Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

01-05-2015

Un nuovo studio ha descritto il caso di una ragazza di 14 anni che ha sviluppato la sindrome di tachicardia posturale ortostatica (POTS) con stanchezza cronica due mesi dopo la vaccinazione con Gardasil. La POTS è un disturbo del sistema nervoso autonomo, che controlla funzioni corporee, come la frequenza cardiaca, l’equilibrio, la digestione, il controllo della vescica, e il sonno. Nel caso in studio, la POTS risponde a tutti i criteri per una condizione nota come sindrome autoimmune/auto-infiammatoria indotta da adiuvanti (ASIA), mettendo in evidenza i meccanismi alla base di come in particolare i coadiuvanti vaccinici (come ad es. l’alluminio), possano innescare la malattia. Un secondo studio ha descritto sei pazienti che hanno sviluppato POTS da sei giorni a due mesi successivi alla vaccinazione HPV. La ricerca dimostra anche che le reazioni avverse post-vaccinazione, che coinvolgono il sistema immunitario possono non presentarsi anche per mesi o anni successivi alla vaccinazione.

 

http://hic.sagepub.com/content/2/1/2324709614527812.short

http://www.greenmedinfo.com/blog/hpv-vaccine-linked-nervous-system-disorder-and-autoimmunity?page=1

http://jama.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=184421

01-05-2015

Nonostante le diete a basso contenuto di grassi, divenute la norma negli ultimi sei decenni, i livelli di malattie cardiache, obesità e ipercolesterolemia sono saliti alle stelle. Quattro anni fa, una meta-analisi è giunta alla conclusione che non c’è “nessuna prova significativa che i grassi saturi siano associati ad un aumentato rischio di malattia coronarica”. Un altra recente meta-analisi ha inoltre rilevato che i grassi saturi, che hanno la più lunga storia di (ingiusta) demonizzazione, sono stati trovati non avere alcun effetto di rischio per malattie cardiache. L’unico grasso associato realmente a malattia cardiaca è il grasso trans (che si trova nella margarina, grasso vegetale, e oli vegetali parzialmente idrogenati). Per proteggere la salute del cuore, è necessario affrontare la resistenza insulinica e leptinica, che è il risultato di una dieta troppo ricca in zuccheri e cereali.

 

http://annals.org/aim/article-abstract/1846638/association-dietary-circulating-supplement-fatty-acids-coronary-risk-systematic-review

https://www.medicinenet.com/script/main/art.asp?articlekey=177377

https://www.nutraingredients-usa.com/Article/2014/03/26/Annals-fatty-acid-coronary-disease-article-gets-corrected-but-not-retracted

https://www.foodnavigator-usa.com/Article/2014/03/24/Should-dietary-guidelines-about-saturated-fat-be-changed

http://openheart.bmj.com/content/1/1/e000032.full

 

01-05-2015

Mani che tremano e forbici pesantissime: all’emozionato papà non spetta altro che tagliare, rigorosamente quando lo dice l’ostetrica, il cordone ombelicale del neonato. Un momento intenso ed emozionante che segna biologicamente il distacco definitivo dalla placenta della madre. Come e quando effettuare il taglio è oggetto di continua discussione da parte di neonatologi e ostetriche. Nel cordone sono infatti presenti ancora molte cellule staminali che fluiscono all’interno del bambino. Rompere questo flusso il più tardi possibile sembrerebbe essere di grande aiuto per la salute del bambino nei giorni immediatamente successivi al parto. Ad affermarlo è uno studio apparso sulla prestigiosa rivista Pediatrics.
Per arrivare al risultato i medici dell’Università di Granada (Spagna) hanno monitorato i livelli di stress ossidativo di un gruppo di neonati. Per fare ciò sono stati analizzati dei campioni di sangue alla ricerca di alcune particolari molecole associate all’infiammazione. I piccoli sono stati divisi in due gruppi: nel primo il cordone ombelicale è stato tagliato appena i neonati sono stati posti sul petto delle madri; nel secondo l’attesa si è protratta per due minuti. Dalle analisi è emerso che i bambini a cui è stato rimosso tardi il cordone possedevano una maggior capacità antiossidante e un minor grado di infiammazione rispetto all’altro gruppo. Come spiega il professor Julio José Ochoa Herrera, autore della ricerca, «il nostro studio mette in luce l’importanza del rimandare il taglio del cordone ombelicale. Dalle analisi emerge chiaramente che ritardando il taglio i bambini sono in grado di rispondere meglio allo stress dovuto al travaglio. Un dato importante che potrebbe essere associato ad un miglior sviluppo nei giorni immediatamente successivi la nascita».

