Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

27-10-2018

Rimuovere chirurgicamente tonsille e adenoidi durante l’infanzia ha l’effetto di aumentare il rischio a lungo termine di malattie respiratorie, allergiche e infettive. A dimostrarlo è uno studio pubblicato sul Journal of American Medical Association Otorinolaringoiatria Head and Neck Surgery da un team dell’Università di Copenaghen coordinato da Jacobus Boomsma. Il team danese ha analizzato per la prima volta gli effetti a lungo termine di tonsillectomia e adenoidectomia, prendendo in considerazione i dati di un campione costituito da 1.189.061 bambini sani nati in Danimarca fra il 1979 e il 1999. I bambini sono stati seguiti per 10 anni e fino al compimento dei 30 anni di età. 17.460 sono stati sottoposti ad adenoidectomia, 11.830 a tonsillectomia e 31.377 a entrambi gli interventi. «Abbiamo calcolato il rischio di malattia a seconda che le adenoidi, le tonsille o entrambe fossero rimosse nei primi 9 anni di vita», esordisce l'autore. Si tratta dell’età in cui i tessuti sono più attivi nel sistema immunitario ancora in via di sviluppo. I dati indicano che la tonsillectomia è associata a un rischio relativo quasi triplo per le malattie del tratto respiratorio superiore come asma, influenza, polmonite e broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco). Anche con l’adenoidectomia il rischio sale, anche se in misura inferiore.
In un editoriale di commento, Richard Rosenfeld, otorinolaringoiatra al SUNY Downstate Medical Center di Brooklyn, New York, scrive: «Questi risultati sono interessanti e certamente giustificano ulteriori indagini. Sarebbe comunque opportuno che prima di rimuovere tonsille o adenoidi nei bambini di età uguale o inferiore a 9 anni il medico informi la famiglia che la rimozione di tonsille e adenoidi potrebbe avere un impatto, peraltro modesto, sui rischi futuri di alcune malattie croniche. L'evidenza, tuttavia, è per ora limitata a questo studio unico nel suo genere, non dice nulla sul nesso causa effetto ed è soggetta ai limiti propri della ricerca osservazionale».

 

https://www.sciencedaily.com/releases/2018/06/180607135151.htm

https://jamanetwork.com/journals/jamaotolaryngology/article-abstract/2683621

https://pursuit.unimelb.edu.au/articles/what-are-the-long-term-health-risks-of-having-your-tonsils-out

27-10-2018

Vitamina D, una ragione in più per fare incetta! Non solo fondamentale per la salute delle nostra ossa e per mantenere attivo il sistema immunitario, ma utilissima anche per ridurre il rischio di tumore al seno. Le donne con livelli sufficientemente elevati di questa vitamina nel sangue avrebbero infatti un rischio significativamente più basso di cancro alla mammella. A confermarlo è uno studio dell’University of California San Diego School of Medicine pubblicato sulla rivista Plos one, secondo cui più vitamina D si ha nel sistema, meno è probabile che si sviluppi il cancro al seno.
I pregi della vitamina D quando si parla di prevenzione del cancro sono da tempo al centro dei dibattiti medici. Alcuni studi avevano già rivelato che il rischio complessivo di cancro è più basso nelle persone con livelli più alti di questa vitamina, dal momento che, di contro, bassi livelli ematici di questa sostanza sono stati associati a un aumentato rischio di cancro alla vescica e, in uno studio recente, a un rischio elevato di cancro all’intestino. Oltre al suo ruolo fondamentale nel metabolismo osseo, è in effetti accertato che la vitamina D sia coinvolta anche in altri processi, come la modulazione della crescita cellulare, le funzioni neuromuscolari e immunitarie e la riduzione delle infiammazioni. Di conseguenza, la carenza di vitamina D, oltre ai disturbi alle ossa può essere anche collegata a una serie di altre malattie, comprese condizioni metaboliche, cardiovascolari, autoimmuni e tumori.
L'analisi californiana ha coinvolto due campioni di donne di età media 55 anni, 3.325 e poi 1.713 donne sane all’inizio dello studio e monitorate per una media di 4 anni. Nel corso di questo periodo sono stati diagnosticati 77 casi di tumore al seno. Gli esperti avevano misurato i livelli di vitamina D nel sangue delle partecipanti all’inizio delle indagini ed era emerso che le donne che avevano concentrazioni di vitamina D pari o superiori a 60 nanogrammi per millilitro di sangue presentavano un quinto del rischio di ammalarsi di tumore rispetto a coloro che invece avevano concentrazioni di vitamina D inferiori a 20 nanogrammi/millilitro. Se le concentrazioni di vitamina D aumentavano, il rischio di tumore si riduceva progressivamente.
Per ora gli studiosi ammettono che non si hanno basi sufficienti per dimostrare una relazione di causa-effetto tra carenza di vitamina D e rischio cancro ma, vista la mole degli studi a favore, non si fa fatica a legare la vitamina D alla prevenzione dei tumori. Quello che è oramai assodato è che la vitamina D è un vero toccasana e, tra giusta alimentazione e regolare e corretta esposizione al sole, dobbiamo cercare di non farcela mai mancare.

