Angelo Ortisi
SCOPERTA ECCEZIONALE: L’ACETO ANNIENTA IL BATTERIO DELLA TUBERCOLOSI.
08-05-2015
L’aceto potrebbe divenire un ottimo disinfettante low-cost e non tossico contro il batterio che causa la tubercolosi. Si è scoperto infatti che l’ingrediente attivo dell’antico condimento, l’acido acetico, può uccidere alcuni micobatteri, inclusi quelli altamente farmaco-resistenti della Tbc (Mycobacterium tuberculosis), a concentrazioni anche di poco superiori a quelle del comune aceto da cucina. La scoperta, pubblicata sulla rivista mBio dell’American Society for Microbiology, è frutto del caso ed è avvenuta perché una ricercatrice venezuelana stava usando aceto per preparare un farmaco da testare sul microrganismo della tubercolosi. L’esperta si è accorta che l’aceto, in assenza di qualunque altra sostanza, è capace da solo di uccidere il micobatterio. Dunque, soluzioni di acido acetico potrebbero essere usate come disinfettanti low-cost e non tossici in ambiente clinico, per la pulizia delle superfici su cui possono annidarsi questi germi.
Solitamente per combattere i batteri nei laboratori viene usata la candeggina, che però è tossica e corrosiva. Esistono anche altri disinfettanti efficaci, ma spesso sono troppo costosi soprattutto per i Paesi in via di sviluppo, dove fra l’altro avviene la maggior parte dei casi di Tbc. «I micobatteri causano la tubercolosi e la lebbra, ma ce ne sono anche di altri tipi, comuni nell’ambiente, persino nell’acqua del rubinetto, resistenti ai disinfettanti e in grado di causare gravi infezioni, che richiedono mesi di terapia e possono lasciare cicatrici deformanti», ricorda Howard Takiff, primo autore dello studio e responsabile del Laboratorio di Genetica Molecolare presso l’Istituto venezuelano di investigazione scientifica di Caracas. A rischio, dice l’esperto, «molte procedure cosmetiche che vengono eseguite al di fuori di ambienti ospedalieri nei Paesi in via di sviluppo, dove non sono disponibili disinfettanti efficaci».
È stata una borsista, Claudia Cortesia, a scoprire fortuitamente la capacità dell’aceto di uccidere i microrganismi, mentre indagava sulla capacità dei micobatteri «non-Tbc» di resistere a disinfettanti e antibiotici: stava studiando un farmaco che doveva essere sciolto in acido acetico e ha verificato, confrontando con un campione di controllo, che questa sostanza aveva ucciso i micobatteri che voleva studiare. «Dopo la prima osservazione di Claudia - dice Takiff -, abbiamo testato le concentrazioni minime e i tempi di esposizione necessari per annientare diversi micobatteri». Allo studio ha collaborato l’Albert Einstein College of Medicine di New York, che ha testato ceppi di Tbc e scoperto che l’esposizione a una soluzione al 6% di acido acetico uccide efficacemente la tubercolosi in 30 minuti, anche in caso di ceppi resistenti a quasi tutti gli antibiotici.
LA DR.SSA STEPHANIE SENEFF RIVELA IL LEGAME TRA GLIFOSATO E L’EPIDEMIA DI AUTISMO.
