Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

Domenica, 13 Dicembre 2015 09:47

L’AEROSOL E’ SPESSO INUTILE.

13-12-2015

È l'incubo di molti bambini, che spesso passano buona parte dell'inverno attaccati alla rumorosa macchinetta dell'aerosol. Del tutto inutilmente, secondo la pediatra Susanna Esposito, infettivologa presso l'Università degli Studi di Milano. L'aerosol, infatti, serve soltanto in caso di bronchiolite, di broncospasmo e di asma bronchiale. In caso di semplice raffreddore, invece, l'aerosol non serve a nulla, al contrario rischia di complicare la situazione per la sua tendenza a seccare le mucose e quindi a predisporle all'attecchimento dei germi. Ciononostante, l'aerosol viene prescritto molto frequentemente dai pediatri italiani, spesso perché sotto pressione. I genitori infatti preferiscono avere comunque un'indicazione terapeutica anche se il raffreddore è il classico disturbo che si cura semplicemente con il tempo e la pazienza. 
La soluzione migliore è quella dei lavaggi nasali con soluzione fisiologica, che andrebbero fatti di routine nei mesi freddi, quando la colonizzazione batterica è frequente, soprattutto nei bambini che vanno all'asilo. L'aerosol non ha senso neanche in caso di bronchite catarrale. I dati indicano infatti che non riduce i giorni di malattia né ha una qualche efficacia nel liberare i bronchi più rapidamente dalle secrezioni respiratorie. Per quanto riguarda i farmaci che di solito vengono prescritti con l'aerosol, i mucolitici non hanno dimostrato di essere efficaci, mentre solo alcuni cortisonici sembrano in grado di ridurre la broncostruzione. I medicinali broncodilatatori, inoltre, andrebbero somministrati solo dopo i due anni di età, perché possono in alcuni casi causare tachicardia e agitazione.

13-12-2015

Lo struccante per il viso? Meglio se naturale. Più volte ho parlato, infatti, dei rischi legati all’uso di prodotti di bellezza comunemente presenti in commercio. Sostanze tossiche, ma anche aggressive, possono danneggiare e irritare la pelle invece di aiutarci a prendercene cura. Inoltre, molte donne hanno l’abitudine di non struccarsi prima di andare a dormire. È un comportamento estremamente sbagliato, perché porta all’invecchiamento precoce della cute. Ecco allora come creare uno struccante fai da te, utilizzando degli ingredienti naturali che non solo ci aiutano a levar via dal viso il trucco, ma ci permettono anche di mantenere la nostra pelle sana ed elastica.

BEVANDA DI MANDORLE

La bevanda di mandorle, oltre a essere un’ottima alternativa al latte animale è un detergente naturale perfetto per la nostra pelle. Ha importanti proprietà che consentono di nutrire l’epidermide, con delicatezza. Può essere adoperato anche al mattino, per la quotidiana pulizia del viso. Inoltre, può essere facilmente autoprodotto in casa.

OLIO DI MANDORLE DOLCI

L’olio di mandorle dolci non è solamente un prodotto utile a prevenire le smagliature e a mantenere elastica la pelle, può diventare infatti un ottimo struccante naturale. È una soluzione valida sia per il viso in generale che per il contorno occhi. Addolcite la parte prima con dell’acqua di rose e, poi, imbevete un dischetto di cotone nell’olio di mandorle e massaggiate delicatamente la pelle. Risciacquate e asciugate.

OLIO D’OLIVA

Anche l’olio d’oliva è un’alternativa valida agli struccanti comunemente presenti in commercio. Del resto, abbiamo già visto il potere che alcuni oli vegetali hanno per la salute della nostra pelle, come appunto l’olio d’oliva. Ne bastano poche gocce. Usate l’olio extravergine, versandone un pochino sul dischetto. Massaggiate il viso e in pochi minuti il trucco andrà via e sarete naturalmente idratate. Ricordate di risciacquare.

