Angelo Ortisi
PROTEGGERE IL CUORE CON IL RIBES NERO.
27-11-2015
Il ribes nero possiede molte proprietà benefiche ed è un alleato contro le malattie cardiovascolari. Ad evidenziarlo è uno studio condotto dai ricercatori israeliani del Rambam Medical Centre di Haifa, guidati dal professor Michael Aviram. Gli scienziati hanno analizzato gli effetti del ribes nero sui grassi nocivi (primi nemici del sistema cardiovascolare) confermando le proprietà benefiche di questo frutto soprattutto nei confronti della salute cardiovascolare. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Food and Function la rivista scientifica della Royal Society of Chemistry. Il professor Aviram ha affermato che trovare un così alto livello di antiossidanti (sostanze attive nel combattere il processo d’invecchiamento e l’ossidazione del corpo) concentrati in un frutto così piccolo è davvero una sorpresa e un significativo passo avanti per la salute del cuore. Il ribes nero è noto anche per le sue proprietà diuretiche, depurative, astringenti e antiallergiche.
I POTENTI BENEFICI DELLA VITAMINA E.
12-05-2014
l risultati di diversi enti di ricerca pubblicati di recente, puntano tutti al potente effetto della vitamina E per prevenire il cancro allo stomaco, ridurre l’incidenza della malattia del fegato grasso e prevenire meccanismi di varie malattie che possono compromettere la durata della vita negli esseri umani. Negli ultimi dieci anni, molti studi hanno evidenziato l’importanza della vitamina E nota come isomero alfa - tocoferolo e tocotrienoli. Un numero sempre crescente di evidenza suggerisce che i tocotrienoli possiedono una potente attività biologica e si accumulano nei tessuti del corpo per influenzare l’inizio e la progressione della malattia a un tasso preferenziale rispetto agli speculari tocoferoli. I ricercatori in una pubblicazione sula rivista Journal of Nutrition, spiegano che la vitamina E tocotrienoli si accumulano a livelli elevati nel tessuto adiposo, il cervello, il cuore e il fegato per prevenire sovrappeso e obesità, la demenza, le malattie cardiovascolari e del fegato grasso.
Vitamina E Tocotrienoli aiutano a prevenire ictus ed estendere il ciclo della vita cellulare. I ricercatori hanno esaminato campioni di sangue e di pelle di 80 persone, alcune sane e altre in cattive condizioni di salute. Attraverso l’utilizzo della dicromatografia liquida ad alte prestazioni, gli scienziati sono stati in grado di misurare il grado di assorbimento della vitamina E tocotrienolo in diversi organi, dopo la supplementazione orale. Hanno scoperto che nelle strutture metaboliche degli organi critici tra cui tessuto adiposo, cuore, fegato e cervello si sono selettivamente concentrate le forme alfa e gamma della vitamina. Si tratta di una scoperta importante : l’isomero alfa di vitamina E attraversa la barriera emato-encefalica e ha dimostrato di offrire benefici neuroprotettivi e aiutare a prevenire l’insorgenza di ictus. La forma gamma fornisce uno scudo protettivo per il muscolo cardiaco e può aiutare la salute del fegato nella prevenzione delle malattie del fegato grasso e cancro al fegato. La ricerca più convincente fino ad oggi è stata pubblicata sulla rivista Journal of Biomedicine and Biotechnology. Gli scienziati hanno dimostrato che l’intero spettro di tocotrienoli vitamina E producono un potente effetto anti-età e mostra come la vitamina estende la lunghezza dei telomeri, evitando danni al DNA. I telomeri sono strutture simili a minuscole cerniere che regolano la divisione cellulare e segnalano la fine di un ciclo di vita per ogni singola cellula. Qualsiasi meccanismo che può naturalmente estendere la lunghezza dei telomeri, rallenta il processo di invecchiamento e previene le malattie. La vitamina E e tutti i tocotrienoli associati sono facilmente reperibili da una dieta ricca di noci, semi, verdure a foglia verde, spinaci e oli come germe di grano, sesamo e olio d’oliva. Consulenti nutrizionali consigliano di consumare fonti alimentari naturali di vitamina quotidianamente per prevenire le malattie croniche, estendere la lunghezza dei telomeri e aumentare la durata della vita.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3085479/?tool=pubmed
ARGININA: RIMEDIO NATURALE PER LA DISFUNZIONE SESSUALE E LO STRESS.
