Angelo Ortisi
MANDARINO: NELLA BUCCIA UN SUPER-COMPOSTO PER IL CUORE.
28-10-2014
Problemi di cuore e di diabete? Mangiare più mandarini può aiutare. Lo dice una ricerca dell’Università del Western Ontario, in Canada. Nella buccia del tangerino, una varietà di agrumi, c’è una sostanza naturale che combatte il diabete e tiene lontani infarto, ictus e persino l’obesità. È la conclusione a cui sono giunti i ricercatori - lo studio è pubblicato sulla rivista Diabetes - che hanno isolato e identificato una sostanza naturale e antiossidante, la nobitelina, un flavonoide che conferisce il tipico colore arancio ai mandarini. Gli scienziati canadesi ne hanno trovato nella buccia una concentrazione 10 volte più potente di una sostanza simile, la naringenina, studiata dallo stesso gruppo di ricerca nei pompelmi, finora ritenuti i primi della classe nel loro genere. Oltre al controllo degli zuccheri, i mandarini fanno bene anche a chi ha il girovita troppo ampio: “i topi trattati con nobitelina sono stati più protetti dall’obesità”, assicura Murray Huff, coordinatore dello studio. La ricerca ha diviso i topi in due gruppi nutriti con una dieta ad alto potere energetico. Il gruppo a cui, oltre a grassi e zuccheri, è stato aggiunto nel menu un corposo supplemento di nobitelina non è ingrassato come l’altro e non ha mostrato aumenti sensibili di colesterolo, insulina e glucosio nel sangue. Secondo i ricercatori si aprono ampi spazi per tradurre i risultati in cure per la prevenzione dell’aterosclerosi, evitando l’indurimento delle arterie, infarti e ictus. “Abbiamo dimostrato che la nobitelina ha il potere di proteggere contro l’aterosclerosi”, conclude Murray Huff.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21471511
GRASSI OMEGA-3 COME PSICOFARMACI.
17-09-2014
Recentemente, su "Salute", è stato segnalato un caso clinico davvero impressionante, pubblicato sulla rivista Archives of general psychiatry. Un gruppo di medici inglesi ha descritto il caso di un ventenne, da sette anni affetto da una grave forma di depressione resistente ai farmaci, che, con una somministrazione di olio di pesce, nel giro di un mese, ha migliorato nettamente tutta la sintomatologia, al punto che, nell'arco di nove mesi, la malattia appare in remissione completa. Sul numero di ottobre della stessa rivista, David F. Horrobin, uno dei componenti del gruppo, assieme a Malcom Peet, dell'Università di Sheffield, hanno pubblicato i risultati di uno studio controllato, realizzato con settanta persone, reclutate da medici di famiglia. Gran parte di loro sono donne, con una età media sui quarantacinque anni e un livello di depressione abbastanza accentuato, nonostante seguano regolarmente la normale terapia farmacologia. Questa relativa inefficacia dei farmaci ha spinto i ricercatori a provare su un gruppo quello che era successo al giovane di cui ho appena parlato sopra. Le persone partecipanti allo studio, oltre ai soliti farmaci antidepressivi, hanno preso, per dodici settimane, pillole contenenti olio di pesce, a un dosaggio da uno a quattro grammi al giorno, oppure un placebo (paraffina). I risultati sono davvero interessanti. I gruppi che hanno ricevuto un trattamento con l'olio di pesce sono andati nettamente meglio del placebo, migliorando il punteggio, misurato con apposite scale (Hamilton e altre), riguardo ai sintomi chiave della malattia: umore depresso, fobia sociale, disturbi del sonno, stanchezza. Ma il fatto più intrigante è che il migliore risultato è stato ottenuto con il dosaggio più basso di olio di pesce: un grammo al giorno. A questo dosaggio, l'entità del miglioramento è di ampiezza superiore, scrivono gli autori dello studio, a qualsiasi altro risultato ottenuto con l'aumento del dosaggio dei farmaci, che è una pratica standard in caso di inefficacia del primo dosaggio del farmaco. Ovviamente, è troppo presto per tirare conclusioni definitive, soprattutto perché lo studio è di piccole proporzioni, ma la conferma che queste ricerche sono su una strada, che appare molto feconda, viene da studi preliminari, realizzati su persone affette da depressione cosiddetta bipolare (quella che una volta si chiamava disturbo maniaco-depressivo) e su persone affette da disturbi psicotici.
