Angelo Ortisi
UNO STUDIO DIMOSTRA CHE L’USO DI STATINE IN REALTA’ PEGGIORA LA FUNZIONE CARDIACA.
23-07-2015
Uno studio ha trovato che le statine sono associati ad una diminuzione della funzione del miocardio (muscolo cardiaco). Da tempo è noto che l’uso delle statine è associato a miopatia, debolezza muscolare e rabdomiolisi, una distruzione delle fibre muscolari con conseguente rilascio del contenuto di fibre muscolari nel flusso sanguigno. In questo studio, la funzione miocardica è stata valutata in 28 pazienti. Secondo Green Med Info: “La funzione era significativamente migliore nel gruppo di controllo rispetto al gruppo delle statine“.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20027659
http://www.greenmedinfo.com/article/statin-therapy-decreases-myocardial-heart-function
TROPPO CIBO TAKE AWAY? RISCHI IL DIABETE.
23-07-2015
Il take away è comodo, pratico, sfizioso, buono al palato. Ma sappiamo tutti che non è il massimo per l’alimentazione corretta. Diciamola tutta: bisognerebbe quasi evitarlo del tutto, o quantomeno non renderlo un’abitudine, ma solo un piacevole strappo alla regola. Discorso simile per i cibi pronti, quelli precotti e fatti apposta per non far sprecare tempo in cucina a chi considera i fornelli una tortura, più che un piacere.
Insieme - take-away, fast food e cibi pronti - rappresentano un problema serio per la salute, quando si esagera. La raccomandazione può sembrare superflua, visto che siamo abituati a sentirci dire di non esagerare con hamburger & Co. Però vale la pena di ribadirla, vista una ricerca recente sull’argomento: realizzata dall’Università della Tasmania (Australia) e pubblicata sulla rivista scientifica "European Journal of Clinical Nutrition", ha dimostrato che chi consuma due o più volte a settimana pasti pronti corre un rischio maggiore di sviluppare malattie cardiache e il diabete.
Lo hanno stabilito i ricercatori studiando le abitudini alimentari di circa 1.900 persone tra i 26 e 36 anni di età. Il 40% degli uomini e il 20% delle donne presi in esame dalla ricerca mangiano due o più volte fuori casa, ma i pericoli maggiori riguardano proprio le donne. I test del sangue, infatti, hanno dimostrato che le signore hanno livelli di glicemia più elevati e anche una maggiore circolazione di insulina nel sangue, segno di una condizione - la resistenza all’ormone che controlla gli zuccheri - rischiosa per lo sviluppo del diabete.
http://www.nature.com/ejcn/journal/v66/n5/full/ejcn2011202a.html
http://www.dailymail.co.uk/health/article-2072319/Diabetes-risk-takeaways-week-women-danger.html
19 STUDI COLLEGANO GLI ALIMENTI OGM AD ALTERAZIONI ORGANICHE.
22-07-2015
Un nuovo documento dimostra che il consumo di alimenti geneticamente modificati (OGM) porta a gravi perturbazioni degli organi di ratti e topi. I ricercatori hanno esaminato i dati di 19 studi e hanno scoperto che vari parametri della biochimica del sangue, delle urine e degli organi, sono stati gravemente alterati negli animali nutriti con OGM. I reni dei maschi di topo sono stati i più colpiti, col 43,5 per cento di tutte le alterazioni. Il fegato delle femmine seguono a più del 30 per cento. Altri organi che possono aver risentito in modo marcato, sono cuore, milza e le cellule del sangue.
Secondo l’Institute for Responsible Technology: “Le varietà di soia e mais OGM, utilizzati negli studi costituiscono l’83 per cento degli OGM commercializzati che attualmente vengono consumati da miliardi di persone. Mentre i risultati possono avere conseguenze gravi per la popolazione umana, gli autori dimostrano come una moltitudine di problemi connessi alla salute a causa degli OGM potrebbe facilmente passare inosservata a causa delle valutazioni superficiali e in gran parte incompetenti sulla sicurezza che vengono svolti in tutto il mondo“. Inoltre, la società di biotecnologie Monsanto ha ottenuto l’approvazione per la sua ultima mostruosità, semi di soia geneticamente modificati per la produzione di grassi omega-3.
