molto importante per salvaguardarci da rischi inutili. Ogni anno 41.000 anziani (dati americani) sono ospedalizzati per ulcera (e circa 3.300 ne muoiono) a causa dei farmaci per i dolori articolari. 32.000 soffrono di fratture all’anca attribuibili a cadute indotte da farmaci, con i sonniferi gli antipsicotici e gli antidepressivi in prima fila come colpevoli. La demenza, un problema triste e crescente, può essere causata dai sonniferi, dai farmaci per l’ipertensione sanguigna, dalla terapia ormonale sostitutiva e dagli antipsicotici. E tanti di questi farmaci sono completamente inutili e/o prescritti per malattie che non avete.
Ricordatevi che non utilizzare farmaci può, letteralmente, risparmiarvi la vita. Quasi tutto ciò che i farmaci si suppone facciano, può essere ottenuto usando mezzi sicuri e naturali che non hanno effetti secondari se non una buona salute.
BPA E RESTRINGIMENTO ARTERIOSO: UNO STUDIO COLLEGA LE SOSTANZE CHIMICHE DELLA PLASTICA CON LA STENOSI CORONARICA.
11-06-2015
Uno studio indica che il Bisfenolo-A (BPA), una sostanza chimica già nota per essere un interferente endocrino legato al cancro e a problemi di sviluppo fetale e riproduttivi, può anche contribuire a restringere le arterie. Le persone con alti livelli urinari di BPA hanno più probabilità di avere un grave restringimento delle arterie. Molteplici altri studi già esistenti, mostrano un’associazione tra BPA e malattie cardiache, diabete, riduzione della qualità dello sperma, pubertà precoce, precoce sviluppo della ghiandola mammaria, interruzione del ciclo riproduttivo e disfunzione ovarica, cancro, obesità e altro ancora. Evitate tutta la plastica contenente BPA nonchè cibi in scatola e bevande in bottiglie di plastica (compresa l’acqua): tutto ciò è essenziale per limitare l’esposizione al BPA.
http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0043378
RIMEDI NATURALI PER L'ESTATE CHE FUNZIONANO DAVVERO.
10-06-2015
1. BICARBONATO DI SODIO IN CASO DI ERITEMA
L’eritema è davvero fastidioso. Si presenta sotto forma di arrossamenti circostanziati della pelle, con bollicine su cui tendono a formarsi delle crosticine. Spesso provoca un fastidioso prurito. L’eritema, tipico dell’estate, può essere causato dal sudore o dai raggi solari, soprattutto in caso di pelle particolarmente sensibile. Se l’eritema è molto esteso, vi consiglio di aggiungere alcuni cucchiai di bicarbonato di sodio all’acqua della vasca da bagno. Se l’eritema interessa una piccola zona, applicate su di essa una soluzione di acqua e bicarbonato con l’aiuto di un batuffolo di cotone e facendo attenzione a non sfregare.
2. OLIO ESSENZIALE DI EUCALIPTO CONTRO LE PUNTURE DI INSETTI
L’olio essenziale di eucalipto è utilissimo sia per tenere lontani gli insetti, in particolare le zanzare, sia per alleviare le irritazioni causate dalle loro punture. Il suo odore, per noi molto gradevole, è mal sopportato dagli insetti, che vi staranno alla larga se ne massaggerete alcune gocce sulla pelle. Il modo migliore è quello di diluire alcune gocce di olio essenziale con dell’olio vegetale (ad esempio di mandorle dolci, jojoba) e versare il tutto in una bottiglietta di vetro scuro da tenere ben chiusa, in modo da poterla conservare e portare con voi in viaggio. Se vi capita di essere punti, applicate la miscela direttamente sulla puntura.
