Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

22-03-2016

Sia le droghe da strada che gli psicofarmaci provocano dipendenza, assuefazione e conducono in molti casi ad atti di violenza. Ma mentre le prime sono illegali, i secondi sono somministrati anche ai bambini e sono spacciati per medicine. In realtà si tratta di sostanze molto pericolose che alterano la mente e i cui effetti sono simili a quelli degli stupefacenti. In passato molte delle droghe ora fuori legge erano utilizzate in ambito psichiatrico. La canapa è stata vietata quando se ne perse il controllo e i giovani cominciarono a usarla per sballarsi. Questa pianta nell'Ottocento era impiegata per il trattamento delle malattie mentali, in particolare di stati depressivi. La diffusione di questa e di altre sostanze è stata favorita dall'establishment psichiatrico. Prendiamo l'LSD, negli anni 50 era propagandato come cura di tutti i mali, dalla schizofrenia alle perversioni sessuali, dall'alcolismo al comportamento criminale; o l'ecstasy, introdotta in Germania con la psicoterapia, all'inizio del secolo scorso; o le anfetamine, usate negli anni trenta come antidepressivi. Tutte queste sostanze sono oggi note come "droghe pesanti" o "droghe da strada". Tutte illegali! Per quanto possa destare scalpore, il Ritalin ha seguito lo stesso cammino. E' stato riclassificato dal Ministero della Sanità e dal Ministero di Giustizia come stupefacente e inserito nella tabella I, assieme a droghe pesanti come le anfetamine, gli oppiacei, i barbiturici, l'LSD e la cocaina. Eppure continua a essere sperimentato sui bambini, mentre negli Stati Uniti e in Gran Bretagna milioni di adolescenti lo consumano regolarmente. Nelle scuole a volte è utilizzato per sballarsi, e si è già conquistato la fama di "droga a basso costo". Del tutto legale! Viene in alcuni casi spacciata dagli studenti nei cortili o nei corridoi e c'è chi la riduce in polvere per sniffarla. L'hanno soprannominata "kiddie's coke", la cocaina dei piccoli. L'aspetto più drammatico di tutto ciò è che la "pillola dell'obbedienza", per usare un altro dei suoi nomignoli, è usata dalla psichiatria per occuparsi di un disturbo che ha ben poco di scientifico: l'ADHD. Forse tra qualche anno il Metilfenidato (principio attivo del Ritalin) diventerà una droga da strada, illegale come le altre, o molto più probabilmente molti degli studenti che ora la consumano passeranno a droghe pesanti proibite dalla legge. Quando una disciplina come la psichiatria continua a ridefinire dei normali comportamenti con nomi di disturbi mentali e a trovare la cura, coinvolgendo ora anche i bambini, si dovrebbe cominciare a chiedersi se si tratta di qualcosa che aiuta veramente o qualcosa d'altro. Si possono vietare la cocaina, l'LSD, o la Marijuana, ma se la psichiatria, che crea il diffondersi di queste droghe su vasta scala sotto il nome di "cure per disturbi mentali", non sarà riportata nei parametri della scienza a rimetterci saranno sempre le persone.

22-03-2016

Le lampadine fluorescenti compatte - LFC - (note come lampadine a basso consumo energetico) possono provocare ulteriori gravi danni a fasce di popolazione affette da patologie quali il Lupus, forme di dermatite o eczema, autismo, epilessia, emicrania, alcuni tipi di porfiria, e molte altre ancora che possono soffrire gravi e dolorose reazioni all'illuminazione a basso consumo. Queste beneamate lampadine, distribuite a destra e manca da associazioni ambientaliste e da fornitori di energia elettrica (già questo dovrebbe far pensare), presentano purtroppo tre principali problemi: le radiazioni elettromagnetiche, il mercurio e le radiazioni UV.

