Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

19-11-2016

La notizia, del 2010, arriva da Hong Kong e riguarda le proprietà del tè verde nella protezione contro le malattie degli occhi come il glaucoma e la cataratta. Grazie al progresso scientifico e alle ultime tecnologie, i ricercatori avevano già trovato gli antiossidanti, chiamati “catechine”, nel tè verde. Questi antiossidanti appartengono alla famiglia che comprende anche la vitamina C, vitamina E, luteina, zeaxantina. Tutti questi antiossidanti sono ben noti per le loro proprietà protettive. Il più potente della catechina è l’epigallocatechina, molto più forte delle vitamine C ed E. In questa ricerca gli scienziati hanno trovato le catechine nei tessuti oculari dei ratti di laboratorio, dopo che a questi e stato somministrato estratti di tè verde. Malgrado fossero stati condotti molti studi in passato nessuno si era reso conto che le catechine passavano dallo stomaco e dal tratto gastrointestinale ai tessuti dell’occhio. Gli studi su cornea, cristallino, retina, sclera, vitreo e liquidi, hanno evidenziato che queste diverse strutture dell’occhio tendono ad assimilare una certa quantità di catechine. La massima concentrazione delle catechine nell’occhio si verifica dopo 30 minuti e fino a 12 ore dal consumo di tè verde e la protezione contro i dannosi stress ossidativi degli occhi fino a 20 ore dopo il consumo.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20085274

http://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/jf9032602

https://www.sciencedaily.com/releases/2010/02/100218125520.htm

Sabato, 19 Novembre 2016 14:47

CARENZE NUTRIZIONALI NOCIVE PER IL CERVELLO.

19-11-2016

Essendo molto attivo dal punto di vista metabolico, il cervello ha bisogno di un apporto costante di micronutrienti. Non sorprende, pertanto, che quasi tutte le carenze nutrizionali possano provocare disfunzioni a livello cerebrale. Alcuni nutrienti, tuttavia, sono più importanti di altri e spesso carenti, specialmente negli anziani. La carenza di vitamina B6, B12, e acido folico causa anomalie neurologiche e deterioramento mentale nei soggetti anziani, oltre ad aumentare l'incidenza delle malattie cardiovascolari. Gli studi indicano che un'insufficienza metabolica o una vera e propria carenza di queste vitamine è comune negli anziani e che la carenza di vitamina B12 è una causa comune di demenza senile. Molti medici aspettano che insorga un'anemia prima di cominciare a sospettare una carenza di vitamina B12 o di acido folico. Purtroppo le ricerche dimostrano che i problemi neurologici e mentali si manifestano almeno sei mesi prima delle modificazioni a livello ematico. Misurare la concentrazione di queste vitamine nel sangue non basta in quanto l'organismo cerca di mantenere inalterati i livelli ematici anche quando la carenza a livello cellulare è ormai molto grave. E' molto meglio perciò assicurarsi il giusto apporto di questi nutrienti attraverso la dieta o l'assunzione di integratori.
La vitamina B12 può essere carente perchè se ne assume troppo poca (soprattutto nei vegetariani stretti), o a causa di malassorbimento, gastrite, bassa acidità gastrica, mancanza di fattore intrinseco (una sostanza che assicura l'assorbimento della vitamina B12). Negli anziani è comune la cosiddetta atrofia gastrica, una patologia in cui la degenerazione delle cellule e delle ghiandole dello stomaco arriva al punto di impedire la produzione di acidi gastrici e fattore intrinseco. In uno studio la bassa acidità gastrica è stata riscontrata nel 50% degli ultrasessantenni. Anche gli acidi grassi essenziali sono importanti per il giusto equilibrio infiammatorio, o il buon funzionamento del sistema immunitario e la prevenzione dell'aterosclerosi. Nelle persone anziane l'integrazione di acidi grassi alimentari ha dimostrato effetti positivi sulle funzioni mentali. Nei dislessici adulti, l'integrazione di DHA ha migliorato la lettura e il comportamento, oltre alla visione notturna, il che ne conferma l'importanza per la retina.