 

http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0199265

https://www.medicalnewstoday.com/articles/37136.php

27-10-2018

Salsa di pomodoro amica dell’intestino. Soprattutto se cotto, il sugo è in grado di attivare i batteri intestinali che proteggono la nostra salute. Non solo, quindi, la salsa di pomodoro è fonte preziosa di potenti antiossidanti, ma svolge anche un'importante azione probiotica. A confermarlo sono i ricercatori spagnoli dell’Universitat Politècnica de València, che in una ricerca pubblicata sul Journal of Functional Foods fanno leva sui cosiddetti “alimenti funzionali”, quelli cioè che, oltre ad avere un alto valore nutrizionale, hanno un effetto benefico sull’organismo e riducono il rischio di soffrire di determinate malattie.
E questo effetto benefico non dipende solo dalla quantità di componenti bioattivi nel cibo, ma anche e soprattutto dai cambiamenti che gli alimenti subiscono durante il processo digestivo, che influiscono sulla loro "bioaccessibilità" e "biodisponibilità". Partendo da questo assunto, gli studiosi di Valencia hanno valutato l’impatto di alcuni antiossidanti nei pomodori, composti fenolici e licopene, sulla vitalità del microrganismo probiotico lactobacillus reuteri, e viceversa, durante tutto il processo digestivo. Si è così verificato come la presenza di composti antiossidanti protegga il ceppo probiotico dalla perdita di vitalità che avviene durante la digestione, ottenendo un effetto maggiore quando provengono da salsa di pomodoro cotta e non cruda. In buona sostanza, dalle analisi è emerso che la cottura dei pomodori rafforza il licopene e lo rende capace di sopravvivere al processo digestivo e quindi disponibile ad essere assorbito dall’organismo.
Il licopene aumenta l’effetto probiotico, sostenendo la crescita di batteri sani nell’intestino. Nello specifico, i ricercatori hanno posto l’attenzione sull’azione del Lactobacillus reuteri, uno dei batteri più importanti per l’intestino, e hanno riscontrato efficaci interazioni tra antiossidanti della salsa di pomodoro e questo batterio per il miglioramento della salute. Ricordatevi inoltre che, oltre al licopene, la salsa di pomodoro semplice, magari fatta con un leggero soffritto a base di olio extra vergine d’oliva, aglio o cipolla, contiene anche carotenoidi, vitamina C e circa 40 sostanze antiossidanti utili al benessere del cuore e a prevenire gravi malattie come il tumore.

 

