Angelo Ortisi
IL LATTE RIDUCE L’ASSORBIMENTO DELLA LEVOTIROXINA.
04-02-2018
Per i vostri problemi di tiroide il medico vi ha raccomandato di assumere la levotiroxina a stomaco vuoto almeno mezz’ora prima di colazione? Seguite il consiglio alla lettera, soprattutto se siete soliti iniziare la giornata con una bella tazza di latte vaccino. Il calcio contenuto in questa bevanda è infatti in grado di ridurre l’assorbimento del farmaco. Lo dimostra per la prima volta uno studio preliminare condotto dagli esperti dell’Università della California a Los Angeles e presentato a Orlando, in Florida, in occasione del congresso annuale della Società di endocrinologia ENDO 2017.
«Ridotto assorbimento significa che il paziente rischia di non assumere tutta la dose di ormone tiroideo che gli è stata prescritta», spiega l’endocrinologa Deborah Chon che ha condotto lo studio. «Questa scoperta conferma ancora una volta quello che avevano indicato già studi precedenti, e cioè che gli integratori di calcio possono interferire con l’assorbimento della levotiroxina».
La levotiroxina è un farmaco che “mima” l’ormone tiroxina (T4) naturalmente prodotto dalla tiroide: viene prescritto ai pazienti che hanno una tiroide poco attiva (ipotiroidismo) e a quelli colpiti da un tumore alla tiroide. Normalmente, le aziende produttrici raccomandano di assumere il farmaco in compresse a stomaco vuoto, 30-60 minuti prima di mangiare o prendere altri farmaci e integratori. La levotiroxina nella nuova formulazione liquida, invece, sembra non interferire con altri farmaci e può essere assunta anche solo 10 minuti prima di colazione.
I risultati dimostrano che il consumo di latte vaccino riduce sensibilmente l’assorbimento della levotiroxina nelle sei ore successive. «Il messaggio chiave che emerge dallo studio - conclude Chon - è che i medici dovrebbero raccomandare ai pazienti in terapia di non assumere la levotiroxina in concomitanza con il latte».
https://plan.core-apps.com/tristar_endo17/abstract/3bd82d7fc3f20d086b212c74bc2ef0b1
INSONNIA CRONICA: IL CERVELLO MANGIA SE STESSO PER DIFENDERSI.
04-02-2018
Dormire è importante, non è una novità. Una nuova ricerca mette in luce però come l'insonnia cronica possa essere pericolosa per il cervello che inizierebbe addirittura a distruggere le proprie cellule danneggiate, diventando in un certo senso “cannibale" con l'obiettivo di difendersi proprio dalla carenza di sonno. L'insonnia cronica è potenzialmente pericolosa per il cervello e potrebbe portare, a lungo andare, alla comparsa dell’Alzheimer o di altri disturbi di tipo neurologico. A dirlo è una ricerca italiana coordinata da Michele Bellesi dell'università Politecnica delle Marche e pubblicata sul Journal of Neuroscience.
Lo studio, condotto su animali, ha messo a confronto tre gruppi di topi: il primo che dormiva quanto voleva, il secondo in cui i roditori erano tenuti svegli per 8 ore e il terzo in cui il sonno era proibito per 5 giorni. I ricercatori sono andati ad analizzare le cellule gliali del cervello, in particolare gli astrociti, che si occupano della pulizia delle cellule danneggiate. Si è visto così che nei topi privati di sonno le cellule cerebrali erano molto più attive, soprattutto quelle microgliali. Cosi ha commentato Bellesi: "Abbiamo dimostrato per la prima volta che porzioni di sinapsi (strutture specializzate che permettono la comunicazione delle cellule nervose tra di loro o con altri tipi di cellule) vengono letteralmente mangiate dagli astrociti a causa della perdita di sonno”. All’inizio questo può essere un fattore positivo dato che si vanno ad eliminare le sinapsi più vecchie. Il problema è l’attivazione microgliale, perché questa, come ha dichiarato Bellesi, “è stata osservata nella malattia di Alzheimer e in altre forme di neurodegenerazione”.
