Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

20-01-2016

La combinazione di ingredienti naturali come il limone e il peperoncino di cayenna dà origine ad una bevanda dalle proprietà medicinali e dall’azione disintossicante in grado di eliminare i residui che si accumulano nel sangue e nei vari organi importanti dell’organismo. Il limone è famoso per essere in grado di regolare il pH del sangue e per il suo leggero effetto alcalino. Gode anche di proprietà depurative e decongestionanti, che favoriscono la purificazione del corpo, prevenendo così diverse infezioni e problemi di salute. Il peperoncino di cayenna, invece, è importante per la sua azione analgesica e antinfiammatoria in grado di donare sollievo da diversi dolori e regolare i processi infiammatori dell’organismo. Grazie al loro uso in cucina, è probabile che abbiate già questi due ingredienti in dispensa. La preparazione di questo rimedio è molto semplice e l’ideale è usarlo tutti i giorni, per permettere alle sue proprietà di agire in modo più efficace.

INGREDIENTI

- 1 limone.
- 1 cucchiaino di peperoncino di cayenna (5 g).
- ½ bicchiere d’acqua (100 ml).

PREPARAZIONE

- Mettete a bollire l’acqua e lasciatela riposare fino ad arrivare a temperatura ambiente.
- Aggiungete il succo di un limone e un cucchiaino di peperoncino di cayenna e poi mescolate bene il tutto per amalgamare bene gli ingredienti.

COME SI USA

- Dovete berlo appena pronto e preferibilmente a digiuno.
- Dato che si tratta di una disintossicazione, bisogna ingerire il rimedio tutti i giorni per un mese di seguito.
- Potete usare questo rimedio fino a 3 volte all’anno.

CONTROINDICAZIONI

Questo rimedio è sconsigliato per coloro che fanno uso di farmaci anticoagulanti, come l’aspirina, il coumadin o il warfarin. Inoltre, bisogna fare attenzione alle reazioni allergiche causate dal peperoncino di cayenna, soprattutto se si sperimentano reazioni simili quando si mangiano avocado, banane, castagne o kiwi. Non bisogna mai superare la quantità consigliata di peperoncino di cayenna, poiché l’eccesso di capsaicina può causare danni ai reni e al fegato.

Mercoledì, 20 Gennaio 2016 07:34

9 TUMORI SU 10 DIPENDONO DALLO STILE DI VITA.

20-01-2016

Gli stili di vita sono responsabili di ben 9 tumori su 10, conseguenza di inquinamento, eccessiva esposizione al sole, troppo alcol e fumo. E’ la conclusione di uno studio dell’università di Stony Brook, New York, che replica alla teoria della ‘cattiva sorte’. Secondo diverse ricerche, infatti, mutazioni cellulari casuali giocano un ruolo significativo nello sviluppo del cancro, a prescindere dalle abitudini quotidiane o dall’ambiente di vita. Gli scienziati americani, invece, sostengono che le influenze esterne hanno un effetto cancerogeno maggiore: la gran parte dei tumori si possono prevenire più di quanto si pensi. Per gli esperti, infatti, l’incidenza delle malattie oncologiche è aumentata troppo per essere spiegata solo con ‘semplici’ anomali nella divisione cellulare. Più le cellule si dividono, maggiore è la probabilità di una mutazione, che poi può portare al cancro. Ma per lo studio dell’ateneo americano, se effettivamente la ‘colpa’ fosse prevalentemente di queste mutazioni ‘random’, ci sarebbero appunto meno casi di tumori di quelli attuali. L’equipe ha analizzato precedenti ricerche che mostravano come gli immigrati che si spostano da Paesi a bassa diffusione a Paesi dove i tumori sono quasi un’epidemia, si ammalano poi con la stessa incidenza, a dimostrazione che i fattori di rischio sono più ambientali che genetici. Questo vale soprattutto per alcuni tipi di cancro, come quello dell’intestino (75%), della pelle (86%) e dell’utero (75%).

