Angelo Ortisi
INSALATA: UN APERITIVO PERFETTO PER LA SALUTE.
21-12-2015
Alcuni ricercatori dell'Università di Oxford (Inghilterra) hanno dimostrato, con una approfondita ricerca epidemiologica, che consumare un piatto di insalata al giorno riduce di circa il 26% la mortalità da infarto del miocardio. Quasi tutti gli ortaggi o le verdure crude, purchè siano maturi e teneri, sono adatti per preparare un'insalata. Fanno eccezione i tuberi (patata, batata, manioca ecc), che non devono essere consumati crudi. Così, per esempio, sono ottime insalate:
- foglie: lattuga, scarola, indivia ecc;
- frutti: pomodoro, cetriolo, peperone, avocado ecc;
- fiori: cavolfiore, broccolo, carciofo;
- fusti: asparago, sedano ecc;
- radici: carota, barbabietola rossa ecc;
- bulbi: cipolla, aglio, finocchio ecc.
Le insalate possono essere arricchite con frutta secca (semi di girasole, noci, mandorle ecc.), legumi cotti o cereali (mais, riso ecc.) preparati in vari modi: così aumenta il valore nutritivo e le insalate diventano veri e propri piatti forti. Esistono molti modi per condire un'insalata, ma dal punto di vista nutrizionale i condimenti migliori sono:
- Olio, preferibilmente extravergine d'oliva.
- Sale: rende l'insalata più saporita, anche se non è indispensabile, perchè le verdure e gli ortaggi sono ricchi di sali minerali. Il sale raffinato (cloruro di sodio) è sconsigliato: è preferibile usare quello marino integrale (contiene anche potassio e magnesio) o usare piuttosto aglio, sedano o altri vegetali (contengono potassio e altri minerali).
- Limone, che grazie alla vitamina C e ai suoi acidi organici evita l'ossidazione e favorisce la conservazione delle vitamine e dei minerali contenuti negli ortaggi, e facilita l'assimilazione del ferro e di altri minerali.
- Erbe aromatiche.
L'aceto non è una buona alternativa al limone; infatti, anche se la sua acidità favorisce la conservazione degli ortaggi, è privo di vitamine e non esercita azione antiossidante. Le salse a base di grassi vegetali idrogenati di solito contengono acidi grassi transgenici, che favoriscono l'arteriosclerosi, e molti additivi poco salutari. Quando consumarle? Nella prima metà del secolo scorso, Bircher-Benner, medico svizzero di straordinaria esperienza, studiò le proprietà degli alimenti crudi e vivi e creò una vera e propria scuola dietetica, che ebbe una grande influenza in Europa e continua ad averla. Bircher-Benner giunse alla conclusione che:
- per mantenersi in buona salute è necessario consumare almeno un piatto al giorno di insalata a base di verdure e di ortaggi crudi;
- il momento migliore per prendere l'insalata è all'inizio del pasto principale.
In questo modo i pregi dell'insalata all'inizio del pasto saranno:
- Apporto di enzimi digestivi, presenti unicamente negli alimenti vivi, che facilitano la digestione di altri alimenti più ricchi di proteine, carboidrati e grassi.
- Evitare la leucocitosi digestiva, cioè l'infiammazione che si produce nell'intestino quando si comincia il pasto con alimenti cotti.
- Procurare una maggiore sensazione di sazietà rispetto a quella data dagli alimenti cotti più ricchi di calorie, perciò si consiglia specialmente nelle diete dimagranti o di mantenimento del peso.
In molti paesi in via dei sviluppo spesso gli ortaggi sono annaffiati con acque residuali e vengono così contaminati con i microrganismi trasmessi dalle feci, come il vibrione del colera. Per disinfettare le verdure crude è molto efficace il succo di limetta: se si lascia la lattuga o il cavolo per cinque minuti nel succo di limetta, tutti i bacilli del colera vengono eliminati e le verdure si possono consumare con sicurezza.
DIETA VEGETARIANA NEMICA DELL’AMBIENTE.
