Angelo Ortisi
Venerdì, 31 Luglio 2020 17:34
GLI ALIMENTI CHE AIUTANO A PREVENIRE L’INFIAMMAZIONE.
31-07-2020
L’infiammazione è parte della risposta immunitaria del corpo contro agenti patogeni, irritanti e stimoli nocivi. Aiuta a guarire le ferite, le infezioni e danni ai tessuti, ma quando diventa incontrollata, può effettivamente danneggiare il corpo. L’infiammazione può essere acuta o cronica: la prima inizia rapidamente e diventa rapidamente grave con sintomi della durata di una o due settimane, la seconda può durare mesi o anni. Una vasta gamma di problemi di salute sono legati all’infiammazione. Essi comprendono asma, acne, malattie infiammatorie intestinali, colite ulcerosa, morbo di Crohn, artrite reumatoide, cistite e persino il cancro. Per rimanere in buona salute è importante controllare l’infiammazione seguendo uno stile di vita sano ed una sana alimentazione. Molti alimenti, hanno proprietà antinfiammatorie che possono aiutare a combattere e prevenire l’infiammazione. Di seguito un elenco di questi super alimenti:
ZENZERO
Contiene un composto chiamato gingerolo che ha proprietà antinfiammatorie. Secondo uno studio del 2005 riportato sul Journal of Medical Food, lo zenzero colpisce alcuni processi infiammatori a livello cellulare e questo lo rende un trattamento efficace sia per le malattie infiammatorie acute che croniche. Le persone con artrite reumatoide od osteoporosi, hanno sperimentato una riduzione del dolore e del gonfiore insieme ad una migliore mobilità, dopo il consumo di zenzero su base regolare. Lo zenzero può anche ridurre l’infiammazione post esercizio. E’ possibile preparare un tè allo zenzero utilizzando sia la radice secca che fresca. Per ridurre l’infiammazione si può anche massaggiare la zona interessata con olio di zenzero, un paio di volte al giorno. Capsule di zenzero offrono un vantaggio migliore di altre forme. Consultare un esperto per il giusto dosaggio.
Controindicazioni: Evitare di consumare troppo zenzero perchè può fluidificare il sangue.
CURCUMA
Questa popolare spezia usata soprattutto nella cucina indiana, aiuta anche a prevenire l’infiammazione. L’ingrediente attivo nella curcuma è la curcumina, un antiossidante con proprietà antinfiammatorie. Diversi studi hanno dimostrato che la curcuma inibisce diverse molecole coinvolte nel processo infiammatorio.
Aggiungere al tè caldo, o bevanda vegetale, 1/2 cucchiaino di curcuma e assumere due volte al giorno. Il latte alla curcuma è una bevanda tradizionale ayurvedica, utilizzata per aumentare la salute e la vitalità. Di solito viene assunto la sera per favorire il sonno e curare una serie di disturbi tra cui i comuni raffreddori, mal di gola, diarrea, indigestione, sindrome del colon irritabile, morbo di Crohn, crampi mestruali e mal di testa. Si può anche preparare una pasta con curcuma e olio di sesamo caldo da applicare sulla parte infiammata: aiuta a ridurre l’infiammazione e il gonfiore (non applicare sulle ferite!).
OLIO DI OLIVA
E’ in grado di fornire una protezione contro l’infiammazione grazie alle sue sostanze benefiche. Uno studio del 2011 pubblicato in Curent Pharmaceutical, ha dimostrato che il composto chiamato oleocantale presente nell’olio di oliva, previene la produzione degli enzimi COX1 e COX2 che causano infiammazione. Può anche ridurre il rischio di malattie legate all’infiammazione come malattie degenerative delle articolazioni e diabete. Aggiungere olio di oliva alla dieta. L’olio di oliva caldo, usato come olio da massaggio, aiuta a ridurre il dolore, il gonfiore e l’infiammazione da artrite e crampi muscolari.
AGLIO
Uno studio del 2012 pubblicato sul Journal of Medical Food, dimostra che molti composti antinfiammatori presenti nell’aglio, hanno potere terapeutico. Sono stati identificati quattro composti contenenti zolfo che aiutano a spegnere l’infiammazione. Mangiare due o tre spicchi di aglio crudo al giorno, a stomaco vuoto, per prevenire l’infiammazione. Inoltre utilizzare l’aglio nella vostra cucina, per quanto possibile. Si può anche strofinare direttamente l’aglio sulla parte colpita per il sollievo dal dolore.
CILIEGIE
In uno studio del 2010, i ricercatori dell’Oregon Health and Science University, hanno scoperto che le persone che hanno assunto succo di ciliegia, hanno sperimentato una riduzione significativa dell’infiammazione.
Controindicazioni: Il succo di ciliegia può causare dolori addominali e diarrea.
SALMONE
Il salmone è ricco di acidi grassi omega-3 come EPA e DHA che aiutano a ridurre l’infiammazione. Gli studi suggeriscono che questi acidi grassi svolgono un ruolo chiave nel ridurre le citochine, composti del corpo che promuovono l’infiammazione. Per godere dei benefici antinfiammatori del salmone, evitare la cottura eccessiva che potrebbe distruggere i grassi sani. L’American Heart Association raccomanda di mangiare salmone, due o tre volte a settimana.
PATATE DOLCI
Le patate dolci, soprattutto la qualità viola, possono aiutare a guarire l’infiammazione grazie alla loro alta concentrazione di sostanze nutritive. Il loro contenuto di vitamina C ed E e di carotenoidi alfa e beta carotene, aiuta a ridurre il dolore e l’infiammazione. Il consumo regolare di patate dolci riduce anche l’infiammazione nel tessuto cerebrale e nervoso in tutto il corpo.