Lo studio sul disturbo bipolare è stato pubblicato nel 1999 e condotto da Andrei Stoll, psichiatra direttore del laboratorio di ricerca in psicofarmacologia della Harvard Medical School e autore di un libro "The omega-3 connection". Anche in questo caso, i risultati sono positivi. Due studi clinici, uno dell'anno scorso e l'altro di quest'anno, hanno poi testato l'efficacia della "supplementazione" dell'olio di pesce nelle persone affette da disturbi psicotici. Il primo studio con placebo, ha mostrato un buon risultato nel gruppo in trattamento, ma lo studio era davvero piccolo, poche decine di persone. Il secondo, pubblicato nel febbraio dell'anno scorso, con oltre un centinaio di pazienti, ha potuto dimostrare l'efficacia, nella riduzione della sintomatologia, della supplementazione di due grammi di olio di pesce al giorno, solo in un sottogruppo. Come si dice, quindi, c'è ancora strada da fare, ma in attesa delle evidenze definitive, considerato che gli eventuali effetti collaterali sono davvero minimi (qualche doloretto di pancia, a meno che non ci sia una tendenza alle emorragie) in particolare alla dose efficace più bassa (1 grammo al giorno), sarebbe davvero utile che l'olio di pesce (nonché l'indicazione di consumare pesce frequentemente) divenisse una chance del medico di base e dello specialista, non solo per proteggere il cuore e ad abbassare i trigliceridi, ma anche per il cervello.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12365878
UN NEONATO E' PIU' FORTE DI QUANTO SI CREDA.
24-01-2015
A vederli dal vetro della nursery non si direbbe, ma i neonati sono forti e a dimostrarlo è il loro sistema immunitario, già abbastanza sviluppato per resistere al trauma della nascita. Uno studio del King's College di Londra cerca di sfatare il luogo comune che vuole i piccoli appena nati in preda a microrganismi patogeni di qualunque tipo. Secondo quanto constatato dai ricercatori inglesi, il sistema immunitario dei bambini è perfettamente in grado di rispondere al meglio alle aggressioni di virus e batteri fin dai primi giorni. I linfociti T - quei leucociti che svolgono un ruolo decisivo nell'immunità cellulo-mediata, vale a dire la risposta del sistema immunitario non provocata da un'attivazione di anticorpi - sono già molto attivi e producono l'interleuchina-8, una proteina in grado di favorire i processi infiammatori in reazione a un'infezione batterica.
Pubblicata su Nature Medicine, la ricerca ipotizza un funzionamento di questo meccanismo già in epoca prenatale. I ricercatori lo hanno dedotto prelevando e analizzando piccoli campioni di sangue provenienti da 28 bambini nati prematuramente. Dai test è emerso che i linfociti T non sono immuno-depressi, ma funzionano sulla base di un meccanismo ancora oscuro. La coordinatrice della ricerca Deena Gibbons spiega: "abbiamo riscontrato che i bambini hanno un meccanismo di difesa in costruzione contro i batteri che funziona in modo molto diverso da quello degli adulti, ma che può proteggerli con efficacia. Lo stesso meccanismo si attiva nell'utero, per proteggere il feto contro le infezioni dell'organismo materno. Il prossimo passaggio sarà cercare di capire meglio i meccanismi che portano le cellule immunitarie infantili a essere così differenti da quelle adulte".
https://www.sciencedaily.com/releases/2014/09/140921145104.htm
LA CARENZA DI SELENIO PUO’ CONTRIBUIRE ALLA PATOGENESI DELLA SCOLIOSI IDIOPATICA.