OLIO DI AVOCADO

L’avocado è un ottimo frutto, con numerose proprietà. I suoi usi non si limitano solo alla cucina, però, perché è un’ottima soluzione anche per la nostra bellezza naturale. Fornisce la giusta idratazione e il corretto nutrimento alla nostra pelle ed è efficace anche per far andare via i tratti più ostinati del nostro make up.

CAMOMILLA

Buona, lenitiva, la camomilla, unita a poche gocce di olio d’oliva, può diventare un ottimo struccante fai da te delicato ed efficace.

BEVANDA DI COCCO

Mescolate un cucchiaio di olio d’oliva a mezzo cucchiaio di bevanda di cocco. Ecco pronto il vostro struccante naturale fai da te. Applicatelo su un dischetto e procedete alla normale pulizia del vostro viso.

MIX DI OLI

Per chi ha la pelle grassa, l’olio di ricino non deve mai essere sotto il 30 per cento della soluzione totale. Per quanti invece hanno la pelle normale oppure secca, la percentuale deve variare tra il 10 e il 20 per cento della soluzione totale. Preparate il composto e conservatelo in una boccettina di vetro scuro, in un posto fresco. Applicatelo sul solito dischetto e massaggiate sul viso. Poi, risciacquate bene con acqua calda per eliminare tutti i residui.

12-12-2015

Perché il governo italiano e il ministro Lorenzin non vietano un farmaco per diabetici già illegale in Francia e Germania? Perché le aziende che lo producono sono state multate per nove miliardi di dollari negli Stati Uniti e in Italia è ancora possibile trovare questo principio attivo nelle nostre farmacie? Stiamo parlando del pioglitazone, elemento utilizzato nella cura dei pazienti affetti da diabete e commercializzato nel mondo dalla giapponese Takeda Pharmaceutical e dalla statunitense Eli Lilly, all’interno di Actos, un farmaco che da anni provoca effetti collaterali gravissimi, ma di cui in Italia nessuno sembra accorgersi. A lanciare l’allarme, per ultimo, è il medico Domenico De Felice, che sul Fatto Quotidiano accusa il ministro della Salute del governo Renzi di non aver preso le misure necessarie per prevenire la diffusione di questo farmaco così pericoloso. Eppure le gravi controindicazioni sono note da tempo. Già nel 2007, l’Agenzia del Farmaco italiana metteva in guardia “sui rischi associati all’assunzione di rosiglitazone e pioglitazone”, farmaci che aumentano la sensibilità dei tessuti all’azione dell’insulina:
“Negli anni successivi alla loro commercializzazione”, si legge sul Bif, Bollettino di informazione sui farmaci, “sono state segnalate nuove reazioni avverse associate all’assunzione di questi farmaci, quali edema maculare con diminuzione della vista, fratture distali e infarto del miocardio per quanto concerne il rosiglitazone, e cancro alla vescica per il pioglitazone. Queste segnalazioni hanno stimolato l’attenzione della comunità scientifica e hanno portato le agenzie regolatorie a rivalutare il rapporto rischio-beneficio di questi farmaci”. Ed è proprio per il timore dell’aumento di un rischio di tumore alla vescica, che Francia e Germania, già nel 2011, hanno sospeso l’utilizzo e la commercializzazione di Actos nei propri Paesi. La decisione è stata presa in seguito a uno studio ufficiale dell’istituzione sanitaria francese, condotto tra il 2006 e il 2009, in cui è emerso un rischio leggermente più alto di contrarre il cancro alla vescica, per coloro che assumevano il farmaco. Una conclusione che richiedeva interventi immediati.
L’allarme non è scattato nemmeno nell’aprile del 2014, quando una corte statunitensecondannava proprio Takeda ed Eli Lilly a pagare 9 miliardi di dollari per aver nascosto ai pazienti il rischio di cancro correlato ad Actos: come scriveva il Wall Street Journal, il rischio di sviluppo di cancro alla vescica aumenta addirittura del 40% nei pazienti che assumono il farmaco per più di due anni. Come se non bastasse, nel luglio di quest’anno, JAMA – il giornale dell’associazione americana medici – ha pubblicato uno studio che mostra una correlazione tra l’uso di pioglitazione e il rischio di cancro alla prostata e al pancreas. Alla luce di tutte queste ricerche, il medico De Felice già nell’aprile dell’anno scorso ha lanciato un’accusa forte al ministro Lorenzin – ma che potrebbe essere estesa a tutti i suoi predecessori:“Signora Lorenzin vuole ascoltare, informarsi oggi e ritirare dalle farmacie italiane immediatamente un farmaco rischioso che tranquillamente può essere sostituito da altri? Signora Lorenzin lei è a capo di un ministero per curare o per far ammalare i cittadini italiani?”. Tra l’altro, ricorda lo stesso De Felice, “la Società Italiana di Diabetologia (Sid), sponsorizzata con soldi pubblici dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), sin dal lontano 2008 ha praticato in Italia una costosa, inutile e a tutti gli effetti pericolosa sperimentazione clinica multicentrica denominata Tosca, a base soprattutto di Pioglitazone-Actos”. Una sperimentazione che fino ad oggi, secondo i calcoli del medico, sarebbe costata ben 200 milioni di euro. Cosa aspetta il ministro Lorenzin a prendere provvedimenti? In attesa che si adoperi per trovare alternative sicure, ricordiamo che il diabete si combatte soprattutto attraverso l’alimentazione, con alimenti e frutti che aiutano a prevenirlo.

