Angelo Ortisi
I BENEFICI DELL’OLIVELLO SPINOSO.
LIQUIRIZIA EFFICACE CONTRO IL CORONAVIRUS.
I LAMPONI NERI RIDUCONO L’INFIAMMAZIONE DELLA PELLE DA ALLERGIE CUTANEE.
L’OLIO DI COCCO AUMENTA I LIVELLI DI COLESTEROLO CATTIVO (LDL).
IL CONSUMO DI ZUCCHERO È COLLEGATO A MAGGIORI DEPOSITI DI GRASSO ATTORNO AL CUORE E ALL’ADDOME.
I COMUNI FARMACI ANTINFIAMMATORI POSSONO CAUSARE PIU’ DANNI CHE BENEFICI.
LA CARENZA DI VITAMINA D POTREBBE ESSERE IL MOTIVO PER CUI NON RIESCI A PERDERE PESO.
MALATTIE IMMUNITARIE TIPICHE DEL GRUPPO AB
Le persone di gruppo AB sono più predisposte a determinate malattie e disturbi cronici. Tuttavia per voi il quadro è un pò più complesso, dal momento che possedete entrambi gli antigeni A e B, che è un pò come mettere due nemici a condividere le funzioni di custode della casa. Questo aspetto vi rende più vulnerabili alle malattie immunitarie, sicchè diventa ancora più importante per voi osservare scrupolosamente l’alimentazione per il vostro gruppo sanguigno. Più volte ho verificato, per quanto riguarda le malattie croniche, che gli individui di gruppo AB sono più simili a quelli di gruppo A che a quelli di gruppo B. Ciò accade probabilmente a causa di un’estrema vulnerabilità che contraddistingue l’antigene A. Le persone di gruppo AB sembrano invece condividere solo in parte la predisposizione tipica del gruppo B per le infezioni batteriche e virali a lenta progressione. D’altro canto, il rischio di cancro sembra essere per le persone di gruppo AB un pò più marcato che per quelle di gruppo A. Nel complesso chi appartiene a questo gruppo sanguigno può assicurarsi un buono stato di salute semplicemente attenendosi al regime alimentare basato sul proprio gruppo sanguigno e alle linee guida indicate per il gruppo A. C’è tuttavia un’area che richiede particolare attenzione, ed è quella che concerne le difese immunitarie: è stato infatti dimostrato che i soggetti di gruppo AB sono particolarmente predisposti a cali, anche rilevanti, dell’attività delle cellule natural killer (NK). Pertanto vi consiglio alcune strategie che vi aiuteranno a difendervi efficacemente da questo pericolo. È stato dimostrato che cattive abitudini alimentari come saltare la colazione, nutrirsi in modo irregolare, consumare poche verdure o proteine non adatte, mangiare troppi prodotti a base di frumento e consumare grassi saturi, tendono a deprimere l’efficacia delle cellule NK.
- Come regola generale, l’esposizione a sostanze chimiche tossiche e metalli pesanti provoca un calo dell’attività delle cellule NK. In alcuni soggetti tornano a livelli normali nel giro di qualche settimana o al massimo di qualche mese, ma in altri l’effetto può durare per molto tempo. Perciò è molto importante limitare il più possibile questo tipo di esposizioni.
- L’attività delle cellule NK dipende anche dalla carenza di alcune sostanze nutritive. In particolare occorre assicurare all’organismo il giusto apporto di selenio, zinco, vitamina C, Coenzima Q10, beta-carotene, vitamina A, vitamina D e vitamina E.
- L’uso regolare di L-arginina per tre giorni alla settimana (da 3 fino a 30 g al giorno) può essere utile, particolarmente alle donne che devono essere sottoposte a cicli di chemioterapia. I risultati di numerosi studi hanno indicato che con questa strategia è possibile mantenere invariato il numero di globuli bianchi del sangue nel corso del trattamento chemioterapico.
- Ho notato che molte delle piante comunemente utilizzate per favorire la funzionalità del sistema immunitario, possono essere utili per stimolare l’attività delle cellule NK: ginseng, astragalo, liquirizia ed echinacea. Anche un fungo medicinale, il maitake, ha dimostrato la capacità di stimolare le cellule natural killer.
