Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

02-12-2016

Laura mi portò il figlio Giorgio, tre anni, per un eczema di cui soffriva fin da piccolissimo. Per anni gli aveva applicato scrupolosamente una pomata al cortisone sulle lesioni dietro le orecchie, nelle pieghe delle braccia e tra le dita delle mani. Funzionava, ma non appena smetteva di usarla, l'eruzione cutanea purulenta e pruriginosa ricompariva peggiore di prima. Laura sapeva che doveva esserci un metodo migliore per curare suo figlio. Quando mi raccontò che il bambino non era stato allattato al seno e che c'erano altri casi di asma, eczema e allergie in famiglia, non mi fù difficile capire qual'era il problema. Non essendo stato allattato era ovvia una carenza di acidi grassi essenziali e neanche il latte in commercio riusciva a ricoprire tale carenza. Neanche il latte di mucca poteva servire a molto, perchè non copre il fabbisogno di zinco. Il programma era semplice: 1 g al giorno di olio di enotera per fornire direttamente prostaglandine antinfiammatorie, 10 mg al giorno di picolinato di zinco (la stessa forma che si trova nel latte materno) per aumentare l'attività dell'enzima carente e introduzione nella dieta di frutta oleosa e semi crudi, che sono una buona fonte di zinco e acidi grassi essenziali. Per fortuna la malattia di Giorgio non era molto avanzata e in poche settimane la madre mi riferì che l'eczema stava migliorando. Quando lo rividi sei mesi dopo, la pelle era tornata del tutto normale. La madre lo trovava inoltre più allegro e più interessato al gioco e alle attività intellettualmente stimolanti, cosa non sorprendente se si considera che le anomalie degli acidi grassi e la carenza di zinco rallentano lo sviluppo cerebrale.

Venerdì, 02 Dicembre 2016 13:39

LA MANIFESTAZIONE DELLA MALATTIA.

02-12-2016

La malattia è determinata dall'interazione di più fattori: la predisposizione genetica di una persona, il tipo di vita che conduce, lo stato nutrizionale e l'esposizione a sostanze tossiche. All'inizio dell'inverno, per esempio, molti vengono colpiti da infezioni delle prime vie respiratorie. Perchè proprio in questo periodo e in questa sede e perchè alcuni, invece, riescono a sfuggirvi? Un'infezione delle vie respiratorie si manifesta solo in presenza di quattro fattori:

1. la secchezza dell'aria dovuta al riscaldamento degli edifici, che irrita le mucose dell'apparato respiratorio;
2. la carenza di vitamine A e C (indispensabili per la produzione del muco che protegge le mucose delle sostanze irritanti), che permette all'aria secca di danneggiare le vie respiratorie;
3. il consumo di una quantità eccessiva di zuccheri che interferisce con la capacità dei globuli bianchi di combattere i batteri;
4. la vulnerabilità dell'apparato respiratorio ai batteri patogeni.

I segni e i sintomi sono relativamente facili da capire e la maggior parte delle cause si possono riconoscere ed eliminare, ma spesso le cose si complicano perchè quasi tutti soffriamo purtroppo di vari squilibri contemporaneamente e alcuni segni e sintomi si sovrappongono. Talvolta risolvendo una sindrome se ne mette in evidenza un'altra, che va poi a sua volta curata. E' abbastanza facile eliminare i sintomi di una malattia ricorrendo ai farmaci, ma finchè gli squilibri o i fattori che impediscono la guarigione persistono, i problemi di salute si ripresentano sotto forma della stessa malattia oppure di un'altra con la/e stessa/e sindrome/i di base. Un approccio assai più efficace, oltre che più economico, consiste nell'individuare e controllare le sindromi causali. Anzichè sulla malattia bisogna concentrarsi sull'individuo e sui cambiamenti delle abitudini alimentari o di vita e sugli integratori nutrizionali e le erbe di cui ha bisogno per guarire, tenendo conto delle sue caratteristiche biochimiche specifiche.
Un altro dei motivi per cui l'attuale approccio terapeutico orientato alla malattia è inefficace è che spesso le malattie hanno cause molteplici, mentre generalmente si tende a pensare che ognuna di esse sia un problema isolato, e non il risultato finale di una serie di eventi. Affinchè si manifesti una malattia, oltre alla suscettibilità occorre l'intervento di un fattore scatenante. Nel caso di un'infezione, per esempio, si tratterà di un batterio o di un virus abbastanza facile da riconoscere e da eliminare (per esempio con gli antibiotici) attenendosi ai principi dell'attuale approccio orientato alla malattia; assai più importante, benchè quasi sempre trascurata, è però l'eliminazione della suscettibilità, per esempio tramite il rafforzamento di un sistema immunitario indebolito.