Che succede quindi concretamente? La carenza cronica di sonno porta il cervello a diventare cannibale e a mangiare se stesso con l’obiettivo di eliminare i rifiuti tossici e ripristinare i circuiti neurologici danneggiati appunto dalla mancanza di sonno. Un tentativo di difesa che sembra però essere pericoloso in quanto aumenta il rischio Alzheimer, demenza senile e altre malattie neurologiche. Ricordiamo quindi di riposare il giusto ogni notte e di aiutarci, meglio se con rimedi naturali, in caso di insonnia.
MANGIARE PROTEINE TRE VOLTE AL GIORNO RENDE GLI ANZIANI PIU’ FORTI.
04-02-2018
La perdita del muscolo è una conseguenza inevitabile dell’invecchiamento e può portare a fragilità, cadute o problemi di mobilità. Mangiare proteine sufficienti è un modo per rimediare, ma sembra che la distribuzione del consumo di proteine tra i tre pasti quotidiani potrebbe essere legata a una maggiore massa e forza muscolare negli anziani. Questi sono i risultati di uno studio condotto presso l’Istituto di Ricerca della McGill University Health Center (RI-MUHC) in collaborazione con l’Université de Sherbrooke e l’Université de Montréal. Il gruppo di ricerca ha esaminato sia la quantità di proteine consumate che la loro distribuzione tra le persone di età pari o superiore a 67 anni, utilizzando uno degli studi di coorte più completi in Quebec. I risultati dello studio, recentemente pubblicati nell’American Journal of Clinical Nutrition, offrono suggerimenti importanti per la dieta delle persone anziane.
“Molti anziani, specialmente nell’America del Nord, consumano la maggior parte delle proteine giornaliere a pranzo e a cena. Abbiamo voluto verificare se le persone che avevano aggiunto proteine a colazione e quindi avevano un’assunzione proteica equilibrata nei tre pasti quotidiani, avevano una maggiore forza muscolare”, afferma l’autore principale dello studio, la Dr.ssa Stéphanie Chevalier, ricercatore presso il Metabolic Disorders and Complications Program alla RI-MUHC e Assistente Prof.ssa alla School of Human Nutrition presso la McGill University.
Per conseguire questi risultati, la Dr.ssa Chevalier e il suo team hanno collaborato con l’Université de Sherbrooke e hanno utilizzato il database di uno studio longitudinale in Quebec sulla nutrizione e l’invecchiamento chiamato NuAge (Nutrizione come determinante di un successo di invecchiamento). I ricercatori hanno analizzato i dati della coorte NuAge, che comprendeva quasi 1.800 persone che sono state seguite per tre anni. Hanno esaminato i modelli di consumo proteico di 827 uomini sani e 914 donne sane di età 67-84 anni, tutti i residenti in Quebec, cercando di stabilire legami con variabili come resistenza, massa muscolare o mobilità.
“Lo studio NuAge è uno dei pochi studi che raccolgono dati dettagliati sui consumi alimentari tra una grande coorte di persone anziane. Siamo orgogliosi che lo studio NuAge possa contribuire a una ricerca di questa importanza in Quebec”, afferma il co-autore Dr.ssa Hélène Payette del Centro per la ricerca sull’invecchiamento e Professore presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Sherbrooke. “Abbiamo osservato che i partecipanti di entrambi i sessi che consumavano proteine in modo equilibrato durante il giorno avevano più forza muscolare rispetto a quelli che consumavano più proteine durante la cena e meno a colazione. Tuttavia, la distribuzione di proteine durante tutto il giorno non era associata alla loro mobilità“, spiega il primo autore dello studio, il Dr. Samaneh Farsijani, ex dottorando al RI-MUHC sotto la supervisione della Dr.ssa Chevalier.
Tutti i tessuti del corpo, inclusi i muscoli, sono costituiti da proteine. Se l’assunzione di proteine diminuisce, la sintesi non viene fatta correttamente e questo porta ad una perdita di massa muscolare. “La nostra ricerca è basata su prove scientifiche che dimostrano che gli anziani devono consumare più proteine per pasto perché hanno bisogno di una maggiore spinta degli aminoacidi per la sintesi proteica”, spiega la Dr.ssa Chevalier, aggiungendo che uno degli aminoacidi essenziali noti per il rinnovo delle proteine è la leucina. “Sarebbe interessante esaminare le fonti proteiche e la loro composizione di aminoacidi negli studi futuri per migliorare le nostre osservazioni”.
MANGIARE FORMAGGIO OGNI GIORNO FAVORISCE LA SALUTE DEL CUORE?