http://jama.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=2397834

12-12-2015

Pagare centinaia di euro ogni anno in cosmetici e prodotti di bellezza per coprire le occhiaie ti ha stancato? Non tutti sanno che i migliori rimedi per sbarazzarsi dalle occhiaie si trovano proprio nella nostra cucina. Ecco i rimedi naturali per eliminarle:

- POMODORI: I pomodori sono molto efficaci per il trattamento delle occhiaie. Si può preparare una miscela con 1 cucchiaino di succo di pomodoro fresco, ½ cucchiaino di succo di limone, un pizzico di curcuma e farina di ceci. Applicare delicatamente sotto l’occhio e lasciare per dieci minuti, poi risciacquare.

- PATATE E CETRIOLI: Le proprietà di raffreddamento del cetriolo e delle patate rendono questi ingredienti molto efficaci nel trattamento delle occhiaie. È possibile applicare sia il cetriolo che le patate sui vostri occhi per diminuire l’oscurità e il gonfiore. Posizionate una fettina delle due verdure sopra gli occhi. È inoltre possibile utilizzare il concentrato e tamponare gli occhi con un batuffolo di cotone. Potete anche lasciare le fette sugli occhi per tutta la notte per ottenere risultati migliori.

- TÈ: Le bustine di tè sono un altro trattamento efficace contro le occhiaie. Mettere una bustina di tè freddo su ciascun occhio e lasciare riposare per un pò. Vedrete i vostri occhi ringiovaniti.

- OLIO DI MANDORLE: Uno dei rimedi più popolari per rimuovere le occhiaie è l’olio di mandorle. Applicare l’olio di mandorle intorno agli occhi e lasciare agire tutta la notte. Lavare delicatamente dopo il risveglio.

- IMPACCO FREDDO: Anche l’impacco freddo aiuta a trattare le occhiaie. È possibile utilizzare una borsa del ghiaccio, un panno imbevuto di acqua fredda o un cucchiaio congelato. Tamponare semplicemente uno qualsiasi di questi impacchi freddi vicino agli occhi. Questo ridurrà la comparsa delle occhiaie.

- MENTA: La menta tritata è una buona opzione per il trattamento delle occhiaie. Dà un effetto di raffreddamento e lenisce subito gli occhi stanchi, riducendo le occhiaie. Posizionare le foglie di menta tritate intorno agli occhi e lasciare agire per un pò. Pulire il residuo con del cotone umido.

