Angelo Ortisi
JUNK FOOD: I 10 PEGGIORI CIBI DA EVITARE NELLE NOSTRE DIETE.
27-10-2016
I "cibi spazzatura" o Junk Food, sono prodotti di bassa qualità, ricchi di conservanti, coloranti e sostanze chimiche: merendine, snack, cibo da fast food, bibite gassate, caramelle e dolciastri vari. Spesso il loro smercio passa per grosse multinazionali e, come visto recentemente, per diventare ancora più appetibili si avvalgono di astute strategie di marketing e comunicazione. Insomma, cibo spazzatura che viene ingerito troppo spesso senza minimamente pensare e ragionare come e quanto possa fare male alla nostra salute e a quella dei bambini, i più attratti da questi prodotti. Ecco, allora, una singolare classifica (dal meno al più nocivo) di alimenti appartenenti a questa nefasta categoria. Così, d’ora in poi, quando deciderete di farvi male, saprete a cosa state andando incontro.
10° POSTO - GELATO CONFEZIONATO
In ultima posizione troviamo un alimento che è, nel vero senso della parola, sulla bocca di tutti. A chi è che non piace! Spesso, però, nei prodotti confezionati al suo interno si possono trovare grassi transgenici, coloranti, sapori artificiali e moltissime neurotossine che sono note sostanze chimiche dannose per il nostro sistema nervoso. Assicuratevi di comprare gelato solo, realmente, fatto in casa o in modo artigianale.
9° POSTO - POPCORN
Un recente studio americano commissionato dal Center for Science in the Public Interest rivela come l'apparente innocuo snack da poltrona sia molto più dannoso di un pranzo al fast food, soprattutto se associato ad una bibita gassata. Questo per via delle tante calorie e della grande quantità di grassi saturi che viene fornita dai popcorn in particolar modo quelli cucinati con il burro, un quantitativo stimato pari a quello che un adulto dovrebbe assumere in tre giorni. Seri diventano quindi i danni per le arterie. Va detto, per correttezza, che tale ricerca è stata condotta negli Stati Uniti dove sia le porzioni che i metodi di preparazione sono rinomatamente più "abbondanti" e con un maggiore quantitativo di grassi rispetto ai chicchi di mais soffiato nostrano. Non va sottovalutato poi il rischio di imbattersi in mais geneticamente modificato (vietato in Italia, ma permesso in altri paesi europei).
8° POSTO - PIZZA SURGELATA
Fortunatamente in Italia ci sono ancora tanti forni che fanno questo alimento in maniera corretta e non nociva. Occhio, però, alle pizze surgelate. Se siete consoni a questa abitudine, il consiglio è quello di annullarlo. La farina bianca commerciale è, infatti, veramente dannosa. Equiparabile allo zucchero, può portavi a far ingrassare velocemente: occhio! Meglio tornare alle sane abitudini e prepararvi da voi l'impasto per una fragrante e buonissima Margherita fatta con ingredienti tutti naturali.
7° POSTO - PATATINE FRITTE
Oltre al fatto che contengono elevate quantità di grassi e che molto spesso vengono cucinate in olii strautilizzati, le patatine fritte sono anche portatrici di uno dei più potenti agenti cancerogeni: l’acrilamide. A questo nome, infatti, corrisponde una sostanza molto tossica che si forma durante il processo di cottura, a temperature elevate, degli alimenti ricchi di carboidrati, come appunto le patate.
6° POSTO - PATATINE IN BUSTA
Hanno gli stessi benefici di quelle fritte (ovvero nessuno!), ma si differenziano in quanto l’acrilamide presente è in percentuale nettamente maggiore.
5° POSTO - SALUMI E INSACCATI
Secondo una ricerca pubblicata dalla rivista Circulation, il consumo quotidiano di salumi, come la pancetta, può aumentare il rischio di malattie cardiache del 42% e il diabete del 19%. Oltretutto, uno studio condotto presso la Columbia University sulle abitudini legate alla prima colazione degni americani ha, addirittura, affermato che mangiare pancetta con un minimo di 14 volte al mese danneggi la funzionalità polmonare aumentando il rischio di unità polmonare. In Italia per gli amanti di salame, salsicce, coppa e lonzini, che vengono consumati soprattutto come antipasti, aperitivi e spuntini pomeridiani, se proprio non riusciamo a limitarne il consumo, meglio optare per salumi più magri come prosciutto o bresaola.
4° POSTO - WURSTEL
Questa volta è l’Università delle Hawai a condurre una ricerca, la quale ha rilevato che un consumo eccessivo di Wurstel o Hot Dog è in grado di aumentare il rischio del tumore al pancreas del 67%. Il nitrito di sodio è, infatti, uno degli ingredienti che si possono trovare al loro interno, una sostanza cancerogena strettamente collegata alla leucemia o al tumore al cervello.
3° POSTO - CORNETTI E DOLCI DA FORNO FRITTI
Arriviamo al terzo gradino più basso di questo nocivo e particolare podio. Vi troviamo cornetti e dolci da forno fritti, alimenti comuni di molti italiani durante la prima colazione, anche se non minimamente paragonabili alle famose Dunuts diffusissime nel resto d'Europa e negli Stati Uniti. I grassi contenuti, in questi prodotti, essendo idrogenati, sono estremamente nocivi e causano malattie collegate a cuore e cervello. Se, inoltre, si considera la zucchero e gli additivi alimentari contenuti, la situazione tende decisamente a peggiorare.
