Angelo Ortisi
ACIDO PANTOTENICO NELL'ESAURIMENTO SURRENALE.
14-10-2015
Le relazioni che intercorrono tra acido pantotenico (vitamina B5) e surreni, sono state messe in evidenza già da alcuni anni. Nel ratto, fin dalle prime settimane di carenza, compaiono alterazioni morfologiche a carico delle cellule della corteccia surrenale: la zona più colpita dalle lesioni è quella fascicolata e il danno maggiore risulta a carico delle cellule che producono gli ormoni glicoattivi. I risultati di alcuni esperimenti condotti sull'uomo dal Prof. Fidanza e colleghi, mettono in evidenza come l'attività del surrene possa essere positivamente influenzata dalla somministrazione di tale nutriente: infatti l'acido pantotenico è stato per lungo tempo considerato una vitamina antistress. Il Prof. Fidanza suggerisce quindi a scopo protettivo la somministrazione di alte dosi di acido pantotenico in tutti quei casi in cui la corteccia surrenale sia richiesta una maggiore attività. Malattie infettive e stati di stress con meccanismi diretti o indiretti potrebbero portare la ghiandola all'esaurimento funzionale.
MODI DIVERSI DI USARE IL LIMONE.
12-11-2018
E’ incredibile l’effetto che alcuni alimenti hanno sul nostro corpo. Da soli possono agire favorevolmente sull’attività di diversi organi e migliorare le funzioni del nostro organismo. E in molti casi sono gli alimenti più impensabili a dare i benefici maggiori. Oggi voglio parlare delle proprietà di un nostro prezioso alleato: il limone.
IL LIMONE CONTIENE VITAMINA C
La maggior parte delle persone conoscerà molto bene questo primo beneficio del limone, cioè il contenuto di Vitamina C. Un limone di medie dimensioni contiene 30,7 milligrammi di questa vitamina. È interessante notare che la pelle del frutto contiene la maggior parte della vitamina. La vitamina C è un antiossidante e svolge un ruolo importante nella funzione immunitaria del corpo. Ma questo è forse il beneficio minore…
IL LIMONE E’ UN ANTISETTICO
Una delle principali funzioni del limone è quella di antisettico. E questo lo rende molto adatto a chi ha abusato per lunghi periodi di grassi e proteine di cattiva qualità, per agevolare il processo di disintossicazione.
IL LIMONE DISTRUGGE I BATTERI PUTREFATTIVI
Il limone distrugge i batteri putrefattivi di intestino e bocca. Per questo, grazie alla sua azione purificante, è un ottimo rimedio contro l’alito cattivo.
Il LIMONE FA BENE ALL’APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO
Ha anche un effetto benefico sul sangue e sull’apparato circolatorio, infatti ripulisce il sangue, “cura” la pressione alta, rinforza i vasi sanguigni deboli e diluisce il sangue spesso e stagnante.
IL LIMONE AIUTA FEGATO, DIGESTIONE E PRODUZIONE DI LIQUIDI
Aiuta il fegato e stimola la produzione di bile. Inoltre promuove la digestione e allevia la flatulenza. La sua capacità di stimolare la produzione dei liquidi rende il limone particolarmente adatto alla cura di crampi e diabete, spesso dovuti proprio a una carenza di fluidi.
IL LIMONE E’ RICCO DI FLAVONOIDI
Nel 2006 una recensione pubblicata sul “Journal of Food Composition and Analysis ” riportava che i limoni sono una ricca fonte di flavonoidi. I flavonoidi sono sostanze fitochimiche antiossidanti che possono aiutare a prevenire malattie cardiache, ictus, cancro, asma e problemi neurologici inibendo l’attività dei radicali liberi. Il limone è particolarmente ricco di esperidina ed eriocitrina. L’esperidio aiuta a mantenere le ossa forti e ad abbassare il livello di lipidi nel sangue, mentre l’eriocitrina sembrerebbe proteggere il fegato dai danni ossidativi.