Mercoledì, 20 Gennaio 2016 07:32

CANCRO AL SENO: STOP AL VINO OGNI GIORNO.

20-01-2016

Se è vero che un bicchiere di vino rosso al giorno fa bene al cuore, resta fondamentale non esagerare. Una ricerca condotta dalle università americane di Harvard e di Boston - la TH Chan School of Public Health e la Women’s Hospital - ha, però, stravolto completamente quanto appena detto. Un singolo bicchiere di vino, infatti, sarebbe in grado di innalzare vertiginosamente il rischio di tumore per le donne. La possibilità di ammalarsi di cancro al seno, infatti, aumenta del 13% nelle donne che fanno consumo di alcol ogni giorno. “Le persone che possiedono una storia familiare di tumore, e specialmente le donne che hanno avuto un cancro al seno, dovrebbero considerare l’idea di ridurre il consumo di alcol sotto i limiti raccomandati, oppure, ancora meglio, astenersi completamente dal bere” ha consigliato il dottor Jürgen Rehm. Il rischio di tumore è, ovviamente, legato anche al vizio del fumo ma in un arco di tempo di 30 anni su 88.000 fumatrici e quasi 48.000 fumatori, la sigaretta non ha comportato nessuna differenza nella relazione tra la salute delle donne e il rischio di un cancro al seno.

 

http://www.theguardian.com/society/2015/aug/18/daily-glass-wine-raises-risk-breast-cancer-women-study

http://www.bmj.com/content/351/bmj.h4238

20-01-2016

In uno studio clinico randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco incrociato, è stato osservato l'effetto di una formulazione contenente curcuma, boswellia e withania, associate a zinco. La somministrazione per 3 mesi di queste sostanze a 42 pazienti con osteoartrite ha mostrato una significativa riduzione del dolore e dell'indice di disabilità articolare. La curcumina, composto contenuto nel rizoma della curcuma, presenta attività antiossidante e antinfiammatoria. Questo principio attivo si è dimostrato sicuro ed efficace in numerosi studi sull'uomo, svolgendo l'attività antinfiammatoria mediante l'inibizione di fosfolipasi, lipossigenasi, ciclossigenasi 2, leucotrieni, trombossani, prostaglandine, collagenasi, elastasi, ialuronidasi. Alcune evidenze sperimentali, inizialmente condotte sugli animali e in seguito sull'uomo, indicano la curcumina quale principio attivo efficace in alcune forme di artrite. In uno studio clinico, la somministrazione di curcumina per 2 settimane a pazienti sofferenti di artrite reumatoide ha mostrato miglioramenti in termini di rigidità articolare, gonfiore delle articolazioni e capacità di movimento. In un altro studio condotto per confrontare la curcumina con antinfiammatori non-steroidei in 18 pazienti affetti da artrite reumatoide, la somministrazione di 1.200 mg al giorno di curcumina per 2 settimane ha migliorato rigidità mattutina, capacità di movimento e gonfiore articolare. Questi risultati sono stati paragonabili a quelli ottenuti con l'assunzione di 300 mg al giorno di fenilbutazone (FANS). Altri studi effettuati sulla somministrazione di curcumina impiegando animali da esperimento, hanno evidenziato la sua attività immunostimolante, con l'aumento dei leucociti e dell'attività dei macrofagi.
La boswellia ha mostrato di inibire l'attività della 5-lipossigenasi, enzima responsabile della sintesi dei leucotrieni. L'attività della boswellia è estremamente selettiva, non implica, ad esempio, la sintesi delle prostaglandine, al contrario degli antinfiammatori comunemente usati, mentre agisce a livello dell'elastasi. Di questa pianta viene utilizzata la resina ricca in acidi boswellici per patologie infiammatorie quali artrite reumatoide, osteoartrite, osteoartrite del ginocchio, artrite cronica giovanile, spondilite cervicale. E' risultata inoltre efficace nelle epatopatie. L'azione della boswellia a livello articolare non è soltanto sintomatica ma anche curativa, poichè ha mostrato la capacità di ridurre l'assottigliamento della cartilagine articolare. In uno studio clinico 30 pazienti con artrite reumatoide trattati per 4 settimane con 200 mg al giorno di estratto di boswellia hanno ottenuto miglioramenti dopo 2 settimane di somministrazione, mentre il gruppo placebo è peggiorato. Sono anche disponibili dati sull'utilizzo della boswellia in caso di colite ulcerosa, malattie croniche intestinali, asma bronchiale. L'ashwagandha (withania) è una pianta comunemente utilizzata nella medicina ayurvedica per il trattamento di numerosi disturbi muscolo-scheletrici. Mostra attività antinfiammatoria, immunomodulatoria, adattogena ed è in grado di produrre una buona sedazione.