RADIAZIONI ELETTROMAGNETICHE

Misurazioni eseguite dimostrano che le LFC generano potenti campi elettromagnetici a poca distanza dalla sorgente, fino ad un metro di distanza. Il centro indipendente di ricerche francese CRIIREM sconsiglia pertanto di utilizzare lampadine a basso consumo energetico a brevi distanze, come ad esempio per illuminare i comodini delle camere da letto o le scrivanie. La messa al bando delle lampadine ad incandescenza porterà quindi ad un aumento delle persone sottoposte ad alti livelli di radiazioni elettromagnetiche. Esistono, inoltre, indicazioni che il campo elettromagnetico generato dalle LFC può viaggiare all'interno dei cavi elettrici esponendo le persone alla così detta “elettricità sporca” in tutta l’abitazione. Uno studio pubblicato nel giugno del 2008 dall'American Journal of Industrial Medicine segnalava che questa elettricità sporca aumenta di 5 volte il rischio di contrarre il cancro. L’effetto dannoso dell’elettricità sporca e stato evidenziato anche dalle ricerche condotte dalla ricercatrice canadese Marta Havas. Le lampade alogene a basso voltaggio (12V) possono anch'esse essere dannose a causa del campo elettromagnetico generato dal trasformatore. Ciò succede in particolare con le radiazioni emesse dai “trasformatori elettronici” che possono contaminare anche le condutture generando elettricità sporca. Le lampade alogene a 220 V non hanno invece questo effetto.

MERCURIO

Le LFC contengono da 3 a 5 mg di mercurio, una sostanza estremamente tossica per il cervello, il sistema nervoso, i reni ed il fegato. Sebbene si dica che le LFC hanno un basso contenuto di mercurio, questo quantitativo è più che sufficiente a causare seri danni alla salute. In modo particolare sono a rischio le donne in stato di gravidanza ed i bambini piccoli, poiché il mercurio influisce sullo sviluppo del cervello e del sistema nervoso del feto e del neonato. Valutazioni eseguite dimostrano che quando una lampadina a basso consumo si rompe i vapori di mercurio si diffondono e le emissioni superano di gran lunga i livelli di sicurezza per svariate settimane dalla rottura. Le lampadine che non vengano smaltite correttamente potrebbero rompersi nei camion della spazzatura, diffondendo i vapori di mercurio sulla città, o finire nelle discariche dove il mercurio può contaminare aria, acqua e suolo. Di conseguenza, la messa al bando delle lampadine ad incandescenza ed il conseguente aumento dell’utilizzo delle LFC porterà centinaia di chilogrammi di mercurio direttamente nelle nostre case e nelle nostre strade.

RADIAZIONI UV

Le LFC senza il doppio guscio protettivo (ed anche alcuni tipi di lampade alogene) emettono radiazioni UVB e tracce di UVC. È ben noto che questo tipo di radiazioni sono dannose per la pelle (tumore della pelle) e per gli occhi (cataratta). Diversi studi, infatti, dimostrano che le lampade fluorescenti aumentano il rischio di contrarre tumori della pelle. La British Association of Dermatologists sostiene che le persone che soffrono di alcune malattie della pelle o che sono sensibili alla luce accusano un aggravamento dei loro sintomi in conseguenza dell’uso di lampadine a basso consumo energetico. Perfino individui senza problemi cutanei preesistenti possono sviluppare sul viso sintomi allergici e/o lesioni simili alle ustioni da sole. La protezione supplementare del doppio guscio sulle LFC può circoscrivere il problema delle radiazioni UV, ma fintantoché saranno vendute LFC senza doppia protezione, le razioni UV continueranno ad essere un alto fattore di rischio.

ULTERIORI PROBLEMI

Altri problemi correlati all'uso delle LFC comprendono il tremolìo della luce - che può provocare mal di testa, affaticamento della vista e problemi di concentrazione - e l’alta percentuale della componente blu della luce che, come è risaputo, diminuisce la produzione di melatonina, che a sua volta può causare disturbi del sonno, tumori, attacchi di cuore.

COSA FARE?

Ricordiamo altresì che si stanno diffondendo altre tecnologie, sicuramente più efficienti, come l’illuminazione a led, che risolvono in parte tutti questi problemi. Dobbiamo anche ricordare che la luce migliore rimane la luce naturale, che potremmo sfruttare al massimo anche all'interno delle nostre abitazioni. Per il resto potremmo continuare ad usare le lampadine fluorescenti con maggiore coscienza e parsimonia, ricordandoci di smaltirle in modo corretto. Una vecchia lampada ad incandescenza se accesa con moderazione potrà darci sicuramente una luce più calda e gradevole. Se poi volete seriamente risparmiare energia cominciamo dall'isolare bene le abitazioni, l’illuminazione per le nostre case assorbe appena il 15 per cento dei consumi energetici. Per ridurre le emissioni è sicuramente prioritario risparmiare sull'energia necessaria al riscaldamento e raffrescamento degli edifici.