Giovedì, 01 Dicembre 2016 13:55

UN UOVO AL GIORNO TOGLIE L’ICTUS DI TORNO.

01-12-2016

Dopo la mela, anche l’uovo pare faccia la sua parte nel mantenimento della salute. Nella fattispecie, i ricercatori dell’EpidStat Institute, nel Michigan (USA), hanno trovato che un uovo al giorno riduce del 12% il rischio di ictus. Il merito sarebbe da attribuire alle sostanze antiossidanti, alle proteine e alle vitamine in esso contenute. Secondo i ricercatori un uovo di taglia grande può vantare la presenza di ben 6 grammi di proteine e antiossidanti di alta qualità come luteina e zeaxantina (che si trovano nel tuorlo) e di vitamine A, D ed E. «Le uova - spiega il dottor Dominik Alexander - hanno molti attributi nutrizionali positivi, tra cui antiossidanti, che hanno dimostrato di ridurre lo stress ossidativo e l’infiammazione. Essi sono anche un’ottima fonte di proteine, che è stata correlata alla riduzione della pressione sanguigna». Per giungere alle loro conclusioni, i ricercatori hanno condotto una revisione sistematica e una meta-analisi di diversi studi condotti tra il 1982 e il 2015. Di questi hanno valutato le relazioni tra l’assunzione di uova e le malattie coronariche in 276.000 partecipanti e l’ictus in 308.000 partecipanti. I dati raccolti hanno mostrato che un consumo regolare di uova aiuta a prevenire l’ictus. Secondo Tia M. Rains, direttore esecutivo ad interim dell’Egg Nutrition Center - ramo di ricerca scientifica dell’American Egg Board, lo studio colma una lacuna sulla relazione tra le uova e le malattie cardiache e «ora suggerisce un possibile effetto benefico del consumo di uova sul rischio di ictus». I risultati completi dello studio sono stati pubblicati nel Journal of American College of Nutrition.

 

Giovedì, 01 Dicembre 2016 13:54

I POMODORI CONTRO L'OBESITA'.

01-12-2016

I pomodori sono uno degli ortaggi più diffusi e utilizzati al mondo. I ricercatori giapponesi dell’università di Kyoto hanno scoperto che i pomodori contengono sostanze nutrienti che possono migliorare il metabolismo lipidico e combattere l’obesità. Siamo già a conoscenza che i pomodori contengono numerose sostanze benefiche per la salute. In questo studio i ricercatori hanno analizzato l’acido 9-oxo-octadecadienoico. Questo composto agevola la prevenzione delle malattie associate all’obesità, l’arteriosclerosi, cirrosi epatica e malattie vascolari. Il Dr. Teruo Kawada afferma che ottimi risultati possono essere raggiunti attraverso il consumo quotidiano di pomodoro, succo di pomodoro o passata di pomodoro.

