Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

07-07-2018

I bambini che mangiano dolci e cioccolato ogni giorno è più probabile che diventino violenti da adulti. Uno studio a cui hanno fa partecipato 17.500 persone è il primo ad esaminare gli effetti della dieta durante l’infanzia in relazione alla violenza dell’adulto. Esso ha scoperto che gli individui che mangiavano dolci giornalmente all’età di 10 aveva sensibilmente più probabilità di essere condannati per un crimine violento a partire dai 34 anni. Alcuni ricercatori hanno suggerito che i dolci conducono a una forma di dipendenza a determinati additivi chimici che possono contribuire all’aggressività nell’adulto.

 

http://news.bbc.co.uk/2/hi/health/8281147.stm

Lunedì, 02 Luglio 2018 17:36

CANCRO: LA VITAMINA D E’ LA CHIAVE.

05-07-2018

I ricercatori che studiano gli effetti preventivi della vitamina D sul cancro hanno proposto un nuovo modello di sviluppo tumorale che si basa sulla perdita di capacità delle cellule tumorali di attaccarsi insieme. Il modello, detto DINOMIT, differisce da quello più vecchio che suggerisce come punto eziologico principale di sviluppo tumorale le mutazioni genetiche. “Il primo evento nello sviluppo del cancro è la perdita di comunicazione fra le cellule dovuto, tra l’altro, a bassi livelli di vitamina D e calcio”, ha detto l’epidemiologo Cedric Garland. “Questa perdita può svolgere un ruolo chiave nel cancro interrompendo la comunicazione fra le cellule che è essenziale per la salute delle cellule, permettendo che le cellule tumorali più aggressive si sviluppino”. Garland suggerisce che tale disfunzione cellulare potrebbe rappresentare la fase più iniziale di molti tumori. Le teorie precedenti che collegano la vitamina D a determinati tumori, sono state esaminate e confermate da più di 200 studi epidemiologici e la comprensione della relativa base fisiologica deriva da più di 2.500 studi di laboratorio. Ogni lettera in DINOMIT corrisponde ad una fase differente di sviluppo del cancro, Disjunction, Initiation, Natural selection, Overgrowth of cells, Metastasis, Involution, and Transition. Anche se non c’è ancora una prova scientifica definitiva, Garland suggerisce che gran parte del processo evolutivo nel cancro potrebbe essere arrestato in fase iniziale mantenendo a livelli ottimali la vitamina D. 
Secondo un altro studio, mantenere ottimale “la vitamina del sole” può anche aiutare a rimanere mentalmente sani durante l’invecchiamento. I ricercatori hanno confrontato le prestazioni cognitive di più di 3.000 uomini dai 40 ai 79 anni trovando che quelli con bassi livelli di vitamina D risultavano meno brillanti nell’effettuare un’operazione studiata per verificare l’agilità mentale. I ricercatori non sanno esattamente come vitamina D e agilità mentale possono essere collegati, ma l’ipotesi è che la vitamina possa aumentare una ben precisa attività ormonale, o potrebbe avere un effetto protettivo sui neuroni del cervello.

 

http://www.sciencedaily.com/releases/2009/05/090522081212.htm

http://www.eurekalert.org/pub_releases/2009-05/uoc--nms052009.php

04-07-2018

L’Alzheimer è una delle malattie ancora poco conosciute. Ad oggi, un recente studio, rivela che il magnesio potrebbe essere un nutriente utile nella lotta contro la malattia. Infatti, nella sua forma chimica, questo può alleviare il declino cognitivo e ridurre l’accumulo di placche di proteine tossiche per il nostro cervello. Lo studio è stato condotto dai ricercatori cinesi guidati da Pu Wang, del Dipartimento di Scienza della Vita e Salute di Shenyang a Liaoning. Pubblicato sulla rivista The Faseb Journal, lo studio ha visto come protagonisti alcuni topi malati di Alzheimer. A questi è stato somministrato il magnesio L-treonato e dai risultati è stato mostrato che, questo ha diminuito le conseguenze tragiche della malattia. Ancora sconosciute le modalità di penetrazione nel cervello, ma sicuramente è un elemento più facile da reperire e acquistare.