19-01-2016

1. HAMBURGER: Il 70% della carne utilizzata per gli hamburger industriali contiene melma rosa, inzuppata di ammoniaca. La “melma rosa” altro non è che una miscela di scarti e avanzi che un tempo venivano utilizzati per il cibo per cani.

2. POLLO: Per fare diventare rosa la carne dei polli di allevamento, viene somministrato loro arsenico.

3. WURSTEL: I wurstel come la melma rosa degli hamburger, è prodotto con scarti, grassi e amido di mais.

4. MIELE: Il miele acquistato presso la grande distribuzione non contiene polline ma molti additivi.

5. YOGURT GRECO: Gli scarti industriali della sua lavorazione producono milioni di litri di siero di latte acido, che vengono scaricati nei fiumi: non solo è illegale, è anche dannoso per l’ambiente.

6. GAMBERETTI-GAMBERI: I gamberi presenti sul mercato americano sono considerati poco sicuri. L’86% dei prodotti ittici presenti sul mercato americano sono importati, ma riescono a controllare alle frontiere solo una minima parte, un carico su mille, per verificare eventuali contaminazioni. Tra i pochi carichi controllati, ben 6 su 34 contenevano contaminanti chimici.

7. MARASCHINO: Le ciliegie vengono “sbiancate” artificialmente per poi essere “ricolorate” di rosso.

8. FORMAGGIO GRATTUGIATO IN BUSTA: Viene aggiunta cellulosa di legno per evitare che si “appiccichi” insieme.

18-01-2016

L’aglio è conosciuto per essere uno degli antibiotici naturali più potenti in natura. L’elenco delle malattie che può trattare è veramente lungo e comprende: candida, klebsiella, afte, infezioni virali, streptococco. Questa è solo una piccola parte delle problematiche in cui questo alimento può essere di grande utilità. Le varie ricerche effettuate sulle capacità dell’ aglio di proteggere la salute hanno, nel corso degli anni, indicato come questo economico alimento possa essere una valida alternativa a diversi tipi di farmaci. Il database biomedico conosciuto come MEDLINE, fornito dalla National Library of Medicine, contiene 4.245 abstract di studi sull’aglio. Una lettura superficiale di questo insieme di ricerche ci suggerisce che l’aglio ha un ruolo significativo nel prevenire o curare oltre 150 condizioni di salute, che vanno dal cancro al diabete, dalle infezioni alla formazione di placche nelle arterie. Secondo le statistiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, le popolazioni dei paesi più poveri muoiono per cause direttamente collegate alle malattie infettive trasmissibili, che per inciso non sono causate da una mancanza di vaccini, piuttosto, principalmente da condizioni di malnutrizione e mancanza di servizi igienico-sanitari. Il maggior uso e disponibilità di aglio potrebbero fornire un’alternativa perfetta all’acquisto di farmaci carissimi, la cui distribuzione è fortemente collegata a decisioni politiche ed economiche. L’aglio potrebbe essere un’alternativa gratuita, sana, disponibile a tutti. Per quanto riguarda la ricerca, la letteratura scientifica ha confermato come l’aglio possiede delle forti proprietà antinfettive, in particolare contro:

