Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

06-08-2016

Il mirtillo rosso americano è una pianta sempreverde, che cresce spontanea negli Stati Uniti e in gran parte del Canada. Questo frutto era già noto agli indiani nativi del Nord America e ha sempre accompagnato la storia della medicina popolare americana per le proprietà astringenti e diuretiche. Il mirtillo rosso è ricco di vitamina C, acidi organici e composti fenolici, tra cui flavonoidi e proantocianidine. A questi ultimi composti è attribuita attività antiossidante (che svolge azione protettiva a livello cardiovascolare) e antimicrobica. Nonostante la maggior parte degli studi sia stata condotta utilizzando succo di mirtillo rosso, un recente studio canadese ha dimostrato che anche sotto forma di integratore il mirtillo rosso è in grado di svolgere le sue proprietà salutari.

TRATTAMENTO E PREVENZIONE DELLE INFEZIONI DELLE VIE URINARIE

In numerosi studi la somministrazione di mirtillo rosso ha mostrato la capacità ridurre in maniera statisticamente significativa l’incidenza delle infezioni delle vie urinarie. In uno studio alcuni ricercatori hanno osservato 39 donne (18-39 anni) con infezione urinaria da Escherichia coli, che mostravano resistenza agli antibiotici, raccogliendo campioni di urina prima e dopo l’assunzione di mirtillo rosso. Al termine dello studio è stata dimostrata la capacità di ridurre l’adesione dei batteri, compresi i ceppi resistenti, alla parete della vescica nell’80% dei soggetti. In un altro studio in doppio cieco durato 6 mesi, condotto su 153 donne anziane a cui era stato somministrato mirtillo rosso, è stata osservata la riduzione del 50% dei batteri e leucociti nelle urine. In un altro studio su 60 soggetti, l’assunzione di mirtillo ha mostrato l’eliminazione dell’infezione nel 73% dei soggetti, mentre in altri studi è stato osservato l’effetto preventivo di questo frutto nei confronti delle infezioni delle vie urinarie. L’assunzione di mirtillo rosso rappresenta un efficace rimedio sia nei casi di infezioni croniche del tratto genitourinario, che nei casi in cui sia necessaria una terapia di mantenimento per la prevenzione delle infezioni e dei disturbi ad essi correlati.

INFEZIONI DA HELICOBACTER PYLORI

Il mirtillo rosso sembra svolgere un ruolo anche nella prevenzione dell’infezione da Helicobacter pylori. Questo frutto è particolarmente ricco di vitamina C, acidi organici e composti fenolici, tra i quali le proantocianidine. A questi ultimi composti è attribuita l’attività antimicrobica che in recenti studi ha mostrato proprietà salutari nei confronti delle infezioni delle vie urinarie e da Helicobacter pylori. Il meccanismo d’azione osservato consiste nella capacità del mirtillo rosso di inibire l’adesione dei batteri alle cellule della mucosa gastrica. In un recente studio in doppio condotto presso l’università di Tel Aviv, 177 pazienti affetti da ulcera da H. pylori sono stati divisi in due gruppi: il 1° ha ricevuto mirtillo rosso e la consueta terapia per l’eradicazione, mentre l’altro gruppo la terapia farmacologica e un placebo. Al termine dello studio è stato osservato che il 95% dei soggetti appartenenti al gruppo che aveva assunto mirtillo rosso era guarito, contro l’86% di quelli che avevano assunto il placebo.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9627085

