Angelo Ortisi
PRENDETEVI CURA DEL PANCREAS PER ESSERE PIU' BELLI.
14-02-2017
Secondo la medicina orientale, quando il pancreas è in ottima salute abbiamo una maggiore carica energetica da sfruttare e il nostro fisico appare più perfetto poiché uno dei compiti di quest’organo è quello di mantenere in equilibrio ogni tessuto del corpo. Cosa accade quando il pancreas non è al top? Per prima cosa il nostro umore non è molto positivo e scarseggia l’autostima. La pelle ha un colorito quasi giallastro, è più facile avvertire la stanchezza, alcuni tessuti (per esempio palpebre e seno) tendono a cedere verso il basso, sentiamo meno i sapori degli alimenti e si accumula più grasso nella zona del girovita. Questo ci fa capire, quindi, quanto sia importante correggere il nostro stile di vita per permettere al pancreas di funzionare correttamente, a tutto vantaggio della salute e della bellezza. Ecco alcune regole per migliorare il funzionamento di questo organo così importante:
- Proteggiamoci dal freddo e dall’umidità. Il pancreas ha bisogno di calore, per questo è sempre bene coprire e tenere al caldo l’addome e i piedi, soprattutto nella fase della mestruazione.
- Non dimentichiamo di utilizzare il rosmarino in cucina. Quest’erba aromatica riscalda il nostro organismo e dona energia e buon umore proprio perché si prende cura anche del pancreas. Possiamo anche utilizzare l’olio essenziale di rosmarino (che troviamo in erboristeria) per massaggiare l’addome con poche gocce di prodotto.
- Riduciamo il consumo di dolci. Quando siamo di cattivo umore o ci sentiamo stanchi tendiamo a compensare con gli zuccheri, dolci in particolare. Questo è assolutamente da evitare poiché danneggia la salute del pancreas. Meglio gli zuccheri offerti dai cereali o dalle verdure, le cui sostanze nutritive si prendono cura del nostro apparato digerente e favoriscono, quindi, il rilassamento.
- Circondiamoci di colori giusti. Giallo e arancione sono le tinte adatte in questo caso, anche a tavola. Tutti i cibi di questi colori contribuiranno a migliorare la salute del pancreas. E concediamoci anche qualche oggetto per la casa o accessori da indossare color arancione o giallo, pancreas e milza ci ringrazieranno e noi saremo sempre al top.
ECCO L’ELENCO DEI FARMACI CHE CAUSANO FRATTURE E OSTEOPOROSI.
13-02-2017
Oggi quasi tutte le donne che hanno tra i 50 e i 60 anni consultano un medico per i problemi più diversi, avendo già fatto una MOC che le definisce osteopeniche se non osteoporotiche (grazie allo scorretto confronto con le ossa del giovane paracadutista sano maschio di 20 anni) e spesso prendendo una pillola per la pressione di cui spesso non ricordano neanche il nome, talmente è “normale” che ci sia una pillola da prendere anziché cercare delle soluzioni naturali a questo importante segnale dell’organismo. Ora una serie di lavori scientifici recenti hanno consentito di capire almeno due aspetti del legame tra frattura del femore e terapia antipertensiva (la pillola di cui prima). Il primo è che esiste un’azione diretta degli ACE inibitori (una classe di farmaci contro la pressione elevata) che sembrerebbe indurre una riduzione della durezza dell’osso in chi ne fa uso. Il lavoro, pubblicato su Osteoporosis International nel 2012 ha confermato una significativa riduzione della durezza dell’osso in chi ne faccia uso per più di 4 anni. Si tratta di nomi molto usati sul mercato, tra cui troviamo: Enapren, Blopress, Karvea, Tareg, oppure, se associati a diuretico, Hizaar, Losazid, Neo-lotan plus ecc.
Il secondo aspetto è quello forse più “tragicomico” perché è semplicemente legato al fatto che una persona che inizia la terapia per la pressione alta, rischia, per un primo periodo, di avere la pressione fin troppo bassa o di avere delle oscillazioni importanti. Questo significa mancanza di equilibrio, cadute e fratture in netto aumento. Si tratta di un ragionamento semplicemente di “buon senso” che pure spesso non è preso in considerazione. Questo vale un pò per tutti i farmaci antipertensivi. Sulla stessa rivista un altro lavoro statunitense più recente ha definito questo stesso rischio ad esempio per i diuretici. Su questo tema Medscape ha riportato i risultati della recentissima conferenza annuale dell’American Society for Bone and Mineral Research (ASBMR). Un lavoro canadese, proposto dalla dottoressa Debra Butt ha confermato che gli ACE inibitori determinano un elevato rischio di caduta e di frattura nei primi periodi di utilizzazione. Allora forse vale la pena di ricordare due cose: che il controllo dell’uso di cibi salati è la migliore arma preventiva nei confronti della pressione alta, e che l’approccio a queste terapie, se davvero necessarie, merita di essere fatto in modo morbido ed equilibrato, un pò più graduale di quanto di solito venga fatto.
INFERTILITA' MASCHILE: ECCO LE SOLUZIONI.
13-02-2017
Circa il 15% delle coppie ha difficoltà a concepire. In un terzo dei casi la causa è l'uomo e in un altro terzo entrambi i partner. Secondo stime recenti, è infertile circa il 6% degli uomini fra i 15 e i 50 anni. Nel 90% dei casi il problema è un'insufficiente produzione di spermatozoi. Sebbene ne basti uno soltanto per fecondare l'uovo, nell'eiaculato normale di un uomo sano ce ne sono quasi 200 milioni, ma a causa delle barriere naturali dell'apparato riproduttivo della donna, solo 40 spermatozoi circa arrivano nelle vicinanze dell'ovulo. Esiste una forte correlazione fra il numero di spermatozoi eiaculati e la fertilità. In generale negli ultimi decenni sono calati sia il numero sia la qualità degli spermatozoi della popolazione maschile. Dal 1940 ad oggi il numero medio di spermatozoi è sceso da 113 milioni a 66 milioni per ml. Inoltre la quantità di liquido seminale è calata di quasi il 20%, da 3,4 ml a 2,75 ml. Nel complesso, pertanto, il numero di spermatozoi per eiaculazione oggi è circa il 40% rispetto al 1940. La tendenza al ribasso del numero di spermatozoi sembra dipendere dai cambiamenti avvenuti nell'ambiente, nella dieta e nelle abitudini di vita in questi ultimi anni. Le cause più comuni della diminuzione del numero di spermatozoi sono:
- Abiti e mutande strette.
- Varicocele.
- Inquinamento ambientale.
- Metalli pesanti (piombo, mercurio, arsenico ecc.).
- Solventi organici, pesticidi (DDT, PCB ecc.).
- Abuso di alcol, tabacco e droghe.
- Aumento dell'apporto di grassi saturi.
- Consumo ridotto di fibre, frutta e verdura.
- Carenze nutrizionali.
