Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

Venerdì, 04 Dicembre 2015 07:41

I NEONATI SANNO CONTARE?

04-12-2015

I bambini sono in grado di contare molto prima di imparare cosa sono i numeri. Alcuni ricercatori hanno svolto delle ricerche per stabilire se i bambini sanno effettivamente contare gli oggetti, ma da alcuni studi non risulta chiaro se i piccoli presi in esame siano consci dei numeri oppure rispondano solo a cambiamenti di forma o ad altre qualità non numeriche. Per capire meglio queste reazioni è stato svolto di recente uno studio della Yale University of Connecticut. Sembra infatti che anche i bambini molto piccoli abbiano un modo di contare molto personale, e in generale si può affermare che possiedono una loro “vita intellettiva” molto più ricca di quanto non si creda. Per indagare queste qualità, i ricercatori hanno preso in esame un gruppo di bambini dell’età di cinque mesi e hanno loro mostrato una raccolta di cerchi rossi sullo schermo di un computer: variando il numero di cerchi rossi sullo schermo si sono accorti non solo che i loro piccoli pazienti si accorgevano del cambiamento, ma anche che impiegavano più tempo nell’osservazione. Proprio come se stessero contando i nuovi oggetti. Infatti nessuna variazione era stata introdotta oltre a quella numerica. Forme e colori restavano gli stessi. La scoperta che anche in tenera età l’essere umano è in grado di contare è particolarmente importante: apre una nuova finestra sulle nostre capacità intellettive ancora nascoste e può essere un fondamentale aiuto per sviluppare nuovi metodi di insegnamento della matematica.

 

http://www.yale.edu/minddevlab/papers/ennumeration.pdf

Giovedì, 03 Dicembre 2015 08:02

OLIO DI COCCO EFFICACE CONTRO LA CANDIDA.

 

Giovedì, 03 Dicembre 2015 07:52

RIMEDI CONTRO IL RAFFREDDORE.

03-03-2015

BRODO DI POLLO

Che ci si creda o meno, il brodo di pollo pare faccia miracoli. Nel Mount Sinai Medical Center di Miami lo vendono addirittura in lattina come antidoto contro il raffreddore, mentre nella clinica Mayo di Rochester, negli Stati Uniti, curano le epidemie proprio con tazze di brodo bollente. Il pollo, infatti, contiene un aminoacido chiamato cisteina che svolge un'azione simile a quella dell'acetilcisteina, un derivato acetilato della cisteina, che viene consigliato in caso di bronchite o di infezioni respiratorie. I sintomi del raffreddore, a quanto pare, si affievoliscono fino a scomparire.

IDROTERAPIA

A certe temperature l'acqua può combattere il raffreddore. Con l'idroterapia si può, infatti, provocare un aumento della temperatura corporea e riattivare la circolazione sanguigna. In questo modo si stimola anche l'attività del sistema di difesa naturale. Ma come procedere? Dopo essersi messi sotto la doccia, bisogna alternare un getto di acqua calda per 5 minuti a uno di acqua fredda, per 30 secondi. In un primo momento il passaggio brusco di temperatura può essere scioccante, ma in seguito ci si sentirà meglio. L'acqua calda provocherà una vasodilatazione cui seguirà una vasocostrizione dovuta al freddo. Questo attiverà la circolazione del sangue favorendo anche un naturale processo di disintossicazione. Con i bambini si può invece procedere con spugnature calde alternate ad altre fredde. Dopo queste ultime, dovranno essere avvolti in una coperta calda per farli sudare.

FITOTERAPIA

Anche una miscela a base di fiori di tiglio, sambuco, salice, timo e cannella, preparata dall'erborista, può essere utile. Per realizzare l'infuso si procede così: lasciare riposare un cucchiaio di queste erbe in una tazza d'acqua bollente (ricordarsi di non fare mai bollire le erbe nell'acqua), per 5 minuti. Filtrare e berne 3 tazze al giorno, da preparare di volta in volta. Questo infuso non deve però essere assunto dagli allergici all'aspirina, perchè potrebbero presentarsi gli stessi effetti collaterali.