USI DEL LIMONE A SCOPO CURATIVO
- Uno degli usi più semplici e classici del limone è la bevanda di acqua calda con limone. Scalda una tazza di acqua calda e aggiungi il succo di mezzo limone. Questa bevanda fa bene alla pelle, depura e potenzia il sistema immunitario.
- Acqua e limone con un cucchiaino di miele di Manuka. Si tratta di un miele della Nuova Zelanda con potenti proprietà antibiotiche, ha un costo un pò alto ma è molto efficace, soprattutto per problemi di pelle e per darti carica ed energia.
- Bevanda per i climi e le stagioni calde: l’effetto rinfrescante lo rende molto adatto alla stagione estiva e al caldo. Per alleviare i sintomi di calore puoi preparare una tazza di succo di limone diluito con acqua, accompagnato da qualche foglia di menta fresca.
- Soluzione per la diarrea: prepara mezzo litro d’acqua bollita con 1 limone tagliato in 4. Fai bollire per mezz’ora, poi filtra e sorseggia questa bevanda calda.
USI DEL LIMONE COME RIMEDIO ESTERNO
- Come rimedio esterno puoi usare il limone per alleviare i dolori o per lenire il prurito dovuto a punture di insetto.
- Puoi anche usarlo contro i calli, facendo un cataplasma di limone.
USI DEL LIMONE PER LE PREPARAZIONI IN CUCINA
- Ammollo: Metti sempre a bagno cereali e semi oleosi in acqua e aceto di mele non pastorizzato o in acqua e succo di limone per una notte intera per ridurre il contenuto di acido fitico.
- Usa il succo di limone o grattugia la buccia di limone biologico quando prepari fettine di carne rossa o pollo. Questo ti aiuterà a digerire meglio e a rendere più saporita la carne senza dover usare troppo sale o olio. Puoi provare ad usare il limone anche per saltare la verdura in padella o per preparare delle salsine.
IRIDOLOGIA: UN'ARMA POTENTE NELLA DIAGNOSI ENERGETICA-COSTITUZIONALE.
11-07-2016
Stabilire la salute di una persona attraverso lo studio dei suoi occhi è una tecnica che risale agli antichi greci e a Ippocrate. Nel XIX secolo, questa antica arte è stata ripresa da un ungherese, Ignacz von Peczely. Da ragazzo aveva notato che l'iride di una civetta era diversa quando l'animale stava soffrendo per una zampa rotta e dopo la guarigione. Incominciò allora a osservare l'iride delle persone, riuscendo spesso a predire una futura malattia. Dopo essersi laureato in medicina disegnò la prima cartina dell'iride da usare come chiave per stabilire la salute delle persone. Peczely e i suoi successori furono ridicolizzati nei primi anni del XX secolo da tutto l'ambiente medico. Un medico americano, il dottor Bernard Jensen, disegnò un'altra cartina molto dettagliata dell'iride nel 1950, mettendo in relazione tutti gli organi e apparati dell'organismo a parti differenti dell'iride. Da allora, sono state stilate altre cartine analoghe in base all'esperienza clinica europea. La zona intorno alla pupilla è correlata allo stomaco e quella intorno a essa rappresenta l'intestino. La restante parte dell'iride è divisa in segmenti complessi che corrispondono alle altri parti del corpo. Gli iridologi utilizzano questa tecnica per conoscere quale sia la predisposizione ereditaria di una persona. Studiando questa mappa, un iridologo riesce a identificare i punti di debolezza costituzionale di un paziente, come per esempio la tendenza a soffrire di problemi di stomaco o di fegato. Inoltre, alcune alterazioni che avvengono all'interno del corpo inducono leggeri cambiamenti nel colore dell'iride. Se un punto diventa più chiaro può significare infiammazione, se invece una zona diventa più scura può indicare la presenza di tossine. La vecchia storia dei cambiamenti dell'iride della civetta ha quindi della basi scientifiche. Gli occhi, e l'iride in particolare, sono la propaggine (estensione) diretta del cervello. Centinaia di migliaia di fibre nervose nutrono il nervo ottico e molte di queste terminano nell'iride. Per questa ragione che gli occhi, sulla base delle informazioni che ricevono dal cervello, forniscono una descrizione accurata dello stato di salute del resto del corpo.