10-05-2014
La concentrazione di zinco, rame, selenio, albumina, e ceruloplasmina nel plasma sanguigno e l'attività della superossido dismutasi e glutatione perossidasi negli eritrociti sono stati determinati in un gruppo di pazienti con scoliosi idiopatica (n=51). Una significativa diminuzione della concentrazione di selenio è stato trovato in confronto con un gruppo di controllo. In un gruppo di pazienti con una curvatura di 45 gradi trattati con correzione chirurgica, le concentrazioni medie plasmatiche di selenio erano significativamente inferiori in confronto con un gruppo di pazienti con una curvatura inferiore a 45 gradi sottoposti a trattamento conservativo. La rilevazione di una diminuita concentrazione di selenio nel plasma sanguigno ha suggerito possibili disturbi della distribuzione ben proporzionata e disponibilità ottimali di selenio nell'organismo di pazienti con scoliosi idiopatica, con probabili effetti sul processo di sintesi e maturazione del collagene che colpisce la stabilità dello scheletro assiale.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12449234
BACCHE DI ARONIA CONTRO LA STITICHEZZA E IL CANCRO AL COLON.
13-06-2015
Le bacche di aronia nera, originarie del Nord America, hanno un alto contenuto di antociani, cioè potentissimi antiossidanti, che donano la pigmentazione simile a quella di una prugna ma con proprietà ben più importanti. In 100 grammi di bacche, sono presenti 1.480 mg di antociani, una concentrazione altissima che si rivela molto benefica per la salute dell’uomo.
TUTTI I BENEFICI DELLE BACCHE DI ARONIA NERA
– Il potere più importante che hanno le bacche è quello di aiutare a ripulire il colon, combattere la stitichezza e le emorroidi. Per combattere la stitichezza, occorre fare cuocere una manciata di bacche di aronia nera già essiccate, all’interno di un pentolino con acqua, miele e succo di limone. Da mangiare prima di andare a dormire. Inoltre, secondo alcuni studi effettuati in laboratorio, inserire queste bacche nella propria alimentazione potrebbe aiutare a prevenire anche il cancro al colon.
– La vitamina K, della quale le bacche sono ricchissime, rafforza le ossa e previene l’osteoporosi, mentre i numerosi sali minerali, vengono integrati nel corpo in quanto sostanze fondamentali per il suo buon funzionamento.
– Le bacche di aronia sono anche fondamentali per chi soffre di carenza di ferro: 100 grammi di bacche di aronia nera secche donano al corpo il 93% del ferro giornaliero e il 34% di vitamina C, la quale ha un ruolo importante nella formazione del collagene.
– Bere succo di bacche di aronia puro, aiuta a purificare il tratto urinario eliminando le infezioni, grazie all’alto contenuto di acido chinico.
Queste bacche possono essere consumate fresche, come semplici frutti, ma sono un pò aspre quindi, spesso, si trovano sotto forma di marmellate ed è consigliabile mangiarle essiccate oppure berne il succo con l’aggiunta di miele o stevia. In erboristeria si trovano le bacche di aronia essiccate per creare delle ottime tisane.
L’OLIO ESSENZIALE DI AGRUMI AIUTA A PREVENIRE IL CANCRO AL FEGATO.