Lunedì, 21 Marzo 2016 07:51

GLI ALIMENTI CHE DISINTOSSICANO DAL FUMO.

21-03-2016

Siete riusciti finalmente a liberarvi dal vizio del fumo? Bene, ma la vostra missione non è finita qui. Occorre massimizzare il risultato già di per sé positivo curando anche l'alimentazione. Ciò che mangiamo infatti può aiutare l'organismo a disintossicarsi e a limitare i danni prodotti negli anni dal fumo, mettendo un freno peraltro al possibile desiderio di tornare a fumare. I nostri principali alleati sono ovviamente frutta e verdura. In particolare, sono i cibi ricchi di vitamina C ad assicurare gli effetti migliori. Quindi largo ad agrumi, kiwi, pomodori, broccoli e peperoni. La vitamina C è un toccasana nei confronti dei radicali liberi prodotti dal fumo di sigaretta, responsabili principali del processo di invecchiamento di organi e tessuti. Altri alimenti invece favoriscono l'eliminazione delle tossine dall'organismo. In questo caso parliamo di carote, cetrioli, finocchi e sedano, tutti cibi dalla potente azione depurativa. Mirtilli e melograni sono ottime soluzioni per il ripristino di una corretta circolazione sanguigna, dal momento che rafforzano la struttura dei capillari indeboliti dal fumo e rinvigoriscono il tessuto connettivo che sostiene i vasi. In tal modo si stimola la formazione di nuovi globuli rossi, che invece soffrono gli effetti delle sigarette.
I problemi prodotti dal fumo non riguardano solo l'aspetto fisiologico, ma anche quello relativo alla psiche. Fra i disturbi più frequenti per gli ex fumatori ci sono infatti ansia e irritabilità, causate dall'astinenza alla nicotina. L'insalata verde, con le sue tante varietà, può aiutarci a superare queste piccole difficoltà psicologiche attraverso un effetto leggermente sedativo sul sistema nervoso. Anche tisane di varia composizione (ad esempio malva, ortica, finocchio ecc.) possono assicurare, oltre a un'azione depurativa e disintossicante, anche uno stimolo per migliorare l'umore e contrastare la tipica apatia che caratterizza chi ha appena smesso di fumare. Da tenere in considerazione, in tal senso, anche piante di origine tropicale come il mate, dalle proprietà toniche e stimolanti. E se la voglia di fumare riprende il sopravvento? Niente paura, si può ricorrere ai vegetali che appartengono alla famiglia delle Solanacee (patate, melanzane, pomodori, peperoni, peperoncini, bacche di goji). Il loro effetto di riduzione del desiderio del fumo si spiega con il fatto che anche la pianta del tabacco appartiene alla stessa famiglia, condividendone di conseguenza alcuni principi attivi.

Lunedì, 21 Marzo 2016 07:50

L’UVA AIUTA LA VISTA.

21-03-2016

Agli occhi piace l'uva. Le carote non hanno l'esclusiva sui benefici indotti al nostro apparato oculare. Una ricerca dell’University of Miami Miller School of Medicine ha riscontrato nel consumo di uva la chiave per contrastare i danni indotti agli occhi dallo stress ossidativo. La produzione di radicali liberi, responsabili dei processi di invecchiamento, si riduce e le funzionalità della retina vengono preservate. Lo studio, pubblicato su Nutrition, è stato condotto su modello murino, in topi affetti da degenerazione della retina. Gli scienziati hanno alimentato i topi con un regime alimentare che prevedeva uva liofilizzata in polvere - una quantità pari a 3 porzioni di uva al giorno per l'uomo -, una dieta di controllo basata sugli zuccheri e un'altra che prevedeva un'alimentazione normale. Dopo 5 settimane, i medici americani hanno scoperto che nel gruppo alimentato con la dieta a base di uva la struttura della retina e le sue funzionalità risultavano preservate. La retina mostrava il suo spessore integro, così come la quantità di fotorecettori - ovvero le cellule che reagiscono alla luce - e la loro qualità. I topi che non avevano consumato l'uva, invece, mostravano una retina danneggiata, con una significativa riduzione dello spessore. Inoltre, i fotorecettori si erano ridotti del 40 per cento, mostrando anche una notevole perdita di attività.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26732835

http://www.eurekalert.org/pub_releases/2016-03/ral-nes030416.php

Lunedì, 21 Marzo 2016 07:49

DORMIRE CON GLI SLIP FA MALE ALLA SALUTE.