Come iridologo è bene puntualizzare che non facciamo la diagnosi delle malattie ma piuttosto l'analisi dell'iride per identificare le zone del corpo dove possono esserci dei problemi. Stabiliamo "l'integrità dei tessuti", cioè la forza o la debolezza costituzionale ereditaria. L'analisi permette di identificare le condizioni precliniche, ovvero quei punti di debolezza che potrebbero sfociare nei sintomi di una malattia se venissero ignorati. L'iridologo esaminerà gli occhi con una lente di ingrandimento e farà uno schizzo dell'iride, notando le zone dove potrebbero esserci dei problemi. Alcuni iridologi usano una macchina fotografica per fare una diapositiva dell'iride o per riprodurre una sua immagine sullo schermo del computer. Sulla base delle conoscenze delle aree chiave dell'iride, o di quello che vedono dopo aver posizionato sulla figura dell'iride una determinata griglia, essi pongono poi delle domande al paziente per ricavare ulteriori informazioni. Gli iridologi (quasi sempre naturopati), sono in genere esperti anche in altri settori della medicina naturale e utilizzano le loro conoscenze per prescrivere un trattamento mirato. Tutti gli occhi vengono classificati come azzurri, marroni o una miscela dei due colori. Gli occhi chiari sono più facili da "leggere" per un iridologo. Le persone con gli occhi azzurri sono in genere più predisposte a soffrire di problemi nervosi o respiratori, mentre quelli con gli occhi marroni hanno più facilmente problemi circolatori. Se avete gli occhi verdi (una miscela di azzurro e marrone chiaro) sarete più predisposti ai problemi digestivi.
ECCO A COSA SERVE L’INTEGRAZIONE DI FENILALANINA.
28-02-2016
La L-fenilalanina è un aminoacido essenziale che interviene in numerosi processi biochimici connessi con la sintesi di alcuni neurotrasmettitori quali dopamina, noradrenalina e adrenalina. Questi ormoni influenzano la frequenza del battito cardiaco, la pressione sanguigna, il consumo di ossigeno e numerose funzioni cerebrali. La L-fenilalanina è necessaria per il corretto funzionamento della tiroide, in quanto il suo scarso apporto può provocare la carenza di tirosina, che nei soggetti adulti può determinare disturbi comportamentali, aumento del peso e problemi circolatori. In assenza di un’adeguata quantità di vitamina C, la fenilalanina non può essere metabolizzata dall’organismo umano.
DEPRESSIONE E RENDIMENTO INTELLETTUALE
La recente letteratura scientifica indica che la somministrazione di feniletilamina, o del suo precursore, la L-fenilalanina, è in grado di migliorare i sintomi dei pazienti depressi. E' stato osservato, infatti, un miglioramento del livello dell'energia, degli sbalzi d'umore e una riduzione dell'aggressività nei soggetti trattati. Secondo alcuni autori la somministrazione di questo nutriente potrebbe avere un ruolo terapeutico per il miglioramento di questa condizione. Alcuni esperimenti hanno dimostrato che la somministrazione di questo aminoacido è in grado di incrementare una maggiore prontezza di reazione e le capacità mnemoniche.
TRATTAMENTO DELLA VITILIGINE
Secondo recenti sperimentazioni condotte in campo dermatologico, l'assunzione di L-fenilalanina, seguita dall'esposizione solare di 30 minuti (in orario compreso tra le 11.00 e le 15.00), è in grado di stimolare la migrazione dei melanociti verso le zone colpite da vitiligine e di favorire la produzione di melanina dell'epidermide e dei bulbi follicolari. La terapia sembra essere maggiormente efficace se associata a vitamina B12 e acido folico.