21-05-2015
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Archives of Biochemistry and Biophysics suggerisce che il profumo di citronella può inibire la crescita delle cellule tumorali, tra cui il cancro al fegato. I ricercatori della Ruhr University Bochum, sostengono che i terpeni, componenti principali degli oli essenziali, sono in grado di prevenire o rallentare la crescita delle cellule del cancro. Diretto dal Prof. Dr. Hanns Hatt, un team di scienziati ha analizzato i meccanismi molecolari attraverso cui la crescita delle cellule del cancro è rallentata, utilizzando citronellale, il composto chimico primario responsabile per dare agli agrumi il caratteristico profumo. Il loro esperimento ha identificato come cruciale il recettore olfattivo OR1A2 per fermare la replicazione delle cellule tumorali. Utilizzate per secoli da molte culture in tutto il mondo, gli oli essenziali offrono molti benefici per la salute e sono stati impiegati per il trattamento di una varietà di disturbi tra cui l'asma, la bronchite, l'HIV, i colpi di cuore e molti altri. Oltre a migliorare la vostra salute, gli oli essenziali possono aiutare a rendere la pelle più bella, così come aiutare con il rilassamento e il sonno. Ci sono più di 90 oli essenziali, tutti con propri vantaggi unici. È possibile raccogliere i benefici degli oli essenziali, applicandoli direttamente sulla pelle, per inalazione o utilizzando un diffusore. Grazie ai molti vantaggi, gli oli essenziali sono stati ampiamente studiati per la loro attività antivirale, antibatterica e fungicida. Si pensa che i terpeni, che sono prodotti da una varietà di piante, possono influenzare la crescita delle cellule tumorali; tuttavia, come in realtà funzionano non è stato ben compreso fino a poco tempo fa. "I terpeni possono innescare processi di segnalazione nelle cellule attivando recettori olfattivi", hanno riferito i ricercatori in un comunicato stampa. "Questi recettori si trovano principalmente nel naso, ma sono stati trovati in tutti i tipi di tessuti umani, tra cui la pelle, la prostata e gli spermatozoi".
Nel 1991, gli scienziati hanno imparato che ci sono più di 1.000 geni coinvolti nella generazione dei recettori olfattivi, una scoperta che ha portato al premio Nobel. Poiché questi recettori sono presenti su tutto il corpo, gli scienziati si sono chiesti se i terpeni avrebbero un impatto sulle cellule tumorali. Per verificare questa teoria, il dottor Hatt e il suo team hanno utilizzato un modello cellulare di carcinoma epatico, il tipo più comune di tumore al fegato; infatti, circa quattro su cinque tumori che iniziano nel fegato sono carcinomi epatocellulari. Gli scienziati hanno esposto le cellule ad un sottoinsieme di terpeni con concentrazioni variabili, monitorando le loro reazioni. I risultati hanno trovato che 2 degli 11 terpeni testati, citronellale e citronellolo, hanno indotto a un significativo aumento della concentrazione di calcio nelle cellule. Un'analisi di follow-up concentrato sulla scansione del citronellale per un recettore, ha rivelato che il terpene si adatterebbe come una chiave che si inserisce nella propria serratura. Gli scienziati sono stati in grado di dimostrare che il recettore olfattivo OR1A2 si trova nelle cellule del fegato ed è responsabile per la rilevazione del profumo di agrumi e la seguente reazione cellulare. Quando i ricercatori hanno rimosso l'opzione della cellula per produrre OR1A2, essi non hanno più reagito ai terpeni. I ricercatori sono riusciti a tracciare il percorso di segnalazione che viene utilizzato dai composti terpenici per aumentare la concentrazione di calcio all'interno delle cellule, riducendo così la crescita cellulare. "Questi risultati sono un altro esempio per l'importanza dei recettori olfattivi lontani dal naso, e portano a sperare che nuovi farmaci senza gravi effetti collaterali possono essere sviluppati per la terapia del cancro".
http://www.alphagalileo.org/ViewItem.aspx?ItemId=148908&CultureCode=en
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0003986114004068
http://www.bbc.com/future/story/20130710-how-our-organs-sniff-out-smells
LA VITAMINA C SALVA UN UOMO CON UNA FORMA DI POLMONITE VIRALE DATO PER MORTO DAI MEDICI DELL'OSPEDALE.
