Angelo Ortisi
ZUCCHERO RAFFINATO: FA AUMENTARE LA PRESSIONE.
07-10-2015
Cambia il metabolismo, provoca problemi al fegato e fà gli stessi danni del fumo e dell’alcol: non stiamo parlando dell’ultimo menu lanciato nei fast food, ma più semplicemente dello zucchero. A rivelare la nocività di questo ingrediente è un gruppo di esperti dell’università di San Francisco, che in un articolo pubblicato dalla rivista "Nature" dal titolo “Sanità pubblica: la verità sulla tossicità dello zucchero” ha messo in evidenza come i danni provocati da questo alimento siano molto simili a quelli dati dall’alcolismo. “Lo zucchero è molto lontano dall’essere soltanto un fornitore di calorie – hanno spiegato Robert Lustig, Laura Schmidt e Claire Brindis – al livello consumato in occidente cambia il metabolismo, alza la pressione, altera i segnali ormonali e causa danni significativi al fegato. I pericoli per la salute sono largamente simili a quelli che si hanno bevendo troppo alcol, che non a caso deriva dalla distillazione dello zucchero”.
Secondo gli scienziati che hanno condotto lo studio questo ingrediente – così usato e diffuso in tutto il mondo – è uno dei principali responsabili dei 35 milioni di morti l’anno per malattie come il diabete o problemi cardiocircolatori. Naturalmente, come spesso accade, anche in questo caso a fare la differenza sono soprattutto le quantità; un caso su tutti: negli Stati Uniti l’apporto quotidiano di calorie date esclusivamente dallo zucchero è spesso pari o superiore alle 500 unità. Ciò vuol dire che più di un terzo delle calorie ingerite ogni giorno dagli americani deriva solo da questo ingrediente. Il problema dunque è che nel mondo, e specie in alcuni Paesi ricchi come gli Usa, se ne assume troppo, tanto che negli ultimi 50 anni il consumo medio pro capite è addirittura triplicato. E questo può portare nel tempo a malattie anche gravi, che tendono ad “uccidere lentamente”.
Hanno concluso gli esperti – ma questa deve diventare una preoccupazione dei governi. Si dovrebbe rendere il consumo di zucchero meno conveniente, e allo stesso tempo far capire il messaggio alla popolazione”. Oltre allo zucchero poi, ci sono una serie di altre “varianti” e derivati, come il fruttosio o l’aspartame, presenti comunemente in tanti cibi, che non sono meno pericolosi del classico zucchero. Come confermando gli studiosi, “una crescente mole di prove scientifiche mostra che il fruttosio può innescare processi tossici per il fegato e favorire molte altre malattie croniche”. E allora come prevenire le pericolose malattie derivanti da un consumo eccessivo di questo ingrediente? Sicuramente limitandone il consumo – imparando a mangiare e bere cibi e bevande meno zuccherate – e cercando di optare comunque per i dolcificanti naturali, come la stevia o il miele, che a parità di quantità hanno un potere dolcificante superiore a quello dello zucchero.
http://www.connectwell.biz/pdf/comment_truth_about_sugar.pdf
http://www.ucsf.edu/news/2012/02/11437/societal-control-sugar-essential-ease-public-health-burden
PELLE GIOVANE CON LE MELE.
07-10-2015
Oltre che saporite e notoriamente benefiche per l'organismo, le mele si sono rivelate preziose soprattutto come antiossidanti contro l'invecchiamento dell'epidermide. Lo annunciano i ricercatori della Cornell University di New York: le mele, meglio se consumate fresche per non essere impoverite di vitamina C, difendono dai radicali liberi che causano l'avvizzimento della pelle.
BORSELLINI PORTAMONETE MINIERE DI BATTERI E MALATTIE.
06-10-2015
Altro che mani e maniglie, ad aggiungersi ai tradizionali ricettacoli di batteri e germi c’è un accessorio che praticamente tutti portano con sé. Oltre il 90% dei borsellini portamonete è infatti invaso da microrganismi potenzialmente dannosi per la salute. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato su “Advanced Biomedical Research”, che chiama in causa proprio i borsellini. “I borsellini di uomini e donne sono potenziali vettori di malattie”, avvertono i ricercatori. Il team dell’University of Mauritius ha condotto test dettagliati su 145 portamonete di 80 donne e 45 uomini. Il risultato è sorprendente: il 95,2% è rivelato contaminato dai batteri. Il motivo è semplice, appena il 2,1% delle donne ha l’abitudine di pulire regolarmente il proprio borsellino (una volta al mese), mentre l’81,5% non l’aveva mai svuotato. Una piccola differenza la fa il materiale con cui è prodotto il borsellino: quelli realizzati in pelle sono risultati meno popolati di batteri rispetto a quelli in materiale sintetico. Forse, ipotizzano i ricercatori, la superficie della pelle rende più difficile la contaminazione. Inoltre i portafogli femminili sono risultati più contaminati di quelli maschili, concludono gli autori.
http://www.dailymail.co.uk/health/article-3199653/Scientists-warn-risk-unhygienic-accessories.html
http://www.nhs.uk/news/2015/08August/Pages/Is-your-purse-a-hotbed-of-bacterial-infection.aspx
BROMELINA: ENZIMA CONTENUTO NELL’ANANAS CHE SVOLGE IMPORTANTI FUNZIONI NELL’ORGANISMO.
