Angelo Ortisi
OTITE: 9 RIMEDI NATURALI.
27-12-2016
L'otite è un disturbo infiammatorio dell'orecchio che può essere causato da virus o da batteri e che può essere associato al ristagno di liquidi all'interno della zona dell'orecchio o all'accumulo di muco. Anche esposizione al freddo o allergie possono contribuire alla comparsa dell'otite. L'otite esterna riguarda il canale uditivo esterno e vede tra le proprie cause soprattutto batteri e scarsa igiene dell'orecchio. L'otite media, più fastidiosa e dolorosa, può essere associata alla presenza di raffreddore e catarro, che contribuiscono all'infiammazione dell'orecchio medio. Ecco alcuni rimedi naturali utili da conoscere per affrontare l'otite.
1. AGLIO
L'aglio è considerato un efficace rimedio naturale in caso di otite, per via delle sue proprietà antimicrobiche. Si consiglia di portare ad ebollizione in acqua due o tre spicchi d'aglio, di schiacciarli aggiungendo un pizzico di sale e di avvolgerli in un fazzoletto da posizionare vicino all'orecchio. Anche il succo d'aglio può essere utilizzato in caso di otite, come se si trattasse di gocce per le orecchie.
2. OLIO D'OLIVA
Uno dei più noti rimedi della nonna per quanto riguarda l'otite consiste nel ricorrere a dell'olio extravergine d'oliva. L'olio deve essere riscaldato brevemente in piccole quantità, oppure raccolto all'interno di un cucchiaino tiepido. A questo punto, due o tre gocce di olio d'oliva devono essere lasciate cadere in ogni orecchio.
3. CAMOMILLA
La camomilla può essere utilizzata in due modi in caso di otite. Da una parte, è possibile preparare un infuso di camomilla con cui effettuare dei suffumigi, in modo tale che, nel caso in cui l'otite sia aggravata da un eccesso di muco, i canali ostruiti vengano liberati. L'infuso di camomilla può essere inoltre utilizzato tiepido, con l'aggiunta di poche gocce di olio d'oliva, per inumidire un batuffolo di cotone da posizionare nella zona dell'orecchio.
4. SALE E RISO
Un impacco tiepido applicato a livello dell'orecchio può essere utile in caso di otite nei bambini, al fine di alleviare il dolore. E' possibile formare un sacchetto di stoffa in cui versare del riso o del sale grosso, da riscaldare per pochi minuti in forno o sul termosifone. L'impacco non deve scottare, ma risultare semplicemente tiepido, e deve essere posizionato sulla parte esterna dell'orecchio per dieci minuti.
5. OLI ESSENZIALI
I suffumigi a base di oli essenziali sono utili per liberare dal muco i canali auricolari e le vie respiratorie. Gli oli essenziali consigliati sono costituiti dall'olio essenziale di lavanda e dall'olio essenziale di eucalipto. E' necessario colmare d'acqua bollente una ciotola di vetro e aggiungere ad essa tre gocce di ogni olio essenziale. Quindi si dovrà respirare il vapore, coprendosi la testa con un asciugamano.
6. VERBASCO
Il verbasco, conosciuto anche come tassobarbasso, può essere utile in caso di otite per la preparazione di un infuso forte da ottenere versando un cucchiaino dei suoi fiori in mezza tazza d'acqua bollente. Bisognerà dunque mescolare un cucchiaio di infuso di verbasco con un cucchiaio d'olio d'oliva e lasciare riposare per tutta la notte. Si potrà quindi applicare una goccia del preparato nell'orecchio in cui sia presente l'infezione.
7. BORSA DEL GHIACCIO E BATUFFOLO DI COTONE
Un batuffolo di cotone può essere posizionato all'imboccatura dell'orecchio per proteggere la zona colpita dall'infezione dagli agenti esterni, soprattutto quando ci si trova fuori casa; ciò può contribuire ad accelerare la guarigione. In alcuni casi, il calore potrebbe aumentare l'infiammazione. Per contrastare fastidi e eventuali gonfiori si suggerisce di accostare brevemente all'orecchio una borsa del ghiaccio.
8. CIPOLLA
Così come l'aglio, anche la cipolla viene considerata come un vero e proprio medicinale naturale, adatto a contrastare l'otite. Alcune fettine di cipolla possono essere tritate e lessate, oppure cotte in padella. Esse dovranno dunque essere raccolte in un fazzoletto pulito o in una garza sterile e utilizzate per apporre un impacco sulla zona dell'orecchio.
9. VITAMINA C
Ci si può prendere cura delle proprie orecchie ed affrontare l'otite anche attraverso l'alimentazione. Introdurre cibi ricchi di vitamina C infatti stimola il sistema immunitario e lo aiuta a combattere le infezioni. E' bene scegliere frutta e verdura ricca di vitamina C, come arance, pomodori, kiwi, fragole e peperoni. Per ridurre l'infezione all'orecchio, si consiglia inoltre di assumere zinco.