08-05-2015
Il principale anello mancante nella ricerca è il picco di massa dei tassi di autismo, che sembra essere legato all’erbicida più venduto al mondo, il Roundup. La Dr.ssa Stephanie Seneff del Massachusetts Institute of Technology (MIT) ha studiato per diversi decenni il problema autismo, e la sua ricca ricerca l’ha portata alla quasi innegabile conclusione che il glifosato, l’ingrediente principale del Roundup, è una delle principali cause di autismo. Quello che una volta era una condizione di salute estremamente rara affligge oggi circa 1 bambino su 68, secondo i Centri statunitensi per il Controllo per la Prevenzione delle Malattie (CDC). E se le cose proseguiranno lungo questo percorso, dice la Dr.ssa Seneff, quasi la metà di tutti i bambini nati nel 2025 saranno autistici. La Dr.ssa Seneff ha studiato il rapporto tra alimentazione e salute per molti anni, e ha pubblicato più di 170 articoli e studi peer-reviewed in tutta la sua carriera. Nel corso di una recente tavola rotonda sugli organismi geneticamente modificati (OGM), la Seneff ha evidenziato che alcune delle sue recenti ricerche davano una previsione di crescita dell’autismo per il 2025 del 50%, e i dati mostravano che i sintomi di tossicità del glifosato corrispondevano quasi esattamente a quelli dell’autismo. “Il glifosato è assorbito dalle piante ed entra nel circolo alimentare, e il governo degli Stati Uniti fa molto poco per il controllo e la ricerca degli effetti sulla salute. Ma le prove, se si vuole agire, sono lì a dimostrazione dei non pochi lavori di ricerca che sono state fatte”. Uno dei principali problemi delle autorità statunitensi, sulla regolamentazione della tossicità di prodotti chimici e altre sostanze come il Roundup, è il loro sorvolare su queste problematiche. Oltre a uccidere i batteri intestinali benefici, che sono necessari al corpo per elaborare il cibo e assorbire sostanze nutritive, il glifosato trasforma altri prodotti chimici come l’alluminio, che si aggiunge a molti vaccini per l’infanzia, in sostanze più tossiche. “Alluminio, glutammato, mercurio - tutte queste sostanze sono più tossiche nel contesto del glifosato, e credo che questo sia il motivo per cui i vaccini sono implicati nell’autismo”, afferma la Dr.ssa Seneff. “I vaccini sono molto più tossici oggi di quanto lo fossero 20 anni fa, anche se, con la stessa formulazione. Il motivo è perché il glifosato consente alle sostanze chimiche del vaccino di far più danno di quanto non ne farebbe da soli“.
Per quanto riguarda l’effetto diretto del glifosato sul corpo umano, la ricerca condotta dalla Dr.ssa Seneff e molti altri studiosi, hanno rivelato che queste sostanze intossicano organi come il fegato e reni, impedendogli di ripulire il corpo dagli agenti chimici ingeriti, come il glifosato o altre sostanze chimiche. Il glifosato inibisce la capacità del fegato di attivare la vitamina D, e la Dr.ssa Seneff ritiene che il glifosato sia il responsabile della diffusa carenza di vitamina D. “Il glifosato distrugge la capacità del fegato di attivare la vitamina D e questa è la spiegazione della carenza di vitamina D,” afferma Seneff. “Negli ultimi cinque anni sempre a più persone vengono prescritte massicce dosi di vitamina D, perchè carenti…”. “Il Roundup non è sicuro per gli esseri umani, per la ragione che attacca i nostri batteri intestinali…così da avere un intestino disturbato”. “La celiachia colpisce sempre più persone, molte di loro sapevano a malapena che esistesse, e non sapevano neanche cosa fosse, 10 anni fa”. Le allergie sono un’altra conseguenza della tossicità del glifosato, di questo diserbante che sconvolge e uccide i batteri intestinali benefici, innescando infiammazioni dell’intestino, e alterando il sistema endocrino con il rischio di altri gravi problemi di salute. “La celiachia, è una malattia molto complessa, causata dal glifosato” sostiene la Seneff. ”Questo diserbante causa permeabilità intestinale consentendo al glutine o alla caseina di diffondersi nel corpo attraverso il flusso sanguigno, e causare intolleranze“. La Seneff segnala inoltre la presenza di altri additivi ossalati nella formula Roundup che non sono mai stati testati. Queste sostanze chimiche, avverte, possono causare nuovi principi attivi nel glifosato, che può divenire fino a 1.000 volte più tossico che da solo. La sinergia tra glifosato e glutammato nel vaccino MMR, per esempio, può notevolmente amplificare la tossicità.
https://www.youtube.com/watch?v=6zOlGf_MWsg
http://www.cdc.gov/media/releases/2014/p0327-autism-spectrum-disorder.html
ASSUMETE QUESTI COMUNI FARMACI? STATE GIOCANDO ALLA “ROULETTE RUSSA” COL CUORE.