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12121581

05-08-2016

“Il lavoro fa male, lo dicono tutti”, era il verso di una canzone degli anni Novanta, ipotesi più o meno confermata da una serie di disturbi legati alla troppa attività lavorativa. Oggi però arriva l’ennesimo campanello d’allarme. Secondo uno studio del Mit, Massachusetts Institute of Technology di Boston, pubblicato sulla rivista Cell Metabolism, lavorare nelle ore notturne potrebbe aumentare il rischio di insorgenza di tumore, perché spezzare il naturale ritmo di sonno-veglia manderebbe in tilt l’orologio biologico. Le alterazioni del ciclo avrebbero, dunque, degli effetti negativi di lungo periodo sull’organismo dei lavoratori, come un maggior rischio di malattie cardiovascolari e oncologiche, che aumenta in modo proporzionale al numero di anni spesi adottando ritmi sfasati.
Sotto accusa è la luce che colpisce la retina e manda un segnale al cervello, nella regione del nucleo soprachiasmatico, dove risiedono gli “ingranaggi” dell’orologio biologico da cui partono i segnali che regolano le “lancette” in ogni cellula del corpo. "La luce è come un pulsante di reset che azzera l’orologio: quando si perde questo segnale, si perde il ritmo naturale in tutte le cellule dell’organismo", spiega Thales Papagiannakopoulos, coordinatore dello studio. A perdere il ritmo, si legge nello studio, sono i geni "lancetta" Bmal1 e Per2 che secondo il ricercatore, "se vengono distrutti in tutte le cellule del corpo, il segnale luminoso che si riceve normalmente non provoca più alcun effetto. E' come prendere un martello molecolare e rompere l'orologio". I risultati dei test sono stati confermati anche dall’analisi di biopsie prelevate da pazienti con tumore del polmone: nelle cellule malate, i geni Bmal1 e Per2 sono molto meno attivi rispetto alle cellule sane.

 

http://www.cell.com/cell-metabolism/fulltext/S1550-4131%2816%2930312-6

Venerdì, 05 Agosto 2016 05:03

RIDURRE IL COLESTEROLO CON I FUNGHI.

05-08-2016

Quando la colesterolemia si avvicina ai livelli di guardia, oltre i 200, non sarebbe una cattiva idea fare dei funghi il proprio contorno abituale. Negli anni Settanta e Ottanta vari studi condotti in Giappone sull'uomo e sugli animali dimostrarono che una delle sostanze contenute nei funghi Shiitake, l'eritadenina, induceva un abbassamento del livello di colesterolo. Più recentemente alcuni ricercatori slovacchi hanno scoperto che somministrando ai topi una dieta comprendente il 5 per cento di funghi secchi (Pleorotus ostreatus), era possibile ridurre la colesterolemia del 45 per cento anche se per il resto i topi venivano nutriti con cibi ad alto contenuto di colesterolo. I ricercatori non hanno ancora stabilito la quantità di funghi necessaria per ottenere lo stesso effetto nell'uomo, ma convengono sul fatto che un paio di questi saporiti bocconcini al giorno certamente non possono far male e possono anzi aiutare ad abbassare il colesterolo.

05-08-2016

Il professor Daniel J. Levitin del Dipartimento di Psicologia della McGill University, insieme al suo team di ricercatori, ha condotto una revisione sistematica passando in rassegna ben 400 studi incentrati sulla ricerca in neurochimica della musica. Grazie a questo suo lavoro, il prof. Levitin è riuscito a dimostrare che suonare e ascoltare musica ha evidenti e significativi benefici per la salute mentale e fisica. A livello fisico, per esempio, la musica è stata trovata migliorare le funzioni del sistema immunitario con un aumento sia dell’immunoglobulina A (un anticorpo che gioca un ruolo critico nell’immunità), e del numero delle cellule Natural Killer - o linfociti. Ad altri livelli, si è scoperto che riduce i livelli di stress e i livelli del cortisolo (l’ormone dello stress). Ma non solo: la musica è risultata più efficace nel ridurre l’ansia prima di un intervento chirurgico, che non i farmaci. E, infine, nel promuovere la produzione dell’ormone ossitocina - l’ormone dell’amore, felicità o appagamento.
«Abbiamo trovato prove convincenti che gli interventi con la musica possono svolgere un ruolo di assistenza sanitaria in contesti che vanno dalle sale operatorie alle cliniche famigliari - spiega nella nota McGill il professor Levitin. Ma, ancora più importante, siamo stati in grado di documentare i meccanismi neurochimici in quattro ambiti su cui la musica ha un effetto: gestione dello stato d’animo, dello stress, dell’immunità e come aiuto nei legami sociali». In sostanza, la musica si è dimostrata vincente su più e più fronti, attestandosi a vera e propria forma d’arte benefica, piuttosto che un semplice intrattenimento. L’importante però è che si tratti di “vera” musica, perché in giro di spazzatura ce n’è davvero tanta.