CAMMINARE DOPO I PASTI ABBASSA LA GLICEMIA COME UN FARMACO.
27-12-2016
Basta una passeggiata di almeno dieci minuti dopo i pasti per abbassare la glicemia del 12%. È quanto rilevato da un nuovo studio dell’Università di Otago in Nuova Zelanda. Per raggiungere i loro risultati i ricercatori hanno messo sotto osservazione 41 persone con diabete di tipo 2. Ai volontari sono stati forniti accelerometri per misurare la loro attività fisica e misuratori, che analizzavano il livello di glicemia ogni cinque minuti. Le persone coinvolte sono state suddivise in due gruppi: il primo doveva camminare mezz’ora al giorno in qualunque momento della giornata, il secondo 10 minuti dopo ogni pasto principale. I ricercatori sono partiti dalla raccomandazione contenuta nelle linee guida sul diabete di camminare tutti i giorni almeno trenta minuti al giorno. Questa indicazione però è in via generale, senza che si sia precisato quando sia meglio camminare e se occorra camminare per mezz’ora consecutiva o se si possa dividere i minuti di passeggiata durante tutta la giornata. «La maggior parte di questo guadagno - spiega Andrew Reynolds, primo autore dello studio - derivava dalla riduzione del 22% della glicemia ottenuta camminando dopo cena, il pasto più ricco di carboidrati della giornata e che in genere è seguito dal periodo della giornata più sedentario di tutti». «L’attività fisica post-prandiale - sostiene Jim Mann, un altro degli autori - potrebbe evitare al paziente di dover incrementare le unità di insulina o di sottoporsi ad ulteriori somministrazioni di insulina per ridurre i livelli glicemici ai pasti principali». Insomma, un altro buon motivo per camminare di più.
PILLOLE ALIMENTARI 5.
27-12-2016
- I mirtilli contengono acido chinico, sostanza che si elimina con l'urina. Questa sostanza acidifica l'urina, evitando che si formino calcoli di fosfato di calcio (non agisce sui calcoli di altro tipo). Consumare mirtilli può addirittura riuscire a sciogliere i calcoli di fosfato di calcio già formati.
- Secondo alcuni studi, i lupini hanno proprietà antidiabetiche, diuretiche e vermifughe.
- La castagna è un galattogeno (aumenta la secrezione di latte) e fornisce molte sostanze nutritive alle donne che allattano.
- Ricerche compiute in Francia hanno rivelato nel ribes nero sostanze che impediscono la distruzione del tessuto elastico delle arterie, proteggendole così dall'arteriosclerosi.
- E' stato scientificamente dimostrato che nei pazienti non insulino-dipendenti, dopo aver mangiato mango, il livello di glucosio nel sangue tende a diminuire.
- Il consumo regolare di fagioli contribuisce a mantenere basso il livello del colesterolo. Un esperimento compiuto negli Stati Uniti ha dimostrato che 120 g al giorno di fagioli, per tre settimane, fanno diminuire del 10% i valori del colesterolo e dei trigliceridi.
10 COSE CHE L’INDUSTRIA ALIMENTARE NON VORREBBE FARTI SAPERE SUI CIBI CONFEZIONATI.
27-12-2016
I cibi confezionati di produzione industriale compromettono la nostra salute e ci espongono al rischio di carenze nutrizionali e di contrarre malattie croniche. All'interno del libro "The Body Ecology Diet: Recovering Your Health and Rebuilding Your Immunity", l'esperta di alimentazione Donna Gates spiega i dieci motivi per cui i cibi confezionati rischiano di rovinare la nostra alimentazione e di compromettere la nostra salute. Ecco dieci buone ragioni per evitarli e per preferire alimenti davvero naturali, magari biologici, coltivati da noi o preparati in casa a partire da ingredienti sani.
1. CREANO DIPENDENZA
I cibi confezionati possono creare una vera e propria dipendenza. I processi industriali modificano o rimuovono importanti componenti contenuti negli alimentii, tra i quali troviamo acqua, fibre e sostanze nutritive. Ciò modifica il modo in cui il nostro organismo li digerisce e li assimila. A differenza degli alimenti naturali, che sono ricchi di tutti i componenti che ci permettono di sentirci sazi - proteine, grassi, carboidrati, fibre e acqua - i cibi industriali stimolano la dopamina, un neurotrasmettitore che ci fa avvertire una sensazione di benessere soltanto quando li mangiamo. In questo modo nasce il continuo desiderio di cibo e, a lungo andare, una vera e propria dipendenza.
