Le difficoltà tipicamente incontrate dalle persone di gruppo 0 ad eliminare le catecolammine adrenalina e noradrenalina sono direttamente correlate con alcuni disturbi mentali. Le ricerche più recenti mettono in rilievo che il problema è legato all’attività di un enzima chiamato dopammina betaidrossilasi (DBH), adibito a convertire la dopammina in noradrenalina. E’ significativo notare che il gene della DBH è localizzato nella posizione 9q34, situato letteralmente sopra il gene del gruppo sanguigno. Qual è il ruolo di questo enzima? La dopammina, come la serotonina e la norepinefrina, è una delle tante sostanze neurochimiche coinvolte nell’elaborazione delle forme più elevate del pensiero e viene prodotta nel profondo del cervello in un’area chiamata “substantia nigra”. A differenza di altre sostanze neurochimiche, la dopammina non si diffonde in tutte le aree cerebrali, ma solamente nei lobi frontali, dove si formano molte delle funzioni del pensiero più elevate e astratte. Essa contribuisce a creare la sensazione di gioia e controlla la percezione del dolore fisico. Troppa dopammina nelle zone del cervello che controllano le sensazioni (i lobi limbici) e troppa poca in quelle che regolano il pensiero (la corteccia) possono produrre una personalità incline alla paranoia o al rifiuto dei rapporti sociali. Livelli normali o leggermente alti nella corteccia inducono un miglioramento delle capacità di concentrarsi e reagire ai problemi in modo logico. Al contrario, quantità inferiori alla norma provocano scarsa capacità di mantenere l’attenzione, tendenza all’iperattività, agli scoppi d’ira, a irritarsi per futili motivi e in generale a rispondere ai problemi in modo più emotivo. A una sovrabbondanza di dopammina è associata invece la schizofrenia, che colpisce circa l’1 per cento della popolazione e viene curata con farmaci che impediscono alla sostanza neurochimica di legarsi con i suoi recettori. Si è scoperto che molte delle disfunzioni associate a livelli anormali di dopammina sono più comuni nei pazienti di gruppo sanguigno 0. Tra queste la schizofrenia, specialmente quella di natura ricorrente più correlata alla genetica familiare, che si ritiene provocata da un’iperattività della dopammina. I sintomi più comuni di questa psicopatologia sono: comportamento incoerente, slegato e bizzarro, risata ingiustificata, posture strane, estrema irritabilità, eccessiva scrittura senza significato coerente, conversazione apparentemente profonda ma priva di logica, abulìa e stolidità nella condotta, affermazioni irrazionali e uso di parole o di strutture di linguaggio distorte. La schizofrenia viene normalmente trattata con farmaci antagonisti alla dopammina. Una serie di studi indipendenti hanno anche verificato un’interessante associazione tra il gruppo sanguigno 0 e le malattie psichiche bipolari, o disfunzioni maniaco-depressive. Ci sono due ricerche che hanno indicato un’incidenza maggiore nel gruppo 0, anche di malattie monopolari, come la depressione grave. La maggior parte dei ricercatori sottolineano l’importanza dei neurotrasmettitori, come le catecolammine adrenalina e noradrenalina, nella patogenesi degli stati depressivi mono e bipolari. Secondo questa ipotesi, la depressione viene associata con un deficit di catecolammine nel cervello, mentre la mania con un loro eccesso.
CONCETTI CHIAVE
MANIA: Alti livelli di dopammina idrossilasi = maggiore attività dell’enzima = meno dopammina e più adrenalina.
DEPRESSIONE: Bassi livelli di dopammina idrossilasi = minore attività dell’enzima = più dopammina e meno adrenalina.