SPINACI
Sono ricchi di carotenoidi e vitamina E che funzionano come antiossidanti e antinfiammatori e aiutano a proteggere il corpo da molecole pro-infiammatorie come le citochine. Inoltre, sono una buona fonte vegetale di acido alfa-linoleico (ALA) che funziona come agente antinfiammatorio per ridurre il dolore e l’infiammazione. Aiutano a combattere l’artrite e mal di testa.
NOCI
Le noci sono ricche di ALA, un tipo di acido grasso omega-3 che combatte l’infiammazione. Diversi studi hanno dimostrato che le persone che consumano almeno 60 g di noci al giorno, possono sperimentare una riduzione significativa dei livelli di markers infiammatori come la proteina C reattiva. Il consumo regolare di noci può aiutare a prevenire malattie croniche come malattie cardiache e artrite e promuove la salute delle ossa.
MIRTILLI
Diversi fitonutrienti presenti nei mirtilli come antociani, acidi idrossicinnamici, acidi idrossibenzoidi e flavonoli, funzionano sia come antiossidanti che come antinfiammatori. Questi fitonutrienti riducono i processi infiammatori nei tessuti, aumentando la funzionalità della membrana delle cellule che permette a importanti sostanze nutritive e processi chimici di raggiungere la cellula. Il consumo regolare di mirtilli riduce il rischio di sviluppare l’artrite e può aiutare a proteggere contro l’infiammazione intestinale e la colite ulcerosa.
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Venerdì, 31 Luglio 2020 17:32
SCIENZIATI SCREDITANO IL MITO DELLE CREME SOLARI.
31-07-2020
Secondo un articolo di giugno 2014 apparso su The Indipendent (UK), un importante studio seguito dai ricercatori alla Karolinska Institute in Svezia ha scoperto che le donne che evitano il sole e l’abbronzatura durante l’estate hanno il doppio di probabilità di morire rispetto a quelle che fanno dei bagni di sole tutti i giorni. Lo studio epidemiologico è stato fatto su 30.000 donne per oltre 20 anni e “ha dimostrato che la mortalità e circa il doppio nelle donne che evitavano di esporsi al sole rispetto a quelle sovraesposte”.
I ricercatori hanno dedotto che il dogma convenzionale, che vuole suggerire di evitare l’esposizione al sole a tutti i costi e che consiglia l’uso di schermi solari per minimizzare l’esposizione al sole, di fatto fa più male che bene. Questo perché evitare di esporsi al sole in aggiunta all’uso di schermi e filtri solari effettivamente bloccano la capacità del corpo di produrre la vitamina D3 che si crea grazie ai raggi UVB del sole, che è di gran lunga la forma migliore di vitamina D. In USA, la carenza di vitamina D è a dei livelli massimi. Paradossalmente, la carenza di vitamina D è la causa di diverse forme di cancro alla pelle. Un rivoluzionario studio del 2011 pubblicato su Cancer Prevention Research suggerisce che il livello ottimale di vitamina D nel sangue offre una protezione sufficiente contro le scottature del sole e il cancro alla pelle. Per giunta, la vitamina D protegge il corpo da diverse altri problemi come:
• la sclerosi multipla;
• il rachitismo (nei giovani);
• la tubercolosi;
• la sindrome del colon infiammato;
• diabete tipo 1;
• artrite reumatoide;
• lupus;
• sindrome di Sjogren.
Secondo il concilio sulla Vitamina D, i ricercatori dell’University of Alabama a Birmingham hanno riportato recentemente che “la carenza di esposizione al sole porta ad un declino delle capacità cognitive nel tempo”. Un dermatologo dissidente Bernard Ackerman (deceduto nel 2008) era una delle più grandi autorità nel mondo sul problema del cancro alla pelle e del rapporto con il sole, le creme solari, i filtri solari, la formazione del melanoma e i rischi del cancro. Scrisse degli articoli sul The New York Times (20 luglio, 2004), intitolato “I beg to differ; a dermatologist who’s not afraid to sit on the beach” (il dermatologo che non ha paura di stare al sole sulla spiaggia):
• Non è dimostrato il legame tra melanoma ed esposizione solare (secondo il dogma dei dermatologi).
• Non c’è una prova evidente che le scottature del sole portino ad un cancro della pelle.
• Non c’è una prova reale che dimostri che le creme solari protraggano veramente contro la formazione del melanoma.
• Non c’è una dimostrazione che una maggiore esposizione solare porti a un maggior rischio di formazione di melanoma.
Nel 2000 uno studio svedese ha concluso che una formazione maggiore di melanoma era riscontrabile nelle persone che usavano le creme solari di protezione, rispetto e quelli che non mettevano alcuna protezione. Elizabeth Plourde, è una scienziata californiana autrice del libro “Sunscreens – Biohazard: Treat as Hazardous Waste” (protezione solare-biorischio: uno spreco rischioso), nel quale spiega in modo approfondito con documentazioni il serio pericolo delle protezioni solari non solo per le persone ma anche per l’ambiente. Plourde fornisce prove su come il melanoma maligno e il cancro della pelle aumenti in modo significativo e ubiquitario nelle persone che usano queste creme da più di 30 anni. Enfatizza il fatto che molte creme solari contengono sostanze chimiche note come sostanze cancerogene e altre che arrestano i fattori endocrini (EDC). A livello ambientale, lei dice: “Nelle aree dove c’è stato un esposizione maggiore alle sostanze chimiche, i coralli e altre popolazioni marittime sono morte e sono emersi pesci con entrambi gli organi genitali maschili e femminili”.