2. PORTANO ALL’OBESITA'
I cibi industriali contengono additivi che sono stati correlati all'insorgere dell'obesità. Tra di essi troviamo il glutammato monosodico, lo sciroppo di glucosio-fruttosio derivato dal mais e i dolcificanti artificiali. Inoltre, i carboidrati raffinati presenti in vari prodotti, come cereali per la colazione e merendine, provocano un innalzamento rapido della glicemia e possono creare scompensi nell'organismo, fino all'insulino-resistenza, che come disturbo cronico può provocare un aumento di peso.
3. INDUCONO AD UNA DIETA SBILANCIATA
Consumare cibi industriali potrebbe causare carenze nutrizionali. I prodotti confezionati sono spesso troppo ricchi di grassi e zuccheri raffinati, e poveri di vitamine e sali minerali. A parere di esperti come il dottor Wayne Pickering, il consumo di cibi industriali non ci permette di rispettare le combinazioni alimentari più corrette. In alcuni casi ciò può provocare disturbi della digestione, formazione di microrganismi patogeni nell'intestino e acidificazione dell'organismo.
4. SCOMPENSANO LA FLORA INTESTINALE
I microrganismi presenti nell'apparato digerente formano un vero e proprio ecosistema interno che influenza numerosi aspetti della nostra salute. I cibi industriali distruggono l'equilibrio di questo sistema, compromettendo la flora intestinale benefica e portando a problemi digestivi, fame improvvisa e malattie croniche. I microrganismi benefici della flora intestinale sopravvivono grazie a cibi integrali e naturali.
5. COMPROMETTONO UMORE E MEMORIA
Sbalzi d'umore, problemi di memoria e persino alcuni casi di depressione possono essere dovuti ad un’alimentazione scorretta basata sui cibi industriali. La maggiore concentrazione di serotonina, che è coinvolta nel controllo dell'umore e nella depressione, si troverebbe nel nostro intestino, non nel cervello. Ormai dovremmo sapere bene che proprio l'intestino è il nostro secondo cervello e che i due organi lavorano in sinergia. Ecco perché la salute intestinale può avere una profonda influenza sullo stato mentale, e viceversa. Mangiare i cibi sbagliati può compromettere le funzioni intestinali ed essere dannoso per il cervello, con un evidente impatto sull'umore, sulla salute psicologica e sul comportamento.
6. SPINGONO A MANGIARE DI FRETTA E DI PIU'
I prodotti confezionati sono considerati comodi perché sono subito pronti e rapidi da consumare quando siamo di fretta. Mangiare di corsa non è però una buona abitudine. Non ci permette di assaporare il cibo e ci porta a perdere il controllo dei segnali naturali che il nostro organismo ci invia, ad esempio per quanto riguarda la sazietà. Così si presenta la tendenza a mangiare di più e ad accumulare peso, per via della sensazione di essere sempre affamati.
7. HANNO ETICHETTE FUORVIANTI
Un alimento confezionato può essere etichettato come "naturale" o "senza zucchero" ma ciò potrebbe non corrispondere a verità o comunque non essere sufficiente a considerarlo davvero salutare. Un prodotto che viene pubblicizzato come naturale - di per sé una definizione "vuota" per quanto riguarda i cibi confezionati - potrebbe comunque contenere ingredienti artificiali, conservanti, dolcificanti industriali e residui di pesticidi. E' bene controllare sempre con attenzione l'elenco completo degli ingredienti sulle confezioni.
8. LE CARNI LAVORATE E CONSERVATE SONO CANCEROGENE
Per carni lavorate e conservate intendiamo quei prodotti a base di carne ottenuti mediante lavorazioni complesse che prevedono l'aggiunta di sale, additivi chimici, conservanti, coloranti, grassi e aromi artificiali. Possono includere hamburger, wurstel, salsicce, hot dog e alcune tipologie di insaccati. Tra gli ingredienti più problematici che vengono impiegati per la loro preparazione troviamo i nitrati, sostanze che sono state correlate al rischio di cancro.
9. INCREMENTANO IL RISCHIO DI INFERTILITA' E MALNUTRIZIONE
I cibi industriali sono privi della maggior parte degli elementi nutritivi di cui il nostro organismo ha bisogno. Una dieta molto carente, nel giro di sole tre generazioni, può portare all'infertilità, un problema che è apparso in crescita proprio negli ultimi anni, con il peggioramento delle scelte alimentari della popolazione. Inoltre, secondo uno studio condotto di recente dall'Università di Harvard, il consumo di carni conservate peggiora la qualità dello sperma.