COME RISTABILIRE LA FERTILITA'
Poichè la formazione dello sperma è strettamente legata allo stato nutrizionale, è fondamentale che chi ha un numero basso di spermatozoi si assicuri un apporto ottimale di nutrienti. Questo significa mangiare sano secondo la propria costituzione genetico-sanguigna e prendere integratori nutrizionali e fitoterapici che favoriscano la formazione di spermatozoi. E' inoltre importante mantenere lo scroto alla giusta temperatura, curare tempestivamente eventuali infezioni genitourinarie ed evitare fonti alimentari di estrogeni.
MANTENERE LO SCROTO ALLA GIUSTA TEMPERATURA
La borsa scrotale mantiene i testicoli a una temperatura compresa fra 34,5 e 35,5°C.
Sopra i 35,5°C la produzione di spermatozoi viene inibita, se non bloccata del tutto. Non a caso la temperatura scrotale media degli uomini infertili è notevolmente superiore a quella degli uomini fertili e riducendola spesso si risolve il problema. Per abbassare la temperatura dello scroto occorre portare biancheria e pantaloni larghi, evitare i bagni caldi e fare periodicamente docce fredde, soprattutto dopo aver svolto attività fisica.
INFEZIONI DELL'APPARATO UROGENITALE
Molti batteri, virus e altri microrganismi possono provocare infezioni dell'apparato urogenitale maschile. La clamidia, che si trasmette per via sessuale, è la più comune e la più grave. Provoca dolore e bruciore durante la minzione e l'eiaculazione. Se l'infezione da clamidia è acuta, è indispensabile prendere gli antibiotici. La clamidia è sensibile alle tetracicline e all'eritromicina, ma purtroppo poichè prolifera nelle cellule dell'organismo, può essere difficile eliminarla con i soli antibiotici ed è quindi essenziale sostenere il sistema immunitario. Se le infezioni da clamidia sono generalmente associate a forti dolori, alcune infezioni croniche del pene, dei testicoli o della prostata sono quasi asintomatiche.
ESTROGENI E ALTRE TOSSINE AMBIENTALI
Come già accennato, ormai siamo esposti a molti estrogeni presenti nel cibo e nell'ambiente, che danneggiano la funzionalità delle gonadi maschili. Sebbene molti estrogeni di sintesi come il DES (dietistilbestrolo) siano stati proibiti dalla legge, molti animali di allevamento vengono trattati con ormoni, soprattutto le vacche da latte. Il latte vaccino contiene grandi quantità di estrogeni a causa delle moderne tecniche di allevamento. Evitare i prodotti provenienti da animali trattati con ormoni può essere molto importante per gli uomini che hanno un basso numero di spermatozoi o poco testosterone. E' meglio scegliere latticini provenienti da animali non trattati con ormoni e antibiotici. Secondo alcuni studi, ci sarebbero estrogeni persino nell'acqua potabile. Per evitare il rischio, conviene bere acqua purificata o in bottiglie di vetro. Molte sostanze chimiche con cui abbiamo inquinato l'ambiente negli ultimi 60 anni sono lievemente estrogeniche. Per la maggior parte PCB, diossina e DDT, non sono biodegradabili e prima o poi arrivano al nostro organismo. Il DDT, per esempio, pur essendo stato vietato diversi anni fà, si trova ancora nella terra e quindi in carote e patate. Si tratta di sostanze che interferiscono con la spermatogenesi. Tuberi e verdure provenienti da colture biologiche contengono livelli molto inferiori di tossine. Una tossina molto dannosa per la fertilità maschile è l'aflatossina, che si forma quando gli alimenti sono contaminati da muffe o funghi ed è particolarmente frequente nelle arachidi. Una ricerca ha studiato 50 uomini che si erano rivolti a un centro per la cura dell'infertilità e 50 uomini sani della stessa comunità. Nei campioni di sperma esaminati è stata riscontrata una concentrazione di aflatossina del 60% più alta negli uomini infertili. Particolarmente sconcertante è poi il fatto che il 50% degli spermatozoi degli uomini infertili con valori di aflatossina elevati presentavano anomalie rispetto a quelli del gruppo di controllo (10-15%). Somministrando ai ratti alimenti contenenti aflatossina si riscontrano gli stessi effetti negativi su sperma e fertilità. Per fortuna altri studi suggeriscono un metodo molto semplice per proteggere lo sperma da tali tossine. E' dimostrato infatti che l'aglio ne neutralizza un buon numero, fra cui l'aflatossina. L'aglio impedisce all'aflatossina di legarsi al DNA (e quindi di danneggiarlo) e tale effetto è dose-dipendente, cioè proporzionale alla quantità che se ne mangia.
SUPPORTO NUTRIZIONALE
Gli spermatozoi sono particolarmente sensibili ai danni provocati dai radicali liberi, poichè contengono alte concentrazioni di acidi grassi polinsaturi nella membrana, producono radicali liberi e non hanno enzimi di difesa. Al danno ossidativo sono attribuiti molti casi di abbassamento del numero di spermatozoi, dal momento che nel liquido seminale del 40% degli uomini infertili vi sono molti radicali liberi. Gli uomini esposti a livelli elevati di radicali liberi nell'ambiente hanno più probabilità di presentare anomalie spermatiche e basso numero di spermatozoi. Anche il fumo è associato a questi problemi, probabilmente a causa della presenza di molti radicali liberi e altre tossine. La somma di tutti questi fattori fa sì che la salute dello sperma dipenda in larga misura dagli antiossidanti come la vitamina C, il beta-carotene, il selenio e la vitamina E, che sono pertanto importantissimi.
VITAMINA C
La vitamina C è particolarmente importante per proteggere il DNA dello sperma. L'acido ascorbico è presente in maggiore quantità nel liquido seminale che in altri liquidi organici, sangue compreso. Uno studio ha evidenziato che riducendo l'apporto giornaliero di vitamina C da 250 mg a 5 mg in soggetti sani si induceva una riduzione del 50% dell'acido ascorbico nel liquido seminale e un aumento del 91% degli spermatozoi con danni al DNA. Agli uomini infertili è quindi raccomandata un'integrazione di vitamina C. In uno studio a 30 uomini sani ma infertili vennero somministrati 200 mg oppure 1.000 mg al giorno di vitamina C o un placebo. Dopo una settimana nei soggetti che assumevano 1.000 mg di vitamina C il numero di spermatozoi era aumentato del 140%, nel gruppo che ne assumeva 200 mg del 112% e nel gruppo placebo non c'erano stati cambiamenti. Dopo tre settimane entrambi i gruppi trattati con la vitamina C continuavano a migliorare e il gruppo che ne assumeva 200 mg al giorno raggiunse il gruppo che ne assumeva 1.000. Il risultato più straordinario di questo esperimento è che nell'arco di 60 giorni tutti i soggetti a cui era stata somministrata la vitamina C avevano fecondato le loro mogli, mentre nel gruppo placebo questo non era successo in nessun caso.