06-10-2015
L’ananas (Ananas comosus) esplica un’azione di tipo antinfiammatorio enzimatico grazie al contenuto in bromelina, una miscela di enzimi proteolitici appartenenti al gruppo delle proteasi (bromelina A e B). La bromelina (o bromelaina) è utilizzata in medicina anche per migliorare i processi digestivi in caso di carenza enzimatica a livello dello stomaco e del pancreas. Questo enzima è in grado di digerire in pochi minuti 1000 volte il suo peso in proteine. La bromelina, per l’azione antinfiammatoria, è usata in numerose condizioni infiammatorie quali bronchiti, sinusiti, gonfiori articolari. In studi su animali è stato valutato l’effetto della bromelina in un modello d’asma indotta, che ha mostrato un’azione benefica.
LESIONI E TRAUMI
La bromelina è la sostanza di base per la produzione di una serie di farmaci antinfiammatori. L’assenza di tossicità e la grande efficacia terapeutica fanno della bromelina la sostanza di elezione nella cura di molti stati infiammatori localizzati. La guarigione delle ferite, sia da traumi che per interventi chirurgici, coinvolge l’attività di un intricato network di cellule ematiche, tessuti, citochine e fattori di crescita. La bromelaina ha mostrato di ridurre edemi, contusioni, dolori e il tempo di guarigione. Per tale motivo è uno degli enzimi più utilizzati in traumatologia. L’azione di questo enzima si applica principalmente nel trattamento delle lesioni di piccola entità e di traumi da sport (contusioni, slogature, strappi muscolari, ematomi, lacerazioni, abrasioni), così come per lesioni più gravi (dolori lombari, fratture, chirurgia minore).
CELLULITE
La bromelina, assunta lontano dai pasti, è in grado di attenuare la cellulite, uno stato infiammatorio localizzato a livello del tessuto sottocutaneo accompagnato da ritenzione idrica e rappresentato da un antiestetico aspetto a "buccia d'arancia" della pelle. L'attività antiedematosa risulta utile in caso di insufficienza venosa cronica e di scarso deflusso venoso con effetti benefici sulla riduzione del peso e può rappresentare un'alternativa efficace ai farmaci antinfiammatori non steroidei.
MALATTIE REUMATICHE A CARATTERE INFIAMMATORIO
La bromelaina mostra un’efficace azione antinfiammatoria e analgesica nei confronti di artrosi, artrosi del ginocchio, osteoartrosi, riducendo gonfiore e dolore articolare. Una recente rassegna di studi ha individuato il dosaggio ottimale di bromelaina in un range tra 200 e 2000 mg, con un’azione terapeutica dimostrata già a 160 mg/die. Nell’osteoartrosi il dosaggio utilizzato è stato di 540-1890 mg/die. In un recente studio in pazienti con artrosi acuta del ginocchio è risultato un significativo effetto dose-dipendente con 200-400 mg/die.
SINUSITE E CONGESTIONE NASALE
La bromelina ha fornito risultati anche nella riduzione dei sintomi di sinusite e congestione nasale. In uno studio su 116 bambini di età inferiore agli 11 anni affetti da sinusite, è stata osservata l’azione della bromelaina da sola o associata a una terapia standard. I bambini che avevano assunto bromelina hanno sperimentato la scomparsa dei sintomi dopo 6,66 giorni, contro i 7,95 giorni dei pazienti che avevano assunto la terapia e i 9,06 giorni dei pazienti che avevano assunto tutte e due.
ATTIVITA’ DIGESTIVA
La bromelina è un integratore alimentare in grado di favorire in particolare la digestione degli alimenti proteici. Può essere utilizzata in caso di insufficienza pancreatica esocrina, anche associata ad estratti pancreatici. Utile in tutte le turbe digestive.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC538506/
I TASSI DI CANCRO AL SENO SI RIDUCONO QUANDO LA TERAPIA ORMONALE DIMINUISCE.