10. ACCORCIANO LA VITA
I prodotti industriali hanno una lunga vita sugli scaffali dei supermercati, per via dei loro ampi margini di scadenza, ma rischiano di accorciare la nostra, a causa del terribile cocktail di conservanti e additivi chimici che contengono. Purtroppo, l'industria alimentare investe ingenti somme di denaro per migliorare le confezioni dei prodotti e renderli accattivanti, oltre che per formulare ricette che permettano di prolungarne la durata, senza prendere in considerazione realmente il loro impatto sulla nostra salute.
AUMENTARE L'INTAKE DIETETICO DI LICOPENE RIDUCE IL RISCHIO CARDIOVASCOLARE.
27-12-2016
Frutta e vegetali sono importanti per la salute cardiovascolare e metabolica. Questi dati, per la prima volta, valutano la correlazione tra intake di un antiossidante potente come il licopene, contenuto soprattutto nei pomodori, e incidenza di cardiovasculopatie, coronaropatia e stroke. I dati scaturiscono da 10 anni di osservazioni condotte nel Framingham Offspring Study (e quindi sui figli della coorte iniziale dello studio), evidenziando che, in questa popolazione di età media pari a 54 anni e con un peso un pò sopra la norma (BMI medio: 27.2 kg/m2), un maggior introito di licopene si correla con un minor rischio cardiovascolare. La differenza sarebbe significativa soprattutto nei confronti dell'incidenza di coronaropatie, mentre non c'è significatività per quanto riguarda lo stroke, probabilmente per lo scarso numero di eventi osservati. Gli alimenti a maggior contenuto di licopene considerati in questo studio sono stati: salsa di pomodoro, pizza al pomodoro, pomodori freschi e pelati in lattina, succo di pomodoro (assunzione: oltre 4 porzioni/settimana), mentre è risultato marginale l’apporto da parte di anguria, pompelmo e succo di pompelmo. Sebbene il licopene sia prevalente nei pomodori (e prodotti derivati), non va dimenticato anche il loro contenuto in oxilipine (attive sul metabolismo lipidico) e salicilati (potenzialmente cardioprotettori), che hanno probabilmente giocato un ruolo favorevole nel determinare i risultati ottenuti.
10 BUONI MOTIVI PER RIVOLGERSI AD UN NATUROPATA.
24-12-2016
1. CAUSALISMO E NON SINTOMATOLOGIA
Il naturopata valuta i sintomi ma solo in parte, quello che gli interessa veramente è trovare la causa profonda di ciò che provoca fastidi o squilibri. Agendo in modo tale da eliminare non il sintomo ma la causa che ha scatenato quel sintomo si possono ottenere risultati più duraturi e costanti nel tempo. Certamente bisogna avere un pò di pazienza, il lavoro può essere lungo e impegnativo ma può portare ad una soluzione definitiva (o quasi) del problema.
2. VALUTAZIONE DEL TERRENO E UNICITA’ DI OGNI INDIVIDUO
Sembra strano, lo so, ma per il naturopata il proprio cliente non è un paziente ma un “ricevente”, qualcuno cioè che ha necessità di ricevere dei buoni consigli su come ripristinare al più presto quell’equilibrio fisico ed emotivo che siamo soliti chiamare “salute”. Come riesce a far questo? Innanzitutto valutando il terreno su cui deve lavorare, la costituzione della persona che ha di fronte e poi le sue specificità, perché ognuno di noi è diverso, ha punti forti e punti deboli, alcune predisposizioni e caratteristiche peculiari che si fanno sentire e si rendono evidenti nel bene e nel male. Tutto questo va tenuto in considerazione per trovare la giusta via che porti a raggiungere l’omeostasi, ovvero l’equilibrio (vedi prossimo punto).
3. RAGGIUNGIMENTO DELL’OMEOSTASI – EQUILIBRIO
L’obiettivo che si prefigge un naturopata è quello di ripristinare le normali funzioni dell’organismo in modo tale che il proprio ricevente possa tornare in una condizione di omeostasi, ovvero di equilibrio, una vera e propria auto-riarmonizzazione di corpo e mente.
4. UTILIZZO DI RIMEDI E TECNICHE NATURALI
Credo che questo sia uno dei motivi principali che anima la gran parte delle persone che si rivolgono ad un naturopata. Gli strumenti che ha a disposizione questo professionista del benessere sono quelli offerti dalla natura e dall'ingegno e l'intuizione dell’uomo che ha trovato giuste combinazioni e rimedi estratti dal mondo vegetale e/o animale. Si tratta di fitoterapia, fiori di Bach, riflessologia plantare, iridologia, integrazione con oligoelementi, alimentazione naturale, e tanto altro…
5. ALIMENTAZIONE NATURALE
Una sana alimentazione, ormai si sa, è la chiave del benessere e della prevenzione. Il naturopata saprà darvi alcuni consigli sulle migliori combinazioni alimentari, sul quando e come mangiare, sul giusto apporto di carboidrati, proteine e grassi, ecc. Non vi aspettate però una vera e propria dieta…per quella esistono nutrizionisti e dietologi!