La ricerca fatta dalla dottoressa Plourde sulle cavie e l’esposizione alle creme solari ha dimostrato che ci sono stati aborti naturali e nelle cavie nate ci sono stati successivamente problemi nella riproduzione per le generazioni successive. Per giunta, il libro documenta il modo in cui le creme solari hanno inquinato le nostre acque incluso gli oceani, i fiumi e l’acqua municipale che beviamo. Peggio ancora, dei test fatti sulle persone ha dimostrato che il 97% degli americani ha nel sangue sostanze chimiche da creme solari! La dottoressa Plourde nel suo libro ha dedicato un capitolo sull’importanza della vitamina D3 e la mortalità, nel quale assume che la diffusa carenza di vitamina D3 è collegata all’abuso di creme solari in combinazione ad una bassa esposizione al sole in generale.
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Venerdì, 31 Luglio 2020 17:05
8 RIMEDI NATURALI PER COMBATTERE E PREVENIRE LE RUGHE.
31-07-2020
Le rughe fanno parte di un processo naturale di invecchiamento. In alcuni casi, però, alcuni fattori come la troppa esposizione al sole, il fumo, una cattiva alimentazione, lo stress eccessivo o un’improvvisa perdita di peso possono accelerarne la comparsa. Esistono comunque alcuni rimedi naturali, utili a ridurre le rughe e a prevenirne la comparsa. Ovviamente non esiste una soluzione miracolosa, ma dei semplici accorgimenti possono migliorare l’aspetto della vostra pelle.
1. OLIO D’OLIVA
L’olio d’oliva non è solo un condimento da aggiungere ai nostri piatti. È anche una buona fonte di antiossidanti e vitamine, utili a combattere l’azione dei radicali liberi. Massaggiare l’olio d’oliva sulla zona interessata da rughe aiuta a idratare, riparare e rigenerare le cellule danneggiate. Non dovete utilizzare obbligatoriamente solo l’olio d’oliva per la vostra routine di bellezza. Come confermato dal dottor Dendy Engelman, Direttore del Dipartimento di Chirurgia Dermatologica dell’Ospedale Metropolitan di New York, esistono diversi tipi di oli vegetali che possono fare al caso nostro, come l’olio di argan, l’olio di mandorle. Essi contengono un’altissima concentrazione di principi attivi, gli stessi che sono presenti nelle creme idratanti, solo in concentrazione molto più elevata.
2. FIENO GRECO
Il fieno greco, oltre a essere utilizzato come ricostituente, stimolante e contro il reflusso acido, può essere un valido aiuto anche per le problematiche della pelle. È utilizzato sia nella cura dell’acne che in quella delle rughe. Le foglie, infatti, sono ricche di vitamine e minerali che sono facilmente assorbiti dal corpo e aiutano a trattare le rughe e le linee sottili. Macinate una manciata di foglie di fieno greco fresche per creare una pasta. Applicatela sul viso e lasciatela tutta la notte. Al mattino, lavate con acqua tiepida.
3. ALOE VERA
La pianta di aloe vera contiene acido malico che aiuta a ridurre le rughe migliorando l’elasticità della pelle. Basta tagliare una foglia di aloe dalla pianta ed estrarne il gel. Applicatelo poi sulla pelle e lasciatelo in posa per 15 minuti. Lavate con acqua tiepida.
4. BANANE
Le banane non sono un frutto buono solo da mangiare. Persino le bucce possono essere riciclate e utilizzate per realizzare un morbido esfoliante. Grazie al loro contenuto di vitamine, minerali e antiossidanti, combattono le rughe e le linee sottili. Basta schiacciare la polpa di una banana matura per creare una pasta. Applicatela sulla parte interessata, lasciate in posa per mezz’ora e lavate con acqua tiepida. Dopo questa operazione, applicate la vostra normale crema idratante.
5. MANDORLE
Le mandorle sono una fonte eccellente di fibre, vitamina E, ferro, zinco, calcio, acido folico e acido oleico, elementi che combinati insieme possono ritardare il processo di invecchiamento e la comparsa delle rughe. Potete usare l’olio o decidere di immergere alcune mandorle nel latte crudo durante la notte. Al mattino, spellatele e macinatele fino a creare una pasta spessa. Applicate la pasta sulla pelle e sulle occhiaie. Lasciate in posa per 20 minuti e lavare con acqua tiepida.
6. CAROTE
Le carote hanno un alto contenuto di vitamina A, che promuove la produzione di collagene e aiuta a mantenere la pelle liscia. Fate bollire due grandi carote fino a quando diventano morbide. Frullatele e aggiungete un pò di miele o qualche goccia di olio di mandorle per ottenere una pasta. Applicate direttamente sul viso. Lasciate per circa mezz’ora e poi risciacquate con acqua tiepida. Ricordate che anche mangiare le carote mantiene giovani!
7. SUCCO DI LIMONE
Il succo di limone è ricco di acido citrico che agisce come un forte esfoliante e aiuta a sbarazzarsi delle cellule morte della pelle. Non solo, aiuta anche a eliminare le macchie della pelle e a restringere i pori. Strofinate delicatamente un pò di succo di limone sulla pelle del vostro viso. Lasciate in posa per 5 minuti e poi sciacquate il viso con acqua. Fate questo due volte al giorno.
8. ANANAS
L’ananas contiene degli enzimi che favoriscono l’elasticità della pelle, la idratano e contribuiscono a eliminare le cellule morte. Il frutto è ricco anche di antiossidanti, fibre e vitamine. Strofinare della polpa di ananas sulla parte interessata. Lasciate asciugare per 20 minuti, poi risciacquate. Potete fare la stessa cosa anche con un acino di uva tagliato a metà.
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Venerdì, 31 Luglio 2020 17:03
MALATTIA: UNA DEFINIZIONE SEMPLICE.