20-12-2015
Mangiare lattuga è tre volte più dannoso per l'ambiente che mangiare pancetta. Stesso discorso per melanzane, cetrioli e sedano, meno ecosostenibili della carne di pollo e di maiale. A parità di calorie, infatti, la loro produzione consuma più acqua ed energia, producendo più gas serra. E' quanto dimostrano i ricercatori della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, in Pennsylvania, in uno studio destinato a riaccendere le polemiche tra vegetariani e carnivori. Le loro stime, pubblicate sulla rivista Environment Systems and Decisions, dimostrano infatti che le diete vegetariane e quelle più salutiste (che privilegiano frutta, verdura e pesce) hanno un impatto ambientale più pesante rispetto a quanto ipotizzato finora. Prendendo in esame le tipiche abitudini a tavola degli americani, i ricercatori hanno provato a calcolare le risorse necessarie per la produzione, il trasporto, la vendita e la conservazione casalinga dei prodotti alimentari, in termini di acqua, consumo energetico ed emissione di gas serra.
Quindi hanno provato a rifare i conti, per vedere cosa potrebbe accadere seguendo le raccomandazioni per una dieta più sana elaborate dal Dipartimento dell'agricoltura degli Stati Uniti (Usda): un maggior consumo di frutta, verdura, latticini e pesce finirebbe con l'aumentare i consumi energetici del 38%, mentre l'acqua utilizzata salirebbe del 10% e le emissioni di gas serra del 6%. ''C'è una complessa relazione tra alimentazione e ambiente'', spiega la ricercatrice Michelle Tom, dottoranda in ingegneria civile e ambientale. ''Ciò che è buono per la nostra salute - aggiunge - non è sempre buono per l'ambiente ed è importante che ne siano consapevoli quei decisori che elaborano le linee guida per l'alimentazione''.
http://www.cmu.edu/news/stories/archives/2015/december/diet-and-environment.html
http://www.iflscience.com/environment/could-some-healthy-diets-be-bad-news-environment-0
http://www.sciencedaily.com/releases/2015/12/151214130727.htm
http://link.springer.com/article/10.1007%2Fs10669-015-9577-y
L’OBESITA’ PRESTO SUPERERA’ IL FUMO COME CAUSA PRINCIPALE DI CANCRO.
20-12-2015
Negli Stati Uniti, quasi un decesso su cinque è associato con l’obesità, e otto delle malattie connesse con l’obesità rappresentano il 75 per cento di tutte le spese sanitarie. L’obesità probabilmente rivendicherà il primo posto come causa principale di 10 diversi tipi di cancro entro il prossimo decennio, superando il fumo come una delle cause principali. Contrariamente a ipotesi precedenti, una nuova ricerca rivela che il bisfenolo-A (BPA) è metabolizzato in un metabolita biologicamente attivo che favorisce l’obesità.
http://www.mayoclinicproceedings.org/article/S0025-6196(15)00040-3/abstract
http://www.medicalnewstoday.com/articles/294670.php
http://www.scientificamerican.com/article/bpa-may-prompt-more-fat-in-the-human-body/
ALLARME BISFENOLO: ANCHE IL NUOVO PLASTIFICANTE USATO PER LA PLASTICA E' DANNOSO. MEGLIO EVITARE.
19-12-2015
Forse è arrivato il momento di ripensare completamente al tipo di materie plastiche che entrano in contatto con gli alimenti. Dopo il bando del bisfenolo A (BPA) in alcuni paesi, molti produttori di contenitori e plastiche alimentari hanno iniziato a usare come plastificante il bisfenolo S (BPS), apponendo sull’etichetta il marchio “BPA free”. Anche il BPS, però, inizia a mostrare qualche limite. Secondo alcuni studi, potrebbe rivelarsi peggiore del progenitore. Nel frattempo si moltiplicano le ricerche che inchiodano il BPA alle sue responsabilità. Il BPS negli ultimi anni è entrato nella produzione di plastiche alimentari di tutto il mondo, come ha confermato uno studio che ha ne ha rilevato tracce significative nelle urine degli abitanti di Stati Uniti, Cina, Giappone e altri cinque paesi asiatici. Il BPS è estremamente simile al BPA, e qualcuno ha avanzato sin dall’inizio il dubbio che potesse avere effetti analoghi. Uno studio pubblicato su Environmental Health Perspectives sembra confermare i peggiori sospetti.