 

http://pediatrics.aappublications.org/content/134/2/257

01-05-2015

Nel 2005, tre studenti laureati al MIT hanno creato un programma chiamato SCIgen che genera in modo casuale falsi articoli scientifici. Fin dalla sua istituzione, più di 200 lavori generati dal computer sono stati pubblicati in riviste scientifiche. Uno scienziato informatico francese ha sviluppato un programma per individuare gli studi SCIgen-generati, che chiunque può utilizzare gratuitamente per scoprire se uno studio potrebbe essere generato da un computer. Molti operatori sanitari si basano su ricerche pubblicate per fare raccomandazioni terapeutiche, e un gran numero di pazienti può essere coinvolto quando i falsi risultati vengono presentati su riviste autorevoli. La prevalenza di scienza anti-scientifica è il motivo per cui siamo finiti in un mondo di agricoltura tossica basata sulla chimica e somministrato cibo spazzatura che, più che sostenere la salute, la deteriora. Una ricerca indipendente, in cui il finanziamento non è correlato ai risultati, è diventata una rarità, e il risultato finale è un drammatico peggioramento della scienza credibile.

 

http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/asi.23056/abstract

http://scigendetection.imag.fr/main.php

http://www.nature.com/news/publishers-withdraw-more-than-120-gibberish-papers-1.14763#/b1

http://www.slate.com/blogs/future_tense/2014/02/27/how_nonsense_papers_ended_up_in_respected_scientific_journals.html

01-05-2015

I piedi si allungano, sia per lei che per lui, e i ricercatori puntano il dito contro una dieta troppo ricca di cibi industriali: consumati in abbondanza durante la pubertà, stimolano l´ormone della crescita, affermano gli esperti, e gli effetti non si ripercuotono solo sul peso e l´altezza. A lievitare in lunghezza e larghezza sono anche i piedi e le mani. Un fenomeno sotto gli occhi di tutti nei Paesi ricchi, ma studiato e confermato nel Regno Unito grazie a un´indagine condotta dal grande magazzino Debenhams e riportata sul quotidiano britannico “Daily Mail”. In 5 anni appena, risulta dai dati di vendita, la taglia media del piede inglese maschile è aumentata di una taglia: dalla misura 8 (che in Italia corrisponde al 41) alla misura 9 (42). Ma esplode la domanda di scarpe taglia 12 (45), e nei retrobottega è ormai inevitabile stoccare in quantità anche i numeri 13 e 14 (46 e 47).
Nemmeno il gentil sesso, però, è immune dall’epidemia di “maxi-piedi”: “Un tempo era difficile per una donna raggiungere la taglia 5 (38), mentre adesso è la norma”, testimonia Michael Paynton, presidente dell'associazione britannica dei callisti e podologi. Scherzi dell’evoluzione, certo. Ma c’entrano anche "le nuove abitudini alimentari e gli stili di vita", spiega lo specialista. E i pediatri britannici concordano: la diffusione dell’obesità e il consumo di “cibo spazzatura” fa crescere anche i piedi, avverte Tim Fry della Child Growth Foundation.

 

http://www.dailymail.co.uk/news/article-1168714/Big-Foot-Britain-The-average-mans-feet-grown-size-just-years.html

