Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

20-07-2015

I fungicidi presenti negli shampoo antiforfora sono stati trovati per la prima volta nell’acqua già passata attraverso gli impianti di trattamento delle acque reflue. I fungicidi possono uccidere le alghe, danneggiare la crescita delle piante più grandi, e avere un impatto negativo sui pesci e altra vita marina. Decine di contaminanti, tra cui erbicidi, caffeina e farmaci, sono stati rilevati nei corsi d’acqua, con conseguenze sconosciute sanitarie e ambientali umane. La forfora è spesso legata ad una crescita eccessiva di lieviti e può essere efficacemente trattata naturalmente, riducendo il consumo di zuccheri e cereali.

 

http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/etc.2367/abstract

http://www.scientificamerican.com/podcast/episode/dandruff-shampoo-could-mess-up-wate-13-12-01/

http://www.scientificamerican.com/article/unregulated-chemicals-found-in-drinking-water/

http://www.greenmedinfo.com/blog/honey-heals-chronic-dandruff-scaly-itchy-scalp-seborrheic-dermatitis

Lunedì, 20 Luglio 2015 06:02

IL GRANO PROVOCA GRAVI DANNI AL CERVELLO.

20-07-2015

Grazie a diverse ricerche, sappiamo che la salute dell’intestino e del cervello sono intimamente collegate (asse intestino-cervello), e che il concetto espresso da alcuni scienziati, secondo cui il glutine contenuto nel frumento (grano) può danneggiare il cervello umano, comincia ad essere preso sul serio. Del resto, la farina rappresenta la causa più comune di danno intestinale (enteropatia) sia nelle persone celiache che in coloro che hanno una semplice intolleranza al glutine ma non sono state diagnosticate come celiache. Non è casuale che i danni del glutine associati all’intestino - definito spesso come “cervello enterico” o “secondo cervello” - possono avere effetti secondari anche sul sistema nervoso centrale. Oltre a questo, una ricerca portata avanti di recente ha identificato nella letteratura biomedica oltre 200 effetti collaterali correlati ai cereali contenenti glutine, con la neurotossicità in cima alla lista di 21 diverse modalità di rischio associate agli effetti del grano. Queste proprietà neurotossiche si estendono dalla neuropatia all’atassia, fino a diverse condizioni psichiatriche come stati acuti di mania e di schizofrenia.
Uno studio pubblicato sul Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry intitolato “Cervello Ipereccitabile e Celiachia: una nuova sindrome” ha identificato questa nuova sindrome all’interno di una più ampia gamma di cosiddetti disturbi correlati al consumo di glutine. Gli autori la definiscono Ipereccitabilità cerebrale e malattia celiaca refrattaria. Secondo lo studio, mentre la malattia celiaca rimane una delle più frequenti manifestazioni dei disturbi di questo tipo, anche la disfunzione neurologica sta prendendo piede come manifestazione extra-intestinale, con una serie di disturbi come atassia cerebellare, neuropatia, ganglionopatia sensoriale ed encefalopatia (mal di testa e anomalie della sostanza bianca). Gli esperti sottolineano che le manifestazioni neurologiche derivanti dalla tossicità del glutine possono avvenire con o senza evidenza di danno intestinale. Mentre il danno intestinale è molto più comune di quanto si creda, il problema legato al glutine si estende ben oltre la parete intestinale e raggiunge anche l’esterno dell’intestino con i suoi effetti secondari. Va anche detto che molte delle sequenze peptidiche all’interno della vasta gamma di proteine che noi definiamo comunemente come “glutine” sono farmacologicamente psicoattive e le conseguenze a livello cognitivo e neurologico si verificano subito dopo l’ingestione.
Uno studio più recente ha coinvolto 7 pazienti (5 uomini e 2 donne) scelti tra 540 pazienti con manifestazioni neurologiche correlate al glutine. Questi pazienti hanno dato segni di tremore mioclonico, una contrazione muscolare involontaria che inizialmente appare sul volto, sulla lingua, su un braccio o una gamba. Poi si diffonde al resto del corpo in modo così grave da portare a crisi epilettiche che iniziano con un’attività elettrica anomala all’interno della corteccia motoria primaria e che può coinvolgere una serie di comportamenti come sbavare, schioccare le labbra, effettuare movimenti non intenzionali. Inoltre tutti i pazienti presentavano atassia agli arti, con una prominente andatura atassica. L’atassia è la mancanza di coordinamento volontario dei movimenti muscolari, per intenderci. Alcuni test elettrofisiologici hanno mostrato le prove di mioclono corticale, degli spasmi muscolari involontari provenienti da una scarica anomala della corteccia cerebrale. Un’ulteriore valutazione clinica ha rivelato anche il coinvolgimento cerebellare, ma questa è una caratteristica secondaria. Bisogna infatti distinguere questa condizione dall’atassia cerebellare che è la più invalidante. A tutti i pazienti è stata fatta seguire una dieta rigorosa priva di glutine, ma anche dopo l’eliminazione degli anticorpi correlati al glutine si presentava ancora il danno intestinale refrattario, manifestazione della resistenza della malattia celiaca. I ricercatori ritengono che questa sindrome, seppur rara, è la più comune manifestazione neurologica della celiachia refrattaria. Naturalmente questa non è che la punta dell’iceberg dei disturbi legati al consumo di glutine. Si aggiunge al tema scottante del grano e dei suoi danni sul cervello o dell’alterazione mentale che è capace di causare.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11310636