06-10-2015
Secondo uno studio pubblicato online sul Journal of National Cancer Institute, i tassi di cancro al seno si dimezzano quando viene interrotta la terapia ormonale sostitutiva. Lo studio è stato riportato sul Telegraph nel Regno Unito. Il Telegraph ha detto: “Il dottor De Prithwish, e colleghi della Cancer Society canadese, ha scoperto che l’uso della terapia ormonale sostitutiva (TOS) è scesa dal 12,7 per cento nel 2002 al 4,9 per cento nel 2004. Nello stesso periodo i tassi di cancro al seno sono diminuiti del 9,6 per cento, pur mantenendo uguali le percentuali di controlli mammografici. Tra il 2004 e il 2006 l’uso della TOS è rimasto stabile a circa il cinque per cento delle donne di età compresa tra 50-59, ma i tassi di cancro al seno hanno iniziato ad aumentare di nuovo”. Il dottor De Prithwish ha scritto: “I risultati sostengono il legame ipotizzato tra l’uso della terapia ormonale sostitutiva e l’incidenza del cancro al seno invasivo e indicano che il forte calo di incidenza del cancro al seno nel 2002, è probabilmente dovuto al concomitante declino nell’uso della terapia ormonale sostitutiva tra le donne canadesi”. Gli autori dello studio hanno detto che questi numeri sostengono le prove esistenti del legame tra terapia ormonale sostitutiva e tumore al seno.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20864685
CIOCCOLATO CONTRO IL MORBO DI PARKINSON: NUOVO TEST AL VIA.
06-10-2015
Una tavoletta di cioccolato nero al giorno per tenere a bada i sintomi del Parkinson. Per adesso è solo un’ipotesi, ma la teoria alla base è scientifica: poiché il cacao contiene feniletilamina, una sostanza che ha dimostrato di aumentare i livelli di dopamina e cioè del neurotrasmettitore carente nella malattia di Parkinson, assumere il ‘cibo degli dei’ in versione fondente potrebbe migliorare alcuni segni tipici della patologia. A cominciare dai tremori. Questa, almeno, è la speranza di un gruppo dell’University of Technology di Dresda, in Germania, che per capire se funziona ha disegnato uno studio ad hoc. A circa 30 pazienti con Parkinson – riferisce il Daily Mail – saranno somministrati 50 grammi di cioccolato bianco (privo di cacao) o di cioccolato nero (cacao all’85%), 2 volte al giorno per una settimana. Nella seconda settimana il gruppo che aveva mangiato cioccolato bianco riceverà il fondente, e viceversa chi aveva consumato cioccolato nero passerà al bianco. Alla fine verranno valutate eventuali differenze nei sintomi della malattia, e soltanto allora si saprà dove porta la ‘strada dolce’ imboccata per cercare di contrastare la malattia.
I FARMACI CHE RAFFORZANO LE OSSA EFFETTIVAMENTE CAUSANO FRATTURE OSSEE.
06-10-2015
Chirurghi ortopedici e specialisti delle ossa stanno vedendo un numero sempre maggiore di fratture insolite tra gli utenti a lungo termine di farmaci bifosfonati contro l’osteoporosi, quali Fosamax, Actonel, Boniva e Reclast. Lo studio più recente ed il più grande suggerisce che le donne che hanno utilizzato bifosfonati per più di cinque anni hanno un rischio quasi tre volte superiori per queste fratture. Dal momento che decine di milioni di donne prendono bifosfonati, questo suggerisce che migliaia di loro possono soffrire ogni anno di fratture atipiche devastanti. Secondo NPR: “Un numero crescente di esperti concordano sul fatto che il rischio di fratture dovrebbe scoraggiare l’uso precoce dei farmaci. Il messaggio da portare a casa è: non assumete questi farmaci troppo presto, e non utilizzateli più del necessario“.
http://www.npr.org/2011/02/28/134064950/rare-fractures-linked-to-drugs-for-weak-bones
L'AVOCADO DISATTIVA I BATTERI PATOGENI.
06-10-2015
Uno studio condotto presso l'Università di Copenhagen e pubblicato sulla rivista Journal of Antimicrobial Chemotherapy, ha testato gli effetti dell'avocado su alcuni ceppi di batteri resistenti agli antibiotici. La polpa del frutto si è rivelata in grado di inibire lo sviluppo di alcuni ceppi di stafilococchi responsabili di infezioni conseguenti a ferite e interventi.
http://news.ku.dk/all_news/2012/2012.2/indian_medicine_combats_multi-resistant_bacterial_strains/
http://sciencenordic.com/multi-resistant-bacteria-fear-avocados
http://www.newsmax.com/Health/Health-Wire/rainforest-plant-staph-fights/2012/02/22/id/481831/
ESERCIZIO FISICO ALL’APERTO: MIGLIORA MEMORIA E PRESTAZIONI COGNITIVE.