01-05-2015

Secondo lo studio condotto dai ricercatori dell’Ospedale di San Daniele del Friuli di Udine e presentato durante i lavori dell’incontro annuale dell’European Society of Cardiology, nei soggetti ipertesi la normale azione preventiva offerta dalla bevanda si trasformerebbe invece in un effetto tutt’altro che positivo. Sugli effetti benefici del caffè nei confronti del diabete di tipo 2 si era espressa la Harvard University’s School of Public Health, i cui risultati avevano indicato una riduzione del rischio di sviluppare la patologia pari a circa l’11%. Tale condizione muterebbe però in caso di ipertensione, come sostenuto dai ricercatori italiani. Inserita all’interno dello programma “HARVEST” (Hypertension and Ambulatory Recording VEnetia STudy), la ricerca italiana condotta dal Prof. Lucio Mos ha coinvolto 639 pazienti ipertesi inseriti nel macro-studio, di età compresa tra i 18 e i 59 anni. Il 74% di loro consumava caffè, il 13% dei quali oltre le 3 tazzine al giorno.
Alle statistiche sul consumo di caffè sono stati abbinati test sul genotipo CYP1A2, l’enzima responsabile dell’assimilazione della caffeina, riscontrando come la bevanda venisse metabolizzata in maniera lenta dal 58% dei partecipanti. Tale schema conduce nel tempo, spiegano i ricercatori, a un aumento del glucosio nel sangue e a conseguenti situazioni di pre-diabete. Il rischio per chi consuma più tre tazzine aumenterebbe fino al 34%. Come ha spiegato lo stesso Mos: “I nostri risultati contraddicono studi precedenti secondo cui il consumo di caffè può ridurre il rischio di diabete di tipo 2. I dati di HARVEST suggeriscono invece che nei pazienti ipertesi il consumo di caffè dovrebbe essere considerato un fattore di rischio per il pre-diabete.

 

http://www.escardio.org/The-ESC/Press-Office/Press-releases/Last-5-years/Coffee-increases-prediabetes-risk-in-susceptible-young-adults

http://www.sciencedaily.com/releases/2014/09/140902093427.htm

http://www.eurekalert.org/pub_releases/2014-09/esoc-cip082214.php

01-05-2015

Praticare troppo esercizio fisico può danneggiare la salute dei denti. Secondo quanto affermato da alcuni dentisti, guidati dalla Dr.ssa Cornelia Frese dell’University Hospital Heidelberg, un allenamento fisico intensivo comprometterebbe l’equilibrio della saliva esponendo al rischio di placca, carie o perdita dei denti. Stando a quanto inserito nello studio, condotto da un gruppo di dentisti tedeschi dell’University Hospital Heidelberg, ogni ora di allenamento diminuirebbe la quantità di saliva disponibile nel cavo orale, favorendo inoltre una sua alcalinizzazione. Questo porterebbe un indebolimento delle naturali difese dentali, favorendo l’insorgere di placca e carie, fino alla potenziale perdita o deterioramento dei denti.
Lo studio è stato condotto su 70 volontari, metà dei quali erano dei triatleti mentre gli altri 35 dei non atleti, dei quali sono state valutate abitudini sportive e condizioni dentali. In base alle misurazioni effettuate i ricercatori hanno concluso come, a differenza di quanto sostenuto da altri dentisti non impegnati nella ricerca, a causare il decadimento dentale negli sportivi non sarebbero le bevande zuccherate consumate, ma le variazioni nell’equilibrio salivare. La saliva rappresenta la prima e più efficace difesa naturale del corpo umano nei confronti dei batteri che causano la placca. Una sua variazione verso una composizione più alcalina indebolisce tale protezione aprendo la porta a disturbi dentali. Un rischio che aumenterebbe, secondo i ricercatori tedeschi, per ogni ora di allenamento extra a settimana. Come ha spiegato la Dr.ssa Frese: “Il collegamento con le ore di allenamento non è stato forte a sufficienza da implicare un rapporto causa-effetto. Gli atleti dovrebbero avere maggiore cura dei loro denti, in più c’è bisogno di migliorare il regime di igiene orale per chi pratica dell’attività fisica e modifiche nutrizionali nel campo dell’odontoiatria sportiva”.

 

http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/sms.12266/abstract

Venerdì, 01 Maggio 2015 18:38

RETINA A RISCHIO CON QUESTI ANTIBIOTICI.