03-02-2018
Se sei un amante del formaggio, accoglierai i risultati di questo nuovo studio a braccia aperte. I ricercatori suggeriscono che mangiare circa 40 grammi di formaggio ogni giorno potrebbe aiutare a ridurre il rischio di malattie cardiache e ictus. Questi nuovi risultati provengono da un’analisi di 15 studi osservazionali che hanno esaminato gli effetti dell’assunzione di formaggio sul rischio di malattia cardiovascolare (CVD). Il co-autore dello studio Li-Qiang Qin, che lavora nel Dipartimento di Nutrizione e Igiene alimentare alla School of Public Health della Soochow University in Cina e colleghi, hanno pubblicato i risultati dello studio nella rivista European Journal of Nutrition.
Il formaggio è senza dubbio uno dei nostri cibi preferiti. Nel 2015, la popolazione degli Stati Uniti ha consumato l’equivalente di 37,1 chili di formaggio a persona, con Cheddar e mozzarella come scelte più popolari. Il formaggio contiene alcuni nutrienti che sono benefici per la salute, come il calcio, lo zinco e le vitamine A e B12, ma è anche ricco di grassi saturi che possono aumentare i livelli di colesterolo e aumentare il rischio di malattie cardiache e ictus. Il nuovo studio, tuttavia, suggerisce che questo popolare prodotto caseario potrebbe avere l’effetto opposto sulla salute cardiovascolare.
Per il loro studio, Qin e colleghi hanno condotto una meta-analisi di 15 studi osservazionali che hanno esaminato il modo in cui il consumo di formaggio influenzava il rischio totale di CVD, così come i rischi di malattia coronarica (CHD) e ictus. In totale, gli studi hanno incluso oltre 200.000 partecipanti e gli effetti dell’assunzione di formaggio sono stati monitorati per oltre 10 anni. La maggior parte degli studi includeva soggetti che erano liberi da CVD. L’analisi ha rivelato che le persone che consumavano regolarmente il formaggio avevano meno del 18 percento di probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari, fino al 14% in meno di probabilità di sviluppare malattia coronarica e fino al 10% in meno di probabilità di avere un ictus, rispetto a coloro che avevano una bassa assunzione di formaggio. Gli scienziati riferiscono che questi effetti erano più forti tra i partecipanti che consumavano circa 40 grammi di formaggio ogni giorno. In conclusione, gli autori dello studio scrivono: “Questa meta-analisi di studi prospettici suggerisce un’associazione inversa non lineare tra consumo di formaggio e rischio di malattie cardiovascolari”.
I risultati del team si basano su quelli di un’analisi osservativa ampiamente pubblicizzata, che collegava il formaggio e altri prodotti caseari a un ridotto rischio di mortalità cardiovascolare e di tutte le cause. Ma entrambi gli studi hanno i loro limiti. È importante notare che sono osservazionali, quindi non dimostrano un’associazione causale tra l’assunzione di formaggio e una migliore salute cardiovascolare. Inoltre, entrambi gli studi hanno legami con l’industria lattiero-casearia; lo studio precedente ha ricevuto finanziamenti dalla Global Dairy Platform, Dairy Research Institute e Dairy Australia, mentre l’ultimo studio è stato condotto con i ricercatori del gruppo Yili, un’azienda lattiero-casearia con sede in Cina. Tuttavia, è difficile stabilire se queste associazioni abbiano avuto qualche influenza sui risultati dello studio. Fino a quando ulteriori studi non confermeranno tali risultati, è importante ricordare che il formaggio è ricco di grassi saturi, che possono essere dannosi per la salute del cuore in quantità elevate. L’American Heart Association (AHA) raccomanda che solo il 5-6% delle nostre calorie giornaliere provengano da grassi saturi e consiglia latticini a basso contenuto di grassi per rimanere entro questo limite.
GLI ANTIBIOTICI AUMENTANO I TASSI DI CANCRO DELL’INTESTINO.