La ricerca attribuisce al composto – a dosi bassissime, inferiori a quelle considerate attive per il BPA e dello stesso ordine di grandezza di quelle rilasciate da piatti, bottiglie, lattine e simili – la capacità di distruggere il metabolismo ormonale, almeno nelle colture cellulari. I ricercatori dell’Università di Galveston, in Texas, hanno esposto colture cellulari di ipofisi di topo a concentrazioni molto basse di BPS, dimostrando che diverse vie metaboliche legate alla risposta agli estrogeni vengono profondamente alterate, e questo porta alla perdita di controllo della proliferazione cellulare, alla morte di parte delle cellule stesse e a un anomalo rilascio dell’ormone prolattina. Secondo gli autori, si devono comprendere meglio questi effetti e verificare se si determinano anche nell’uomo. Il problema è che le alterazioni riscontrate sono le stesse verificate con il BPA, e per questo motivo la preoccupazione sembra fondata. La soluzione di sostituire il BPA con il BPS potrebbe quindi rivelarsi ancora più dannosa del problema da risolvere. Ciò nonostante, non si può pensare di tornare indietro: il BPA continua a evidenziare i propri effetti nocivi come riconfermano due recenti studi che dimostrano in maniera diretta un effetto sulle cellule di testicolo e sul feto. Nel primo caso i ricercatori dell’Università Diderot di Parigi hanno coltivato cellule fetali di testicolo umano con una modalità messa a punto da loro stessi qualche anno fa, rivelatasi cruciale per vedere gli effetti degli ftalati. Come riferito su PLoS One, il BPA è stato aggiunto in concentrazioni analoghe a quelle che si ritrovano nelle urine degli abitanti dei paesi dove si usa ancora. I ricercatori hanno visto, per la prima volta in modo diretto, che l’aggiunta fa diminuire sensibilmente la produzione di testosterone e di altri ormoni necessari per la maturazione completa degli organi sessuali maschili.
Sembra dimostrato il legame, già descritto in molti studi epidemiologici, tra alte concentrazioni di BPA e aumento del rischio di malformazioni genitali, come ipospadia e criptorchidismo nei maschi, la cui incidenza è raddoppiata negli ultimi 40 anni in tutti i paesi occidentali e non solo. Anche il terzo studio, pubblicato su FASEB Journal, mette in relazione la presenza di BPA nella dieta della madre in gravidanza con possibili effetti sulla prole. In questo caso la ricerca è stata compiuta su animali alimentati con una dieta normale ma, per alcune madri, arricchita in BPA. Gli autori hanno verificato lo sviluppo dei piccoli fino all’età adulta e hanno scoperto che mostravano tutti i segni dell’iperattività, che avevano alterazioni metaboliche e che erano più magri dei controlli. Quest’ultimo dato sembra contraddire altri studi che associano il BPA all’obesità, ma secondo gli autori ci potrebbero essere diverse spiegazioni. Il peso dipende dalla dieta, non sempre uguale nelle diverse ricerche. Il quadro è probabilmente complesso e merita di essere approfondito. Nel frattempo, meglio concentrarsi su plastiche realmente alternative a quelle additivate con bisfenoli e, quando è possibile, farne proprio a meno.
http://ehp.niehs.nih.gov/1205826/
http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0051579
http://www.fasebj.org/content/early/2013/01/21/fj.12-223545.abstract
IL PEPERONCINO AIUTA A MANGIARE MENO.
19-12-2015
Mangiare peperoncino aiuta a ridurre il cibo assunto durante i pasti. Dal cibo piccante arriverebbe un aiuto molto efficace nel ridurre il peso corporeo ritrovando la forma perduta. Secondo i ricercatori australiani dell’University of Adelaide il merito sarebbe della capsaicina, sostanza responsabile anche del classico “bruciore” a labbra e palato. Secondo i ricercatori australiani la capsaicina contenuta nel peperoncino attiverebbe un recettore contenuto nella stomaco, la proteina TRPV1, con il risultato di indurre l’organo a segnalare al cervello in maniera anticipata la sopraggiunta sazietà. Un processo che si attiva di norma nell’organismo una volta che si è divenuti “sazi”. Come ha spiegato la Prof.ssa Amanda Page, autrice della ricerca pubblicata sulla rivista Plos one: “Lo stomaco si dilata quando è pieno, il che attiva i nervi al suo interno e comunica al corpo che si è assunto cibo a sufficienza. Abbiamo riscontrato che questa attivazione è regolata attraverso i peperoncini piccanti o i recettori TRPV1. È noto grazie a studi precedenti che la capsaicina, sostanza che si trova nei peperoncini piccanti, riduce l’assunzione di cibo negli esseri umani”.