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1756464617307752

27-10-2018

L'olio extra vergine d’oliva (EVO) usato in cottura o per friggere è salutare o no? Alcuni ricercatori australiani ne sono convinti: questo tipo di olio è il più sicuro e il più stabile anche se utilizzato a temperature elevate, dissipando il mito comune sulla cottura con olio d’oliva. Quel che è certo è che gli oli vegetali non sono tutti uguali e che il loro impiego in cucina dipende anche e soprattutto dai vari punti di fumo, tanto che alcuni si prestano meglio alle fritture, altri a cotture a basse temperature e altri ad essere utilizzati soltanto a crudo. Il fatto da non tralasciare è che la cottura in olio vegetale sottoposto ad alte temperature può comportare il rilascio di sostanze chimiche tossiche. Quando gli oli da cucina sono esposti al calore, in pratica, si verifica una sorta di “degradazione” dell’olio stesso e vengono prodotti sottoprodotti (acidi grassi liberi, prodotti secondari di ossidazione, composti polari), alcuni dei quali hanno effetti negativi sulla salute. Anche il punto di fumo di un olio si ritiene sia correlato con la sicurezza e la stabilità a prova di calore.
È per questo che in uno studio pubblicato su Acta Scientific Nutritional Health un team di ricercatori australiani ha mirato a valutare la correlazione tra il punto di fumo di un olio e altre caratteristiche chimiche associate alla stabilità e alla sicurezza durante il riscaldamento. Nei test gli scienziati hanno riscaldato gli oli da cucina e hanno eseguito una serie di analisi volte a valutare i parametri legati alla stabilità. Oltre all’olio evo, gli oli testati comprendevano olio di oliva vergine, olio di oliva raffinato, olio di colza, vinaccioli, cocco, avocado, arachidi, crusca di riso e girasole. Una delle principali scoperte è stata che l’olio evo ha prodotto la più bassa quantità di sostanze nocive, mentre gli oli raffinati hanno prodotto molto di più. “Quando l’olio è esposto al calore, si rompe e produce una varietà di sottoprodotti di degradazione come i composti polari - spiega Sarah Gray, farmacista e nutrizionista presso l’Olive Wellness Institute. Le prove dimostrano che i composti polari possono essere dannosi per la salute e sono stati collegati allo sviluppo di condizioni neurodegenerative come l’Alzheimer e il morbo di Parkinson”.
L’olio extra vergine d’oliva, insomma, ha dimostrato in questa analisi di essere il più sicuro da usare tra i fornelli. Un sunto che non fa altro che confermare altre ricerche secondo cui l’olio evo, soprattutto quello di alta qualità, può raggiungere punti di fumo a temperature comprese tra 200-215° (la maggior parte degli esperti ritiene invece che il punto di fumo sia più basso e si attesti ad un massimo di 190°) rendendolo una valida e salutare opzione per la maggior parte dei tipi di cottura, inclusa la cottura al forno. Gli antiossidanti naturali e le vitamine A, D, E e K rendono inoltre quest'olio uno degli più salutari da consumare perché in grado di ridurre anche il rischio di malattie cardiache, diabete di tipo 2 e alcuni tipi di cancro. Il nuovo studio si basa su questa ricchezza di ricerche dimostrando che non è utile limitare l'olio extra vergine d’oliva a condimento per insalate, ma può essere utilizzato in tutti i tipi di metodi di cottura.

 

https://actascientific.com/ASNH/pdf/ASNH-02-0083.pdf

https://www.oliveoiltimes.com/olive-oil-basics/extra-virgin-olive-oil-safest-most-stable-for-cooking/63179

27-10-2018

Negli ultimi anni la ricerca ha contribuito a rendere note le capacità dell’astaxantina, soprattutto per prevenire e controllare diversi stati su base ossidativa. Un recente studio clinico ne ha valutato la capacità di arginare il deterioramento cutaneo durante l’esposizione ai raggi UVB. L’équipe giapponese, dopo aver identificato in vitro la capacità dell’astaxantina di annullare l’azione dei raggi ultravioletti B (UVB), ha disposto uno studio clinico per comprovare questo dato. È stato condotto uno studio di 16 settimane su 65 donne sane tra i 35 e i 60 anni. Suddivise in tre gruppi, le partecipanti hanno ricevuto per via orale 6 mg o 12 mg di astaxantina o un placebo, esposte alla irradiazione di raggi UVB. Nei gruppi di assunzione placebo e basso dosaggio i livelli di interleuchina-1α nello strato corneo sono significativamente aumentati, cosa che invece non è avvenuta nel gruppo di assunzione ad alto dosaggio. Lo studio si è svolto da agosto a dicembre, fase climatica in cui sono maggiormente presenti alcuni fattori ambientali che acuiscono i danni cutanei.
Raccolti i dati a conclusione della fase sperimentale, i parametri delle rughe e il livello dell’idratazione cutanea sono sensibilmente peggiorati nel gruppo placebo; cambiamenti che non si sono osservati nei gruppi che assumevano astaxantina. Gli Autori evidenziano come un’integrazione di astaxantina a lungo termine possa rallentare il peggioramento della pelle legato all’età e, in virtù del suo effetto antinfiammatorio, possa contribuire al mantenimento di condizioni cutanee associate a danni indotti dall’ambiente.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28751807

