Sulla salute gli effetti di cortisolo alto possono essere devastanti. E’ provato infatti che questa sostanza è associata a molte malattie mortali, come il cancro, l’ipertensione, le cardiopatie e l’infarto. Il cortisolo alto è spesso un fattore critico anche nelle malattie mentali, in quelle senili e nel morbo di Alzheimer. Negli ambienti scientifici è noto da lungo tempo che in molte malattie si riscontra un aumento del livello di cortisolo, ma fino a tempi relativamente recenti il fenomeno era considerato più una conseguenza che non la causa degli stati patologici osservati. Questa visione fu infine smentita nel 1984, con la pubblicazione di un articolo che fece molta sensazione sulla rivista Medical Hypothesis. In quello studio, l’autore presentava prove inconfutabili che gli alti livelli di cortisolo erano la causa e non la conseguenza degli stati patologici. L’affermazione sembrava particolarmente convincente quando applicata a soggetti con “personalità di tipo C”, che si riteneva fossero predisposti ai tumori. Questa osservazione ha conseguenze importanti soprattutto per le persone di gruppo A, che presentano livelli di cortisolo a riposo particolarmente elevati e picchi assai più alti degli altri in risposta allo stress. Particolarmente brillante fu uno studio in cui i ricercatori, per analizzare i livelli di cortisolo prodotti dai diversi gruppi sanguigni in risposta allo stress, decisero di utilizzare come evento stressante il prelievo stesso del sangue. Dal momento che per molte persone il prelievo del sangue è un’operazione sgradevole, immaginarono di poter stressare i soggetti in esame e analizzarne il sangue con una singola operazione. I risultati della ricerca indicarono che la concentrazione più alta di cortisolo si riscontrava nei soggetti di gruppo A (in media 445 nmol/l) e la più bassa in quelli di gruppo 0 (297 nmol/l). Come era prevedibile, i soggetti dei gruppi B e AB si piazzavano in posizioni intermedie: gruppo B (364 nmol/l), gruppo AB (325 nmol/l). Come sappiamo, il cortisolo è un componente importante della risposta di adattamento allo stress. L’alto livello di cortisolo a riposo potrebbe essere responsabile dell’incidenza di una disfunzione psicologica molto più diffusa tra i soggetti con gruppo sanguigno A: la nevrosi ossessiva, spesso indicata con la sigla OCD (Obsessive-Compulsive Disorder, Sindrome ossessivo-compulsiva). La nevrosi ossessiva colpisce uomini, donne e bambini di tutte le razze, religioni e condizioni socioeconomiche. E’ un disordine psichico che presenta due ordini di sintomi, ossessivi e compulsivi. Quelli ossessivi comprendono pensieri, idee o immagini mentali ricorrenti e persistenti che involontariamente invadono la coscienza. Comuni pensieri ossessivi possono concentrarsi sulla violenza, la paura di contaminazioni o la preoccupazione per un possibile evento tragico. Il sintomo compulsivo si esprime invece in forma di un’azione senza senso e ripetitiva adottata come reazione a un pensiero ossessivo. Se l’azione viene impedita, si genera uno stato ansioso particolarmente grave. Un esempio comune di sintomo compulsivo di una persona con l’ossessione della pulizia e della contaminazione è lavarsi continuamente le mani. Di solito l’azione compulsiva attenua temporaneamente lo stato ansioso, ma il sollievo è di breve durata e l’impulso torna ben presto a ripresentarsi. Nell’esercizio della mia professione ho avuto modo di notare questi sintomi in alcuni soggetti di gruppo A, il più delle volte manifestati sotto forma di paura eccessiva di essere colpiti da malattie, soprattutto dal cancro. Credo che la differenza tra chi ha una sana coscienza dei fattori di rischio e chi ne è ossessionato sia abbastanza evidente. Esistono persone che perdono il sonno, che smettono di mangiare o spendono un sacco di soldi in analisi, completamente distrutte dai timori che li rodevano interiormente. L’OCD è molto difficile da curare e il più delle volte deve essere affrontata da diverse angolazioni, con la psicoanalisi, con farmaci antidepressivi e anche con l’ausilio delle tecniche della terapia comportamentale. Sono convinto che gran parte delle ricerche mediche sull’OCD siano canalizzate nella direzione sbagliata. Le strategie attuali puntano a rimediare allo squilibrio della serotonina, impiegando farmaci che però non si sono rivelati molto efficaci. Ritengo che i ricercatori dovrebbero invece considerare con più attenzione il ruolo del cortisolo: i pazienti che soffrono di OCD presentano nel sangue livelli di cortisolo più alti della norma e livelli di melatonina più bassi, e nelle urine livelli di cortisolo libero anormalmente elevati. In letteratura è possibile trovare numerosi studi indipendenti che documentano con chiarezza l’esistenza di una correlazione tra gruppo sanguigno A e OCD. Per esempio, una ricerca finlandese notò una prevalenza di pazienti di gruppo sanguigno A in un piccolo numero di soggetti affetti da nevrosi ossessiva. Analizzando i risultati di una ricerca condotta su un campione più consistente di soggetti normali impiegando uno strumento noto come Leyton Obsessional Inventory, si nota la totale assenza di persone di gruppo 0, fatto che ne conferma la minore predisposizione all’OCD rispetto al gruppo A, in accordo con quanto già rilevato in studi precedenti. E’ interessante notare che le catecolammine, che svolgono un ruolo di primo piano nella risposta allo stress dei soggetti con gruppo sanguigno 0, sono del tutto estranee all’insorgenza dell’OCD. Infine uno studio condotto nel 1986 su due campioni di pazienti con gruppi sanguigni A e 0, affetti da problemi psichiatrici, a cui venne fatto compilare uno strumento di analisi chiamato Brief Symptom Inventory, documentò che in entrambi i campioni i soggetti di gruppo A ottenevano punteggi sensibilmente più elevati di quelli di gruppo 0 nei fattori “ossessivo-compulsivi” e “psicotici”. L’autore concluse che questi risultati non possono essere attribuiti a differenze di età, sesso o patologie diagnosticate in precedenza e sono inoltre in accordo con quanto scoperto in numerosi studi precedenti.
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STRATEGIE PER GESTIRE LO STRESS
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