03-02-2018
Una nuova ricerca mostra che le donne che avevano usato antibiotici per due o più mesi avevano un rischio maggiore di sviluppare polipi del colon precursori del cancro del colon-retto. Coloro che hanno usato i farmaci per un totale di almeno due mesi tra i 20-30 anni hanno avuto un rischio aumentato del 36% per polipi rispetto a chi non li ha usati. Tra le donne che hanno usato i farmaci a lungo termine nei loro 40-50 anni, il rischio di polipi è aumentato del 70%. Assumere antibiotici per 15 giorni o più, in qualsiasi fascia di età, è stato associato ad un aumento del rischio di polipi.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28377387
ATTENZIONE: SOSTANZE TOSSICHE NEGLI IMBALLAGGI DI PIZZA E FAST FOOD.
03-02-2018
Gli imballaggi alimentari sono sempre sicuri? Purtroppo non è così. Sono state ritrovate sostanze tossiche negli imballaggi di pizza, fast food e take away. Alcuni imballaggi alimentari possono contenere sostanze tossiche per l’ambiente e per la salute. Altroconsumo ha condotto insieme ad altre associazioni indipendenti europee delle indagini in proposito. Sono stati condotti dei test di laboratorio sugli imballaggi alimentari utilizzati in pizzerie, fast food e take away. In diversi contenitori è stata osservata la presenza di Pfas, dei composti fluorurati che vengono utilizzati per rendere gli imballaggi impermeabili all’acqua e al grasso. Queste sostanze possono essere presenti nei contenitori che vengono utilizzati per panini, patatine fritte, pizza, popcorn, muffin e altri prodotti in vendita nei fast food e nei take away.
Altroconsumo di fronte ai dati rilevati ha deciso di rivolgersi direttamente ai parlamentari UE e al ministro della Salute Beatrice Lorenzin in modo che si intervenga per risolvere la situazione. I test sono stati condotti su 65 campioni di imballaggi alimentari di cui 13 provenivano dall’Italia. Altroconsumo ha specificato che i composti fluorurati sono utilizzati intenzionalmente per il trattamento delle superfici degli imballaggi in carta e cartone. Non si tratta dunque di una presenza accidentale di sostanze indesiderate, ma di un utilizzo consapevole delle stesse, allo scopo di rendere gli imballaggi resistenti all’acqua e all’unto.
Queste sostanze problematiche sono state rinvenute nella metà dei campioni esaminati. Altroconsumo ha sottolineato che la situazione può migliorare come sta già avvenendo in Danimarca, dove sono entrate in vigore regole severe sulle sostanze da evitare nella produzione di imballaggi. Ora bisognerebbe intervenire sul regolamento comunitario per migliorare la situazione in Italia e in tutta Europa. L’intervento prioritario della Commissione Europea dovrà rivolgersi a carta e cartone che sono i materiali più utilizzati come imballaggi. Pensiamo ai cartoni della pizza e alle confezioni dei panini nei fast food. Per quanto riguarda l’Italia, la richiesta è di un incontro urgente con il Ministero della Salute e con i parlamentari per garantire al più presto la sicurezza dei consumatori.
I BROCCOLI PROTEGGONO IL TRATTO GASTROINTESTINALE DA HELICOBACTER PYLORI E FANS.
02-02-2018
Il sulforafano, principio attivo contenuto nei germogli dei broccoli, ha una forte azione antiossidante ed è in grado di proteggere le cellule da queste lesioni. Gli studiosi hanno esaminato gli effetti del sulforafano in vitro sulla vitalità dell’H. pylori e in vivo valutando i livelli di gastrite in topi e persone infettati dal batterio. Inoltre hanno valutato gli effetti del principio attivo sui danni provocati dai FANS sull’intestino tenue dei topi. I risultati hanno chiaramente dimostrato che il principio attivo inibisce la vitalità dell’H. pylori sia in vitro che in vivo e ha attenuato la gastrite indotta dal batterio sia in topi che in umani. Anche lo studio sui danni provocati dai FANS ha mostrato che il sulforafano attenua in vitro il danno alle cellule epiteliali indotto da aspirina e in vivo ha migliorato le lesioni provocate dall’indometacina.
Questi dati suggeriscono che i broccoli, specialmente il loro principio attivo, contribuiscono alla protezione della mucosa gastrointestinale contrastando i danni ossidativi indotti dall’H. pylori o dai FANS. Numerosi dati epidemiologici indicano un’associazione tra il consumo delle crucifere, famiglia a cui appartengono broccoli, cavoli, cavolfiori, senape, crescione, e la riduzione del rischio di sviluppare alcuni tipi di tumore. Inoltre recenti ricerche evidenziano la capacità dei principi attivi delle crucifere nel contrastare i processi dell’invecchiamento.