Attenti agli spray: La tentazione di usare gli spray è forte, essendo facilmente acquistabili in farmacia, e possono aiutare a diminuire la secrezione nasale favorendo la respirazione. Attenzione, però: questi medicinali contengono sostanze che restringono i vasi sanguigni (vasocostrittori) e se si usano a lungo possono avere come effetto collaterale l'assuefazione. Dunque, a lungo andare, per avere il naso libero bisogna continuare a usarli. Per respirare meglio è più opportuno:

- mettere alcuni panni bagnati sul termosifone, profumandoli con oli essenziali;

- fare fumenti con una bacinella d'acqua calda e qualche goccia di lavanda, eucalipto o cannella.

03-03-2015

Nel corso degli ultimi decenni, si è registrato un uso eccessivo di antibiotici più alto di tutti i tempi. Questo comporta inevitabilmente il riadattamento e/o l’evoluzione dei batteri responsabili delle varie malattie con il risultato che diventano sempre più resistenti ai farmaci. La loro evoluzione è talmente rapida che alcuni preferiscono chiamarli “superbatteri”, questi ultimi, secondo alcune fonti, hanno stupìto i ricercatori i quali non si aspettavano una tale rapidità evolutiva. In passato quando non esistevano ancora gli antibiotici farmaceutici, si utilizzavano un certo tipo di alimenti ed erbe. Molti di questi “difensori” naturali vengono tuttora utilizzati.
I nostri antenati facevano a meno delle medicine prodotte dalle aziende e non credo che abbiano sofferto questa mancanza. Al giorno d’oggi esistono ancora diverse piccole tribù (Australia, Africa, America), dove il tempo sembra essersi fermato, ma il fatto curioso è che tra questa gente vivono molti anziani. Questo significa che pur non avendo determinati “comfort” come nel nostro caso le medicine farmaceutiche, vivono serenamente al contrario di quel che ci fanno credere quando asseriscono che i vaccini (soprattutto quelli antinfluenzali) “sono necessari” per la nostra salute. Questi popoli vivono camminando scalzi e seminudi, eppure invecchiano, non muoiono di influenza perché conoscono le piante, una conoscenza che gli viene tramandata di generazione in generazione. Noi che siamo “evoluti” e viviamo circondati di tutti i comfort possibili, non possiamo permetterci di mangiare serenamente gli alimenti (soprattutto crudi) perché rischiamo di ammalarci per via di tutti quei pesticidi, e antibiotici con i quali vengono trattati, sia gli animali da pascolo che la vegetazione destinata al consumo alimentare. Certo, nessuno ci vieta di mangiare ciò che vogliamo, ma la verità è che non sappiamo mai quanto è affidabile un determinato prodotto alimentare.
Giusto qualche giorno fa ho visto un pezzetto di un documentario che mostrava una tribù africana, anche se in questo momento non ricordo il nome, dalla bassa statura. Erano tutti alti all’incirca un metro e sessanta (massimo), ma in mezzo a loro c’erano degli anziani belli arzilli e sorridenti, e ad un certo punto mentre camminavano con le telecamere della troupe televisiva dietro, si sono fermati mostrando 3 piante e descrivendone le proprietà curative. In questo documentario ci si domandava perché dobbiamo mandar giù tutti questi farmaci creati in fabbrica, che vengono mischiati con sostanze “poco naturali”, quando c’è gente che campa cent’anni mangiando le piante. In TV ci mostrano solo le persone disagiate o quelle che contraggono malattie infettive. Come si spiega che nelle zone dove sono presenti gli aiuti umanitari, guarda caso la gente muore di malattie infettive, mentre dove vivono isolati e indisturbati, campano cent’anni (o quasi)? Non sarà che a questa povera gente vengono somministrati appositamente “vaccini sperimentali” che per qualche ragione provocano più effetti collaterali che benefici?
Sono fermamente convinto che le malattie in certi luoghi le ha portate l’evoluzione (l’uomo di città), non certi tipi di animali. Questo significa che il potente sfrutta (sacrifica) le persone solo per business. Ma torniamo agli antibiotici naturali. Di seguito una lista degli antibiotici naturali che i nostri antenati utilizzavano al posto delle pillole moderne.