6. VALUTAZIONE DEL GRADO DI VITALITA’
Secondo la naturopatia ognuno di noi ha un certo grado di forza vitale che anima l’organismo. Ci sono alcuni segni e sintomi che possono far capire ad un naturopata esperto che grado di vitalità possedete in modo tale poi da agire con tecniche o rimedi per incrementarla (se necessario) stimolando in questo modo anche la vix medicatrix vitae, ovvero l’autoguarigione del corpo.
7. VALUTAZIONE DEL SOVRACCARICO
Il naturopata è in grado di valutare il sovraccarico tossinico a cui è sottoposto l'organismo e di agire di conseguenza in modo da contribuire a stimolare o meno importanti organi emuntori (ovvero organi designati all’eliminazione delle tossine) come fegato, reni, intestino, pelle e polmoni.
8. ATTENZIONE AL PIANO EMOTIVO E PSICHICO
E’ difficile che altri professionisti del benessere, salvo rare eccezioni, si interessino anche del vostro lato emozionale, di ciò che avete vissuto o state vivendo nel presente, delle paure, delle ansie, dello stress che inevitabilmente tutti conosciamo. Il naturopata sa che questo lato più nascosto di noi “lavora” inevitabilmente anche sul piano fisico e può indebolire l’organismo (al pari di altri fattori esterni come virus e batteri) logorandolo nel profondo e facendo comparire vere e proprie malattie. Ecco perché il lato emozionale e psicologico va tenuto bene in considerazione e, quando necessario, si deve agire con tecniche di riequilibrio energetico ed emozionale come lo yoga e altre discipline orientali ma anche con strumenti come i fiori di Bach, prodotti fitoterapici e altro. Naturalmente, in base alla gravità del problema, si può anche chiedere l'aiuto di un esperto (psicologo, psicoterapeuta, ecc.).
9. PREVENZIONE
Il naturopata è in grado di lavorare molto sulla prevenzione, in primo luogo agendo sull’alimentazione e lo stile di vita in modo tale da rafforzare il sistema immunitario, far lavorare bene tutti gli organi del nostro corpo e tenere in buona salute fisico e mente. Questo è senza dubbio il modo migliore per evitare la maggior parte delle patologie tipiche dei nostri tempi.
10. PROFESSIONALITA’
Proprio perché la figura del naturopata in Italia non è ancora riconosciuta, le persone che intraprendono questo percorso di studio e poi questa professione sono il più delle volte animate da grande passione e dedizione, per dirla con parole semplici: “lo fanno perché ci credono” non certo perché si tratta di una carriera sicura o redditizia.
IL DECOTTO DI MENTA E' UN EFFICACE ANTIDOLORIFICO NATURALE.
24-12-2016
Il decotto di menta è tradizionalmente utilizzato in Brasile per il trattamento di varie malattie e da tempo è noto per le sue proprietà curative nella terapia dei disturbi del sistema digestivo. Infatti aiuta nei casi di indigestione e flatulenza, ad opera dei tannini contenuti nella menta che inibiscono lo sviluppo dei batteri putrefattivi. Ora gli scienziati hanno confermato che il decotto di menta è anche efficace nel trattamento dei dolori e degli stati di ansia. Il decotto di menta ha esattamente gli stessi effetti dei medicinali analgesici commerciali, ma con il vantaggio di non provocare effetti collaterali, come questi ultimi. Secondo la ricerca degli scienziati una tazza di decotto di menta piperita ha effetti terapeutici non inferiori agli effetti sintetici dell’aspirina. Per preparare il decotto di menta bisogna utilizzare le foglie essiccate facendole bollire in acqua per 15 minuti, con fiamma molto bassa, quindi il decotto risulta pronto da utilizzare senza aggiunta di dolcificanti o altri succhi.
I 5 ANTIBIOTICI NATURALI CHE FANNO BENE ALLA NOSTRA SALUTE.
23-12-2016
1. OLIO ESSENZIALE DI ORIGANO
Una delle erbe aromatiche più utilizzate in cucina grazie al suo particolare profumo, per arricchire il sapore di carne, pesce, verdure, zuppe, stufati ed insalate, l’origano in realtà è particolarmente prezioso anche alla nostra salute, grazie alle sue innumerevoli proprietà terapeutiche. Infatti questa pianta tipica del mediterraneo, in virtù dei suoi principi attivi quali i fenoli, le proteine, i sali minerali e le vitamine di cui è una buona fonte, è un ottimo rimedio se usato quale analgesico, antisettico e antispasmodico. In particolare, l’olio essenziale di origano è il più potente antisettico tra tutti gli oli finora conosciuti, ed è attivo contro tutte le forme virali. Alcuni recenti studi hanno dimostrato che è in grado di uccidere quasi la totalità di batteri più comuni come lo stafilococco. Proprio per questo è molto usato nell’aromaterapia per curare problemi all’apparato respiratorio, febbre, bronchite, tosse ma anche asma, mal di denti, vaginiti, reumatismi, intossicazioni alimentari e se non bastasse è anche un ottimo rimedio contro la cellulite. Ovviamente maggiore è la concentrazione, più alta è la sua efficacia quali antibiotico naturale, quindi cercate di scegliere un olio essenziale bio e soprattutto il più possibile puro.