Le piante medicinali funzionano al meglio quando l’attività delle cellule NK non è del tutto compromessa; ma una volta che le malattie si sono cronicizzate, in piccole dosi non sono più in grado di dare risultati apprezzabili. Utilizzatele soprattutto in modo preventivo, come aiuto per reggere lo stress e mantenere in buona efficienza il sistema immunitario.
MALATTIE IMMUNITARIE TIPICHE DEL GRUPPO B
Il sistema immunitario è il vero tallone d’Achille per i soggetti di gruppo B. Mentre il vostro gruppo sanguigno sembra offrirvi qualche protezione contro il cancro, lo stesso non si può dire nei confronti delle infezioni batteriche, virali e a certe malattie autoimmuni.
- Infezioni batteriche. Molte infezioni batteriche attaccano particolarmente i soggetti di gruppo B. Il motivo è evidente: le più comuni malattie infettive producono batteri affini all’antigene B e pertanto è impossibile generare anticorpi capaci di combatterne l’invasione.
- Infezioni dei reni e delle vie urinarie. Spesso le persone di gruppo B sono soggette all’invasione di batteri responsabili delle infezioni delle vie urinarie (UTI). La ragione è semplice: incapacità di prevenire l’aderenza di batteri indesiderati, presenza di un numero maggiore di siti a cui possono attaccarsi e tendenza ad incontrare difficoltà per liberarsi dalle colonizzazioni batteriche. È provato che il 55-60% di donne e bambini appartenenti al gruppo B sviluppano danni renali conseguenti a UTI, anche se trattati regolarmente con antibiotici. I ceppi batterici che possono provocare infezioni delle vie urinarie sono svariati.
I più comuni sono:
- Klebsiella pneumoniae;
- Specie Proteus;
- Specie Pseudomonas.
Contro questi batteri esistono alcuni rimedi naturali:
- I mirtilli hanno proprietà antiadesive e quindi impediscono ai batteri di aderire alle cellule della vescica e delle vie urinarie;
- L’uva ursina è una pianta eccellente per combattere questo tipo di infezione;
- Acqua e limone è un ottimo rimedio antibatterico;
- L’ananas fresco, il kefir e lo yogurt magro disinfettano le vie urinarie.
- Influenza. Fra tutti i gruppi sanguigni, quello B è il più vulnerabile ai più diffusi virus influenzali. Vi consiglio di assumere regolarmente durante la stagione fredda un estratto di bacche di sambuco (un cucchiaino tre o quattro volte al giorno). Il sambuco è utilizzato da secoli dagli erboristi e ha dimostrato di essere in grado di inibire la replicazione di tutti i ceppi dei bacilli influenzali. (Attenzione: quantitativi molto superiori al dosaggio consigliato possono provocare nausea.)
- Escherichia coli. Molte delle forme di Escherichia coli più patogene, ad esempio quelle che provocano diarrea, sono immunologicamente affini all’antigene B, e ciò vi rende vulnerabili ai loro attacchi. Di conseguenza dovete puntare su misure preventive:
- Non consumate mai cibi che contengono carni tritate crude o poco cotte.
- Mani, attrezzi e tutte le superfici che sono venute in contatto con carni crude devono essere lavate con acqua calda e sapone prima di toccare alimenti già cotti o che verranno serviti crudi.
- L’igiene è assolutamente necessaria per prevenire il contagio della malattia dalle persone infette. Lavatevi sempre le mani con acqua calda e sapone dopo la toilette o aver cambiato pannolini.
- Se venite colpiti da un’infezione da Escherichia coli, combattete gli effetti disidratanti della diarrea bevendo moltissimi liquidi.
- Infezioni da streptococchi. Queste malattie colpiscono con particolare frequenza le persone di gruppo B provocando una forte infiammazione alla gola o anche disturbi più gravi, come la sindrome da shock tossico e la polmonite. Una forma di infezione da streptococchi particolarmente pericolosa è quella che può colpire i neonati, provocando sepsi, polmonite e meningite. In alcuni casi possono sopravvenire complicazioni neurologiche, con perdita della vista e dell’udito e persino ritardo mentale. Conseguenze mortali sono state verificate per il 6% dei neonati e per il 16% degli adulti.