 

http://www.eurekalert.org/pub_releases/2015-12/foas-mis120115.php

http://www.sciencedaily.com/releases/2015/12/151201115043.htm

http://www.fasebj.org/content/29/12/5044

04-07-2018

Il coenzima Q10 (CoQ10), o ubichinone, è un cofattore che svolge un ruolo primario nel metabolismo energetico cellulare. Costituente essenziale della catena respiratoria mitocondriale, è un potente antiossidante che inibisce la perossidazione lipidica. Ridotti livelli plasmatici di CoQ10 sono stati associati a forme di cardiomiopatia e di scompenso cardiaco congestizio e a malattie neurodegenerative (Alzheimer, Parkinson), in cui il ruolo del CoQ10 appare in stretta relazione con una ridotta attività antiossidante. È stato anche osservato il suo deficit primario in alcuni tipi di encefalomiopatia mitocondriale.
Il CoQ10 rappresenta una sostanza antiaging che mostra effetti benefici sulla riduzione dei fenomeni dovuti al declino senile naturale. Dati recenti indicano che l’assunzione di statine inibisce la sintesi di coenzima Q10 e pertanto in questo caso se ne consiglia la supplementazione.

MALATTIE CARDIOVASCOLARI

- SCOMPENSO CARDIACO CONGESTIZIO: E' stato osservato che i livelli di coenzima Q10 sono più bassi nei pazienti con scompesno cardiaco congestizio rispetto a quelli sani. La somministrazione di CoQ10 (100-200 mg al giorno per 3 mesi), in associazione con la terapia convenzionale farmacologica, ha mostrato in questi pazienti miglioramenti in alcune misurazioni della funzionalità cardiaca. Una meta-analisi di 8 studi ha osservato gli effetti della supplementazione di CoQ10 nello scompenso cardiaco congestizio: in oltre 350 pazienti la sua somministrazione (che variava tra i 60 e i 200 mg al giorno) ha migliorato numerosi parametri cardiaci di questa condizione.

- INFARTO DEL MIOCARDIO E CHIRURGIA CARDIACA: In alcuni studi su animali un pre-trattamento con il coenzima Q10 ha mostrato la riduzione del danno del miocardio da ischemia-riperfusione. In pazienti in attesa di by pass coronarico, il pre-trattamento con CoQ10 (60-300 mg al giorno) ha fornito benefici nel recupero post-operatorio.

- ANGINA PECTORIS: In 5 piccoli studi placebo-controllo sono stati esaminati gli effetti della supplementazione orale di CoQ10 (60-600 mg al giorno) in aggiunta alla terapia farmacologica per angina pectoris. E' stato osservato il miglioramento della tolleranza all'esercizio fisico e ridotti o rallentati cambiamenti elettrocardiografici da ischemia rispetto ai soggetti placebo.

- IPERTENSIONE: L'aggiunta di 120 mg al giorno di CoQ10 per 8 settimane alla convenzionale terapia in pazienti con ipertensione e malattia coronarica, ha mostrato di ridurre la pressione sanguigna sistolica (12 mm/Hg) e diastolica (6 mm/Hg) rispetto ai soggetti placebo. In pazienti con ipertensione sistolica isolata, la supplementazione di coenzima Q10 (120 mg al giorno) e vitamina E (300 U.I. al giorno) per 12 settimane ha portato alla diminuzione media di 17 mm/Hg della pressione sistolica, rispetto alla sola somministrazione di vitamina E. E in soggetti diabetici, oltre al miglioramento della pressione sanguigna, la somministrazione di CoQ10 ha mostrato un miglior controllo glicemico.