1. Staphylococcus aureus meticillino resistente.
2. Afte.
3. Pseudomonas Aeruginosa.
4. Citomegalovirus.
5. Micotossine associate all’aflotossicosi .
6. Helicobacter pylori.
7. Candida albicans.
8. Klebsiella.
9. Infezione da vibrione.
10. Mycobacterium tuberculosis, resistente a più farmaci.
11. Infezioni da Clostridium.
12. Infezioni virali: Herpes Simplex 1 e 2, virus parainfluenzali, stomatite vescicolare e rinovirus umano di tipo 2.
13. Streptococco di gruppo B.

L’aglio potrebbe essere considerato come un rimedio polifunzionale. Una cosa che l’industria farmaceutica non può ricreare. È impossibile, infatti, racchiudere in un unico prodotto di sintesi tutte queste proprietà, senza incorrere a un eccesso di effetti collaterali.

Tra gli effetti cardioprotettivi dell’aglio troviamo:

• la sua capacità a ritardare la progressione di placche arteriose;
• la funzione protettiva contro la coagulazione;
• modula positivamente i lipidi nel sangue; 
• è un vasodilatatore;
• riduce la pressione arteriosa;
• è un antiossidante;
• riduce l’infiammazione vascolare.

L’aglio, come ho accennato all’inizio, ha dimostrato anche di avere la capacità di uccidere alcuni tipi di tumore, tra cui:

• Leucemia linfoblastica acuta.
• Leucemia mieloide acuta.
• Carcinoma basocellulare.
• Cancro al seno.
• Cancro del collo dell’utero.
• Cancro del colon.
• Cancro endometriale.
• Cancro gastrico.
• Leucemia linfocitica cronica (CLL).
• Cancro al fegato.
• Linfoma.
• Melanoma.
• Osteosarcoma.
• Cancro del pancreas.
• Tumore ai polmoni.

L’aglio, come tanti altri alimenti complessi, contiene una vasta gamma di fitocomponenti che articolano almeno 150 risposte fisiologiche distinte nel corpo dei mammiferi. Non sottovalutiamo, quindi, il potere dell’ aglio nella cura e prevenzione delle malattie.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17510266

http://www.greenmedinfo.com/article/aged-garlic-extract-prevents-decline-nk-cell-number-and-activity-patients-advanced-cancer