27-10-2018

Uno studio pioneristico condotto nel 2015 da ricercatori leader dell’Università di Sheffield ha rivelato che i gruppi sanguigni svolgono un ruolo nello sviluppo del sistema nervoso e possono causare un rischio maggiore di sviluppare un declino cognitivo. La ricerca, condotta in collaborazione con l’IRCCS San Camillo Hospital Foundation di Venezia, mostra che le persone con un gruppo sanguigno 0 hanno più materia grigia nel cervello che aiuta a proteggere da malattie come l’Alzheimer, rispetto a quelle con gruppo sanguigno A, B o AB.
Il ricercatore Matteo De Marco e la Professoressa Annalena Venneri, del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università, hanno fatto la scoperta dopo aver analizzato i risultati di 189 scansioni di risonanza magnetica (MRI) da volontari sani. I ricercatori hanno calcolato i volumi di materia grigia all’interno del cervello e hanno esplorato le differenze tra diversi tipi di sangue. I risultati, pubblicati su The Brain Research Bulletin, mostrano che gli individui con un tipo di sangue 0 hanno più materia grigia nella porzione posteriore del cervelletto. In confronto, quelli con gruppi sanguigni A, B o AB avevano volumi di materia grigia più piccoli nelle regioni temporali e limbiche del cervello, incluso l’ippocampo sinistro, che è una delle prime parti del cervello danneggiata dal morbo di Alzheimer. Questi risultati indicano che piccoli volumi di materia grigia sono associati a gruppi sanguigni non-0. Invecchiando si ha una riduzione della materia grigia, ma più avanti nella vita questa differenza di sostanza grigia tra i gruppi sanguigni si intensificherà come conseguenza dell’invecchiamento.
“I risultati sembrano indicare che le persone che hanno un tipo di sangue 0, sono più protette contro le malattie in cui la riduzione volumetrica è vista nelle regioni temporali e medio-temporali del cervello, come ad esempio il morbo di Alzheimer“, ha affermato Matteo De Marco. “Tuttavia sono necessari ulteriori test e ulteriori ricerche poiché potrebbero essere coinvolti altri meccanismi biologici”. La Prof.ssa Annalena Venneri ha aggiunto: “Quello che sappiamo oggi è che esiste una differenza significativa nei volumi del cervello e le nostre scoperte confermano le osservazioni cliniche consolidate. Con ogni probabilità la biologia dei gruppi sanguigni influenza lo sviluppo del sistema nervoso. Ora dobbiamo capire come e perché questo si verifica“.

 

https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0361923015000805

Giovedì, 25 Ottobre 2018 09:25

4 VALIDI MOTIVI PER ASSUMERE INOSITOLO.

11-02-2016

L’inositolo (mio-inositolo) è una sostanza simil-vitaminica idrosolubile, che svolge un ruolo importante nel metabolismo dei lipidi e del colesterolo: inibisce l’accumulo di grassi nel fegato e partecipa alla costruzione delle membrane cellulari e delle lipoproteine plasmatiche. Inoltre, contribuisce alla sintesi della guaina mielinica che circonda i nervi ed è fondamentale per i secondi messaggeri di tutte le cellule dell’organismo. Dal punto di vista nutrizionale, il mio-inositolo è l’unica forma attiva di inositolo ed è un composto del fosfatidilinositolo: come la colina, è un componente strutturale della lecitina. Studi in vivo indicano che l’inositolo lavora in sinergia con vitamina B-6, acido folico e acido pantotenico. Il fabbisogno giornaliero di questa sostanza sembra essere di 1 grammo, anche se non esiste una indicazione ufficiale. Una volta assorbito dall’intestino, l’inositolo viene metabolizzato a glucosio (7%), mentre la quota restante viene trasportato al muscolo cardiaco, al cervello e ad altri organi.

DISINTOSSICANTE A LIVELLO EPATICO

L’inositolo stimola la produzione di lecitina nell’organismo, contribuendo al metabolismo lipidico. Grazie alla sua proprietà di mobilizzare i grassi dal fegato, che esplica regolando il flusso biliare e la sintesi del colesterolo, l’inositolo favorisce la detossicazione dell’organismo, in particolare quella epatica.