3. ALOE VERA PER LE SCOTTATURE SOLARI
Il modo migliore per evitare le scottature è quello di utilizzare una buona crema solare, meglio se biologica e con filtri minerali, e di rimanere all’ombra nelle ore più calde della giornata. Le scottature però sono sempre in agguato. Un rimedio comodo da portare direttamente in spiaggia è il gel d’aloe vera, dagli effetti calmanti e lenitivi. Potete acquistarlo per sostituire il classico doposole, che spesso comprende tra gli ingredienti sostanze derivate dal petrolio. Sarà semplice da applicare ed avrà un immediato effetto calmante. E’ adatto anche ai bambini. Una volta a casa potrete poi utilizzare i classici rimedi della nonna, come quello di applicare sulla scottatura bucce o fette di patate, che leniranno il dolore grazie all’elevato contenuto di amido.
4. IMPACCHI DI ACQUA E ZUCCHERO IN CASO DI OCCHI ARROSSATI
Se i vostri occhi o quelli dei vostri bambini sono arrossati a causa di sole, vento, cloro, o acqua di mare, un aiuto inaspettato arriva dallo zucchero. Portate ad ebollizione dell’acqua in un pentolino. Aggiungete alcuni cucchiaini di zucchero, mescolate ed aspettate che l’acqua riprenda bollore. A questo punto lasciate raffreddare il tutto ed in seguito imbevete nel liquido ottenuto delle garze che applicherete sugli occhi per alleviare il rossore.
5. SALE GROSSO CONTRO GAMBE E PIEDI GONFI
Per alleviare il gonfiore agli arti inferiori causato dalle elevate temperature estive, il rimedio più immediato è quello di utilizzare del sale grosso. Alla sera, che è di solito il momento in cui il gonfiore si manifesta più intensamente, immergete i piedi in un catino di acqua tiepida, a cui avrete aggiunto del sale grosso. Se il problema interessa anche le gambe, aggiungete alcuni cucchiai di sale all’acqua del bagno. Se avete a disposizione un olio essenziale, ad esempio di lavanda, limone o menta, potete aggiungerne due o tre gocce al sale stesso, prima di versarlo nell’acqua, per ottenere un effetto defaticante.
6. ACETO SE SIETE STATI PUNTI DA UNA MEDUSA
L’aceto viene consigliato come rimedio naturale contro le punture di medusa dagli stessi medici. Se una medusa vi ha scelti come propria vittima, uscite immediatamente dall’acqua e versate delicatamente sulla zona irritata dell’acqua di mare. Quando sarete arrivati a casa, potete continuare a trattare la zona applicando su di essa un panno in cotone che avrete imbevuto in acqua non troppo fredda e aceto bianco. Ripetete più volte l’operazione, che vi aiuterà ad alleviare il bruciore. In caso di sintomi più gravi, è bene però che vi rivolgiate al medico.
7. PREZZEMOLO CONTRO LE CONTUSIONI
Per far guarire più rapidamente le piccole contusioni, oltre ad applicare immediatamente del ghiaccio, un aiuto arriva direttamente dall’orto. Si tratta del prezzemolo, noto per le sue proprietà calmanti. Potete applicare delle foglie di prezzemolo tritate direttamente sulla parte interessata oppure realizzare un infuso che strofinerete sull’ematoma con l’aiuto di un batuffolo di cotone.
8. ZENZERO E MELISSA PER FERMARE LA NAUSEA
Lo zenzero è tradizionalmente utilizzato dalla medicina ayurvedica per le sue numerose proprietà benefiche. Si rivela particolarmente utile in caso di nausea, anche per chi ne soffre durante un viaggio in aereo, auto o traghetto. Lo zenzero agirebbe provocando un rilassamento del tratto gastrointestinale, fermando le contrazioni da nausea. Si consiglia quindi di bere una bevanda a base di zenzero prima di mettersi in viaggio, A partire dalla radice di zenzero potete preparare da soli un decotto. Sbucciatene un pezzetto e tagliatela a cubetti. Lasciatela in infusione in acqua bollente per cinque minuti. Filtrate il tutto e dolcificate con del miele. La bevanda così ottenuta può essere consumata sia calda che fredda. Potrebbe essere una buona idea portarne una bottiglietta per sorseggiarne un pò durante il viaggio, se sapete di soffrire di nausea. Lo zenzero agisce contro la nausea senza gli effetti collaterali dei comuni medicinali. Se il sapore dello zenzero dovesse risultare sgradito ai più piccoli, potete preparare per loro un infuso a base di melissa.