10-05-2014
Allan Smith, un fattore della Nuova Zelanda, ha contratto l'influenza suina mentre era in vacanza alle isole Fiji. Quando è tornato a casa l'influenza è rapidamente evoluta in una grave forma di polmonite che lo ha ridotto in uno stato di coma, e lo ha fatto ricoverare all'ospedale nel reparto di unità intensiva. L'esame ai raggi x del petto mostrava i polmoni completamente riempiti di liquido con una macchia opaca chiamata "bianchetto". Dopo tre settimane in queste condizioni, i dottori di Allan hanno chiesto alla famiglia il permesso di spegnere le macchine [che lo tenevano in vita] e lasciarlo morire. La moglie di Allan, Sonia, aveva un fratello con qualche conoscenza di medicina il quale è intervenuto dicendo "non avete provato tutto, dovete provare con alte dosi di Vitamina C per Allan". All'inizio i dottori hanno opposto resistenza, affermando che fosse inutile [inutile? ma se lo davate per morto perché opporsi ad un ultimo tentativo? cosa ci perdevate?]. In seguito i tre fratelli intervennero con un argomento persuasivo per provare la Vitamina C, dicendo che non c'era nulla da perdere. I dottori sostenevano unanimemente che la vitamina C sarebbe stata inutile, che somministrarla sarebbe stato uno spreco di tempo [spreco di tempo? Tentare con ogni possibile mezzo di salvare una vita sarebbe per loro "uno spreco di tempo"?] e che il paziente sarebbe sicuramente morto. Tuttavia i dottori si sentivano stranamente a disagio nel prendere la decisione di spegnere tutte le macchine che lo tenevano in vita senza prima accondiscendere ai desideri della famiglia, e così, seppur riluttanti, acconsentirono a somministrare la Vitamina C. Il loro piano era di somministrare la Vitamina, far vedere che non serviva a niente, e quindi spegnere i macchinari che lo tenevano in vita. Quel giorno ad Allan Smith furono somministrati 25 grammi di Vitamina C; la sera furono somministrati altri 25 grammi e il mattino dopo ancora 25 grammi. Il giorno dopo una scansione dei polmoni eseguita con la TAC mostrava un miglioramento nel passaggio dell'aria e pochi giorni più tardi i raggi x al petto mostrarono che i polmoni non erano più bianchi, il che indicava il movimento dell'aria. Il miglioramento fu spettacolare, chiaro ed evidente agli occhi di tutti. Tuttavia i dottori negarono che fosse l'effetto della Vitamina C ed attribuirono invece il miglioramento al fatto che il "paziente era stato girato e messo in posizione prona" [ma che bravi, e allora perché non ci avete pensato prima voi a girarlo in quella posizione se davvero è come avete detto?]. Poco dopo avere iniziato la somministrazione di Vitamina C, Allan ha potuto riprendere a vivere senza l'ausilio delle macchine e respirare da solo. Tuttavia, inaspettatamente, si fece avanti un nuovo medico che prese in consegna il caso e fermò la somministrazione di Vitamina C [puro e semplice ostinato pregiudizio? O mancato soccorso, violazione del giuramento di Ippocrate, se non cospirazione ai danni della salute dei pazienti per nascondere l'efficacia della Vitamina C?]. Le condizioni di Allan Smith rapidamente deteriorarono; Sonia, la moglie di Allan chiese inutilmente un incontro con questo medico. Il nuovo dottore girò gli occhi all'indietro fissò il soffitto e disse, "Niente più Vitamina C ". Non arrendendosi così facilmente, i tre fratelli intervennero di nuovo, richiedendo la somministrazione della vitamina C per il loro parente. I tre fratelli usarono nuovamente il loro poteri di "persuasione" ed il nuovo dottore si arrese sebbene riluttante, ricominciando la cura vitale di vitamina C, ma solo a basse dosi di un grammo al giorno. I fratelli dissero "Questo disprezzare la Vitamina C ebbe ripercussione nella salute di Allan"."Bisognava essere stupidi per non accorgersene".