COME AUMENTARE LA LIBIDO NATURALMENTE.
02-02-2018
Può essere utile capire come aumentare la libido e ripristinare una corretta funzione sessuale, quando cause organiche, come le disfunzioni sessuali, e psicologiche, derivate da disagi psicoemotivi, compromettono il benessere e l’intesa con il partner, ansia e frustrazione prendono il sopravvento dando origine a veri e propri disturbi sessuali. Se a spegnere la passione e la fantasia sono la stanchezza e lo stress della vita quotidiana, tra le piante in grado di stimolare l’eros e migliorare le prestazioni amorose, ci sono principalmente gli adattogeni, capaci di incrementare la resistenza fisica, rafforzare il sistema immunitario, endocrino e nervoso, apportando benefici effetti sull’umore.
COME AUMENTARE LA LIBIDO CON LA MACA
La maca, a volte indicata come ginseng peruviano, è un incredibile pianta adattogena che è stata usata per centinaia di anni nelle culture antiche per aumentare la libido e trattare l’impotenza. Ricca di 18 amminoacidi, fitonutrienti, vitamine, minerali, proteine e altre sostanze nutritive, la maca è in grado di aumentare naturalmente il desiderio sessuale e la funzione in coloro che la consumano regolarmente. In particolare negli uomini, la maca tende ad aumentare il desiderio sessuale, senza influenzare negativamente i livelli degli ormoni. In uno studio del 2001 pubblicato nel Journal of Asian Andrologia, i ricercatori hanno scoperto che il numero di spermatozoi e la motilità possono migliorare drasticamente a seguito di assunzione di maca. E nelle donne, la maca può aiutare ad alleviare i sintomi post-menopausa e trattare la disfunzione sessuale.
LE BACCHE DI GOJI COME AFRODISIACO NATURALE
Le bacche di Goji sono un altro super potenziamento per la nostra libido che offre numerosi benefici per la salute. Come la Maca, le bacche di Goji contengono 18 aminoacidi, oltre a 21 tracce di minerali, vitamine B, vitamina C, antiossidanti e proteine. Le bacche di Goji sono particolarmente utili a migliorare la circolazione, nel trattamento dell’ipertrofia prostatica, nelle infiammazioni, e migliorano la salute della pelle e degli occhi. Nelle culture tradizionali asiatiche, le bacche di Goji sono state a lungo indicate come un “cibo utile alla potenza sessuale”, perché palesemente migliorano la fertilità e aumentano la funzione sessuale. E uno dei modi specifici in cui farlo è stimolando la secrezione dell’ormone della crescita umano (HGH), che aiuta a promuovere il desiderio sessuale negli uomini e nelle donne.
PEPERONCINO E AUMENTO DEL VIGORE SESSUALE
Questo incredibile super food è in grado di vivacizzare non solo i nostri cibi, ma anche la nostra vita sessuale. Possiede la capacità unica di migliorare in modo significativo la circolazione e i ritmi digestivi. Questa funzione circolatoria migliorata può aiutare a curare la disfunzione erettile e aumentare la circolazione sanguigna. Oltre a migliorare il flusso di sangue arricchito di ossigeno in tutte le parti del corpo, aiuta inoltre l’aumento delle difese immunitarie, la guarigione di ulcere dell’apparato digerente, a prevenire e curare la formazione di coaguli di sangue, e ad alleviare il dolore.
AUMENTARE LA LIBIDO CON I SEMI DI ZUCCA
Lo zinco è assolutamente essenziale per la produzione di testosterone negli uomini. Si concentra anche in una prostata sana dove funge da catalizzatore per la regolazione del liquido prostatico e la produzione di sperma. Non a caso, molti uomini con la libido bassa sono in realtà semplicemente carenti di zinco, perché non mangiano abbastanza alimenti che sono naturalmente ricchi di questo importante nutriente. Questo è un valido motivo per mangiare semi di zucca e altri alimenti ricchi di zinco, di vitale importanza per gli uomini che cercano di normalizzare la loro salute sessuale. Anche le donne possono trarre beneficio dal consumo di semi di zucca, questo super food contiene infatti alti livelli di acidi grassi omega-3, che sono i precursori delle prostaglandine, sostanze simili agli ormoni che promuovono un forte desiderio sessuale.