2. ESTRATTO DI FOGLIE D'OLIVO
Utilizzate già dai tempi remoti quali medicinale, l’estratto delle foglie di olivo è ancora oggi uno dei più potenti antibiotici che la natura ci offre. Non solo antibatterico, antimicotico, antinvecchiamento, antinfiammatorio, ma il liquido estratto dalle foglie fresche dell’olivo sembra avere anche capacità antiossidanti e dunque aiuta a proteggere il corpo dai radicali liberi. Alcune ricerche sulla foglia d'olivo hanno dimostrato essere particolarmente efficace nel trattamento di alcuni tumori al fegato, alla prostata, al colon, della pelle e della mammella. Un estratto dunque miracoloso, usato molto dalla medicina alternativa come rimedio per combattere semplici raffreddori ma anche malattie più gravi quali i tumori, o per ridurre il colesterolo e migliorare la circolazione del sangue e dunque ridurre il rischio di infarto.
3. AGLIO
Il re degli antibiotici naturali, antifungini, antivirali, l'aglio dovrebbe essere aggiunto, quotidianamente, alla dieta alimentare soprattutto in questo particolare periodo dell’anno. L’aglio infatti contiene potassio e germanio, due minerali indispensabili per una buona salute, ed in particolare l’allicina che non solo conferisce all’aglio il suo odore forte ma anche la maggior parte delle sue proprietà, che ci aiutano ad aumentare le difese immunitarie e dunque che agiscono come antibiotici naturali. Quindi anche per chi preferisce evitarlo, fate un piccolo sforzo e iniziate ad aggiungere ai vostri piatti, una bella e consistente spolverata di aglio ovviamente fresco, e sempre senza esagerare.
4. TE’ VERDE
Utilizzato nella medicina tradizionale cinese e indiana per molte delle sue proprietà curative, il tè verde continua ad essere venerato oggi da molti medici, ma anche ad essere spesso oggetto di studi volti a scoprire tutti i suoi effettivi benefici per la salute. Una delle proprietà principali del tè verde è quella di essere un importante antiossidante naturale, proprio grazie alle catechine in esso contenute ed in particolare la epigallocatechina gallato (EGCG) molto efficace contro alcuni ceppi di batteri ma soprattutto in grado di aumentare le difese antiossidanti e quindi a migliorare in genere il tessuto cellulare. Vari test effettuati su bevitori regolari di tè verde, hanno dimostrato che questi hanno un rischio minore di sviluppare malattie dell’apparato cardiovascolare ma anche tumore e cancro. Inoltre bere quotidianamente tè verde aiuta a perdere peso. Questo perché grazie alle sue proprietà termogeniche promuove l’ossidazione dei grassi, nonché la stimolazione del metabolismo ma senza incidere sull’apparato cardiovascolare. Dunque bere almeno una tazza di tè verde al giorno fà bene alla nostra salute, ma sembrerebbe meglio godersi questa preziosa bevanda naturale, almeno senza l’aggiunta di latte (in quanto inibisce le proprietà del tè).
5. ZENZERO
Lo zenzero, pianta officinale appartenente alla famiglia delle Zinziberacee, è originario dell'Asia orientale. Da Ippocrate a Confucio, fino ai giorni nostri, è stato usato in molte culture del mondo. Recenti studi hanno individuato nello zenzero uno dei dieci alimenti, dotati dei più alti livelli di attività anticancro. Esso, infatti, avrebbe una funzione protettiva contro i tumori in particolare quello del colon-retto. Inoltre, è in grado di guarire numerosi disturbi comuni. A partire da raffreddori e influenza grazie al suo rizoma carnoso che contiene principi attivi quali zingiberene, gingeroli e shogaoli, resine e mucillagini in grado di sciogliere il muco e liberare i bronchi. Per usufruire degli effetti benefici dello zenzero bisognerebbe assumere una quantità compresa tra i 10 e i 30 grammi al giorno. Potete prepararvi uno sciroppo facendolo bollire fresco per 30 minuti in una tazza di acqua aggiungendo miele, oppure gettarvi a capofitto nella preparazione di una tisana disinfettante e rinvigorente come quella a base di zenzero, cannella e chiodi di garofano su una base di tè bancha.