ZINCO
L'oligoelemento più importante per le funzioni sessuali maschili è forse lo zinco, che interviene in quasi tutti gli aspetti della riproduzione, compresi il metabolismo ormonale e la formazione e la motilità degli spermatozoi. Se lo zinco è carente i valori di testosterone e di spermatozoi scendono. Negli uomini infertili con un numero di spermatozoi basso di solito è basso anche lo zinco, a dimostrazione del fatto che una carenza di zinco può essere uno dei fattori causali dell'infertilità. Un'integrazione di zinco può essere molto utile. In uno studio condotto su uomini infertili da cinque o più anni e i cui spermatozoi non superavano i 25 milioni per ml, una cura di solfato di zinco (60 mg di zinco elementare al giorno) per 45-50 giorni ha evidenziato un aumento del 250% del numero di spermatozoi in 22 soggetti con valori di testosterone bassi. Anche i valori di testosterone sono aumentati e in 9 casi su 22 la moglie è rimasta incinta. Per contro, nei 15 uomini che avevano valori di testosterone normali, sebbene il numero degli spermatozoi fosse aumentato lievemente, il testosterone non è aumentato e non ci sono state gravidanze. In altre parole, lo zinco è servito a chi ne era carente.
VITAMINA B12
Un altro nutriente importante per gli uomini con disturbi della fertilità è la vitamina B12, la cui carenza è legata a una diminuzione della motilità spermatica e del numero di spermatozoi. Anche se non c'è carenza di vitamina B12, l'integrazione è consigliata se il numero di spermatozoi è inferiore ai 20 milioni per ml. Una ricerca ha studiato uomini aventi un numero di spermatozoi inferiore a 20 milioni per ml cui è stato somministrato 1.000 mcg di vitamina B12 al giorno. Nel 27% dei casi la produzione di spermatozoi è salita oltre i 100 milioni.
CONGIUNTIVITE: 8 RIMEDI NATURALI.
13-02-2017
La congiuntivite è un disturbo che colpisce gli occhi provocando arrossamento, lacrimazione e forte irritazione. Può essere provocata da virus e batteri. Viene accentuata dall'affaticamento degli occhi dovuto ad una lunga permanenza al computer. Può inoltre rappresentare un sintomo di allergia o di eccessiva esposizione allo smog. Come comportarsi in caso di congiuntivite? Ecco alcuni rimedi naturali che possono essere d'aiuto per alleviare i fastidi.
1. BUSTINE DI TE’
Ho parlato spesso dei numerosi usi alternativi e delle proprietà benefiche del tè. Gli impacchi di tè possono essere d'aiuto in caso di congiuntivite. Tenete da parte due bustine che avrete utilizzato per la normale preparazione del tè, lasciatele raffreddare e applicatele sugli occhi arrossati per trovare un pò di sollievo.
2. IMPACCHI DI CAMOMILLA
Gli impacchi di camomilla sono uno dei più noti rimedi a cui ricorrere in caso di congiuntivite e occhi arrossati. Dopo aver preparato la camomilla, conservate le bustine, lasciatele raffreddare e strizzatele prima di applicarle sugli occhi. Oppure imbevete di infuso di camomilla dei fazzoletti di cotone puliti e utilizzateli per degli impacchi sugli occhi da lasciare agire per qualche minuto.
3. AMAMELIDE
L'amamelide, insieme all'olio essenziale di camomilla, è un valido rimedio naturale contro la congiuntivite. E' necessario aggiungere una goccia di olio essenziale di camomilla a un cucchiaio di tintura madre di amamelide (la si trova in erboristeria). Il composto deve essere mescolato a 30 millilitri di acqua di rose e lasciato riposare per 6/7 ore. Poi va filtrato attraverso una garza e applicato sugli occhi chiusi come un impacco.
4. ARGENTO COLLOIDALE
L'argento colloidale è un antibiotico naturale che può essere utilizzato sia per le persone che per gli animali (non è testato su di essi). Una mia amica, ad esempio, lo ha impiegato con successo per curare la sua cagnolina, che aveva una grave congiuntivite. Il trattamento è avvenuto applicando due o tre volte al giorno l'argento colloidale come collirio. Sugli animali può essere utilizzato per combattere infezioni causate da batteri e parassiti. E' adatto anche per noi, dato che elimina i germi e rafforza il sistema immunitario senza compromettere l'azione degli enzimi del nostro corpo.
5. LIMONE
Il limone non è soltanto un frutto dalle proprietà straordinarie, ma un vero e proprio farmaco naturale. E' adatto in caso di congiuntivite. Il succo di limone è uno dei più potenti ed efficaci colliri. Il dolore durerebbe solo pochi secondi, per dare spazio ad un effetto decongestionante. Personalmente ho usato il succo di limone contro la congiuntivite nella quantità di 1 goccia per occhio 2 o 3 volte al giorno, risolvendo il problema nel giro di un paio di giorni.
6. MALVA
Come la camomilla, la malva è una pianta officinale dall'effetto calmante, adatta per gli impacchi sugli occhi in caso di congiuntivite. In erboristeria è possibile acquistare della malva in bustine per la preparazione di un infuso, seguendo le istruzioni riportate sulla confezione. Potrete applicare come impacco, sugli occhi chiusi, le bustine di malva strizzate e lasciate raffreddare o dei fazzolettini imbevuti nell'infuso tiepido o freddo.
7. ACQUA FREDDA
L'acqua fredda è il rimedio più immediato e alla portata di tutti in caso di congiuntivite. Gli impacchi di acqua fredda vengono consigliati soprattutto per la congiuntivite virale, per dare sollievo a dolore e prurito. La congiuntivite virale può essere una delle conseguenze di un forte raffreddore o di un'influenza. Per evitare il contagio degli occhi da parte dei virus quando siete ammalati, evitate di strofinarli con le dita.
8. EUFRASIA
L'eufrasia è un rimedio erboristico adatto per alleviare i sintomi dell'infiammazione oculare causata dalla congiuntivite. Può essere acquistata in erboristeria per la preparazione di un infuso che dovrà essere filtrato ed utilizzato freddo per la preparazione di impacchi calmanti da applicare sugli occhi.
ABUSO DI ANTIBIOTICI: A CHE COSA ANDIAMO INCONTRO?