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17951282

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/1354781

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19758171

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21210327

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11171906

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15355487

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19748229

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20471632

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19845007

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19494248

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16508226

19-07-2015

I batteri intestinali sono utili per una vasta gamma di funzioni del corpo. Hanno anche un ruolo nell’obesità, e l’esposizione agli antibiotici nei primi anni di vita può avere conseguenze a lungo termine per il metabolismo di un bambino. La somministrazione di antibiotici a topi nelle prime quattro settimane di vita li ha fatti crescere fino a essere il 25 per cento più pesanti, ed è stato rilevato il 60 per cento in più di grasso corporeo rispetto ai controlli. L’eradicazione di alcune specie di batteri ha innescato cambiamenti metabolici che hanno portato all’obesità. Il problema nasce dal fatto che quando si distruggono alcuni batteri, si permette ad altri più resistenti di prendere il sopravvento e prosperare. I topi trattati con antibiotici (in dosi simili a quelle date ai bambini per infezioni della gola o delle orecchie) hanno avuto un aumento significativo nel grasso corporeo, nonostante la loro dieta sia rimasta immutata. La comprensione del ruolo del microbioma nell’obesità, soprattutto infantile, è importante per una serie di ragioni fra cui un aumentato rischio di cancro.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25126780

19-07-2015

Molte persone affermano che la Coca Cola e la Pepsi servono a molte cose tranne che a berle. Personalmente non bevo la Coca Cola o qualsiasi altra bibita gassata e dolcificata artificialmente, ma c’è tanta gente che continua a bere queste bevande, se non si convincono con i centinaia di dati riguardo ai danni causati da queste bevande, forse si convinceranno sapendo che queste vengono usate anche come pesticidi. I pesticidi, sono prodotti agrochimici, chiamati anche antiparassitari, le cui sostanze chimiche sono destinate a uccidere, o fermare la crescita degli organismi viventi che sono considerati appunto parassiti. All’interno di questa categoria vi sono insetti, erbe infestanti, uccelli, mammiferi, pesci e microrganismi che competono con gli umani per il cibo, distruggendo i raccolti e diffondendo malattie. I pesticidi sono anche tossici. Tenendo presente questi fatti, andiamo a vedere cosa sta succedendo in India.
Gli agricoltori nello stato del Chhattisgarh in India, stanno usando la Coca-Cola e la Pepsi come pesticida perché è più conveniente e apparentemente ha la stessa efficacia. Sia Pepsi che Coca Cola si oppongono all’uso dei propri prodotti come pesticidi, segnalando che nulla nelle suddette bevande possa essere usato come pesticida. Tuttavia, gli agricoltori negli stati di Durg, Chhattisgarh Rajnandgaon e Dhamtari sono assolutamente in disaccordo con tale posizione, in quanto hanno avuto un grande successo con Pepsi e Coca-Cola per proteggere il loro riso dai parassiti. Infatti, Rajnandgaon ha recentemente battuto il record mondiale per la più grande produzione di riso.
Se è vero che nemmeno usare la Coca-Cola e la Pepsi è 100% sicuro e naturale, possiamo comunque affermare con sicurezza che è meno dannoso dei veleni tradizionali. Alcuni scienziati agricoli sostengono che questo potrebbe accadere in quanto le bevande ad alto contenuto di zuccheri possono avere successo nella lotta contro i parassiti. L’agronomo Sanket Thakur, dichiara: “Tutto ciò che sta accadendo è che le piante ottengono una fornitura diretta di carboidrati e zuccheri, che a sua volta aumenta l’immunità della pianta”. Questa è una tendenza che si è sviluppata anche in altre parti dell’India, dove i contadini usano anche bibite di marche indiane.