13-05-2014
L’arginina è stata descritta come promotore-sessuale perché supporta una sana funzione sessuale sia negli uomini che nelle donne. Gioca un ruolo importante nella guarigione delle ferite, l’immunità, la disintossicazione e può anche ridurre lo stress mentale, la depressione e l’ansia. Il corpo umano è in grado di sintetizzare alcune quantità di arginina da solo, purtroppo la quantità che sintetizza non è sufficiente. Inoltre, i neonati pretermine non possono sintetizzare l’arginina ed è per questo che devono ottenerla dalla dieta. Uno studio giapponese pubblicato nel 2007 ha mostrato che l’arginina, in collaborazione con l’aminoacido lisina, può ridurre notevolmente i livelli di cortisolo, che diventano elevati in risposta allo stress. Ciò potrebbe essere particolarmente utile per le persone che lottano con l’atrofia muscolare, perché i loro corpi producono troppo cortisolo. Il piccolo aminoacido funziona anche come stimolatore naturale di ormone della crescita e può aiutare a costruire il muscolo del corpo e migliorare le prestazioni fisiche. Essendo in grado di migliorare il flusso di sangue alla zona genitale, l’arginina funziona come un trattamento naturale contro la disfunzione erettile. Nelle donne, l’arginina ha dimostrato di contribuire a migliorare la risposta sessuale, soprattutto dopo la menopausa. E’ stato riscontrato che l’arginina può anche ridurre la pressione sanguigna nelle persone che soffrono di ipertensione. Le fonti alimentari di arginina sono i cereali integrali, muesli, arachidi, farina d’avena, anacardi, noci pecan, noce di cocco, alghe, semi, ceci, lenticchie, anguria e spinaci. Alcune ricerche suggeriscono che l’arginina può aiutare a combattere l’obesità, promuovere l’aumento muscolo scheletrico e ridurre la massa totale di grasso del corpo. Troppo consumo di arginina (oltre 16 grammi), può avere alcuni effetti collaterali spiacevoli, quali nausea o diarrea, ma tali importi elevati non possono essere ingeriti senza l’assunzione di integratori di arginina in forma di pillole. Alcuni studi suggeriscono che alta assunzione di arginina potrebbe avere ulteriori proprietà curative. Un recente studio pubblicato sulla rivista Journal of Physiology, offre una nuova speranza per i diabetici affetti da piede diabetico. Oltre l’80 per cento delle amputazioni del piede nei diabetici, sono il risultato di ulcere del piede diabetico che non può essere trattato a causa dell’incapacità del piede di guarire correttamente. La ricerca ha rilevato che la guarigione delle ulcere del piede diabetico può essere notevolmente migliorata da una dieta ricca di arginina e prolina.
https://www.sciencedaily.com/releases/2012/11/121115162135.htm
http://ajpregu.physiology.org/content/303/10/R1053
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20437186
https://www.sciencedaily.com/releases/2009/02/090204161848.htm
LA VITAMINA D3 RIDUCE I DOLORI MESTRUALI.
10-05-2014
Potrebbe essere la vitamina D3 la nuova risorsa per combattere i dolori mestruali. Lo dice uno studio dell'Università di Messina, pubblicato sulla rivista Archives of Internal Medicine, i cui ricercatori si dicono convinti che nel prossimo futuro l'integratore si trasformerà in una più che valida alternativa agli antidolorifici e alle pillole anticoncezionali. "Abbiamo osservato una significativa riduzione del dolore nel gruppo che ha assunto la vitamina D3 (una dose di 300 mila UI) rispetto al gruppo del placebo nel corso dei due mesi di durata del nostro studio" asserisce l'autore, il prof. Antonio Lasco, insieme ad Antonio Catalano e Salvatore Benvenga. Joann E. Manson, direttrice della divisione di Medicina Preventiva dell'ospedale di Boston, commenta: “le dosi di vitamina da assumere per attenuare i crampi con la stessa efficacia degli antidolorifici sono ancora troppo alte ma il nostro studio suggerisce che, adeguatamente bilanciato, l'integratore potrà avere un ruolo fondamentale nella lotta ai dolori mestruali”. ''Si tratta di una scoperta importante - ha aggiunto la ricercatrice sulle pagine di Archives of Internal Medicine - perché nonostante gli antidolorifici e i contraccettivi orali aiutino a reprimere il dolore, continuano ad avere troppi effetti collaterali e non sono la soluzione ideale sul lungo termine''. La vitamina D agisce limitando la produzione delle citochine, le molecole che causano infiammazione, e delle prostaglandine, sostanze simili agli ormoni e responsabili principali dei crampi dolorosi. Lo studio si è avvalso della partecipazione di 40 donne che soffrono abitualmente di mestruazioni dolorose, alle quali è stata somministrata una dose di 300 mila UI (la sigla sta per Unità Internazionale) di vitamina D3. A distanza di due mesi dal trattamento, su una scala stabilita da 0 a 10, è stato calcolato che il dolore percepito era sceso in media di 2,3 punti rispetto all'inizio. Ulteriori analisi dovranno verificare l'esatto dosaggio da assumere per fornire il miglior rapporto costi-benefici per le pazienti.