13-02-2017
Gli antibiotici spesso vengono prescritti per infezioni virali come il raffreddore, l'influenza, la febbre ghiandolare, l'herpes e la gastroenterite. Gli antibiotici però non hanno alcuna voce in capitolo contro le infezioni virali, poichè non possono nè uccidere nè fermare la moltiplicazione dei virus. A volte un'infezione virale può indebolire il sistema immunitario, specialmente fra i gruppi "a rischio" come gli anziani, i giovanissimi, le persone che hanno subìto operazioni chirurgiche o traumi. Di conseguenza, un'infezione virale spesso conduce a un'infezione batterica secondaria: questo è spesso il motivo per cui vengono prescritti antibiotici per le infezioni virali. Di sicuro sarebbe molto più sensato aspettare di vedere se l'infezione batterica si sviluppa e, nel caso, aiutare il sistema immunitario della persona a rischio a prevenire l'insorgere di un'infezione batterica secondaria. Anche per le infezioni meno gravi, invece di cure semplici vengono prescritti antibiotici. Molto spesso le infezioni non richiedono nessun tipo di trattamento, perchè è il corpo che le combatte naturalmente. Ma, se necessario, questa battaglia può essere sostenuta con mezzi naturali. E' importante lasciare che sia il corpo a combattere un'infezione, in quanto ciò stimola il corpo stesso a costruirsi una resistenza naturale contro quel tipo di infezione. Bisognerebbe intervenire solo quando il corpo sta chiaramente perdendo la sua battaglia. A differenza di quel che comunemente si crede, molti antibiotici non distruggono completamente i batteri, ma si limitano a bloccarne la crescita. E' il sistema immunitario che deve fare il resto. Gli antibiotici dovrebbero venire usati come l'ultima risorsa, non come la prima. Se certi antibiotici come la penicillina vengono presi in modo inappropriato o per un periodo troppo breve, i batteri possono sviluppare resistenza. La prossima volta che verranno in contatto con questo antibiotico, i nuovi ceppi resistenti, ne neutralizzeranno gli effetti. In questo modo, il farmaco comincia a diventare inefficace. Quando molti tipi di batteri cominciano a sviluppare resistenza alla penicillina, il farmaco diventa inutile. Il risultato è che si rende necessario sintetizzare e fabbricare nuovi potenti antibiotici: ma per quanto si faccia, il ritmo col quale si sviluppa la resistenza batterica è molto più veloce del ritmo col quale le case farmaceutiche riescono a produrre nuovi antibiotici.
A causa dell'uso eccessivo di antibiotici, le allergie si fanno sempre più comuni. Le reazioni allergiche variano dall'esantema cutaneo all'edema, agli spasmi bronchiali (costrizione delle vie aeree), allo shock. Antibiotici come la tetraciclina e l'amoxicillina disturbano i batteri intestinali, soprattutto quelli "buoni" e utili come il Lactobacillus acidophilus e il Bifidobacterium bifidus. Ciò può causare problemi intestinali come diarrea, flatulenza e rigonfiamento addominale. E' ormai evidente che i disturbi della flora batterica intestinale hanno una parte importante nello sviluppo di malattie intestinali come la colite ulcerosa e il cancro al colon. Un'altra conseguenza è l'eccessiva crescita di lieviti e di funghi nell'intestino che portano alla candidosi intestinale. Oggi questo problema interessa fortemente il mondo occidentale e coincide con l'uso eccessivo degli antibiotici. Di solito la candidosi si riscontrava solo in individui con il sistema immunitario debole, per esempio nei bambini, in cui le difese immunitarie sono ancora in fase di sviluppo, negli anziani, già in fase di declino, e nei pazienti immunodepressi per diverse ragioni (per esempio in chi ha fatto un uso prolungato di steroidi). Nel ventunesimo secolo la candidosi intestinale colpisce individui di tutti i gruppi e di tutte le età. Ciò mi fa pensare che l'immunità generale sia minacciata.
PERCHE’ GLI ANIMALI NON SONO SOGGETTI AD ATTACCHI CARDIACI E GLI ESSERI UMANI SI?
13-02-2017
Perché gli animali non sono soggetti ad attacchi cardiaci...e gli esseri umani sì, è il titolo di un libro scritto dal dr. Matthias Rath. Ma ormai, sempre più informate sono le persone che si rivolgono al naturale, e che quindi potrebbero benissimo e facilissimamente rispondere alla domanda da quiz del dr. Rath con la risposta: "Perché gli uomini non sono in grado di sintetizzare la vitamina C nel loro corpo, e non solo gli uomini: i darwinisti saranno contenti di vedersi associati in questa caratteristica anche con le scimmie. Bella consolazione! Infatti un grande gorilla deve fare strage di canne di bambù o per meglio dire di germogli di bambù, per rifornire la sua corporatura da peso massimo degna di un ring del sufficiente apporto di vitamina C, e forse se sapesse della possibilità di reperirla concentrata in comode capsule ve lo vedreste arrivare a saccheggiare la vostra erboristeria! A parte il gorilla, anche Bud Spencer, o un uomo qualsiasi può avere bisogno di dosi da gorilla: non per niente infatti, la terapia ortomolecolare è chiamata anche "megavitaminica". Questo dosaggio alto si giustifica con il fatto che nella giungla della vita moderna siamo sottoposti ad una serie di insulti, fisici e morali, come lo stress di dover andare sempre di corsa, a piedi o in automobile, e passando in un oceano di inquinamento visibile e invisibile, chimico ed elettromagnetico. Se il premio Nobel Linus Pauling è famoso per il suo dosaggio di 25 grammi per guarire il cancro, il dottor Fred Klenner di Reidsville (Carolina del Nord) non è da meno: per liberare un suo paziente da un pericoloso intruso, iniettò nelle sue vene ben 12 grammi di vitamina C. Ed un'altra volta, per una donna con polmonite, arrivò addirittura a 140 grammi in tre giorni, guarendola. Anche nel campo ostetrico il dottor Klenner ha ottenuto successi con dosaggi crescenti da 4 a 6 a 10 grammi nei vari trimestri di gravidanza, ottenendo diminuzione di crampi, parti più brevi e meno dolorosi per una migliore resistenza ed elasticità della pelle nell'allargarsi, nessuna emorragia conseguente al parto, nessuna necessità di cauterizzazione, e assolutamente nessuna tossicità riscontrata nelle 300 mamme con quell'alto dosaggio. Questa alla faccia dei terroristi dell'alto dosaggio. D'altronde, come si dice, a mali estremi estremi rimedi! Infatti, sempre il dottor Klenner, per il quale le megadosi sono una norma (per esempio, nel diabete mellito usa un dosaggio di 10 grammi), suggerisce che per combattere il monossido di carbonio delle automobili, se si immette nel sangue vitamina C ad alti dosaggi (da 12 a 50 grammi), quest'alto dosaggio trasforma istantaneamente il monossido dell'emoglobina in biossido di carbonio. Dottor Klenner, scusi, e ora che abbiamo il benzene e il platino delle automobili catalitiche, che è peggio, che cosa ci suggerisce?
Ma dovevo parlare del dottor Rath. Ma dove è andato a finire? Sta parlando con degli orsi. Altri bestioni! Al dottor Rath piace porre domande da quiz, e ci chiede ancora come mai gli orsi non si siano estinti, visto che hanno elevatissimi livelli di colesterolo nel loro sangue: infatti, gli orsi, come altri animali che vanno a passare un pò di settimane bianche cadendo in letargo, hanno una media di più di 400 milligrammi di colesterolo per decilitro. A quest'ora, gli orsi sarebbero andati a fare compagnia ai dinosauri mostrando le loro ossa in qualche museo di scienze naturali. Osserva infatti giustamente il dottor Rath che gli attacchi cardiaci li avrebbero decimati e fatto estinguere la loro razza. Cosa che non è avvenuta: perché? Semplicemente perché, come egli dice anche in un altro suo libro "Eradicating Heart Disease" ("Debellare la cardiopatia", pubblicato nel 1993), gli animali producono vitamina C a sufficienza, e pur avendo il colesterolo altissimo non sono soggetti ad attacchi cardiaci, che sono il risultato primario di carenza vitaminica, e non di ipercolesteremia! Il fatto che gli orsi non si sono estinti dimostra che:
1. Gli elevati livelli del colesterolo nel sangue non sono la causa primaria dell'arteriosclerosi, degli attacchi cardiaci e degli ictus.