08-05-2015
I farmaci che includono i tradizionali farmaci non steroidei antinfiammatori (FANS), così come quelli di nuova generazione (COX-2 inibitori) sono stati collegati a rischi cardiovascolari. I ricercatori hanno effettuato un’analisi completa di tutti gli studi clinici randomizzati e controllati che confrontavano qualsiasi tipo di FANS con altri FANS o con placebo. L’analisi ha incluso più di 30 studi che, in totale, hanno coinvolto più di 116.000 pazienti. Farmaci come il rofecoxib (Vioxx) e lumiracoxib sono stati associati con un rischio doppio di attacco cardiaco, mentre l’ibuprofene è associato ad un rischio più di tre volte maggiore di ictus. L’Etoricoxib (Arcoxia) e diclofenac sono stati associati con un rischio maggiore di morte cardiovascolare.
Eurekalert dice: “…questi rischi cardiovascolari sono preoccupanti perché molti pazienti hanno sia malattie cardiovascolari che malattie muscoloscheletriche, e suggerisce che è tempo per una valutazione di una gamma più ampia di alternative”. In altre notizie sui farmaci, la FDA degli Stati Uniti ha chiesto ai produttori di farmaci contenenti paracetamolo di limitare il dosaggio del farmaco e aggiungere la tossicità epatica come avvertimento sulle etichette. L’acetaminofene (un farmaco antidolorifico e riduttore della febbre meglio conosciuto come Tylenol o Tachipirina) deve essere limitato a non più di 325 mg per compressa o capsula. Attualmente, alcuni prodotti contengono più del doppio di tale importo”. La Pagina del Dr. Gupta dice: “Un’overdose di farmaci combinati contenenti paracetamolo è responsabile di quasi metà dei casi di insufficienza epatica negli Stati Uniti, molte delle quali arrivano al trapianto di fegato o morte“.
http://www.bmj.com/content/342/bmj.c7086
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21224324
http://thechart.blogs.cnn.com/2011/01/13/fda-limits-amount-of-acetaminophen-in-prescription-drugs/
IL COLESTEROLO ALTO RIDUCE L’ASSIMILAZIONE DELLA VITAMINA E.
08-05-2015
La vitamina E è un componente fondamentale per la salute, in particolare per il suo effetto antiossidante. Protegge le pareti cellulari delle arterie e del cervello, mantiene sani occhi e pelle, previene i radicali liberi che possono causare problemi neurologici. Da alcuni anni è in corso un dibattito sulle giuste quantità di vitamina E: il livello ufficiale raccomandato è di 15 milligrammi al giorno. Una ricerca appena pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutrition suggerisce però che questa quantità potrebbe non essere adeguata poiché non viene assorbita in toto dai nostri tessuti. Lo studio condotto all’Oregon State University dimostra che livelli elevati di colesterolo e trigliceridi contribuiscono a bloccare questo micronutriente nel flusso sanguigno, evitando così che la vitamina E raggiunga i tessuti che ne hanno bisogno e creando una carenza nel nostro corpo. Maret Traber, professore della OSU e principale autore dello studio, ha spiegato: “Le persone obese, o con un livello elevato di lipidi in generale, sono particolarmente colpite da questa disfunzione: avrebbero bisogno di più antiossidanti, ma ne assorbono minori quantità, proprio a causa dei lipidi. La vitamina E rimane bloccata nel sangue”.
