- Obesità, metabolismo lento. Per molti aspetti il metabolismo del gruppo A è agli antipodi del gruppo 0. Mentre le proteine animali accelerano il metabolismo del gruppo 0 rendendolo più efficiente, nel gruppo A hanno un effetto del tutto contrario. Un altro problema provocato da un eccessivo consumo di carne è la ritenzione idrica, che deriva dall’impossibilità a digerire correttamente i cibi ad alto contenuto proteico. Mentre le persone di gruppo 0 utilizzano la carne come carburante, quelle di gruppo A tendono ad immagazzinarla sotto forma di grasso. I soggetti di gruppo A che lottano contro un metabolismo lento e la conseguente tendenza ad ingrassare devono fare i conti anche con un altro pericolo, gli effetti del cortisolo alto: per voi essere stressati vuol dire correre il rischio di ingrassare. La ragione è semplice: gli ormoni dello stress favoriscono la resistenza all’insulina e lo squilibrio ormonale, e catabolizzano, cioè bruciano, i tessuti muscolari invece di quelli adiposi. Ecco alcuni consigli da seguire per coloro che hanno bisogno di dimagrire:
- Scoprite il vostro profilo metabolico. Dati come quelli della massa muscolare, della percentuale di grasso corporeo e del metabolismo basale sono spesso più significativi del puro e semplice peso corporeo, perchè rilevano il grado di equilibrio del metabolismo. Il vostro obiettivo non deve essere solo la perdita di qualche chilo, ma anche la costruzione di una maggiore massa muscolare. L’ideale sarebbe sottoporsi all’analisi dell’impedenza bioelettrica ma, se non vi è possibile, non preoccupatevi: esistono altri metodi di misura che potrete eseguire facilmente da soli e che vi permetteranno di scoprire qualcosa di più sullo stato del vostro metabolismo. Pur non essendo metodi scientificamente accurati sono ugualmente utili per ottenere indicazioni sullo stato di forma complessivo e sulla presenza o meno nel corpo di una quantità eccessiva di acqua.
- Determinate la presenza di acqua extracellulare. Premete con un dito sull’osso della coscia con una certa forza per cinque secondi. Al termine, se la pressione è stata esercitata contro muscoli o grasso, la pelle ritornerà prontamente nella posizione originaria. Se invece tra le cellule c’è acqua, questa verrà spostata di lato e il piccolo affossamento provocato dalla pressione impiegherà più tempo per ritornare alla normalità. Quanto più a lungo rimane visibile, tanta più acqua è presente nei tessuti, indicando che il vostro eccesso di peso è dovuto a ritenzione idrica.
- Misurate il rapporto tra anche e vita. L’eccesso di peso è più dannoso quando è concentrato nell’addome, piuttosto che nelle anche o nelle cosce. Ecco un semplice metodo per determinare la distribuzione del vostro grasso corporeo: in piedi, di fronte a uno specchio a figura intera, misurate con un metro per sarti la circonferenza della parte più stretta della vita e poi quella della parte più grossa delle anche. Dividete quindi la misura della vita per quella delle anche: per le donne il rapporto ideale cade tra 0,70 e 0,75, per gli uomini tra 0,80 e 0,90.
- State attenti a quando mangiate. Spesso è più importante quando si mangia che quanto si mangia. Infatti le medesime calorie che introdotte al mattino ci fanno dimagrire, la sera ci fanno ingrassare. Saltare la prima colazione o ridurla a un modesto spuntino non farà che aggravare gli effetti del lento metabolismo tipico del gruppo A: sia il cortisolo sia gli ormoni della tiroide ne saranno negativamente influenzati. Lo stesso succede quando si salta il pranzo. Se desiderate davvero perdere peso, la strategia migliore è una colazione da Re, un pranzo da Principe e una cena da poverello. La cena soprattutto dovrebbe essere consumata intorno alle 20. Non cedete alla tentazione di sgranocchiare qualcosa la sera tardi.
- Integrate l’alimentazione con stimolatori del metabolismo:
- Coenzima Q10: 60 mg due volte al giorno. Il coenzima Q10 è fondamentale per l’attività del metabolismo e per la salute del cuore. Integrando l’alimentazione con questa sostanza è stato osservato la riduzione della pressione del sangue, dei livelli ematici del glucosio e dei trigliceridi, e l’aumento del colesterolo HDL (quello buono).
- L-carnitina: ne sono necessari da 1 a 2 g per trasferire i grassi nei mitocondri (le cellule che metabolizzano l’energia), dove possono essere utilizzati come carburante. Ci sono prove che la L-carnitina riduce anche la resistenza all’insulina.
- Biotina: è una vitamina necessaria per metabolizzare i grassi. È provato che alle giuste dosi è in grado di abbassare la glicemia, aumentare la tolleranza allo zucchero e diminuire la resistenza all’insulina.
- Acido lipoico: da 100 a 600 mg al giorno aiutano a potenziare la capacità di metabolizzare gli zuccheri.
- Magnesio: 200-300 mg al giorno. Le persone in sovrappeso sono spesso carenti di questo minerale.
- Zinco: 25 mg al giorno. Lo zinco serve per migliorare la funzionalità dell’ormone della crescita e della tiroide, oltre a indurre una reazione equilibrata allo stress.
- L-glutammina: da 200 a 500 mg, due volte al giorno.