IL CELLULARE CREA PROBLEMI ALLE GHIANDOLE SALIVARI.
23-12-2016
L’ipotesi, ancora da confermare in modo certo, arriva da una ricerca effettuata presso l’Università di Tel Aviv, e pubblicata sulla rivista Antioxidants and Redox Signaling. E’ ancora aperta la questione sulle probabilità che l’utilizzo dei cellulari possa portare allo sviluppo dei tumori, e proprio grazie alla saliva si potrebbe sciogliere definitivamente questo dubbio. Perchè proprio le ghiandole salivari? Il cellulare, quando viene utilizzato per chiamare, si trova vicino ad esse. Ecco come è stata portata avanti la ricerca. Per capire se il cellulare abbia un’influenza sulle ghiandole salivari, sono stati messi a confronto campioni di saliva di 20 individui che utilizzano il cellulare per più di otto ore a settimana (alcuni arrivano anche a 40), con quelli dello stesso numero di persone sorde, che non possono perciò parlare al telefono. Nell’articolo pubblicato sulla rivista Antioxidants and Redox Signaling e inerente la ricerca in questione, vengono resi noti i risultati dello studio: “Abbiamo riscontrato un aumento significativo di tutti gli indici di stress ossidativo nella saliva di coloro che utilizzano i cellulari, mentre flusso salivare, proteine totali, albumina e amilasi erano più bassi in questi soggetti. Ciò a conferma dell’ipotesi che il cellulare potrebbe causare stress ossidativo arrivando a modificare le funzioni della saliva“. Cosa determina lo stress ossidativo? Sono gli stessi autori della ricerca a mettere in guardia da esso, in quanto può aumentare il rischio che si sviluppino dei tumori. Lo studio, a detta dei ricercatori stessi, “anche se non stabilisce una diretta corrispondenza, rafforza le tesi secondo la quale l’uso del cellulare potrebbe essere pericoloso a lungo termine“. Il consiglio è quello di utilizzare sempre un auricolare quando si usa il cellulare per le telefonate.
IL GRANDE INGANNO DEL COLESTEROLO.
22-12-2016
Nel suo ultimo libro (“Colesterolo: menzogne e propaganda”), un cardiologo e ricercatore al CNRS, il dottor Michel de Lorgeril, mette un bastone tra le ruote. Secondo lui, far abbassare il colesterolo non serve a niente, buono e cattivo non avrebbe alcun senso e le statine sarebbero addirittura inutili. In breve secondo lui, il colesterolo permetterebbe soprattutto alle industrie di fare un sacco di soldi.
D: Perché il colesterolo è così diffamato?
R: Dr. Michel de Lorgeril: “Il colesterolo è diventato il nemico numero uno nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, perché fa comodo a tutti. Gli interessi economici in gioco sono enormi, soprattutto dopo l’arrivo delle statine. Le aziende farmaceutiche hanno fatto di gran lunga i loro conti. I farmaci anticolesterolo rappresentano uno dei più grandi affari del mercato mondiale. Contribuiscono a oltre 1 miliardo di euro nel deficit della previdenza sociale. Anche le industrie agroalimentari beneficiano di questo, con le loro margarine e yogurt presumibilmente anticolesterolo. Interessa anche molti medici che così possono praticare una medicina per così dire sistematica”.
D: I termini buono e cattivo, o tasso normale che senso hanno?
R: Dr. Michel de Lorgeril: “Il concetto di colesterolo ‘buono’ e ‘cattivo’ è una panzana. Pure Walt Disney con la strega cattiva e la fata bella cercano di nascondere le debolezze della teoria del colesterolo. Vi sono studi clinici che mostrano come l’aumento del colesterolo buono e l’abbassamento di quello cattivo non proteggono dalle malattie cardiovascolari! Quanto al tasso normale di colesterolo, si parla sempre di una media. Per i parametri biologici o fisiologici, ci sono le medie e delle differenze. Una persona può avere dei valori medi verso l’alto o dei valori medi verso il basso, senza avere per questo un problema di salute“.
D: Perché siete contrari alla teoria comunemente accettata sui pericoli del colesterolo?
R: Dr. Michel de Lorgeril: “Secondo questa teoria, il colesterolo è tossico per le arterie. Rappresenterebbe la principale causa di infarti, ictus e complicanze cardiovascolari. Più il colesterolo aumenta e maggiore è il rischio. Viceversa più il suo tasso è basso e più il pericolo diminuisce. Alcuni fautori di questa teoria, raccomandano quindi di abbassare al massimo il colesterolo. Ma queste sono solo delle ipotesi senza validazione scientifica. Sono credenze indotte dalle industrie farmaceutiche e alimentari. E non hanno una base razionale”.
