Angelo Ortisi
COME RISTABILIRE L'EQUILIBRIO DEGLI ESTROGENI FEMMINILI.
12-12-2016
Il metodo più comune nella medicina ufficiale per ripristinare gli equilibri ormonali consiste nel somministrare estrogeni di sintesi, ma gli effetti collaterali non sono trascurabili. Molti studi documentano la comparsa di ritenzione di liquidi, aumento di peso, irritabilità e anche un maggior rischio di cancro mammario e dell'utero. Per fortuna le erbe e gli integratori nutrizionali possono ristabilire il normale metabolismo estrogenico. Gli ormoni sessuali di origine vegetale sono un'ottima alternativa a quelli animali, estratti dall'urina di cavalle gravide, o di quelli di sintesi, in quanto molto meno pericolosi.
FITOESTROGENI
I fitoestrogeni, cioè gli estrogeni di origine vegetale, sono sostanze che si trovano in alcuni alimenti ed erbe e che si legano ai recettori cellulari degli estrogeni attivando le funzioni estrogeno-dipendenti. Sebbene si leghino agli stessi recettori, l'attività dei fitoestrogeni è pari al 2% soltanto di quella degli estrogeni. Questo è estremamente utile quando i livelli di estrogeni sono troppo alti, perchè i fitoestrogeni riducono l'attività estrogenica globale, ma se i livelli sono bassi, l’aumentano, e ciò permette di ottenere la normalizzazione in situazioni di squilibrio ormonale quali la sindrome premestruale e la menopausa. Fra gli alimenti ricchi di fitoestrogeni ci sono alcuni ortaggi della famiglia delle Ombrellifere (finocchi, sedano e prezzemolo), delle Crucifere (cavoli, cavolfiore, broccoli, cavolini di Bruxelles), legumi, frutta oleosa, cereali integrali, mele ed alfalfa (erba medica). Finocchio ed anice sono particolarmente ricchi di fitoestrogeni e hanno un'azione estrogenica dimostrata. Oltre ai composti estrogenici, le Crucifere contengono indolo-3-carbinolo e sulforafano, che hanno proprietà antitumorali. Alimenti come i legumi hanno lo stesso effetto di una compressa di Premarin, il farmaco più comunemente prescritto dai medici. Inoltre, mentre una terapia a base di estrogeni può aumentare il rischio di certi tipi di tumore, i fitoestrogeni riducono questo rischio.
COLTIVIAMO BATTERI BENEFICI
Aggiungere semplicemente alimenti ricchi di estrogeni alla dieta può non bastare. Gli isoflavoni devono prima essere convertiti dai batteri intestinali in composti estrogenici biologicamente attivi. Poichè i batteri sono presenti solo se l'ambiente gastrointestinale è sano, lo stile di vita e le abitudini alimentari che influiscono sul tratto gastrointestinale della donna possono influire anche sulla sua salute ormonale. Un elemento di estrema importanza sono le fibre solubili (legumi, crusca di avena e banane), che costituiscono il nutrimento principale dei batteri intestinali benefici come il Lactobacillus acidophilus e il Bifidobacterium bifidus. Se l'apporto di tali alimenti non è adeguato, i batteri intestinali non riescono a prosperare. Gli antibiotici contribuiscono spesso ai disturbi femminili. Poichè non distruggono soltanto le infezioni batteriche per cui vengono prescritti, ma anche la flora batterica utile, spesso provocano lo sviluppo di altre specie batteriche dannose. Così una donna che prende tetracicline contro l'acne può ritrovarsi con un'infezione vaginale e la sindrome premestruale. Lo squilibrio nella flora intestinale può provocare anche un aumento degli estrogeni in circolazione.
ERBE RIEQUILIBRANTI
Alcune erbe sono usate da secoli contro i disturbi femminili: Dong quai (angelica), erba medica (alfalfa), trifoglio rosso o dei prati, radice di liquirizia, cimicifuga, finocchio e anice. I fitoestrogeni si trovano in circa 250 specie vegetali. A causa della loro azione equilibrante, spesso la stessa pianta viene raccomandata sia quando gli estrogeni sono in eccesso (sindrome premestruale) sia quando sono carenti (menopausa e anomalie mestruali).