Come ha poi aggiunto il Dr. Stephen Kentish, University of Adelaide’s School of Medicine, in futuro saranno necessari ulteriori studi per identificare i vari meccanismi responsabili: “Il prossimo passo della ricerca riguarderà l’individuazione dei meccanismi che si trovano dietro l’attivazione dei recettori TRPV1 con lo scopo di sviluppare una terapia che risulti appetitosa. Si dovrà inoltre lavorare anche per determinare perché una dieta ricca di grassi desensibilizza i recettori TRPV1 e capire se il danno possa essere eliminato”.
I DANNI DELLA PILLOLA ANTICONCEZIONALE.
19-12-2015
Negli anni '50, lo spettro di un mondo predestinato ad un eccesso di popolazione allarmava scienziati e governi dell'Occidente industrializzato. Cominciò così una corsa frenetica per controllare le popolazioni. Ciò coincise con la scoperta di un processo relativamente poco costoso per fabbricare estrogeno sintetico e progesterone che potevano essere usati come contraccettivi. Nasceva così la famosa pillola. Questa avrebbe liberato le donne dal peso di gravidanze indesiderate, aprendo così la porta ad una maggiore eguaglianza e libertà. Negli ultimi 40 anni, circa 200.000.000 di donne in tutto il mondo hanno scelto la pillola quale metodo anticoncezionale preferito. Si dice che tale pillola sia stata una delle medicine più studiate della storia. Tuttavia quando si toglie il velo sottile del lancio pubblicitario, delle dissimulazioni farmaceutiche e dei tentativi clinico-sanitari, emerge un altro quadro che rivela le conseguenze distruttive sulla salute e il benessere delle donne causate dagli ormoni steroidi che si trovano nella pillola.
Benchè sin dal 1932 si sapesse da esperimenti su animali che l'estrogeno ed il progesterone potevano causare il cancro al seno, all'utero, alle ovaie e alla ghiandola pituitaria, si pensò che la pillola fosse una soluzione efficace alla crisi di sovrappopolamento. Gli ormoni non solo dirigono e determinano i processi fisiologici, ma influenzano anche gli stati emozionali e psicologici. Quando una donna è incinta, i livelli di tali ormoni si alzano e la produzione di altri ovuli viene arrestata. I livelli ormonali continuano a salire durante la gravidanza, segnalando al cervello di smettere di secernere ormoni che stimolano la produzione di ovuli. La pillola imita questa azione e inganna continuamente il cervello facendogli pensare che la gravidanza sia avvenuta, e quindi sopprimendo l'ovulazione. Vengono fermate letteralmente le mestruazioni. Perdite di sangue si verificano ogni mese perchè gli ormoni sintetici non vengono presi per sette giorni del ciclo. Dovrebbero chiamarsi "perdite da privazione" non mestruazioni. L'azione della pillola in realtà "castra" una donna interrompendo il suo ciclo naturale, a volte danneggiando permanentemente le sue ovaie ed anche causando sterilità. Secondo un rapporto del Novembre 1995 del bollettino Natural Fertility Management la pillola provoca 150 mutamenti chimici nel corpo di una giovane donna.
Effetti collaterali leggeri della pillola:
- Reazioni allergiche.
- Emorragie improvvise.
- Crescita di peli in faccia.
- Ritenzione di liquidi.
- Infezione di funghi.
- Perdita di capelli.
- Emicranie.
- Nausea.
- Aumento di peso.
- Infezione da Candida.
- Perdite vaginali.
- Vene varicose.