- FUNZIONE DELL'ENDOTELIO VASCOLARE: Anche se sono necessari ulteriori studi, la somministrazione di CoQ10 ha mostrato di migliorare la vasodilatazione endotelio-dipendente in pazienti diabetici e in pazienti con disfunzioni endoteliali.

ATTIVITA' NEUROPROTETTIVA

E' stata studiata la potenziale utilità del coenzima Q10 in alcune malattie degenerative, quali morbo di Parkinson, Alzheimer, sclerosi amiotrofica laterale (SLA) e morbo di Huntington. In particolare nel morbo di Parkinson è stato evidenziato che la somministrazione di almeno 300 mg di questo coenzima è in grado di rallentare il progressivo declino funzionale associato a questa patologia.

INVECCHIAMENTO

Il CoQ10 svolge un importante ruolo nella sintesi dell’ATP, in particolare in qualità di antiossidante. Alcuni studi riportano che i livelli tissutali di coenzima Q10 declinano con l’invecchiamento e pertanto la sua supplementazione potrebbe essere importante durante questo periodo.

EMICRANIA

In uno studio pubblicato su Neurology è stato riportato che la supplementazione con Coenzima Q10 può ridurre la frequenza degli attacchi di emicrania nei soggetti che ne soffrono cronicamente. Questa attività preventiva era già stata osservata in precedenza, mostrando la riduzione degli attacchi mensili.

SINDROME DA AFFATICAMENTO CRONICO (CFS).

Alcuni buoni risultati sono stati osservati nella CFS. Pazienti affetti da questa sindrome, sottoposti a moderato esercizio fisico, sono stati trovati carenti di CoQ10. La somministrazione di 100 mg al giorno di questo coenzima per 3 mesi ha mostrato una migliore tolleranza all'esercizio fisico e un minore affaticamento post-esercizio.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16882678

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11780680

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20010493

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22532869

Sabato, 23 Giugno 2018 16:02

RESVERATROLO ATTIVO CONTRO LA DEMENZA.

28-06-2018

Ancora buone notizie legate all’antiossidante per eccellenza, noto con il nome di resveratrolo, contenuto in buone quantità nella buccia dell’uva rossa. Secondo un nuovo studio sarebbe infatti attivo nel controllo della proteina ApoE4 che trasporta il colesterolo. Questa proteina, che si trova dalla nascita in circa un quarto delle persone, è legata a un mistero: il come e perché ApoE4 sia causa del rischio di sviluppare la malattia neurodegenerativa a tutt’oggi incurabile. Gli scienziati ritengono che la proteina ApoE4 sia un fattore genetico di rischio per l’insorgere della malattia di Alzheimer. Difatti, in circa due terzi delle persone che sviluppano la malattia è presente proprio questa proteina. Ora, un nuovo studio condotto dai ricercatori del Buck Institute for Research on Aging (Usa) ha trovato un legame tra la proteina ApoE4 e la riduzione drammatica di una delle sette sirtuine umane, chiamata SirT1. Le sirtuine, o proteine Sir2, appartengono a quella classe di proteine che esplicano attività enzimatica. Il dottor Rammohan Rao e il dottor Dale Bredesen del BIRA hanno scoperto che la riduzione dei SirT1 si verificava sia nelle colture di cellule neuronali che nei campioni di cervello di pazienti con presenza della proteina ApoE4n e diagnosi di Alzheimer. Per contro, aumentando la presenza di SirT1 si verificava un’inversione di tendenza nelle anomalie associate alla presenza di ApoE4 e la malattia di Alzheimer come per esempio il peptide beta-amiloide e la fosfo-tau. In particolare, i ricercatori hanno scoperto che la riduzione SirT1 è stata associata a un cambiamento nel modo in cui la proteina precursore dell’amiloide (APP) viene elaborata. I risultati completi dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) e mostrano altresì che la presenza della proteina ApoE4 ha favorito la formazione del peptide beta-amiloide, che è a sua volta associato alle placche, una delle caratteristiche principali dell’Alzheimer. La proteina antiossidante presente nel resveratrolo, può invece favorire l’aumento della presenza di SirT1, che combatte l’azione malevola di ApoE4.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Rammohan+Rao%2C+Dale+Bredesen+PNAS

