Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

13-10-2016

Che cos’è anzitutto lo zyprexa? È un farmaco appartenente alla categoria degli antipsicotici atipici, il cui principio attivo, l’olanzapina, esplica la sua funzione principale soprattutto sui recettori della dopamina, che è, lo ricordiamo, il neurotrasmettitore della vivacità, della voglia di fare, dell’entusiasmo. Diminuendo drasticamente la disponibilità di dopamina, ecco che magicamente sparisce la schizofrenia, spariscono le fasi maniacali nel disturbo bipolare, sparisce l’ansia. E quindi voi penserete…è meraviglioso, così i pazienti che soffrono di tali disturbi possono vivere una vita serena e normale come tutti noi…Invece il conto da pagare è salato, salatissimo. Giocare con i recettori e le sinapsi cerebrali, senza nemmeno sapere cosa si sta facendo (ed è impossibile saperlo poiché il funzionamento biochimico del cervello è ancora praticamente sconosciuto) è un gioco molto pericoloso. Il risultato? Spariscono le crisi maniacali, ma ci si trasforma nel solito essere umano zombie-style come lo definisco io. Nessuna emozione, bella o brutta che sia.
I pazienti sotto zyprexa riferiscono di muoversi e agire come robot, di non riuscire ad emozionarsi, di sentirsi a “encefalogramma piatto”, di non provare gioia, pena, compassione, rimorso. Nulla di nulla. È normale non avere crisi, praticamente si è stati chimicamente lobotomizzati. La mia esperienza con persone sotto zyprexa mi ha fatto capire come questo farmaco sia uno dei peggiori mai prodotti. La maggior parte delle persone con cui ho avuto a che fare aveva un solo pallino per la testa: mangiare. Soprattutto carboidrati, quindi alimenti come pasta, pane e pizza. Sì, perché lo zyprexa causa un aumento dell’appetito a dir poco stratosferico, un appetito malato, dove non ci si sente mai sazi. E un aumento di peso sconvolgente, che può raggiungere i 40 kg in più. Chili, questi, difficilissimi da mandare via. Non sono infatti chili dati solo dall’aumento calorico. Sono chili “malati”, che si formano a causa del devastante impatto che lo zyprexa ha sul metabolismo degli zuccheri e della produzione di insulina. Ormai solo un cieco non riuscirebbe a fare l’associazione zyprexa-diabete.
Lo zyprexa causa il diabete, e moltissimi pazienti americani rovinati da questo farmaco si stanno riunendo in class action per essere adeguatamente risarciti. Ma il primo passo è informarsi, e non farsi incatenare a un farmaco che rovinerà per sempre il vostro fisico e la vostra mente. Nessun medico vi dirà che diventerete grassi come balene; nessun medico vi dirà che diventerete diabetici; nessun medico vi dirà che le crisi di sospensione saranno tali da tenervi incatenati a vita; nessun medico vi dirà che la terapia la dovrete portare avanti fino alla morte se deciderete di cominciarla. Non permettete a voi stessi o a un vostro caro di essere annientati da un veleno, le cui modalità di azione sono persino ancora sconosciute a detta del loro produttore (basta guardare il bugiardino del farmaco). Informatevi. È la vostra unica arma.

13-10-2016

La congestione nasale è solitamente legata al raffreddore o alla permanenza in ambienti chiusi caratterizzati da aria particolarmente secca. Può inoltre rappresentare uno dei più comuni sintomi dell'influenza. Per provare a risolvere tale problema, è possibile ricorrere ad alcuni rimedi naturali, o legati alla medicina alternativa. Qui di seguito alcuni dei più noti tra essi.

1. SUFFUMIGI AL BICARBONATO DI SODIO

Si tratta del rimedio naturale probabilmente più utilizzato in caso di naso chiuso, da seguire per alcuni giorni fino alla scomparsa dei sintomi. Portate ad ebollizione un litro d'acqua in una pentola, aspettate un paio di minuti e versate all'interno di essa un cucchiaio di bicarbonato di sodio. Non resta che coprire la testa con un asciugamano e respirare a pieni polmoni il vapore sprigionato dall'acqua calda.