 

https://www.eurekalert.org/pub_releases/2011-01/w-tft010611.php

http://www.news-medical.net/news/20110106/Research-Tomatoes-can-tackle-onset-of-vascular-diseases.aspx

http://medicalxpress.com/news/2011-01-tomatoes-nutrient-vascular-diseases.html

http://eu.wiley.com/WileyCDA/PressRelease/pressReleaseId-88957.html

01-12-2016

Kellogg's ha pagato pediatri, dietisti e professori per promuovere i cereali per la colazione. Gli esperti del Breakfast Council di Kellogg's non sono per nulla indipendenti. E’ quanto emerge da un’indagine dell’Associated Press. Sul proprio sito web Kellogg’s ha voluto evidenziare una sezione chiamata Breakfast Council, descrivendola come formata da esperti indipendenti, pronti ad aiutare le aziende nel proprio impegno nutrizionale. I cosiddetti esperti indipendenti sono stati pagati dalla multinazionale in media 13 mila euro all’anno. Kellogg’s ha proibito loro di partecipare a iniziative sui media e social media che promuovessero prodotti competitivi o un’immagine negativa dei cereali. Il Breakfast Council di Kellogg, che esiste dal 2011, si è impegnato a pubblicizzare i cereali per la colazione sui social network con frasi e fotografie. Kellogg’s si è servita del Breakfast Council per promuovere incontri di educazione continua per i dietisti, per pubblicare articoli accademici sulla colazione e per cercare di influenzare le linee guida sull’alimentazione del Governo USA. Il Breakfast Council include un professore di nutrizione, un pediatra e dei dietisti. Dato che Kellogg’s ha descritto tali esperti come “indipendenti”, il pubblico non poteva pensare che l’azienda li pagasse profumatamente per promuovere il consumo di cereali per la colazione. Non tutti sono pronti a cogliere questi conflitti d’interesse.
Kellogg’s suggeriva agli esperti “indipendenti” le frasi da pubblicare su Twitter e come rispondere in caso di attacchi da parte degli utenti. La comunicazione degli esperti con il pubblico dei consumatori non era libera, faceva parte di un accordo economico. In precedenza casi simili di partecipazione di esperti compiacenti alla promozione dei prodotti hanno riguardato multinazionali come PepsiCo e Coca Cola. Un ex membro (pentito?) del Breakfast Council di Kellogg’s ha dichiarato che avrebbe dovuto indicare i Twitter pubblicati per favorire l’azienda come “sponsorizzati” ma non lo ha fatto ed ora è troppo tardi. L’azienda che grazie ad un simile stratagemma ha forse assistito ad un incremento delle vendite ora potrebbe subire un calo se i consumatori comprenderanno la situazione. Già in precedenza Kellogg’s è stata posta sotto accusa per l’eccessivo contenuto di zucchero raffinato presente nei prodotti pubblicizzati come salutari per la colazione dei bambini. I consumatori non devono mai farsi ingannare dagli slogan che indicano come salutare un prodotto industriale piuttosto dubbio. Del resto, se proprio si vogliono scegliere dei cereali per fare colazione, esistono alternative decisamente migliori, come i fiocchi di cereali al naturale senza zuccheri o additivi aggiunti.

 

https://www.thestar.com/news/world/2016/11/21/kellogg-breakfast-council-was-made-up-of-paid-experts.html

https://consumerist.com/2016/11/22/kellogg-paid-its-independent-breakfast-council-fed-them-pro-cereal-talking-points/

Giovedì, 01 Dicembre 2016 13:51

L’ASPARTAME NON AIUTA A DIMAGRIRE.