 

http://www.trueactivist.com/what-happens-to-our-body-after-drinking-coca-cola/

http://news.bbc.co.uk/2/hi/south_asia/3977351.stm

18-07-2015

Una ricerca riguardante gli effetti delle radiazioni wi-fi sugli alberi – sì, gli alberi – indica che i nostri amici di legno possono essere molto più vulnerabili di noi. Gli alberi non possono nemmeno godere dei benefici delle connessioni wi-fi (sic). L’indagine, condotta dall’Università di Wageningen (Paesi Bassi), ha accertato che la flora in aree ad alta attività wi-fi (zone urbane, in particolare) è affetta da sintomi che non possono essere legati ad attacchi batterici né virali. I sintomi più frequenti sono il “sanguinamento”, fessure nella corteccia, la morte di parte del fogliame ed anomalie nella crescita.
Per verificare l’ipotesi secondo cui i danni sono provocati dai campi elettromagnetici, i ricercatori olandesi hanno usato dei frassini, esponendoli a vari tipi di radiazioni per tre mesi. I frassini esposti ai segnali wi-fi hanno mostrato segni rivelatori di danni da radiazioni elettromagnetiche, tra cui una specie di scintillìo sulle foglie, sintomo che indica la loro morte imminente. Nei Paesi Bassi, circa il 70 per cento degli alberi urbani soffre di “avvelenamento” da campi elettromagnetici: cinque anni fa era il 10 per cento. I ricercatori hanno in programma diverse altre ricerche per comprendere le ripercussioni precise delle radiofrequenze sulla vita vegetale. Nel frattempo, gli specialisti non suggeriscono alcuna risoluzione preliminare.

 

http://www.popsci.com/technology/article/2010-11/wi-fi-radiation-killing-trees

18-07-2015

Dieta ricca di grassi contro invecchiamento e Alzheimer. Secondo quanto affermato dai ricercatori dell’University of Copenhagen tale regime alimentare rappresenterebbe un metodo per tenere alla larga i segni del tempo e disturbi quali anche il morbo di Parkinson. Tra i possibili cibi da scegliere anche l’olio di cocco, indicato in precedenti studi come rimedio per dimagrire. Combattere i segni del tempo sarebbe possibile attraverso una dieta ricca di grassi a “catena media”, come appunto l’olio di cocco, spiegano i ricercatori nel testo pubblicato sulla rivista Cell Metabolism. I benefici effetti risulterebbero garantiti in funzione di un supporto alla riparazione delle cellule e del DNA danneggiato. Come ha sottolineato l’autore principale dello studio, il Prof. Vilhelm Bohr dell’University of Copenhagen: “Il nostro studio suggerisce che una dieta ad alto contenuto di grassi ritarda i processi di invecchiamento. Una dieta ricca di grassi sembra anche ritardare l’invecchiamento del cervello. Inoltre i risultati implicano potenzialmente che i pazienti con malattie di Alzheimer e Parkinson possano beneficiare nel lungo periodo della nuova scoperta”.
Lo studio è stato condotto su topi con deficit nel sistema di riparazione del DNA, riscontrando come i soggetti sottoposti a dieta ricca di grassi abbiano ritardato nel tempo l’insorgere di minorazioni all’apparato uditivo e l’invecchiamento del cervello. Un apporto eccezionale che avrebbe offerto l’energia necessaria ai roditori per procedere alle necessarie “riparazioni” secondo un altro autore della ricerca, il Dr. Morten Scheibye-Knudsen del National Institute of Health: “Speriamo quindi che una dieta con alto contenuto di olio di cocco o grassi similari abbia un effetto benefico, perché alle cellule cerebrali è stata fornita energia extra e quindi maggiore forza per riparare il danno”.