2. SUFFUMIGI ALL’EUCALIPTO

L'olio essenziale di eucalipto rappresenta un ottimo rimedio per il naso chiuso ed a volte costituisce un ingrediente degli spray nasali erboristici. E' possibile utilizzarlo in aggiunta o in sostituzione del bicarbonato di sodio per effettuare i suffumigi. Ne bastano poche gocce da versare in un litro di acqua bollente. Il momento migliore per dedicarsi ai suffumigi è la sera, in modo che il naso possa liberarsi durante la notte.

3. BEVANDE CALDE

Bere bevande calde in caso di raffreddore contribuisce ad attenuare la congestione nasale. Il medesimo effetto può essere ottenuto scegliendo per il pranzo o per la cena una vellutata calda od una minestrina preparata con brodo di verdure. Tre le bevande calde migliori da assumere in caso di raffreddore e di naso chiuso vi sono la tisana allo zenzero e la tisana all'echinacea, che contribuisce inoltre a rafforzare le difese immunitarie.

4. CIPOLLA

Sbucciare ed affettare cipolle non provoca unicamente l'effetto negativo dato dal bruciore agli occhi e dalla lacrimazione, ma contribuirebbe anche a ridurre la congestione nasale, grazie alle sostanze sprigionate dalla cipolla che, se respirate, aiutano a stimolare il naso nel liberarsi. Tagliando una cipolla bisognerebbe respirare molto profondamente per ottenere l'effetto desiderato.

5. UMIDIFICARE L’ARIA

La congestione nasale potrebbe peggiorare nel caso si trascorra molto tempo in ambienti in cui l'aria è eccessivamente secca. Quando rincasate e vi trovate in cucina, umidificate l'aria ponendo un pentolino d'acqua sul fuoco, in cui aggiungere scorze d'agrumi ed un pizzico di cannella, oltre ad un cucchiaino di aceto, considerato in grado di stimolare il naso a ridurre la congestione causata dal raffreddore.

6. SPEZIE PICCANTI

Le spezie piccanti sono ritenute in grado di stimolare automaticamente il naso, in modo che esso si liberi iniziando a colare al fine di espellere il muco. Tra le spezie utili a tale scopo si trovano non soltanto il peperoncino, lo zenzero, ma anche il pepe nero ed il pepe lungo, una spezia di origine orientale consigliata dall' Ayurveda, la medicina tradizionale indiana, in caso di raffreddore. Il pepe lungo deve essere pestato o macinato ed utilizzato per il condimento delle pietanze, come per le altre spezie.

7. OLIO DI SESAMO

Un ulteriore rimedio naturale ayurvedico utilizzabile in caso di raffreddore e di congestione nasale è costituito dall'olio di sesamo. L'olio di sesamo deve essere applicato, preferibilmente dopo essere stato intiepidito, con le dita in pochissime gocce all'interno delle cavità nasali. L'olio di sesamo così applicato non deve essere inalato, ma semplicemente strofinato con delicatezza all'interno delle narici, per risolvere il problema della secchezza delle mucose e contrastare la congestione nasale, favorendo l'eliminazione del muco.

8. LOTA

La lota è uno strumento simile ad una piccola teiera, utilizzato in Ayurveda per la pulizia delle cavità nasali, che prende il nome di "Jala Neti". La lota viene riempita con acqua a cui viene solitamente aggiunto un pizzico di sale o di curcuma. Tramite il beccuccio e mantenendo la testa inclinata, l'acqua può passare attraverso una narice ed essere espulsa dall'altra, portando ad una pulizia completa delle cavità nasali.

9. SUFFUMIGI AL SALE GROSSO

Se al momento di dover risolvere il problema del naso chiuso vi accorgete di non avere a disposizione né dell'olio essenziale di eucalipto, né del bicarbonato di sodio, potete ricorrere a del sale grosso, solitamente sempre presente in cucina. Portate ad ebollizione un litro d'acqua in una pentola e spegnete il fuoco. Versate nell'acqua un cucchiaio di sale grosso e mescolate. Respirate i vapori sprigionati per una decina di minuti, coprendo la testa con un asciugamano.

10. ALIMENTAZIONE

Dal punto di vista alimentare, i rimedi naturali prevedono di ridurre il consumo di latticini, in modo da non contribuire alla formazione di muco in eccesso, oltre che di alcolici, che possono provocare disidratazione ed aumentare la secchezza delle cavità nasali, e di cioccolato, che può contribuire ad accentuare lo stato infiammatorio dell'organismo. Per favorire la scomparsa della congestione nasale e del raffreddore, viene solitamente consigliato il consumo di spremute di arancia e di frutta e verdura ricca di vitamina C, anche al fine di stimolare le difese immunitarie.