LA NUOVA PILLOLA CONTRACCETTIVA FAVORISCE GRAVI COAGULI DI SANGUE.
10-06-2015
L’allarme proviene da uno studio epidemiologico condotto dalla Nottingham University e pubblicato sul British Medical Journal: le nuove pillole anticoncezionali, già parecchio diffuse, possono nuocere alla salute molto più delle precedenti e in particolare aumentare il rischio di tromboembolismo venoso, malattia che comprende sia gli episodi di trombosi a carico delle vene profonde (in primis degli arti inferiori) che i casi di embolia polmonare, condizione che purtroppo ancora oggi va di pari passi con una significativa mortalità. Stiamo parlando dei cosiddetti contraccettivi orali di terza generazione contenenti desogestrel, gestodene, drospirenone e ciproterone. Gli esperti hanno confrontato 10.500 casi di donne fra i 15 e i 49 anni con trombosi venosa e 42.000 donne loro coetanee e con i medesimi fattori di rischio ma non affette da trombosi (gruppo di controllo). Ebbene, il rischio di eventi trombotici venosi nella popolazione trattata con i suddetti anticoncezionali è risultato essere da 3,6 a 4,3 volte maggiore rispetto alle popolazione che non li assumeva. Ancora, le donne che assumevano i contraccettivi di seconda generazione (con noretisterone, levonorgestrel o norgestimato) presentavano, rispetto a quelle che non assumevano alcun farmaco per evitare eventuali gravidanze, un rischio aumentato di 2,5 volte di sviluppare episodi di tromboembolismo venoso. Percentuale comunque molto inferiore rispetto alle donne in terapia con i prodotti più recenti. Doveroso, a questo punto, ricordare la recentissima scomparsa di Fallan Kurek, ragazza inglese di appena 21 anni. E’ morta poco tempo fa a causa di un’embolia polmonare e i medici hanno comunicato ai genitori che il motivo potrebbe essere proprio la pillola contraccettiva. Fallan si è sentita male all’improvviso, ha vomitato e faceva una gran fatica a respirare. La sua pelle è diventata bluastra. L’hanno ricoverata in terapia intensiva ma dopo tre giorni di enorme sofferenza si è spenta. Stava assumendo la pillola da tre settimane per regolarizzare il ciclo mestruale.
PUO’ UNA DIETA SBAGLIATA CAUSARE UN CATTIVO COMPORTAMENTO?
10-06-2015
L’intestino è letteralmente il secondo cervello, con la capacità di influenzare in modo significativo la mente, l’umore e il comportamento. Una grande varietà di sostanze nutritive presenti nei cibi integrali sono anche critici per la salute del cervello e controllo dell’umore. Per esempio, la niacina può essere un trattamento “segreto” per una varietà di disturbi psicologici, inclusa la schizofrenia, notoriamente difficili da affrontare.
Le poliammine, che si trovano in alimenti come germe di grano, cibi fermentati e formaggi stagionati, sono indicati per evitare il declino della memoria nei moscerini della frutta. Ulteriori ricerche indagheranno se una dieta ricca in poliammine potrebbe avere lo stesso effetto sugli esseri umani. Secondo una recente ricerca, un quarto dei partecipanti allo studio sulla memoria avevano il 40 per cento in meno di batteri intestinali rispetto alla media necessaria per una salute ottimale.
http://www.westonaprice.org/uncategorized/violent-behavior-a-solution-in-plain-sight/
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3022763/
http://www.nature.com/nature/journal/v500/n7464/full/nature12506.html
http://newhope360.com/breaking-news/too-few-gut-bacteria-too-many-people
LA SCONVOLGENTE VERITA’ SULLE MICROPERLE DEL DENTIFRICIO.