- Malattie virali e del sistema nervoso. Ho assistito personalmente a straordinari miglioramenti e attenuazioni dei sintomi di molti casi di fibromialgia semplicemente adottando l’alimentazione per il gruppo sanguigno. In testa alla lista dei cibi che notoriamente provocano infiammazione articolare ci sono sicuramente i cereali. Leggete cosa afferma un ricercatore a proposito delle lectine: “Spesso l’unica misura dietetica richiesta è evitarle, specialmente se la malattia è in fase iniziale”. Come già sappiamo, i cereali che consumiamo abitualmente contengono lectine e molte di esse aderiscono in modo selettivo agli zuccheri, in particolare alla N-acetilglucosammina (NAG), presenti in abbondanza nel tessuto connettivo. Presumo che gran parte dei miglioramenti registrati siano semplicemente ascrivibili all’esclusione degli alimenti a base di frumento, in particolare nel caso di persone di gruppo sanguigno B.
Misure preventive:
- Seguite l’alimentazione per il gruppo il vostro gruppo sanguigno.
- Mangiate le bacche di sambuco. D’Adamo, nei suoi esperimenti, ha verificato che queste bacche sono capaci di inibire tutti i ceppi influenzali esaminati. Alcuni ricercatori hanno registrato una maggiore capacità di riconoscere i bacilli influenzali, ossia di identificarli come nemici, in soggetti che avevano mangiato queste bacche. D’Adamo ha notato che i pazienti della sua clinica che assumono regolarmente una miscela concentrata di bacche di sambuco, mirtilli, ciliegie e mele sembrano avere più probabilità di superare indenni la stagione delle influenze. Non esagerate con il dosaggio. Per evitare l’influenza può bastare una dose moderata assunta regolarmente. La posologia prevede due cucchiai di succo di bacche di sambuco 2 o 3 volte al giorno per gli adulti e un cucchiaio 2 volte al giorno per i bambini.
- Mangiate funghi medicinali orientali: i funghi maitake e reishi sono molto efficaci per rafforzare le difese organiche contro i virus.
- Assumete vitamine del complesso B, in particolare riboflavina e tiamina, per migliorare la salute del sistema nervoso.
- L’arginina (250 mg) aiuta a sostenere i livelli dell’ossido nitrico e aumenta l’efficacia dell’attività antivirale.
- Assumete un integratore a base di astragalo. È una pianta medicinale dotata di straordinarie proprietà equilibranti per il sistema immunitario, dimostrando la capacità di potenziare l’attività delle cellule NK e di stimolare le difese antistress e antivirali.
- La radice di liquirizia migliora la funzionalità antivirale del sistema immunitario.
- Gli integratori probiotici potenziano un’ampia gamma di specifiche attività immunitarie antivirali.
- La pectina, normalmente ricavata dalle mele, è ricca di polisaccaridi in grado di impedire l’adesione di virus e batteri.
- Malattie autoimmuni. Alcune malattie autoimmuni colpiscono più frequentemente le donne, specialmente quelle in età lavorativa e negli anni della fertilità. Probabilmente gli stimoli ormonali svolgono un ruolo importante nello sviluppo di queste malattie. Le persone di gruppo B sono particolarmente sensibili alle affezioni autoimmuni, come l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso e la sclerodermia. Oltre all’alimentazione, le seguenti integrazioni aiutano a rafforzare il sistema immunitario degli individui colpiti da queste patologie:
- Magnesio (300-500 mg al giorno);
- Estratto di radice di liquirizia, noto per le sue proprietà antivirali ed efficace per prevenire la sindrome da affaticamento cronico.