I piani della Monsanto prevedono di includere l’olio di soia geneticamente modificato in ogni prodotto possibile, prodotti da forno, cereali, formaggi, dessert congelati a base di latte, pasta, sughi e salse, succhi di frutta, snack, caramelle, minestre e altro ancora. Secondo Forbes: “Monsanto è così disprezzata dagli ambientalisti che in un sondaggio un enorme 51 per cento di voti ha eletto la Monsanto Corporation la società più cattiva del mondo“. Alcuni scienziati hanno anche introdotto geni umani in 300 vacche da latte in un processo che si dice farà si che le mucche produrranno latte con le stesse proprietà del latte materno. Essi ritengono che questo potrebbe costituire un’alternativa al latte artificiale per neonati. I critici della tecnologia OGM mettono in discussione la sicurezza del latte proveniente da animali geneticamente modificati, e anche il suo potenziale effetto sulla salute del bestiame. Secondo il Telegraph: “I ricercatori hanno usato la tecnologia della clonazione per introdurre geni umani nel DNA di vacche da latte Holstein, prima che gli embrioni geneticamente modificati siano stati impiantati nelle vacche surrogate. I ricercatori sono stati in grado di creare mucche che producono latte contenente una proteina umana chiamata lisozima“.
http://www.enveurope.com/content/23/1/10
http://www.forbes.com/sites/jeffmcmahon/2011/04/11/monsanto-modifies-soy-beans-to-grow-fish-oil/
I SEMI DI ANGURIA FANNO BENE ALLA SALUTE.
22-07-2015
Ormai è assodato: i semi di anguria si possono mangiare e fanno pure bene. Se non siete schizzinosi, insomma, o non avete tutta quella pazienza per togliere uno ad uno i neri chicchi dal cocomero di turno, sappiate che potete ingurgitarli insieme col succoso frutto e nulla succede! Anzi, sono in grado di tramutarsi in veri e propri integratori. I semi dell'anguria, infatti, sono molto ricchi di fibre e antiossidanti. Per non parlare delle proteine: un etto di piccoli semi ne ha circa 35 grammi (più della stessa quantità di carne). I semini sono inoltre ricchi di grassi polinsaturi, utili per tenere a bada il colesterolo, il rischio cardiovascolare e l'iperattivazione del sistema immunitario. Ciò significa che potrebbero tornare utili per coloro che soffrono di allergie, asma o di autoimmunità. I semi di anguria sono pieni anche di vitamine del gruppo B, che fanno bene al fegato, e di zinco, magnesio, manganese, fosforo, potassio, rame. Contenendo ferro, inoltre, questo è facilmente assorbito se i semini vengono mangiati insieme alla polpa che, avendo a sua volta una buona quota di vitamina C, consentirà una rapida assimilazione proprio del ferro (se assunto con l'acido ascorbico, infatti, il ferro si assorbe rapidamente). Insomma, i semi del cocomero vanno mangiati eccome! Certo, per alcuni può dar fastidio la presenza di quei piccoletti duri tra i denti. Se proprio non riuscite nemmeno a deglutirli ma non volete fare a meno di godere di tutte le loro proprietà, potreste tenerli da parte e lasciarli seccare, per poi sgranocchiarli proprio come tutti gli altri semi oppure cercare un estratto di semi di anguria.
LA SPEZIA CHE POTENZIALMENTE PUO’ AIUTARE LA SALUTE IN 150 MODI DIVERSI.
22-07-2015
La curcuma attraversa la barriera emato-encefalica presenta potenti proprietà neuroprotettive, portando i ricercatori a studiarla come una possibile alternativa ai farmaci nel trattamento di malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson. A differenza dei farmaci per il Parkinson, la curcumina, un polifenolo identificato come componente attivo principale della spezia curcuma, riduce l’infiammazione e il danno ossidativo a livello cerebrale. La curcumina ha anche dimostrato risultati promettenti per prevenire altri disturbi cerebrali, compresa la demenza, malattia di Huntington e malattia di Alzheimer. Il morbo di Parkinson è legato ad alcuni fattori di stile di vita, tra cui l’esposizione ai pesticidi, vernici e solventi, e a carenza di vitamina D; anche gli acidi grassi omega-3 (di origine animale) sono una potente difesa contro il Parkinson.
NOCI E ARACHIDI: MEZZA MANCIATA AL GIORNO PER RIDURRE IL RISCHIO DI AMMALARSI.