31-07-2020
Se prendiamo un dizionario, e cerchiamo la definizione di malattia, ne troviamo una come questa: “Qualsiasi alterazione negli organi o nelle funzioni per cui l’organismo non è più sano”. Se poi cerchiamo la definizione di sintomo troviamo: “Segno rivelatore di un fenomeno, specialmente di una malattia”. Tramite l’osservazione dei sintomi il medico determina la malattia e prescrive i medicinali da prendere per la cura allo scopo di ottenere la guarigione. Normalmente l’obiettivo che la medicina ortodossa raggiunge è la scomparsa del sintomo e considera questo la guarigione. Ciò che viene passato per guarigione in realtà altro non è che la soppressione di sintomi, ossia segni rivelatori di un fenomeno.
Cosa ha causato il manifestarsi dei sintomi? Questo non viene preso in considerazione, il sintomo non c’è più, il paziente è soddisfatto, è “guarito”, la medicina ha “funzionato”. Facciamo un esempio pratico. Ad una persona compaiono delle croste su un braccio. Il medico di famiglia lo manda dallo “specialista”, in questo caso il dermatologo, il quale diagnostica un eczema (la malattia) in base alle croste (il sintomo). Infatti secondo un dizionario troviamo: Eczema: malattia della pelle caratterizzata da arrossamenti, pustolette, croste, prurito. Il dermatologo prescrive una pomata da applicare sulle croste e queste in pochi giorni scompaiono e tutti sono soddisfatti. Il paziente è guarito.
Ma è proprio vero? In realtà i sintomi (le croste) sono stati soppressi. Qualcosa ha causato l’apparire di quelle croste e non è stato ricercato e quindi non è stato trovato ed è ancora lì, latente, pronto a manifestare di nuovo gli stessi sintomi nello stesso posto o, se gli viene impedito di manifestarli nello stesso posto, in altre aree del corpo. Oppure non appariranno mai più quei sintomi, ma abbiamo comunque una causa di malattia soppressa, non curata che mina la salute dell’organismo, che statene certi, troverà il modo di manifestarsi in un altro caso, se l’organismo non è ancora sufficientemente forte.
L’esempio di cui sopra, possiamo ritenerlo valido per tutte le malattie. Ed è valido anche nel campo della chirurgia, della psichiatria e di qualunque altra specializzazione. In realtà, si stanno dando differenti nomi allo stesso fenomeno. Ma cosa sono tutte queste malattie? Hanno un minimo comun denominatore? Alcuni medici americani, prevalentemente in California, liberi da legami con ditte farmaceutiche, istituti di ricerca ed enti governativi, sono arrivati a delle conclusioni sorprendenti. Dal loro pensiero espresso chiaramente nei libri che hanno scritto sull’argomento si può estrapolare una definizione di malattia che fa comprendere come la verità sia semplice mentre cose complicate e difficili da comprendere devono per forza contenere delle falsità. Possiamo quindi dare una definizione semplice ma che funziona in quanto apre la strada a soluzioni che la medicina ortodossa non ha mai dato ne potrà mai dare perché basata su concetti e presupposti sbagliati.
Malattia: uno stato in cui il corpo è impegnato nell’espellere tossine attraverso qualunque altro organo, quando i normali organi di eliminazione non riescono a svolgere il loro lavoro.
Sintomo: manifestazione di espulsione di tossine da parte del corpo al fine di ristabilire lo stato di salute.
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Venerdì, 31 Luglio 2020 17:00
ATTENZIONE: BERE TANTA ACQUA MINERALE COME DICONO GLI SPOT, NON FA STARE MEGLIO E NON DEPURA, E' SOLO UNA BUFALA.
31-07-2020
Gli spot pubblicitari e le diciture sulle etichette delle acque minerali puntano spesso sull’irresistibile binomio salute-bellezza e riescono a influenzare molti consumatori. L’elenco degli slogan che catturano l’attenzione è lungo e coinvolge le marche più famose: “Aiuta a eliminare liquidi in eccesso e tossine…Puliti dentro, belli fuori”, “E ti senti più in forma e leggera…l’acqua che elimina l’acqua”, “L’acqua che ti aiuta a sentirti giovane”, “Le acque della salute”, “Più sana e più bella”, “Più acqua, meno chili”…Forse anche per questo subdolo lavaggio del cervello basato su migliaia di spot, sembra del tutto normale trovare d’estate e d’inverno, per strada, in ufficio e in palestra, legioni di uomini e soprattutto donne che imitano le modelle nelle settimane milanesi della moda, stringendo al petto una speciale “coperta di Linus”, la bottiglia di acqua minerale. La convinzione di molte persone è che più acqua s’ingurgita, più ci si depura, più smaltiscono i liquidi in eccesso, più si idrata la pelle. E chi non beve i fatidici 8 bicchieri, vale a dire 2 litri di acqua minerale al giorno, si sente in colpa, come se avesse trasgredito un comandamento di vita. Ma siamo proprio sicuri che l’acqua ci faccia così bene? Che più se ne beve più si sta meglio? Che dobbiamo sforzarci di bere anche quando non ne abbiamo affatto voglia? Che dobbiamo acquistare acqua minerale povera di sodio se non vogliamo riempirci di cellulite o di lardo tremolante?