01-12-2016

Un team del Massachusetts General Hospital (MGH) ha trovato un possibile meccanismo che spiega il motivo per cui l’uso del sostituto dello zucchero, l’aspartame, potrebbe non promuovere la perdita di peso. Nell’articolo pubblicato online in Applied Physiology, Nutrition and Metabolism, i ricercatori dimostrano come la fenilalanina, prodotto di scarto dell’aspartame, interferisce con l’azione di un enzima che previene la sindrome metabolica, un gruppo di sintomi associati con diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari. I ricercatori hanno inoltre dimostrato che i topi trattati con aspartame hanno guadagnato più peso e sviluppato altri sintomi della sindrome metabolica, rispetto agli animali nutriti con diete simili, ma prive di aspartame. “I sostituti dello zucchero come l’aspartame sono destinati a promuovere la perdita di peso e diminuire l’incidenza della sindrome metabolica, ma un certo numero di studi clinici ed epidemiologici hanno suggerito che questi prodotti non funzionano molto bene e possono effettivamente peggiorare le cose”, dice Richard Hodin, del Dipartimento di Chirurgia MGH e autore senior dello studio. “Abbiamo scoperto che l’aspartame blocca un enzima nell’intestino chiamato fosfatasi alcalina intestinale (IAP) che è in grado di prevenire l’obesità, il diabete e la sindrome metabolica. Per questo pensiamo che l’aspartame potrebbe non funzionare come sostituto dello zucchero, perchè blocca i benefici dell’enzima IAP“. In uno studio del 2013 pubblicato in Proceedings of National Academy of Sciences, il team di Hodin ha scoperto che i topi alimentati con una dieta ricca di grassi, trattati con l’enzima IAP, non hanno sviluppato la sindrome metabolica e gli animali che avevano già sviluppato la condizione, hanno avuto una riduzione significativa dei sintomi. La fenilalanina è nota per inibire l’azione di IAP e il fatto che essa viene prodotta quando l’aspartame viene digerito, ha portato i ricercatori ad indagare se le proprietà inibitorie dell’aspartame potevano spiegare la mancanza di perdita di peso. In una serie di esperimenti i ricercatori hanno prima scoperto che l’attività di IAP è stata ridotta quando l’enzima è stato aggiunto ad una soluzione contenente una bibita dolcificata con aspartame, ma è rimasta invariata se aggiunto ad una soluzione con una bevanda dolcificata con zucchero. IAP è prodotto principalmente nell’intestino tenue, e i ricercatori hanno scoperto che iniettando una soluzione di aspartame in segmenti del piccolo intestino dei topi si è ridotta significativamente l’attività dell’enzima. Al contrario, l’attività di IAP è rimasta invariata in segmenti intestinali iniettati con una soluzione salina.
Per rappresentare meglio gli effetti del consumo di bevande o di altri prodotti contenenti aspartame, i ricercatori hanno seguito quattro gruppi di topi per 18 settimane. Due gruppi sono stati alimentati con una dieta normale, uno con acqua potabile contenente aspartame, l’altro con semplice acqua. Gli altri due gruppi sono stati alimentati con una dieta ricca di grassi o con acqua contenente aspartame. Alla fine del periodo di studio, mentre vi era poca differenza tra i pesi dei due gruppi di topi alimentati con una dieta normale, i topi alimentati con una dieta ad alta percentuale di grassi che hanno assunto anche aspartame, hanno guadagnato più peso rispetto a quelli alimentati con la stessa dieta, ma che hanno ricevuto solo acqua semplice. In entrambi i gruppi, i topi che avevano ricevuto l’aspartame avevano più alti livelli di zucchero nel sangue rispetto a quelli alimentati con la stessa dieta, ma senza aspartame, che indica un’intolleranza al glucosio. Entrambi i gruppi che avevano ricevuto l’aspartame, avevano livelli più elevati della proteina infiammatoria TNF-alfa nel sangue, il che suggerisce lo sviluppo di infiammazione sistemica associata alla sindrome metabolica. “La gente non capisce il motivo per cui questi dolcificanti artificiali non funzionano. Alcune prove hanno dimostrato che in realtà i dolcificanti artificiali possono aumentare la fame e sono associati ad un aumento del consumo calorico. I nostri risultati per quanto riguarda l’inibizione di IAP da parte dell’aspartame, possono aiutare a spiegare il motivo per cui l’uso di aspartame è controproducente“, dice Hodin, che è un Prof. di Chirurgia alla Harvard Medical School. “Anche se non possiamo escludere altri meccanismi, i nostri esperimenti mostrano chiaramente che l’aspartame blocca l’attività di IAP, indipendentemente da altri effetti”.