 

https://www.mcgill.ca/newsroom/channels/news/major-health-benefits-music-uncovered-225589

05-08-2016

In uno studio su più di 5.000 persone, i ricercatori della Brigham and Women Hospital hanno scoperto che una maggiore assunzione di frutta a guscio come le noci, è associata a livelli più bassi di biomarcatori di infiammazione, una scoperta che potrebbe aiutare a spiegare i benefici per la salute delle noci. ”Diversi studi hanno sempre sostenuto un ruolo protettivo delle noci contro i disturbi cardiometabolici come le malattie cardiovascolari e il diabete di tipo 2 e sappiamo che l’infiammazione è un processo chiave per lo sviluppo di queste malattie”, ha detto l’autore della ricerca Ying Bao, un epidemiologo nella divisione di Medicina della BWH. “Il nostro nuovo lavoro suggerisce che le noci possano esercitare i loro effetti benefici in parte riducendo l’infiammazione sistemica”. In precedenza Bao ed i suoi colleghi hanno osservato un’associazione tra maggiore consumo di noci e riduzione del rischio delle principali malattie croniche, ma pochi studi prospettici di coorte hanno esaminato il legame tra l’assunzione di frutta a guscio e l’infiammazione.
Nel corso di questo studio, il team di ricerca ha eseguito un’analisi trasversale dei dati del Nurses ‘Health Study, che comprende più di 120.000 donne e del the Health Professionals Follow-up Study, che comprende più di 50.000 uomini. Il team ha valutato la dieta con questionari e osservato i livelli di alcune proteine rivelatrici note come biomarcatori in campioni di sangue raccolti dai partecipanti allo studio. I ricercatori hanno misurato tre biomarcatori di infiammazione: proteina C-reattiva (CRP), l’interleuchina 6 (IL-6) e il tumor necrosis factor receptor 2 (TNFR2). Dopo aggiustamento per età, storia medica, stile di vita e altre variabili, i ricercatori hanno trovato che i partecipanti che avevano consumato cinque o più porzioni di frutta secca a settimana avevano più bassi livelli di CRP e IL-6 rispetto a quelli che avevano consumato poche noci o non le avevano consumate quasi mai. Arachidi e noci contengono un numero importante di componenti salutari come magnesio, fibra, L-arginina, antiossidanti e acidi grassi insaturi come l’acido α-linolenico. I ricercatori non hanno ancora individuato quale di questi componenti o se la loro combinazione offre una protezione contro l’infiammazione. “Molto resta ancora sconosciuto su come la nostra dieta influenza l’infiammazione e, a sua volta, il nostro rischio di malattia”, ha detto Bao. “Ma il nostro studio sostiene un ruolo salutare complessivo delle noci nella dieta e suggerisce che attraverso la riduzione dell’infiammazione, offrono benefici contro le malattie cardiometaboliche”.

 