18-11-2016

Cercate degli antibatterici naturali? Li trovate in dispensa! Una nuova ricerca aggiunge le proprietà antibatteriche alla lunga serie di benefici di piante come prezzemolo e basilico. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Microbial Pathogenesis, ed è stata condotta dalle Università di Pisa e Pavia, con la collaborazione di due istituti tunisini: University of Monastir e Water Research and Technologies Center. È la prima volta che uno studio indica il prezzemolo e il basilico come antibatterici naturali. Questa proprietà sarebbe particolarmente spiccata negli oli essenziali delle due piante: Petroselinum crispum e Ocimum basilicum. Nel dettaglio, gli scienziati hanno analizzato l’attività antimicrobica su alcuni ceppi batterici patogeni del genere Vibrio. I batteri sono stati ”raccolti” dall’acqua di mare o da frutti di mare crudi o poco cotti. Le proprietà antibatteriche degli oli essenziali delle due piante sono state valutate su alcuni criteri specifici. È stato infatti misurato l’impatto degli elementi sia sui batteri in quanto tali, sia sulla capacità di inibirne la proliferazione. In particolare, poi, è stata studiata l’azione di disgregazione del biofilm batterico o la capacità di impedirne la formazione. Questo biofilm, una volta sviluppato, rende il microrganismo più virulento. Diventa cioè più potente e gli antibiotici difficilmente riescono ad aggredirlo. “Entrambi gli oli essenziali sono capaci di inibire la crescita dei microorganismi coltivati in vitro”, ha spiegato Guido Flamini dell’UniPi. “Il basilico ha mostrato un’attività leggermente maggiore”. Flamini si è occupato anche di analizzare la composizione chimica dei due oli essenziali. Nel prezzemolo ha identificato 26 composti (pari al 98.3% del totale). Nel basilico sono stati individuati 48 elementi (che corrispondono al 99.1% del totale.
Se mi seguite da un pò di tempo, conoscete bene le caratteristiche delle due spezie. Ma facciamo comunque un ripasso! Il prezzemolo è noto soprattutto per l’azione antiossidante dei suoi flavonoidi tra cui la luteina. Un’azione potenziata anche dalla forte presenza di vitamina C. Stimola la secrezione gastrica e la diuresi, regolarizza la pressione, aiuta contro l’anemia, rafforza il sistema immunitario. Al basilico sono invece riconosciuti benefici all’apparato respiratorio: aiuta contro tosse, mal di gola, bronchite, asma e raffreddore. Ottimo anche contro lo stress, il colesterolo, i calcoli renali e le punture di insetto.

 

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S088240101500176X

18-11-2016

Chi non conosce la mela cotogna e pensa che si tratti di una varietà di pera o di mela, addentandone la polpa rimarrà piuttosto deluso, perché è così aspra e insipida da essere quasi immangiabile. La cosiddetta “cotognata” (marmellata ricavata dalla polpa), invece, è un cibo squisito, che piace a tutti i bambini. La mela cotogna cruda contiene il 13,4% di carboidrati sotto forma di zucchero, ma la cotognata, che si prepara aggiungendo un ugual peso in zucchero, supera il 50% di zuccheri. Contiene pochissime proteine e grassi (meno dell’1%), mentre è abbastanza ricca di vitamine C ed E, e di minerali come potassio, ferro e rame. L’azione astringente e antinfiammatoria della mela cotogna sull’intestino è prodotta da due sostanze che esercitano azioni apparentemente contrarie:

- Pectina: fibra solubile che lenisce la parete intestinale e facilita il passaggio delle feci.

- Tannini dall’azione astringente, che asciugano e disinfiammano la mucosa che riveste l’intero tubo digerente.

Presa come dolce o a merenda, è adatta per i bambini e gli adulti che hanno tendenza a un transito rapido delle feci o alle flatulenze intestinali. Si consiglia in caso di diarrea da gastroenterite o colite come primo alimento solido dopo la fase acuta. Il contenuto di pectina contribuisce a ridurre il livello di colesterolo nel sangue.

PREPARAZIONE E USO

- Cruda: ha un sapore assai aspro e acido e, anche matura, risulta quasi immangiabile.