http://jamanetwork.com/journals/jamainternalmedicine/fullarticle/1108739
LA SPIRULINA AUMENTA LE DIFESE IMMUNITARIE.
26-11-2015
Un nuovo studio effettuato dai ricercatori dell’Università della California Davis e pubblicato sul Cellular & Molecular Immunology, afferma chel’alga spirulina stimola ed aumenta l’attività del sistema immunitario, in particolare nelle persone anziane ed in grado di combattere l’anemia che spesso si verifica con l’avanzare dell’età. La Spirulina è una microalga azzurra spontanea che cresce in laghi salati con acque alcaline e calde. È facile da digerire e possiede un’alta concentrazione dell’antiossidante beta-carotene, di ferro, dell’acido gamma-linoleico (GLA) ed un alto contenuto proteico. Conosciuta sin dall’antichità dai popoli della regione tropicale, è considerata un eccellente integratore alimentare naturale; negli ultimi 15 anni il suo utilizzo si è molto diffuso, suscitando un grande interesse sia in campo nutrizionale che della salute. In medicina è ritenuta un buon alimento per avere proprietà immunomodulatrici, utili al trattamento delle allergie e da molti è ritenuta “il cibo del XXI secolo”. L’obiettivo dello studio è stato quello di valutare se l’alga spirulina fosse in grado di contrastare due condizioni che frequentemente colpiscono la salute delle persone anziane: anemia e abbassamento della funzione immunitaria. A questo scopo i ricercatori, coordinati dal Dr. M. Eric Gershwin, hanno reclutato 40 persone anziane con un età media di 63 anni. I partecipanti erano invitati a consumare 6 compresse al giorno di 500 mg di spirulina per la durata di 12 settimane. L’analisi dei risultati effettuata a 6 e 12 settimane dall’inizio dello studio ha mostrato che, oltre la metà dei partecipanti (75%), aveva una maggiore attività del sistema immunitario. In particolare, 12 settimane di supplementazione con l’alga spirulina sono state associate ad un aumento dei globuli bianchi nel sangue, i cosiddetti “soldati” del sistema immunitario. Nelle donne è stata osservata una risposta più veloce. «I nostri dati suggeriscono che la spirulina può contrastare l’anemia e l’immunosenescenza», dichiarano i ricercatori. Infatti, in termini di conta delle cellule, l’assunzione di spirulina è stata anche associata ad un aumento costante dei livelli di emoglobina corpuscolare mostrando un miglioramento dell’anemia. Il Dr. Gerry Cysewski dice che questo studio si aggiunge al crescente corpo di ricerca, dimostrando che l’alga spirulina è un alimento in grado di stimolare e migliorare la risposta immunitaria, in particolare in persone anziane dove avviene un naturale abbassamento delle funzioni immunitarie. I risultati sono quindi molto positivi, ma sono necessari ulteriori studi su più larga scala per confermarli ed un loro futuro sviluppo offrirebbe la possibilità di migliorare la vita della popolazione sopra i 50 anni.
http://www.nature.com/cmi/journal/v8/n3/full/cmi201076a.html
GLUCOSAMINA PER PROMUOVERE LA LONGEVITA'.