18-01-2016

L’assunzione di antidepressivi durante la gravidanza aumenta notevolmente il rischio di autismo, secondo il Professor Anick Bérard dell’University of Montreal e affiliato CHU Sainte-Justine children’s hospital. Il Prof. Bérard, esperto di fama internazionale nel campo della sicurezza dei farmaci utilizzati durante la gravidanza, è giunto alle sue conclusioni dopo aver esaminato i dati di 145.456 gravidanze. “Le cause dell’autismo rimangono poco chiare, ma gli studi hanno dimostrato che sia la genetica che l’ambiente possono svolgere un ruolo nello sviluppo della condizione”, ha spiegato il ricercatore. “Il nostro studio ha dimostrato che l’assunzione di antidepressivi durante il secondo o terzo trimestre di gravidanza quasi raddoppia il rischio che il bambino sarà diagnosticato con l’autismo all’età di 7 anni circa, soprattutto se la madre ha assunto inibitori della ricaptazione della serotonina, spesso conosciuta con il suo acronimo SSRI”. Bérard ed i suoi colleghi hanno osservato 145.456 bambini dal momento del loro concepimento fino all’età di dieci anni. Oltre alle informazioni sull’assunzione da parte della madre di antidepressivi ed eventuale diagnosi di autismo del bambino, i dati hanno incluso una ricchezza di particolari che hanno permesso al team di verificare l’impatto specifico dei farmaci antidepressivi. Ad esempio, alcune persone sono geneticamente predisposte all’autismo (vale a dire, hanno una storia familiare), in altri casi, l’età materna e la depressione sono fattori noti per essere associati con lo sviluppo dell’ autismo. “Abbiamo definito l’esposizione agli antidepressivi verificandone l’assunzione da parte della madre e le prescrizioni nel secondo o terzo trimestre di gravidanza, un periodo importante e critico per lo sviluppo del cervello del bambino”, ha detto il Prof. Bérard. “Tra tutti i bambini partecipanti allo studio, abbiamo poi identificato quelli che erano stati diagnosticati con una forma di autismo: autismo atipico, la sindrome di Asperger o un disturbo pervasivo dello sviluppo. Infine, abbiamo cercato un’associazione statistica tra i gruppi e trovato un significativo aumento del rischio di sviluppo dell’autismo dell’ 87%“.
I risultati sono estremamente importanti poichè circa il 6-10 per cento delle donne in gravidanza, sono attualmente in trattamento per la depressione, con antidepressivi. Nel corso dello studio, 1.054 bambini sono stati diagnosticati con autismo (0,72% dei bambini ), in media a 4-5 anni di età. Inoltre, la prevalenza di autismo tra i bambini è aumentata da 4 su 10.000 bambini nel 1966 a 100 su 10.000 oggi. “E’ biologicamente plausibile che gli antidepressivi causano l’autismo se utilizzati al momento dello sviluppo del cervello del bambino poichè la serotonina è coinvolta in numerosi processi di sviluppo pre e post-natale, tra cui la divisione cellulare, la differenziazione cellulare e sinaptogenesi – la creazione di collegamenti tra le cellule del cervello“, ha spiegato il prof Bérard. “Alcune classi di antidepressivi lavorano inibendo la serotonina e questo avrà un impatto negativo sulla capacità del cervello di svilupparsi pienamente, nell’utero”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità indica che la depressione sarà la seconda causa di morte entro il 2020 e questo porta i ricercatori a credere che gli antidepressivi probabilmente rimangono ampiamente prescritti, anche durante la gravidanza.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26660917

http://archpedi.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=2476187

18-01-2016

E’ capitato a tutti di acquistare l’insalata già lavata e le carote già affettate, un pò per pigrizia e un pò perchè siamo sempre di corsa e queste cose ci agevolano di molto la vita. Ma pensiamoci bene: prima di tutto perchè tutti siamo in grado di lavare l’insalata, affettare le carote, pulire i carciofi, se ci organizziamo 10 minuti in più non sono quella gran perdita di tempo. Poi avete mai notato il prezzo al chilo dell’ortaggio già lavato e pronto all’uso? A volte il prezzo è triplicato. Per non parlare poi dei principi nutritivi che perdono durante il periodo di confezionamento. Inoltre avrete sicuramente notato che a volte le verdure acquistate già lavate non sono poi così pulite come dovrebbero essere, e la conservazione degli alimenti, soprattutto quelli fuori stagione, provoca il rapido svilupparsi di muffe e marciumi. Quindi bisognerebbe comunque rilavare le verdure acquistate confezionate, quindi viene a mancare la convenienza del risparmio del tempo e un altro consumo di acqua. Poi l’esposizione all’aria degli ortaggi e, anche e soprattutto, della frutta, una volta affettati, può compromettere il loro contenuto nutritivo. Non a caso se a casa affettiamo la mela dopo poco inizia ad ossidarsi e diventare nera con conseguente degrado della vitamina C. Poi pensiamo all’impatto ambientale. Prima del trasporto, questi alimenti passano attraverso numerose fasi di lavorazione che generano emissioni di Co2, sprechi idrici ed energetici, come lavaggi che possono prevedere l’utilizzo di sostanze disinfettanti, irraggiamento per la distruzione dei batteri, refrigeramento, che può essere necessario sia durante il trasporto che nel corso della permanenza nei magazzini. Inoltre per attirare i consumatori ad acquistare la loro frutta e verdura, le aziende sono portate alla creazione di confezioni che hanno un “packaging sovrabbondante“, costituito da pellicole trasparenti, vaschette di plastica o di polistirolo, linguette e scatolette in cartone che non possono che contribuire ad aumentare giorno dopo giorno i rifiuti accumulati quotidianamente. Se acquistiamo ortaggi interi e sfusi tutto ciò viene evitato in gran parte, o del tutto se decidiamo di acquistare i prodotti a chilometri zero, che abbiano compiuto la minore distanza possibile per giungere fino a noi.