CONTROLLO DELL’ APPETITO
Il grasso viene immagazzinato nelle cellule adipose dell'organismo, sotto forma di trigliceridi, nella combinazione di acidi grassi e glicerolo. Tutti i programmi di riduzione di peso tentano di far utilizzare dai tessuti corporei una maggiore quantità di trigliceridi come fonte principale di energia. Per prima cosa è necessario suddividere le grandi molecole di trigliceridi nelle loro componenti per ridurle in modo tale da attraversare il muro delle cellule adipose. Un aumento della fornitura di noradrenalina, molecola che stimola il metabolismo dei grassi e un aumento dell'adrenalina, sono fattori che favoriscono la suddivisione delle molecole di trigliceridi. La fenilalanina, diretto precursore della noradrenalina, promuove la liberazione della colecistochinina (CCK), un peptide localizzato nel cervello e nel tratto gastrointestinale, che ha la funzione di modulare i meccanismi periferici della sazietà. La fenilalanina si trova nella carne, nei formaggi e nei latticini in genere; questo spiega perchè una dieta ad alto contenuto di proteine risulta essere particolarmente saziante. E' stato dimostrato che in un uomo adulto, dopo un unico pasto proteico, i livelli di colecistochinine possono aumentare da 700 a 1100 picogrammi/ml in mezz'ora. Questo avviene in quanto la colecistochinina, mediante l'interazione delle funzioni gastrointestinali, o per la sua interazione con il sistema nervoso centrale, è in grado di indurre una sensazione di sazietà. La fenilalanina, promuovendo questi meccanismi, può essere consigliata come un valido fattore di supporto per ridurre l'appetito nei soggetti in sovrappeso.
MAGNESIO PER COMBATTERE LA SINDROME PREMESTRUALE.
11-11-2018
La sindrome premestruale è quel complesso di sintomi che si manifestano nel periodo precedente la comparsa delle mestruazioni, quali ansia, irritabilità, repentini cambiamenti d'umore, seno dolorante, capogiri, affaticamento, cefalee ecc. Alcuni ritengono che sia dovuta alla carenza di magnesio, zinco e di alcune vitamine. L'elevato consumo di zuccheri raffinati e di prodotti caseari tende a ridurre l'assimilazione del magnesio contenuto negli alimenti, che, essendo presente in quantità insufficiente, non è in grado di garantire la sintesi di sufficienti quantità del neurotrasmettitore dopamina alterando l'equilibrio tra le varie molecole a livello cerebrale. Nel corso di un esperimento si è osservato che la somministrazione di vitamine e minerali, tra cui anche il magnesio, alleviava considerevolmente i sintomi di questa sindrome.
L’OLIO STUPEFACENTE CHE RIDUCE IL GIROVITA DELLE DONNE.
11-11-2018
Uno studio ha dimostrato che l’integrazione alimentare con olio di cocco può comportare una riduzione della circonferenza vita e altri benefici. E’ stato fatto uno studio clinico randomizzato, in doppio cieco su 40 donne divise in due gruppi - uno che ha ricevuto quotidianamente integratori di olio di soia (gruppo S) e un altro che ha ricevuto una quantità simile di olio di cocco (gruppo C). Entrambi i gruppi sono stati incaricati di seguire una dieta ipocalorica bilanciata e di camminare per 50 minuti ogni giorno. Secondo lo studio: “Dopo una settimana, solo il gruppo C ha mostrato una riduzione della circonferenza vita. Il gruppo S ha presentato un aumento del colesterolo totale e colesterolo LDL. Tali modifiche non sono state osservate nel gruppo C. Sembra che la supplementazione dietetica con olio di cocco non causi dislipidemia e sembra favorire una riduzione dell’obesità addominale”.
L’ORTICA MIGLIORA LA FUNZIONALITA’ PROSTATICA.
25-02-2016
L’ortica è una pianta erbacea perenne originaria dell’Asia e dell’Africa, oggi presente in tutte le zone temperate del pianeta. La parte utilizzata, radici e rizomi essiccati, contengono composti con interessanti attività fisiologiche quali beta-sitosterolo, daucosterolo, scopoletina, lignani e flavonoidi. L’ortica è indicata per le affezioni benigne della prostata, in particolare nel trattamento della congestione prostatica e dei conseguenti disturbi della minzione, oltre che in caso di iperplasia prostatica benigna iniziale o negli stadi I-II. E’ utilizzata diffusamente, da sola o in associazione con altre erbe, come diuretico.