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3831497/

06-01-2016

Il selenio in natura si trova nel terreno e nelle rocce, viene assorbito dalle piante per entrare così nella catena alimentare. La presenza di selenio si ritrova nella maggior parte degli alimenti, soprattutto nelle noci (in particolare le noci brasiliane), nel pesce e nei frutti di mare, nella carne e nelle frattaglie (rene e fegato). I cereali, le verdure e in generale tutti gli alimenti vegetali contengono selenio, ma la quantità varia in base al tipo di terreno in cui vengono coltivati. In Europa, il terreno è moderatamente ricco di selenio rispetto, ad esempio, all’America, al Canada e alla Cina. All’interno del nostro organismo, il selenio si trova in numerose proteine che prendono appunto il nome di selenoproteine. Fino ad oggi sono state identificate 25 selenoproteine tra cui: le perossidasi che possiedono importanti proprietà antinfiammatorie e proteggono le membrane cellulari dai danni causati dai radicali liberi; le deiodinasi che sono coinvolte nella produzione dell’ormone tiroideo attivo; e sia nelle proteine coinvolte nella riproduzione e nella riparazione del DNA.
Negli ultimi decenni però, l’assunzione di selenio nel Nord Europa è calata notevolmente. L’assunzione negli anni ‘70 era stimata a circa 60-70 µg (microgrammi) al giorno, mentre ora l’apporto stimato è di solo 30 µg per la donna e 40 µg al giorno per l’uomo, quasi la metà del quantitativo raccomandato. In Europa, il limite di sicurezza per l’assunzione di selenio è stato fissato a 300 µg/giorno per gli adulti, mentre per i bambini di 1-3 anni è ridotto a 60 µg/giorno. Superate tali soglie può causare, nei casi più lievi: lesioni cutanee, perdita di capelli e unghie. Dosi elevate per lungo tempo (oltre 900 µg/giorno) possono generare alterazioni neurologiche quali: sonnolenza, convulsioni e addirittura paralisi.

RUOLO DEL SELENIO NELLA PREVENZIONE DI CANCRO E MALATTIE CARDIACHE

Studi recenti hanno approfondito il ruolo del selenio nello sviluppo del cancro facendo emergere meccanismi plausibili con cui le selenoproteine possono ridurre la sua probabilità di sviluppo (per esempio eliminando i radicali liberi che danneggiano il DNA). Mentre prove scientifiche che attestino che alimenti contenenti selenio proteggano dal rischio di qualsiasi forma di cancro, eccetto il cancro alla prostata, sono tuttora limitati. Le selenoproteine, sarebbero capaci di ridurre il rischio di cancro alla prostata in quanto coinvolte nella produzione di testosterone, un regolatore della crescita prostatica normale e anomala. Ulteriori analisi sperimentali riguardanti il ruolo del selenio nelle malattie cardiache ha rilevato una modesta correlazione inversa tra i marker dello stato del selenio e il rischio di malattie cardiache. Ad ogni modo, studi su popolazioni non carenti di selenio non hanno individuato prove di attività protettiva cardiovascolare e studi complementari sono del tutto inconcludenti. Sebbene in Europa l’assunzione di selenio sia diminuita, ancora non sono emersi segni dovuti alla sua carenza. Tuttavia la ridotta assunzione di selenio può diminuire la produzione di selenoproteine, che a loro volta possono influenzare la riparazione del DNA, indebolire le risposte immunitarie e antinfiammatorie e ridurre così la protezione verso malattie quali appunto il cancro e le cardiopatie.