QUELLO CHE MANGIAMO INFLUENZA IL PROFUMO DEL NOSTRO CORPO.
12-12-2016
Che alcuni alimenti fossero collegati al cattivo odore lo sapevamo già da tempo. Cipolla e aglio solo per fare due esempi classici. Ma pensiamo anche ai cibi che provocano meteorismo. Lo sapevate invece che il profumo della nostra pelle e del nostro sudore dipendono molto da ciò che assimiliamo giorno per giorno? Ecco cosa hanno scoperto alcuni ricercatori australiani. Lo studio, pubblicato sulla rivista Evolution & Human Behavior, è stato condotto dal dottor Ian Stephen e colleghi, del dipartimento di Psicologia della Macquarie University di Sidney, in Australia. I ricercatori si sono soffermati in particolare sulla “Qualità della dieta e l’attrattività dell’odore del corpo maschile”, come recita il titolo del lavoro. “Nello studio abbiamo testato se il quantitativo di frutta e verdura assimilato, stabilito indirettamente attraverso l’analisi spettrofotometrica della pelle e soggettivamente con dei questionari sulle abitudini alimentari, fosse correlato con una maggiore gradevolezza dell’odore del sudore”, scrivono gli studiosi nell’abstract. La ricerca è stata condotta su due gruppi. Ai 43 maschi è stato chiesto di produrre dei campioni di sudore ascellare e informazioni sulla propria dieta. Alle 9 donne, invece, è stato chiesto di valutare i campioni raccolti. Dovevano cioè spiegare l’impatto dell’odore su parametri affettivi, qualitativi e psicofisici. In sostanza, che tipo di reazione generava il profumo su di loro.
L’odore prodotto da chi consuma più frutta e verdura è stato giudicato come “significativamente più piacevole”. In particolare, questo tipo di alimenti produrrebbe delle note floreali, fruttate e dolci, indipendentemente dall’intensità del sudore. In misura minore, i ricercatori hanno registrato degli aromi gradevoli correlati all’assunzione di grassi, carne, uova e tofu. Il consumo di molti carboidrati è invece associato a odori poco gradevoli. Insomma, meno pasta e più frutta e verdura per gli uomini che vogliono sentirsi più attraenti! Ma qual è la ragione? Secondo il team del dottor Stephen, il profumo corporeo migliore viene associato inconsciamente a una salute migliore. Il nostro corpo umano, passato attraverso millenni di evoluzione, è ancora in grado di percepire con l’olfatto le qualità di un organismo. Un essere umano sano è anche più attraente, perché probabilmente dà maggiore sicurezza e affidabilità. Ecco a voi un motivo in più per “costringere” voi stessi e i vostri cari a mangiare più frutta e verdura!
ORZO: IL CEREALE CHE PROTEGGE LA DIGESTIONE.
11-12-2016
L’orzo viene coltivato da tempi remoti, ma è sempre stato considerato il parente povero del grano. Nei paesi in via di sviluppo, specialmente in quelli asiatici, l’orzo si consuma spesso insieme al riso; nei paesi industrializzati, invece, più della metà della produzione è destinata all’allevamento del bestiame, mentre l’altra metà si usa per produrre il malto, la birra, il whisky e, in minima parte, viene destinato all’alimentazione umana. L’attuale incremento della popolazione non è accompagnato da un progressivo incremento delle risorse alimentari, perciò gli esperti ritengono che, in futuro, molte tonnellate d’orzo dovranno essere destinate all’uomo, piuttosto che all’allevamento del bestiame. I chicchi d’orzo, integrali o raffinati, hanno una composizione molto simile a quella del grano integrale, con alcune differenze:
- Sono più ricchi di proteine rispetto al grano, ma più povere di glutine. Per questo il pane d’orzo è più compatto e meno soffice di quello preparato con la farina di grano. Le proteine dell’orzo sono anche povere di lisina, che aumenta quando l’orzo si cucina con legumi (prodotti ricchi di lisina).
- Contengono meno carboidrati rispetto al grano (amido).
- Rispetto al grano, l’orzo fornisce più vitamine B1 e B2, ma solo la metà di vitamina E. Come tutti i cereali è povero di provitamina A, di vitamina C e di vitamina B12.