IPERPLASIA PROSTATICA BENIGNA (IPB)
Il meccanismo di azione secondo il quale l'ortica influenzi positivamente la prostata non è stato ancora chiarito. Si suppone che l'erba possa avere un effetto sulla quantità di testosterone (attivo) circolante nel sangue, o che possa inibire l'attività di un enzima chiave, l'aromatasi, responsabile della sintesi di testosterone. L'estratto della radice di ortica ha mostrato di inibire la capacità di legame della SHBG (Sex Hormone Binding Globulin) ai recettori solubilizzati da tessuto prostatico. Si ritiene che questa sia probabilmente l'azione in grado di spiegare maggiormente l'attività antiprostatica dell'ortica. L'estratto di ortica ha mostrato anche di inibire il legame dell'EGF (Epidermal Growth Factor) ai recettori EGF in una coltura di cellule di tessuto prostatico umano; ha inoltre inibito la proliferazione cellulare in colture di tessuto prostatico di pazienti affetti da IPB.
Schneider in uno studio randomizzato verso placebo su 226 pazienti, ha mostrato dopo 12 mesi di trattamento una diminuzione dell'IPSS (International Prostate Symptom Score) di 5.7 punti con estratto di ortica (estratto secco 460 mg al giorno), contro il 4.7 del placebo, una differenza statisticamente significativa. L'ortica ha mostrato la riduzione dei sintomi irritativi e le complicanze associate all'IPB grazie agli effetti antiflogistici e antiproliferativi. Anche in combinazione con altre erbe (serenoa repens), l'ortica ha mostrato buoni risultati nel trattamento dell'IPB.
In uno clinico doppio cieco randomizzato contro placebo, sono stati arruolati 620 soggetti (55-72 anni) con almeno una storia di LUTS (Lower Urinary Tract Symptom - sintomi delle basse vie urinarie) dovuti a IPB. I soggetti hanno ricevuto 120 mg di estratto di radice di ortica 3 volte al giorno durante i pasti o un placebo per 6 mesi. I soggetti verum hanno mostrato una riduzione del punteggio IPSS del 40% rispetto al placebo. Il Qmax (velocità di flusso urinario massimo) è migliorato del 77% nel gruppo ortica contro il 31% di quello placebo. Si è osservata inoltre la riduzione della dimensione della prostata. Al termine dei 18 mesi di follow-up tutti i sintomi erano migliorati in maniera significativa nel gruppo che aveva assunto ortica.
AZIONE ANTINFIAMMATORIA E IMMUNOMODULANTE
In studi in vivo l’ortica ha mostrato la capacità di ridurre gonfiore, dolore e rossore. Tradizionalmente utilizzata come antinfiammatorio, la frazione polisaccaridica dell’ortica ha mostrato recentemente di inibire la produzione di citochine e leucotrieni. Anche la scopoletina, un’idrossicumarina presente nell’estratto, è un composto con attività antinfiammatoria.
CAVOLFIORE: L’ORTAGGIO CURATIVO.