http://ajcn.nutrition.org/content/early/2016/07/26/ajcn.116.134205

04-08-2016

La toilette è il luogo che per antonomasia si ritiene essere un bacino di germi e batteri. Ma ci sono anche altri luoghi che possono farle una degna concorrenza: uno di questi pare sia la borsetta femminile che, secondo una recente ricerca, è spesso abitata da inquilini poco graditi e potenziale causa di infezioni. Gli esperti, dopo aver constatato che le borse delle donne sono spesso contaminate da un discreto numero di batteri dei più diversi tipi, consigliano di lavarsi le mani ogni qualvolta le si infilano dentro per prendere qualcosa. Ma c’è di più: a essere contaminati, altrettanto spesso, sono i prodotti di bellezza in esse contenuti come, per esempio, le creme per il viso o le mani, i rossetti. Va da sé, che utilizzare un rossetto infettato, passandolo sulle labbra, è un modo assai certo di potersi incidentalmente infettare.
Ad aver scoperto che le borse delle donne sono degli incubatori di germi viaggianti sono stati i ricercatori della Initial Washroom Hygiene, i quali hanno eseguito dei tamponi per l’analisi batteriologica di un certo numero di borsette. L’esame dei tamponi ha permesso di scoprire che tutte le borse in misura minore o maggiore erano contaminate, tuttavia il 20 per cento delle borse presentava livelli di contaminazione batterica piuttosto elevati. Secondo la CBS, le zone più contaminate erano quelle in cui vi erano riposti il telefono cellulare, e quelle dei cosmetici con crema viso e mani al primo posto per contaminazione, seguite da rossetto e mascara. Tra i diversi tipi di borsa, le più contaminate erano quelle di cuoio o pelle – trovate essere le più ricche di germi patogeni. Quelle in tessuto spugnoso, infine, sono state giudicate essere il perfetto terreno di coltura batterica. Insomma, un oggetto di uso comune che si tende a non prendere in considerazione quale potenziale bacino di infezione può invece essere il motivo per cui una persona si ammala, senza magari comprenderne il perché.

 

http://www.cbsnews.com/news/handbags-may-contain-more-germs-than-average-toilet-flush/

03-08-2016

La combinazione di due composti vegetali che hanno proprietà medicinali - curcumina e silimarina - mostra efficacia nel trattamento del cancro al colon, secondo la ricerca condotta dalla Saint Louis University, pubblicata nel numero del 23 giugno del Journal of Cancer. La curcumina è l’ingrediente attivo nella spezia curcuma, mentre la silimarina è un composto bioattivo del cardo mariano, comunemente usato come un supplemento di protezione contro le malattie del fegato. ”Abbiamo studiato gli effetti antiproliferativi della curcumina da sola, della silimarina da sola e la combinazione di curcumina e silimarina utilizzando linee cellulari di cancro del colon (DLD-1, HCT116, LoVo). La curcumina ha inibito la proliferazione delle cellule del cancro al colon in un modo concentrazione-dipendente, mentre la silimarina ha mostrato significativa inibizione solo alle più alte concentrazioni valutate. Abbiamo trovato effetti sinergici quando le cellule tumorali del colon sono stati trattate con curcumina e silimarina insieme. Il trattamento di combinazione ha portato all’inibizione della proliferazione delle cellule del cancro al colon e una maggiore apoptosi rispetto alle cellule trattate con i singoli composti“, ha detto Uthayashanker Ezechiele, Professore associato di Scienze Biomediche alla Saint Louis University. “I composti fitochimici possono offrire approcci terapeutici alternativi ai trattamenti contro il cancro al colon, senza creare problemi di tossicità e gli effetti collaterali causati dalla chemioterapia”, ha aggiunto il ricercatore.
Il tasso di incidenza del cancro e di altre malattie croniche è stato associato con la scarsa assunzione di cibi sani, come frutta e verdura e con il consumo di diete occidentali ricche di alimenti trasformati e carne. Diversi studi scientifici ed epidemiologici hanno mostrato una forte associazione tra cancro del colon e fattori dietetici. Il cancro colorettale è il terzo tumore più comune con quasi 1,4 milioni di nuovi casi nel 2012. Un recente studio prevede che entro il 2030, la popolazione di età compresa tra 20-34 anni vedrà i tassi di cancro del colon aumentare del 90% e di cancro del retto aumentare del 124%. Solo il 5 e il 10% dei tumori del colon sono dovuti a predisposizione genetica; gli altri sono dovuti a dieta e abitudini di vita. Quindi cambiare dieta e abitudini di vita ha un grande potenziale per ridurre l’incidenza del cancro del colon-retto. Frutta, verdura e spezie contengono una grande varietà di sostanze fitochimiche che possono offrire protezione contro il cancro al colon. Esposizione occasionale di cellule del colon ad un singolo composto fitochimico può essere insignificante. Tuttavia, le combinazioni di sostanze fitochimiche possono fornire effetti additivi o sinergici e hanno efficacia a basse dosi che li rende potenti per prevenire o eliminare i due punti fondamentali di sviluppo del cancro: iniziazione e/o progressione del cancro. Molte piante medicinali utilizzate, non hanno effetti collaterali e i composti fitochimici da esse derivati esibiscono notevoli proprietà antitumorali. Gli studi hanno dimostrato che le sostanze fitochimiche, come la curcumina, la genisteina, acido ellagico, silimarina e isotiocianati, mostrano proprietà di radiosensibilizzazione e proprietà di chemiosensibilizzazione. I composti fitochimici derivati da piante offrono sicurezza e non hanno gravi effetti collaterali. Inoltre, un singolo fitochimico ad alta concentrazione può presentare attività antitumorale. Grazie alla combinazione di due sostanze fitochimiche, è stata trovata attività antitumorale a dosi molto più basse. 
Anche se la ricerca è solo uno studio preliminare sulle cellule di cancro al colon, è necessaria più ricerca per verificare se i composti utilizzati sono un trattamento efficace per le persone, offrendo risultati promettenti: l’uso di questi composti fitochimici possono aiutare a prevenire il cancro al colon che spesso è causato da fattori di stile di vita, come la dieta. ”Abbiamo bisogno di indagare l’impatto della curcumina e della silimarina sull’espressione e trascrizione genica che portano le cellule a modificarsi e sviluppare il cancro. Quindi i composti saranno studiati in un modello animale prima e poi nell’uomo”. “Le concentrazioni di curcumina e silimarina troppo elevate potrebbero essere dannose per le persone”, ha aggiunto il ricercatore. “Abbiamo ancora molto da imparare, e per ora, è molto più sicuro aggiungere un pò di curcuma ai vostri alimenti piuttosto che assumere alte dosi del composto”.