 

http://www.nrcresearchpress.com/doi/10.1139/apnm-2016-0346#.WDXqGrLhDIV

01-12-2016

Negli anni passati, la percezione generale tra uomini e donne è stata che la vanità sia una prerogativa delle donne e che gli uomini non hanno né la voglia né il bisogno di essere preoccupati per l’aspetto personale e una buona cura della pelle. Questo atteggiamento è cambiato rapidamente con ogni generazione, e la maggior parte degli uomini sono ormai coinvolti nel voler apparire e nel volersi curare come le donne. Vi consiglio una serie di rimedi naturali, che possono aiutare gli uomini nella cura di una pelle migliore:

- Per un dopo barba naturale: spalmate il miele puro sulla pelle dopo la rasatura per alleviare l’irritazione e rimuovete con acqua tiepida dopo dieci-quindici minuti;

- Per la pulizia del viso mettete della farina d’avena in un frullatore, aggiungete acqua fino ad ottenere una pasta non troppo liquida e omogenea, applicate sul viso una volta alla settimana per levigare il viso, così da eliminare la pelle morta e fare un’ottima pulizia dei pori.

- Per avere la pelle morbida sbattete insieme due bianchi d’uovo con un cucchiaino di succo di limone e applicate come una maschera, lasciate agire per circa 15-20 minuti, e sciacquate bene con acqua calda.

- Per ridurre gli odori corporei, aggiungete due cucchiai di aceto di mele nell’acqua del bagno.

- Per trattare la pelle secca del corpo, tritate un avocado e applicate la purea alle aree colpite, lasciate agire per 15-20 minuti e sciacquate abbondantemente con acqua tiepida.

Mercoledì, 30 Novembre 2016 12:30

FLUORO? NO, GRAZIE!

30-11-2016

Decisamente numerosi sono gli studi sugli effetti negativi del fluoro sulla salute dell'uomo. Nonostante tutto, molti pediatri e dentisti consigliano ancora in modo automatico e sistematico la fluoroprofilassi (compressine o gocce) per i bambini di pochi mesi. L'integrazione di fluoro non è solo inutile, ma può essere addirittura dannosa. Vediamo perché. Le industrie del farmaco sono notoriamente molto abili nel manipolare, se non nell'influenzare, gli studi scientifici. Inoltre, non c'è migliore guadagno di quello che si ricava da farmaci prescritti in modo sistematico ad intere fasce della popolazione...vedi le vaccinazioni, le terapie ormonali per la menopausa, solo per citarne alcune. Contrariamente a quello che si credeva un tempo, il fluoro è efficace solo se applicato localmente e non quando assunto internamente. Assorbito per bocca, il fluoro entra nel dente attraverso il sangue e altera la struttura del dente stesso. Questo può causare fluorosi dentale. Invece, applicato localmente sul dente si lega allo smalto dei denti e li protegge dalle carie. Soprattutto nei bambini piccoli, i rischi dell'assunzione di fluoro superano di gran lunga i benefici. Le industrie del farmaco e quelle produttrici di dentifrici hanno a lungo sottaciuto e sottovalutato gli effetti tossici dei prodotti a base di fluoro. La fluorosi dentaria è in aumento soprattutto tra la popolazione che fa uso sistematico di integratori a base di fluoro. Si presenta sotto forma di uno scolorimento intrinseco dello smalto dei denti: i denti appaiono screziati, macchiati, puntinati, decolorati e a volte anche bucherellati. Lo smalto saturato di fluoro è più vulnerabile all'attrito e all'erosione. I danni aumentano nel tempo. Non esiste un dosaggio sicuro di fluoro. I danni da fluoro non si manifestano solo a livello dei denti, ma anche delle ossa e di altri tessuti umani. Il fluoro ha effetti negativi anche sul sistema nervoso centrale e determina alterazioni comportamentali e deficit cognitivi. Studi scientifici dimostrerebbero che il fluoro può essere neurotossico anche per il feto a dosaggi considerati sicuri per la madre. Dopo la nascita, il bambino può manifestare un ridotto quoziente intellettivo e alterazioni comportamentali.