2. Raggiungere e mantenere la stabilità delle pareti arteriose attraverso l'apporto ottimale di vitamine è più importante che ridurre il colesterolo ed altri fattori di rischio nel flusso sanguigno.
3. Il colesterolo ed altri fattori di riparazione nel flusso sanguigno possono solo diventare fattori di rischio se le pareti arteriose sono indebolite da una carenza vitaminica cronica.
Se lo sapesse il gorilla. Si arrabbierebbe o morirebbe di invidia per gli orsi. E anche Tarzan lancerebbe un feroce urlo di disappunto nella foresta! Ma che cosa è successo per meritarci questo? E' stata per caso colpa di Adamo ed Eva? Forse, è comunque un incidente biologico, come spiega il biochimico Irwin Stone (a cui Linus Pauling ha dedicato il suo Vitamin C and the Common Cold nel 1970) nel suo libro “The Healing Factor” (Grosset & Dunlap, New York, 1972), chiamando questo difetto "ipoascorbemia". Egli spiega che ad un certo punto, un nostro progenitore (Adamo?) fu colpito da "catastrofe biochimica" (in seguito alla punizione per aver mangiato il frutto proibito?), per cui, da quel momento, fra gli altri grattacapi (impegni sindacali e sociali per la condanna del lavoro, pagare il condominio e il mutuo ecc.) dovette anche soffrire per una carenza dell'enzima epatico necessario a sintetizzare l'acido ascorbico: L-gulonolattone ossidasi. E da quel momento infatti, a ragione, divenne scorbutico, sia lui che sua moglie. E nacquero i litigi coniugali e le accuse reciproche! E l'archeologo biblico Werner Keller avrebbe potuto aggiungere una prova in più nel suo libro "La Bibbia aveva ragione". Ci sarebbe da indagare poi per qual remoto motivo, oltre che ai primati superiori, lo stesso guaio è capitato ad un pipistrello indiano frugivoro, ad un uccello (il "bulbul") e alla cavia, che guarda caso ha avuto la condanna di fare appunto la "cavia" negli esperimenti scientifici. Tutto ciò implica la dipendenza dal cibo per la sopravvivenza e per l'apporto di vitamina C, perché in caso di prolungata carenza si contrae lo scorbuto e si muore, come succedeva ai marinai che intraprendevano un tempo lunghi viaggi e che quindi mangiavano cibi conservati e non freschi. Ma la stessa fine abbiamo fatto noi nella nostra epoca. Poiché bastano cento giorni di carenza di vitamina C per provocare lo scorbuto! Cosa non improbabile visto che mangiamo cibi in scatola e devitalizzati soffrendo, peggio ancora, di vari disturbi che non sono altro che scorbuto subclinico, senza saperlo. Anzi, se qualcuno ce lo dicesse, ci offenderemmo pure, come di una malattia per poveri, malnutriti o denutriti! Noi, malnutriti, noi che spendiamo un sacco di soldi al supermercato. Noi, che usciamo sempre dal supermercato col carrello traboccante. Ci fanno persino male le dita e le braccia per il gran peso delle buste piene con le quali usciamo cercando di bilanciarci bene. Il dottor Matthias Rath, che ufficialmente Linus Pauling ha designato come suo ideale successore, ha fondato la medicina cellulare, nuova concezione che considera la maggior parte delle malattie come conseguenza di carenze vitaminiche nei milioni di cellule che noi abbiamo nel nostro organismo. Questa nuova concezione di salute e malattia, ci riaccosta ad Ippocrate, perché sempre di cibo si tratta, parlando di integratori di vitamine e minerali, integrazione concentrata secondo le esigenze moderne relative ad un cibo sempre più manipolato, anche ora geneticamente e ad un cibo estraneo che sono i veleni che mangiamo col naso oltre che con la bocca, con la pelle, con tutte le nostre cellule. Per cui, come ad un nemico armato di fucile non si può rispondere con un pugnale, così a carenze esagerate aggravate da supernutrizione di veleni non si può che rispondere con un super-cibo. Quindi il dottor Rath ci fa comprendere nel suo libro che espone la sua teoria e metodo terapeutico, come le cellule del corpo umano abbiano diverse funzioni: le cellule delle ghiandole producono ormoni, i globuli bianchi producono anticorpi, le cellule del muscolo cardiaco (miocardio) generano l'energia elettrica destinata a far battere il cuore. La funzione specifica di ogni cellula è decisa nella predisposizione ereditaria, nel nucleo della cellula. Potremmo chiamarlo, modernamente, un circuito integrato per lo scambio cellulare. Ma a prescindere dalla varietà delle funzioni, ogni cellula utilizza gli stessi supporti di bioenergia, i biocatalizzatori, per le varie reazioni biochimiche essenziali che si producono nella cellula. Una gran parte di questi biocatalizzatori non possono essere fabbricati all'interno dell'organismo, devono essere introdotti dall'esterno: vitamine, minerali, oligoelementi, certi aminoacidi, e comunque, anche ciò che viene fabbricato internamente ha bisogno di questi biocatalizzatori perché siano prodotti: niente avviene dal nulla o gratuitamente. Senza l'apporto regolare, quindi quotidiano, e ottimale, la dose che serve di questi supporti bioenergetici, le cellule non possono svolgere bene il loro ruolo. La qual cosa significa che gli organi non possono funzionare bene a lungo, e più a lungo dura questa squilibrio più grave sopraggiunge la malattia. Questi concetti il grande genio di Leonardo da Vinci li aveva già espressi a suo tempo, parlando dell'equilibrata supplementazione energetica e nutritiva che deve compensare quella eliminata e consumata. Ed è questo il programma e il trattamento di base del dottor Rath: il pensiero leonardesco! Ossia, reintegrare, in dosaggio opportuno, proporzionato al bisogno quotidiano o alle carenze accumulate nel tempo con relativi danni, quei biocatalizzatori essenziali e indispensabili che, essendo stati usati per le funzioni quotidiane, più o meno variegate e numerose e forti, sono state eliminati, e quindi bisognosi di una sostituzione: un fiammifero usato non si riaccende, ce ne vuole un altro. La benzina usata viene eliminata, e la legna bruciata produce cenere: per il nuovo fuoco ci vuole altra legna non la cenere. Per questo il dottor Rath chiama questi biocatalizzatori "il combustibile biologico per le migliaia di reazioni biochimiche di ogni cellula".