2° POSTO - BIBITE ANALCOLICHE GASSATE
Per la medaglia d’argento è il noto alimentarista e scrittore americano a scendere in campo. Parliamo del Dr. Joseph Mercola che dopo una sua ricerca ha dedotto che una lattina da 33 cl di queste bevande contiene circa 10 cucchiaini di zuccheri, 150 calorie, 55 mg di caffeina ed è piena di coloranti alimentari artificiali e solfiti. Già questo, quindi, potrebbe bastare a far pensare quanto male possa fare. Vogliamo, però, spingerci oltre: questi drink sono anche estremamente acidi. Questa acidità, infatti, è filtrata con seria difficoltà dai reni contribuendo ad indebolire le ossa. Nel studio del medico statunitense è, inoltre, evidenziato come sia strettamente legata ad osteoporosi, obesità, carie e malattie cardiache.
1° POSTO - BIBITE ANALCOLICHE GASSATE DIETETICHE
Strano, ma vero. Al primo posto troviamo sempre le famose lattine da 33 cl nella loro versione priva di zuccheri. Non solo, infatti, queste varianti contengono esattamente tutte le controindicazioni elencate nel punto precedente, ma a peggiorare la situazione ci ha pensato bene l’aspartame. Questo dolcificante artificiale è oggetto, da tempo, di diverse controversie. Secondo diverse ricerche effettuate su scala mondiale sembrerebbe, infatti, legato alle seguenti condizioni di salute: attacchi di ansia, cecità, tumori cerebrali, dolore toracico, depressione, vertigini, epilessia, fatica, mal di testa, emicranie, perdita di udito, palpitazioni cardiache, iperattività, insonnia, difficoltà di apprendimento, sindrome premestruale, crampi muscolari, problemi riproduttivi e morbo di Lou Gehrig. Congratulazioni: una medaglia d’oro del male decisamente meritata.
PROPRIETA' CURATIVE DEI FAGIOLI.
27-10-2016
Naturalisti e storici hanno discusso a lungo sulla provenienza dei fagioli: se siano originari dell’America o se già esistessero in Europa prima che Colombo tornasse dai suoi viaggi. Sembra infatti dimostrato che questi legumi fossero conosciuti e consumati nel Vecchio continente fin dall’antichità, come testimonia l’opera di un famoso medico ispanoarabo, Abu Zacaria Ihaia, vissuto a Siviglia tra il XII e il XIII secolo. Gli arabi si stabilirono in Spagna fin dal VII secolo, trasformando nel Medioevo l’attuale regione dell’Andalusia in una delle aree più sviluppate del mondo occidentale e favorendo il fiorire delle arti, delle scienze e anche dell’agricoltura. Nel suo “Libro dell’agricoltura”, Abu Zacaria Ihaia descrive 12 varietà di legumi (presumibilmente fagioli), commentando che “fanno bene allo stomaco e hanno un sapore delicato”.
Nel suo diario di viaggio, Cristoforo Colombo scriveva che i fagioli americani, più grandi di quelli spagnoli, insieme al granturco e ai peperoni piccanti, costituivano la base dell’alimentazione dei nativi americani. I fagioli americani vennero introdotti in Spagna, dove si diffusero rapidamente grazie alla loro eccellente qualità. A differenza di quello che accadde con altri prodotti alimentari americani come la patata o il pomodoro, che impiegarono vari secoli ad affermarsi in Europa, i fagioli americani conquistarono il gusto degli europei e la maggior parte di quelli coltivati attualmente in tutto il mondo derivano da quelle varietà. I fagioli sono un alimento che sazia molto ma, oltre a produrre questa sensazione, sono anche un piatto molto nutriente. Le proteine sono le sostanze nutritive che nei fagioli hanno maggior importanza. Tanto che questi legumi son ostati definiti la “carne dei poveri”. Osserviamo ora, dettagliatamente, le caratteristiche delle proteine dei fagioli:
- Contenuto proteico: la percentuale delle proteine dei fagioli oscilla, a seconda delle varietà, tra il 21 e il 24%, eguagliando o addirittura superando quella degli alimenti di origine animale (come il tonno fresco, la carne bovina o quella di pollo), che oscilla tra il 18 e il 21% del peso.
- Valore biologico: il valore biologico di una proteina indica la percentuale della sua composizione in aminoacidi assimilabili dall’organismo. Quanto più la proporzione di aminoacidi di una proteina si avvicina alla proporzione ideale per l’uomo, tanto maggiore sarà il suo valore biologico. Fissato in 100 il valore della proteina ideale, quello dei fagioli corrisponde all’85%: un valore relativamente basso se paragonato a quello delle uova (94%), ma simile a quello del latte (84%) e addirittura superiore a quello della carne (75%). Questo valore relativamente basso delle proteine dei fagioli è dovuto soprattutto alla loro povertà di metionina, un aminoacido essenziale che agisce come fattore limitante. Tuttavia, per il fenomeno dell’integrazione, combinando due proteine parzialmente incomplete, si ottiene una proteina completa. E’ sufficiente quindi combinare le proteine dei fagioli con quelle di altri alimenti vegetali ricchi di metionina, come i cereali, i semi di sesamo o di girasole o il lievito, per fornire all’organismo tutti gli aminoacidi necessari e nella proporzione ideale.