Le condizioni di Allan continuarono a migliorare e fu in seguito trasferito in un ospedale più vicino a casa sua, quando ancora respirava con l'assistenza di un ventilatore. Qui la famiglia dovette intraprendere un'altra battaglia con un nuovo dottore che ancora una volta fermò il trattamento con la Vitamina C. Questa volta la famiglia ha portato con sè un avvocato che ha inoltrato una diffida all'ospedale minacciando di intraprendere azioni legali. L'ospedale è stato costretto a riprendere la somministrazione di vitamina C, permettendo tuttavia solo bassi dosaggi. Finalmente Allan fu capace di sedersi sul letto e di assumere liquidi oralmente. Da parte loro i familiari gli diedero 6 grammi al giorno di vitamina C oralmente. Questa era una forma ad elevato assorbimento chiamata Lypo-spheric C dei Laboratori LivOn. Allan continuò a migliorare e fu dimesso dall'ospedale. Una volta tornato a casa John, il vicino di Allan scherzò con lui dicendo, "Allan, mi devi i 15 dollari che ho speso per pulire il mio completo per il tuo funerale, e tu disgraziato, sei ritornato." Essi risero assieme allo scherzo. Il principale consigliere del ministro della sanità e specialista anziano di terapia intensiva, David Galler , ha negato che l'iniezione intravenosa di Vitamina C sia stato un fattore che ha contribuito al miglioramento delle condizioni di salute di Allan Smith. Egli ha detto[ironicamente] che la ripresa del paziente potrebbe essere stata causata altrettanto bene dal "passaggio di un autobus lì vicino". Quando gli è stato chiesto di che prova avrebbe bisogno per poter affermare che la vitamina C sia efficace, egli ha risposto che avrebbe bisogno di uno studio randomizzato realizzato con un gruppo di controllo, dello stesso tipo di quelli realizzati dalle case farmaceutiche per ottenere l'approvazione di un nuovo farmaco. In realtà di questi studi ne esistono 3, come potete notare leggendo i link sotto.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2767105/?tool=pubmed
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1422648/?tool=pubmed
LA VITAMINA C IN VENA UCCIDE LE CELLULE CANCEROSE.
10-05-2014
Il perossido d'idrogeno (acqua ossigenata) viene versato sulle ferite per uccidere i germi. I ricercatori hanno evidenziato che elevate dosi di vitamina C, se somministrata per via endovenosa, può elevare i livelli di perossido d'idrogeno (H2O2) all'interno delle cellule cancerose e ucciderle. La vitamina C endovena ha inoltre ucciso germi e può essere un'efficace terapia per malattie infettive. Di fronte ad un crescente numero di evidenze sperimentali, i ricercatori del NIH (National Institutes of Health) ammettono oggi che la vitamina C endovena può essere un trattamento efficace per il cancro. L'anno scorso gli stessi ricercatori ottennero uno studio simile ma i media non ne diffusero notizia. L'ultimo studio, pubblicato nei Proceedings of the National Academy of Sciences, conferma il lavoro del premio Nobel Linus Pauling che condusse ricerche sul cancro e la vitamina C negli anni '70. Allora gli studi di Pauling vennero screditati da ricerche mal condotte nella Mayo Clinic. A differenza degli altri farmaci, la vitamina C endovena uccide selettivamente le cellule cancerose e non quelle sane, oltre a non avere tossicità. La capacità della vitamina C endovena di uccidere cellule di linfoma giunge ad una rimarchevole percentuale di quasi il 100% a concentrazioni facilmente ottenibili nel siero sanguigno. Per ragioni inesplicabili, i ricercatori del NIH continuano a sostenere che alte dosi di vitamina C orale producono un limitato aumento delle concentrazioni di vitamina C nel siero sanguigno. Ciononostante, il loro studio precedente del 2004 mostrava che la vitamina C per bocca può portare a concentrazioni nel sangue tre volte superiori a quanto ritenuto possibile fino ad allora. Un fatto, questo, che contraddice le attuali dosi RDA per la vitamina C. [Annals Internal Medicine 140:5337, 2004]. I ricercatori del NIH evitano di ritrattare la vecchia posizione secondo cui gli umani non possono beneficiare di alte dosi supplementari di vitamina C presa oralmente. Il NIH non offre inoltre spiegazione del perché ci siano voluti 35 anni per confermare il lavoro di Linus Pauling.
OLI ESSENZIALI PER LA LOTTA CONTRO SUPERBATTERI.