18-08-2014
Nuove ricerche mettono in luce il ruolo della glucosamina nella promozione della longevità. La sostanza, se assunta in particolar modo dalle persone anziane, avrebbe anche effetti simili all’aspirina, senza, tuttavia, produrre gli stessi effetti collaterali di quest’ultima. La notizia, uscita recentemente sul Telegraph e il relativo studio pubblicato sul Journal of Epidemiology, riportano della ricerca condotta dagli scienziati del Fred Hutchinson Cancer Center di Seattle. Durante lo studio osservazionale è stato preso in considerazione un numero assai rilevante di persone – ben 77.500 – di età superiore ai cinquant’anni. I risultati sono stati, a detta dei ricercatori, molto promettenti. La glucosamina, infatti, ha ridotto del 13% la probabilità di morire di malattie tumorali negli otto anni successivi, rispetto alle persone che avevano assunto un placebo. L’effetto era probabilmente aumentato grazie alle virtù antinfiammatorie della sostanza assunta. E’ bene anche dire che oltre al succitato 13%, vi era anche un 41% in meno di probabilità di morire per malattie respiratorie gravi. «Sebbene non si possano escludere eventuali errori sistematici, i risultati suggeriscono che la glucosamina può fornire benefici sulla riduzione della mortalità», scrivono i ricercatori. Tali risultati, in ogni caso, sono stati adattati al fine di poter tener presente alcuni fattori molto importanti che potrebbero alterare i dati emersi dallo studio. Tra questi vi sono l’età, la classe sociale, il sesso e il vizio del fumo. Al termine della ricerca, gli autori si sono affrettati a sottolineare come lo studio condotto non possa ancora dimostrare che il ruolo della glucosamina sia realmente protettivo o che possa influire sulla durata della vita: in poche parole non è stato trovato un legame causa/effetto. Allo stesso modo, anche se sembra possedere effetti simili all’aspirina, non ci sono prove sufficienti che riconducano a un ruolo positivo di tale sostanza nel trattamento dei tumori, così come avviene con una tradizionale aspirina. I dati raccolti, tuttavia, fanno propendere per l’idea che questa sostanza possa essere promotrice di una maggiore longevità.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22828954
L’AMIGDALINA INDUCE APOPTOSI NELLE CELLULE TUMORALI DELLA PROSTATA.
10-05-2014
Il cancro della prostata è uno dei tumori più diffusi nell’uomo. L’amigdalina è un glicoside cianogenetico, cioè capace di liberare acido cianidrico (contenente cianuro), in diverse reazioni chimiche. Questa sostanza si trova abbondantemente nei semi di albicocche, pesche e susine ed è stata utilizzata per il trattamento di tumori e per alleviare il dolore. In particolare, la D-amigdalina è nota per avere un effetto selettivo letale sulle cellule tumorali. L'apoptosi, la morte programmata delle cellule, è un meccanismo importante nel trattamento del cancro. Nel presente studio è stato preparato l'estratto acquoso di amigdalina proveniente dai semi di albicocche e utilizzato per indurre la morte cellulare per apoptosi in cellule tumorali della prostata umane DU145 ed LNCaP. I risultati hanno dimostrato che le cellule DU145 ed LNCaP trattati con amigdalina sono state indotte all'apoptosi. Il trattamento con amigdalina aumentava l’espressione di Bax, una proteina pro-apoptotica, e diminuiva l’espressione di Bcl-2, una proteina anti-apoptotica, aumentando nel contempo l’attività enzimatica di caspasi-3 nelle cellule di cancro della prostata LNCaP e DU145. Questo studio rivela che l’amigdalina può offrire una valida opzione per il trattamento di tumori della prostata.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16880611
IL 5-HTP AIUTA I BAMBINI AD ADDORMENTARSI E A COMBATTERE GLI INCUBI.