- La composizione di minerali è simile a quella del grano, ricca di fosforo, magnesio, ferro e anche di zinco e altri oligoelementi; è povera però di calcio.
- Contiene più fibre rispetto al grano.
L’orzo è indicato nei seguenti casi:
AFFEZIONI GASTROINTESTINALI
L’orzo perlato, la farina d’orzo e soprattutto i chicchi germogliati sono tollerati molto bene da chi ha lo stomaco delicato. L’orzo è consigliato in caso di gastrite, dispepsia (cattiva digestione), ulcera gastroduodenale, gastroenterite, colite. Anche l’acqua d’orzo e il malto solubile sono molto indicati in caso di disturbi gastrici. Come il grano e la segale, l’orzo non deve essere consumato dai soggetti celiaci.
ECCESSO DI COLESTEROLO
Presso l’Istituto della Salute e dell’Alimentazione di Tokyo (Giappone) è stato dimostrato che, sostituendo con orzo integrale (chicchi mondati, fiocchi, farina integrale o semintegrale) la metà della quantità di riso che un gruppo di pazienti con un alto tasso di colesterolo assumeva, il livello di colesterolo totale, di colesterolo LDL (dannoso) e di trigliceridi, diminuiva. L’orzo, come tutti i cereali, è efficace nella prevenzione dell’arteriosclerosi e dei disturbi della circolazione. Chi è esposto al rischio di malattie delle coronarie, dovrebbe prenderlo regolarmente.
DIABETE
Le cavie affette da diabete nutrite con orzo presentano livelli più bassi di glucosio nel sangue rispetto a quelle nutrite con grano. Questo effetto è attribuito alla presenza nell’orzo di fattori ipoglicemizzanti ancora non ben conosciuti. Le varietà d’orzo ricche di fibre e beta-glucano (un derivato della cellulosa presente anche nell’avena), sono quelle più tollerate dai diabetici. A chi soffre di diabete, si consiglia di consumare regolarmente l’orzo e tutti gli altri cereali ricchi di amido, che viene rilasciato lentamente.
MALATTIE DEL COLON
Le fibre dell’orzo contribuiscono a combattere la stitichezza e tutte le sue complicanze, tra cui il cancro del colon.
CURIOSITA’
Quando si cuociono i chicchi d’orzo in una pentola a pressione, si forma una schiuma di amido che può ostruire la valvola di sicurezza della pentola provocandone l’esplosione. Questo si può evitare aggiungendo un pò d’olio all’acqua di cottura.
PREPARAZIONE E USO
- Orzo mondato, integrale: sono i chicchi di orzo cui, per abrasione, viene tolta la buccia esterna non digeribile (gluma) e una piccola parte della crusca. Si lascia in ammollo e poi si cuoce per un’ora insieme a verdure, oppure si prepara come una minestra.
- Orzo perlato (raffinato): si tratta di chicchi sottoposti a un intenso processo di abrasione, ripetuto fino all’eliminazione della buccia esterna, della crusca e della maggior parte del germe. I chicchi diventano in tal modo lucidi, arrotondati e di dimensioni uniformi. Si cuociono come se fossero riso, ma hanno un sapore un pò più intenso. Devono essere cotti per almeno 45 minuti .
- Acqua d’orzo: l’acqua d’orzo si prepara cuocendo 50-100 g di chicchi d’orzo, possibilmente perlati, in una quantità d’acqua tale che, dopo mezz’ora di cottura, rimanga un litro di brodo. Il brodo che si ottiene è ricco di amido e minerali; vi si può aggiungere succo di limone. Si consiglia nei seguenti casi: diarrea e colite, perché esercitano un’azione protettiva sulla mucosa intestinale; dispepsia da indigestione o disturbi funzionali dell’apparato digerente; malattie febbrili o debilitanti e quando si hanno difficoltà di digestione. In questo caso si può aggiungere miele.
- Fiocchi: si preparano con chicchi lasciati in ammollo, bolliti e poi pressati. Si usano per preparare il muesli, oppure si cuociono per dieci minuti nel latte o nel brodo di verdure.
- Farina: si prepara sia con i chicchi integrali, sia con quelli perlati.
- Malto: è l’estratto acquoso dei germogli d’orzo tostati.