- Digeribilità della proteina dei fagioli: è dell’83% abbastanza inferiore a quella delle uova (99%), del latte (98%) e della carne (97%). Questo vuol dire che il nostro organismo sfrutta un pò meno le proteine dei fagioli rispetto a quelle degli alimenti di origine animale, ed è stato dimostrato che le proteine più digeribili sono quelle dei fagioli neri, seguiti da quelle dei fagioli rossi e poi dei bianchi.
Ma, oltre alle proteine, nei fagioli si trovano anche altre sostanze nutritive:
- FIBRE VEGETALI: come tutti i legumi, i fagioli sono ricchissimi di fibre vegetali che contribuiscono a prevenire la stitichezza e a ridurre il livello di colesterolo nel sangue.
- FOLATI: i fagioli sono un’eccellente fonte di folati, il cui fabbisogno aumenta durante la gravidanza e nei soggetti esposti a un elevato rischio di malattie coronariche.
- FERRO: 100 g di fagioli secchi forniscono più di 10 m di ferro, cioè la quantità giornaliera raccomandata per un adulto. I fagioli sono infatti una delle migliori fonti di ferro ma, trattandosi di ferro non-eme, richiedono il contributo di vitamina C per migliorarne l’assorbimento. Il modo più efficace per sfruttare il ferro dei fagioli è dunque quello di condirli con qualche goccia di limone.
I fagioli sono in grado di esercitare azioni curative contro queste malattie:
MALATTIE DELLA PELLE
I fagioli esercitano un’azione protettiva sulla pelle e le mucose, perché sono una buona fonte di due fattori vitaminici importantissimi per la salute del tegumento: la niacina e l’acido pantotenico. La niacina, chiamata anche vitamina B3, interviene attivamente in molte reazioni chimiche cellulari. Una carenza grave di niacina causa la pellagra, malattia caratterizzata dalle tre “D”: Dermatite, Diarrea e Demenza. La pellagra non è frequente ai giorni nostri, ma possono presentarsi deficienze leggere, che si manifestano con varie alterazioni cutanee, come pelle screpolata o squamosa. I fagioli sono una buona fonte di niacina, perché forniscono niacina già preformata e triptofano, un aminoacido essenziale che il nostro organismo trasforma in niacina. I fagioli secchi sono uno degli alimenti più ricchi di triptofano (277 mg/100 g), in quantità superiore a quella della carne (199 mg/100 g) o a quella delle uova (152 mg/100 g). L’acido pantotenico, o vitamina B5, interviene nel metabolismo cellulare. Anche la sua carenza provoca alterazioni della pelle e debolezza dei capelli. I fagioli contengono 0,732 mg/100 g, più del doppio della carne. I fagioli sono quindi molto indicati in caso di eczemi, prurito, pelle secca, allergie cutanee e dermatosi in generale. E’ stato dimostrato anche che i fagioli esercitano un’azione stimolante sui follicoli piliferi, perciò si consigliano in caso di caduta e fragilità dei capelli, seborrea o forfora.
COLESTEROLO
Il consumo regolare di fagioli contribuisce a mantenere basso il livello del colesterolo. Un esperimento compiuto negli Stati Uniti ha dimostrato che 120 g al giorno di fagioli, per tre settimane, fanno diminuire del 10% i valori del colesterolo e dei trigliceridi. Questa diminuzione del colesterolo è dovuta al gran contenuto di fibre, che nell’intestino favoriscono l’eliminazione del colesterolo e dei sali biliari, attraverso le feci.
STITICHEZZA E MALATTIE DEL COLON
I fagioli sono indicati per combattere la stitichezza e per prevenire i diverticoli e il cancro del colon e del retto, grazie al loro elevato contenuto di fibre cellulosiche.
ANEMIE E CONVALESCENZE
Questo legume contiene un’elevata quantità di ferro; quantità superiore a quella della carne e degli spinaci. Per tale motivo sono altamente consigliati in caso di anemia o di denutrizione.
AGLIO NERO: RIMEDIO NATURALE CONTRO L’IPERTENSIONE.
27-10-2016
In 79 volontari con ipertensione sistolica la somministrazione di aglio nero, a un dosaggio di 480 mg 2 volte al giorno, titolato in S-allil-cisteina (equivalente a circa 4 capsule di aglio nero), si è dimostrato efficace nel ridurre la pressione sistolica con un’ottima tollerabilità. All’aglio bianco sono attribuite numerose attività biologiche riguardanti la prevenzione della malattia cardiovascolare: inibizione della sintesi del colesterolo e dell’aggregazione piastrinica, attività antinfiammatoria, attività antiossidante e attività vasodilatatoria. Tali proprietà sono potenziate nell’aglio nero: infatti, derivato dalla fermentazione del bulbo fresco, l’aglio nero presenta una concentrazione di composti bioattivi antiossidanti (S-allil-cisteina e polifenoli) dieci volte superiore a quelle dell’aglio tradizionale e un minor contenuto di allicina, che permette l’attenuazione del tipico odore.
IL VACCINO ANTINFLUENZALE CONTIENE 25.000 VOLTE PIU’ MERCURIO DI QUELLO CONSENTITO NELL’ACQUA POTABILE.