ORIGANO E OLIO D’ORIGANO

Probabilmente utilizzi l’origano come spezia aromatizzante nei tuoi piatti preferiti senza nemmeno renderti conto dei benefici per la salute che contiene. Oltre alle sue proprietà antibatteriche, l’origano può aiutare nella digestione e perdita di peso. L’olio di origano contiene il carvacrolo o cimofenolo, una sostanza che conferisce all’origano il suo odore caratteristico. Ma non tutti sanno che tale sostanza attiva le Heat Shock Proteins, che attraverso i linfociti T bloccano l’infiammazione articolare causata dal batterio Escherichia coli. Inoltre, uno studio della Long Island University mostra il ruolo del carvacrolo nell’apoptosi delle cellule tumorali nel cancro alla prostata. In buona sostanza questa spezia non è un semplice condimento alimentare, ma in passato veniva utilizzato per il trattamento di infezioni digestive.

ACETO DI MELE

Assumere dosi giornaliere di aceto di mele comporta benefici di vasta portata al nostro organismo. Include proprietà antibiotiche e antisettiche, e può esserti d’aiuto dalla gestione del peso a l’abbassamento del colesterolo e, addirittura nella prevenzione di alcuni tipi di cancro. È un astringente privo di sostanze chimiche e può essere utilizzato localmente per disinfettare e sterilizzare. Le antiche civiltà lo conoscevano bene (egiziane, babilonesi e cinesi).

MIELE

Gli antichi romani usavano il miele sul campo di battaglia per curare le ferite e prevenire le infezioni. Inoltre, tutt’oggi si continua a considerare il miele uno dei migliori antibiotici naturali, antimicrobici, antinfiammatori, e antisettici. Il miele di Manuka della Nuova Zelanda ha dimostrato di avere i più alti livelli di antiossidanti e proprietà curative. Il perossido di idrogeno contenuto nel miele aiuta l’organismo a combattere le infezioni e impedisce la crescita dei batteri. Un calmante per il sistema digestivo, il miele elimina le tossine dal sangue e aiuta il fegato ad operare in modo più efficiente. Un grande impulso al sistema immunitario, si consideri che unendo miele con cannella si rafforzano i globuli bianchi. Il miele biologico crudo è l’opzione migliore in quanto la maggior parte dei metodi di pastorizzazione uccide gli effetti antiossidanti.

CURCUMA

In realtà della curcuma ne ho parlato in diversi articoli. La curcuma può essere applicata nelle zone infette sulla pelle, mescolandola con il miele.

AGLIO

L’aglio è famoso per le sue qualità. Contiene l’allicina che protegge l’organismo da parassiti, batteri e come ho già detto altre volte, è molto utile per tenere pulite le arterie quando per diversi fattori il colesterolo buono non riesce a svolgere bene il suo lavoro (viene anche chiamato lo spazzino delle arterie). In buona sostanza l’aglio è molto utile per la circolazione del sangue.

SEMI DI POMPELMO

Pare che l’estratto di semi di pompelmo sia efficace contro più di 800 forme di virus e batteri, più di un centinaio di ceppi di funghi e molti parassiti. Quindi contiene proprietà antiossidanti, aumenta l’immunità, alcalinizza il corpo naturalmente, e aiuta la digestione migliorando la flora intestinale.

ECHINACEA

Tra le varie qualità, il consumo di questa erba ha dimostrato una riduzione importante del raffreddore.

CAVOLO

Sono presenti composti di zolfo nel cavolo, un membro della famiglia delle crocifere, che include broccoli e cavolfiori. Questi ortaggi si sono dimostrati efficaci combattenti per alcuni tipi di cancro. Quello che molti non conoscono è la quantità di vitamina C che si trova nell’ortaggio. Una sola tazza fornisce il 75% del fabbisogno giornaliero necessario per il nostro organismo. Naturalmente è un antibatterico, per cui mangiare cavolo crudo triturato in insalata, come contorno, o bere un succo di cavolo fresco (con aggiunta di miele per addolcire) è un ottimo modo per migliorare la digestione, prevenire le malattie, e controllare il peso forma.