Effetti collaterali gravi della pillola:
- Disturbo del metabolismo.
- Maggior rischio di coaguli.
- Maggior rischio di calcoli urinari.
- Maggior rischio di tumori al fegato.
- Osteoporosi.
- Possibile collegamento col cancro dell'endometrio, utero, ovaie.
- Aumento gravidanze extrauterine.
- Aumento da tre a sei volte del rischio di infarto.
Invece di basarsi sulla pillola per regolare i problemi del periodo, le ragazze farebbero meglio a correggere il problema all'origine per mezzo di una dieta migliore, integratori alimentari, esercizio fisico ed attenzione agli stress emotivi. Invece di emancipare le donne, la pillola e gli altri ormoni steroidi le hanno condannate ad una vita di possibili rischi per la salute e ad una morte precoce.
ADDITIVI ALIMENTARI: E' NECESSARIO EVITARLI.
18-12-2015
Sono più di 3.000 gli additivi alimentari autorizzati e considerati generalmente sicuri dalla FDA. Più del 90% della nostra dieta è composta da alimenti trasformati, il che significa che molto poco cibo viene consumato nella sua forma naturale fornendo nutrienti che sono adeguatamente assorbiti dal corpo. Gli additivi alimentari sono conservanti, edulcoranti, coloranti artificiali ed esaltatori di sapidità.
DOLCIFICANTI ARTIFICIALI
La maggior parte si trovano in bevande dietetiche o senza zucchero, gomma, prodotti da forno e persino dentifrici. Alimenti che contengono aspartame hanno dimostrato di contribuire all’invecchiamento cerebrale. L’aspartame è neurotossico e provoca la perdita di memoria e difficoltà di apprendimento. I ricercatori ritengono che può essere collegato ad un aumento dell’incidenza di tumori cerebrali e malattie come il linfoma, diabete, sclerosi multipla, il Parkinson e l’Alzheimer.
SCIROPPO DI FRUTTOSIO
Lo sciroppo di fruttosio si trova nella maggior parte dei prodotti alimentari trasformati. Ampia ricerca scientifica ha collegato il dolcificante ad un aumento dei livelli di obesità a causa del modo in cui viene metabolizzato nel corpo e ad alterazioni dei lipidi che causano il diabete e l’aumento del rischio di malattie cardiache.
GLUTAMMATO MONOSODICO
MSG è usato in molti alimenti trasformati come esaltatore di sapidità. E' noto per provocare l’eccitazione neurale: sovraccarica i neuroni attraverso un’accresciuta stimolazione elettrica. Gli effetti collaterali più comuni sono la depressione, disorientamento, danni agli occhi, affaticamento e mal di testa. MSG è raramente indicato con il suo nome comune e spesso nasconde un aroma naturale. E' tutt’altro che naturale e deve essere evitato.
GRASSI TRANS E IDROGENATI
I grassi trans sono stati alterati chimicamente attraverso idrogenazione o la cottura a fuoco vivo. Queste molecole sintetiche di grasso sono innaturali e provocano problemi a livello cellulare quando vengono utilizzate come componente per la sintesi della parete cellulare. Essi sono noti per aumentare il rischio di morte per un attacco di cuore del 25%.
Leggere le etichette nutrizionali al fine di evitare una vasta gamma di additivi alimentari non naturali per ridurre il rischio di malattie croniche.
I DANNI CAUSATI DAI TRATTAMENTI MEDICI CONVENZIONALI.
18-12-2015
Di certo, la chemioterapia genera l'illusione di progressi a breve termine. Può restringere un tumore (ma non uccide per niente le “le cellule embrionali del cancro” che successivamente fanno ricrescere il tumore). E questo è esattamente ciò su cui l'industria del cancro sta basando tutto. Avete mai notato che ora non fanno più durare le sperimentazioni dei farmaci per periodi di tempo prolungati? E’ perché desiderano ottenere risultati a breve che mascherino i sintomi senza mai affrontare la verità di quello che capita quando prendete i loro farmaci per molti anni. Le aziende farmaceutiche sanno che la maggior parte dei loro prodotti sono tossici e quanto più a lungo li assumete, tanto più deleteri sono gli effetti cumulativi. Di conseguenza, ora fanno durare meno le sperimentazioni dei farmaci. Cercano di rilevare tutti gli effetti statistici in una finestra temporale in cui sia evidente una riduzione di un certo sintomo misurabile sorvolando sulla tossicità cumulativa dell’assunzione del farmaco per un periodo più esteso. Su questo si basa il processo di approvazione e raccomandazione di questi farmaci. Una volta prescritti ai pazienti, si tratta spesso di prescrizioni a vita. Vi trasformano in cavie. La nazione si trasforma in una popolazione di cavie. È soltanto in questa fase finale che infine si svela la verità e scopriamo quanto tossici siano realmente alcuni di questi farmaci.