26-10-2016
Il Natural News Forense Food Lab ha analizzato i vaccini antinfluenzali che vengono prescritti a tutti, che siano bambini, donne in gravidanza o anziani per proteggersi dai rischi dell’influenza stagionale. Quello che è emerso è sconcertante: essi contengono livelli scandalosamente alti di mercurio neurotossico. Sono state analizzate le fiale del vaccino antinfluenzale prodotto dal gigante farmaceutico britannico GlaxoSmithKline (GSK) che vengono vendute in tutto il mondo e anche nel nostro paese. Questi vaccini contengono 51 parti per milione di mercurio, ovvero 25.000 volte il massimo valore legale consentito per l’acqua potabile stabilito dalla Environmental Protection Agency (EPA). Questa scoperta scioccante è stato realizzato utilizzando la tecnologia avanzata della spettrometria di massa con una precisione accurata, riempiendo il vuoto lasciato dalle agenzie di regolamentazione della Nazione, che non sono riusciti da sé a condurre questo tipo di test di sicurezza. Centinaia di milioni di persone ogni anno vengono trattati con i vaccini antinfluenzali e la maggior parte di loro sono completamente all’oscuro che uno dei metalli più tossici conosciuti dall’uomo venga iniettato direttamente nel tessuto muscolare in quantità elevate.
“Il mercurio è una delle sostanze più tossiche conosciute all’umanità“, ha spiegato il Dr. David Brownstein, medico di famiglia e specialista di medicina olistica. “Per più di venti anni, quasi tutti i pazienti che visito nel mio studio vengono testati per la contaminazione da metalli pesanti. Ho scoperto che oltre l’80% dei miei pazienti, sia sani che malati, hanno elevata tossicità di mercurio”. Chi difende i vaccini sostiene che il mercurio non viene più aggiunto ma è una menzogna che continua a danneggiare i più vulnerabili tra noi, compresi i bambini innocenti, il feto delle donne in gravidanza e gli anziani. Si può vedere di persona sull’inserto ufficiale del farmaco FluLaval, il vaccino contro l’influenza valutato dalla Natural News, che contiene mercurio. La seguente citazione è presa direttamente dal RxList.com, il cosiddetto “Internet Drug Index“, dimostrando che il mercurio aggiunto ai vaccini contro l’influenza è tramite il thimerosal: “Il thimerosal, un derivato del mercurio, è aggiunto come conservante. Ogni dose di 0,5 ml contiene 50 mcg di thimerosal (<25 mcg di mercurio). Ogni dose di 0,5 ml può anche contenere quantità residue di ovalbumina (≤0,3 mcg), formaldeide (≤25 mcg), e sodio desossicolato (<50 mcg) dal processo di fabbricazione“. In realtà che i vaccini siano contaminati non ci sorprende. Qualche anno fa il Dott. Stefano Montanari ha scoperto che tutti e 21 i vaccini analizzati contengono metalli pesanti e particelle inorganiche non biodegradabili e non biocompatibili. Montanari è direttore scientifico del laboratorio Nanodiagnostics di Modena, uno dei più grandi esperti nel campo delle nanopatologie ed autore anche di numerose pubblicazioni sull’argomento. Il dottor Stefano Montanari ha dichiarato: Quasi un paio d’anni fa, su richiesta della trasmissione TV Le Iene, analizzammo un campione del vaccino anti-papilloma virus, trovandolo pure quello inquinato. Nonostante le ore di ripresa effettuate e la mia intervista con Roberto Biasio, direttore medico della Sanofi Pasteur, la distributrice del prodotto, il servizio non andò mai in onda.
I DANNI DEL MERCURIO
Il mercurio è un metallo tossico a qualunque concentrazione, quindi non esiste una dose minima tollerabile dal nostro organismo. Il mercurio è un elemento non essenziale per le funzioni biologiche. Quindi gli esseri umani esposti al mercurio possono sviluppare dei sintomi di intossicazione. Per di più viene difficilmente espulso dal corpo e si accumula nel tempo nei tessuti provocando pesanti danni soprattutto al sistema nervoso dato che trova affinità nel cervello. Ricordo che mia nonna quando anni fa venne fuori il business del vaccino per l’influenza se lo fece e stette malissimo tutto l’inverno, da quella volta non se lo fece mai più. Il mercurio entra molto più facilmente nei tessuti cerebrali del bambino perché la barriera sanguigna del cervello non si è ancora chiusa completamente e passa attraverso la placenta arrivando nel feto. Il mercurio distrugge i neuroni attraverso diversi meccanismi:
- Inibizione proteica.
- Interferisce con la funzione dei mitocondri.
- Effetto diretto sullo scambio ionico nei neuroni.
- Interferisce con i neurotrasmettitori.
- Distrugge la rete connettiva dei neuroni.
SINTOMI DELLA PRESENZA DI MERCURIO NEL CORPO
Alcuni effetti che si manifestano a causa della presenza del mercurio nel corpo sono:
- Schizofrenia.
- Anemia.
- Anoressia.
- Colite.
- Depressione.
- Dermatite.
- Instabilità emotiva.
- Mal di testa, cefalea ed emicrania.
- Calo dell’udito.
- Ipertensione arteriosa.
- Mancanza di concentrazione.
- Deficit della memoria.
- Sapore metallico.
- Tremori.