22-07-2015
Bastano 15 grammi di noci al giorno per allontanare il rischio di morte precoce. Lo dice uno studio della Maastricht University pubblicato sull'International Journal of Epidemiology. Lo studio evidenzia le proprietà benefiche delle noci – e delle arachidi – nella prevenzione di malattie respiratorie come l'asma o l'enfisema, e di malattie neurodegenerative come la demenza senile. Inoltre, le noci aiuterebbero sia uomini che donne a ridurre il rischio cardiovascolare, quello di insorgenza del diabete e di varie forme tumorali. I ricercatori hanno analizzato i dati relativi al Netherlands Cohort Study che ha coinvolto oltre 120mila uomini e donne fra i 55 e i 69 anni. Piet van den Brandt, autore dello studio, ha dichiarato: “è stato straordinario osservare che il consumo in media di 15 grammi di noci o arachidi al giorno è legato a una mortalità sostanzialmente inferiore. Una maggiore assunzione non è stata associata ad un'ulteriore riduzione del rischio". A confermare gli effetti benefici del frutto secco è anche un team di scienziati riuniti in un simposio internazionale organizzato sull’argomento. I benefici associati al consumo di noci riguardano innanzitutto l’apparato cardiovascolare, ma anche la funzione renale, il diabete, le funzioni cognitive, l’aterosclerosi, la sindrome metabolica e alcuni biomarcatori infiammatori correlati con malattie di tipo degenerativo come il cancro. Fra gli studi presentati c’è quello del prof. Frank Hu dell’Università di Harvard. Stando ai risultati, il consumo di noci cinque o più volte alla settimana è associato a una riduzione del rischio di insorgenza delle malattie cardiovascolari di circa il 30 per cento. Un altro studio dell’Università californiana di Loma Linda si è concentrato sull’effetto esercitato dalle noci sui livelli di colesterolo. Secondo lo studio, circa 70 grammi di noci al giorno producono una riduzione del temuto colesterolo del 7 per cento.
Gli scienziati americani hanno analizzato i dati di 600 persone, sottoposte a 25 studi diversi, dai quali è emerso il beneficio del consumo di frutta al naturale, ovvero senza l'aggiunta di sale e zucchero. Oltre alla diminuzione del colesterolo, si è registrato anche l'abbassamento dei trigliceridi. Tutto ciò si spiega, secondo i ricercatori, con la presenza all'interno delle noci di una certa quantità di steroidi che ostacolerebbero l'assorbimento delle molecole dannose. Il dott. Sabate, che ha coordinato lo studio, ha dichiarato: “aumentare il consumo di noci è una raccomandazione da fare per una corretta dieta. Gli effetti sono correlati alle dosi, e differenti tipi di noci hanno effetti simili”. Soltanto in Italia soffrono di ipercolesterolemia (o meglio sanno di soffrirne) circa 5.000.000 di individui, ma quasi tutti ne hanno sentito parlare. Gli ipercolesterolemici si concentrano nelle fasce più anziane di popolazione (il 50% dei sofferenti ha più di 54 anni) anche se ci sono 500.000 giovani (fra i 25 e i 34 anni) che ne soffrono. Nonostante la conoscenza diffusa sui rischi e le conseguenze dell’ipercolesterolemia (circa 2/3 degli italiani ne è consapevole) nella pratica sembrano mancare riferimenti concreti per poter prevenire e intervenire sul problema. Solo il 40% dei pazienti con alti livelli di colesterolo assume farmaci specifici e mediamente non raggiunge un colesterolo inferiore ai valori ottimali. Si tratta di un dato preoccupante soprattutto perché queste persone spesso non hanno solo un alto livello di colesterolo LDL, quello che comunemente è chiamato “colesterolo cattivo”, che già di per sé è un grande rischio cardiovascolare, ma hanno anche altri fattori di rischio: dal diabete, all’ipertensione, all’obesità, ad elevati livelli di trigliceridi. Spesso fumano, sono in sovrappeso e non fanno nemmeno quattro passi a piedi. Tutto questo aumenta in maniera esponenziale il loro rischio cardiovascolare globale. Dalla natura arriva perciò una buona notizia per chi ogni giorno combatte con il colesterolo. Mangiando qualche noce ci si sentirà un pò più a posto con la coscienza.
QUESTA BEVANDA INDUCE I VOSTRI NEURONI A BLOCCARSI PER 20 MINUTI.