Giovedì, 13 Ottobre 2016 08:35

IPERTENSIONE: COMBATTILA CON UNA MELA.

13-10-2016

Una mela al giorno toglie il medico di torno, recita un vecchio detto. E, quanto pare, il caro biblico frutto, è ancora tenuto in gran considerazione da medici e scienziati. I suoi antiossidanti sembrano essere particolarmente utili anche per prevenire disturbi dell’apparato cardiocircolatorio. Il suo segreto, tuttavia, non è racchiuso totalmente nell’interno del frutto, bensì nella buccia che, secondo alcuni ricercatori, diviene un’importante strumento per l’ipertensione arteriosa. E non si può certo dire che le sue virtù passino inosservate, visto che studi recenti hanno scoperto che è addirittura più “potente” del tè verde e dei mirtilli. L’unico problema in cui si potrebbe incappare è se si considera che proprio la buccia, ovvero la parte più importante del frutto, spesso contiene dosi elevate di pesticidi che potrebbero causare problemi di salute anziché promuoverla. Secondo quanto riferito dal Telegraph, le mele, da tempo, sono una rinomata fonte di antiossidanti e flavonoidi, ossia delle sostanze amiche per cuore e apparato cardiocircolatorio. Per arrivare a queste conclusioni gli scienziati hanno testato separatamente la buccia dal frutto su un campione di enzima denominato ACE. Tale enzima da tempo è noto proprio per i suoi effetti negativi sull’apparato cardiocircolatorio: può causare la pressione alta.
Secondo i risultati pubblicati nella nota rivista Food Chemistry, la buccia ha dimostrato di essere almeno sei volte più efficace del frutto carnoso. «Le mele sono uno dei frutti più popolari e spesso vengono consumati in tutto il mondo», spiegano i ricercatori del Nova Scotia Agricultural College. «La buccia della mela è una fonte ricchissima di flavonoidi in grado di fornire benefici per la salute. I flavonoidi della buccia inibiscono, infatti, l’ACE, un enzima associato all’ipertensione». Buone news, quindi, dal fronte “prevenzione naturale”. Ora non ci aspetta che attendere anche ulteriori ricerche sull’eventuale danno causato dai prodotti chimici utilizzati per “abbellire” le mele. Se i risultati fossero negativi potremmo davvero continuare a sostenere che “una mela al giorno toglie il medico di torno”.

 

http://www.telegraph.co.uk/news/health/news/9485704/Apple-a-day-keeps-doctor-away...as-long-as-you-eat-the-peel.html

13-10-2016

Una ricerca condotta presso l’University of Arizona College of Pharmacy e la UA Cancer Center indica che un composto derivato dalla cannella è un potente inibitore del cancro del colon-retto. I ricercatori Georg Wondrak e Donna Zhang hanno recentemente completato uno studio in cui hanno dimostrato che l’aggiunta di cinnamaldeide, il composto che conferisce alla cannella il suo sapore e odore caratteristico, ha protetto i topi dal cancro del colon-retto. In risposta al composto cinnamaldeide, le cellule degli animali avevano acquisito la capacità di proteggersi contro l’esposizione ad agenti cancerogeni attraverso la disintossicazione e la riparazione. “Si tratta di un dato significativo”, ha detto Zhang, che, insieme a Wondrak, è un membro della UA Cancer Center. “Dato che il cancro del colon-retto è un tipo di cancro aggressivo ed è associato a prognosi sfavorevole, c’è un urgente bisogno di sviluppare strategie più efficaci contro questa malattia”. ”La cannella è la terza spezia più consumata al mondo. C’è relativamente poca ricerca sui suoi potenziali benefici per la salute. Se siamo in grado di accertare i suoi effetti positivi, potremmo sfruttare questa opportunità per migliorare potenzialmente la salute delle persone in tutto il mondo”, ha detto Wondrak.
Il passo successivo della ricerca è quello di verificare se la cannella, come il suo composto cinnamaldeide, previene il cancro utilizzando lo stesso modello. Poiché la cannella è un additivo alimentare comune già considerato sicuro e non è un prodotto sintetico, uno studio sugli esseri umani è molto vicino. Wondrak cercherà, nella futura sperimentazione, di rispondere a diversi interrogativi: “Possiamo usare il composto cinnamaldeide o anche la cannella per trattare altre gravi malattie come la disregolazione infiammatoria e il diabete? Queste sono le grandi domande a cui potremmo essere in grado di fornire risposte incoraggianti usando una spezia molto comune”, ha concluso il ricercatore.