ANTIDEPRESSIVO E ANTIANSIA

L'inositolo è, al momento, oggetto di studio come antidepressivo nella depressione bipolare. Si è mostrato efficace in trial clinici in doppio cieco, controllati contro placebo nella depressione bipolare, disturbo di panico e disturbo ossessivo-compulsivo (dosaggio medio 4-16 g al giorno).
In uno studio in doppio cieco, a 28 pazienti depressi è stato somministrato mio-inositolo o placebo per 4 settimane. Nel gruppo trattato con mio-inositolo sono stati osservati significativi miglioramenti sia della depressione unipolare che di quella bipolare, effetti non evidenziati nel gruppo placebo. In un altro studio, 21 pazienti sofferenti di agorafobia hanno ricevuto mio-inositolo o placebo per 4 settimane. Anche in questo caso, solo il gruppo trattato con mio-inositolo ha evidenziato miglioramenti, in particolare nella frequenza e nella gravità degli attacchi di panico e nella diminuzione degli episodi di agorafobia. Analoghi risultati sono stati osservati in pazienti sofferenti di disturbi ossessivo-compulsivi. Gli esiti, incoraggianti considerando il fatto che l'inositolo è un composto naturale e che presenta rari effetti collaterali, suggeriscono la sua efficacia terapeutica per il trattamento di queste condizioni psichiatriche.

INFERTILITA’ FEMMINILE

Recentemente l’inositolo è stato segnalato come possibile terapia in alcuni casi di infertilità. Un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Ginecologia dell’ospedale San Raffaele di Milano, ha testato l’inositolo per 2 anni su oltre 50 pazienti con ovaio micropolicistico, che non riuscivano ad avere figli e che sono rimaste incinte senza seguire nessun’altra terapia. In un altro studio dello stesso team, 25 donne affette da sindrome dell’ovaio policistico in età fertile, sono state arruolate ad assumere inositolo (2 g) più acido folico (200 mcg) 2 volte/die per 6 mesi. Durante questo periodo sono stati loro stata monitorati attività ovulatoria, profilo ormonale, numero dei cicli mestruali spontanei e infine le gravidanze. 22 pazienti (88.8%) hanno ripristinato almeno un ciclo mestruale; di queste 18 (72%) hanno mantenuto un’attività ovulatoria nella norma durante il periodo di follow-up; infine si sono verificate 10 gravidanze (40%). Questi risultati permettono di indicare nel mio-inositolo un trattamento semplice e sicuro in grado di ripristinare una spontanea attività ovarica e di conseguenza la fertilità nella maggior parte dellepazienti con sindrome dell’ovaio policistico.

PREVENZIONE DIFETTI DEL TUBO NEURALE

Sempre in Italia, il prof. Cavalli, del Servizio di Genetica dell’ospedale di Cremona, ha individuato nel corso delle sue osservazioni che l’inositolo, in associazione con l’acido folico, riveste un ruolo fondamentale nella prevenzione dei difetti del tubo neurale (DTN o spina bifida). Secondo Cavalli, l’assunzione di 500 mg/die di inositolo con 2,5 mg/die di acido folico, a partire da tre mesi prima del concepimento fino a 60 giorni di gravidanza, a madri con gravidanza a rischio è in grado di offrire un effetto protettivo contro lo sviluppo di DTN. Il prof. Cavalli ha riscontrato buoni risultati con l’associazione dei due nutrienti.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15106232

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1735032/pdf/v039p000e5.pdf

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17952759

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10565802

15-02-2017

Nella medicina ayurvedica la prevenzione e la cura delle malattie sono finalizzate ad allungare e migliorare la vita dell’essere umano in armonia con la natura. Arriva proprio da questo approccio medico un consiglio efficace: bere una tazza di acqua calda al mattino a stomaco vuoto. In particolare, sono almeno 6 i motivi per cui appena svegli, al mattino, si dovrebbe bere acqua calda:

1. ELIMINA LE TOSSINE: Durante la notte l’organismo si ripulisce dalle tossine ma queste devono essere espulse per rimanere in salute: se al mattino assumiamo cibo non abbiamo modo però di liberarcene. Bere una tazza di acqua calda prima di fare colazione aiuta a pulire il corpo dalle tossicità.