10-06-2015
Il pericolo si cela nel dentifricio. Ad accendere i riflettori su questo alleato della salute orale sono i dentisti britannici, convinti che alcuni prodotti in commercio contengano sostanze dannose per la nostra salute. Si tratta di sostanze chimiche collegate a possibili lesioni del cavo orale, ma anche a disturbi cardiaci, irritazioni e a rischi per l’ecosistema. A illustrare questa tesi è Tony Talbot, esperto in odontoiatria restaurativa e membro del Royal College of Surgeons, che auspica una maggior trasparenza nel settore, per aiutare dentisti e cittadini a scegliere il dentifricio più adatto. Dopo più di 35 anni nella professione, Talbot spiega al ‘Daily Mail': “Il pubblico è intelligente, ma ha bisogno di vedere oltre il marketing e di essere ben informato su cosa sta comprando. Alcuni prodotti utilizzano uno slogan che indica che sarebbero i ‘più utilizzati dai dentisti’, ma questo solo perché mandano campioni gratuiti a ogni dentista del Paese”. Ecco gli ingredienti che preoccupano Talbot: al primo posto il sodio laurilsolfato (SLS). Una sostanza “presente nell’85% dei dentifrici”, usata per permettere alla pasta di essere uniforme. “Il problema è che apre un varco tra la mucosa e le cellule della bocca, cosa che permette a eventuali tossine o agenti cancerogeni di entrare. La mucosa orale è uno dei più delicati tessuti del nostro corpo e il SLS è effettivamente un detergente”, che può causare irritazioni e abrasioni all’interno della bocca, e anche ulcere della bocca croniche, dice l’esperto. ”Se vedo un paziente con afte ricorrenti, una delle prime cose che faccio è prescrivere l’uso di un dentifricio non-SLS”, spiega.
Altro motivo di preoccupazione per il dentista è la passione, sempre più diffusa, per un sorriso abbagliante. Che porta spesso a scelte fai da te. Gli sbiancanti utilizzano perossidi e perossido di idrogeno per rendere candidi i denti - afferma Talbot - sostanze note per essere tossiche e irritanti per tutti i tessuti molli. Danneggiano le mucose della bocca e possono causare danni alle cellule superficiali delle gengive”. Altra sostanza che preoccupa il medico è il triclosano, prodotto chimico usato per prevenire le malattie gengivali. “E’ utilizzato nei dentifrici dai chimici industriali per evitare la formazione di batteri”, afferma Talbot. ”C’è stato un certo clamore sui prodotti contenenti questo ingrediente negli Stati Uniti l’anno scorso. Alcuni studi su modelli animali hanno mostrato che ha un effetto sull’attività ormonale e una potenziale attività cancerogena”. Una polemica rispedita al mittente da Patricia Verduin, responsabile della ricerca e sviluppo Colgate-Palmolive: “Le affermazioni recenti secondo cui il triclosan nel dentifricio può portare al cancro sono assolutamente false. Agenzie regolatorie hanno esaminato la questione della cancerogenicità e hanno concluso che il triclosan in prodotti di consumo non rappresenta un rischio di cancro”. Altra insidia, stando al dentista Gb, è rappresentata dalle micro-particelle di plastica presenti in alcuni dentifrici, che sono così piccole da essere invisibili a occhio nudo. “Agiscono come abrasivo per rimuovere le macchie dai denti. Ma corrono anche attraverso i nostri sistemi idrici e ora stanno trovando la loro strada nella catena alimentare. Queste microperle sono state trovate all’interno di ostriche, cozze, aragoste e pesci nel Mare del Nord, nell’Oceano Pacifico e nell’Atlantico. Il loro effetto è simile a quello dei sacchetti di plastica”, per l’ecosistema.