 

http://medicalxpress.com/news/2015-06-component-cinnamon-colorectal-cancer-mice.html

Mercoledì, 12 Ottobre 2016 07:30

IL RESVERATROLO RIDUCE L’INFIAMMAZIONE.

12-10-2016

Un composto presente nel vino rosso e nell’uva, il resveratrolo, può aiutare a controllare l’infiammazione indotta da un batterio patogeno che è collegato a malattie infiammatorie del tratto respiratorio superiore come l’asma, malattie polmonari ostruttive croniche e le infezioni dell’orecchio medio (otite media), secondo uno studio condotto dai ricercatori della Georgia State University. I risultati, pubblicati sulla rivista online Scientific Reports, identificano un nuovo meccanismo che il resveratrolo utilizza per alleviare l’infiammazione causata da malattie delle vie respiratorie. I risultati suggeriscono che questo composto potrebbe offrire benefici per la salute e può essere usato per sviluppare nuovi agenti terapeutici antinfiammatori efficaci. “Abbiamo dimostrato che il resveratrolo può sopprimere l’infiammazione”, ha detto il Dr. Jian-Dong Li, autore senior dello studio e Direttore dell’ Institute for Biomedical Sciences at Georgia State and a Georgia Research Alliance Eminent Scholar. ”E’ stato dimostrato che il resveratrolo può sopprimere l’infiammazione, ma come esso regola l’infiammazione rimane ancora in gran parte sconosciuto. Abbiamo scoperto che il resveratrolo sopprime un importante batterio patogeno che causa otite media e BPCO aumentando la produzione della proteina MyD88 che svolge un ruolo regolatore”.
Il resveratrolo appartiene ad un gruppo di composti chiamati polifenoli che agiscono come antiossidanti e proteggono il corpo da eventuali danni da radicali liberi. È stato a lungo considerato un agente terapeutico per varie malattie, comprese le malattie infiammatorie. Nello studio, il resveratrolo è efficace contro l’infiammazione causata da Haemophilus influenzae (NTHi), un importante agente patogeno delle vie respiratorie. Una quantità appropriata di infiammazione nel corpo è utile per la difesa contro le infezioni batteriche, ma l’infiammazione incontrollata porta a malattie infiammatorie. Malattie infiammatorie del tratto respiratorio superiore come l’asma e la BPCO interessano più di mezzo miliardo di persone in tutto il mondo e sono caratterizzate da infiammazione cronica che è aggravata da patogeni respiratori come NTHi. L’ asma causa circa 250.000 decessi ogni anno ed è la principale causa di ospedalizzazione nei bambini di età inferiore ai 15 anni negli Stati Uniti. La BPCO è la terza causa di morte negli Stati Uniti. L’otite media è la più comune infezione batterica e anche la principale causa di perdita dell’udito nei bambini.
Per trattare le infezioni da NTHi, sono attualmente utilizzati gli antibiotici, ma il crescente numero di ceppi batterici resistenti agli antibiotici e lo scarso successo dei farmaci disponibili utilizzati per gestire i sintomi di queste malattie, rappresentano un urgente bisogno di nuove terapie. Questo studio ha trovato per la prima volta, che il resveratrolo riduce l’espressione NTHi indotta da mediatori pro-infiammatori nelle cellule epiteliali delle vie aeree e nei polmoni dei topi, migliorando la produzione della proteina MyD88, un regolatore che riduce le vie di segnali infiammatori. In breve MyD88 è considerata un “pedale del freno delle proteine”, perché può ben controllare l’infiammazione indotta da questo patogeno delle vie respiratorie. Potrebbe essere un bersaglio critico con un significativo potenziale terapeutico per sopprimere l’infiammazione associata a malattia cronica delle vie aeree. I ricercatori hanno anche scoperto che il resveratrolo ha effetti antinfiammatori dopo lo sviluppo dell’infezione da NTHi, dimostrando ulteriormente il suo potenziale terapeutico. “I risultati ci aiutano a far luce sullo sviluppo di nuove strategie terapeutiche che hanno come target la regolazione della via di segnale MyD88”, ha detto Li. “Potremmo usare il resveratrolo per sopprimere l’infiammazione o sviluppare derivati dal resveratrolo che potrebbero essere agenti farmacologici utili per sopprimere l’infiammazione”.