18-01-2016

Ci sono diversi tipi di prodotti per la cura personale sul mercato, che pretendono di nascondere le rughe, eliminare le macchie e aggiungere un colorito sano alla pelle. Ma molti di questi prodotti non riescono ad affrontare le cause profonde dei problemi della pelle. Qui di seguito, ci sono 10 alimenti che si possono includere nella dieta per aiutare naturalmente a migliorare l’aspetto della vostra pelle:

1. AVOCADO

Naturalmente ricco di grassi sani, fibre, vitamine, minerali e altri nutrienti essenziali, l’avocado può contribuire in modo significativo a migliorare l’aspetto della pelle se introdotto costantemente nella dieta. E’ particolarmente ricco di biotina, una sostanza nutritiva che è noto per contribuire a rendere i capelli più spessi e più forti e la pelle più brillante. La biotina si trova anche in quantità elevate nel fegato e uova.

2. LIMONI E ALTRI AGRUMI

La vitamina C è un nutriente importante per la salute della pelle, in quanto aiuta nella produzione di collagene, una proteina che costituisce la struttura di base della pelle. Quella degli agrumi è una delle migliori fonti naturali di vitamina C che può aiutare a ridurre l’infiammazione, neutralizzare i radicali liberi e ridurre le rughe. Altre ottime fonti di vitamina C includono frutti di bosco e ciliegie.

3. CETRIOLI

Un nutriente fondamentale di cui il vostro corpo ha bisogno per mantenere l’elasticità della pelle è il silicio. Una fonte eccellente di silicio naturale è il cetriolo, che può essere utilizzato per via topica per ridurre le borse sotto gli occhi, per idratare la pelle ed eliminare le rughe. Il consumo di silicio è utile anche perchè questa importante sostanza nutritiva contribuirà a rafforzare i tessuti connettivi in tutto il corpo, compresi i muscoli, tendini, legamenti, capelli, unghie, cartilagine e ossa.

4. TE’ KOMBUCHA

E’ di gran moda in questo momento, in quanto è considerato un elisir probiotico che offre una serie di benefìci per la salute. E uno di questi benefìci è la pelle sana. La bevanda fermentata tende a migliorare la struttura e il tono della pelle nel tempo. Dal momento che il tè kombucha è noto per purificare l’organismo e disintossicare il corpo, ha senso che la pelle, l’organo più esteso del corpo, ne possa beneficiare.

5. MANDORLE

Sono particolarmente ricche di vitamina E, una sostanza nutritiva che è ampiamente conosciuta per aiutare a migliorare la salute della pelle e prevenire le rughe. Uno studio pubblicato nel 2005 sulla rivista Journal of Nutrition, ha rilevato che sia la vitamina E che i bioflavonoidi che si trovano nelle mandorle, aiutano a proteggere le cellule della pelle dai danni ossidativi. Mangiare mandorle può anche aiutare a prevenire e trattare la pelle secca.

6. PATATE DOLCI

Gli stessi composti che danno alle patate dolci il loro colore arancione vivace, può anche contribuire a migliorare la vostra carnagione e l’aspetto della vostra pelle. Il beta-carotene, un nutriente precursore della vitamina A, aiuta a proteggere la pelle contro i danni da scottature e altre esposizioni nocive. In realtà, molte creme antinvecchiamento della pelle possono essere addizionate di beta-carotene, perché questa sostanza funziona incredibilmente bene nel proteggere la pelle dai danni dei radicali liberi.