Sabato, 23 Giugno 2018 15:49

MSM PER RIGENERARE LE OSSA.

27-06-2018

Il MSM (metilsulfonilmetano) è la forma naturale di zolfo organico, le cui fonti alimentari sono latte, latticini, frutta, vegetali, carne e pesce. Il MSM, e i composti ad esso collegati - DMSO (dimetilsulfossido) e DMS (dimetilsolfuro) -, forniscono l’85% dello zolfo che si trova in tutti gli organismi viventi. Lo zolfo è il quarto minerale come quantità presente nell’organismo, che non è in grado di sintetizzarlo, ed è di fondamentale importanza per le funzioni cellulari. Il MSM ha un grado di tossicità irrilevante. Infatti, la dose letale (DL50) del MSM nei topi è superiore a 20 g/kg di peso corporeo, quando la DL50 del cloruro di sodio (sale da cucina) è 2,5-3 g/kg di peso corporeo. A conferma di ciò, in uno studio sull’uomo la somministrazione di lunga durata superiore a 2 g/die di MSM non ha mostrato effetti tossici. In uno studio recente su animali è stato osservato che la somministrazione di MSM incrementa le concentrazioni di glutatione nel fegato, migliorando le funzioni antiossidanti e detossificanti. Inoltre, in studi in vivo è stata osservata la riduzione dei livelli di omocisteina serica (marker per malattie cardiovascolari) e della malondialdeide urinaria (marker per lo stress ossidativo). Può essere un’efficace alternativa ai prodotti marino derivati a base di glucosamina, per i soggetti allergici ai crostacei.

ARTRITE

L'integrazione di MSM (metil-sulfonil-metano) nella dieta dei soggetti affetti da artrite, è in grado di alleviare il dolore associato ai disturbi infiammatori sistemici. Questo effetto è dovuto alla capacità del MSM di regolare la permeabilità cellulare, permettendo alle sostanze dannose (acido lattico, tossine) di defluire e, al contrario, ai nutrienti di affluire, prevenendo in questo modo la formazione di accumuli che possano causare lo stato infiammatorio articolare. In uno studio preliminare, 16 pazienti (età 55-78 anni) che soffrivano di artrite degenerativa, furono trattati con 2.250 mg al giorno di MSM o un placebo. Sono stati riportati miglioramenti dei sintomi del 60% alla quarta settimana e dell'82% alla sesta nei soggetti che avevano assunto MSM contro il 20 e il 18% del placebo.

OSTEOARTROSI DEL GINOCCHIO

In uno studio in doppio cieco, è stata osservata l'efficacia del Metil sulfonil-metano (MSM) in 40 pazienti (età 40-76 anni) con osteoartrosi del ginocchio (OA), somministrando loro 3 g 2 volte al giorno per 12 settimane. Rispetto al placebo, il MSM ha prodotto riduzioni statisticamente importanti nel WOMAC (indice di valutazione di dolore, rigidità e funzione fisica), migliorando le performance delle attività. 
In studi in vivo il MSM ha mostrato di ridurre l'espressione genica delle citochine pro-infiammatorie e degli enzimi che degradano la cartilagine, proteggendo la cartilagine nelle fasi iniziali dell'osteoartrite da ulteriore degenerazione. In uno studio doppio cieco placebo-controllo, sono state comparate l'efficacia e la sicurezza della glucosamina da sola (500 mg), del MSM da solo (500 mg), o la loro combinazione (500 mg + 500 mg) in 118 pazienti 3 volte al giorno per 12 settimane. I risultati hanno mostrato che l'associazione delle due sostanze ha una maggiore efficacia nella riduzione del dolore e gonfiore, nel migliorare la funzionalità articolare e nell'attività antinfiammatoria.