 

http://medicalxpress.com/news/2016-09-resveratrol-inflammation.html

Mercoledì, 12 Ottobre 2016 07:28

SOLO LA BUONA NUTRIZIONE PREVIENE L'ARTRITE.

12-10-2016

Negli anni 60, il dottor Robert Bingham, ortopedico californiano specializzato nel reumatismo e nell'artrite, comunicò al seminario annuale dell'American Nutrition Society che a qualsiasi specialista delle malattie ossee appare evidente che la nutrizione ha un ruolo di primo piano. Egli affermò di concordare pienamente con un odontoiatra, Weston A. Price, il quale aveva detto: "la nutrizione applicata alla vita quotidiana è il solo modo, per un essere umano, di prevenire l'artrite ed è il primo e miglior passo che un ammalato possa intraprendere per curare la propria artrite". Egli affermò che era impossibile confutare le scoperte del dottor Price, che sono state poi confermate da altre ricerche condotte indipendentemente. Il dottor Price aveva notato che dovunque si trovi un gruppo di persone isolate, primitive o meno, la cui dieta sia abbondante in fatto di cibi naturali, non manipolati industrialmente e sufficientemente variata da fornire tutte le sostanze nutritive necessarie, non si riscontra un singolo caso di artrite. Questa, in sè, non è una prova conclusiva, dal momento che la vita di queste popolazioni isolate e generalmente primitive è sotto molti punti di vista, e non soltanto quello della dieta, differente da quella di popolazioni più civilizzate (e artritiche). Ma il dottor Bingham pensa che gran parte dei medici resterebbe stupefatta nell'apprendere quanti artritici possono trarre giovamento da misure di carattere dietetico. Egli afferma: "sono numerose le malattie delle ossa e delle giunture dovute a carenze di un singolo fattore alimentare. Esse comprendono lo scorbuto, un'insufficienza di vitamina C, l'osteoporosi dovuta a mancanza di calcio e proteine, le neuropatie, da carenza di vitamina del complesso B, e le malattie degenerative delle giunture dovute a una combinazione di carenze dietetiche". Egli ha messo in evidenza che queste stesse carenze nutritive aprono la porta a molte malattie infettive, abbassando le resistenze naturali dell'organismo ai batteri, ai virus e ai parassiti. Ciò sottolinea ulteriormente la relazione fra nutrizione e artrite, perchè l'artrite secondaria è spesso causata da malattie che interferiscono con l'assorbimento, la digestione, il metabolismo di certi fattori nutritivi vitali. Tali malattie includono alcuni disturbi del sistema digestivo, allergie alimentari, malattie ghiandolari e alterazioni biochimiche associate con la menopausa e i processi di invecchiamento.

11-10-2016

Gli esperti lo ripetono ormai da tempo: un corretto stile di vita e un'alimentazione sana, giocano un ruolo fondamentale nel prevenire e nel contrastare il cancro. Ora arriva una nuova conferma che ha dell’incredibile: 6 sostanze naturali presenti in diversi alimenti e spezie, unite insieme sono risultate un cocktail efficace in grado di uccidere il 100% delle cellule cancerogene del tumore al seno. Lo studio è stato condotto da Madhwa Raj, professore e ricercatore di ostetrica e ginecologia dell’LSU Health Sciences Center New Orleans e del Stanley S. Scott Cancer Center e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The Journal Of Cancer. I ricercatori del team hanno testato 10 sostanze protettive già note presenti in cibi come broccoli, uva, tofu (soia), mele e curcuma, prima di stabilire le 6 componenti migliori da utilizzare. Nello specifico: isoflavoni dalla soia, curcumina dalla curcuma, indolo-3-carbinolo dalle crucifere, ficocianina C dalla spirulina, resveratrolo dall’uva e un flavonoide (quercetina) presente nella frutta, nella verdura e nel tè. Queste sei sostanze sono poi state somministrate sia a cellule cancerogene che a un gruppo di cellule di controllo, sia singolarmente che in combinazione tra loro. L’esito è stato inaspettato per i ricercatori: se le singole sostanze risultavano inefficaci da sole, contrariamente somministrate insieme diventavano potentissime e in grado di uccidere il 100% delle cellule cancerogene. La ricerca ha dimostrato infatti che la somministrazione di questo cocktail di sostanze è stata in grado di ridurre le cellule tumorali in modo significativo: oltre l’80%. Nelle cellule campione si è potuto addirittura innescare un processo che ha portato alla morte il 100% delle cellule cancerogene. Inoltre, ulteriori approfondimenti hanno permesso ai ricercatori di non rilevare effetti secondari nocivi sulle cellule di controllo. Una buona notizia che potrebbe portare nel tempo a sviluppare delle cure meno invasive di quelle attuali.