21-03-2016

Andare a letto con le mutande farebbe male alla salute. Secondo Alyssa Dweck, autrice di “V for Vagina” la biancheria intima renderebbe l’area genitale più umida e la cosa favorirebbe di conseguenza l’insorgenza di batteri nelle donne. L’analisi condotta nel dipartimento di ginecologia della New York University ha dimostrato che le donne che dormono con la biancheria intima sono più soggette a infezioni batteriche rispetto a chi non la usa. Male dormire con le mutande anche per gli uomini, sebbene per motivi diversi. Nel caso del sesso maschile il “rischio” non è tanto nei batteri ma nella temperatura che si raggiunge. I testicoli hanno bisogno di una temperatura leggermente più bassa del resto del corpo per ottimizzare la produzione di sperma, quindi gli slip (o boxer che siano), chiarisce Brian Steixner, urologo di Atlantic City, non sono adeguati perchè riscalderebbero troppo l’area.

 

http://www.huffingtonpost.com/entry/sleep-in-underwear_us_56e1c605e4b0b25c91811f1a

Lunedì, 21 Marzo 2016 07:49

CON I PROBIOTICI AUMENTA IL BUON UMORE.

21-03-2016

L’esistenza di un collegamento tra cervello e intestino è un tema molto discusso e una recente ricerca fornisce nuovi dati per una sua migliore comprensione. Secondo uno studio pubblicato su Brain, Behavior, and Immunity , l’assunzione di probiotici potrebbe aiutare a ridurre i pensieri negativi associati al cattivo umore. Alcuni ricercatori olandesi hanno condotto uno studio per osservare l’effetto della somministrazione di una formulacontenente probiotici (lattobacilli e bifidobatteri) sui sintomi di malinconia in 40 soggetti sani, senza disturbi dell’umore. Prima e dopo lo studio i partecipanti hanno compilato un questionario per valutare la risposta all’umore triste, ai sintomi depressivi e di ansietà. Al termine delle 4 settimane di somministrazione il gruppo che aveva assunto la miscela di probiotici aveva ridotto la risposta cognitiva rispetto al gruppo placebo, con la diminuzione del pensiero depressivo (ruminazione) e dell’aggressività, ottenendo un miglioramento complessivo dell’umore. Secondo i ricercatori questo studio è il primo che dimostra come un intervento con probiotici possa influenzare i meccanismi cognitivi che determinano vulnerabilità ai disturbi dell’umore.
Tra le ipotesi considerate, l’aumento dei livelli di triptofano nell’intestino e, potenzialmente, la facilitazione del turnover della serotonina nel cervello. È anche proposta la stimolazione del nervo vago, con il risultato del miglioramento del tono dell’umore, come possibile meccanismo. Negli ultimi decenni la somministrazione di probiotici è stata ampiamente utilizzata con risultati soddisfacenti contro vari tipi di diarrea, stipsi, disturbi digestivi, dispepsia, malattie allergiche, ipercolesterolemia, disturbi ginecologici, infezioni delle vie urinarie e malattie intestinali di natura infiammatoria. Inoltre vi sono evidenze che suggeriscono come alcuni probiotici possano legare e inattivare alcuni cancerogeni, inibire la crescita di alcuni tumori e inibire i batteri in grado di convertire i procarcinogeni in carcinogeni, anche se sono necessari altri studi per confermare queste risultati.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25862297

Lunedì, 21 Marzo 2016 07:47

IL GRANDE INGANNO DEL CALCIO.