- Cotognata: è una marmellata ottenuta con la polpa della mela cotogna. Per prepararla bisogna prima sbucciare le mele e poi cuocerle in poca acqua. Quando sono ridotte in purè, vi si aggiunge un uguale peso in zucchero. Alcuni usano lo zucchero di canna, più ricco di minerali e soprattutto più salutare di quello raffinato.

17-11-2016

Sugli scaffali delle farmacie potete trovare un medicinale per ogni disturbo. Mal di testa, dolori articolari e muscolari, ciclo mestruale doloroso, per citare solo alcuni dei fastidi, per risolvere i quali ci propinano analgesici vari. È possibile però alleviare il dolore in modo naturale, senza preoccuparsi degli effetti collaterali. Attenzione però, non sostituite o sospendete alcuna terapia, senza aver consultato prima il vostro medico di fiducia.

ZENZERO CONTRO NAUSEA, MAL DI GOLA E STATI INFIAMMATORI

Lo zenzero è noto per la sua elevata azione antinfiammatoria, addirittura più potente dei più comuni ibuprofene e cortisone. Sono in molti a masticare un pezzetto di zenzero in caso di mal d’auto o per alleviare la nausea a seguito delle chemioterapie. Senza dimenticare la sua azione antisettica. Una tisana allo zenzero può aiutare in caso di mal di gola, calmare la tosse e il catarro, e mettervi al riparo dai malanni di stagione.

ANANAS E BROMELINA TOCCASANA PER I TESSUTI

L’ananas è immancabile nella lista degli analgesici naturali perché, grazie alla bromelina, si presta al trattamento dei processi infiammatori dei tessuti. In particolare, in caso di ematomi, tumefazioni post-operatorie, traumi muscolari e cellulite. Se riprendete a fare sport dopo un lungo periodo di pausa, mangiare l’ananas vi aiuterà a ripartire senza eccessivi traumi.

OLIO D’OLIVA PER I DOLORI MUSCOLARI

Se sentite i muscoli contratti per la fatica o perché trascorrete troppo tempo al pc, non c’è niente di meglio di un bel massaggio con l’olio d’oliva caldo. Meglio se extravergine e spremuto a freddo, così da beneficiare a pieno delle sue proprietà. Inoltre, secondo alcuni studi scientifici, contiene l’oleocantale, che lo rende capace di un’azione antinfiammatoria simile a quella dei FANS.

AGLIO PER COMBATTERE I DOLORI ARTICOLARI

L’aglio è uno degli analgesici naturali più conosciuti, nonché un antibiotico efficace per la prevenzione di innumerevoli malattie. Oltre a rafforzare il sistema immunitario, è molto utile per ridurre l’intensità del dolore alle articolazioni, soprattutto per l’artrite. In caso di malanni stagionali, preparate un bel brodo caldo in cui affettate due o tre spicchi di aglio. Se avete dolore alle giunture invece, tritate un pò d’aglio e scaldatelo in un pò d’olio. Massaggiate la parte interessata con l’olio caldo (attenzione a non ustionarvi) e sentirete il dolore calmarsi.

UVA, MIRTILLI E CILIEGIE, LA FRUTTA CON AZIONE ANALGESICA

Mentre l’uva stimola la circolazione del sangue che affluisce nelle zone in cui sentite dolore, i mirtilli sono potenti antiossidanti e aiutano a rimuovere le tossine dannose per l’organismo. Le ciliegie invece sono ricche di antociani, presenti nella frutta e verdura dalle sfumature di colore del rosso e del blu, che le conferiscono una potente azione analgesica. Tutti e tre i frutti, grazie alle proprietà antinfiammatorie, sono dei veri e propri antibiotici naturali. Sono capaci di dare sollievo dal dolore, senza alcun effetto collaterale.

17-11-2016

In Italia l'iperplasia prostatica benigna colpisce il 40% degli uomini fra i 40 e i 59 anni di età, con costi molto elevati per la sanità pubblica fra ospedalizzazione e chirurgia. Io ho trattato con successo molti uomini affetti da ingrossamento cronico della prostata con erbe e provvedimenti nutrizionali.