 

http://www.jcancer.org/v07p1250.htm

03-08-2016

Il Tamoxifen è un farmaco che si lega ai recettori degli estrogeni. Di conseguenza si pensava che avrebbe potuto impedire che un eccesso di estrogeni si legasse ai recettori, e quindi impedire la formazione del cancro. Si prescrive generalmente alle donne ad alto rischio per impedire il cancro mammario e solitamente si prende per cinque anni. Al contrario, si è scoperto che il Tamoxifen provoca il cancro. Secondo uno studio pubblicato sull’International Journal of Gynecological Cancer, il trattamento del cancro al seno con tamoxifen comporta un rischio aumentato di incidenza e mortalità per cancro uterino. Questo è solo uno di vari studi pubblicati, suscitante serie inquietudini circa il rischio aumentato di cancro uterino per le donne che assumono tamoxifen come farmaco per prevenire il cancro. Malgrado queste preoccupazioni, il tamoxifen è ancora sul mercato.

COMMENTO

Non solo è ancora sul mercato ma dagli oncologi è considerata un’eresia da denunciare pesantemente all’ordine dei medici il suo mancato uso protocollare! Il metodo medico tradizionale per il trattamento del cancro è basato sul profitto, non sulla sicurezza né sull’efficacia. E questo è un dato di fatto dimostrabile. Mettiamo insieme una piccola manciata dei numerosi farmaci mortali convenzionali sul mercato per il cancro ed avremo ottenuto uno dei migliori protocolli terapeutici conosciuti. I prezzi per le nuove terapie del cancro sono saliti alle stelle. I costi dei farmaci anticancro sono aumentati quasi del 16 per cento nel 2011, mentre altri farmaci di prescrizione hanno avuto una media di aumento dei prezzi del 3 per cento. Ma sono validi? Il fatto è che spesso, questi farmaci costosi danno ai pazienti appena qualche mese in più di vita e a volte li uccidono prematuramente. Diamo un’occhiata a questi esempi:

• AVASTIN: Avastin, usato per trattare il cancro colorettale, aveva un costo di 50.000 dollari all’anno. Tuttavia, una volta approvato per trattare anche il cancro polmonare e del seno, la Genentech annunciava una nuova modifica dei prezzi: 100.000 dollari all’anno, anche se può prolungare la vita non più di alcuni mesi.