I PIU' VELOCI RIMEDI NATURALI CONTRO I PIU' COMUNI DOLORI.
11-12-2016
I ricercatori hanno scoperto alcuni semplici rimedi naturali per i dolori più comuni della vita di tutti i giorni, rimedi che quasi tutti hanno in cucina.
DOLORI MUSCOLARI
1. ZENZERO
Un team di ricercatori danesi ha studiato l’effetto dello zenzero su una squadra di volontari con dolori muscolari. Dopo due mesi in cui è stato inserito nella dieta, il 63% dei volontari sosteneva che non soffriva più di dolori muscolari o articolari. Inoltre, i partecipanti allo studio hanno detto che non si sono più sentiti intorpiditi e non hanno più avuto problemi a causa delle infiammazioni.
DOLORI ALLE ORECCHIE
2. AGLIO
Due gocce di olio di aglio caldo somministrato nell’orecchio due volte al giorno, per cinque giorni, sono il rimedio ideale per le infezioni dell’orecchio, dicono gli esperti della Facoltà di Medicina e Chirurgia presso l’Università del New Mexico. Per ottenere la pozione miracolosa, schiaccia tre spicchi d’aglio e mescolali con mezzo bicchiere di olio extra vergine di oliva, bollito per due minuti, poi filtra attraverso una garza e conserva in frigorifero per due settimane. Prima dell’utilizzo, scalda leggermente l’olio.
MAL DI DENTI
3. CHIODI DI GAROFANO
Se ti fanno male i denti ma non puoi andare subito dal dentista, mastica alcuni chiodi di garofano. “L’anestesia” può durare fino a due ore, dicono i ricercatori dell’University of California. Inoltre, un quarto di cucchiaino di chiodi di garofano macinati, somministrato per tre settimane, stabilizza i livelli di zucchero nel sangue e abbassa il colesterolo cattivo.
MAL DI TESTA
4. CILIEGIE
200 grammi di ciliegie al giorno hanno un effetto molto buono per i pazienti che soffrono di mal di testa o di artrite cronica, dicono i ricercatori della Michigan State University. Secondo loro, le sostanze che danno colore alle ciliegie hanno proprietà antinfiammatorie dieci volte superiori all’ibuprofene o all’aspirina.
DOLORE ALLE GAMBE
5. SALE
Il sale ha proprietà antinfiammatorie e antibatteriche. Un bagno di 20 minuti, due volte al giorno, con una soluzione a base di un cucchiaio di sale per una tazza di acqua calda, è un rimedio buono per il dolore, spiegano i ricercatori della Stanford University in California.
DOLORI ADDOMINALI
6. PESCE
500 grammi di pesce consumati ogni settimana sono indicati per le persone che soffrono di indigestione, sindrome dell’intestino irritabile o malattie intestinali. Gli acidi grassi del pesce possono ridurre significativamente l’infiammazione intestinale, crampi e dolori addominali, spiega il Dr. Barry Sears, presidente del Centro di ricerca per le malattie infiammatorie di Marblehead, Massachusetts. I miglior risultati si ottengono con salmone, sardine, tonno, sgombro e aringa.
DOLORI PREMESTRUALI
7. YOGURT
Lo yogurt è ricco di calcio, minerale che calma il sistema nervoso in un modo naturale, prevenendo la comparsa dei sintomi dolorosi quando avvengono cambiamenti nel sistema ormonale, dice Mary Jane Minkin, professore di ginecologia all’Università di Yale. Due yogurt consumati quotidianamente sembrano essere utili nel trattamento delle donne che soffrono della sindrome premestruale.
PILLOLE ALIMENTARI 4.
11-12-2016
- Chi soffre di anemia ferropriva dovrebbe consumare limone, ma solo in piccole dosi. Infatti, questo frutto, pur essendo povero di ferro, è in grado di aumentarne l'assorbimento, specie se si considera il ferro contenuto negli alimenti vegetali. Questo effetto del limone è prodotto soprattutto dalla vitamina C ed è notevolmente potenziato dai componenti non nutritivi del limone (per esempio, gli acidi organici). Il limone contiene anche una considerevole quantità di acido folico, che contribuisce a produrre sangue e svolge molte altre funzioni protettrici, specialmente nelle donne, durante la gravidanza.