Non fatevi trattare come cavie. Tenete presente il mascheramento di un sintomo non dovrebbe mai essere confuso con la guarigione di un paziente. La guarigione può avvenire soltanto all’interno. Può verificarsi soltanto con il sostegno: supporto nutrizionale, supporto di erbe e supporto di energia. Non potrà mai accadere dichiarando guerra a qualche parte del corpo, bombardandola con i prodotti chimici o radiazioni e chiamandola medicina. Non fatevi fuorviare tanto da seguire un sistema medico che in realtà persegue soltanto uno scopo: trasformarvi in una fonte di guadagno. Riflettete a lungo e ponderate queste decisioni e vi sollecito a non permettere che nessun medico, a prescindere dalle sue credenziali, vi inietti del veleno in corpo. Ogni persona che subisce la chemioterapia si sta sottomettendo a quello che io definisco “eutanasia approvata dallo Stato”. La chemioterapia non ha niente a che fare con la guarigione. Non confondiamola con una fondata terapia per il cancro.
ENERGY DRINK: NEGLI USA RADDOPPIATI I RICOVERI.
18-12-2015
Che le bevande energetiche non abbiano effetti terapeutici, ma siano controindicate per i ragazzi lo aveva già ipotizzato un articolo di un paio di anni fa pubblicato su Pediatrics. E considerato che, come sottolineava l’articolo, il consumo di queste bevande riguarda dal 30 al 50 per cento proprio i teenager e i bambini, la stampa estera ammoniva: «Energy drinks no good for kids». Ora un rapporto promosso dalla Substance Abuse and Mental Health Services Administration parla negli ultimi anni di un’impennata preoccupante dei ricoveri e delle complicazioni riguardanti pazienti giovanissimi proprio in seguito al consumo degli energy drink. Ma le informazioni su queste presunte situazioni di emergenza, come fa notare l’industria del settore, sono ancora troppo vaghe e su ciascun paziente andrebbe inquadrato il quadro clinico prima di giungere a conclusioni affrettate. In particolare il rapporto denuncia un raddoppio dei ricoveri tra il 2007 e il 2011 di pazienti che hanno dichiarato l’esclusivo consumo di bevande energetiche (non abbinato dunque a nessuna altra sostanza). Da 10.068 le situazioni di emergenza sono passate a 20.783 in soli quattro anni e gli stessi medici del pronto soccorso raccontano di vedere ormai con preoccupante frequenza ragazzi in condizioni serie dopo qualche sorso di troppo di energy drink. Insonnia, nervosismo, palpitazioni, tachicardia, convulsioni e addirittura attacchi epilettici: questi sarebbero i sintomi di una bevuta energetica, probabilmente giustificati da un eccesso di caffeina contenuto in questi prodotti. Il report si basa sui dati provenienti da 230 strutture ospedaliere, che in realtà rappresentano una quota di appena il 5 per cento degli ospedali nazionali.