I ricercatori hanno analizzato i livelli di vitamina E su un gruppo di 41 persone, di sesso ed età diversa, non trovando nessuna significativa differenza in base a queste caratteristiche. La variabile che invece segnava una diversificazione dei livelli di vitamina E era quella dei lipidi nel sangue: più elevato il livello dei lipidi, più a lungo la vitamina E viene trattenuta nel sangue. La vitamina E è stata tracciata grazie ad un isotopo stabile, anziché grazie alle radiazioni come si fa nella gran parte dei casi, per arrivare a capire le quantità di vitamina E che arrivano ai tessuti: i ricercatori hanno spiegato che tracciarla esclusivamente nel sangue falsa i risultati. Lo scopo del team era proprio quello di capire quanta “dispersione” di questo micronutriente ci sia nelle persone obese o con problemi metabolici: secondo i ricercatori della OSU, solo il 24 per cento di vitamina E viene assorbita nel corpo, anziché l’81 percento, come dimostravano le stime precedenti. Traber ha spiegato: “Solo un terzo della quantità di vitamina E che assorbiamo arriva ai tessuti: nel caso di livelli elevati di lipidi questa quantità si riduce”. Avere elevati livelli di vitamina E nel sangue, spiegano i ricercatori, non significa tuttavia “sprecarla”: aiuta a mantenere sotto controllo i livelli di LDL e aumenta i processi antiossidanti. Avverte il team dell’Oregon State University, per avere un quadro chiaro è necessario tenere sotto controllo i livelli di vitamina E nei tessuti, in particolare per le persone obese e con elevati livelli di grasso nel sangue.
http://www.sciencedaily.com/releases/2015/03/150312143032.htm
LE DONNE FERTILI SI VESTONO DI ROSSO.
08-05-2015
Per capire se una donna è fertile, basta vedere il colore del suo abito. Secondo uno studio dell’University of British Columbia, le donne che indossano un vestito rosso o rosa hanno fino a tre volte in più di possibilità di essere al picco della loro fertilità, rispetto alle donne che indossano abiti di altri colori. È questo il risultato emerso dopo aver analizzato 124 donne di età compresa tra i 18 e i 47 anni, a cui i ricercatori hanno chiesto di che colore fosse la camicetta che indossavano quando avevano avuto il loro ultimo periodo mensile. Quando i dati sono stati raccolti, la sorpresa: c'era un forte legame tra il colore dell'indumento e il periodo di fertilità delle donne, durante il quale era probabile che fossero stati usati abiti di colori rosso e rosa.
I risultati, presentati al "XXV Meeting annuale dell'Association for Psychological Science" e pubblicati sulla rivista Psychological Science, dimostrano che una donna al massimo della propria fertilità ricerchi più attenzione da parte di un potenziale partner, probabilmente a livello inconscio. Precedenti ricerche avevano, infatti, dimostrato che alcuni animali si mettono in mostra durante i loro periodi fertili per attrarre i compagni, ma fino a oggi questi comportamenti non erano stati ancora ben individuati tra gli esseri umani. Questo nuovo studio, invece, fornisce alcune prove che suggeriscono che ci può essere un modo per osservare direttamente l'ovulazione, il periodo del mese in cui una donna ha maggiori probabilità di avere una gravidanza: basta guardare il colore del loro vestito. Ora saranno necessarie, dice il team canadese, ulteriori ricerche per capire se i risultati verranno replicati anche in una popolazione più ampia.
http://www.livescience.com/34737-fertile-peak-women-wear-red.html
COME LE RADIAZIONI DEL TELEFONO CELLULARE INFLUENZANO LE VOSTRE CELLULE.
08-05-2015
Le radiazioni dei telefoni cellulari sono troppo deboli per riscaldare il tessuto biologico o per rompere i legami chimici nelle cellule, ma le onde radio che emettono possono cambiare il comportamento delle cellule. Gli scienziati hanno esposto 10 donne volontarie a radiazioni di 900 megahertz dei telefoni GSM per simulare una telefonata lunga un’ora. Hanno selezionato 580 differenti proteine nelle cellule della loro pelle ed hanno trovato che i numeri di due proteine erano alterati in tutte le volontarie: una proteina era aumentata dell’89 per cento, l’altra diminuita del 32 per cento. Questo studio indica che anche senza il calore, i cambiamenti a livello molecolare avvengono in risposta all’esposizione alla frequenza delle radiazioni elettromagnetiche dei telefoni cellulari.