- ACQUA: L’acqua è il pilastro di tutti i rimedi. Promuove una corretta circolazione del sangue intorno agli occhi e ne previene l’accumulo. Bere circa 8-10 bicchieri di acqua al giorno per irrigare le tossine e avere una pelle sana.

- ANANAS E CURCUMA: È inoltre possibile applicare una miscela di succo di ananas e curcuma sotto i vostri occhi.

- ACQUA DI ROSE: Bagnare un batuffolo di cotone con acqua di rose e tenere sulla zona degli occhi per 20 minuti. Questo aiuterà a ridurre le occhiaie.

- FICHI: Tagliare alcuni fichi freschi a metà e tenere sotto gli occhi. Lasciare agire per 20 minuti e poi risciacquare con acqua tiepida.

- ZAFFERANO E LATTE: Mettere a bagno un pò di zafferano nel latte durante la notte e preparare una pasta. Applicare sopra i cerchi scuri sotto gli occhi e massaggiare per un pò prima di risciacquare.

11-12-2015

Fà di te stesso un'isola. Mai suggerimento letterario fu più pericoloso. Secondo uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, la solitudine avrebbe come effetto di indebolire il sistema immunitario attraverso un'alterazione dei geni che dovrebbero difenderci dalle aggressioni esterne. Gli esperti dell'Università di Chicago guidati dal prof. John Cacioppo hanno osservato l'attività dei leucociti, cellule immunitarie che in condizioni di solitudine mostrano un'attività alterata a favore di geni pro-infiammatori e contro geni fondamentali per la difesa dagli agenti infettivi. La brutta notizia è che questa debolezza delle difese immunitarie è associata a sua volta a un aumento del rischio di rimanere soli anche in futuro, creando così una sorta di circolo vizioso dal quale è difficile uscire. Il senso di solitudine ha un impatto notevole sulla longevità, paragonabile a quello prodotto da una condizione socio-economica svantaggiata, che invece aumenta il rischio addirittura del 19 per cento. Una meta-analisi firmata sempre dal dott. John Cacioppo e dai suoi colleghi ha indagato in particolare il rapporto fra soddisfazione delle relazioni fra le persone anziane e capacità di sviluppare la resilienza, ovvero la capacità di riprendersi dopo un evento avverso. La sensazione di solitudine può comportare un aumento dei disturbi del sonno e dei livelli di cortisolo nel sangue, alterare l'espressione genica delle cellule immunitarie e aumentare la pressione sanguigna. Anche una ricerca della Ohio State University è concorde nel ritenere la solitudine un fattore di indebolimento del sistema immunitario. Secondo i risultati dello studio condotto da Lisa Jaremka, le persone sole mostrano una maggior produzione di proteine legate alla presenza di infiammazioni, condizione a sua volta connessa con alcune patologie croniche gravi come il diabete, l'artrite, il morbo di Alzheimer e i disturbi cardiovascolari. I ricercatori si sono concentrati in particolare sulla presenza di anticorpi del citomegalovirus, confrontando i livelli delle persone sole con quelli di persone che vantavano maggiori relazioni sociali. Nel primo gruppo il livello era più alto, ma non è una buona notizia perché significa soltanto una maggiore aggressività del virus, che ha trovato vita più facile all'interno di un organismo “debilitato” dalla solitudine, il che ha prodotto un aumento degli anticorpi per tentare di combatterlo. In un organismo più sano, invece, il virus avrebbe faticato molto di più a raggiungere livelli di attivazione tali.
Sono tante ormai le ricerche che sottolineano i pericoli di una vita solitaria, priva o povera di relazioni sociali qualificanti. Secondo un altro studio, riportato dal quotidiano Daily Mail e firmato da ricercatori delle Università dello Utah e della Carolina del Nord, negli Stati Uniti, le persone con un sostegno sociale basso mostrano un tasso di mortalità pari a quello degli alcolizzati. Quello dei ricercatori statunitensi è un meta-studio che prende in considerazione oltre 150 ricerche degli ultimi 30 anni che hanno coinvolto più di 300.000 mila persone. Il coordinatore dello studio, Burt Uchino, spiega: “gli amici e le persone di supporto possono rendere la vita più facile ogni giorno. Possono incoraggiare anche le pratiche per avere una