Se si consulta la letteratura medica e si considerano i risultati delle ricerche più serie condotte su questo argomento, son tutte fandonie. Anche io ho provato a spulciare le ricerche, scoprendo che gli studi più accreditati bocciano i falsi miti che circolano su acqua, bellezza e salute. Bisogna sfatare l’idea che più acqua si beve, meglio è. Si tratta di una favola metropolitana falsa e anche dannosa perché di acqua ci si può anche intossicare. È una patologia rara, è vero, ma non quanto si crede: chi soffre di alcune patologie epatiche e renali, chi consuma alcune droghe come MDMA ed ecstasy e chi si dedica – per passione o professione – a sport di endurance ne soffre con pericolosa frequenza. Uno studio del 2005, condotto da un’équipe di medici americani e pubblicato sul New England Journal of Medicine, ha calcolato che circa 1/6 dei maratoneti che hanno gareggiato a Boston quell’anno ha sviluppato un certo grado di iponatremia, ovvero eccessiva diluizione del sangue, causata dall’assunzione di troppo acqua. E allora? Quanta acqua dobbiamo bere ogni giorno? Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima rispondere a un altro quesito. Quanta acqua perdiamo ogni giorno? Consumiamo più di un litro d’acqua attraverso la respirazione e la traspirazione e un altro litro e mezzo attraverso urina e feci. Le perdite d’acqua aumentano quando si suda e nei casi di vomito o dissenteria. I fisiologi calcolano che in condizioni di riposo, a una temperatura esterna di circa 18-20°C, perdiamo circa 1 ml d’acqua al minuto; se poi pratichiamo un’intensa attività fisica o fa molto caldo, le perdite possono balzare a 14-17 ml al minuto. Ovviamente, per mantenersi in salute, il corpo umano ha bisogno di un costante equilibrio tra l’acqua persa e quella assunta. Il fabbisogno giornaliero d’acqua varia da persona a persona e dipende dal clima o dall’ambiente esterno, dall’eventuale attività sportiva e dalle condizioni generali dell’organismo. Si legge o si sente dire in giro che bisogna bere ogni giorno almeno 8 bicchieri, corrispondenti a circa 2 litri: lo dice la pubblicità, molti lo ripetono e talvolta lo consigliano anche certi medici, ma non è vero.
Heinz Valtin, fisiologo americano della Dartmouth Medical School (New Hampshire) ha dimostrato in un famoso studio del 2002, che la tesi degli 8 bicchieri o 2 litri al giorno manca completamente di prove scientifiche a sostegno. E non solo: Valtin ha anche smascherato altri diffusi e falsi miti che circolano sul tema, come l’idea che in un adulto sano lo stimolo della sete giunga sempre troppo tardi, quando si è già disidratati, o che il colore scuro delle urine indichi disidratazione. Secondo una ricerca condotta nel 2005 da Michael Sawka, Samuel Cheuvront e Robert Carter dell’Istituto di ricerche mediche dell’US Army (Human Water Needs) e in base allo studio, datato 2010, di due medici olandesi, A.J. Meinders e A.E. Meinders, l’assunzione giornaliera di acqua dovrebbe attestarsi in media sui 3-3,7 l per un uomo adulto e sui 2,2-2,7 l per una donna adulta; tuttavia, per valutare se si introduce nell’organismo la giusta quantità d’acqua, occorre calcolare anche tutta quella presente nel cibo. Questa è, in effetti, la verità: come sottolinea la nutrizionista canadese Susan Barr, docente presso l’Università della British Columbia, le persone sane assumono una buona percentuale d’acqua attraverso sia i cibi solidi sia le bevande come tè, latte, succhi di frutta, caffé, minestra o birra. Secondo l’American College of Nutrition, la maggior parte dell’acqua di cui abbiamo bisogno è contenuta nei cibi come frutta e verdura fresche; quindi, chi è sano e segue una corretta alimentazione, non deve affatto sentirsi in colpa se beve meno dei 2 fatidici litri: deve berne di meno. Sforzarsi di bere tutti i giorni due bottiglie d’acqua di sicuro fa bene ai produttori di minerale. Alla nostra salute non sempre, al nostro portafoglio mai!
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Sabato, 25 Luglio 2020 12:11
10 ALIMENTI PER LA PULIZIA DELLE ARTERIE.
25-07-2020
Le arterie sono vasi sanguigni che trasportano il sangue ricco di ossigeno dal cuore ai diversi tessuti, in tutto il corpo. Ogni arteria è un tubo muscolare composto da tre strati:
• L’intima (strato interno).
• Il supporto (uno strato di muscolo che gestisce l’alta pressione dal cuore).
• L’avventizia (il tessuto connettivo che collega le arterie ai tessuti circostanti).
Le arterie sane hanno pareti interne lisce e lasciano passare il sangue facilmente. Tuttavia, quando la placca si accumula sulle pareti interne, le arterie possono occludersi e inibire il flusso di sangue. La placca è composta da diverse sostanze che circolano nel sangue come grassi, colesterolo, calcio, rifiuti cellulari e fibrina. Le persone che hanno alti livelli di lipoproteine a bassa densità (LDL o colesterolo ‘cattivo’) e bassi livelli di lipoproteine ad alta densità (HDL o colesterolo ‘buono’) hanno un rischio maggiore di sviluppare arterie intasate. Altri fattori di rischio sono la pressione alta, diabete e fumo. Arterie intasate o bloccate, possono portare a diversi problemi di salute come la malattia coronarica, malattia dell’arteria carotidea, arteriopatia periferica, infarto del miocardio (attacco cardiaco) e ictus. Mantenere le arterie sane è molto importante. È possibile farlo seguendo un stile di vita sano e mangiando cibi sani. Molti alimenti sono particolarmente utili per il mantenimento delle arterie pulite e per migliorare la salute del cuore. Di seguito 10 supercibi per la pulizia delle arterie:
1. AGLIO
Un modo semplice per pulire le arterie naturalmente è quello di includere aglio nella dieta. Secondo uno studio condotto presso il Centro di Farmacologia Cardiovascolare a Mainz, in Germania, i ricercatori hanno scoperto che l’assunzione regolare di aglio può aiutare a prevenire l’indurimento dell’aorta. È possibile migliorare la salute delle arterie, riducendo il livello di colesterolo LDL. Mangiare 1-4 spicchi d’aglio crudo al giorno. Includere aglio nelle zuppe, stufati e condimenti per insalata.