- Colesterolo alto. Una serie di studi hanno dimostrato che le persone di tipo A e AB sono più soggette al rischio di malattie cardiache anche mortali. Chi è di gruppo A deve rendersi conto di non essere attrezzato, dal punto di vista metabolico, a trattare i grassi alimentari e quindi un’alimentazione ricca di queste sostanze porterà presto o tardi a un aumento dei livelli ematici di colesterolo. Il fattore cruciale per voi è dunque l’alimentazione, ma esistono alcuni integratori che possono darvi una mano per mantenere bassi i livelli di colesterolo:
- Pantetina. La pantetina è la forma attiva della vitamina B5, o acido pantotenico. Sappiate che l’acido pantotenico non è equivalente alla pantetina: accertatevi sempre che la vostra farmacia o il vostro negozio di prodotti naturali dispongano del prodotto giusto. Numerosi studi attestano la capacità della pantetina di abbattere il colesterolo, con cali variabili tra il 18 e il 24%. Inoltre la pantetina abbassa la concentrazione delle particelle di lipoproteine responsabili della formazione delle placche che provocano il cosiddetto “indurimento” delle arterie. È stato verificato che la pantetina, somministrata in dosi di 600 mg al giorno per un periodo di sei-nove mesi, fa calare del 37,7% i trigliceridi nei soggetti diabetici, più di altri farmaci esaminati, come l’acipimox e il bezafibrato. Nel periodo della menopausa le donne sono molto più a rischio di problemi cardiaci. Uno studio italiano ha dimostrato che dopo sedici settimane di trattamento la pantetina ha prodotto in questi soggetti riduzioni significative del colesterolo totale e del rapporto tra il colesterolo LDL (quello cattivo) e l’HDL (quello buono).
- Soia. Numerosi studi indicano che il consumo di prodotti a base di soia può ridurre i livelli di colesterolo. Ci vogliono circa 50 grammi di proteine di soia al giorno per ottenere il massimo risultato. Per intenderci, considerate che una tazza di bevanda di soia ne contiene da 4 a 10 g e un etto di tofu da 7 a 11 g.
- Fibre. Esistono due varietà di fibre, quelle solubili e quelle insolubili. Delle due, quelle solubili sono in grado di abbassare il colesterolo nel sangue legandosi agli acidi biliari presenti nell’intestino. Un’alimentazione ad alto contenuto di fibre è sicuramente positiva per la salute, ma è irrazionale spingerla fino agli estremi per abbassare il colesterolo: è come asciugare un pavimento allagato trascurando di chiudere il rubinetto.
- Magnesio. Molte persone con colesterolo e trigliceridi alti hanno carenza di magnesio, per cui può essere necessario integrarlo.
- Olio di pesce e olio di semi di lino. Esistono prove che l’integrazione di olio di pesce fa salire il colesterolo HDL e abbassa l’omocisteina, un fattore di rischio cardiaco scoperto di recente. Anche l’olio di semi di lino e le noci sono buone fonti di acido alfa-linolenico (un acido grasso omega-3).
- Batteri probiotici e alimenti a fermentazione naturale. I batteri benefici possiedono una moderata capacità di abbassare il colesterolo.
- Piridossina (vitamina B6). Aiuta a metabolizzare le proteine.
- Malattie cardiache. Oltre a seguire l’alimentazione per il vostro gruppo sanguigno, tenete sotto controllo i livelli di stress e abbassate il colesterolo. Ecco alcuni consigli per mantenere la salute del cuore:
- Biancospino. Secondo la tradizione naturopatica, il biancospino è in grado di ripulire le arterie. È attualmente impiegato per curare angina, ipertensione, aritmia e altre disfunzioni congestizie del cuore.
- Coenzima Q10. Ha effetti positivi sulla funzionalità cardiaca e protegge il cuore contro le infezioni della piorrea. L’integrazione di Coenzima Q10 rallenta l’evoluzione delle malattie cardiache e ha il potere di prevenirle inibendo l’ossidazione del colesterolo LDL e conservando una buona funzionalità cellulare.
- Antiossidanti. È stato scoperto recentemente che uno dei meccanismi più importanti che predispongono allo sviluppo dell’aterosclerosi è l’ossidazione delle particelle di lipoproteine a bassa densità ricche di colesterolo. Questa ossidazione può essere prevenuta con antiossidanti di origine naturale, come le vitamine C, E e il beta-carotene. Apportate gli antiossidanti soprattutto con l’alimentazione o con integratori di origine naturale.
- Eccessiva coagulazione del sangue. Chi appartiene al gruppo A è contraddistinto da livelli più alti del fattore VIII di coagulazione chimica ed è più soggetto al morbo di Willebrand. Entrambe queste disfunzioni sono associate a un aumento del rischio di infarto. Pertanto vi consiglio le seguenti strategie da mettere in atto:
- Acqua e limone. Sebbene della sua teoria non si trovi traccia in letteratura, John Bastyr (naturopata americano e fondatore della Bastyr University), era solito sostenere che il succo di tre o quattro limoni ha le medesime proprietà anticoagulanti dei comuni preparati farmaceutici. Io ritengo che sia un ottimo tonico per le persone di gruppo A, da prendere di prima mattina, tanto più che ha anche il vantaggio di ridurre la formazione di muco, un problema tipico di questo gruppo.
- Ridurre lo stress. Esistono prove che indicano chiaramente che le persone di gruppo A reagiscono allo stress con un aumento della viscosità del sangue. Ciò implica che per loro le tecniche di rilassamento, come lo yoga o il tai chi, possono rivelarsi particolarmente efficaci per mantenere il cuore in buona salute.
- Ginkgo biloba/aspirina. Inibendo il fattore attivante delle piastrine, il ginkgo biloba contribuisce a minimizzare la formazione di grumi nel sangue. L’aspirina sembra abbassare la frequenza delle malattie coronariche, in parte grazie ai suoi effetti inibitori sul fattore VIII. Raccomando però di non assumere ginkgo e aspirina contemporaneamente, per via del loro reciproco effetto di amplificazione. Tra le altre sostanze naturali in grado di ridurre l’aggregazione delle piastrine, le più importanti sono lo zenzero e l’aglio.