migliore salute, come consultare un medico o fare più esercizio. Possono anche aiutare indirettamente, facendoci credere che si ha qualcosa per cui vivere. Avere relazioni sicure e sentirsi amati fa vivere meglio le persone". Una conferma viene dai risultati di un'altra ricerca della Brigham Young University pubblicati su Plos Medicine. Lo studio dimostra che vivere una vita ricca di relazioni sociali ha un impatto determinante sulla salute, aumentando le possibilità di sopravvivere addirittura del 50 per cento. Gli scienziati hanno messo a confronto gli effetti di una vita solitaria con fattori di rischio per la salute più convenzionali, scoprendo che avere poche amicizie equivale a fumare 15 sigarette al giorno o ad eccedere con l'alcool, è più dannoso di una mancata attività fisica e di qualche chilo di troppo. Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno portato a termine un meta-studio sulla base dei dati provenienti da altre 148 ricerche. Julianne Holt-Lunstad e Timothy Smith, autori della ricerca, hanno commentato: “ci sono molte strade attraverso cui gli amici e la famiglia possono influire in meglio sulla nostra salute, dal calmarci con una carezza al farci trovare un significato nella vita. Quando si è legati a un gruppo e ci si sente responsabilizzati verso le altre persone, il senso di avere uno scopo si traduce nel prendersi maggior cura di noi stessi e caricarci di meno rischi. E questo è un effetto che si può riscontrare a tutte le età”.
A puntare il dito contro la solitudine anche un'altra ricerca firmata da un team di psicologi delle università di Harvard e di Chicago, secondo i quali la solitudine sarebbe anche contagiosa e le emozioni che ognuno di noi sente dentro di sé avrebbero la capacità di trasmettersi facilmente nel corpo sociale che ci circonda. La ricerca ha esaminato le condizioni di 5.000 soggetti nell'arco di un decennio, rifacendosi al Framingham Hearth Study, una grande raccolta di dati iniziata nel 1948 con lo scopo di valutare la diffusione di patologie cardiovascolari nella popolazione nordamericana. Nel complesso, il Framingham ha seguito circa 12.000 persone nell'arco di tre generazioni. I ricercatori di Harvard e Chicago hanno scelto quelle appartenenti alla seconda generazione, arrivando alla conclusione che il sentimento della solitudine, ovvero la massima espressione della propria individualità, avrebbe in realtà un valore e un'influenza collettivi. Nell'articolo pubblicato sul “Journal of Personality and Social Psychology”, il professor Joseph Cacioppo, che ha coordinato la ricerca, afferma: “La solitudine non è proprietà di un singolo individuo; può essere trasmessa anche a individui che non hanno contatti diretti con la fonte originaria del contagio”. Chi dà vita al contagio, per usare le parole del ricercatore, si trova ai margini della rete sociale di riferimento, il che lo spinge a isolarsi sempre di più: “Alla periferia le persone hanno meno amici e la loro solitudine li porta poi a perdere via via quelli che erano rimasti”. È sorprendente notare che, in base allo studio, chi ha un parente o un amico in una condizione simile ha il 52% di probabilità in più di sentirsi solo a sua volta, mentre la percentuale scende drasticamente all'aumentare dei gradi di separazione fra le persone: “I 'soli' interagiscono con gli altri in modo negativo e questo crea umori negativi a domino. L'idea è che il nostro tessuto sociale può consumarsi ai bordi, proprio come i fili dei bordi di un maglione”, sostiene il professor Cacioppo. In una sorta di infernale circolo vizioso, le persone sole avranno meno fiducia negli altri e saranno meno disposte ad allacciare nuove amicizie in grado di strapparle a tale condizione. Si genera così una sorta di virus che, oltre a determinare l'infelicità delle persone in questione, può incidere anche sulla salute fisica delle stesse, attraverso episodi depressivi, insonnia, ansia e altre manifestazioni che riducono la qualità della vita e la sua durata. Tutte queste ricerche ci invitano quindi ad abbandonare ogni proposito di autosufficienza e a guardare con sospetto chi romanticamente esalta il fascino dell'eremita.