Certi precedenti paragoni possono sembrare ovvi o ridicoli, ma non lo sono per il vostro corpo, per il quale non vi preoccupate del reintegro fino ad ammalarvi solo perché esso, nella sua perfezione intelligente, si arrangia, usando le riserve o supplendo con varie operazioni previste di ripiego, come quando produce colesterolo internamente quando non gliene apportate esternamente, o come quando trasforma un minerale in un altro in caso di carenza, come ci insegnano le teorie confermate dai numerosi esperimenti del grande genio Corentin Louis Kervran, il biologo bretone autore delle prove di trasmutazione a debole energia in geologia, fisica e biologia. Non c'è da meravigliarsi che ci sia un'epidemia cardiovascolare (una persona su due muore per malattie dell'apparato cardiovascolare!), se si considera quanto detto sull'impossibilità per l'uomo, a differenza dei gatti, degli orsi e degli ippopotami, di fabbricare quella vitamina così importante come la C, che serve per esempio per produrre il collagene che serve per costruire bene le pareti delle arterie, e che serve per un'adeguata eliminazione del colesterolo usato dal corpo. Se la vitamina C è presente in dose adeguata l'eliminazione avviene normalmente, ossia, il colesterolo del fegato si trasforma in acidi biliari e viene eliminato attraverso la vescica biliare e il tratto intestinale. In caso di carenza, il colesterolo non si trasforma (o non si trasforma tutto o bene), e rimane a ingolfare il fegato, formando magari calcoli se si lega ad altre porcherie o residui di lavorazione imperfetta di altre sostanze come trigliceridi e calcio; molta parte di questa melma passa nel sangue, gira, si deposita nelle arterie coronarie, ed ecco la causa delle mortalità cardio-ischemiche e cerebrovascolari. Dice giustamente il dr. Rath che "un ettogrammo di prevenzione vale come un chilogrammo di cura", ma il suo programma vitaminico personalizzato, brevettato, documentato, è una terapia che ha salvato migliaia di persone disposte a testimoniarlo volentieri, soprattutto persone anziane che hanno potuto evitare l'angioplastica o il by-pass. Egli ci ricorda, per renderci consapevoli e rispettosi della nostra macchina fisica, che il cuore lavora ininterrottamente aprendo la sua saracinesca ben 100.000 volte al giorno per fare passare quel sangue che circola nei 96.000 Km di vasi sanguigni, sangue che basta arricchire di vitamina C e degli aminoacidi lisina e prolina per avere l'effetto "Teflon" e impedire quindi che il colesterolo o altre particelle grasse si attacchino sulle pareti vascolari, mentre aggiungendo anche magnesio e l'aminoacido arginina si ottiene di rilassare le pareti dei vasi sanguigni evitando così gli spasmi che causano ipertensione. L’aggiunta invece di carnitina, coenzima Q10, vitamine B e altro, fornirà un buon carburante alle cellule migliorando il rendimento del motore ossia del cuore, che batterà regolarmente come i pistoni di un motore di un'automobile che abbia avuto il giovamento di una buona messa a punto. E non dimentichiamo l'antiruggine! Gli antiossidanti cacceranno via quella che il dr. Rath chiama "ruggine biologica". Egli non tralascia anche di consigliare un'alimentazione attenta, un'attività fisica regolare ma anche l'adeguato riposo oltre che l'integrazione, per evitare di fare la fine di certi sciocchi che fanno solo attività fisica senza integrazione, esaurendo così le loro riserve vitaminiche (ammesso che le abbiano), oltre che riempirsi di residui tossici dovuti alla combustione energetica che non riescono ad eliminare. Le carenze vitaminiche nelle cellule delle pareti arteriose, come egli illustra, causano aumento di tensione, ispessimento, lesioni e crepe nonché diminuzione del diametro della parete a causa dei depositi aterosclerotici provocando quindi ipertensione, attacchi cardiaci (per l'occlusione dell'arteria coronaria), ictus (per l'occlusione di quella cerebrale); in quelle del muscolo cardiaco similmente ispessimento e restringimento dell'arteria nonché ipertensione che portano all'aritmia, all'insufficienza cardiaca, di cui affanno e affaticamento grave, dovuti ai danni del pompaggio del sangue e all'edema conseguente, sono chiari segni. Nel Journal of Applied Nutrition del 1996 potete trovare conferma di tutte queste teorie negli studi effettuati su 55 pazienti in stato avanzato di malattia cardiovascolare. Come anche in altri studi di altri medici, citati dal dr. Rath: il dr. James Enstrom (Los Angeles), il canadese dr. G. C. Willis. In questo modo il dr. Rath risponde alla domanda meravigliata che gli autori di un famoso manuale di medicina veterinaria, i professori H. A. Smith e T. C. Jones, si pongono dopo aver osservato l'assenza assoluta negli animali domestici di malattie aterosclerotiche (ovviamente avranno avuto modo di osservare più facilmente gatti e cani che leoni ed orsi!). Ed auspicano la scoperta del motivo di quest'esenzione per poterne trarre giovamento per l'uomo. Questo nel 1958. Dopo circa 60 anni il dr. Rath ha trovato la risposta auspicata! Questo significa che potrebbero diminuire o sparire del tutto quelle 12 milioni di morti (tanti ne conta l'OMS) per attacchi cardiaci e ictus. La gatta di mio cugino ascolta incredula quanto gli dico sul dr. Rath, e comunque aggiunge che lei, la vitamina C, oltre a quella che produce, la ricava anche da quella che trova in qualche topolino fresco che l'ha appena prodotta!
MORE E LAMPONI PER PREVENIRE LA GASTRITE.
11-02-2017
Bastano 150 grammi al giorno di lamponi e di more per prevenire l’infiammazione gastrica. La scoperta è frutto del lavoro dell’Università di Milano e della Fondazione Mach di San Michele all’Adige, in provincia di Trento. Lo studio, pubblicato su Plos One, illustra nel dettaglio come gli ellagitannini contenuti nei frutti abbiano un particolare meccanismo d’azione che favorisce il contrasto dell’infiammazione gastrica. La sperimentazione è durata due anni ed è stata condotta in collaborazione dal Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari dell’Università degli Studi di Milano e dal Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione Mach. Nel laboratorio trentino, il ricercatore Fulvio Mattivi e i suoi colleghi hanno isolato e caratterizzato i principi attivi contenuti nei frutti provenienti da coltivazioni sperimentali della stessa fondazione. Il laboratorio di Farmacognosia dell’Università meneghina si è occupato invece della parte biologica grazie alla competenza del team diretto da Mario Dell’Agli. I ricercatori hanno utilizzato la varietà Lochness per le more e la Tulameen per i lamponi. Gli scienziati trentini hanno ottenuto l’estratto di lamponi e more e caratterizzato gli ellagitannini, mentre quelli milanesi hanno portato avanti delle sperimentazioni in vitro e in vivo, studiando il reale effetto antinfiammatorio e antiossidante dell’estratto e delle altre molecole presenti nei due frutti.
http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0071762
SENAPE: 10 USI ALTERNATIVI.