 

http://www.jcancer.org/v04p0703.htm

Martedì, 11 Ottobre 2016 08:07

RIMEDIO NATURALE CONTRO LE OCCHIAIE.

11-10-2016

Perchè si formano le occhiaie? La pelle intorno ai nostri occhi è estremamente sottile ed è scarsamente punteggiata di ghiandole sebacee a differenza delle altre aree del nostro corpo. A causa di vari motivi la pelle diventa ancora più sottile e secca, tanto da far risaltare le vene dilatate presenti sotto a questa delicata zona cutanea. Quali sono i motivi principali che causano la formazione delle occhiaie?

• Le allergie: purtroppo sono tremende per la zona oculare, continui sfregamenti per la presenza di infiammazioni oculari o gonfiori possono indebolire la pelle e far intravedere maggiormente le vene scure sotto agli occhi.

• La mancanza di sonno e la fatica: queste sono sicuramente le cause principali della visibilità delle occhiaie perchè la mancanza di una buona dormita o l’eccessivo sforzo compiuto sia a livello fisico che mentale portano a rendere la pelle del viso più pallido e scolorito e quindi fanno risaltare maggiormente i vasi sanguigni.

• L’esposizione al sole: l’abbronzatura rende il colore del viso ancora più disomogeneo e tende a scurire maggiormente anche la zona sotto agli occhi.

• L’uso di farmaci: provocano la dilatazione dei vasi sanguigni rendendoli, quindi, ancora più evidenti in quanto maggiore è la dilatazione e maggiore è la quantità di sangue che arriva in quella zona.

• La cattiva alimentazione: mangiare bene è necessario perchè la mancanza di nutrienti e di vitamine essenziali per il nostro organismo ci dona una pelle del viso senza colore e senza salute.

• Gli squilibri ormonali: durante la gravidanza, le mestruazioni o la menopausa la nostra pelle diventa più pallida degli altri giorni e permette alle occhiaie di diventare più visibili.

• L’età: la pelle del viso, purtroppo, non rimane la stessa durante il trascorrere degli anni; man mano che l’età avanza la pelle intorno agli occhi diventa sempre più secca e rugosa, e soprattutto sottile.
Qualsiasi sia la causa delle vostre occhiaie il consiglio in assoluto principale che vi do è quello di avere una corretta alimentazione e di cercare di avere sempre un buon numero di ore di sonno. Aggiungo, inoltre, una ricetta del tonico anti-occhiaie che aiuta a renderle meno evidenti ed elimina anche i gonfiori palpebrali. Gli ingredienti di cui avete bisogno sono:

- Un cetriolo.
- 8 cucchiai di acqua di rose.
- 5 gocce di olio essenziale di lavanda.

Il procedimento è molto semplice:

Mettete in un mixer il cetriolo tagliato a dadini, l’acqua di rose e le gocce di lavanda. Frullate bene il tutto (se il composto fosse troppo denso aggiustate con un altro pochino di acqua); procedete a filtrare con un colino e versate il liquido ottenuto in un contenitore scuro da tenere in frigorifero. All’occorrenza versate il tonico su due dischetti di cotone e procedete a degli impacchi sugli occhi; potete tenerli in posa anche 10 minuti per un risultato migliore. La durata media del prodotto è di circa una settimana per cui cercate sempre di non farne eccessive quantità.