D: Il colesterolo alto non è sinonimo di malattia cardiovascolare?
R: Dr. Michel de Lorgeril: “L’aumento del colesterolo non è di per sé una causa di problemi cardiovascolari. Esso può per contro essere letto come un’alterazione dello stile di vita nei parametri biologici, vera e unica cause della malattie cardiovascolari. Chiaramente, il colesterolo è un semplice indicatore di rischio. Numerosi studi vanno in questa direzione. Dagli anni ’70, i dati mostrano che la mortalità cardiaca rimane generalmente la stessa, a prescindere dal livello di colesterolo nel sangue. Il nostro stile di vita e le nostre condizioni di esistenza, diminuiscono l’aspettativa e speranza di vita, non il colesterolo”.
D: Il livello di colesterolo non fornisce alcuna protezione?
R: Dr. Michel de Lorgeril: “No, far abbassare il tasso di colesterolo non serve a niente. Tutti gli studi clinici pubblicati dopo il 2005 sono stati negativi sulla questione. Il tasso di colesterolo si può ridurre con la dieta o l’assunzione di farmaci. Ma se contemporaneamente, lo stile di vita non cambia, il rischio rimane lo stesso. Se per esempio una persona continua a fumare, pensando di essere protetto dalla statina, essa andrà verso il disastro”.
D: Le statine aiutano a proteggere dalle malattie cardiovascolari?
R: Dr. Michel de Lorgeril: “No, non forniscono alcuna protezione. Abbassano il colesterolo ma senza alcun effetto sulla mortalità. Molti studi su questi farmaci restano sospetti a causa del coinvolgimento delle industrie farmaceutiche. Il programma ALLHAT del 2002, il solo sponsorizzato da istituzioni pubbliche indipendenti, non mostra alcuna protezione malgrado il colesterolo basso. Tutti gli studi dopo il 2005 non mostrano alcun effetto sulla mortalità, a parte il recente e molto controverso studio Jupiter. Sul rischio di ictus, non c’è nessuna prova o dato scientifico dell’utilità delle statine. Stessa cosa nell’insufficienza cardiaca“.
D: Ci sono rischi per i pazienti che assumono le statine?
R: Dr. Michel de Lorgeril: “Le statine hanno numerosi effetti collaterali. Per le persone attive, sembrano influenzare la qualità della vita causando dolori muscolari e depressione. A lungo termine, esiste anche un aumentato rischio di cancro, specialmente nelle persone con più di 60 anni. Lo studio PROSPER del 2002 mostra maggior incidenza di cancro e numero di morti per cancro nei pazienti che usavano la pravastatina, rispetto alle persone senza trattamento. Attenzione però, i pazienti non devono interrompere il trattamento farmacologico senza prima parlarne con il loro medico. Ma la prescrizione di statine sembra peggiore del sangue infetto in termini di numeri. Ben 7 milioni di francesi prendono questi farmaci inutilmente“.
D: Se il colesterolo non c’entra, cosa provoca gli infarti?
R: Dr. Michel de Lorgeril: “L’infarto viene quando c’è un’arteria coronaria completamente bloccata. Nella maggioranza dei casi, la causa è un coagulo di sangue. La formazione del coagulo dipende da tre fattori: l’aggregazione delle piastrine sanguigne, la coagulazione e la fibrinolisi, un meccanismo anticoagulo. Il colesterolo interviene in uno di questi fenomeni. Quanto alle lesioni aterosclerotiche, esse intasano le arterie in parte, ma mai completamente. Il colesterolo rappresenta al massimo il 10% di queste lesioni. Quindi 10% di una parziale ostruzione, che non è essa stessa responsabile dell’infarto”.
D: Quali misure dovrebbero essere prese per proteggersi dalle malattie cardiovascolari?
R: Dr. Michel de Lorgeril: “Tutte le malattie cardiovascolari sono malattie legate allo stile di vita. Da qui l’importanza di agire in particolare su tre fattori: fumo, esercizio fisico e dieta.
D: Perché molti medici non condividono i loro dubbi sul colesterolo e statine?
R: Dr. Michel de Lorgeril: “In primo luogo, non hanno accesso ai media. Ma se molti medici non dicono nulla, è anche per paura. Uno dei più grandi epidemiologi mondiali ha appena letto il mio lavoro sullo studio Giove, che riguarda l’uso preventivo delle statine. Ha detto che approva e mi sostiene. Ma si rifiuta di co-firmare il mio articolo. Il motivo: l’università per cui lavora ha contratti con l’industria farmaceutica…Per quanto riguarda i medici di base, molti non hanno il coraggio di esprimere i loro dubbi a pazienti per paura di essere criticati dal cardiologo dell’ospedale”.