• ERBITUX: Un’altro farmaco per il cancro colorettale, con un costo di quasi 10.000 dollari al mese, anche se non esiste un singolo studio che dimostri che aiuti i pazienti con cancro colorettale a vivere più a lungo.

• EVISTA (Raloxifene): Questo farmaco della Eli Lilly è usato per impedire di un terzo il cancro al seno come descritto in uno studio effettuato su più di 10.000 donne in postmenopausa. Il costo reale? Un aumento del 50% di rischio di ictus fatali e trombosi. Ironicamente, in passato Evista è stato venduto come farmaco per l’osteoporosi e pubblicizzato illegalmente per trattare le malattie cardiovascolari nel 2002.

• GLEEVEC: Venduto anche come Glivec. Questa farmaco per il cancro, usato per trattare la leucemia, purtroppo uccide anche le cellule del muscolo cardiaco, con conseguente scompenso cardiaco congestizio fatale.

• ABRAXANE: La nuova versione di un vecchio farmaco per il cancro, Taxol, costa 4.200 dollari per dose. La più vecchia versione, che ha effetti simili, costa 25 volte meno.

I sacrifici finanziari che potreste fare per permettervi un farmaco per il cancro “miracoloso” possono diventare devastanti. Quello che dovete sapere è che questi farmaci esorbitantemente costosi non curano in alcun modo, o forma, la causa del problema e le ditte farmaceutiche guadagnano miliardi di dollari su questo inganno. Sembra che più la malattia sia seria e a rischio di vita, più costosi debbano essere i farmaci. L’ex redattore del New England Journal of Medicine, il Dott. Marcia Angell, riassume brillantemente la situazione: “realmente si sta sfruttando la disperazione della gente affetta da una malattia cronico degenerativa”.

 

http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1525-1438.2007.01025.x/abstract?systemMessage=Wiley+Online+Library+will+be+unavailable+on+Saturday+30th+July+2016+from+08%3A00-11%3A00+BST+%2F+03%3A00-06%3A00+EST+%2F+15%3A00-18%3A00+SGT+for+essential+maintenance.Apologies+for+the+inconvenience.

http://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2007/10/23/shocking-revelation-this-cancer-drug-causes-cancer.aspx

Mercoledì, 03 Agosto 2016 05:38

10 SOSTANZE PER VIVERE IN SALUTE NEGLI ANNI.

03-08-2016

1. MIRTILLI

Contengono potenti antiossidanti che aiutano a prevenire le patologie connesse all'invecchiamento. Sono ottimi per proteggere la vista e per prevenire le malattie dell'occhio come la degenerazione maculare e la cataratta.

2. SEMI DI SEDANO

I semi di sedano possono aiutare ad alleviare il dolore e l'infiammazione nei casi di artrite. L'erba contiene infatti più di una dozzina di sostanze antinfiammatorie, come il composto inibitore COX-2 che agisce con un meccanismo simile al medicinale Celebrex, un derivato dell'aspirina, molto meno tossico per lo stomaco.

3. AGLIO

L'uso regolare di aglio può contribuire nella prevenzione di malattie cardiache, abbassando la pressione sanguigna e il colesterolo totale, innalzando i livelli di colesterolo buono (HDL) e inibendo la formazione di trombi che causano attacchi cardiaci. Ha anche proprietà antimicrobiche: un valido aiuto all'organismo nella lotta contro virus, batteri e funghi.