 

http://news.ku.dk/all_news/2014/11/httphealthsciences.ku.dknewsnews2014high-fat-diet-postponing-brain-aging/

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25440059

http://www.futurity.org/fats-coconut-cockayne-syndrome-806352/

17-07-2015

I ricercatori hanno recentemente studiato il sucralosio (Splenda) per vedere se poteva ridurre la fame e mantenere costante la glicemia. Essi hanno scoperto che non era possibile. I ricercatori speravano di scoprire che il sucralosio potesse attivare l’intestino a produrre un ormone in grado di ridurre la glicemia e l’appetito, come uno studio preliminare aveva indicato. Ma l’effetto non si è verificato quando è stato utilizzato per via orale, la fame e la glicemia è rimasta la stessa. Secondo l’FYI Living: “la cosa peggiore è che altre ricerche hanno dimostrato che i dolcificanti artificiali possono contribuire all’aumento di peso quando il gusto dolce non è accompagnato dalle calorie (energia), come il nostro cervello si aspetta che sia. Il risultato è che una dieta ricca di dolcificanti artificiali può eventualmente, nel tempo, indurre la gente a cercare più calorie provenienti da altre fonti“.

 

http://fyiliving.com/diet/weight-loss/why-splenda-isnt-so-sweet/

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21245879

17-07-2015

Jeans troppo aderenti mettono a rischio le gambe. È la conclusione cui giunge un team di medici del Royal Adelaide Hospital and Department of Medicine, in Australia, che ha descritto il caso occorso a una donna di 35 anni, ricoverata in ospedale per problemi alle gambe. La donna si è sentita male proprio a causa dell'effetto costringente dei jeans “skinny” - cioè aderenti – che aveva indossato per tutto il giorno mentre si occupava del trasloco. Dopo tanti sforzi ed essere stata accovacciata per ore, alla fine della giornata la donna non riusciva più a camminare e aveva sviluppato quella che i medici hanno definito una sindrome compartimentale. In altre parole, la pressione tissutale aumenta mentre si riduce la perfusione sanguigna. Il sangue non circola come dovrebbe e non riesce ad alimentare in maniera corretta tutti i tessuti. Ciò provoca tumefazione muscolare, dolore e rigonfiamento delle parti interessate. I medici hanno somministrato una flebo alla paziente, che dopo 4 giorni è tornata a camminare senza bisogno di alcun aiuto. Anche altri medici hanno raccontato di pazienti colpiti da formicolio alle cosce e intorpidimento dei muscoli a causa dei jeans troppo stretti. Per questo motivo, è bene ricordare di scegliere sempre indumenti comodi e comunque di non effettuare attività stressanti se si indossano pantaloni dal taglio particolarmente aderente.

 

http://jnnp.bmj.com/content/early/2015/06/26/jnnp-2015-310628

17-07-2015

Dopo tutte le raccomandazioni fatte, dovremmo ormai averlo capito: stare troppo tempo al sole, specialmente nelle ore più calde della giornata, fa male alla pelle e può provocare fastidiosi eritemi e scottature. Se invece siete proprio recidivi e non volete rinunciare a un’abbronzatura “totale”, prestate almeno attenzione agli effetti più deleteri. In caso di scottature solari ed eritemi, comunque, potete ricorrere a una serie di rimedi naturali per ridurre fastidi e problemi della pelle.