ZINCO

Nell'iperplasia prostatica benigna è importantissimo che l'apporto e l'assorbimento di zinco siano ottimali. Le carenze di zinco sono più frequenti con l'avanzare dell'età ed è dimostrato che un'integrazione riduce le dimensioni della prostata e la relativa sintomatologia nella maggior parte dei pazienti. L'efficacia clinica dello zinco probabilmente è dovuta al suo ruolo in molti aspetti del metabolismo degli androgeni (ormoni maschili). Lo zinco inibisce l'attività della 5-alfa-reduttasi, l'enzima che trasforma il testosterone in diidrotestosterone, che è tossico per la prostata e contribuisce al suo ingrossamento cronico.

ACIDI GRASSI ESSENZIALI

Anche gli acidi grassi essenziali sono importanti per il corretto funzionamento della prostata. La loro somministrazione porta a un significativo miglioramento di molti individui affetti da iperplasia prostatica benigna. Tutti i 19 pazienti trattati in uno studio non controllato hanno riscontrato una diminuzione dell'urina residua e dopo varie settimane 12 non ne avevano affatto. Questi effetti sembrano dovuti alla correzione di una carenza di acidi grassi essenziali, poichè in questi pazienti rapporti e valori lipidici prostatici e seminali sono spesso fuori della norma.

POLLINE

Un prodotto che trovo particolarmente efficace è l'estratto di polline. Studi clinici controllati ne hanno documentato l'efficacia nel trattamento dell'iperplasia prostatica benigna in soggetti senza complicanze quali stenosi dell'uretra, calcoli prostatici e sclerosi del collo vescicale. Uno di questi studi, per esempio, dimostra che una pastiglia tre volte al giorno porta alla scomparsa totale dei sintomi nel 36% dei casi e a un miglioramento significativo nel 42%. Come accade per molti rimedi naturali, non sono stati riferiti effetti collaterali. Pare che il polline riduca le reazioni infiammatorie della prostata inibendo al tempo stesso i microbi.

SERENOA

Usata da secoli per il trattamento dell'iperplasia prostatica benigna, prima dai pellerossa e poi dagli erboristi e dai naturopati europei, questa palma è stata oggetto di numerosi studi che ne documentano l'efficacia anche in confronto al farmaco più usato, la finasteride. Uno studio aperto su 505 uomini ha rivelato che dopo 90 giorni di terapia l'88% dei pazienti e dei loro medici consideravano molto efficace la terapia, che alleviava i sintomi prostatici e migliorava qualità della vita, emissione urinaria, volume urinario residuo e dimensioni della prostata. La dose giornaliera era 320 mg. La serenoa aumentava l'emissione di urina da 9,5 ml al secondo a 13,2 ml al secondo. Uno studio recente in doppio cieco su 200 uomini affetti da iperplasia prostatica benigna ha dimostrato che 20 mg di estratto fitosterolico standardizzato di serenoa migliorano praticamente ogni sintomo. Particolarmente rilevante è il dato riguardante il flusso massimo di urina, passato da 9,9 ml a 15,2 ml al secondo. Il beta-sitosterolo apparentemente inibisce la produzione di prostaglandine infiammatorie nella prostata.