Il mercurio si trova anche nel tonno, pesce spada, amalgama dentale (otturazioni per le carie), farmaci e oggetti per la casa (termometri, lampadine). Chi fa il test kinesiologico, del mineralogramma o altri tipi di test per determinare la presenza di metalli pesanti nel corpo, riconosce che la maggior parte della popolazione è intossicata. Soprattutto chi ha disturbi psicologici, insonnia, nervosismo è più probabile che abbia alti livelli di mercurio nel sistema nervoso.
http://www.naturalnews.com/045705_flu_vaccine_mercury_heavy_metals.html
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2923418/
https://www.epa.gov/mercury/health-effects-exposures-mercury
OLIO DI OLIVA: NON SOLO CIBO.
26-10-2016
Oltre ad essere un ottimo alimento, l’olio di oliva è anche un ottimo aiuto in diverse situazioni. Esso è utilizzato in molte creme e prodotti di bellezza dato le sue proprietà nutrienti ed emollienti. E’ inoltre utilissimo anche in diverse altre occasioni. Ecco 15 utilizzi inusuali:
- COME DOPOBARBA: Utilizzare l’olio di oliva sulla pelle dopo il taglio della barba aiuta ad evitare l’arrossamento e nutre la pelle stessa.
- LABBRA SCREPOLATE: Come lenitivo per le labbra screpolate soprattutto nella stagione fredda, mescolando l’olio di oliva con una parte di cera vegetale. Si ottiene in questo modo un ottimo burro cacao.
- CAPELLI DANNEGGIATI: L'olio di oliva ha effetti benefici anche per i capelli. Usato sul pettine o sulla spazzola, aiuta a snodare i capelli. Ottimo utilizzato anche per ridare tono ai capelli . In questo caso basta massaggiare il cuoio capelluto ed i capelli con un cucchiaio di olio di oliva e lasciare assorbire per circa 5 minuti prima dello shampoo.
- PELO DEGLI ANIMALI DOMESTICI: aggiungere ¼ di cucchiaino di olio di oliva alla pappa del cane o gatto di casa per avere un animale in forma con il pelo lucido.
- LUCIDARE OGGETTI: Argenteria, rame e altri oggetti metallici possono essere lucidati con un pò di olio d'oliva. Preparare una miscela di olio di oliva e il succo di mezzo limone per ottenere un buon effetto finale.
- PULIZIA DEL LEGNO: Versare poche gocce su un panno morbido, per rimuovere la polvere, graffi e impronte digitali. Questa tecnica funziona bene per mobili in legno e/o oggetti.
- CERNIERA INCEPPATA: Tamponare con un cucchiaino di olio di oliva su uno straccetto i denti della cerniera, quindi provare delicatamente ad aprirla.
- PORTE CIGOLANTI: alcune gocce di olio di oliva nella cerniera della porta pongono fine al fastidioso cigolio.
- RIMUOVERE IL TRUCCO DEGLI OCCHI: Tamponare sotto gli occhi con un panno e risciacquare per rimuovere il trucco in modo naturale.
- EVITARE ALLA CERA DELLE CANDELE DI ATTACCARSI ALLA BASE: Strofinare un sottile strato di olio sulla base del supporto della candela per non farla attaccare.
- TRATTARE LA PELLE SECCA: Massaggiare la pelle dopo la doccia con un pò di olio di oliva per idratare la pelle.
- CERETTA: L’olio di oliva dopo la ceretta permette di riavere una pelle morbida e liscia.
- ERITEMA DA PANNOLINO: Pulire il bambino ad ogni cambio di pannolino con un panno imbevuto di olio di oliva.
- PULIRE GLI ATTREZZI DA GIARDINO: Spruzzare un pò di olio di oliva sugli attrezzi da giardino per pulirli ed evitare che si arrugginiscano.
- PER EVITARE CHE L’ACQUA IN EBOLLIZIONE STRABORDI: quando l’acqua bolle, prima di “buttare la pasta” aggiungere un cucchiaino di olio di oliva.
MELANZANA: OTTIMA PER CELLULITE, PRESSIONE E FEGATO.
26-10-2016
La pianta della melanzana appartiene alla famiglia delle Solanacee ed è originaria dell’India dove cresceva spontanea già più di 4.000 anni fa. In Italia la melanzana cominciò a diffondersi intorno al 400 d.C. ad opera degli arabi. Ad oggi l’Italia rappresenta uno dei maggiori paesi europei esportatore di tale ortaggio. La melanzana è composta per il 92% da acqua, per il 3% da fibre alimentari, 1% proteine, carboidrati e zuccheri. Tra i minerali spicca in assoluto il potassio, seguito da fosforo e magnesio; in percentuale minore troviamo lo zinco, il ferro, il rame, il calcio il sodio e, in quantità bassissima, il selenio. Sul versante delle vitamine annoveriamo: vitamina A, quasi tutte le vitamine del gruppo B ( B1, B2, B3, B5, B6 ), vitamina C, vitamina K e in quantità molto ridotta la vitamina E. Molto lunga la lista degli aminoacidi presenti nella melanzana tra cui elenchiamo i principali: acido aspartico, acido glutammico, leucina, valina, alanina, arginina, lisina e prolina. E’ un ortaggio che non può essere consumato crudo, in quanto, oltre ad avere un gusto non proprio gradevole, contiene una sostanza tossica il cui nome è solanina.