7. SALMONE

Analogamente, il colore rosa che è caratteristico del salmone è in realtà un potente nutriente noto come astaxantina, che ha dimostrato di fornire una protezione antiossidante per la pelle. L’astaxantina è senza dubbio il più vantaggioso nutriente per la pelle, esistente. Mangiare salmone, in altre parole, può aiutare naturalmente ad aumentare i livelli di astaxantina all’interno del vostro corpo e migliorare la salute e la vitalità della pelle.

8. FRUTTA E ORTAGGI

Ogni frutta e verdura contiene il suo unico profilo nutrizionale che promuove alcuni segmenti della salute con maggiore chiarezza e specificità. E per quanto riguarda la salute della pelle è interessante notare che frutta e verdura sembrano essere tra gli alimenti più vantaggiosi in quanto contengono sostanze che proteggono contro i danni cellulari e l’invecchiamento precoce. Frutta e verdura aiutano a ricostituire la pelle eliminando vecchie cellule e favorendo la loro sostituzione con nuove e sane.

9. UOVA

Sono un alimento “perfetto” per promuovere la salute non solo della pelle, ma anche del vostro corpo. Contengono proteine complete e una vasta gamma di vitamine liposolubili e minerali, acidi grassi essenziali e benefìci grassi saturi. Come l’avocado, le uova contengono alti livelli di biotina naturale, così come carotenoidi e vitamina D, entrambi i quali promuovono la salute della pelle.

10. NOCI DEL BRASILE

Ricche di selenio, le noci del Brasile sono un alimento potente che aiuta a migliorare la compattezza e aumentare l’elasticità della pelle. Il selenio, in particolare, aiuta a proteggere la pelle dai danni da sovraesposizione al sole, e il contenuto di zinco nelle noci, aiuta a modulare la produzione sana di olio nella pelle che è responsabile di quel bagliore e vitalità che tutti desideriamo.

17-01-2016

Una notte in bianco equivale a mangiare cibi grassi per 6 mesi. Lo dice uno studio del Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles presentato nel corso dell'incontro annuale della Obesity Society che si è tenuto nella città californiana. Le analisi condotte su modello animale da un team guidato da Josiane Broussard hanno rivelato una riduzione significativa della sensibilità all'insulina nei soggetti privati di riposo notturno, con conseguente aumento del rischio di sviluppare il diabete. «Quando il nostro organismo diventa meno sensibile all'insulina, si presenta la necessità di produrne di più per mantenere stabile il livello di glicemia. La conseguenza più grave può essere quella di sviluppare diabete di tipo 2», ha ricordato Broussard. 
Grazie a un test di tolleranza, gli scienziati hanno verificato la sensibilità all'insulina in 8 cani che avevano trascorso una notte senza dormire. Il risultato è stato messo a confronto con quelli relativi ad altri animali che avevano invece riposato normalmente. I cani sono stati poi sottoposti a un regime alimentare ricco di grassi per 6 mesi, e in seguito nuovamente testati. I dati indicano che una sola notte senza sonno aveva prodotto una riduzione della sensibilità all'insulina pari al 33 per cento, mentre l'assunzione di cibi grassi per 6 mesi l'aveva ridotta del 21 per cento. Broussard commenta: «Il nostro studio suggerisce che una notte di deprivazione totale di sonno può essere dannosa per la sensibilità all'insulina tanto quanto un periodo di dieta ricca di grassi. Dimostra, inoltre, l'importanza di un sonno adeguato per mantenere equilibrati i livelli glicemici, riducendo il rischio di malattie metaboliche come obesità e diabete».

 

http://www.newswise.com/articles/one-night-of-poor-sleep-could-equal-six-months-on-a-high-fat-diet-study-shows

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