2. AUMENTA IL METABOLISMO: Bere liquidi caldi accelera il metabolismo e previene i dolori allo stomaco. E’ necessario bere al mattino una tazza di acqua calda a stomaco vuoto per aumentare il metabolismo e aiutare l’organismo nelle sue funzionalità.

3. CALMA IL DOLORE: L’acqua calda si rivela un potente rimedio naturale per rilassare i muscoli della pancia: il consiglio è rivolto soprattutto alle donne per alleviare i dolori da sindrome mestruale. L’acqua calda è efficace per diversi tipi di crampi addominali e questo perché migliora la circolazione capillare rilassando i muscoli.

4. ATTIVA LA TIROIDE E AIUTA A BRUCIARE I GRASSI IN ECCESSO: Per chi è a dieta una tazza di acqua calda al mattino aiuta a perdere peso più velocemente: chi è nel suo peso forma di certo non dimagrirà ma noterà un miglioramento nel metabolismo. Si sentirà inoltre meno stanco e con maggiore energia.

5. MIGLIORA LA CIRCOLAZIONE: Grazie all’aumento della temperatura corporea dovuto all’acqua calda, si migliora la circolazione.

6. RALLENTA IL PROCESSO DI INVECCHIAMENTO: La presenza di tossine nel corpo accelera il processo di invecchiamento poichè questi rifiuti aumentano di molto la formazione di radicali liberi che danneggiano le cellule. Il consumo di acqua calda al mattino aumenterà l’elasticità della pelle e le rughe tenderanno a diminuire.

CONSIGLI PER LA PREPARAZIONE

La temperatura dell’acqua non deve essere tiepida nè troppo bollente. Sorseggiare la tazza di acqua calda. Dopo aver bevuto, attendere almeno 5 minuti prima di fare colazione. Si noterà subito dopo uno stimolo ad andare in bagno. E’ un sintomo positivo perché significa che ci si sta depurando.

26-10-2018

Si è visto che broccoli e pomodori, entrambi già precedentemente conosciuti per contribuire a combattere il cancro, sono ancor più efficaci contro il cancro della prostata se mangiati insieme come componenti della dieta. I ricercatori hanno alimentato i ratti a cui sono state impiantate cellule tumorali della prostata con una dieta contenente il 10 per cento di polvere di broccolo e il 10 per cento di polvere di pomodoro per un periodo di 22 settimane. Altri ratti sono stati alimentati con l’uno o l’altro ma non entrambi, o con il farmaco finasteride. Un altro gruppo di ratti è stato castrato. Al termine dello studio, la combinazione pomodoro-broccolo era il trattamento più efficace; soltanto la castrazione aveva quasi la stessa efficacia. La combinazione delle verdure può essere più efficace rispetto alle singole perché i differenti principi attivi in ogni alimento lavorano in modo differente come anticancro.

COMMENTO

Considerando che quasi tutti i trattamenti convenzionali del cancro alla prostata possono essere considerati inutili e nocivi per la salute, sono felice di vedere un’ulteriore conferma che un trattamento alimentare naturale completamente sicuro funzioni senza coinvolgere farmaci tossici o procedure pericolose. Mangiare salsa di pomodoro anche due volte la settimana può ridurre il rischio di cancro prostatico e la dieta suggerita da questo studio (60 grammi di broccoli freschi e 120 grammi di pomodoro quotidiani) è facilmente fattibile per coloro che desiderano ridurre il rischio. Inoltre, è molto importante non dimenticare che, malgrado le buone notizie, nessun alimento o verdura è ideale per tutti. Una delle cose migliori che si possano fare per il proprio organismo, è quella di mangiare gli alimenti migliori per la vostra tipologia genetico-sanguigna. Tuttavia, uno dei metodi naturali più importanti per evitare il cancro della prostata è di esporsi sufficientemente al sole. Esistono sempre più prove che livelli ottimali di vitamina D sono altamente protettivi contro il cancro della prostata.