Tra le caratteristiche più interessanti c’è la capacità di combattere la ritenzione idrica, al punto da essere indicata fra i sette super cibi che aiutano a combattere la cellulite. Poco conosciute sono le tante proprietà benefiche di questo ortaggio, che è dotato di spiccate proprietà coleretiche, cioè favorisce l’aumento della produzione della bile, stimolandone il rilascio da parte delle cellule epatiche e contemporaneamente, agevola la digestione. Un vantaggio che porta al miglioramento della funzionalità epatica e alla riduzione del contenuto di colesterolo nel sangue. Grazie al suo alto contenuto in fibre, ha una elevata capacità saziante ed è un ottimo alimento da consigliare a chi ha problemi di stipsi. È anche adatta per chi soffre di crampi muscolari, infatti possiede un elevato contenuto in potassio. Notevoli le proprietà diuretiche, essendo formata da circa il 93% di acqua. In base ad alcune studi, è stata messa in evidenza l’utilità della melanzana nella riduzione della pressione arteriosa poiché svolge un’azione molto simile a quello svolto dai farmaci antipertensivi. Sono in corso comunque altri studi per accertare questa proprietà. Per molte persone, la melanzana non è cibo gradito a causa del suo tipico sapore amaro e per la difficoltà di digestione. In genere, per ridurre il gusto amaro, dopo esser state affettate, vengono cosparse con del sale o sbollentate per alcuni minuti in acqua salata, leggermente acidulata con alcune gocce di limone. Successivamente è opportuno disporle su uno strofinaccio per asciugarle. Per coloro che invece hanno problemi di digestione è buona norma evitare le melanzane troppo mature perché più ricche in semi e più dure a causa del ridotto contenuto in acqua.
VINO E MIRTILLI ROSSI CONTRO LA CARIE DENTALE.
26-10-2016
La carie dentale è il risultato dell’interazione di batteri come lo Streptococcus mutans e lo zucchero. Lo streptococcus mutans con il saccarosio si aggrappa alla superficie dei denti formando un biofilm conosciuto come “Placca dentaria”. Quando i batteri sono saldamente attaccati alla superficie del dente, con la presenza del saccarosio, creano una cavità separando gli acidi che causano la carie. Il gruppo di ricerca Dental Center, dell’Università di Rochester, ha scoperto che i composti polifenolici contenuti nel vino e nei mirtilli rossi possono ridurre significativamente la capacità dei batteri di formare la placca ed eliminare la causa principale della carie dentale. Attualmente gli scienziati stanno continuando le ricerche per meglio comprendere il meccanismo di azione di questi composti polifenolici.
HELICOBACTER PYLORI: COME CONTRASTARLO CON GLI ALIMENTI.
25-10-2016
L'Helicobacter pylori è un tipo di batterio che infetta il rivestimento interno dello stomaco, con conseguente infiammazione cronica o ulcere peptiche. L’infezione da H. pylori si trasmette tramite contatto tra persone o attraverso cibo e acqua contaminati. L'Helicobacter pylori di solito tende a infettare i bambini e le persone con un sistema immunitario indebolito. Gli scienziati hanno dimostrato che la maggior parte delle ulcere sono causate da questo batterio. Nella maggior parte dei casi, le persone affette da Helicobacter pylori non mostrano alcun sintomo. Di solito, i sintomi sono simili a quelli della gastrite, tra cui un leggero fastidio nella zona addominale, gonfiore, nausea, lieve eruttazione e vomito. Tuttavia, per i pazienti con infezione avanzata, i sintomi a cui prestare attenzione includono dolore addominale che persiste, feci scure e farinose che potrebbero essere dovute al sanguinamento delle ulcere, gonfiore di stomaco, nausea, stanchezza e abbassamento del numero di globuli rossi. Assicurarsi di consultare un medico se si notano questi sintomi in quanto potrebbero essere dovuti ad un problema più grave di sanguinamento intestinale. Ci sono alcuni alimenti che possono aiutare ad alleviare il dolore causato dalle ulcere dovute all’Helicobacter pylori:
• BANANE: una sostanza antibatterica che può rallentare la crescita di H. pylori è presente nelle banane. La ricerca dimostra che mangiare banane produce più muco nello stomaco e aiuta a creare una barriera tra il rivestimento dello stomaco e gli acidi digestivi. Le banane inoltre tendono ad aiutarvi a ottenere una parete dello stomaco più spessa.
• CAVOLO: bere un litro di succo di cavolo crudo aiuta guarire le ulcere in soli cinque giorni secondo la ricerca. Il succo di cavolo crudo non è l’unica opzione sana. Gli studi dimostrano che mangiare cavoli aiuta lo stomaco a guarire più velocemente. È possibile aggiungere cavolo crudo alla vostra dieta in insalate e panini.
• SUCCO DI CAROTA: le carote sono ricche di vitamina A, che aiuta a guarire il rivestimento dello stomaco e lo protegge da microrganismi indesiderati e nocivi.
• PEPE DI CAYENNA: consumato con moderazione, il pepe di Cayenna è utile nella lotta contro le ulcere. Stimola il sangue aumentando così l’apporto nutritivo per lo stomaco. Una buona ricetta da seguire è la miscelazione di un quarto di cucchiaino di pepe di Cayenna in acqua calda o tè da consumare tutti i giorni. È inoltre possibile aggiungere un pizzico di pepe di Cayenna al cibo che si consuma.
• CORTECCIA DI OLMO: la corteccia di olmo aiuta a lenire le mucose che proteggono il rivestimento dello stomaco. E’ spesso usata in polvere e gli erboristi suggeriscono di aggiungere un cucchiaino di polvere di corteccia di olmo ad una tazza di acqua calda e di bere la miscela tre volte al giorno.