OLIO DI COCCO

Antifungineo, antimicrobico e ricco di antiossidanti. Puoi usarlo per rafforzare il sistema immunitario, l’equilibrio della tiroide, colesterolo e livelli di zucchero nel sangue, inoltre, è utile per migliorare la funzione cerebrale. Si tratta di un prodotto sicuro ed è da considerare un dei doni più versatili e unici che Madre Natura ci offre.

Mercoledì, 02 Dicembre 2015 07:26

LO SPERMA AIUTA IL SISTEMA IMMUNITARIO FEMMINILE.

02-12-2015

D'ora in poi non si potrà dire che in fatto di bambini gli uomini servono solo per il concepimento. Uno studio dell'Università di Adelaide, in Australia, sottolinea il ruolo fondamentale svolto dal liquido seminale maschile per la preparazione del sistema immunitario della donna, in modo che esso sia maggiormente ricettivo nei confronti del feto. Secondo gli esiti dello studio pubblicato sull'Australian Health and Medical Research Congress, le donne che hanno un'esposizione allo sperma frequente nei mesi che precedono il concepimento mostrano anche una possibilità inferiore di complicazioni durante la gravidanza, in particolare preeclampsia e crescita ridotta del feto.
I ricercatori hanno rilevato su modello murino che l'esposizione frequente al liquido seminale innalza il numero di un tipo di cellule immunitarie, i linfociti T, fondamentali nello sviluppare quella tolleranza necessaria ad accogliere il feto. I motivi per cui lo sperma agirebbe in questo modo sono due: innanzitutto induce il sistema immunitario della donna a riconoscere l'impronta immunologica paterna, e in secondo luogo incoraggia una tolleranza maggiore dell'ambiente immunitario, svolgendo un ruolo simile a quello di un vaccino.

http://www.abc.net.au/science/articles/2012/11/27/3641649.htm?site=science/demonstrations&topic=latest

http://www.dailymail.co.uk/health/article-2239104/Why-having-sex-increases-chance-having-healthy-baby.html

Mercoledì, 02 Dicembre 2015 07:24

OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA COME ANTIDIABETICO.

02-12-2015

L'olio extravergine d’oliva può essere considerato un farmaco antidiabetico naturale. A sostenerlo è uno studio di ricercatori dell'Università La Sapienza di Roma pubblicato su Nutrition & Diabetes. Secondo gli scienziati romani, infatti, una dose quotidiana di 10 grammi di olio ha l'effetto di un antidiabetico orale con un meccanismo simile a quello dei farmaci di nuova generazione, le incretine, ormoni naturali prodotti a livello gastrointestinale che riducono il livello della glicemia nel sangue. L'olio aumenta il livello di incretine e di conseguenza diminuisce quello della glicemia, aumentando nel contempo l'insulinemia nei pazienti sani: “Lo studio apre interessanti prospettive sul suo uso nei pazienti con diabete, in cui la glicemia post-prandiale può essere molto elevata e potenzialmente dannosa per il sistema cardiocircolatorio. “Negli studi finora pubblicati non era stato mai individuato il meccanismo attraverso cui l'olio interferisce con il metabolismo del glucosio", spiegano gli autori guidati dal prof. Francesco Violi.
La ricerca, condotta nei laboratori del Policlinico Umberto I di Roma, ha analizzato il profilo glucidico e lipidico di 25 soggetti sani randomizzati. Ad alcuni sono stati somministrati 10 grammi di olio d'oliva all'interno di un pasto di tipo mediterraneo. Le analisi hanno comparato gli effetti rispetto a un pasto in cui non c'era l'olio d’oliva e a un altro in cui veniva utilizzato l'olio di semi. Il profilo glucidico e quello lipidico dei soggetti sono stati verificati prima del pasto e 2 ore dopo. Dai risultati emerge che i pazienti che assumevano olio extravergine d’oliva mostravano valori molto più bassi di glicemia e livelli più alti di insulinemia. Si registrava anche un aumento significativo delle incretine e una riduzione evidente del colesterolo serico.
"La sperimentazione è stata successivamente effettuata su un campione di diabetici e già i primi risultati sono incoraggianti. Una terza fase di studio prevede la messa a punto di una terapia ottenuta a partire dall'olio extravergine che potrà offrire ai pazienti con diabete farmaci alternativi assolutamente naturali e senza effetti collaterali", spiegano i ricercatori. "Mentre questi dati sono utili per capire il meccanismo attraverso cui l'olio d’oliva previene il diabete - spiega Violi - la riduzione della glicemia e del colesterolo post-prandiale apre nuove strade sull'uso di questo condimento nella dieta per prevenire le complicanze cardiovascolari dell'arteriosclerosi. Studi recenti, infatti, hanno dimostrato che i picchi post-prandiali di glucosio e colesterolo sono potenzialmente dannosi nei pazienti a rischio di complicanze aterosclerotiche; ridurne, pertanto, l'entità potrebbe apportare benefici".