15-12-2016
La parte commestibile del cavolfiore è l’infiorescenza della pianta, ancora non completamente sviluppata e formata da migliaia di piccoli fiori ancora chiusi. Dal punto di vista botanico, il cavolfiore, i broccoli e tutti i tipi di cavolo, sono varietà di una stessa specie. Per ottenere il colore candido del cavolfiore, gli agricoltori chiudono le foglie verdi che circondano l’infiorescenza in modo che questa non venga raggiunta dalla luce solare. Quando i raggi del sole raggiungono l’infiorescenza, si ottengono cavolfiori di diverso colore, secondo le varietà: verde (come il broccolo romano), dovuto alla presenza di clorofilla, o violaceo, per la presenza di antocianine. Il cavolfiore è consumato abbondantemente in tutto il mondo. La Cina, che ne produce addirittura un milione di tonnellate all’anno, è il maggior produttore mondiale. Questo ortaggio favoloso contiene piccole quantità di carboidrati e di proteine ed è praticamente privo di grassi. Contiene provitamina A (betacarotene), vitamine B, E e soprattutto la C. Relativamente ai minerali, è ricchissimo di potassio e povero di sodio; contiene quantità notevoli di calcio, magnesio, fosforo e ferro. Il cavolfiore è un ortaggio ricco di oligoelementi (cromo, zinco, manganese, rame e selenio), che esercitano importanti funzioni sull’organismo, molte delle quali ancora oggi sono oggetto di ricerca. Sappiamo però con certezza che gli oligoelementi, presenti in quantità apprezzabili nel cavolfiore, forniscono vitalità ed energia all’organismo e contribuiscono a mantenerlo in salute. Come le altre piante della famiglia delle Crucifere, i cavolfiore è ricchissimo di sostanze anticancerogene appartenenti al gruppo degli elementi fitochimici, perciò è indicato per prevenire il cancro. Le applicazioni terapeutiche del cavolfiore riguardano:
- MALATTIE GASTRICHE: il cavolfiore fornisce molte vitamine, minerali e oligoelementi, che agiscono sul tubo digerente e su tutto l’apparato digerente, dallo stomaco al colon, tonificando le funzioni digestive. E’ molto digeribile, più degli altri cavoli, perciò è indicato nella dieta di chi soffre di malattie gastriche (gastrite, ulcera, dispepsia). Regola l’intestino e il passaggio delle feci al suo interno, sia in caso di stipsi sia di diarrea, perciò è indicato in particolar modo per coloro i quali sono affetti da stitichezza, colite e diverticolosi. Il cavolfiore è, insieme alla carota e agli asparagi, uno dei primi ortaggi che si devono dare ai malati dopo una malattia acuta, come una gastrite o una gastroenterite.
- MALATTIE CARDIOCIRCOLATORIE: è uno degli alimenti più indicati per i malati di cuore e del sistema circolatorio, perché è povero di sodio, ricco di potassio ed è in pratica privo di grassi. Non deve mancare sulla tavola di cardiopatici, ipertesi e di chi soffre di qualsiasi tipo di arteriosclerosi.
- OBESITA’ E DIABETE: il cavolfiore fornisce pochissime calorie e dà una sensazione di sazietà. Bollito o cotto al vapore, grazie al suo scarso contenuto di carboidrati, costituisce una cena ideale per chi vuole dimagrire e per i diabetici.
- MALATTIE RENALI: il cavolfiore è diuretico e depurativo, perché favorisce l’eliminazione dell’eccesso di acqua ritenuta nei tessuti (edemi) e delle sostanze di rifiuto come l’urea. E’ consigliato in caso di insufficienza renale, artritismo, gotta, edemi di origine renale e calcoli renali.
- MALATTIE CANCEROGENE: negli ultimi anni si stanno compiendo ricerche di tipo statistico e anche sperimentale, che dimostrano l’azione anticancerogena di cavolfiore, broccoli, cavolo e altre piante della famiglia delle Crucifere. Le sostanze che esercitano questa azione sono due tipi di elementi fitochimici: i glucosidi solforati e i derivati degli indoli. Prese per via orale, queste sostanze impediscono la formazione di tumori maligni nelle cavie cui siano state somministrate sostanze cancerogene come il benzopirene. Il cavolfiore è quindi un alimento ideale per chi è a rischio di malattie cancerogene. In generale, le persone cui è stato diagnosticato un tumore e sono in cura dovrebbero consumare tutti i giorni ortaggi della famiglia delle Crucifere: per esempio, cavolfiore, broccoli, cavolo o ravanelli.
OMEGA-3: 5 ALTERNATIVE VEGETALI AL PESCE.
10-11-2018
Più volte ci siamo sentiti ripetere che gli acidi grassi omega-3 e omega-6 sono essenziali per il nostro organismo. Citati ormai in ogni dove, abbiamo imparato a conoscerli e a scoprire i loro benefici e importanza per la salute. Questi acidi grassi sono definiti “essenziali” proprio perché il nostro organismo non è in grado di produrli e ha bisogno che vengano introdotti con l’alimentazione. Sappiamo che sono degli alleati per la salute, ci aiutano a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo nel sangue, proteggono il nostro sistema circolatorio, prevengono le malattie cardiovascolari e aumentano l’efficienza del metabolismo. Spesso abbiamo sentito anche, che la fonte principale di omega-3 e omega-6 sono i pesci.