• AGLIO: l’aglio contiene proprietà antibatteriche che aiutano a combattere l’Helicobacter pylori. Utilizzare due chiodi di garofano tritati quotidianamente insieme all’aglio per ottenere maggiore beneficio.
• LIQUIRIZIA: diversi studi hanno dimostrato che mangiare liquirizia aiuta nella guarigione delle ulcere in quanto contribuisce a diminuire la capacità di acido dello stomaco e quindi di danneggiare il suo rivestimento.
• PRUGNE: Gli alimenti di colore viola e rosso impediscono all’H. pylori di crescere.
LE 10 BEVANDE PEGGIORI PER LA NOSTRA SALUTE.
25-10-2016
Alcune delle bibite comunemente in vendita non sono in realtà così benefiche come certi spot pubblicitari vorrebbero lasciarci credere. Impariamo a riconoscerle e sostituiamole con acqua, succhi di frutta e frullati preparati in casa. Ecco cosa dovremmo evitare di bere (l'ordine in cui sono stati inseriti è indicativo).
1. SUCCHI DI FRUTTA CONFEZIONATI
I succhi di frutta confezionati il più delle volte non sono altro che un insieme di semplice acqua con aggiunta di coloranti e zuccheri artificiali. La presenza di succo di frutta o di polpa di frutta è spesso minima. E' bene controllare con attenzione le etichette per accertarne la reale quantità. I succhi e i nettari di frutta biologici possono rappresentare una possibile alternativa, anche se la scelta migliore consiste nella loro preparazione casalinga, che può prevedere l'impiego di uno spremiagrumi o di una centrifuga.
2. FRULLATI IPERCALORICI
Attenzione alle calorie per quanto riguarda i frullati e i frappè a base di frutta oppure al gusto di caffè o di cacao, che prevedano anche l'aggiunta di gelato e/o di panna montata. Rischiano di trasformarsi in vere e proprie bombe caloriche, oltre che di risultare molto ricchi di zuccheri raffinati, dei quali non possiamo determinare la quantità nel momento in cui il frullato ci venga servito al bar. Meglio optare per un frullato di frutta casalingo.
3. ACQUA AROMATIZZATA
Periodicamente raggiungono gli scaffali dei nostri supermercati bottiglie di acqua aromatizzata al sapore di fiori o di frutta. Si tratta di prodotti pubblicizzati per via di un presunto maggior contenuto di vitamine o di sali minerali. Solitamente le aggiunte sono minime, mentre possono essere presenti coloranti e conservanti. Per arricchire un semplice bicchiere d'acqua è sufficiente aggiungere una fettina o un pò di succo di limone, oppure qualche fogliolina di menta o di stevia da lasciare in infusione.
4. ENERGY DRINK
Quando pensiamo agli energy drink, ci riferiamo solitamente a bevande a base di caffeina. Il problema è che la maggior parte degli energy drink contiene un quantitativo realmente eccessivo di tale sostanza, accompagnata da zuccheri raffinati. Queste bevande sono in grado di fornirci energia nell'immediato, ma altrettanto rapido sarà il calo delle forze. In alternativa, è bene scegliere del tè verde preparato in casa o una manciata di frutta secca, come noci e nocciole.
5. TE’ FREDDO CONFEZIONATO
Sia il tè freddo confezionato che il preparato per tè freddo in polvere possono contenere conservanti e coloranti, oltre ad una eccessiva presenza di zucchero raffinato. Le bevande zuccherate sono dissetanti soltanto in apparenza, poiché i liquidi introdotti da esse serviranno all'organismo proprio per assimilare gli zuccheri. Meglio, in alternativa, del tè freddo preparato in casa tramite il classico infuso e dolcificato eventualmente in modo naturale o delle tisane di erbe da bere fredde.
6. BIBITE GASSATE
Probabilmente è impossibile individuare delle proprietà benefiche riguardanti le bibite gassate. Il loro consumo è stato correlato alla diffusione delle epidemie dei tempi moderni, con particolare riferimento a obesità e diabete, per non parlare del comune problema della carie, che colpisce innanzitutto i bambini. Le bibite gassate classiche sono in generale eccessivamente ricche di zuccheri raffinati e dissetano solo in modo momentaneo. E' possibile farne a meno.
7. LIMONATA CONFEZIONATA
Tra le bevande più dissetanti troviamo la limonata che, come i più classici succhi di frutta, viene venduta confezionata tra gli scaffali dei supermercati. La limonata confezionata può contenere dolcificanti aggiunti, coloranti e conservanti. Molto meglio dunque prepararla in casa a partire da succo di limone fresco, che permetterà inoltre di arricchire la bevanda di vitamina C.
8. LIQUORI
Il consumo eccessivo di liquori e di alcolici è stato correlato ad un incremento del rischio di obesità ed all'aggravarsi di problemi di salute, che possono riguardare, ad esempio, la digestione e il fegato. L'American Cancer Society ha inoltre reso noto che coloro che consumano 3 o più bicchieri di liquore al giorno aumentano del 36% il proprio rischio di ammalarsi di tumore.
9. BIBITE DIET
Le bibite gassate diet sono migliori delle bibite gassate classiche? Solitamente, purtroppo, non è così. Le bibite gassate in versione dietetica vedono il più delle volte una semplice sostituzione dello zucchero raffinato con dolcificanti artificiali, anch'essi non propriamente benefici per la salute, accompagnati dagli onnipresenti coloranti e conservanti.