 

02-12-2015

Un colpo di freddo, un’uscita senza foulard, il tempo ballerino e la gola diventa secca, infiammata, con la fastidiosa sensazione di non riuscire a deglutire. Tanti sono i rimedi naturali per contrastare il mal di gola. Eccone alcuni:

- TISANA ALLA CIPOLLA: fate bollire per ogni tazza d’acqua la buccia di mezza cipolla, filtrate, lasciate raffreddare, zuccherate a piacimento e sorseggiate varie volte al giorno.

- CANNELLA: la cannella è una spezia molto efficace nel dare sollievo alla gola irritata. Fate bollire un pò d’acqua (il quantitativo di un bicchiere) con qualche pezzetto di cannella, aggiungendo un pizzico di pepe e due cucchiaini di miele. In alternativa, provate il tè aromatizzato alla cannella.

- ACETO DI MELE: consigliati anche i gargarismi con aceto di mele: è sufficiente diluire un cucchiaino di aceto in un bicchiere d’acqua.

- OLIO ESSENZIALE DI EUCALIPTO: gargarismi possono essere effettuati anche con 1-2 gocce di olio essenziale di eucalipto versate in un bicchiere di acqua tiepida.

- INFUSO DI SANTOREGGIA: Impiegato per sciacqui e gargarismi, l’infuso di santoreggia è semplicissimo da preparare. Occorrono 4 grammi di santoreggia essiccata ogni 100 millilitri di acqua. La santoreggia va lasciata in infusione in acqua bollente per circa 10 minuti, filtrando e lasciando raffreddare l’infuso.

- PROPOLI: la propoli è un antichissimo rimedio contro il mal di gola. Conosciuta sin dall’antichità, si scioglie in acqua o nelle tisane, effettuando gargarismi prima di berla. Può essere assunta anche in via preventiva, iniziando a prenderla circa un mese prima della stagione critica.

- MIELE E LIMONE: in alternativa, mettete in una tazza d’acqua calda un cucchiaino di miele ed uno di succo di limone, sorseggiando la miscela ogni 4 ore.

- BICARBONATO: efficace anche l’intramontabile bicarbonato. Basta scioglierne un cucchiaino in un bicchiere d’acqua tiepida, effettuando gargarismi.

- SUCCO D’UVA ACERBA O VINO: utilissimi nel curare l’infiammazione dolorosa della gola, i gargarismi a base di succo d’uva acerba. In alternativa, riscaldate del vino in un pentolino, sorseggiandolo di tanto in tanto.

- ZENZERO, PEPERONCINO E AGLIO: mettete a bollire una radice di zenzero con un pizzico di peperoncino in polvere in 500 ml di acqua per 10 minuti. Spegnete, aggiungendo uno spicchio d’aglio schiacciato; lasciate intiepidire, filtrate e sorseggiate per un’immediata sensazione di sollievo.