FLUORO

I fluoruri di sodio somministrati ai bambini con le "pastiglie al Fluoro", per, dicono i pediatri, combattere la carie dei denti, non solo fanno in modo che il sistema immunitario si comporti come se fosse il sistema immunitario di una vecchia persona, ma cagiona anche dei danni autoimmuni in tutto il corpo ed accelera il processo di invecchiamento del corpo. La bassa concentrazione in cui i fluoruri di sodio esercitano il loro effetto deleterio mostra chiaramente che in realtà non esiste una concentrazione di fluoruro di sodio che non sia dannosa. Lo stesso problema si riscontra nell’acqua potabile "fluorata" per, dicono i "tromboni del potere sanitario", combattere la carie dei denti.

FLUORURO

Il fluoruro è stato l'elemento chimico chiave per la costruzione della bomba atomica. Si, stiamo parlando di un derivato del fluoro contenuto nel dentifricio che usiamo tutte le mattine o nelle gomme da masticare vendute a coloro che non hanno neanche il tempo di lavarsi i denti. Dopo circa 60 anni (periodo in cui è stata scoperta la bomba atomica) che gli americani hanno cominciato ad aggiungere fluoruro alle loro sorgenti idriche per ridurre le carie dentali, sono stati resi pubblici dei documenti che mettono seriamente in discussione la sicurezza del fluoro e la buona fede del governo americano. Diversi scienziati legati al progetto della bomba A condussero degli studi sui fluoruri concludendo che il fluoro provoca seri danni al sistema nervoso centrale e al nostro organismo in generale. Molti di questi rapporti furono classificati segreti per "ragioni di sicurezza nazionale" e molti altri sparirono dagli archivi statali. Il conflitto di interessi è chiaro: se si fosse reso pubblico che l'esposizione al fluoro è dannosa, il progetto della bomba A, i suoi fornitori e tutte quelle istituzioni ad esso legate, sarebbero state annientate da uno scandalo dalle immense proporzioni e dalle relative cause intentate per danni alla salute pubblica. Così tutto fu messo a tacere, ma nonostante ciò gli studi sugli effetti del fluoro dovevano continuare, anzi servivano cavie umane. Esiste forse un modo migliore che metterlo nelle tubature dell'acqua con la scusa della salute dentale dei nostri figli? Ed ecco subito organizzati convegni, pubblicità e associazioni di medici e dentisti preposte a pubblicizzare e a rassicurare la gente sull'utilizzo del fluoro e dei suoi "effetti benefici".
Il risultato fu dei migliori: la gente accettò l'utilizzo del fluoro come salvaguardia della propria salute dentale, furono smentite tutte le implicazioni del fluoro con diverse malattie che colpirono operai e persone che abitavano nei pressi delle fabbriche che producevano questo materiale di scarto altamente tossico e inoltre, a loro insaputa, diventarono tutti potenziali cavie da laboratorio su cui studiare gli effetti dell'ormai beneamato fluoro. Molti sono gli studi e le argomentazioni che attestano la pericolosità del fluoro e grazie a Joel Griffiths e Chris Bryson un medico scrittore e un giornalista indipendente si sta facendo luce su questa sconcertante situazione. Uno degli effetti più evidenti dei fluoruri sul nostro organismo è quello sul sistema nervoso centrale. Diversi studi mostrano come ripetute dosi di quantità infinitesimali di fluoro possono ridurre nel tempo ogni forza individuale di resistere alla dominazione, con l'avvelenamento e la narcosi di una certa area del cervello, rendendo così l'individuo sottomesso alla volontà di quelli che desiderano governarlo. Sono molte le evidenze storiche che mostrano accordi tra il governo americano e il regime di Hitler per il finanziamento del progetto della fluorizzazione delle acque dei paesi conquistati per renderli docili al controllo e alla dittatura. I fluoruri sono dei materiali di scarto di molte industrie chimiche e la loro sicura distruzione ha dei costi così elevati che hanno costretto i "poveri industriali ad industriarsi per trovare una soluzione alternativa e più economica. E così, una sostanza tossica di scarto è stata trasformata in una fonte di immensi guadagni. I danni accertati dall’ingestione del fluoro sono:

- RISCHI AL CERVELLO (NRC National Research Council): 1 ppm, ossia una parte per milione di fluoro può produrre nei bambini deficienze di apprendimento e difficoltà di concentrazione.