- Sindrome da affaticamento cronico (CFS). Per combattere la CFS sono state individuate numerose strategie nutrizionali, molte delle quali ampiamente utilizzate anche dalla medicina più tradizionale. In oltre il 50% dei casi accertati sono stati riscontrati stress ossidativi e carenze di magnesio. Da un’analisi più dettagliata dei dati riportati in letteratura, si desume che anche altre deficienze nutrizionali possano marginalmente contribuire allo sviluppo di questa sindrome: varie vitamine del complesso B, vitamina C, sodio, zinco, triptofano, carnitina, coenzima Q10 e acidi grassi essenziali. Le persone affette da CFS possono denunciare carenze di questi nutrienti, a causa più del decorso della malattia che in seguito a un’alimentazione inadeguata. Se siete di gruppo B, vi consiglio le seguenti strategie:
- Metilcobalammina, 500 microgrammi due volte al giorno. Ricordate che questa sostanza non è la vitamina B12, bensì la sua forma “attiva”.
- Magnesio, 500 mg due volte al giorno.
- Un buon integratore multivitaminico.
- Acidi grassi essenziali. Consumate in abbondanza olio di semi di lino biologico per condire le vostre insalate. Anche poche capsule al giorno di olio di semi di ribes nero sono utili per un apporto più che sufficiente di acidi grassi essenziali.
- Liquirizia. In alcuni soggetti può provocare qualche effetto collaterale, come la ritenzione idrica, e va quindi utilizzata sotto la guida di un erborista, naturopata o medico esperto.
MALATTIE DEL METABOLISMO TIPICHE DEL GRUPPO B
- Sindrome X. L’equilibrio metabolico dei soggetti di gruppo B è fortemente influenzato dai peculiari effetti delle lectine contenute in certi alimenti, in particolare quelle presenti nel mais, nel grano saraceno, nelle arachidi e nei semi di sesamo, che possono indurre resistenza all’insulina, con conseguenze piuttosto serie, come aumento di peso, ritenzione di liquidi e ipoglicemia. Chi appartiene a questo gruppo e vuole dimagrire deve assolutamente tenersi lontano in primo luogo dal mais e dal frumento. Per certi aspetti le persone di gruppo B presentano una reazione al frumento abbastanza simile a quelle di gruppo 0, in quanto le lectine del grano esaltano gli effetti provocati da altri alimenti che tendono a rallentare il metabolismo. Quando il cibo non viene digerito in modo efficiente e bruciato come carburante, viene immagazzinato nel corpo sotto forma di grasso. È anche vero che per il gruppo B la lectina del frumento è meno aggressiva rispetto al gruppo 0, ma se il consumo di frumento si somma a quello di mais, grano saraceno e arachidi, il risultato finale sarà altrettanto negativo. Le persone di gruppo B che desiderano dimagrire dovrebbero assolutamente evitare il frumento integrale e i prodotti a base di segale. Ho notato più volte che eliminando gli alimenti che contengono lectine reattive, i pazienti di gruppo B riescono a tenere il peso sotto controllo senza grossi problemi: in generale non soffrono di disturbi a carico della tiroide, a differenza di quanto accade nei soggetti di gruppo 0. Le persone di gruppo B sono molto equilibrate anche dal punto di vista digestivo: tutto sommato, per perdere peso dovete solo impegnarvi a seguire fedelmente il programma alimentare studiato per voi. Quando non rispettate tali consigli diventate vulnerabili ai vari disturbi del metabolismo associati con la sindrome X, in particolare obesità, resistenza all’insulina e alti livelli di trigliceridi. In questi soggetti un classico indizio di resistenza all’insulina è la corporatura a forma di mela, caratterizzata cioè da un’ampia circonferenza all’altezza della vita. Il problema riguarda le cellule adipose dell’addome, che rilasciano il grasso nel sangue più facilmente di quelle localizzate in altre parti del corpo. Per esempio, gli individui con una corporatura a forma di pera, cioè con il grasso concentrato prevalentemente nelle anche e nelle natiche, corrono meno rischi. Questa maggiore facilità di rilascio dei grassi si riflette in livelli più elevati di trigliceridi e di acidi grassi ematici. A loro volta, gli acidi grassi liberi di circolare nel sangue inducono resistenza all’insulina e i trigliceridi alti di solito coincidono con bassi livelli di colesterolo HDL. È stato notato che l’eccessiva produzione di insulina che deriva da una crescita della resistenza si riflette in un incremento del colesterolo “molto cattivo”, o VLDL. Chi è di gruppo B riesce a perdere peso semplicemente seguendo l’alimentazione per il suo gruppo sanguigno, potenziata con alcuni accorgimenti specifici. Accostatevi al vostro programma alimentare come una strategia a lungo termine, senza avere fretta di raggiungere risultati in breve tempo.