COMMENTO
Per la prima volta, i ricercatori sono in grado di indicare che durante l’esposizione alle onde radio come quelle del vostro telefono cellulare si verificano cambiamenti molecolari all’interno del corpo. Effetti simili in precedenza erano stati trovati in cellule coltivate, ma ora si è in grado di affermare che l’effetto sul corpo umano è identico. Qundi, che importanza fisiologica possono avere questi cambiamenti nelle proteine? Finora, nessuno lo sa con certezza. Ma credo fermamente che sottovalutarlo sarebbe un grave errore, particolarmente alla luce di tutti i dati disponibili, che indicano un’ampia varietà di rischi per la salute a lungo termine.
Cosa causa i danni biologici? La maggior parte del pericolo proveniente dai telefoni wireless, cellulari e dai routers di WiFi non proviene dai danni termici prodotti da questi dispositivi. A meno che non ci siano esposizioni voluminose come ad esempio quelle di un forno a microonde, questi effetti termici sono insignificanti. Si crede che i danni biologici provengano dai segnali modulati che provengono sia dalle microonde che dalle onde emesse dai cellulari. In ogni caso, i meccanismi con cui si verifica il danno sono completamente differenti. Le onde radio da cellulare vanno in risonanza con frequenze biologiche ad alcune centinaia di cicli al secondo e possono stimolare i recettori cellulari così da causare una serie di conseguenze patologiche che possono culminare nell’affaticamento, ansia e tumori. Questo è un problema importante perché durante gli ultimi anni abbiamo avuto un aumento esponenziale nell’esposizione a queste onde. E’ stato necessario un periodo dal 1984 al 2004 per raggiungere il primo miliardo di cellulari, il secondo miliardo è stato raggiunto dopo appena 18 mesi, il terzo miliardo soltanto dopo nove mesi e il quarto dopo appena sei mesi. E questo non tiene in considerazione l’esposizione ai routers di WiFi (Internet senza fili), che ora sono dominanti. Poiché c’è un tempo di latenza di 5-20 anni prima che molti di questi effetti diventino clinicamente apparenti, il momento di agire è adesso prima di subire danni.
Per un certo tempo, la raccomandazione standard per ridurre l’esposizione alle radiazioni era di utilizzare gli auricolari. Ma nuove indagini e lo sviluppo di ricevitori telefonici senza fili (come Bluetooth), hanno cambiato lo scenario. Gli auricolari possono realmente intensificare l’esposizione a radiazioni nocive in quanto fungono da antenna, inserita direttamente nel condotto uditivo. I test hanno indicato che gli auricolari del telefono cellulare possono realmente incrementare la quantità di radiazioni emesse più del 300 per cento! Il British Independent Group on Mobile Phones ha suggerito che gli auricolari sono una soluzione ideale solo se usati con filtri che impediscano la funzione di antenna.
MEDICI SPAGNOLI CONFERMANO IL PRIMO CASO DI MORTE UMANA CAUSATA DA OGM.
08-05-2015
Mr. Ramos stava lavorando come impiegato in un magazzino di Madrid il 7 gennaio, quando ha iniziato a sentirsi male subito dopo pranzo. Un certo numero di sintomi ha iniziato a manifestarsi, incluso un prurito violento, alcuni gravi gonfiori della gola e un drastico calo della pressione sanguigna. L’uomo, che era noto per avere allergie al pesce e ai frutti di mare, si è iniettato rapidamente adrenalina, ma le sue condizioni di salute hanno continuato a deteriorarsi. Il giovane è stato rapidamente portato in ospedale da alcuni colleghi ma, nonostante il personale medico sia stato in grado di identificare la causa della sua reazione allergica in tempo, nessuno degli usuali trattamenti o farmaci sembrava funzionare. Mr. Ramos è stato confermato morto poco più di un’ora dopo il suo arrivo in ospedale.