21-03-2016

Per anni ci è stato detto che dovremmo assumere più calcio per avere ossa più forti. Le autorità sanitarie hanno innalzato la RDA (dose alimentare giornaliera raccomandata) da 500 milligrammi a 1000 mg. Con tutto il calcio che le donne stanno assumendo, si potrebbe pensare che l'osteoporosi possa essere stata sconfitta. Ma non lo è affatto. Infatti è in continuo aumento. Diversi studi hanno dimostrato che 9 donne su 10 dopo la menopausa hanno un grado variabile di osteoporosi. Ogni anno più di un milione di donne soffrono per fratture ossee. Nonostante tutti i messaggi che esortano le donne a bere più latte ed assumere più calcio, il problema non migliora. Non stanno assumendo poco calcio...ne assumono troppo! Ci sono alcuni fatti incontestabili:

- le donne americane hanno uno dei livelli di consumo di calcio più alti al mondo. Hanno però una delle più alte percentuali di osteoporosi;

- le donne dell'India e Asia consumano appena una piccola frazione rispetto alle americane ma raramente si ammalano di osteoporosi o artrite;

- non importa quanto calcio si assume, il calcio non può essere assorbito nelle ossa senza l'aiuto del magnesio.

Gli esperti ritengono che le donne occidentali (anche quelle che prendono integratori minerali) hanno una deficienza di magnesio. Ciò significa che per la maggior parte delle donne il calcio che stanno assumendo non viene assorbito. Cosa succede a quel quantitativo extra di calcio che non viene assorbito? Un pò si fissa nei muscoli provocando una loro anormale contrazione, spesso provocando crampi muscolari e dolore "inspiegabile". Altro si attacca alle articolazioni, dove può provocare artrosi. Un pò si accumula nei reni dove può provocare calcoli. Può, inoltre, accumularsi nelle arterie dove forma depositi di placca che contribuiscono all'insorgenza di malattie cardiovascolari. Perciò, se si vuole prevenire questi disturbi, si dovrebbe prendere una quantità doppia di magnesio rispetto a quella di calcio. 
Ecco alcuni benefici che il magnesio può portare al nostro organismo:

INVERTE L’OSTEOPOROSI

Diversi studi hanno dimostrato che il magnesio non solo rallenta la perdita di massa ossea ma in effetti inverte il processo. In uno studio condotto dal dr. Guy Abraham si è passati dalla somministrazione di calcio a quella di magnesio a diverse centinaia di donne. Risultato: le partecipanti hanno riscontrato un aumento della densità ossea in media dell'11%. Se si considera che le donne dopo la menopausa perdono circa l'1% di massa ossea annualmente, significa che le donne dello studio hanno recuperato decenni di perdita ossea.

PREVIENE LE MALATTIE CARDIACHE

Le malattie cardiache sono il killer numero uno delle donne. Come hanno dimostrato alcuni studi, la maggior parte delle persone colpite da infarto hanno una deficienza di magnesio. E' già stato detto che il magnesio impedisce al calcio di accumularsi nelle arterie.

Ma questo è solo l'inizio. Questo minerale aiuta anche a mantenere il battito cardiaco regolare. Ecco come: il magnesio favorisce il rilassamento muscolare, mentre il calcio ne provoca la contrazione. Perciò, mentre un appropriato equilibrio di calcio e magnesio fa sì che il muscolo cardiaco funzioni correttamente, un eccesso di calcio può provocare un eccesso di contrazioni, portando agli spasmi muscolari conosciuti come attacco cardiaco. La comunità medica internazionale è da tempo a conoscenza degli effetti pericolosi dell'eccesso di calcio sul muscolo cardiaco. E' per questo che la maggior parte dei rimedi per le malattie cardiache siano i farmaci bloccanti dei canali del calcio, sostanze che bloccano l'entrata del calcio nel cuore. Forse non dovremo attendere che il nostro medico tenti di salvarci la vita con queste pericolose medicine. Possiamo proteggere il nostro cuore prendendo subito il magnesio. La prestigiosa rivista statunitense American Heart Journal lo definisce "il bloccante naturale dei canali del calcio".

ULTERIORI BENEFICI

Combattere l'osteoporosi e prevenire le malattie cardiache e l'artrite sono solo la punta dell'iceberg di questo versatile nutriente. Alcuni studi hanno dimostrato che il magnesio è anche efficace nel risolvere emicranie, insonnia, depressione, ipertensione, mal di schiena, costipazione, calcoli renali, fatica cronica e sindrome premestruale. In questo ultimo caso aiuta a combattere la voglia di cibo: non è casuale che molte donne hanno voglia di cioccolato prima e durante il ciclo mestruale. La sindrome premestruale è provocata da bassi livelli di magnesio, ed il cacao è uno dei cibi più ricchi di magnesio conosciuti.

Domenica, 20 Marzo 2016 08:15

TE’ VERDE E FERRO: PESSIMA COMBINAZIONE.