21-07-2015
Glucosio e fruttosio sono entrambi zuccheri semplici, ma gli scienziati sospettano da tempo che ci siano differenze nel modo in cui il corpo li elabora. In uno studio, i ricercatori hanno scansionato il cervello di nove soggetti dopo aver ottenuto un infuso di volumi uguali di glucosio, fruttosio o soluzione salina. Le scansioni cerebrali si sono focalizzate sull’attività dell’ipotalamo, una parte del cervello che svolge un ruolo chiave per definire i livelli di appetito e controllare la produzione degli ormoni metabolici. I ricercatori hanno rilevato che “le aree corticali di controllo” - zone di materia grigia che circondano l’ipotalamo - hanno risposto in modo differente all’infusione di fruttosio rispetto a quella di glucosio. Nelle regioni del cervello che hanno scansionato, il glucosio ha sensibilmente innalzato il livello di attività neuronale per circa 20 minuti dopo l’infusione. Il fruttosio ha avuto l’effetto opposto, provocando negli stessi settori un calo di attività che rimane basso per 20 minuti dopo l’infusione.
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1463-1326.2010.01340.x/abstract
AGLIO PER COMBATTERE INFEZIONI DEL TRATTO URINARIO RESISTENTI AGLI ANTIMICROBICI.
21-07-2015
L‘estratto di aglio può essere un’arma efficace contro i ceppi multiresistenti di batteri patogeni associati alle infezioni del tratto urinario (UTI), secondo un recente studio pubblicato dalla rivista Pertanika Journal of Tropical Agricultural Science. Condotto da ricercatori dell’Istituto Birla di Scienze e Tecnologie in India, lo studio ha rilevato che ”l’estratto di aglio ha mostrato una buona attività contro i ceppi multiresistenti ai farmaci antimicrobici. Le infezioni del tratto urinario rappresentano la seconda malattia infettiva più comune. In tutto il mondo, circa 150 milioni di persone ogni anno vengono diagnosticate con infezioni del tratto urinario, con un costo totale di trattamento di miliardi di dollari. Sebbene la condizione è solitamente trattata con antibiotici, “un’emergente resistenza antimicrobica costringe a cercare nelle medicine tradizionali o prodotti a base di erbe, adeguate soluzioni alternative”, sostengono gli autori. L’aglio (Allium sativum) è stato tradizionalmente usato per il trattamento di malattie fin dai tempi antichi. Una vasta gamma di microrganismi - compresi batteri, funghi, protozoi e virus - sono noti per essere sensibili ai preparati a base di aglio. Allicina e altri composti solforati sono considerati i principali fattori antimicrobici presenti nell’aglio.
In questo studio, la squadra ha trovato che il 56% di 166 ceppi di batteri isolati dalle urine di persone con infezioni del tratto urinario hanno mostrato un alto grado di resistenza agli antibiotici. Tuttavia, circa l’82% dei batteri resistenti agli antibiotici, sono risultati sensibili a un estratto acquoso di Allium sativum. I ricercatori dichiarano: ”il nostro è il primo studio a segnalare l’attività antibatterica dell’estratto di aglio contro isolati batterici multifarmaci resistenti, da campioni di urine infette. Ci sono prove che l’aglio ha un potenziale per il trattamento delle infezioni del tratto urinario e forse anche per altre infezioni microbiche”.
IL TUO SMALTO E’ TOSSICO?
21-07-2015
Il New York Times ha appena rivelato i risultati di un’inchiesta che coinvolge l’industria dei cosmetici, i saloni di bellezza e i prodotti più utilizzati dalle donne per il make-up, a partire dagli smalti. Alcuni ingredienti impiegati nei prodotti per le unghie sono stati legati a cancro, aborti, malattie polmonari e altri disturbi. Si pensa sia ai rischi che le donne corrono nella vita quotidiana sia alle malattie che colpiscono gli operatori dei centri estetici. Il New York Times racconta le storie di due donne impiegate in centri estetici statunitensi che utilizzano spesso prodotti per le unghie come gli smalti nel loro lavoro. Una delle due donne ha dovuto affrontare un aborto spontaneo, l’altra ha portato a termine la gravidanza, ma il bambino sta attraversando gravi problemi di sviluppo. Tra chi lavora nell’ambito della manicure negli Usa storie come queste sarebbero purtroppo molto comuni, tanto che gli operatori più anziani avvertono le ragazze in età fertile di tenersi alla larga dalle miscele di smalti, lacche solventi e colle che gli estetisti che si occupano della cura delle unghie gestiscono ogni giorno.