Mercoledì, 02 Dicembre 2015 07:21

LO SAPEVATE CHE...

02-12-2015

Nel cioccolato la quantità di ferro contenuta è superiore a quella della carne rossa e delle uova, la quantità di magnesio è superiore che in qualunque altro alimento e infine c'è più fosforo nel cioccolato che nel merluzzo. Mangiando cioccolato, miglioriamo il nostro umore e combattiamo lo stress, grazie a tre particolari sostanze in esso contenute: la feniletilamina, una molecola che si lega agli stessi recettori cerebrali delle anfetamine, e che fornisce disponibilità immediata di energia, la serotonina l'ormone dell'umore, non è contenuta nel cacao, ma ne favorisce la secrezione, procurando così una sensazione di appagamento e benessere (ecco perchè quando siamo tristi, ci assale una voglia irrefrenabile di cioccolato) e l'anandemide un elemento del cacao in grado di stimolare le percezioni sensoriali e a indurre euforia. Inoltre, non è completamente vero che l'ingestione di grandi quantità di cioccolato contribuiscono all'evoluzione dell'acne, come non è neanche vero che caria i denti. Al contrario, contiene tre tipi di sostanze anticariogene: i tannini che contengono il 6 per cento di polidrossifenolo, che inibisce lo sviluppo di batteri, il fluoro e i fosfati che bloccano gli acidi formati dal metabolismo degli zuccheri. Naturalmente, mi riferisco al cioccolato fondente amaro, perchè quello al latte, oltre a contenere questo alimento dannoso per l'organismo, il cioccolato è trattato con alte quantità di zucchero, dannoso sia per i denti che per l'organismo.

01-12-2015

Durante le brevi giornate invernali, in cui fa buio prima, è più facile cadere preda dell’aggressività. Non è altro che una reminiscenza del nostro più antico passato, quando essere aggressivi poteva essere un vantaggio nei periodi in cui il cibo era più scarso. Ora è stato appurato che a far scattare maschi e femmine è un ‘interruttore’ ormonale differente. Da uno studio condotto sui criceti, infatti, è emerso che “l’effetto inverno” per le femmine sarebbe collegato a un meccanismo ormonale del tutto peculiare. La ricerca, che chiarisce alcuni aspetti del legame tra ormoni sessuali e aggressività, potrebbe portare a dei progressi nel trattamento di questa forma di violenza negli esseri umani. Lo studio è stato pubblicato su ‘Proceedings of the Royal Academy B’ ed è firmato da ricercatori dell’Indiana University.
“I risultati - spiega Nikki Rendon, prima autrice dello studio - mostrano per la prima volta che la melatonina agisce direttamente sulle ghiandole adrenaliniche nelle femmine per accendere un “interruttore dell’aggressività stagionale'” che attiva una serie di ormoni specifici. Un meccanismo del tutto diverso da quello che agisce nei maschi. Il lavoro è stato portato a termine da scienziati del team di Gregory Demas, docente di biologia all’IU, che ha scoperto per la prima volta il legame tra le giornate più corte tipiche della stagione fredda e l’aggressività negli animali. L’équipe ha esposto dei criceti a un inverno simulato, valutandone poi le reazioni in situazioni in cui un esemplare era percepito come un intruso. Così hanno potuto registrare tutti i cambiamenti legati all’effetto inverno nelle femmine, registrandone le reazioni fisiche e ormonali. E confrontandole con quelle di compagne che non erano state sottoposte all’effetto inverno. “Appare sempre più chiaro che gli ormoni sessuali giocano un ruolo importante nel controllare l’aggressività in maschi e femmine. Ma le femmine, umane e non, sono molto poco studiate nella scienza. Conducendo questa ricerca proprio sulle femmine - conclude Rendon - stiamo contribuendo a comprendere gli effetti degli ormoni sul comportamento sociale, in un campo attualmente dominato da discussioni sul testosterone che regola l’aggressività nei maschi“.