I medici legali e gli esperti di medicina legale presso l’ospedale Carlos III hanno dovuto eseguire un sacco di test e analisi prima di poter determinare con precisione cosa ha causato al signor Ramos la morte per una reazione allergica, dal momento che tutto ciò che aveva mangiato prima della sua morte è stata una pancetta, lattuga e pomodoro con un coca cola dietetica. Erano stupìti quando hanno scoperto che il pomodoro che aveva ingerito, conteneva non solo alcuni allergeni del pesce, ma anche alcuni geni resistenti agli antibiotici, che avevano impedito ai globuli bianchi del Signor Ramos di salvargli la vita.
“All’inizio abbiamo pensato che c’era stato qualche forma di contaminazione del suo cibo, dal contatto con il pesce o frutti di mare durante la preparazione” ha spiegato il dottor Rafael Pérez-Santamarina. “E’ stato solo quando abbiamo testato il pomodoro che abbiamo notato che conteneva alcuni allergeni che di solito si trovano nei frutti di mare. Abbiamo fatto un’analisi diversa che ci ha confermato che il pomodoro era effettivamente la fonte degli allergeni che hanno ucciso il signor Ramos“. Il caso del signor Ramos è il primo decesso umano confermato ufficialmente legato all’ingestione di alimenti geneticamente modificati. Ciò contraddice la maggior parte degli studi in materia di OGM, che avevano concluso che le colture geneticamente modificate attualmente sul mercato sono completamente sicure da mangiare.
Un team guidato da scienziati dell’Università di Nebraska aveva anticipato questo tipo di problema, nel 1996, quando hanno scoperto che una proteina della noce del Brasile introdotta per migliorare la qualità nutrizionale della soia geneticamente modificata, è stata in grado di provocare una reazione allergica in soggetti con allergie alla noce del Brasile. Tuttavia, questo tipo di problema è stato respinto da molti scienziati come molto improbabile, dal momento che potrebbe essere facilmente evitato con una corretta sperimentazione di sicurezza. La soia con il gene iniettato della noce del Brasile è stata effettivamente abbandonata durante lo sviluppo, ma sembra che il pomodoro geneticamente modificato che ha causato la morte del signor Ramos non era stato sottoposto a test sufficienti e il rischio letale non era stato identificato prima di essere commercializzato.
Il ministero spagnolo della Sanità ha ordinato per i pomodori di origine portoghese di essere rimossi dai negozi e mercati per motivi di sicurezza. Più di 7.000 tonnellate di pomodori saranno quindi ritirati in tutto il paese dagli ispettori ministeriali e funzionari di pubblica sicurezza. Il ministero ha anche rilasciato una dichiarazione pubblica sulla morte del signor Ramos in cui invia le sue condoglianze alla sua famiglia e aggiunge che “verranno effettuate immediatamente ulteriori ricerche sull’argomento per determinare se altri prodotti alimentari geneticamente modificati sul mercato europeo potrebbero rappresentare un rischio per la popolazione spagnola“.
http://worldnewsdailyreport.com/doctors-confirm-first-human-death-officially-caused-by-gmos/
INFERTILITA’: QUANDO ESSERE TROPPO MAGRE OSTACOLA IL CONCEPIMENTO PIU’ DELL’ESSERE OBESE.