Due casi al mese: tanti secondo un medico di San Francisco sono gli episodi che necessitano di un ricovero a causa di queste bibite e il trend è tanto più preoccupante quanto più questi drink stanno diventando popolari, soprattutto tra i giovanissimi. Lo studio in realtà non specifica la natura esatta dei sintomi e parla genericamente di situazioni di emergenza collegate all’assunzione di energy drink, battezzando questo fenomeno come un “crescente problema di salute pubblica”. Come fa notare Howard Mell, medico di primo soccorso alla periferia di Cleveland, sarebbe necessaria una maggior sensibilizzazione sull’argomento: «La gente non si rende conto. Vengono al pronto soccorso dichiarando di aver bevuto tre drink energetici in un’ora e non sanno che è come bere 15 tazze di caffè». Il contenuto di caffeina insomma sarebbe oltre i limiti e del resto tra i tanti casi preoccupanti va annoverato anche quello di una ragazzina del Maryland morta dopo aver bevuto due lattine di bevanda energetica. La giovane, dopo aver consumato 1,5 litri di una bibita della Monster Energy (competitor della Red Bull), è deceduta e l’autopsia parlava chiaro: «Grave scompenso cardiaco in seguito ad avvelenamento da caffeina». Sugli energy drink aleggia il sospetto di 18 morti complessive, anche se per il momento le cause non sono così certe e soprattutto va appurato, caso per caso, se non ci sia stato il consumo di droghe o altre sostanze associate alle bevande energetiche. La Food and Drug Administration sta indagando, in attesa, come specifica la portavoce Shelly Burgess, di acquisire nuove informazioni sugli ingredienti dei prodotti sotto accusa. Ma nel frattempo il volume di vendite di queste bibite, dominate essenzialmente da tre marchi (Monster, Red Bull e Rockstar), è aumentato del 17 per cento.
http://www.webmd.com/children/news/20110531/pediatrics-group-energy-drinks-no-good-for-kids
IL SALE ROSA DELL’HIMALAYA ELIMINA ISTANTANEAMENTE L’EMICRANIA.
17-12-2015
Questo rimedio è davvero efficace nel far scomparire il dolore di un’emicrania che può impedirti di svolgere la tua routine quotidiana. Spesso gli antidolorifici non funzionano oppure non vogliamo prenderli per non ingerire sostanze chimiche con effetti collaterali dannosi. Allora questo medicamento naturale fa per te e la chiave è nel sale rosa dell’Himalaya. E’ il sale più puro del Pianeta, formatosi nel corso dei millenni e protetto dalla roccia, viene estratto alle pendici dell’Himalaya. L’unico che unisce al cloruro di sodio altri 84 oligoelementi, tutti quelli di cui abbiamo bisogno, nelle giuste proporzioni. Ancora più importante, il sale rosa non è raffinato, cioè non è trattato chimicamente in alcun modo: viene estratto, selezionato, lavato in soluzione satura per togliere polvere ed eventuali residui, macinato e impacchettato. Non ha nessuna aggiunta di antiagglomeranti o altri componenti chimici. Il sale dell’Himalaya è il più completo al mondo grazie alle sua straordinaria composizione per cui contiene 84 minerali, elementi ed elettroliti, è affascinante considerando che oggi sono 118 gli elementi conosciuti dalla scienza.
Se ancora usi il sale bianco del supermercato, ti consiglio davvero di comprarlo non solo per risolvere l’emicrania ma anche per un condimento più sano e con tante proprietà. Consumato nel modo giusto sarà in grado di sciogliere anche le emicranie più forti, e permette di rinforzare il sistema immunitario, aumentare i livelli di energia, riequilibrare i livelli di serotonina nel sangue, ripristinare un pH alcalino e un equilibrio elettrolitico nel nostro corpo, e molto altro ancora. L’acidità del corpo, uno squilibrio dei minerali e la mancanza di serotonina, l’ormone del buon umore, tutti fenomeni riconducibili ad una alimentazione errata e stress mentale, sembrano essere le principali cause legate all’emicrania.
RICETTA VINCENTE PER SCIOGLIERE L’EMICRANIA
In un bicchiere metti:
- Due cucchiaini di sale fino rosa dell’Himalaya.
- Il succo di un limone.
- La buccia del limone grattugiata (deve essere biologico o buccia edibile).
- Acqua fino a superare un pò la metà del bicchiere.
Bevi tutto in una volta. L’emicrania scompare istantaneamente.
Fortunatamente non ho mai avuto necessità di provare questo rimedio, ma le testimonianze nel web sono molte. Un commento dice: “Ho applicato la ricetta e l’80% del dolore è scomparso in 5 minuti e dopo 20 minuti è scomparso completamente, funziona”.