 

http://cancerres.aacrjournals.org/content/67/2/836.abstract

11-05-2016

Prima dell'avvento degli antibiotici nel 1938 l'argento colloidale era considerato come uno dei fondamentali trattamenti per le infezioni. E' stato provato essere efficace contro più di 650 differenti malattie infettive, a confronto degli antibiotici chimici che forse lo sono contro una mezza dozzina. La seguente è una lista parziale di alcuni usi documentati dell'uso dell'argento, particolarmente nella forma colloidale per il trattamento di varie malattie e agenti patogeni. Acne, artrite, ustioni, avvelenamento del sangue, cancro, candida albicans, colera, congiuntivite, cistite, difterite, diabete, dissenteria, eczema, fibrosi, gastrite, herpes, herpes zoster (fuoco di S.Antonio), impetigine, infiammazione della cistifellea, infezioni da lieviti, infezioni oftalmiche, infezioni dell'orecchio, infezioni alla prostata, infezioni da streptococchi, influenza, problemi intestinali, lebbra, leucorrea, lupus, malaria, meningite, morbo di Lyme (borelliosi), pertosse, piede d'atleta, polmonite, pleurite, reumatismi, riniti, salmonellosi, scarlattina, seborrea, setticemia, tumori della pelle, verruche, sifilide, tubercolosi, tossiemia, tonsillite, tracoma, ulcere. 
Il ritorno dell'argento in medicina risale ai primi anni '70. Il dott. Carl Moyer, presidente del Washington Department of Surgery, ricevette un contributo per sviluppare migliori trattamenti per le vittime di ustioni. Il dott. Margraf, biochimico, lavorò con il dott. Moyer e altri chirurghi per trovare un antisettico abbastanza forte ma anche sicuro da usare su ampie parti del corpo. Il risultato dei loro sforzi fu quello di trovare centinaia di nuovi utilizzi medici per l'argento. Quella colloidale è l'unica forma di argento che può essere usata con sicurezza come integratore. E' assorbito nei tessuti lentamente così da non causare irritazioni, diversamente dal nitrato di argento, che, data la sua azione tossica, reagisce violentemente con i tessuti del corpo. Le particelle colloidali si diffondono gradualmente attraverso il sangue fornendo un'azione terapeutica prolungata nel tempo. Molte forme di batteri, funghi e virus utilizzano un enzima specifico per il loro metabolismo. L'argento agisce come catalizzatore disabilitando l'enzima. I microrganismi in questo modo soffocano. Per le forme di vita primitive come i microrganismi, l'argento è tossico come i più potenti disinfettanti chimici. Non c'è alcun organismo nocivo che possa vivere in presenza di anche minuscole tracce di semplice argento metallico. Secondo test di laboratorio, batteri distruttivi, virus e funghi sono eliminati nel giro di pochi minuti di contatto. Il dott. Larry C. Ford del Department of Obstetric and Gynecology, UCLA School of Medicine, USA, in una lettera datata 1 novembre 1988 scrive che le soluzioni di argento hanno proprietà battericida e fungicida per la candida albicans e la candida globata. Il dott. E.M. Crooks ha dichiarato che l'argento colloidale elimina organismi patogeni in tre o quattro minuti di contatto. Infatti non c'è microbo conosciuto che non sia ucciso dall'argento colloidale in sei minuti o meno e senza produrre effetti secondari. L'argento colloidale è efficace contro parassiti, infezioni, influenza e fermentazione. E' senza gusto, senza odore e non tossico. E' efficace ai pasti come aiuto alla digestione in quanto impedisce la fermentazione dei cibi nell'intestino. Non macchia la pelle, diversamente da alcuni preparati farmaceutici a base di argento che lo fanno in maniera notevole. Il dott. L. Keene (John Hopkins University) ha affermato che dal punto di vista terapeutico, solo i metalli colloidali presentano la necessaria omogeneità, le dimensioni delle particelle, la purezza e la stabilità per un grande risultato terapeutico. Uno degli indicatori critici della qualità dell'argento colloidale è il colore. Come le particelle aumentano di dimensione, il colore della sospensione diventa da giallo a marrone poi da rosso a grigio e quindi a nero. La forma ideale è quella con senza colore oppure un leggera tendenza al giallo. Il suo utilizzo fu interrotto a causa del costo di produzione che nei primi del '900 era molto alto. La disponibilità della penicillina e quindi dei moderni e più economici antibiotici ne causarono il