2. MELOGRANO
Questo frutto aiuta a pulire le arterie. Secondo uno studio del 2005 pubblicato negli Atti del National Academy of Sciences, gli scienziati ritengono che gli antiossidanti (in particolare vitamina C e polifenoli) contenuti nel melograno, stimolano la produzione di ossido nitrico, che a sua volta aiuta a mantenere le arterie sane. Questo frutto può anche ridurre la formazione della placca già esistente nelle arterie. Si può bere succo di melograno appena estratto o fare macedonie di frutta e frullati con il succo di melograno.
Nota: Poiché il succo di melograno può non essere adatto se si assumono alcuni farmaci, è meglio consultare un esperto prima di utilizzarlo.
3. SALMONE
Il salmone svolge un ruolo chiave nel mantenere le arterie libere da accumulo di placca. È ricco di acidi grassi omega-3, acido docosaesaenoico (DHA) e acido eicosapentaenoico (EPA). Aiuta ad aumentare i livelli di colesterolo HDL, a ridurre i livelli di trigliceridi e diminuire l’infiammazione dei vasi sanguigni e la formazione di coaguli di sangue nelle arterie. Questi acidi grassi possono anche abbassare la pressione sanguigna. L’American Heart Association raccomanda di mangiare 2-3 porzioni di salmone a settimana.
4. CURCUMA
La spezia curcuma è un agente antinfiammatorio potente che può aiutare a mantenere le arterie libere da qualsiasi tipo di blocco. Essa contiene la curcumina, che riduce l’infiammazione, una delle principali cause dell’indurimento delle arterie. Secondo uno studio del 2009 da ricercatori francesi, la curcumina può contribuire a ridurre i depositi di grasso nelle arterie di quasi il 26 per cento. La curcuma è ricca anche di vitamina B6, che è importante per mantenere i livelli di omocisteina ottimali, livelli in eccesso provocano l’accumulo di placca e danni ai vasi sanguigni. Inoltre, la curcuma aiuta a ridurre l’ossidazione del colesterolo e livelli di LDL. Per mantenere le arterie correttamente funzionanti, bere un bicchiere di bevanda vegetale calda e curcuma ogni giorno. Inoltre, includere questa spezia nella vostra cucina.
5. OLIO D’OLIVA
L’ olio d’oliva, in particolare l’olio extra vergine di oliva, fa bene alla salute del cuore. È ricco di antiossidanti chiamati polifenoli, così come di grassi monoinsaturi. La combinazione unica di antiossidanti e grassi sani aiutano a ridurre LDL e migliorare il livello di HDL. Questo a sua volta contribuisce a ridurre l’accumulo di placche nelle arterie. Usare olio extra vergine di oliva per cucinare e per condimenti vari.
6. AVOCADO
Gli studi dimostrano che l’avocado può aiutare a ridurre il colesterolo LDL. Un livello di colesterolo LDL elevato porta ad accumulo di placca lungo le pareti delle arterie. Inoltre, l’avocado può aumentare il livello di HDL nel corpo. Mangiare 1 avocado al giorno per migliorare la salute del cuore.
7. ANGURIA
Un frutto che è utile per la salute delle arterie è l’anguria. In uno studio del 2011 dell’Università del Kentucky, i ricercatori hanno scoperto che l’anguria aiuta a ridurre l’aterosclerosi (accumulo di placca nelle arterie) negli animali. Inoltre, l’aminoacido L-citrullina presente nell’anguria, aiuta a ridurre la pressione sanguigna, dilatare i vasi sanguigni, stimolando la produzione di ossido nitrico. L’anguria modifica i livelli di lipidi nel sangue e riduce l’accumulo di grasso della pancia, che a sua volta riduce i rischi associati con accumulo di placca arteriosa e malattie cardiache. Mangiare una tazza di anguria fresca o bere un bicchiere di succo di anguria ogni giorno, per mantenere le arterie libere da placca e godere di buona salute cardiovascolare.
8. MANDORLE
Le mandorle sono ottime per la salute del cuore, se consumate con moderazione. Uno studio pubblicato nel 2002 dall’American Heart Association Journal, ha rilevato che le mandorle possono ridurre il colesterolo LDL fino al 15 per cento. Questi frutti contengono grassi monoinsaturi che aiutano a ridurre il colesterolo LDL e aumentare i livelli di HDL. Questo a sua volta riduce la possibilità di accumulo di placca nelle arterie. Inoltre, il magnesio presente nelle mandorle previene anche la formazione di placche e mantiene costante la pressione sanguigna. L’American Heart Association raccomanda da 3 a 5 porzioni di mandorle alla settimana.
9. BROCCOLI
I ricercatori dell’Imperial College di Londra sostengono che mangiare almeno 1 tazza di broccoli al giorno può prevenire l’intasamento delle arterie. Questo ortaggio è ricco di sulforafano che aiuta a prevenire la formazione di placche nelle arterie. Inoltre, grazie al loro elevato contenuto di vitamina K, i broccoli impediscono al calcio di danneggiare le arterie. Sono ricchi di fibre e gli studi hanno dimostrato che una dieta ricca di fibre può aiutare a ridurre i livelli di pressione sanguigna e colesterolo.
10. ASPARAGI
Gli asparagi sono un ottimo cibo per la pulizia delle arterie. Essi aiutano a stimolare la produzione del corpo di glutatione, un antiossidante che combatte l’infiammazione e previene l’ossidazione, fattori che possono portare ad arterie intasate o bloccate. Inoltre, contiene acido alfa-linoleico e acido folico che impediscono l’indurimento delle arterie. È possibile utilizzare questa verdura in mille modi, in insalate, zuppe, frittate ecc.
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Sabato, 25 Luglio 2020 12:08
IMMUNITA’ NATURALE DEI BAMBINI: LA LATTOFERRINA FUNZIONA ANCHE CONTRO IL COVID-19.