01-05-2015

Si nasconde un pericolo concreto, dietro alcuni tipi di antibiotici. Quello di dover soffrire di un distacco della retina. Lo rivela la rivista scientifica " Journal of American Medical Association", secondo cui i farmaci sotto accusa sono noti come "fluorochinoloni" e includono la "ciprofloxacina" e la "levofloxacina".
"Sappiamo che questi farmaci sono tossici per il tessuto connettivo della cartilagine", ha detto Mahyar Etminan, autore principale dello studio promosso dal Child and Family Research Institute of British Columbia di Vancouver (in Canada). "Ricerche precedenti collegano, inoltre, i fluorochinoloni ai danni ai tendini della spalla", ha aggiunto. Si tratta di effetti collaterali gravi. Il distacco della retina infatti inizia con la comparsa di linee o punti sull’occhio ma può arrivare a causare cecità permanente se non è trattato chirurgicamente in pochi giorni.
Per arrivare a queste conclusioni Etminan e i suoi colleghi hanno utilizzato dati provenienti dai registri dei trattamenti oculistici del British Columbia somministrati dal 2000 al 2007. Un totale di quasi un milione di pazienti che comprendeva circa 4.400 persone con diagnosi di distacco di retina con una media di età di 61 anni. Dall’indagine è emerso che uno ogni 30 pazienti con distacco di retina stava prendendo fluorochinolone al momento della diagnosi, in particolare la ciprofloxacina. "La spiegazione più probabile è che gli antibiotici danneggino le fibre e il tessuto connettivo degli occhi, attaccando il corpo vitreo e la retina", hanno concluso i ricercatori.

 

http://jama.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=1148331

Giovedì, 30 Aprile 2015 13:27

L’AMARA VERITA’ DELLO ZUCCHERO.

30-04-2015

La campagna a favore di un basso contenuto di grassi ha portato ad un notevole aumento del consumo di zucchero, ed è in realtà lo zucchero, non il grasso, che favorisce le malattie cardiache. Secondo un rapporto del 2013 sul consumo di zucchero, circa il 40 per cento della spesa sanitaria degli Stati Uniti è per le malattie direttamente legate al consumo eccessivo di zucchero. Studi clinici hanno dimostrato che coloro che consumano sciroppo di mais ricco in fruttosio tendono a sviluppare fattori di rischio più elevati per malattie cardiovascolari nell’arco di non più di due settimane. La mania per un basso contenuto di grassi è stata particolarmente dannosa, perché quando l’industria alimentare ha rimosso il grasso, lo hanno sostituito con elevate quantità di zucchero per rendere il cibo più appetibile. Come regola generale, una dieta che promuove la salute è ad alto contenuto in grassi salutari e molto, molto bassa in zucchero e carboidrati non vegetali, insieme a una moderata quantità di proteine di alta qualità.

 

http://archinte.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=1819573

30-04-2015

Combinare il Plavix, “una costosa super-aspirina”, con l’aspirina normale si è rivelato essere non più efficace dell’aspirina in singolo per impedire le cardiopatie. Questa combinazione ha quasi raddoppiato il tasso di mortalità per infarto fra i pazienti che non avevano avuto precedenti attacchi di cuore ma a rischio. Uno studio sugli effetti del Plavix ha suddiviso oltre 15.000 pazienti con cardiopatia in due gruppi, uno che ha assunto Plavix e aspirina insieme ed uno che ha preso aspirina e un placebo. L’unica principale differenza era quel quasi 4 per cento di coloro che hanno preso Plavix senza aver avuto un precedente attacco di cuore che sono morti durante lo studio, in contrasto con appena il 2 per cento di coloro che hanno assunto soltanto l’aspirina.
Solo nel 2005 i medici americani hanno prescritto 24 milioni di confezioni di Plavix pensando che realmente stessero aiutando ad abbassare il rischio di cardiopatia. Non ci si dovrebbe meravigliare di questi quantitativi poiché quando si cerca di trattare patologie croniche senza cercare la causa della malattia, il farmaco sintomatico deve essere assunto a vita. Come ulteriori effetti collaterali, il Plavix ha incrementato all’8,6% il rischio di provocare ulcere contro uno 0,7% dell’aspirina e Nexium. Qualunque cosa il vostro medico possa dirvi, l’aspirina, ancor più le costose nuove super-aspirine, non sono la soluzione per abbassare il rischio di cardiopatia o infarto. Così cosa si può fare realmente per ridurre il rischio di cardiopatie in modo sicuro?

• Iniziare subito un programma ottimale di attività fisica.

• Mangiare una dieta sana secondo la tipologia genetico-sanguigna.

• Assumere un olio ad alta qualità di omega-3 quotidianamente.

 

http://usatoday30.usatoday.com/news/health/2006-03-12-plavix_x.htm

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