08-05-2015
In un mondo in cui tutti vogliono dimagrire, il problema inverso all’obesità, quello dell’eccessiva magrezza, viene spesso sottovalutato. Forse davvero troppo. Eppure, secondo una recente ricerca, quando si cerca di avere un bambino essere troppo magre ostacola il concepimento più dell’essere troppo grasse: le donne sottopeso hanno solo una probabilità su 3 di restare incinte. Il dottor Richard Sherbahn del Fertility Center di Chicago, autore dello studio, spiega che anche l’eccessiva attenzione da parte degli esperti verso i problemi legati al sovrappeso fa sì che i pericoli dell’essere sottopeso vengano largamente ignorati. Lo studio, che è stato condotto estrapolando i dati delle analisi di oltre 2.500 cicli di fecondazione in vitro, ha infatti rivelato che le donne magre hanno meno probabilità di riuscire ad iniziare una gravidanza rispetto a quelle che sono in sovrappeso, comprese quelle classificate come pericolosamente obese.
Le donne che sono state analizzate, sono state divise in 3 gruppi, troppo magre (con un indice di massa corporea tra 14 e 18), normopeso e obese, seguendo le linee guida. Ne è emerso che le donne con un peso forma ideale avevano 1 possibilità su 2 di avere un bambino, mentre per quelle troppo grasse la probabilità era di poco inferiore. Ma la situazione peggiorava per le donne sottopeso, per le quali le probabilità di restare incinta scendevano vertiginosamente fino a 1 su 3. Eppure le donne in tutti e 3 i gruppi avevano mostrato di produrre un numero simile di ovuli. Allora, i ricercatori hanno pensato che i problemi di fertilità delle donne magre dovessero sopraggiungere in una fase successiva del processo di concepimento. La colpa dell’infertilità, quindi, potrebbe non essere né del ciclo irregolare di cui soffrono, né della loro situazione ormonale o degli estrogeni. I ricercatori ritengono che, in caso di eccessiva magrezza, gli embrioni possano trovare maggiori difficoltà ad impiantarsi nel ventre delle donne magre proprio perché sono denutrite: “è possibile - spiega il dottor Sherbahn - in termini evolutivi che essere troppo magri sia un indicatore del fatto che forse il cibo non è facilmente disponibile e che, quindi, non è il momento migliore per riprodursi”.
http://www.dailymail.co.uk/health/article-2051512/Being-skinny-damages-fertility-obesity.html
GLI STUDI DIMOSTRANO CHE I MELOGRANI FORNISCONO MOLTI BENEFICI PER LA SALUTE.
08-05-2015
Il melograno è uno dei frutti più antichi conosciuti al mondo ed è stato a lungo considerato un simbolo di salute e fertilità nella sua nativa Persia (l'attuale Iran). E' anche uno dei frutti più interessanti da consumare: dopo aver diviso lo strato esterno del melograno, ci si trova davanti a un complesso di camere con semi rossi. Questi piccoli semi (e il loro succo) sono l'unica parte del melograno che è commestibile, ma - come numerosi studi dimostrano - il loro valore nutritivo è molto più grande di quello che ci si potrebbe aspettare.
PROTEZIONE DAL CANCRO DELLA PELLE
Secondo uno studio pubblicato in Experimental Dermatology nel giugno 2009, il succo di melograno è in grado di proteggere la nostra pelle dalle radiazioni solari, diminuendo il rischio di cancro della pelle associato a un'eccessiva esposizione solare. I ricercatori attribuiscono questo risultato agli antociani e ai tannini presenti nei melograni, che possiedono proprietà antiossidanti e antitumorali. Queste stesse sostanze forniscono anche benefici antinvecchiamento, e ci possono proteggere da malattie degenerative come l'Alzheimer e l'artrite reumatoide.
PROPRIETA’ ANTINFIAMMATORIE
Uno studio pubblicato sul Journal of inflammation nel gennaio 2009, ha scoperto che il succo di melograno può inibire l'attività infiammatoria dei mastociti in eccesso (i mastociti si trovano naturalmente nel corpo e svolgono importanti ruoli di protezione, ma quando sono in eccesso creano infiammazione). Anche in questo caso, i ricercatori attribuiscono questo risultato a concentrazioni di antiossidanti presenti nei melograni.