AUMENTARE LA LIBIDO CON LA RADICE DI ORTICA
Conosciuta per la sua capacità di aumentare i livelli di testosterone libero nel sangue, la radice di ortica è un potente potenziatore della libido, a lungo utilizzato in tutta Europa come un trattamento naturale per l’ipertensione. La radice di ortica aiuta anche a promuovere una migliore vasodilatazione, o il naturale rilassamento delle pareti dei vasi sanguigni, che a sua volta aiutano a migliorare la circolazione e il flusso di sangue. Aiuta anche a contrastare l’ingrossamento della prostata negli uomini.
MIGLIORARE IL DESIDERIO SESSUALE CON IL FIENO GRECO
Le foglie essiccate e i semi della pianta del fieno greco possiedono composti che sono stati scientificamente dimostrati migliorare il desiderio sessuale e anche contribuire a curare l’impotenza. Uno studio australiano l’anno scorso ha trovato che gli uomini che completano la loro alimentazione con fieno greco possono sperimentare un notevole impulso nelle loro pulsioni sessuali. Non solo il fieno greco aiuta riaccendere il desiderio sessuale, ma può anche contribuire a promuovere i livelli ormonali sani. Uno studio del 2008 condotto all’Yeungnam University, in Corea del Sud, ha trovato che il fieno greco genera un effetto stimolante sulla produzione dell’ormone della crescita, che, come accennato in precedenza, aiuta a regolare il desiderio sessuale e la sua funzione.
AUMENTARE IL DESIDERIO SESSUALE CON LA RADICE DI ELEUTEROCOCCO
Considerata una delle erbe adattogene più efficaci, la radice di eleuterococco aiuta a promuovere la funzione delle ghiandole surrenali, che come detto in precedenza aiuta a stimolare la produzione salutare di ormoni sessuali. Quando combinato con altre erbe adattogene come la Maca, la Rhodiola rosea, la Muira puama, l’Astragalo, il Ginseng e l’Ortica, la radice di eleuterococco ha il potenziale per curare la disfunzione erettile e altri problemi sessuali. Oltre a promuovere in generale la longevità, la resistenza, e l’immunità, la radice può anche aiutare a stimolare la produzione di testosterone negli uomini. E come molti dei suddetti trattamenti naturali per la libido bassa, la radice aiuta efficacemente a dilatare i vasi sanguigni e a migliorare il flusso di sangue in tutto il corpo, che è necessaria per una sana funzione sessuale.
UNA PORZIONE DI VERDURE A FOGLIA VERDE AL GIORNO RALLENTA L'INVECCHIAMENTO CEREBRALE.
02-02-2018
Se è vero come è vero che le verdure a foglia verde sono tra gli alimenti più sani da mangiare - seguendone la stagionalità - per lo più crudi o cotti al vapore, ora una ricerca della Rush University Medical Center di Chicago e pubblicata sulla rivista Neurology afferma che, mentre le capacità cognitive diminuiscono naturalmente con l’avanzare dell’età, mangiare una porzione di verdure a foglia verde al giorno può aiutare a preservare la memoria e le capacità di pensiero e a scongiurare il rischio di demenza senile. Via libera, quindi, a spinaci e bietole, perfetti anche come fonti di fibre, minerali e vitamine, ma anche al crescione e alla lattuga, alla bardana, alla rucola, alla cicoria…
“Aggiungere una porzione giornaliera di verdure a foglia verde alla dieta può essere un modo semplice per promuovere la salute del cervello”, spiega l’autrice dello studio Martha Clare Morris, epidemiologa nutrizionale alla Rush. I risultati dello studio suggeriscono che le persone che consumavano verdure a foglia verde avevano un tasso di declino più lento nei test di memoria e capacità di pensiero rispetto alle persone che le mangiavano raramente o mai. I risultati dello studio suggeriscono anche che gli adulti più anziani che hanno mangiato almeno una porzione di verdure a foglia verde dimostravano di essere di circa 11 anni più giovani di quelli che non mangiavano mai o raramente le verdure.