Mercoledì, 09 Dicembre 2015 07:22

SPINACI: LE FOGLIE SONO ANCHE ANTIDIABETE.

09-12-2015

La forza di braccio di ferro? Non muscoli d'acciaio, ma un'assicurazione contro il rischio di diabete. A riscrivere la storia del forzuto marinaio una ricerca pubblicata sul British Medical Journal che promuove gli spinaci a verdura efficace contro la malattia metabolica. Basterebbe, infatti, introdurre una porzione di ortaggi a foglia verde per tagliare del 14% le probabilità di ammalarsi di diabete di tipo 2. Lo sostengono gli esperti dell'Università di Leicester, in Gran Bretagna, che guidati da Melanie Davies hanno studiato i dati di 220 mila adulti. Il team ha calcolato che per ogni porzione da 106 grammi - oltre agli spinaci anche i cavoli fanno la loro parte - il metabolismo guadagna 14 punti di bonus contro una delle malattie più diffuse nel mondo, con oltre 330 milioni di persone affette. In Italia si stima che i malati di diabete siano più del 4% della popolazione totale, quindi più di 2,5 milioni di persone. L'alimentazione è insieme al movimento fattore chiave per la prevenzione. Per i nutrizionisti, la regola delle 5 porzioni di frutta e verdura ogni giorno non andrebbe mai dimenticata. Eppure, stando alle statistiche, non più di una persona su cinque adotta questa misura del benessere a tavola. Eppure, le verdure a foglia avrebbero una marcia in più grazie all'alta concentrazione di antiossidanti e vitamina C e a sali minerali come il magnesio.

 

http://www.bbc.com/news/health-11028825                                                              

http://www.medicalnewstoday.com/articles/198402.php

 

 

08-12-2015

L’anice stellato è una spezia meravigliosa che aiuta a tenere a bada il cancro. L’ambiente rappresenta una grande minaccia per la nostra salute, in questi giorni. Le tossine dall’ambiente entrano nel corpo e generano radicali liberi che causano danni alle cellule sane, dando origine a malattie come il cancro. Un cambiamento della dieta e l’aggiunta di alimenti che sono ricchi di antiossidanti, può prevenire il cancro. Gli antiossidanti interagiscono con questi radicali liberi e li uccidono prima che possano danneggiare le cellule. L’anice stellato è una spezia che offre un gran numero di vantaggi ed è ricca di antiossidanti. Si tratta di un ingrediente importante presente nella maggior parte delle spezie cinesi e gli studi hanno indicato che esso può aiutare a tenere a bada il cancro.

COME AGISCE L’ANICE STELLATO?

Gli inquinanti che entrano nel nostro corpo attraverso varie fonti, danno luogo a radicali liberi che sono una delle principali cause di malattie più croniche, tra cui il cancro. Gli antiossidanti o alimenti ricchi di antiossidanti e spezie come l’anice stellato, possono combattere i radicali liberi e liberarci delle tossine e di altre sostanze cancerogene. L’anice stellato è ricco di flavonoidi e fenoli che proteggono il DNA dai danni. La gravità del cancro aumenta a causa di metastasi. Uno studio ha dimostrato che l’anice stellato inibisce la migrazione delle cellule del cancro impedendo così la sua diffusione. L’anice stellato ha anche dimostrato un potenziale anticancro in studi in vitro, riducendo lo stress ossidativo e, quindi, può essere usato come una spezia per prevenire o ridurre il rischio di diversi tipi di cancro. Inoltre, l’anice stellato aiuta a prevenire le coliche nei bambini e negli adulti.

COME USARE L’ANICE STELLATO?