4. ECHINACEA

Nonostante recenti dibattiti abbiano messo in discussione l'efficacia di questa pianta, sono numerosissimi gli studi chimici e clinici che hanno dimostrato come l'echinacea promuova il sistema immunitario, riducendo la durata e la gravità dei sintomi di raffreddore e influenza.

5. BIANCOSPINO

Il biancospino ha una lunga storia per la sua azione lenta, ma efficace come tonico in grado di rinforzare il cuore e migliorare la salute dell'intero sistema cardiocircolatorio. Numerosi studi clinici hanno dimostrato la capacità di quest'erba di normalizzare gradualmente le funzioni del cuore dopo un collasso. I principi attivi sono presenti sia nelle bacche sia nei fiori.

6. GINKGO BILOBA

La principale proprietà benefica del ginkgo consiste nel migliorare la circolazione del sangue, in modo particolare a livello cerebrale e alle estremità. Gli studi hanno sottolineato l'efficacia di quest'erba nel rallentare l'Alzheimer nelle prime fasi della malattia. Il ginkgo è altresì utile nel prevenire attacchi cardiaci, degenerazione maculare, ronzio auricolare e certi tipi di impotenza.

7. CARDO MARIANO

Il cardo mariano è un'erba davvero potente, la cui efficacia nella protezione del fegato è confermata sia dalla tradizione popolare sia da numerosi studi clinici. Si comporta come una vera e propria guardia del corpo a difesa del fegato contro cirrosi ed epatiti. Sembra inoltre da recenti ricerche che sia in grado di prevenire tumori, diabete del tipo 2, e sindrome X, o sindrome da insulino-resistenza, oltre a combattere gli effetti dovuti all'inquinamento, all'abuso di alcol e di farmaci.

8. IPERICO

Il morale alto è una delle chiavi per vivere a lungo; la depressione cronica inibisce il sistema immunitario, aumentando il rischio di incorrere in numerose patologie. L'iperico, o erba di San Giovanni, è stata utilizzata per secoli per migliorare l'umore; ora la scienza moderna riconosce questa pianta come un valido aiuto nel trattare le depressioni di lieve entità.

9. SERENOA (SAW PALMETTO)

E' una delle erbe più studiate. Da 400 anni si usa contro l'enuresi, l'atrofia dei testicoli, e l'infiammazione e l'ingrossamento della prostata, oltre che come mite afrodisiaco per l'uomo. Le donne hanno usato le bacche per trattare la sterilità, mestruazioni dolorose e problemi di lattazione.

10. CURCUMA

Nella medicina ayurvedica la curcuma è stata utilizzata per secoli per alleviare le patologie connesse a processi infiammatori quali borsiti, artriti e tendiniti. Studi clinici hanno dimostrato la sua efficacia non solo come potente antinfiammatorio, ma anche per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue e come valido aiuto per il fegato.

Mercoledì, 03 Agosto 2016 05:37

NEWS ALLA RINFUSA.

03-08-2016

- 2.000 è il numero approssimativo di tazze di tè che un inglese beve in un anno. In Italia se ne bevono circa 75-80.

- L'iperico come antidepressivo avrebbe effetti collaterali solo nel 19,8% dei casi contro il 52,8% degli antidepressivi chimici. L'80% dei pazienti depressi curati con l'iperico presenta un miglioramento in solo 4 settimane.

- Oggi meno del 10% delle specie vegetali del pianeta è stato studiato seriamente.

- 3/4 dei farmaci che vengono consumati nel mondo occidentale sono derivati dalle piante.

- Secondo alcune ricerche condotte sui topi dall'Università del New Jersey e dal Japan National Cancer Research Institute, il consumo quotidiano di tè verde arresterebbe l'87% dei tumori della pelle, il 58% dei tumori allo stomaco e il 56% di quelli ai polmoni.

- Secondo l'OMS, circa i due terzi della popolazione mondiale ricorrono alle piante per curarsi.

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