Lo studio ha arruolato volontari già partecipanti al progetto Rush Memory and Inving, in corso nel 1997 tra i residenti delle comunità di pensionati di Chicago e i complessi residenziali pubblici. È stato aggiunto un “questionario sulla frequenza degli alimenti” dal 2004 al febbraio 2013, che hanno completato 1.068 partecipanti. Di questi, 960 hanno anche ricevuto almeno due valutazioni cognitive per l’analisi del cambiamento cognitivo. Queste 960 persone all’inizio dello studio avevano un’età media di 81 anni e non avevano segni di demenza. Gli studiosi hanno così testato il loro pensiero e le abilità di memoria ogni anno e sono stati seguiti per una media di 4,7 anni. I partecipanti hanno anche completato questionari sulla frequenza del cibo, che ha valutato la frequenza e il numero di porzioni di spinaci, cavoli verdi o una porzione di insalata/lattuga.
Lo studio ha suddiviso i partecipanti in cinque gruppi in base alla frequenza con cui hanno mangiato verdure a foglia verde e poi hanno confrontato le valutazioni cognitive di coloro che mangiavano di più (una media di circa 1,3 porzioni al giorno) e quelli che mangiavano di meno (0,1 porzioni al giorno). Dopo diversi anni di follow-up, il tasso di declino per coloro che mangiavano verdure a foglie verdi era più lento di 0,05 rispetto al tasso per coloro che non ne mangiavano. Questa differenza equivaleva a circa 11 anni. I ricercatori affermano che per adesso sono necessarie ulteriori ricerche anche su popolazioni più giovani per confermare questi risultati, che in ogni caso hanno tenuto conto anche di altri fattori come consumo di pesce e alcol, fumo, eventuali ipertensione e obesità, livello di istruzione e quantità di attività fisiche e cognitive.
https://www.rush.edu/news/press-releases/daily-leafy-greens-may-slow-cognitive-decline
MIRTILLI: ALLEATI PREZIOSI PER MANTENERE IL CERVELLO GIOVANE.
01-02-2018
Mirtilli e cervello: un succo concentrato di questi preziosi frutti di bosco mantiene giovane il cervello degli over 65. Non solo, quindi, i mirtilli sono degli ottimi antiossidanti naturali e potenti antinfiammatori, ma sarebbero anche ottimi alleati delle attività cerebrali durante la terza età. Bere ogni giorno il succo di mirtillo, infatti, potrebbe aiutare il cervello a restare in forma. A dirlo è uno studio condotto dai ricercatori inglesi dell'Università di Exeter e pubblicato sulla rivista Applied Physiology, Nutrition and Metabolism. Secondo gli studiosi, il consumo regolare di succo concentrato di mirtilli sarebbe in grado di migliorare le abilità cognitive, aumentare la perfusione cerebrale (il passaggio del sangue), accrescere l’attivazione del cervello durante l'esecuzione di test cognitivi e rafforzare la memoria di lavoro.
I ricercatori hanno suddiviso 26 individui di età compresa tra 65 e 77 anni in due gruppi: ai primi 12 hanno chiesto di bere per 12 settimane 230 grammi al giorno di succo di mirtillo, mentre gli altri 14 hanno assunto un placebo. Prima e al termine dell’esperimento, tutti i partecipanti hanno dovuto fare dei test cognitivi, durante i quali sono stati monitorati le funzioni cerebrali e l’afflusso di sangue al cervello con una risonanza magnetica. Al termine dell’esperimento, gli studiosi hanno scoperto che il consumo regolare del succo di mirtillo aveva determinato un miglioramento significativo delle abilità cognitive degli anziani. Merito sarebbe stato dei flavonoidi, presenti in quantità elevate nei mirtilli, che possiedono proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.
“Le nostre funzioni cognitive tendono a diminuire con l'età, ma ricerche precedenti hanno evidenziato che negli anziani in buona salute che seguono una dieta ricca di alimenti di origine vegetale, si conservano meglio - spiega Joanna L. Bowtell, che ha coordinato le indagini. In questo studio abbiamo dimostrato che consumare ogni giorno 30 ml di succo di mirtillo, in sole 12 settimane ha migliorato l’afflusso di sangue al cervello, l'attivazione encefalica e alcuni aspetti della memoria di lavoro in un gruppo di anziani in buona salute”.
https://www.sciencedaily.com/releases/2017/03/170307100356.htm
http://www.exeter.ac.uk/news/featurednews/title_572581_en.html