17-11-2016

L’ingestione di sostanze chimiche artificiali come il fluoro, non previene la carie, piuttosto distrugge le viscere e porta allo sviluppo del cancro e altre malattie. E’ questo il risultato inquietante di una recente valutazione compilata da Shane Ellison, pluripremiato chimico, autore e fondatore di The Peoples Chemist. La valutazione di Ellison sugli effetti negativi del fluoro sul corpo, mostra ancora una volta perché la rimozione del fluoruro dagli approvvigionamenti di acqua potabile pubblica è fondamentale per la salute delle persone. Shane Ellison, dice: “Una volta ingerito, i composti del fluoro attaccano l’integrità strutturale delle nostre viscere, il collagene (una proteina strutturale, costituisce il principale elemento fibroso di pelle, tendini, cartilagini, ossa, denti, membrane, cornee e vasi di tutti i vertebrati) è lacerato dal fluoruro, ciò comporta una rigidità delle articolazioni, danni ai legamenti e le ossa doloranti. Lo stesso problema determina la comparsa di macchie bianche sullo smalto dei denti, un risultato noto come fluorosi. Gli studi di laboratorio portati avanti nei precedenti decenni, ha mostrato che il fluoruro stimola la mutazione del DNA delle cellule dei mammiferi, determinando la crescita delle cellule tumorali. La ricerca su diverse popolazioni ha dimostrato che l’assunzione di fluoro può aumentare del 700% il rischio di sviluppare il cancro alle ossa. E’ emerso che il fluoruro non ha mai dimostrato di prevenire realmente la carie, spesso è la scusa più utilizzata per continuare a immettere questo veleno tossico nelle forniture di acqua pubblica. La realtà è che l’ingestione di fluoro promuove effettivamente la carie, persino il Centers for Disease Control and Prevention (CDC), negli Stati Uniti, ammette che non c’è prova scientifica verificabile della prevenzione della carie con il fluoruro.
Vista la pericolosità, perché la fluorizzazione artificiale dell’acqua continua a persistere in molte città americane e del mondo? Il motivo è dato da una combinazione di ignoranza e di orgoglio dell’istituzione medica, che rifiuta di accettare quanto la scienza moderna ha scoperto sulla pericolosità del fluoruro per non smentirsi su ciò che ha detto per molte decadi: il fluoruro è sicuro, non è pericoloso. John Garfield, della The University Daily Kansan, recentemente ha scritto la propria valutazione sui pericoli del fluoruro, rilevando che la miglior ricerca scientifica disponibile collega il consumo di fluoruro a disturbi della tiroide, alterazioni del sistema endocrino, danni riproduttivi, problemi di pelle, ossa fragili, immunodeficienza, pubertà precoce, e abbassamento del QI. La conferma del pericolo del fluoro utilizzato come disinfettante arriva da quaranta comunità degli Stati Uniti, che dal 2011 l’hanno eliminato dai loro rifornimenti idrici. Lo stesso esempio nel 2012 è stato già attuato da altre località come Albuquerque, Bolivar, Missouri, Myerstown e Penn.

 

http://www.infowars.com/chemist-fluoride-one-of-the-greatest-public-health-threats-of-modern-times/

Mercoledì, 16 Novembre 2016 07:21

I PROBIOTICI AIUTANO IN CASO DI LESIONI SPINALI.

16-11-2016

I probiotici eserciterebbero un'influenza positiva sulle lesioni del midollo spinale. L'originale intuizione è di alcuni ricercatori dell'Ohio State University guidati da Kristina Kigerl, che ha firmato lo studio apparso sul Journal of Experimental Medicine. I ricercatori sono partiti dall'assunto secondo cui le lesioni del midollo spinale alterano il tipo di batteri che risiedono nell'intestino, il che aggrava a sua volta l'entità del danno neurologico, compromettendo di conseguenza anche il recupero funzionale. Secondo gli scienziati statunitensi, l'uso dei probiotici aiuterebbe i pazienti a recuperare meglio dopo una lesione. «Le migliaia di miliardi di batteri che vivono nel tratto gastrointestinale sono note come microbiota intestinale, e una disbiosi, ossia una modifica patologica di questa comunità microbica, si verifica quando i batteri non patogeni vengono sostituiti da germi patogeni», spiegano i ricercatori. In passato, alcune malattie autoimmuni come la sclerosi multipla o il diabete di tipo 1 sono state collegate ad alterazioni del microbiota intestinale. «Anche le lesioni traumatiche del midollo spinale hanno effetti secondari, tra cui la perdita di controllo dell'intestino, che possono causare disbiosi», scrivono gli autori.
Lo studio ha rivelato che le lesioni spinali alterano in maniera significativa il microbiota intestinale, comportando la migrazione di batteri in altri tessuti e l'attivazione di cellule proinfiammatorie immunitarie all'interno dell'intestino. «I probiotici, contenenti un gran numero di batteri che producono acido lattico, attivano un tipo di cellule immunitarie dell'intestino, i linfociti T regolatori, in grado di sopprimere l'infiammazione, evitando eccessivi danni al midollo spinale dopo l'evento traumatico acuto», aggiunge Kigerl. Peraltro, i batteri probiotici possono aumentare il recupero del midollo spinale secernendo molecole che migliorano la crescita e la funzione neuronale. «Uno o entrambi questi meccanismi potrebbero spiegare come la disbiosi intestinale che si verifica dopo l'infortunio possa contribuire all'evoluzione patologica delle lesioni del midollo spinale e come i probiotici possano bloccare o addirittura invertire questi effetti», concludono gli autori.