- RISCHI PER LA GHIANDOLA TIROIDEA: il fluoro agisce come smembratore endocrino. Sempre secondo NRC, 0.01-0.03 mg di fluoro per Kg al giorno possono ridurre le funzioni della tiroide in soggetti con basso tasso di iodio, questa riduzione può portare ad un calo dell’acutezza mentale, depressione e aumento di peso corporeo.

- RISCHIO PER LE OSSA: il fluoro riduce la resistenza delle ossa ed espone a fratture. Per ora non ci sono dati sul quantitativo di fluoro oltre il quale aumentano i rischi per le ossa, l’unico dato disponibile parla di 1.5 ppm.

- RISCHIO DI CANCRO ALLE OSSA: studi su animali ed umani, inclusi gli ultimi studi dell’università di Harvard, hanno stabilito con certezza il collegamento tra fluoro e osteosarcoma (cancro delle ossa) in uomini al di sotto di 20 anni. A questo proposito è disponibile una dettagliata relazione redatta dal National Toxicology Program che ha seguito gli adolescenti monitorati; va detto che purtroppo più della metà di questi soggetti sono deceduti dopo alcuni anni dalla diagnosi dell’osteosarcoma.

- RISCHI PER PAZIENTI SOFFERENTI AI RENI: pazienti sofferenti di patologie che coinvolgono i reni hanno manifestato un’alta sensibilità alla tossicità del fluoro, questa sensibilità è dovuta all’incapacità di questi soggetti ad eliminare dal corpo il fluoro assunto. Come risultato si ha un’elevata presenza di fluoro nelle ossa ed un aggravamento o insorgenza di un disturbo conosciuto col nome di osteodistrofia renale.

Il consiglio è di evitare il più possibile l’assunzione di fluoro, pertanto, leggete le etichette dell’acqua in bottiglia se ancora ne fate uso, cercate dentifrici senza fluoro per i vostri bimbi. Altre fonti di assunzione di fluoro sono:

- Chewin gum.
- Medicinali.
- Fertilizzanti.
- Bevande gassate (coca cola, pepsi ecc.).
- Tè in bottiglia o lattina.
- Gatorade.
- Bastoncini di pesce (meccanicamente disossati).
- Bastoncini di pollo (meccanicamente disossati).
- Alcuni vini.
- Alcune birre.
- Cibi cucinati in contenitori col fondo in teflon.
- Alcuni sali da cucina fluorati. 
- Alcuni tipi di anestetici (Enflurano, Isoflurano e Sevoflurano).
- Sigarette.

Mercoledì, 30 Novembre 2016 12:29

IL PESSIMISMO AUMENTA IL RISCHIO DI INFARTO.