Questa spezia ha un aroma dolce e piccante e quindi si mescola bene con la maggior parte dei piatti. Può essere aggiunto al tradizionale tè o preparato come infuso da bere ogni giorno, per godere dei suoi numerosi benefici.

Martedì, 08 Dicembre 2015 14:04

DOMANDE SULLE VACCINAZIONI.

08-12-2015

Non è mia intenzione terrorizzare le persone sulla questione dei vaccini, ma lo scopo è quello di farvi porre delle domande allo scopo di capire se voi genitori siate sufficientemente informati di ciò che può anche accadere ai vostri figli, quando vengono sottoposti a queste pratiche. Potete iniziare con delle domande che vi saranno sicuramente utili quando dovrete incominciare a preoccuparvi perché non accada alcunché di negativo ai vostri figli, se deciderete di aderire a queste rischiose metodiche. Ricordatevi che i rischi ci sono e sono molteplici, non virtuali, ma reali!

1 - I vaccini servono veramente a salvaguardare la salute nostra e dei nostri figli?

2 - Quanto siamo veramente informati degli eventuali danni, più o meno gravi, prodotti dai vaccini?

3 - Siamo al corrente che vaccinando possiamo incorrere in qualche rischio, poiché due leggi dello Stato ammettono già che possono succedere degli inconvenienti e per tale motivo si prevede un indennizzo e un risarcimento a chi verrà colpito da tali avversità?

4 - Conosciamo la legge n°210/92 e successive modifiche e la 229/05 che dovrebbero essere affisse in tutti gli studi medici pubblici e privati in modo tale che chiunque informandosi possa sapere che i danni esistono realmente?

5 - Quanti genitori hanno preso visione delle controindicazioni che sono contenute nel foglietto accompagnatorio di ogni medicamento, comprese le vaccinazioni?

6 - Siamo a conoscenza di quali e quante malattie sono prodotte dai vaccini?

7- Perché, nella Comunità Europea, le vaccinazioni rimangono obbligatorie solo in Italia e Francia?

8 - Perché si vaccina senza fare nessun accertamento preventivo? E se ci fosse latente un qualunque deficit immunitario, primario o secondario, cosa accadrebbe?

9 - E’ assurdo affermare che le vaccinazioni producono malattie?

10 - Perché la medicina allopatica ha creato il “dogma” dei vaccini quando i dogmi possono essere accettati solo nell’ambito della fede?

11 - Siamo a conoscenza che con l’evento delle vaccinazioni c’è stato un calo delle malattie infettive ma contemporaneamente un incremento esponenziale delle malattie degenerative molto più gravi delle precedenti?

12 - Siamo a conoscenza che non esiste la possibilità di curare le reazioni avverse delle vaccinazioni?

Lunedì, 07 Dicembre 2015 08:12

DALLE PIANTE AI MEDICINALI DI SINTESI CHIMICA.

07-12-2015

Nel I secolo d.C. Dioscoride, medico e botanico greco, compilò un repertorio che comprendeva tutti i rimedi offerti dalla natura, descrivendo con speciale attenzione circa 600 piante medicinali. L'opera, ampliata dai suoi discepoli fino a raggiungere i sei volumi, è conosciuta con il titolo " Della materia medica" o semplicemente "Il Dioscoride" e, per più di 1700 anni, servì come libro di testo fondamentale per tutti i medici dell'Occidente; la sua diffusione fu tale che sembra sia stata superata solo dalla Bibbia. Era un ricettario o un vademecum prezioso come opera di consultazione per individuare piante e rimedi utili per qualsiasi malattia. Fu tradotto ripetutamente in latino e in italiano e si diffuse ampiamente in tutta Europa. In Italia Pierandrea Mattioli, medico e naturalista senese, scrisse nel 1544 i "Commentari a Dioscoride", in cui classificò tutte le piante allora note secondo le loro proprietà medicinali. La chimica intanto progredì, nacque la farmacologia e, così, a partire dal XVIII secolo, i medici sostituirono poco a poco le loro ricette a base di piante, ispirate al Dioscoride, con prescrizioni a base di prodotti chimici estratti dalle piante stesse.