11-02-2017
La storia della senape è molto antica. Si tratta di un condimento che molto probabilmente era già utilizzato nell'antica Roma per insaporire e conservare le pietanze. Il suo impiego divenne popolare nella città di Digione, in Francia, nel 13esimo secolo. Ora usiamo la senape soprattutto sotto forma di salsa di accompagnamento per le verdure o per farcire i panini. Non tutti forse conoscono le proprietà curative della senape e i suoi usi alternativi, sia sotto forma di polvere che come salsa vera e propria. La senape, infatti, può risultare molto utile in caso di raffreddore e di naso chiuso, per alleviare i dolori muscolari, ma anche per il giardinaggio e nelle pulizie ecologiche. I semi di senape, da cui possono essere ricavate sia la senape in polvere che la salsa, derivano da una pianta appartenente alla famiglia delle crucifere, come i cavolfiori, e originaria dell'Asia. Ecco alcuni interessanti usi della senape che forse non conoscevate.
1. ERBACCE
Piantare dei semi di senape nell'orto è considerato un rimedio utile per scoraggiare la crescita e la diffusione delle erbacce. Per questo motivo la senape viene utilizzata talvolta per creare delle bordure, soprattutto accanto alle coltivazioni degli ortaggi più delicati. L'inserimento della senape nelle aiuole è raccomandato dall'agricoltura sinergica. In più, il vostro orto si arricchirà di bellissimi fiori gialli.
2. PULIZIE ECOLOGICHE
La senape in polvere ha un potere pulente da non sottovalutare. E' particolarmente utile per la pulizia delle padelle. Versatene uno o più cucchiai sulle macchie di sporco o di unto, aggiungete acqua fino a creare una crema pulente e strofinate. Oppure lasciate agire la semplice senape in polvere per qualche minuto, in modo che assorba l'unto.
3. CATTIVI ODORI
Avevate mai pensato alla senape come rimedio naturale per i cattivi odori? Come nel caso del bicarbonato di sodio, la senape in polvere è in grado di assorbire gli odori indesiderati che si possono formare, ad esempio, nei contenitori per gli alimenti. Versate al loro interno dell'acqua bollente e un cucchiaio di senape in polvere. Lasciate riposare per almeno mezz'ora e lavate normalmente. I cattivi odori dovrebbero essere scomparsi.
4. MASCHERA PER IL VISO
In questo caso utilizzerete della salsa di senape, preferibilmente biologica o preparata in casa. E' un'ottima maschera per il viso, utile per liberare i pori e per rendere la pelle morbida. Prima di applicarla, testatene una piccola quantità all'interno del gomito, per verificare che non vi possano essere reazioni allergiche.
5. GARGARISMI
La senape è considerata utile per alleviare le infiammazioni della gola. Per i gargarismi mescolate in un bicchiere d'acqua calda un cucchiaino di senape in polvere, uno di succo di limone, uno di sale e uno di miele. Lasciate raffreddare e utilizzate normalmente per i gargarismi. Il sapore non sarà ottimo, ma questo rimedio vi aiuterà a calmare l'infiammazione.
6. DOLORI MUSCOLARI
La salsa di senape, che deve essere il più possibile naturale e preferibilmente preparata in casa, è ritenuta un rimedio utile per alleviare i dolori muscolari e le contratture. Dovrete stenderla sulla pelle come se si trattasse di una vera e propria pomata e potrete utilizzarla per eseguire dei massaggi benefici contro i dolori. La senape in polvere può essere anche aggiunta in piccole quantità nell'acqua della vasca per un bagno rilassante e antinfiammatorio.
7. CAPELLI
La senape accorre in nostro aiuto anche nella cura dei capelli. Mescolate un cucchiaino di senape in polvere e un cucchiaio di olio extravergine d'oliva. Massaggiate l'olio alla senape sui capelli, insistendo sulle punte, meglio se dopo averle inumidite. Lasciate agire il più possibile l'impacco riparatore, o comunque almeno per un'ora. I capelli risulteranno più morbidi e luminosi dopo lo shampoo.
8. NASO CHIUSO
In caso di raffreddore e naso chiuso potrete ricorrere alla senape per preparare un impacco decongestionante. Massaggiate un cucchiaino di salsa di senape sul petto e appoggiate sopra di essa un panno inumidito con acqua calda, per alcuni minuti. Rilassatevi e nel frattempo lasciate agire. Vi sentirete subito meglio.
9. SCOTTATURE
Ecco un rimedio rapido per le piccole scottature che possono capitare mentre si sta ai fornelli. Se vi succederà di scottarvi, con una padella o con dell'acqua bollente, bagnate subito la pelle con dell'acqua fredda e poi applicate la salsa di senape. Si tratta di un rimedio utile per fare passare velocemente il dolore e per alleviare il rossore.
10. PEDILUVIO
Dopo una lunga giornata trascorsa in piedi o a camminare, arriva finalmente il momento del relax. Per un pediluvio che vi aiuterà a dimenticare la fatica e a sentirvi subito meglio, riempite un catino con dell'acqua tiepida e aggiungete uno o due cucchiai di senape in polvere. Immergete i piedi per almeno 10 minuti e godetevi gli effetti benefici di questo pediluvio rilassante.
10 CONSIGLI ALIMENTARI PER ABBASSARE LA PRESSIONE SANGUIGNA.
11-02-2017
La pressione sanguigna sale e si abbassa naturalmente, ma quando essa, a causa di diversi fattori, raggiunge livelli eccessivamente elevati e provoca il fenomeno denominato ipertensione, può trasformarsi nella causa scatenante di problemi al cuore, ai reni e persino al cervello. I medici consigliano solitamente a coloro che soffrono di pressione alta di ridurre il consumo di sale a tavola. Esso si nasconde in numerosi alimenti, alcuni dei quali dovrebbero essere eliminati, limitati o sostituiti con prodotti meno dannosi. Ecco dunque alcuni consigli utili in proposito.
1. EVITARE I PIATTI PRONTI SURGELATI
I piatti pronti surgelati possono apparire come la soluzione più comoda a cui ricorrere per chi non ha tempo di cucinare, quando arriva il momento del pranzo o della cena. Soprattutto nel caso in cui si soffra di pressione alta, bisognerebbe porre particolare attenzione al contenuto di sale degli stessi, che potrebbero raggiungere i 1.800 mg a porzione, a fronte dei 2.300 mg consigliati come apporto massimo giornaliero di sodio. La soluzione potrebbe consistere nel surgelare porzioni di piatti preparati in casa a cui ricorrere nei momenti in cui non si avrà tempo di cucinare.
2. SOSTITUIRE IL SALE CON LE ERBE AROMATICHE
Oltre al sale da cucina, vi sono altri alimenti che possono insaporire i vostri piatti e che riescono egregiamente a sostituire il sale. Si tratta delle erbe aromatiche e delle spezie, come rosmarino, prezzemolo, maggiorana, rafano, timo, paprica, erba cipollina, ma anche aglio e cipolla essiccati, che posseggono la proprietà naturale di abbassare la pressione sanguigna.