DOLORI E CRAMPI MUSCOLARI

Il MSM inibisce la trasmissione dell'impulso del dolore ai recettori degli stimoli dolorosi (fibre C). Inoltre, diminuisce l'infiammazione che, è risaputo, esercita una pressione sui nervi, provocando sensazione di dolore a livello locale. Anche l'attività antispasmodica partecipa all'azione antidolorifica, riducendo l'incidenza o eliminandola completamente, di dolori e crampi muscolari. L'attività vasodilatatrice, infine, promuovendo la circolazione contribuisce a velocizzare i processi di guarigione.

ALLERGIE

Il MSM funge da barriera agli allergeni, favorendo la loro eliminazione attraverso le pareti cellulari che divengono più permeabili. La somministrazione di MSM nei soggetti sofferenti di asma e di febbre da fieno, è in grado di controllare i sintomi e di ridurre a un quarto il dosaggio dei farmaci antiallergici. In uno studio clinico, l'assunzione di 2.600 mg al giorno per 7 giorni in 55 soggetti con rinite allergica stagionale, ha ridotto in maniera significativa i sintomi delle alte vie respiratorie. Alla terza settimana di somministrazione migliorarono anche quelli delle basse vie respiratorie.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12006124

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16309928

27-06-2018

I wurstel sono un piatto molto saporito e subito pronto; facile da mangiare e spesso in cima alle preferenze dei bimbi. Anche i panini hot dog rappresentano una tentazione sfiziosa; tuttavia non sono un'opzione alimentare sana, specialmente per i più piccoli. Come si legge in un articolo del Los Angeles Times, una ricerca ha svelato che i bimbi che mangiano più di 12 hot dog al mese sono più esposti al rischio leucemia di nove volte. Ciò che rende i wurstel poco indicati per la nostra salute è la presenza di nitrati; e anche se sono i genitori a consumare molti hot dog i nascituri corrono più rischi. Quindi è meglio che una dieta sana e naturale parta dagli stessi genitori. Non solo i wurstel contengono i nitrati, tanti cibi lavorati e industriali li contengono, ad esempio il bacon. Per la salute nostra e dei nostri bimbi è bene controllare il contenuto di nitrati presente nei cibi. I nitrati sono di per se innocui ma in seguito a particolari condizioni (trasformazione batterica durante i processi fermentativi di stagionatura, pH acido dello stomaco e calore) si trasformano in nitriti i quali, reagendo con le proteine dell'alimento (carne, formaggi ecc.) formano le cosiddette nitrosamine, delle sostanze altamente cancerogene.

 

http://articles.latimes.com/1994-06-15/local/me-4257_1_nitrites-cause-cancer-hot-dogs-carcinogen-of-the-week