- Preso a digiuno, il succo di cavolo viene usato come vermifugo, per eliminare i parassiti intestinali. Se ne prende mezzo bicchiere la mattina, a digiuno, per cinque giorni consecutivi.
- Il melograno esercita un effetto astringente, arresta la produzione di succhi gastrici e riesce a decongestionare lo stomaco irritato.
- Il dottor Valnet, importante fitoterapeuta francese, sottolinea l'azione preventiva esercitata dalle nocciole contro la formazione di calcoli delle vie urinarie. Consumate regolarmente, si consigliano per la dieta di chi soffre di calcolosi renale, specialmente quando si tratta di calcoli di urati. Un pugno di nocciole al mattino dà ottimi risultati.
- I fagioli sono indicati per combattere la stitichezza e per prevenire i diverticoli e il cancro del colon e del retto, grazie al loro elevato contenuto di fibre cellulosiche.
- I semi di girasole sono ricchi di vitamina E, un potente antiossidante che combatte l'ispessimento delle arterie, diminuisce la tendenza all'aggregazione delle piastrine ed esercita un'azione preventiva contro la trombosi e l'infarto del miocardio.
- Il cachi è un frutto dolce, ma i diabetici lo tollerano bene per due motivi:
1. Più della metà del loro 15% di zucchero è formata da fruttosio, lo zucchero naturale della frutta. Questo tipo di zucchero richiede meno insulina per essere sfruttato dalle cellule dell'organismo e i diabetici, il cui pancreas produce meno insulina, tollerano e sfruttano meglio il fruttosio.
2. I cachi sono ricchi di fibre vegetali di tipo solubile, sotto forma di pectina, che trattengono gli zuccheri nell'intestino e li liberano lentamente. In questo modo, il fruttosio non si trasforma rapidamente in glucosio nel sangue (il che sarebbe dannoso per i diabetici), ma attraverso un processo lento e graduale.
Per l'azione benefica sull'intestino e il contenuto di carotenoidi e di ferro, i cachi sono particolarmente indicati per i diabetici.
I CIBI COTTI AL CARTOCCIO PORTANO OSTEOPOROSI E ALZHEIMER.
11-12-2016
L’Alzheimer e l’osteoporosi possono essere provocati anche da cibi cotti al cartoccio. A dichiararlo di recente sono stati alcuni scienziati dell’Università americana di Sharjah. Questi hanno sottolineato con grande fermezza che tale modalità di cottura può essere davvero pericolosa: non si tratta assolutamente di un dato da trascurare. Numerose persone sono abituate ad utilizzare l’alluminio per circondare gli alimenti anche solo per riscaldarli sotto il forno. Si tratta di un’abitudine sbagliata, che andrebbe subito eliminata. Ma che cosa è stato rivelato nello specifico durante lo studio scientifico? I ricercatori Fathia Mohammed ed Essam Zubaidy, dopo un’attenta analisi durata nel tempo, sono giunti alla conclusione che i cibi cotti al cartoccio si riempirebbero di una quantità di metalli talmente elevata che farebbe malissimo al nostro organismo tanto da dare vita, purtroppo, anche all’insorgenza del morbo di Alzheimer e all’osteoporosi. Sappiamo che da parte sua l’Organizzazione mondiale della sanità è sempre stata chiara su questo argomento affermando che non si devono in alcun modo immettere nel corpo più di 40 mg di metalli al giorno.
La messa al bando dei fogli di alluminio mentre si cucina dovrebbe diventare, dunque, un vero e proprio must. Non tutti sono a conoscenza che una fettina di carne realizzata al cartoccio può arrivare a contenere più di 400 mg di metalli. È da sottolineare che gli scienziati nella loro ricerca sono andati ben oltre: hanno anche rilevato che a provocare l’Alzheimer e l’osteoporosi potrebbero essere alcuni abbinamenti specifici mentre si cuociono i cibi con l’alluminio. Ad esempio: la carne cotta con sale e l’aggiunta di vino, stiamo parlando della semplice scaloppina, non farebbe male alla nostra salute. La situazione cambia, invece, ed anche notevolmente, se alla carne ed all’alluminio si vanno ad aggiungere alcune spezie, oppure soluzioni acide come il succo di pomodoro o ancora quello di limone. I cibi cotti al cartoccio sono molto usati anche nei ristoranti. In seguito a questa ricerca scientifica si dovrebbero apportare regole severe anche in questi locali pubblici. Ovviamente gli studiosi ci tengono a sottolineare come tale modalità di cottura può provocare Alzheimer ed osteoporosi se utilizzata in maniera eccessiva.