25-07-2020
Continuano gli studi che stanno valutando le soluzioni migliori per fronteggiare il coronavirus. Ora da un team di clinici di Tor Vergata e della Sapienza arriva una ricerca che è partita dall’analisi dell’immunità naturale dei bambini, scoprendo che la lattoferrina gioca un ruolo importante anche contro Covid-19. Non si conoscono esattamente i meccanismi dell’immunità innata dei bambini, ma quel che è certo è che il sistema di difesa dei piccoli è in grado di rispondere più rapidamente ed efficacemente alle infezioni, grazie all’immunità naturale aspecifica e alla produzione di anticorpi.
La glicoproteina lattoferrina è una componente dell’immunità innata dei bambini. Presente già nel latte materno, questa proteina protegge da una serie di infezioni impedendo a virus, batteri e funghi di riuscire ad entrare nelle cellule respiratorie e intestinali. Proprio partendo da un dato di fatto, ossia che i bambini sono stati i meno colpiti dalla pandemia di coronavirus e, anche se infetti, hanno mostrato generalmente sintomi più blandi, lo studio clinico ha voluto indagare la possibilità di utilizzare la lattoferrina come molecola in grado di trattare i pazienti positivi a Covid-19. Si è pensato dunque di sfruttare le proprietà antivirali e antinfiammatorie di questa molecola in un trial clinico nato dalla collaborazione tra la professoressa Elena Campione, Associato della UOSD di Dermatologia del Policlinico Tor Vergata, il professor Luca Bianchi, Ordinario e Direttore della UOSD di Dermatologia e Massimo Andreoni, Ordinario di Malattie Infettive del PTV.
Lo studio clinico ha preso a campione alcuni pazienti Covid19 paucisintomatici (con pochi sintomi) ed asintomatici a cui è stata somministrata una formulazione liposomiale innovativa di lattoferrina, per uso orale e ed intranasale. E, proprio come si sperava, i risultati sono stati buoni: la somministrazione di lattoferrina ha favorito la remissione dei sintomi (senza effetti avversi) portando ad un tampone negativo dopo 12 giorni di trattamento. Accanto a questo studio clinico, poi, un team coordinato dalla professoressa Piera Valenti, Ordinario di Microbiologia dell’Università La Sapienza di Roma e Membro del Comitato Internazionale sulla Lattoferrina, ha eseguito delle prove in vitro sull’efficiacia antivirale della lattoferrina, dimostrando che questa proteina è in grado di inibire l’infezione da SARS-CoV-2, bloccando le fasi precoci dell’interazione virus-cellula. Lo studio, pubblicato sulla rivista Journal of Molecular Sciences, ha approfondito i meccanismi d’azione della lattoferrina, suggerendo l’utilizzo di quest’ultima non solo nel trattamento dei pazienti positivi al coronavirus paucisintomatici ed asintomatici ma anche in fase preventiva in quanto arma efficace nel controllo del contagio.
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Sabato, 25 Luglio 2020 12:00
LAVARSI REGOLARMENTE I DENTI RIDUCE DEL 50% IL RISCHIO DI CANCRO ALLA GOLA.
25-07-2020
Lavarsi i denti regolarmente potrebbe aiutare a scongiurare il cancro. Secondo uno studio americano, infatti, le malattie gengivali che conseguono a un non perfetta igiene possono aumentare il rischio di cancro alla gola e allo stomaco di oltre il 50%. E il rischio è ancora più elevato per coloro che hanno precedentemente perso dei denti. A dirlo sono i ricercatori della Harvard T.H. La Chan School of Public Health di Boston, che hanno esaminato i tassi di cancro esofageo (gola) e gastrico (stomaco) in 98.459 donne e 49.685 uomini per un periodo di oltre 20 anni. Già in precedenza era stato scoperto che la malattia gengivale porta a problemi cardiaci quando i batteri si diffondono nel sangue. L’accumulo di batteri nelle gengive, nei denti e nella bocca, cioè, può anche causare infiammazioni che colpiscono principalmente il flusso sanguigno e le arterie. Ora, gli scienziati hanno scoperto che le persone con una storia di malattia gengivale hanno una probabilità fino al 52% più alta di sviluppare un cancro esofageo o gastrico.
Pubblicato su BMJ, lo studio ha analizzato la salute dentale, i dati demografici, lo stile di vita e la dieta utilizzando questionari di follow-up, oltre a una diagnosi di cancro eventualmente auto-riportata e confermata dopo aver esaminato le cartelle cliniche. I risultati hanno mostrato che durante i 22-28 anni di follow-up, ci sono stati 199 casi di carcinoma esofageo e 238 casi di carcinoma gastrico. Le malattie gengivali sono state associate a un aumento del 43% e del 52% del rischio rispettivamente di cancro esofageo e cancro gastrico, mentre i rischi di carcinoma esofageo e gastrico per coloro che avevano perso due o più denti erano anche leggermente più alti – rispettivamente del 42% e del 33%. Perché accade tutto ciò? Una possibile ragione è che una scarsa igiene orale e le malattie gengivali potrebbero favorire la formazione di batteri noti per causare il cancro gastrico, hanno detto gli scienziati. Rimedi? Soltanto una buona igiene orale!
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Sabato, 25 Luglio 2020 11:58
COME RINFORZARE LE UNGHIE CON RIMEDI NATURALI E LOW COST.
25-07-2020
Anche le unghie, come il resto del nostro corpo, sono una parte di noi che ha bisogno di cure e attenzione. Spesso sottovalutate, abbiamo visto come ad esempio possano dirci molto sul nostro stato di salute. Per curarle, non dobbiamo però ricorrere obbligatoriamente a trattamenti costosi o artificiali. Nelle nostre cucine, infatti, esistono diversi ingredienti che possono aiutarci a rinforzare e rendere più belle le nostre unghie in pochi e semplici passi. Eccone alcuni.