24-06-2018

In un recente studio, pubblicato dalla rivista BioDiscovery, la Dr.ssa Madalene Heng, Dermatologa presso la David Geffen School of Medicine, dimostra che l’uso topico di un gel alla curcumina è efficace per il trattamento di ustioni e scottature ed è anche più efficace dell’assunzione orale di compresse alla curcuma. ”Il gel alla curcumina sembra funzionare efficacemente quando usato sulla pelle perché la preparazione del gel consente alla curcumina di penetrare nella pelle e ridurre l’infiammazione“, ha spiegato la Dr.ssa Heng. I ricercatori hanno dimostrato che l’uso della curcumina dopo ustioni e scottature, riduce la gravità della lesione, il dolore e l’infiammazione e migliora la guarigione con meno cicatrici o addirittura senza cicatrici nella parte della pelle colpita.
La Dr.ssa Heng ha trattato con il gel topico alla curcumina tre pazienti con ustioni e scottature e nell’articolo fornisce una spiegazione dettagliata del perché il suo uso topico funziona in modo impressionante su tali lesioni. La curcumina è un ingrediente presente nella curcuma, una spezia di uso comune, utilizzata da secoli in molti paesi orientali non solo in cucina, ma anche per scopi cosmetici e medici. Negli ultimi anni, il valore medicinale della curcumina è stata oggetto di intensi studi scientifici, con numerose pubblicazioni che hanno esaminato i possibili effetti benefici di questo prodotto naturale su molti tipi di condizioni degli esseri umani. Questo studio ha dimostrato che il gel topico alla curcumina, applicato subito dopo un’ustione da lieve a moderata o sulle scottature, sembra essere straordinariamente efficace per alleviare i sintomi e migliorare la guarigione della pelle colpita. “Assunta per via orale, la curcumina è poco assorbita dal corpo e non può funzionare così”, osserva Heng. “Tuttavia, i nostri test hanno dimostrato che quando la sostanza è utilizzata in gel topico, l’effetto è notevole”.
L’autore dello studio ritiene che l’efficacia del gel alla curcumina sia legata alla sua potente attività antinfiammatoria. Studi realizzati sia in laboratorio che in vivo su pazienti di oltre 25 anni di età, hanno dimostrato che la chiave dell’efficacia della curcumina sulle ustioni e scottature è che essa è un inibitore naturale di un enzima chiamato fosforilasi chinasi. Questo enzima negli esseri umani ha molte funzioni importanti ed è coinvolto anche nella guarigione delle ferite. Il processo di guarigione delle ferite passa attraverso una sequenza di eventi infiammatori acuti e cronici, durante il quale vi è arrossamento, gonfiore, dolore e poi la guarigione, spesso con cicatrici nel caso di ustioni e scottature della pelle. La sequenza viene avviata dal rilascio di fosforilasi chinasi circa 5 minuti dopo l’infortunio che attiva più di 200 geni che sono coinvolti nella guarigione delle ferite.
La Dr.ssa Heng ha utilizzato con successo il gel alla curcumina per ustioni, scottature e altre malattie della pelle, come trattamento complementare in aggiunta al trattamento standard di solito raccomandato per tali condizioni.

 

http://biodiscovery.pensoft.net/articles.php?id=11207

Sabato, 23 Giugno 2018 15:32

8 CIBI CHE FANNO MALE ALLA PELLE.

24-06-2018

Il cibo ha un ruolo determinante anche nella bellezza della nostra pelle: ecco allora gli alimenti che dovremmo cercare di evitare per mantenerla sana e luminosa!

GALLETTE DI RISO - Sebbene siano considerate un cibo sano, le gallette di riso hanno scarse proprietà nutritive e possono contribuire a far venire le rughe e addirittura influenzare le funzioni cerebrali.

SUSHI - Questo piatto amato da molti può far invecchiare precocemente la pelle e addirittura provocare l'acne a causa della grande quantità di sale che contiene e all'alto indice glicemico.

ALIMENTI PRECONFEZIONATI - Pane bianco, merendine e salatini sono terribili per la pelle: alzano i livelli di zucchero nel sangue e causano conseguenti fluttuazioni ormonali, che favoriscono la comparsa di infiammazioni cutanee.

ZUCCHERI RAFFINATI - Tutti i cibi che contengono zuccheri raffinati possono essere responsabili di rottura del collagene e della comparsa di brufoli.

PRODOTTI CASEARI - I prodotti caseari contengono un ormone della crescita presente a sua volta nel latte. Esso fa in modo che la pelle diventi più grassa e oleosa e più propensa a sviluppare brufoli e punti neri.

CEREALI PER COLAZIONE - Questi cereali spesso sono fatti con OGM, incrementano il rischio di allergie, acne ed imperfezioni.

CARNI PROCESSATE - Queste carni contengono troppo sale e anche nitriti che distruggono il collagene e l'elastina della pelle, facendo in modo che abbia un colorito spento e che risulti secca e tendente a screpolarsi.

CIBI SPAZZATURA - Per la pelle sono terribili: l'olio di frittura e i suoi grassi idrogenati possono infatti causare danni ossidativi alle cellule della pelle, accelerandone l'invecchiamento.

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