30-11-2016

Fate sport, mangiate bene e sorridete! È la conclusione cui giunge uno studio realizzato presso l'Ospedale centrale Päijät-Häme di Lahti, in Finlandia. Secondo lo studio, pubblicato su BMC Public Health, essere pessimisti è associato a un raddoppio del rischio di morte per una patologia coronarica. Il campione oggetto di studio era formato da 2.267 uomini e donne finlandesi con età compresa fra 52 e 76 anni, dei quali è stato monitorato costantemente lo stato di salute. All'inizio dello studio, i ricercatori hanno somministrato loro un questionario per verificare se la loro indole fosse pessimista oppure ottimista. Le conclusioni erano legate al fatto di riconoscersi o meno in una serie di frasi del tipo «se una cosa può andare storta sicuramente per me andrà male». I risultati indicano che i soggetti più pessimisti avevano un rischio di morte per infarto 2,2 volte più alta del normale.
Mikko Pänkäläinen, autore dello studio, spiega: «Elevati livelli di pessimismo sono stati precedentemente legati a fattori che influenzano la salute, come ad esempio l’infiammazione, ma i dati sul legame tra il rischio morte per malattia delle coronarie e l’ottimismo e il pessimismo come tratti di personalità sono relativamente scarsi. I livelli di pessimismo possono essere misurati facilmente e il pessimismo potrebbe essere uno strumento molto utile insieme ad altri fattori di rischio noti, come il diabete, l’ipertensione o il fumo, per determinare il rischio di mortalità per malattie coronariche», dice Pänkäläinen. Un'altra ricerca, condotta stavolta da scienziati dell'Università dell'Illinois, segnala di converso l'effetto positivo dell'ottimismo sulla salute cardiaca. I dati, pubblicati su Health Behavior and Policy Review, affermano che una persona ottimista beneficia di una probabilità più alta (dal 50 al 76%) di mantenersi in salute dal punto di vista cardiovascolare. È probabile che ciò abbia a che fare con lo stile di vita complessivo di chi si dichiara ottimista, certamente più propenso a praticare sport e a seguire un'alimentazione corretta.

 

https://news.illinois.edu/blog/view/6367/204443

30-11-2016

A scuola di rimedi naturali dalle scimmie. Le forme più interessanti e curiose di automedicazione sono quelle utilizzate dai primati. Del resto, la natura è sempre stata fonte di ispirazione, anche in campo di innovazione. Perché quindi non prendere come punto di riferimento i nostri parenti più prossimi, le scimmie, per capire come curarci in maniera naturale? Vediamo allora alcuni comportamenti molto curiosi assunti dalle scimmie e cosa questi possono insegnarci in tema di automedicazione e rimedi naturali.

DEPURARE L’INTESTINO

Il primo curioso comportamento adottato dai primati fu osservato nel 1983, anche se inizialmente i ricercatori non riuscirono a dargli una corretta interpretazione. Gli studiosi si accorsero, infatti, che un gruppo di scimpanzé della Tanzania piegava e ingoiava foglie intere di Aspilia, una pianta indigesta. Successivamente, nel 1996, ci si rese conto che l’Aspilia, per sua natura ispida, serviva a catturare i parassiti presenti nel tratto intestinale, favorendone l’espulsione. Lo stesso comportamento è stato osservato in alcune scimmie diffuse in Sud America che, però, al posto dell’Aspilia, preferiscono inghiottire semi di grosse dimensioni. Il principio rimane comunque sempre lo stesso.

CARBONE VEGETALE

Ho già parlato diverse volte delle proprietà e dei benefici collegati all’utilizzo del carbone vegetale. Ciò che non ho mai detto, però, è che questo ingrediente naturale viene adoperato anche nel regno animale per risolvere i problemi digestivi. Il còlobo rosso di Zanzibar, infatti, si nutre di foglie e germogli ancora acerbi. L’utilizzo del carbone vegetale servirebbe quindi ad eliminare le tossine presenti all’interno di questi cibi.

COSPARGERSI PELLE E PELI DI SOSTANZE NATURALI

A ogni scimmia la sua fragranza! Il comportamento di strofinare sostanze maleodoranti sulla pelliccia ha diverse spiegazioni: può avere funzione sociale, sessuale, ma essere associata anche a forme di automedicazione. Il lemure macaco, ad esempio, si strofina la pelliccia con millepiedi velenosi, l’atele di Geoffroy di foglie di sedano, gli oranghi di foglie di commelina, il cebo dai cornetti, invece, è molto più vario: adopera frutti di limone e impacchi di cipolle. Il tutto per tenere lontani i parassiti o disinfettare la pelle.
Le diverse forme di automedicazione messe in atto dai primati possono fornire dei suggerimenti su semplici e naturali soluzioni atte a combattere i parassiti e altri disturbi.

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