- Scoprite il vostro profilo metabolico. (Vedere il metabolismo dei gruppi sanguigni 0 e A).
- Determinate la presenza di acqua extracellulare. (Vedere il metabolismo dei gruppi sanguigni 0 e A).
- Misurate il rapporto tra anche e vita. (Vedere il metabolismo dei gruppi sanguigni 0 e A).
- Eliminate gli alimenti più nocivi. Per accelerare la perdita di peso, apportate all’alimentazione i seguenti aggiustamenti:
- Eliminate il mais e tutti i prodotti che lo contengono.
- Eliminate tutti i cibi a base di frumento. Anche se per voi il glutine del grano non è così dannoso, per ottenere dei buoni risultati è necessario bandirlo dalla tavola.
- Nelle persone di gruppo B le lectine di molti alimenti inibiscono l’assorbimento e compromettono l’efficienza del metabolismo. Ho notato che molti dei miei pazienti perdono chili senza troppa fatica una volta eliminati i seguenti cibi: mais, arachidi, semi di sesamo e grano saraceno (in alcuni casi anche il pollo e le lenticchie).
- Consumate pesce più volte alla settimana.
Tenete d’occhio i sintomi di un metabolismo lento. State attenti ai segnali che avvertono che il vostro metabolismo non funzioni a dovere. I più frequenti sono:
- Affaticabilità;
- Pelle secca;
- Mani e piedi freddi;
- Perdita di interesse per il sesso;
- Costipazione e ritenzione idrica;
- Giramenti di testa.
Controllate lo stress. Lo stress può essere di ostacolo al dimagrimento, in quanto gli ormoni dello stress aumentano la resistenza all’insulina e alterano l’equilibrio ormonale. Inoltre catabolizzano (cioè bruciano) i tessuti muscolari in luogo di quelli adiposi.
Integrate l’alimentazione con i seguenti stimolatori del metabolismo:
- Magnesio: 200-300 mg al giorno se siete in condizioni normali oppure 400-500 mg se siete molto stressati o affaticati.
- Coenzima Q10: 60 mg due volte al giorno. Il coenzima Q10 è fondamentale per l’efficienza del metabolismo e la salute del cuore. Integrando l’alimentazione con questa sostanza si è osservato una riduzione della pressione sanguigna, dei livelli ematici del glucosio e dei trigliceridi, e un incremento del colesterolo HDL (quello buono).
- L-carnitina: ne sono necessari da 1 a 2 g per trasferire i grassi nei mitocondri (le cellule che metabolizzano l’energia), dove possono essere utilizzati come carburante. Ci sono prove che la L-carnitina riduce anche la resistenza all’insulina.
- Biotina: da 2 a 8 mg. È una vitamina necessaria per la metabolizzazione dei grassi. È provato che alle giuste dosi può abbassare i valori glicemici del sangue, aumentare la tolleranza allo zucchero e diminuire la resistenza all’insulina.
- Cromo o lieviti ricchi di cromo: il cromo è un minerale che in quantità minime può aiutare a regolare i livelli della glicemia a digiuno. Alle giuste dosi migliora anche la sensibilità dei recettori dell’insulina.
- Zinco: 25 mg al giorno. Lo zinco serve a migliorare la funzionalità dell’ormone della crescita e della tiroide, oltre a favorire una risposta equilibrata allo stress.
- Acido lipoico: da 100 a 600 mg al giorno. Migliora la capacità di metabolizzare lo zucchero.
- Vitamina B6: migliora il metabolismo delle proteine e aiuta a costruire la massa dei tessuti attivi.
Controllate le vostre abitudini. Il consumo di alcolici può aggravare la resistenza all’insulina contribuendo all’iperglicemia. Evitate il consumo di birra e vino. Non fumate. Se temete che smettendo potreste ingrassare, tenete conto che i fumatori incalliti sono più insulino-resistenti e iper-insulinemici di chi non ha questa abitudine.