temporaneo abbandono. Oggi, con i moderni processi di produzione, il costo è notevolmente sceso e quindi molte persone potranno permettersi questo meraviglioso prodotto. Jim Powel scrisse nella rivista Science Digest (marzo 1978) un articolo intitolato "Il nostro più potente germicida". Grazie a illuminate ricerche, l'argento sta emergendo come una meraviglia della moderna medicina. Un antibiotico può eliminare forse una mezza dozzina di organismi nocivi, mentre l'argento ne uccide circa 650. Non si sviluppa resistenza. Inoltre l'argento e praticamente non tossico. Uno dei pionieri della ricerca sull'argento, il dott. Harry Magat di St. Louis (USA) ha dichiarato: "L'argento è il miglior germicida di ampio spettro che possediamo". Prima del 1938 l'argento colloidale era somministrato proprio come oggi lo sono le moderne medicine. Era iniettato sia per via endovena che intramuscolare, usato come gargarismo per malattie della gola, come lavaggi o irrigazioni, preso oralmente e applicato esternamente anche su tessuti sensibili e come gocce per gli occhi. 
L'argento si trova naturalmente nel terreno come minerale-traccia ed è uno degli elementi essenziali richiesti dalle piante, dagli animali e dall'uomo. Una volta lo ottenevamo naturalmente da terreni organici per mezzo della frutta, delle verdure, noci e legumi. Oggi, la maggior parte delle piante cresce su terreni impoveriti e fertilizzati chimicamente, molti dei minerali importanti come ferro, zinco, rame, magnesio e cromo e minerali-traccia come l'argento non sono più disponibili per la nostra alimentazione. Il dott. Gary Smith, un ricercatore, ha indicato che l'argento può essere collegato con l'appropriato funzionamento delle naturali difese del corpo e che le persone con un insufficiente apporto di argento nella dieta possono essere predisposte alle malattie. Test medici non hanno trovato effetti collaterali dall'uso di argento colloidale prodotto in modo appropriato e non si sono registrate interazioni o interferenze con altri medicinali. Studi di laboratorio hanno stabilito che il vero argento colloidale ha un effetto trascurabile sulla flora batterica, mentre è fortemente efficace contro le infezioni e per eliminare vari microbi, virus, funghi ecc. L'ente aerospaziale americano, NASA, ha ricercato 23 differenti metodi per purificare l'acqua e ha scelto un sistema a base di argento per i suoi space shuttle. Non solo la NASA, ma più di metà delle compagnie aeree mondiali usano filtri all'argento per l'acqua al fine di proteggere i passeggeri da malattie e da dissenteria. Anche i russi nelle loro stazioni spaziali utilizzano filtri di argento negli impianti idrici. L'argento colloidale è insapore, inodore e non brucia su parti sensibili. Può essere preso per via orale, messo su una garza o cerotto e applicato direttamente su tagli, graffi, ferite aperte, ustioni, porri e verruche o usato su acne, eczema e irritazioni della pelle. Si possono fare gargarismi, mettere gocce negli occhi, per irrigazioni vaginali, anali ecc. Il dottor Robert O. Becker, dalle sue ricerche e sperimentazioni sull'uso dell'argento in medicina, ha dedotto che la deficienza di argento nell'organismo è responsabile dell'improprio funzionamento del sistema immunitario e che l'argento è di beneficio non solo per combattere i microrganismi patogeni. Infatti può anche essere di aiuto nella maggiore stimolazione della ricrescita di tessuti danneggiati, per persone ustionate e persino i pazienti più anziani hanno notato un più rapido ristabilimento. Qualsiasi varietà di germi patogeni resistenti agli antibiotici sono eliminati dall'argento. Il dott. Bjorn Nordstrom, del Karolinska Institute, Svezia, ha utilizzato per molti anni l'argento quale trattamento per il cancro. Ha raccontato di aver guarito pazienti che erano stati abbandonati da altri medici perchè considerati ormai incurabili. Il dott. Gary Smith, un medico ricercatore, sostiene che l'argento possa essere collegato al corretto funzionamento delle difese immunitarie del corpo. Aiuta a ridurre le infiammazioni e favorisce la stimolazione della ricrescita dei tessuti danneggiati.

UNICO AVVERTIMENTO: Donne in gravidanza o persone allergiche ai minerali-traccia dovrebbero consultare un medico prima di assumere il prodotto.

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