10. SPORT DRINK
Le bevande artificiali destinate in modo specifico agli sportivi non rappresentano solitamente un concentrato di sostanze benefiche per la salute. Al contrario, contengono per lo più coloranti, conservanti ed un mix di zuccheri naturali e artificiali. Per fare il pieno di sali minerali senza ricorrere a queste bevande è possibile scegliere della semplice acqua o dei succhi di frutta freschi.
DENTI A RISCHIO CON I CARBOIDRATI A CENA.
25-10-2016
Sì a insalate di verdure miste, pesce, carne bianca e formaggi, no a cibi ricchi di zuccheri e con un alto indice glicemico come pane, pasta e riso. Sono queste le “linee guida” per la cena di chi vuole mantenere denti e gengive sane. A indicarle è la prima ricerca italiana sul dosaggio del glucosio salivare, discussa in occasione del Congresso nazionale del Collegio dei docenti di odontoiatria che si è concluso di recente a Roma. Lo studio è stato condotto da Antonella Polimeni, presidente del Collegio e direttore del Dipartimento di Scienze odontostomatologiche dell'Università Sapienza di Roma, insieme con Giampietro Farronato, direttore della Scuola di specializzazione in Ortognatodonzia e presidente del Corso di laurea di Igiene dentale dell'Università di Milano. La ricerca è stata condotta su 37 persone a cui è stata prelevata la saliva per il dosaggio del glucosio al mattino, prima di essersi lavati i denti e aver fatto colazione; quindi, i partecipanti hanno mangiato e pulito i denti per poi sottoporsi di nuovo ai prelievi dopo un'ora, un'ora e mezza, due e tre ore. I risultati mostrano che nel primo prelievo, ovvero nella saliva rimasta a contatto con i denti nella notte, la concentrazione di glucosio è elevata; dopo un'ora dalla colazione e dopo l'igiene orale lo zucchero nella saliva raggiunge un valore minimo, quindi risale di nuovo con una curva “a campana”, per scendere ancora negli ultimi prelievi a maggior distanza di tempo dal pasto. Insomma, risultati dimostrano che, pur lavandosi i denti dopo cena, il glucosio di notte tende a concentrarsi nella saliva, in particolar modo se si esagera con i dolci alla sera, se non si scelgono i piatti giusti per cena e soprattutto se si cede alla tentazione di un fuori pasto davanti alla televisione senza poi lavarsi di nuovo i denti prima di dormire.
«I pazienti coinvolti erano igienisti dentali, medici, ortodonzisti e odontoiatri - spiega Polimeni - per cui senza dubbio soggetti in grado di effettuare una corretta igiene orale. Questo implica che i risultati sarebbero probabilmente ancora più marcati in persone meno capaci e attente nel lavarsi i denti. Il dato indica chiaramente che c'è un accumulo di glucosio durante la notte, probabilmente arrivato nel cavo orale attraverso la saliva: di notte il flusso salivare è ridotto rispetto al giorno, per cui lo zucchero si concentra moltissimo nella poca saliva presente. Quindi, il glucosio scende subito dopo essersi lavati i denti, ma poi tende a salire di nuovo, in coincidenza con l'innalzamento del glucosio nel sangue che si ha dopo il pasto del mattino. Anche dopo cena - prosegue la specialista - si ha lo stesso meccanismo: al crescere del glucosio nel sangue aumenta quello nella saliva, che però dopo il pasto serale resta a contatto con denti e gengive per tutta la notte». Perciò mangiare alla sera cibi ricchi di zuccheri o ad alto indice glicemico, in grado cioè di comportare un incremento di glucosio nel sangue significativo e sostenuto nelle prime due, tre ore dopo il pasto, peggiora notevolmente la situazione. «Ceniamo, ci laviamo i denti - aggiunge Farronato - ma la curva glicemica si innalza dopo un pò. C’è peraltro la brutta abitudine di mangiare tanto soprattutto a cena, quando si ha più tempo per stare a tavola e si è più rilassati, e di conseguenza il fenomeno diventa ancora più consistente proprio quando la salivazione si riduce in quantità e i denti restano “immersi” in una saliva in cui il glucosio si concentra di più. Questo ha ovviamente ripercussioni negative sulla salute orale, perché favorisce il proliferare dei batteri responsabili della carie e delle gengiviti». Per mantenere la bocca sana, quindi, sì a una cena leggera che prediliga verdura, frutta e cibi proteici come pesce, carne bianca o formaggi leggeri. «Da evitare assolutamente gli spuntini di fronte alla tv - raccomanda Polimeni - o alzarsi per saccheggiare il frigorifero di notte, sorpresi da un attacco di fame che peraltro è più probabile proprio se la cena include cibi a elevato indice glicemico: dopo tre, quattro ore comportano infatti un calo della glicemia e un aumento del senso di fame che può portare proprio a cercare uno snack, magari dolce». Altrettanto fondamentale lavarsi i denti in maniera accurata prima di andare a dormire, magari utilizzando dentifrici a lunga durata d'azione, che rilasciano pian piano nel cavo orale principi attivi antinfiammatori e antibatterici. «Questi prodotti, assieme a un buon uso di spazzolino e filo interdentale, possono essere utili soprattutto alla sera - conclude Farronato - perché durante la notte c'è maggior accumulo di glucosio, salivazione diminuita, abbassamento del pH e proliferazione batterica facilitata».