05-10-2014
Questo studio è stato condotto per verificare l'ipotesi che la somministrazione di 5-idrossitriptofano (5-HTP) possa esercitare effetti benefici sugli incubi notturni. In questa ricerca sono stati presi in considerazione un gruppo di bambini con incubi durante il sonno e un gruppo di bambini con la stessa malattia, ma senza il trattamento con 5-HTP. I partecipanti alla sperimentazione sono stati 45 bambini (34 maschi e 11 femmine, di età compresa tra 3,2-10,6 anni), affetti da incubi nel sonno. Tutti i soggetti sono stati sottoposti a storia medica completa, esame neurologico, registrazione EEG durante la veglia e il sonno, e un diario del sonno per 2 mesi. Dopo 1 mese, tutti i soggetti sono stati esaminati di nuovo dal punto di vista clinico con EEG e dopo 6 mesi sono stati intervistati al fine di valutare il risultato clinico. Dopo la prima visita, il 5-HTP è stato somministrato (2 mg/kg al giorno) al momento di coricarsi per 31 pazienti scelti a caso per un singolo periodo di 20 giorni consecutivi. Dopo 1 mese di trattamento, 29/31 (93,5%) dei pazienti ha mostrato una risposta positiva. Nel gruppo di controllo, senza terapia farmacologica, dopo 1 mese, gli episodi sono scomparsi solo su un bambino su quattro (28,6%), mentre dieci bambini (71,4%) hanno mostrato la persistenza di episodi con la stessa frequenza di prima. Dopo 6 mesi, 26/31 (83,9%) dei bambini trattati con 5-HTP facevano sogni senza incubi, mentre nei cinque bambini (16,1%) gli episodi di incubi persistevano. 10 bambini del gruppo di controllo (71,4%) hanno continuato ad avere incubi nel sonno a 6 mesi di follow-up. Questo è il primo studio che dimostra l'efficacia di un nuovo trattamento naturale per gli incubi notturni. Questi risultati, concludono i ricercatori, “confermano la nostra ipotesi iniziale e dimostrano che il trattamento con 5-HTP è in grado di modulare il livello di eccitazione nei bambini e indurre un miglioramento a lungo termine degli incubi notturni.
OMEGA-3 PER COMBATTERE IL CANCRO AL SENO.
23-09-2014
Gli acidi grassi essenziali omega-3 pare abbiano molte frecce al loro arco nella prevenzione delle più diverse malattie. Da non ultima, il cancro al seno che, secondo uno studio pubblicato sul Journal of Nutritional Biochemistry, può essere prevenuto e contrastato proprio grazie all’assunzione di queste sostanze. L’azione degli omega-3 sulla prevenzione e la riduzione della crescita del tumore del seno è stata osservata in uno studio condotto dai ricercatori del Department of Human Health and Nutritional dell’Università di Guelph. Il dottor David Ma e colleghi hanno scoperto che nel modello animale in cui vi era la presenza di acidi grassi essenziali omega-3, si sviluppavano meno tumori e, nel caso, questi erano più piccoli rispetto a quelli dei modelli che non possedevano gli omega-3. Per il loro studio, i ricercatori hanno creato dei topi transgenici in grado di produrre da sé gli acidi grassi omega-3 e sviluppare tumori mammari aggressivi, per poi comparare l’azione di questi con un altro gruppo di topi che sviluppava anch’esso i tumori mammari, ma non produceva gli omega-3. L’osservazione dello sviluppo dei tumori ha permesso di rilevare come i topi del gruppo “omega-3” sviluppassero i tumori soltanto nei due terzi dei casi e, se sviluppati, fossero del 30% più piccoli. «La differenza può essere attribuita esclusivamente alla presenza degli omega-3 nei topi transgenici, il che è significativo – spiega il dottor Ma – Il fatto che una sostanza alimentare nutriente può avere un effetto significativo sullo sviluppo del tumore e la crescita è notevole e ha rilevanti implicazioni nella prevenzione del cancro al seno».
CARENZA DI VITAMINA C PUÒ PROVOCARE RISCHI AL NASCITURO.
10-05-2014
Se si assume poca vitamina C in gravidanza questo può comportare seri danni allo sviluppo cerebrale del bambino. L’Università di Copenhagen ha diffuso uno studio, pubblicato sulla rivista Plos One, che dimostra come una dieta povera di complessi vitaminici durante la gestazione comporti il grosso rischio di deficit cerebrali nei bambini, impossibili da curare una volta nati. L’assorbimento della vitamina C da parte del feto non è automatico, come invece avviene per altre sostanze nutritive, e quindi deve essere incentivato attraverso l’assunzione di una dose adeguata da parte della madre. Inoltre fumare riduce ulteriormente l’assorbimento della vitamina C il che, come dimostrato da approfonditi studi scientifici, incide ulteriormente sulle capacità cognitive del nascituro.
http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0048488
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3485340/