Da questi studi si viene quindi delineando un quadro coerente: il gruppo 0, come sappiamo, sotto stress non elimina le catecolammine con la medesima efficienza degli altri gruppi sanguigni, ed è anche quello che presenta la massima incidenza di patologie maniaco-depressive. Da queste osservazioni si deduce che nel gruppo 0 i livelli di attività della dopammina betaidrossilasi, che è geneticamente legata alla posizione del gene AB0, variano molto più dinamicamente che negli altri gruppi. Questa conclusione è perfettamente coerente con il quadro antropologico: dal momento che procurarsi il cibo cacciando prede selvatiche comportava dare priorità agli impulsi aggressivi e a un istinto di lotta o fuga regolato con precisione, queste variazioni si configurano come un’efficace strategia di sopravvivenza in una popolazione di cacciatori-raccoglitori; poiché attraverso forti oscillazioni nella presenza di catecolammine sarebbe stato possibile determinare rapidamente condizioni fisiologiche di calma o di stress, la capacità di innescare o accelerare l’attività della dopammina betaidrossilasi, e poi di interromperla o rallentarla, sarebbe servita a rendere i primi uomini di gruppo 0 molto efficienti. Le oscillazioni nella dopammina betaidrossilasi aiutano probabilmente anche a spiegare sia la predisposizione delle persone di gruppo 0 alle malattie bipolari, sia la maggiore presenza di comportamenti di tipo A. Poichè questi attributi sono in parte il risultato dell’azione della dopammina e delle catecolammine, incominciamo a capire che la loro espressione è parte di un insieme caratteriale legato a uno dei pochi geni che negli esseri umani sono sia variabili, sia polimorfici: il gene del gruppo sanguigno. Queste correlazioni possono spiegare un’apparente stranezza che capita in alcuni soggetti. Molte persone di gruppo 0 provano un intenso desiderio per i prodotti a base di frumento o per le carni rosse. Queste due categorie di alimenti sono le fonti più importanti di L-tirosina, la molecola da cui si formano la dopammina e le catecolammine. Questi episodi mettono in luce l’esigenza non solo di capire l’origine delle voglie alimentari, ma anche di scegliere oculatamente tra quelle opportune e quelle inopportune ai fini della buona salute. Se siete un vegetariano di gruppo 0 che si sente bene solo quando mangia molti prodotti contenenti frumento, dovete capire che ciò avviene perchè utilizzate la tirosina contenuta in quei cibi per sostenere i livelli della dopammina e delle catecolammine nel vostro organismo. Ma dato che il frumento non è una buona scelta per il sistema metabolico del gruppo 0, vi sentireste molto meglio soddisfacendo il vostro impulso con carni magre e di qualità, possibilmente di animali allevati in libertà. Un altro aspetto importante dell’azione delle catecolammine nel gruppo 0 è il ruolo dell’enzima monoammina ossidasi, o MAO, che è molto importante perchè influisce sulle caratteristiche emotive della personalità. La MAO esiste in due forme, la MAO-A e la MAO-B. La MAO-A è presente in tutto l’organismo e in particolare nel tratto gastrointestinale, mentre la MAO-B si trova soprattutto nel cervello. Poichè entrambe le forme metabolizzano la dopammina trasformandola in una serie di altri composti, bloccando questo enzima è possibile aumentare la concentrazione della dopammina nell’organismo. Perciò l’effetto della MAO – la conversione della dopammina in altri metaboliti, con un pronunciato impatto sui quantitativi di dopammina a disposizione del cervello – è sostanzialmente opposto a quello della dopammina betaidrossilasi. Come nel caso dei fattori esaminati in precedenza che influiscono sui livelli della dopammina, anche i livelli della MAO variano a seconda del gruppo sanguigno, e di nuovo le conseguenze sembrano essere più pronunciate per chi appartiene al gruppo 0. Una ricerca condotta nel 1983 su un campione di settanta giovani maschi mostrò che l’attività della MAO delle piastrine dei soggetti di gruppo 0 era sostanzialmente più bassa rispetto ad altri gruppi sanguigni, con il risultato di rendere nel loro caso più difficoltoso il controllo delle catecolammine. La MAO delle piastrine è considerato l’indicatore periferico del sistema centrale della serotonina. Basse concentrazioni di questo indicatore geneticamente determinato possono denunciare predisposizione alle psicopatologie e a certe disfunzioni caratteriali. Bassi livelli di MAO delle piastrine sono stati anche associati ai tratti caratteristici del comportamento di tipo A, tra cui ambizione, impazienza e competitività, tutti atteggiamenti osservati frequentemente nei pazienti di gruppo 0. Oscillazioni dei livelli di ambedue gli enzimi (MAO delle piastrine e dopammina betaidrossilasi) sono state poste in relazione con la malattia bipolare (maniaco-depressiva), un’altra tendenza tipica del gruppo 0. Ulteriori caratteristiche della personalità associate a bassi livelli della MAO delle piastrine sono la mania patologica del gioco, gli atteggiamenti negativi, le aggressioni verbali, la ricerca di sensazioni forti, l’impulsività e il rifiuto della monotonia. I soggetti con bassa MAO delle piastrine tendono a far maggiore uso di tabacco e prodotti alcolici e sono più portati alla dipendenza da alcol e droghe.