RIDUCE IL COLESTEROLO
Studi hanno dimostrato che il consumo regolare di melograni e succo di melograno può ridurre il colesterolo LDL sia negli animali che nell'uomo. Uno studio descritto in The American Journal of Clinical Nutrition nel 2000, per esempio, ha scoperto che il succo di melograno ha contribuito ad inibire l'ossidazione del colesterolo LDL in soggetti umani. L’eccesso di colesterolo LDL è una delle maggiori cause di malattie cardiovascolari negli Stati Uniti.
MIGLIORA L’UMORE
C'è una buona ragione per cui molte persone si sentono meglio dopo aver mangiato melograni: essi contengono un gran numero di sostanze fitochimiche che stimolano i recettori degli estrogeni e serotonina nel corpo, migliorando in tal modo il nostro umore e riducendo i sentimenti di tristezza e depressione. La ricerca suggerisce anche che il consumo a lungo termine di melograni potrebbe regolare i bassi livelli di serotonina nel cervello, trattando potenzialmente gli atteggiamenti causati da squilibri chimici.
BUONA FONTE DI NUTRIENTI
I melograni sono sorprendentemente ricchi di sostanze nutritive. In realtà, i loro semi contengono più fibre e sali minerali rispetto a molti altri frutti più popolari. Ad esempio, un intero melograno contiene circa 11 grammi di fibre alimentari (due volte la quantità di fibra di una banana di medie dimensioni), 29 milligrammi di vitamina C e 46 microgrammi di vitamina K. In tutti e tre i casi, circa il 50 per cento del nostro fabbisogno giornaliero.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19320737
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2625340/
http://ajcn.nutrition.org/content/71/5/1062.full
http://www.drfuhrman.com/library/article19.aspx
http://nutritiondata.self.com/facts/fruits-and-fruit-juices/2038/2
http://www.naturalnews.com/045802_pomegranates_health_benefits_antioxidants.html
COME GLI ANTIDEPRESSIVI INFLUENZANO IL VOSTRO SISTEMA IMMUNITARIO.
08-05-2015
I farmaci antidepressivi possono influenzare negativamente il sistema immunitario. Farmaci quali Prozac e Zoloft, che appartengono ad una classe conosciuta come inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, o “SSRI”, agiscono permettendo alla serotonina di rimanere per un periodo più lungo nelle giunzioni nervose. Una nuova ricerca indica che la serotonina è anche una molecola di signaling fra le cellule immunitarie. Le cellule dendritiche si legano alla serotonina nei luoghi di infiammazione e la passano alle cellule T del sistema immunitario. Ciò influenza lo sviluppo e la divisione in nuove cellule T. Tuttavia, il Prozac introdotto nelle zone di infiammazione, ha impedito questo tipo di utilizzo della serotonina.
COMMENTO
Qualche anno fa, un rapporto apparso sul British Medical Journal ha dimostrato brillantemente che gli antidepressivi non offrono significativi benefici e che i problemi emotivi possono essere trattati meglio senza prendere farmaci tossici. Ora c’è un altro motivo di rischio di salute per rimanere lontani da loro. Gli antidepressivi come il Prozac non bloccano soltanto la serotonina, cosa che sarebbe utile, ma sono in grado di “paralizzare” anche il vostro sistema immunitario. Attualmente abbiamo ancor più dimostrazioni che indicano di evitare gli antidepressivi nel loro complesso, usando opzioni più sicure e più sane in grado di trattare le vere cause del problema. Si consiglia di:
• Assumere olio di fegato di merluzzo o di pesce di alta qualità.
• Iniziare un programma di esercizio fisico il più presto possibile, in quanto esso è una delle cure migliori contro la depressione.
• Esistono attualmente anche delle nuove metodiche psicologiche, come l’Emotional Freedom Tecnique molto efficaci nel risolvere queste problematiche.