BERE TROPPA ACQUA UCCIDE!
10-12-2016
Overdose da acqua? Pare sia possibile. Ci si può intossicare anche per aver bevuto troppa acqua. A Londra, una donna di 59 anni sarebbe stata ricoverata proprio con i sintomi di un'intossicazione da acqua e livelli di sodio troppo bassi nel sangue (iposodiemia). Una situazione che potrebbe portare anche alla morte se non viene trattata. Secondo quanto riporta il British Medical Journal, la donna avrebbe iniziato a bere acqua su consiglio dei medici per bloccare un’infezione del tratto urinario. Ciò di cui probabilmente non era stata avvisata a dovere era la quantità giusta da ingerire, tanto che la 59enne sarebbe arrivata a consumare più di un bicchiere di acqua ogni 30 minuti. Il suo era il desiderio di lavare via quanto prima possibile quella infezione, ma ha fatto peggio. Dopo alcuni giorni ha iniziato a soffrire di forti emicranie, nausee e vomiti frequenti. È stata così ricoverata al Kings’ College Hospital di Londra, dove i medici hanno stabilito che la donna era andata in overdose. Come mai? Bere molta acqua in pochissimo tempo altro non fa che abbassare la quantità di sodio presente nel sangue causando una “iposodiemia”, che può anche portare alla morte (si registra un tasso di morte pari quasi al 30%). È questa la condizione di molti casi documentati in chi fa sport di resistenza e fa uso di alcune droghe come l'ecstasy, che possono causare sete eccessiva.
BERE MOLTO SI O NO?
Insomma, spesso vi sentite dire di bere molto perché fa bene. Ma cosa si intende veramente? Sembra un suggerimento innocuo e invece non lo è? Il dottor Imran Rafi, responsabile di Innovazione clinica e ricerca presso il Royal College of General Practitioners, dichiara che “bere una giusta quantità di acqua è importante per mantenersi in buona salute, sia fisicamente sia mentalmente; è necessario bere di più nei casi di disidratazione o qualora le urine si presentino di colore scuro”. Quello che sento di dire, in buona sostanza, è che non esiste esattamente una quantità raccomandata di acqua da bere ogni giorno. Bisogna bere, quello sì, e tenere conto del proprio livello di idratazione e del colore delle urine, che deve essere chiaro. Il caso di questa donna segnala il fatto che nemmeno in condizioni di necessità bisogna abusare. In ogni caso, ricordiamoci che la carenza di acqua può causare disidratazione, che, nel migliore dei casi, può causare affaticamento e senso di stanchezza. In genere, è bene bere tanto, in caso di febbre, diarrea o influenza, per reintegrare i liquidi. Anche in caso di infezioni delle vie urinarie potrebbe essere necessario bere di più rispetto alle proprie abitudini. Ma stiamo sempre attenti!
http://casereports.bmj.com/content/2016/bcr-2016-216882.abstract
I CRAMPI NON SONO SEMPRE CAUSATI DA CARENZA DI CALCIO.
10-12-2016
I crampi alle gambe, così frequenti nelle gestanti, sono spesso interpretati come effetto della carenza di calcio. Il dottor Ellis trovò i crampi del tipo più grave in donne che prendevano grandi quantitativi di calcio. I crampi alle gambe scomparvero solo quando cominciarono a prendere vitamina B6. Quando, in qualche caso, la piridossina non era sufficiente ad eliminare i crampi ai piedi e alle gambe, l'aggiunta di potassio, come supplemento orale, di norma eliminava completamente gli spasmi muscolari. Il dottor Ellis inoltre riportò grossi successi integrando la terapia con supplementi di magnesio durante il periodo prenatale. Una paziente in gravidanza che seguiva il trattamento con integratori di vitamine e minerali dopo un mese aveva le gambe ancora più gonfie e soffriva di gravi spasmi muscolari alle gambe durante la notte. Il dottor Ellis prescrisse allora 50 mg di piridossina al giorno in aggiunta alle normali compresse. La terza notte i crampi alle gambe erano passati.