05-10-2015
Arrampicarsi sugli alberi o camminare a piedi nudi migliori la memoria. Secondo due ricercatori dell’University of North Florida sarebbero proprio gli esercizi all’aria aperta tipici dei bambini a migliorare le prestazioni mnemoniche e cognitive degli adulti. Lo studio sugli effetti di un certo tipo di esercizio fisico all’aperto è stato condotto su 72 volontari, uomini e donne d’età compresa tra i 18 e i 59 anni. Ai partecipanti è stato chiesto di memorizzare delle liste di numeri in ordine invertito. A ciascuno è stato chiesto di seguire, dopo il primo test, un’attività per la durata di due ore. Un gruppo ha seguito un percorso a ostacoli che comprendeva il salire sugli alberi,camminare a piedi nudi o percorrere ponti sospesi con un ridotto spazio di camminata. Agli altri gruppi sono stati invece rispettivamente sottoposte l’ascolto di una lettura o un lezione di Yoga. Soltanto il gruppo che ha seguito il percorso a ostacoli ha poi mostrato, durante il secondo test di memoria, un sensibile miglioramento delle proprie prestazioni cognitive. Questo in quanto, spiegano i ricercatori, la tipologia di stimolo derivante da tali attività andrebbe a interessare non soltanto il benessere fisico: "L’allenamento propriocettivo dinamico può rappresentare un forte stimolo per la memoria operazionale in quanto mentre l’ambiente e il terreno circostanti cambiano la memoria operazionale individuale deve aggiornare le proprie informazioni per adattarsi in modo appropriato".
Questo non si verificherebbe invece durante le altre attività, in quanto lo spazio limitato intorno a sé e la mancanza di modifiche nell’ambiente circostante non attiverebbero meccanismi “legati al movimento e alla navigazione”. Come ha concluso la Dr.ssa Trace Alloway, una degli autori dello studio: "Migliorare la memoria operazionale può avere un effetto benefico su così tante aree della nostra vita ed è eccitante vedere come le attività propriocettive possano migliorarla in un periodo così ristretto di tempo".
http://www.amsciepub.com/doi/abs/10.2466/22.PMS.120v18x1
http://www.sciencedaily.com/releases/2015/07/150729102407.htm
VERITA’ DIMENTICATE.
05-10-2015
Negli ultimi anni del XIX secolo e agli inizi del XX, i medici prescrivevano ancora medicinali a base di composti chimici o estratti molto forti, oggi considerati velenosi: il calomelano o cloruro mercuroso (dall'azione fortemente purgativa), il tartrato di antimonio (emetico), la stricnina (eccitante tossico), o i sali di arsenico (contro la sifilide e altre malattie infettive). I progressi della nascente industria chimica e farmaceutica avevano scatenato, sia in Europa sia negli Stati Uniti, un grande entusiasmo e la continua scoperta di medicinali sempre più potenti, ma pur sempre tossici, sembrava promettere un futuro prossimo dove sarebbe stato disponibile un farmaco specifico per curare ogni singola malattia. In questo periodo di euforia farmacologica, mentre l'interesse di tutti gli scienziati si concentrava sulle medicine di sintesi chimica, Ellen G. White, autorevole studiosa statunitense nel campo della pedagogia e della medicina preventiva, così scriveva: "Ci sono piante assai comuni che possono essere molto utili per accompagnare la convalescenza dei malati e che hanno sull'organismo effetti molto differenti da quelli di medicinali che avvelenano il sangue e mettono in pericolo la vita".
Questa pioniera della fitoterapia consigliò di seguire le prescrizioni popolari di alcune piante medicinali, inaugurando quello che potrebbe chiamarsi il "farmaco fitoterapico", la cui valenza e diffusione rendono oggi urgente una regolamentazione legislativa, a tutela della salute pubblica. L'infuso di luppolo (come sedativo), i pediluvi con senape (per decongestionare le vie aeree superiori), l'ingestione di carbone vegetale (per il suo effetto disintossicante) o l'utilizzo delle essenze di pino marittimo, cedro e abete (per quanto riguarda le malattie respiratorie) non possono più essere considerati semplici e stravaganti rimedi alternativi ma, come anticipò la White, valide possibilità di cura. Oltre a promuovere l'uso intelligente delle piante medicinali in alternativa ai rimedi farmaceutici che venivano impiegati ai suoi tempi, Ellen G. White insistette su un concetto che oggi è bene conosciuto dalla scienza medica, ma che un secolo fa costituiva un'autentica novità: la salute non è frutto del caso, ma è il risultato delle nostre abitudini, soprattutto di quelle alimentari. Il suo pensiero sulla salute ha oggigiorno acquistato un'importanza ancora maggiore: l'uso intelligente degli agenti naturali, come l'acqua, il sole, l'aria, le piante medicinali, gli alimenti sani e l'adozione di abitudini salutari (l'esercizio fisico, il riposo necessario, la buona disposizione di spirito insieme a una serena e armoniosa visione delle cose), possono giovare alla salute molto di più di quanto facciano i potenti medicinali di sintesi o le cure aggressive.