OLIO D’OLIVA E LIMONE

Senza correre in erboristeria o saccheggiare i nostri giardini, possiamo rimediare all’esposizione eccessiva al sole con due ingredienti semplici da reperire in tutte le case: olio d’oliva e limone, da applicare direttamente sulla zona interessata. Il primo sarebbe particolarmente indicato in caso di ustioni, mentre il secondo è utilizzato per combattere i sintomi dell’eritema. Oltre a olio d’oliva e limone, esiste un altro rimedio naturale, semplice da reperire, economico ed efficace: il tè verde. Il tè verde preparato in casa (e senza zuccheri aggiunti) può essere infatti molto utile per reidratare il corpo. La sua assunzione, naturalmente, deve essere accompagnata alla pratica costante di bere molta acqua.

CAMOMILLA E MENTA

Oltre al tè, anche la camomilla è una preziosa alleata in caso di scottature solari, grazie alle sue proprietà lenitive e decongestionanti. Si può usare in diversi modi. I filtri che abbiamo in casa possono essere utilizzati come impacchi (ovviamente dopo la cottura) da applicare direttamente sulla pelle danneggiata. In commercio, inoltre, sono disponibili delle pomate alla camomilla da spalmare sull’epidermide. Per rigenerare le cellule danneggiate, abbinare la camomilla alla calendula. Per un sollievo veloce dal dolore e dall’infiammazione, si consigliano impacchi di malva e lavanda, oltre all’olio essenziale di menta, particolarmente utile in questi casi.

ALOE VERA

L’aloe vera ha diverse proprietà, come abbiamo visto tante volte: ha effetti lenitivi, antinfiammatori, cicatrizzanti e idratanti. C’è chi la usa persino per contrastare la febbre alta! Questa pianta è particolarmente indicata per dare sollievo dal forte prurito derivante dagli eritemi solari. È possibile utilizzarla in diversi modi. In commercio, esistono delle creme preconfezionate a base di Aloe, ma attenzione: fatene uso purché contengano almeno il 90% di Aloe! Fate ricorso alle pomate solo se non potete procurarvi la pianta da voi stessi. Altrimenti, utilizzate la bava vischiosa e trasparente presente all’interno delle foglie di Aloe, spalmandola direttamente sulla parte infiammata.

ALTRI RIMEDI

Esistono altri rimedi antichi e naturali che ci aiutano ad alleviare i sintomi di scottature ed eritemi. Ad esempio le patate, da applicare direttamente sull’area interessata. Per un utilizzo più corretto, tagliate la patata e fatela raffreddare in frigo prima dell’applicazione. La calendula, poi, ha un’azione lenitiva per l’epidermide arrossata o soggetta a traumi. I fiori di questa pianta, inoltre, favoriscono la rigenerazione delle cellule epiteliali. La calendula può essere applicata in un impiastro insieme all’olio d’oliva. Diluita in acqua e applicata con una garza sterile, l’echinacea aiuta la rigenerazione dei tessuti danneggiati. In caso di eritemi, infine, è possibile utilizzare la lavanda, l’aceto di mele, il cetriolo e l’amamelide.

Giovedì, 16 Luglio 2015 06:32

I BENEFICI PER LA SALUTE DEI SEMI DI ZUCCA.

16-07-2015

I semi di zucca hanno una grande potenza nutrizionale contenendo una grande varietà di sostanze nutritive che vanno dal magnesio, manganese, rame, proteine e zinco. Essi contengono una vasta gamma di composti vegetali benefici conosciuti come i fitosteroli antiossidanti che bloccano i radicali liberi e possono dare alla vostra salute una spinta in più. I semi di zucca possono essere utili al sistema cardiocircolatorio, al fegato e al sistema immunitario, aiutano a combattere il diabete, e offrono vantaggi unici per gli uomini per la salute della prostata nonchè sollievo per i sintomi della menopausa.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21709398

http://www.jdcjournal.com/article/S1056-8727%2810%2900097-8/abstract

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21545273

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