 

http://www.medicalnewstoday.com/articles/313516.php

16-11-2016

L’argomento non è particolarmente attraente, ma parlarne può avere qualche utilità: nell’intestino umano possono infatti annidarsi fastidiosi parassiti come, ad esempio, ossiuridi, cestodi, giardia, tenie o ascaridi. Per dirla in modo più semplice, per quanto un pò brutale, si tratta di vermi, la cui presenza può irritare le pareti intestinali, determinando, come conseguenza più immediata, uno scarsissimo assorbimento delle sostanze nutritive. La trasmissione di questi parassiti all’uomo avviene, generalmente, con l’ingestione di uova, magari nutrendosi di carni crude o poco cotte oppure entrando in contatto con animali che ne sono già affetti. Per questo, la prima regola sarebbe di mantenere una buona igiene personale, ad esempio lavandosi le mani prima di portarle alla bocca o di toccare i cibi. Ecco un elenco di 15 alimenti che, pur non costituendo soluzioni definitive del problema, possono contribuire ad alleviarlo o a prevenirlo.

1. AGLIO

Come ben sapevano i nostri antenati, è un alimento dai molteplici benefici, tra i quali troviamo delle notevoli proprietà antibatteriche. Per questo, ingerire 2-3 spicchi di aglio crudo ogni giorno contribuisce a combattere funghi, infezioni e virus, senza alterare la flora batterica intestinale.

2. CIPOLLA

Come l’aglio, anche la cipolla cruda ha proprietà antibiotiche e antibatteriche ed è pertanto indicata nei casi di parassiti intestinali.

3. CHIODI DI GAROFANO

Per le loro proprietà antisettiche e antibatteriche, i chiodi di garofano possono contribuire a debellare i parassiti intestinali. Possono essere utilizzati in infusione oppure sotto forma di olio essenziale.

4. SEMI DI ZUCCA

È un rimedio tradizionalmente utilizzato contro vermi intestinali quali la tenia, grazie alle sue proprietà antiparassitarie. I semi possono essere consumati previa tostatura o essiccatura.

5. MALLO DI NOCE NERA

Nella medicina antica, l’estratto del mallo acerbo di noce nera veniva utilizzato per il trattamento di parassiti, funghi, virus e batteri. Questo perché il mallo contiene, tra gli altri elementi, juglone, tannino e iodio, sostanze dalle elevate proprietà antisettiche e antibatteriche. Oggi sono reperibili in commercio integratori a base di estratto di noce nera.

6. CURCUMA

È considerato un buon antinfiammatorio e utilizzato soprattutto nella medicina orientale. Basta consumarne un paio di cucchiaini al giorno, magari aggiungendoli ai cibi a fine cottura.

7. ASSENZIO

In passato, l’uso medico dell’assenzio era molto diffuso, soprattutto grazie alle sue proprietà antisettiche e vermifughe. L’estratto della pianta veniva ingerito dopo essere stato diluito in acqua. L’omonimo liquore, invece, ha avuto una storia particolarmente tormentata, tanto da essere vietato in numerosi paesi tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, a causa del massiccio consumo che se ne registrava e degli effetti nocivi per la salute. Oggi i divieti sono caduti, anche perché tutti i prodotti in commercio, per quanto riguarda il vecchio continente, devono rispettare i parametri di sicurezza stabiliti dalle direttive dell’Unione Europea. Per gli scopi medicamentosi, l’assenzio può essere preparato come infuso, come decotto oppure diluendo in acqua alcune gocce dell’estratto: l’importante è non superare mai le dosi consigliate, e per questo è bene non assumerlo senza prima aver consultato un esperto.

8. ORIGANO

L’origano ha numerose proprietà, in particolare analgesiche e antisettiche: il suo estratto - da non assumere senza prima aver consultato un esperto - può avere effetti benefici contro funghi e parassiti intestinali.