Vero. I pesci sono un’ottima fonte di acidi grassi essenziali, ma non sono la sola. Omega-3 e omega-6, che devono essere assunti in maniera bilanciata, possono essere integrati anche attraverso diverse fonti vegetali. Ricordate: il fabbisogno giornaliero di omega-3 è in genere di circa 3 grammi. Ma vediamo quali sono le alternative vegetali che ci aiutano ad assumere il corretto apporto di acidi grassi essenziali.
SEMI DI LINO
Sono in assoluto la fonte vegetale migliore di Omega-3. Ma non solo: sono ricchi di omega-3, omega-6, omega-9, fibre, acidi grassi polinsaturi e sostanze fitochimiche. Sembra che un solo cucchiaio di olio di semi lino (15 ml) fornisca 6,6 grammi di omega-3, mentre 30 grammi di semi di lino macinati ne forniscono circa 3,2. L’olio può essere aggiunto a frullati, adoperato come condimento a crudo o come integratore alimentare. Non usatelo per cucinare.
NOCI
Al secondo posto delle alternative vegetali al pesce troviamo invece le noci. Le noci contengono elevate quantità di acido alfa linoleico (ALA ). Per ottenere quasi 2 grammi di acido alfa-linolenico sono necessarie 30 grammi di noci. Uno studio spagnolo condotto dal dottor Emilio Ros nel 2006 suggerisce che l’ALA può aiutare contro le aritmie cardiache e che le noci sono efficaci per ridurre l’infiammazione e l’ossidazione nelle arterie dopo aver mangiato un pasto grasso.
VERDURE A FOGLIA VERDE
Da qui in poi il quantitativo di acidi grassi essenziali inizia a essere di meno. Tra i vegetali, spinaci, broccoli, lattuga e cavolo verde possono fornirci una piccola percentuale di omega-3. Tenete presente che per avere circa 0,1 grammi di acidi grassi essenziali, è necessario mangiare circa 230 grammi di verdura cruda. La soluzione sarebbe comunque abbinare diversi tipi di alimenti, come verdura, cereali e frutta secca, per riuscire a coprire il fabbisogno quotidiano.
LEGUMI
Anche i legumi contengono piccole quantità. I legumi con il più alto quantitativo sono i semi di soia: 200 grammi di semi cotti forniscono 1 grammo di acido alfa-linolenico.
ALGHE
Alcuni tipi di alghe, specialmente quelle rosse, contengono alte percentuali di omega-3. Anche se non sono un alimento tipico del nostro Paese, è diventato ormai semplice riuscire a procurarsele. Ce ne sono di vari tipi e di vari gusti e, naturalmente, i valori nutrizionali variano da alga ad alga.
Il modo sicuramente più comodo per assumere acidi grassi omega-3 è comunque quello di abituarsi ad utilizzare l’olio di semi di lino. Il suo sapore è particolare e piuttosto intenso. Chi non lo gradisce può assumerlo mescolato con il lievito in scaglie o con frutta secca macinata, spalmato sul pane.
LA VITAMINA D PREVIENE IL PARKINSON.
09-11-2018
Alti livelli di vitamina D nel sangue riducono il rischio di ammalarsi del morbo di Parkinson. La ricerca è stata effettuata in Finlandia dove la scarsa presenza del sole ha portato a un cronico deficit della vitamina D, fornita principalmente dall'esposizione ai raggi solari. La ricerca è basata sullo studio di 3.173 tra uomini e donne finlandesi tra i 50 e i 79 anni seguiti per quasi 30 anni, dal 1978 al 2007. Di questi, 50 svilupparono il Parkinson. I ricercatori hanno scoperto che coloro che avevano alti livelli di Vitamina D (il 25% del gruppo) avevano il 67% di chance in meno di contrarre la malattia.