11-10-2016

La noce moscata, ottenuta dall’albero tropicale sempreverde, Myristica Fragrans, originario della Nuova Guinea e dell’Indonesia, contiene una sostanza chiamata miristicina, chimicamente simile ai farmaci che curano la depressione, questo potrebbe essere il motivo per cui viene impiegata nella cura dei disturbi del tono dell’umore. La Noce moscata, agisce stimolando il cervello, combattendo la stanchezza mentale, lo stress e l’ansia. L’aroma rilassante dell’olio di noce moscata conforta tutto il nostro corpo. Già nell’antica civiltà greco-romana la noce moscata era conosciuta e celebrata per queste sue proprietà, nonostante l’elevato costo e la difficile reperibilità.

LA BUFALA DELLA NOCE MOSCATA ALLUCINOGENA

La noce moscata non crea nessunissima allucinazione. Non è uno stupefacente. E' una leggenda metropolitana, il fatto che su internet si trovi scritto che tale spezia possa causare allucinazioni. Infatti, assunto in dosi non culinarie, non crea nessuna allucinazione. Al massimo, interagendo sulla peristalsi intestinale, e su alcuni recettori serotoninergici dello stomaco, crea una sorta di nausea e una sensazione che somiglia più che altro ad un’intossicazione alimentare, con tanto di dolori stomacali. E poi, eccedere con dosi di noce moscata (dai 1-2 grammi in su) crea degli affaticamenti al fegato, aumentando la possibilità di steatosi epatica, mentre a livello mentale, a lungo termine, diminuisce i livelli serotoninergici, aumentando la possibilità di depressione psichica. Invece, assunta un grammo al giorno, migliora al contrario la digestione, la concentrazione mentale ed il benessere generale. Un grammo sarebbe mezzo cucchiaino di caffè, messo ad esempio in una buona tazza di tè verde. Probabilmente questa bufala della noce moscata è sorta perchè nelle Filippine ci sono alberi imparentati con la Miristica (noce moscata), come la virola, che posseggono delle reali sostanze allucinogene, come dimetiltriptamine, fenetilamine e sostanze simili. Ma la noce moscata non contiene al contrario niente!
Solo terpenoidi e petroli (si, la noce moscata contiene petroli vegetali) che, irritando la parete intestinale, in dosi superiori ai 1-2 grammi, procurano un grande senso di nausea e di dolore. E' un pò come la cannabis e il luppolo. Pur essendo due piante appartenenti alla stessa famiglia delle cannabinacee, solo la cannabis contiene THC, resina terpenoidica psicoattiva, mentre il luppolo non ne produce. Così anche noce moscata e virola. Pur essendo entrambi appartenenti alla famiglia delle miristicacee, solo la virola possiede principi psicoattivi ed allucinogeni, mentre la noce moscata solo aromi e terpenoidi che usati come aromaterapia o in dosi mediche (un grammo al giorno), giovano al corpo e alla mente, ma usati incoscientemente, danno solo nausea. Con queste costatazioni spero di aver sfatato il mito della noce moscata allucinogena, e che chi volesse assumerla per trarne qualche giovamento, sappia che sforando i due grammi giornalieri rischia steatosi epatica, depressione nervosa, ed affaticamento renale. In dosi che arrivano ai 20 grammi invece, si rischia di provocare trombosi ed aneurismi cerebrali. Per cui il mio vivo consiglio è quello di usare la noce moscata senza mai superare i due grammi al giorno.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16579733

http://www.greenmedinfo.com/article/nutmeg-demonstrates-antidepressant-activity

10-10-2016

Ti piacciono le noci? Da uno studio è emerso che le noci allungano la vita. Proprio così, a dirlo sono i risultati di una ricerca condotta dall’Universitat Rovira i Virgili di Tarragona. Mangiare noci dunque, almeno per tre volte alla settimana potrebbe diminuire il rischio di morte prematura ma anche proteggere dal cancro e dalle malattie cardiovascolari, e questo probabilmente è dovuto alle sostanze benefiche contenute nelle noci come vitamina E, alcune del gruppo B, molti minerali, proteine e arginina. In particolare i ricercatori spagnoli hanno esaminato le cartelle cliniche di 7.000 persone di età compresa tra i 55 e i 90 anni ed hanno osservato come tra persone con lo stesso stile di vita e di malattie, quelli che consumavano noci avevano un rischio di morte prematura ridotto del 45%.

 

http://www.nydailynews.com/life-style/health/eat-nuts-live-longer-study-article-1.1401206

https://www.sciencedaily.com/releases/2013/07/130715202458.htm

http://bmcmedicine.biomedcentral.com/articles/10.1186/1741-7015-11-164

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