DISTURBI MENTALI: LE ALLERGIE ALIMENTARI SONO LA CAUSA PRINCIPALE.
10-12-2016
Sebbene il concetto di reazione alimentare sia ancora scarsamente accettato dalla medicina ufficiale (per quanto queste osservazioni siano state avanzate sin dagli inizi del secolo scorso), i medici nutrizionisti sono convinti che le allergie e le intolleranze alimentari abbiano un ruolo importante nei deficit dell’attenzione caratterizzati da iperattività o sindrome ipercinetica del bambino. Questa convinzione trova conferma in uno studio condotto su 26 bambini affetti da questo disturbo dell’attenzione. Per prima cosa i ricercatori hanno eliminato un certo numero di allergeni dalla dieta dei bambini, quindi hanno studiato i 19 (73%) che sembravano rispondere favorevolmente a un test di provocazione alimentare in doppio cieco, controllato con placebo, e hanno riscontrato che i bambini rispondevano con la sindrome suddetta ai cibi reattivi e ai coloranti artificiali, mentre miglioravano se questi venivano eliminati dalla dieta. I bambini che hanno risposto meglio a questo approccio sono stati quelli con l’eczema. Questo studio conferma le scoperte del dottor Joseph Egger, che ha pubblicato una serie di ricerche sull’argomento dimostrando che certi alimenti, e soprattutto certi additivi alimentari, possono nuocere gravemente alla salute emotiva e mentale dei bambini. Perché allora non dovrebbe risentirne anche la salute emotiva e mentale di certi adulti? Questo problema è stato riconosciuto dagli ecologisti clinici (medici che studiano gli effetti delle tossine ambientali e delle allergie alimentari sulla salute) diversi decenni fa. I segni tipici della disfunzione cerebrale che si manifestano dopo l’assunzione di un cibo allergizzante comprendono mal di testa, letargia, sonnolenza, irritabilità, iperattività, confusione, depressione e difficoltà di concentrazione (alcuni ricercatori considerano le psicosi una reazione avversa verso certi alimenti e additivi allergizzanti).
PREOCCUPARSI TROPPO PER LA PROPRIA SALUTE E’ RISCHIOSO PER LA SALUTE.
10-12-2016
Rischio cuore per chi si preoccupa troppo, e senza motivo, per la propria salute: uno studio pubblicato sul British Medical Journal Open mostra infatti un rischio di infarto quasi doppio (+73%) per coloro che manifestano ansia sul fronte della salute, che vedono in qualsivoglia sintomo una possibile malattia, ovvero i cosiddetti “sani preoccupati”, soggetti che pur non essendo dei veri e propri ipocondriaci, vivono la propria salute con molta ansia. Condotto da Line Iden Berge, della Divisione di Psichiatria dell’università di Bergen in Norvegia, lo studio ha coinvolto 7.052 partecipanti, il cui stato di salute è stato monitorato per parecchi anni. Con una scala di valutazione psicologica ad hoc gli psichiatri hanno misurato per ciascuno il livello di ansia generale e in particolare il grado di ansia relativamente alla propria salute. I sani preoccupati sono coloro che si preoccupano di avere o di sviluppare in futuro una malattia grave. Si differenziano dagli ipocondriaci che, invece, sono a un livello più grave in quanto fermamente convinti di avere già una o più malattie. Gli esperti hanno identificato nel campione un sottogruppo di “sani preoccupati” ed hanno calcolato la frequenza di infarti tra i partecipanti non ansiosi e tra coloro che hanno invece ansia per la propria salute. Tale frequenza è rispettivamente del 3% e di oltre il 6%. Anche dopo aver considerato altri fattori che possono contribuire a questo aumento di rischio, concludono gli autori, emerge che i sani preoccupati hanno una probabilità quasi doppia di sviluppare una malattia cardiaca (infarto o angina) e di morire per cause cardiovascolari rispetto a chi non vive la salute con ansia.