Gli ingredienti presenti negli smalti sarebbero sempre più correlati negli studi scientifici alla comparsa di gravi malattie e a ricadute negative sia sulla fertilità delle donne sia sul rischio di aborto e sullo sviluppo dei bambini durante e dopo la gravidanza. Tra i lavoratori dei saloni di bellezza prevarrebbero le malattie respiratorie e le malattie della pelle. Segno che le sostanze presenti nei prodotti che utilizzano non sono di certo un toccasana per la salute. Le problematiche non riguardano solo gli addetti alla manicure, ma anche parrucchieri e truccatori, con un aumento del tasso di morte per morbo di Hodgkin, e con il rischio di generare bambini sottopeso alla nascita e di contrarre il mieloma multiplo, una forma di cancro. Le conclusioni definitive però sono ancora sfuggenti, in parte perché le ricerche condotte in questo campo sono ancora in numero limitato. Pochissimi studi, secondo il New York Times, si concentrano in modo specifico sugli operatori dei saloni di bellezza.
Si teme soprattutto l’effetto cumulativo nel corso del tempo dell’esposizione a sostanze chimiche pericolose. Negli Stati Uniti la legge federale che regola la sicurezza dei cosmetici ha più di 75 anni e non richiede alle aziende di condividere le informazioni sulla sicurezza dei prodotti con la Food and Drug Administration (FDA). La legge vieta gli ingredienti nocivi per gli utenti ma non contiene disposizioni per valutare gli effetti delle sostanze chimiche prima del loro arrivo sugli scaffali per la vendita e per l’utilizzo. Le lobby del settore hanno contrastato l’adozione di regole di controllo più severe e le aziende dicono che i loro prodotti contengono minuscole quantità di sostanze chimiche identificate come potenzialmente pericolose e che dunque non costituirebbero una minaccia. Eppure, secondo quanto riportato dal New York Times, le conseguenze negative sulla salute del contatto frequente con i prodotti cosmetici degli operatori del settore della bellezza sono evidenti. Quali sono le sostanze pericolose presenti negli smalti? L’indagine ha individuato un vero e proprio trio di sostanze tossiche.
1.TOLUENE: secondo l’Environmental Protection Agency la sovraesposizione al toluene può provocare irritazione agli occhi e al naso, stanchezza, debolezza, stato di confusione, vertigine, mal di testa, ansia, affaticamento muscolare, incapacità di dormire, intorpidimento, eruzioni cutanee, danni al fegato e ai reni nei casi più gravi e non solo.
2. DIBUTILFTALATO (DBP): il dibutilftalato, che l’Unione Europea ha vietato nel 2003, può provocare irritazione agli occhi e al naso, allo stomaco e all’apparato respiratorio; l’esposizione prolungata e ad alte concentrazioni può essere pericolosa per la riproduzione umana e per lo sviluppo, secondo l’EPA.
3. FORMALDEIDE: la formaldeide può causare irritazioni ed eruzioni cutanee. Verrà vietata nell’Unione Europea entro il 2016.
I funzionari dell’industria cosmetica hanno comunque negato che le sostanze chimiche indicate come pericolose possano portare a problemi di salute. Sostengono infatti che DBP, toluene e formaldeide sono sicuri nelle attuali condizioni d’uso negli Stati Uniti. Insomma, l’industria cosmetica statunitense si autodifende proprio come ci si aspetterebbe e non pensa ai rischi per la salute degli operatori che entrano a contatto con queste sostanze ogni giorno. Una manicure occasionale sarà anche sicura, ma che dire dei rischi per la salute di chi utilizza smalti, solventi e collanti per le unghie per anni e per numerose ore al giorno nel proprio lavoro? Speriamo che la situazione europea non sia altrettanto grave e che con la messa al bando della formaldeide nei prodotti di bellezza si compiano dei passi avanti per rendere più sicuri i cosmetici e il settore del make-up con i suoi operatori.
IL CONSUMO DI ANTIACIDI PUO’ CAUSARE DEFICIT DI VITAMINA B12.
20-07-2015
I farmaci tanto popolari per il trattamento del reflusso acido possono dare un tributo negativo insospettato per la salute: infatti, l’uso a lungo termine è associato ad un aumentato rischio di carenza di vitamina B12. Man mano che i livelli di vitamina B12 calano, si verificheranno alcuni dei primi segnali che includono cambiamenti di umore, mancanza di motivazione o sentimenti di apatia. Bassi livelli di vitamina B12 possono anche portare a nebulosità mentale acuta, disturbi della memoria, debolezza muscolare e affaticamento. Problemi di salute cronici da carenza di vitamina B12 includono anemia, danni irreversibili ai nervi, problemi psichiatrici (che possono anche simulare malattie mentali più gravi), e demenza.
http://jama.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=1788456