9. SEMI DI POMPELMO

L’estratto di semi di pompelmo, generalmente reperibile nei negozi di alimenti naturali, è considerato un antimicrobico naturale e quindi utile nella lotta ai diversi tipi di parassiti intestinali.

10. SEMI DI SESAMO

Alimento piuttosto calorico, i semi di sesamo hanno la proprietà di rafforzare il sistema immunitario e costituiscono un ottimo ricostituente, soprattutto in caso di disturbi gastrici e intestinali (e quindi anche per combattere gli squilibri determinati da eventuali parassiti). Possono essere aggiunti all’impasto di pane e dolci, usati per arricchire le insalate o gustati nello yogurt. È preferibile non tostarli.

11. ZENZERO

Lo zenzero è generalmente considerato un toccasana per i problemi intestinali e digestivi ed è particolarmente indicato per combattere nausea e vomito, anche in caso di infezioni dovute alla presenza di parassiti.

12. FICHI

Non sono considerati un rimedio specifico contro i parassiti. Tuttavia, grazie all’alto contenuto di fibre, possono essere molto utili per combattere i disturbi intestinali, oltre ad avere un effetto energizzante e tonificante sull’organismo.

13. CAROTE

Ricche di beta-carotene, precursore della vitamina A, concorrono a riequilibrare la flora intestinale e, più in generale, a rinforzare le difese dell’organismo, contribuendo ad ostacolare l’eventuale annidamento di parassiti.

14. ANICE

Anche l’anice può essere utile per un’azione preventiva, grazie alla sua capacità di riequilibrare le funzioni intestinali.

15. YOGURT

Contribuendo a riattivare la flora batterica intestinale e a rinforzare il sistema immunitario, lo yogurt si dimostra molto utile per la prevenzione, oltre a svolgere un’azione ricostituente dopo un’eventuale cura farmacologica.

Mercoledì, 16 Novembre 2016 07:15

COME PREPARARE UN DENTIFRICIO NATURALE.

16-11-2016

Perché scegliere un dentifricio naturale? La maggior parte delle marche in commercio contengono il fluoro, una sostanza chimica tossica che non ha mai, in realtà, dimostrato di ridurre la carie. Inoltre, il fluoro è stato anche collegato a danni alla tiroide e svariati altri problemi. Anche i dentifrici naturali in commercio, spesso contengono solfiti o solfati (soprattutto il sodio laurilsolfato) o la glicerina, che qualcuno sostiene rovini i denti e impedisca la loro rimineralizzazione. Ci sono comunque in vendita alcuni buoni dentifrici naturali, ma dopo aver guardato gli ingredienti capirete che potete preparare un simile prodotto a casa: vedrete, è molto semplice.

INGREDIENTI

- Circa 1/2 tazza di olio di cocco.
- Due o tre cucchiai di bicarbonato di sodio.
- Due piccole confezioni di stevia in polvere.
- 15-20 gocce di olio essenziale di menta piperita o di cannella.
- 10 gocce di estratto di semi di pompelmo (opzionale).

PREPARAZIONE

1. Fare sciogliere (anche solo leggermente ammorbidire) l’olio di cocco.

2. Unire in altri ingredienti e mescolare bene. Se si utilizza l’olio di cocco meno morbido usare una forchetta per stemperare, in caso contrario, utilizzare un cucchiaio. Se si utilizza l’olio di cocco completamente sciolto è necessario mescolare diverse volte mentre la miscela si raffredda, per mantenere il bicarbonato di sodio bene incorporato.

3. Mettere il composto in un piccolo barattolo di vetro (se ne può anche preparare uno per ogni membro della famiglia, poi capirete perché).

4. Lasciare raffreddare completamente.

Per utilizzarlo immergere lo spazzolino da denti e raschiatene piccole quantità da distribuire sulle setole dello spazzolino (ecco perché un barattolo a testa!). Si potrebbe anche usare un piccolo cucchiaio, per spalmarlo. Provate ad utilizzare questo dentifricio naturale per un pò di tempo e vedrete che funzionerà molto bene: noterete meno placca e i denti vi daranno la sensazione di essere più lisci.

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