16-09-2014
Gli oli essenziali potrebbero essere un'alternativa economica ed efficace agli antibiotici e potenzialmente essere utilizzati per combattere superbatteri farmaco-resistenti, secondo la ricerca presentata al meeting della Society for General Microbiology a Edimburgo. Il Professore Yiannis Samaras e il dottor Effimia Eriotou, dal tecnologico Educational Institute delle Isole Ionie, in Grecia, che hanno guidato la ricerca, hanno testato l’attività antimicrobica di otto oli essenziali di piante. Essi hanno scoperto che l’olio essenziale di timo è stato il più efficace ed è stato in grado di eliminare quasi completamente i batteri entro 60 minuti. Gli oli essenziali di timo e cannella sono risultati agenti antibatterici particolarmente efficaci contro una serie di Staphylococcus. Ceppi di questi batteri sono abitanti comuni della pelle e alcuni possono causare infezioni in pazienti immunodepressi. Ceppi resistenti ai farmaci, come ad esempio Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA), sono estremamente difficili da trattare. “Non solo gli oli essenziali sono un’opzione di trattamento economico ed efficace per i ceppi antibiotico-resistenti, ma diminuire l’uso di antibiotici aiuta a minimizzare il rischio di nuovi ceppi resistenti agli antibiotici di microrganismi emergenti”, ha detto il professor Samaras.
Gli oli essenziali sono stati riconosciuti da centinaia di anni per le loro proprietà terapeutiche, anche se è ancora poco noto su come esercitano i loro effetti antimicrobici negli esseri umani. Aborigeni australiani usavano olio dell’albero del tè per il trattamento di raffreddore, mal di gola, infezioni della pelle e punture di insetti e il rimedio è stato venduto commercialmente come un medicinale antisettico dal 20 esimo secolo. Diversi studi scientifici hanno dimostrato che gli oli essenziali non sono solo ben tollerati, ma sono efficaci contro una gamma di specie batteriche e fungine. Il loro valore terapeutico è stato dimostrato per il trattamento di una varietà di condizioni, tra cui l’acne, forfora, pidocchi e infezioni orali. La squadra greca ritiene che gli oli essenziali possono avere diverse applicazioni mediche e industriali. “Gli oli – o i loro principi attivi – potrebbero essere facilmente incorporati in creme o gel antimicrobici per applicazione esterna. Nell’industria alimentare l’impregnazione del packaging alimentare con oli essenziali è già stato sperimentato con successo. Possono anche essere inclusi in prodotti alimentari in sostituzione di sostanze chimiche sintetiche che agiscono come conservanti “sostengono i ricercatori.
https://www.sciencedaily.com/releases/2010/03/100330210942.htm
http://esciencenews.com/articles/2010/03/30/essential.oils.fight.superbugs
https://www.eurekalert.org/pub_releases/2010-03/sfgm-eot032610.php
LO IODIO PROTEGGE L'ORGANISMO DAGLI EFFETTI TOSSICI DELLE RADIAZIONI.
27-08-2016
Parecchi avranno certamente letto da qualche parte che in seguito all'incidente di Chernobyl negli Stati Uniti molti corsero ad acquistare le compresse di ioduro di potassio per proteggersi dalla ricaduta radioattiva. Era un provvedimento giustificato in quella circostanza? Certamente lo era. Con l'esplosione di una centrale nucleare vengono immessi nell'atmosfera ioduri radioattivi che potrebbero accumularsi nella nostra tiroide e rimanervi per un lungo periodo di tempo causando gravi patologie tumorali. Lo ioduro è l'unica sostanza in grado di impedire l'accumulazione di ioduri radioattivi nella nostra tiroide: prendendo 130 milligrammi di ioduro di potassio per via orale al giorno (cioè 100 milligrammi di iodio) si riduce l'assorbimento degli ioduri radioattivi a meno dell'1%. Una dose di 130 milligrammi di ioduro di potassio protegge la nostra tiroide per 24-48 ore e, se assunta quotidianamente prima dell'esposizione agli ioduri radioattivi o immediatamente dopo un'iniziale esposizione per 7-14 giorni, previene l'accumulo di sostanze radioattive nella tiroide senza causare effetti collaterali dannosi. La maggior parte degli ioduri radioattivi emessi dall'esplosione di una centrale nucleare si concentra nel latte vaccino. E' interessante notare che le alghe marine ricche di iodio contengono anche altre sostanze utili per combattere gli effetti dannosi di alcuni tipi di radiazioni.