LIMONE E OLIO
Uno dei più economici e immediati rimedi naturali utili per rinforzare le nostre unghie è composto da olio e limone. Tutti abbiamo in cucina olio e limone. Ebbene, immergere le dita in una ciotolina in cui sono stati versati questi due ingredienti vi aiuterà a rinforzare e reidratare le unghie. Bastano dieci minuti, due cucchiaini di olio extra vergine d’oliva e il succo di un limone e il gioco è fatto! Questo trattamento può essere effettuato una o due volte a settimana. Negli altri giorni, se soffrite anche di cuticole, potete invece massaggiare le dita con dell’olio, anche quello di ricino, per ammorbidire la pelle e aiutarla a guarire.
PER SBIANCARE LE UNGHIE
Fumo, tinture e altre sostanze possono macchiare le nostre unghie. Per sbiancarle, potete provare a tenere per una ventina di minuti un impacco naturale a base di acqua, sale e qualche goccia di limone. Attenzione: se sono presenti dei taglietti nella pelle, brucerà. In alternativa, potete mescolare insieme due cucchiai di bicarbonato di sodio, 5 gocce di olio essenziale di limone e un cucchiaio di olio di oliva. Massaggiate il composto sulle unghie e lasciate in posa 5-10 minuti un paio di volte a settimana.
BURRO DI KARITE’
Mettete in un piccolo barattolino, magari uno di quelli utilizzati per le creme per il viso per intenderci, del burro di karité. A questo, andrete ad aggiungere qualche goccia di olio essenziale di limone (5-10 gocce in base al quantitativo di burro) e un cucchiaio di olio extra vergine d’oliva. Mescolate bene. In questo modo, creerete una crema idratante e fortificante per le unghie, da massaggiare quotidianamente.
EQUISETO
L’equiseto, oltre a essere un’erba utile a depurare l’organismo, è amico delle unghie, grazie al suo contenuto di sali minerali. Utilizzarla sulle unghie vi consentirà di rinforzarle. Dovete preparare un impacco utilizzando 1 grammo di polvere di equiseto e 1 cucchiaino di miele. Spalmate il composto sulle unghie, lasciate in posa qualche minuto e poi risciacquate con acqua tiepida.
Infine, ricordate che per la salute delle unghie è importante garantire al nostro organismo la corretta idratazione e alimentazione, in modo che non si creino deficienze vitaminiche e minerali che, oltre che sulle normali altre funzioni del corpo, incidano anche sulla bellezza e salute delle unghie. Limitate l’utilizzo di smalti, acetone o altri ingredienti aggressivi.
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Sabato, 25 Luglio 2020 11:55
ECCO I DANNI CAUSATI DALLE LECTINE E LE SOSTANZE NATURALI PER CONTRASTARLE.
25-07-2020
Alimentarsi può e deve restare un piacere. Ma chi può vantarsi di non essere mai soggetto ad allergie o intolleranze alimentari come quelle al glutine, ad alcuni cereali, ad alcuni legumi e latticini? Oppure di non sentire mai la stanchezza e la fatica dopo aver mangiato, avere una cattiva digestione, soffrire di meteorismo, gonfiore e aumento di peso? Tutti questi fenomeni hanno una causa comune: le lectine, proteine che si legano ai carboidrati, che sono la fonte della maggior parte delle allergie alimentari. Il consumo di alimenti troppo ricchi di lectine può causare diarrea, nausea e vomito. Le lectine spesso imitano l’insulina e inviano agli adipociti un segnale di stoccaggio. Esse potrebbero anche indurre una resistenza alla leptina, un ormone che regola i depositi di grasso. In particolare, alcune lectine diffuse, come la gliadina, presenti nel glutine di frumento (ma si trovano anche in altri cereali), sono un fattore scatenante della cascata infiammatoria. Altre lectine squilibrano la flora intestinale. Le lectine di patate e pomodori potrebbero essere la causa dei dolori artritici. Le lectine più nocive stimolano la produzione di poliammine tossiche nell’intestino e riducono pericolosamente l’attività benefica delle cellule natural killer (NK).
Le lectine si trovano praticamente in tutte le forme di cibo e sono, pertanto, impossibili da evitare completamente. Esse non sono facilmente distrutte o eliminate dalle alte temperature e, inoltre, non sono digeribili. Solo il nostro genotipo e il nostro gruppo sanguigno sono in grado di determinare fino a che punto siamo alla mercè delle lectine. Fortunatamente, queste possono essere eliminate dal tratto digestivo da sostanze che hanno la proprietà di legarsi ad esse prima che attacchino i loro obiettivi:
• La N-acetilglucosamina (NAG) e il più abbondante dei mucopolisaccaridi nell’organismo, specialmente presente nel sistema digestivo e nelle articolazioni. Ha la particolarità di chelare le lectine del grano che causano l’ipersensibilità intestinale, consentendo così la protezione dallo stress digestivo che inducono.
• L’estratto dell’alga Fucus vesiculosus è ricco di fucosio che si attacca ai batteri e lieviti che sono la fonte di disturbi digestivi.
• Il D-mannosio è uno zucchero benefico che ha la specificità di attaccarsi alle lectine di Escherichia coli per neutralizzarle e assicurare l’assenza di problemi durante la minzione.
• L’aminoacido L-glutammina è la fonte principale di energia per le cellule della mucosa intestinale, sia per la loro manutenzione che riparazione.
• La curcumina consente di contenere specificatamente l’infiammazione della sfera intestinale, a breve e lungo termine.
• Gli arabinogalattani del larice sono una fonte importante di fibre a effetto prebiotico. La loro indicazione principale è la protezione del colon: diverticolosi, sindrome del colon irritabile, ma anche il morbo di Crohn e la colite ulcerosa.
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