 

http://indiatoday.intoday.in/story/short-winter-days-make-women-aggressive/1/525833.html

http://www.eurekalert.org/pub_releases/2015-11/iu-iss111315.php

http://www.scienceworldreport.com/articles/33245/20151118/short-winter-days-trigger-aggression-hormones-females.htm

30-11-2015

Era indubbiamente un errore dall'inizio definire la melatonina come un «ormone» dato che questa classificazione fuorviante ha generato una serie di bugie atte a confondere il pubblico sulla vera natura di questa sostanza. Infatti le ovvie ragioni per le quali la melatonina non può essere definita un ormone «classico» e tanto meno «pericoloso» sono le seguenti:

1. La melatonina viene sintetizzata, non solo nella pineale, ma anche in numerosi altri organi e tessuti come, per esempio, la retina, la mucosa intestinale, nei megacariociti, nelle piastrine e, nei roditori, nelle ghiandole Harderiane, tutti questi tessuti che non possono essere definiti come tipiche «ghiandole endocrine».

2. Dopo la pinealectomia (rimozione chirurgica della pineale), la melatonina circolante non scompare come quando vengono rimosse le ghiandole endocrine (ipofisi, tiroide, surrenali, gonadi).

3. Non esiste alcun «fattore di rilascio» (releasing factor) per la melatonina come quelli trovati e anche usati per tutti gli ormoni classici.

4. Recettori con maggiore o minore affinità per la melatonina e «binding sites» sono stati evidenziati e trovati in una tale varietà di cellule (su membrane e nel citoplasma) e tessuti del corpo che la loro natura di «recettori ormonali specifici» per la melatonina su cellule bersaglio ben definite è impossibile da dimostrare, data la loro diffusione ubiquitaria.

5. La melatonina, anche se somministrata a dosi enormi di grammi al giorno per via orale (in un vecchio esperimento nell'uomo ne sono stati somministrati anche 6,6 grammi al giorno per 35 giorni), non ha provocato nessun danno o effetti collaterali immediati o tardivi. Qualsiasi altro vero ormone, con l'eccezione del DHEA (deidroepiandrosterone) avrebbe certamente prodotto la morte o danni gravi e irreparabili, come sarebbe il caso con il cortisone e la tiroxina. Perciò, contrariamente ai «veri» ormoni, con la melatonina non si osservano affatto effetti tossici collaterali. Anche 1500 donne sono state trattate in Olanda per anni con dosi giornaliere di 300 mg senza alcun danno!

6. L'inibizione della sintesi endogena di melatonina dopo la sua somministrazione orale non sembra dipendere, come è il caso con gli ormoni classici, sull'inibizione della sintesi dei fattori trofici (gonadotropine, tireotropina, corticotropina ecc.), ma su una semplice inibizione retroattiva (feedback) prodotta dallo stesso prodotto finale (la stessa melatonina) in una sequenza bio-sintetica. Per questo la somministrazione prolungata di melatonina non può indurre una «atrofia della pineale».

7. La melatonina è presente ovunque nella carne e nei vegetali, e la melatonina alimentare è assorbita rapidamente dal tratto gastro-intestinale. Esperimenti condotti recentemente con animali dimostrano che una dieta ricca di melatonina produce livelli ematici di melatonina che sono significativamente più elevati di quelli di animali con un basso livello di melatonina nella dieta. Perciò certamente i livelli di melatonina circolanti possono essere cambiati (aumentati o diminuiti) da un tipo di dieta che contenga livelli alti o bassi di melatonina. Nulla di simile può essere ottenuto con nessuno degli «ormoni» conosciuti!

Concludendo, la definizione della melatonina come «ormone» è assolutamente errata e non possiede alcuna base scientifica. In realtà la natura dei meccanismi di azione della melatonina come «mediatore chimico universale del mondo biologico» è tuttora sconosciuta esattamente come era sconosciuto il meccanismo di azione della penicillina quando essa fu scoperta e usata per salvare da mortali infezioni. E non era una sostanza endogena!

Bonus William Hill
Bonus Ladbrokes

Copyright © 2014-2024 Naturopata Angelo Ortisi - Tutti i diritti riservati.

Powered by Warp Theme Framework
Premium Templates