3. EVITARE KETCHUP E SALSA DI SOIA
Ketchup, maionese, senape ed in particolar modo la salsa di soia, possono contribuire ad innalzare la pressione sanguigna per via del loro contenuto di sodio. Sarebbe dunque bene evitare le versioni commerciali delle salse più comuni, e sostituirle con preparazioni casalinghe a basso contenuto di sale per il condimento di insalate e panini, oppure semplicemente con olio e limone.
4. LIMITARE I CIBI IN SCATOLA
Altri alimenti di cui sarebbe bene limitare il consumo sono i cibi in scatola a cui sia stato aggiunto del sale per la conservazione. E' necessario porre attenzione al contenuto di sodio presente in piselli, mais e legumi in lattina, sottovetro o confezionati in contenitori in tetra pak. I legumi in scatola possono essere facilmente sostituiti con la loro variante surgelata (senza sodio aggiunto) o essiccata, da cuocere e condire semplicemente con erbe aromatiche.
5. LIMITARE SOTT’OLIO E SOTTACETI
Ci riferiamo in particolare a olive, cipolline, capperi, cetriolini e funghi, i cui liquidi di conservazione risultano spesso particolarmente ricchi di sodio. Spesso non basta sciacquarli accuratamente per eliminarne la maggior parte. Il sale viene utilizzato anche per la preparazione di conserve casalinghe, ma in questo caso potrete regolarne autonomamente la quantità. Le cipolline sott'aceto possono essere sostituite dalle cipolle borettane da preparare in umido o al forno, mentre i funghi sott'olio possono essere sostituiti dalla loro variante fresca o essiccata.
6. AFFETTATI E CARNI CONSERVATE
Non solo la carne in scatola, il tonno o gli sgombri sott'olio possono contenere un elevato contenuto di sodio, ma anche i salumi, con particolare riferimento alla loro versione affumicata e/o conservata sottovuoto. Chi soffre di pressione alta e consuma abitualmente tali alimenti, dovrebbe sempre porre attenzione al contenuto di sodio indicato sulle confezioni. 100 g di prosciutto crudo possono contenere fino a 2.600 mg di sale. Il suo contenuto può raggiungere i 1.600 mg per il salame e i 1.500 mg per la coppa.
7. EVITARE PATATINE E SNACK SALATI
Patatine, salatini, crackers, grissini, popcorn ed altri snack che presentano un elevato contenuto di sale dovrebbero essere accuratamente evitati da parte di chi soffre di pressione alta. Essi possono essere sostituiti da frutta secca e da semi oleosi a patto che vengano scelti nella loro variante senza sale aggiunto. I popcorn possono essere facilmente preparati in casa senza l'aggiunta di sale. Anche crackers e grissini possono essere preparati in casa o acquistati nella loro variante iposodica.
8. CUCINARE SENZA SALE
Si tratta di una delle opzioni che i medici consigliano in caso di ipertensione e che più spesso spaventa i pazienti, che temono di dover gustare da quel momento in poi cibi completamente privi di sapore. In realtà, cucinare senza sale o con pochissimo sale, optando preferibilmente per il sale marino integrale, potrà portare ognuno a riscoprire i veri sapori dei cibi. Il sale, di per sé, non deve essere demonizzato. Senza di esso il nostro organismo si disidraterebbe. E' necessario però farvi ricorso con cautela, soprattutto se si soffre di ipertensione.
9. ATTENZIONE AI FORMAGGI
Chi soffre di pressione alta dovrà imparare a prendere in considerazione il contenuto di sodio presente nei formaggi che acquista abitualmente. Alcuni di esse potrebbero esserne, a propria insaputa, particolarmente ricchi. Nei formaggi più salati il contenuto di sodio può raggiungere l'8%. Tra i formaggi a maggior contenuto di sodio vi sono taleggio (870 mg di sodio ogni 100 g) e grana (700 mg ogni 100 g). E' dunque bene che chi soffre di ipertensione si regoli di conseguenza.
10. CONCEDERSI CIOCCOLATO FONDENTE E BANANE
Dopo una lunga serie di rinunce, ecco una piccola consolazione, da concedersi in modiche quantità. Si tratta del cioccolato fondente ad elevata percentuale di cacao. Il suo ricco contenuto di flavonoidi può infatti contribuire a mantenere dilatati i vasi sanguigni e ad abbassare la pressione. Per via del loro contenuto di potassio, le banane contribuiscono al mantenimento della salute cardiovascolare ed aiutano a contrastare l'ipertensione portando la pressione arteriosa a valori migliori.
RIMEDI NATURALI PER OGNI TIPO DI MACCHIA SULLA CAMICIA.
11-02-2017
MACCHIE DI SUDORE
E’ la macchia tipica che lascia orribili aloni giallastri ed un cattivo odore sulle camicie, soprattutto se non vengono lavate subito. Per eliminarle va strofinato l’indumento con acqua e aceto o, in alternativa con dello shampoo, per poi procedere al normale lavaggio.
MACCHIE DI INCHIOSTRO
Spesso capita che qualcosa faccia scoppiare la penna che avevate nel taschino e vi ritrovate una bella macchia blu sulla camicia. Questa va tamponata con un batuffolo di ovatta imbevuto di latte o aceto. Si lascia agire per circa un’ora e poi si lava normalmente.
MACCHIE DI CAFFE' O THE
Vanno via con dell’aceto o del succo di limone utilizzati direttamente a secco sulla macchia come pre-lavaggio. Lasciar agire per circa un’ora e poi procedere con il consueto lavaggio, preferibilmente a mano.
MACCHIE DI SANGUE
Per eliminare questo tipo di macchie è importante usare acqua fredda in cui mettere a bagno la camicia con una manciata di sale e lasciare in ammollo per circa mezz’ora prima di procedere con il normale lavaggio. In caso di macchie ostinate si può sostituire il sale con dell’amido di mais.
MACCHIE DI VINO ROSSO
Se avete possibilità di trattarla subito, bisogna versarci sopra dell’acqua frizzante e frizionare delicatamente. Se la macchia è ormai secca si può applicare sopra del dentifricio e strofinare energicamente. In seguito procedere col normale lavaggio.
MACCHIE DI ERBA
Vi siete stesi su un prato al sole e vi siete macchiati la camicia. L’aceto vi salverà. Tamponatene un pò sulle macchie, lasciate agire per un’ora e lavate normalmente.
MACCHIE DI POMODORO
Vi siete schizzati con il sugo degli spaghetti o della pizza. Il miglior rimedio è una soluzione di acqua e soda, in parti uguali, da strofinare sulle macchie, prima di procedere al lavaggio. Questo metodo può funzionare anche con le macchie di grasso.
MACCHIE D'UOVO
E’ tutta colpa della frittata ed ecco la camicia tutta macchiata! Strofinate sulla macchia un pò d’acqua ossigenata e poi procedete col normale lavaggio.