- Nel 1803 un farmacista tedesco, F.W. Serturner, isolò un alcaloide dall'oppio del papavero e lo chiamò morfina, da Morfeo, il Dio greco del sonno.

- Nel 1817 fu isolato il principio attivo dell'ipecacuana, l'emetina.

- Alla metà del XIX secolo il chimico tedesco Hoffmann ottenne l'aspirina, partendo dalla corteccia del salice.

- Nel 1920 i farmacisti francesi Pelletier e Caventou scoprirono la chinina, analizzando l'albero della china.

Una volta scoperti e isolati i principi attivi delle piante, si pensò di sostituirli alle vecchie ricette: infatti le sostanze pure erano più potenti, più facili da dosare e la loro somministrazione sotto forma di capsule, compresse o altro, era più comoda. I successi della chimica farmaceutica fecero così dimenticare in breve tempo i rimedi naturali, cioè le piante medicinali così come si trovano in natura e perfino i loro estratti e preparati.
Ma l'euforia del successo della chimica farmaceutica non è durata a lungo: contrariamente a quello che si pensava in un primo momento, per esempio, i sempre più potenti antibiotici sintetici non sono stati capaci di debellare completamente le malattie infettive. E' vero che grazie a essi sono state salvate moltissime vite, ma è altrettanto vero che sono cresciute enormemente le resistenze batteriche e virali, le allergie e altre conseguenze indesiderate. I potenti corticosteroidi e i farmaci antinfiammatori possono risolvere malattie acute, ma spesso sono inefficaci in quelle croniche come, per esempio, le malattie reumatiche, i disturbi digestivi e alcuni degli effetti collaterali direttamente connessi ai medesimi farmaci.

Lunedì, 07 Dicembre 2015 08:10

ALLERGIE: UNO SCUDO CONTRO IL TUMORE.

07-12-2015

Naso chiuso, occhi lacrimanti? Non è il caso di lamentarsi troppo: le allergie, da semplici malfunzionamenti del sistema immunitario, potrebbero infatti rivelarsi valide alleate contro la formazione di alcuni tipi di cancro. È quanto sostengono i ricercatori Paul Sherman, Erica Olanda e Janet Shellman Sherman della Cornell University di Chicago, secondo i quali i disturbi allergici sarebbero in grado di proteggere dai tumori grazie all’espulsione di particelle estranee, alcune delle quali potrebbero essere cancerogene o trasportare agenti tumorali. Inoltre, aggiungono gli specialisti, le allergie possono dimostrarsi utili dispositivi di allarme informandoci della presenza, nell’aria, di sostanze potenzialmente tossiche.
I ricercatori hanno esaminato 650 studi, realizzati negli ultimi cinque anni, riguardanti la possibile correlazione tra allergie e tumori. E in base ai dati hanno scoperto l’esistenza di una relazione inversa tra la presenza di forme allergiche e lo sviluppo di patologie cancerogene negli organi a contatto diretto con l’ambiente esterno (bocca, gola, colon, retto, cute, cervice, pancreas e cellule gliali del cervello). L’associazione non è invece stata riscontrata nel caso dei tumori che colpiscono tessuti che non sono a contatto diretto con l’esterno, come quello al seno, alle cellule cerebrali, alla prostata, il mieloma, e i tumori del sangue.
Il rapporto tra asma e cancro ai polmoni si presenta invece come un caso particolare. La maggior parte degli studi esaminati presenta infatti una correlazione tra le due patologie: in presenza di asma, il rischio di contrarre un tumore risulta maggiore. A differenza delle altre allergie polmonari che svolgono una funzione protettiva, "l`asma ostacola la pulizia delle mucose polmonari - spiegano i ricercatori - bloccando ogni potenziale effetto benefico di espulsione allergica".

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19143335

http://www.sciencedaily.com/releases/2008/10/081029121828.htm

http://www.eurekalert.org/pub_releases/2008-10/uocp-tut102908.php

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