20-03-2016

Il tè verde, potente antiossidante, è noto per i suoi numerosi benefici per la salute, ma gli esperimenti in un modello di topo di laboratorio della malattia infiammatoria intestinale suggeriscono che il consumo di tè verde, associato con l’assunzione di ferro nella dieta, può effettivamente ridurre i benefici del tè verde. “Se si beve il tè verde dopo un pasto ricco di ferro, il principale composto nel tè si legherà al ferro”, ha detto Vijay Matam-Kumar, assistente Professore di scienze nutrizionali della Penn State University. ”Quando ciò si verifica, il tè verde perde il suo potenziale come antiossidante. Al fine di ottenere i benefici del tè verde, è meglio non consumarlo con alimenti ricchi di ferro come la carne rossa, verdure a foglia verde, cavoli e spinaci“. Secondo Vijay-Kumar, gli stessi risultati si applicano anche agli integratori di ferro. Vijay-Kumar e colleghi hanno scoperto che EGCG - il composto principale del tè verde - inibisce la mieloperossidasi, un enzima pro-infiammatorio rilasciato dai globuli bianchi durante l’infiammazione. L’inattivazione della mieloperossidasi può essere utile nel mitigare la malattia infiammatoria intestinale. Ma quando EGCG e il ferro sono consumati contemporaneamente, EGCG perde la sua capacità di inibire la mieloperossidasi.
In aggiunta a questa complessità, i ricercatori hanno trovato che EGCG può anche essere inattivato da una proteina “ospite”, che è abbondante in condizioni infiammatorie. L’IBD (malattia infiammatoria cronica intestinale) è caratterizzata da infiammazione cronica del tratto digestivo, che si traduce in diarrea a volte sanguinolenta, dolore, stanchezza, perdita di peso e altri sintomi, tra cui la carenza di ferro/anemia. Non di rado, ai pazienti affetti da IBD vengono prescritti supplementi di ferro. L’ assunzione contemporanea di tè verde e supplementi di ferro sarebbe controproducente in quanto entrambe le sostanze, legandosi, si annullano a vicenda. “E’ importante che i pazienti IBD sappiamo che se assumono supplementi di ferro e tè verde contemporaneamente, una sostanza nutriente influenza l’altra”, ha detto Vijay-Kumar. ”I risultati di questo studio potrebbero essere utili sia per le persone che amano il tè verde che per le persone che lo usano in particolare, per il trattamento di diverse malattie”, ha aggiunto il ricercatore. “I benefici del tè verde dipendono dalla biodisponibilità dei suoi componenti attivi”, ha concluso Beng San Yeoh, studente laureato in immunologia e malattie infettive e primo autore dello studio.

 

http://news.psu.edu/story/396431/2016/03/08/research/green-tea-and-iron-bad-combination

20-03-2016

Il semplice aroma di una pianta aromatica come il rosmarino, principe di molti piatti di cucina, pare possa operare diversi benefici a livello mentale e della memoria. Un concetto già sostenuto dall'aromaterapia, la tecnica di benessere che utilizza appunto gli aromi delle piante - in genere sotto forma di oli essenziali, che sono un vero e proprio concentrato di pianta e aroma. Citato anche da Shakespeare nel suo Amleto, il rosmarino è da sempre ritenuto un rimedio per la memoria e le prestazioni cognitive. Ciò che si riteneva già diecimila anni fa, è stato confermato da uno studio condotto dal professor Mark Moss e la collega Jemma McCready della Northumbria University. Lo studio conferma quanto già suggerito da un precedente studio sempre del dottor Moss, in cui si affermava che il rosmarino migliora le prestazioni cognitive e migliora la memoria a lungo termine fino al 15 per cento. Per questo nuovo studio, i ricercatori hanno coinvolto un gruppo di 66 persone. I partecipanti sono stati suddivisi a caso in due gruppi da 33 e sottoposti a una serie di test sulla memoria, condotti in due diverse stanze: una pervasa dal profumo di rosmarino; l’altra, senza profumo. Tra i diversi test, alcuni prevedevano il trovare oggetti nascosti, ricordare specifici oggetti che avevano visto velocemente e altri test per valutare le funzioni della memoria in genere. I risultati finali hanno mostrato che i partecipanti allo studio appartenenti al gruppo che era stato oggetto dei test nella stanza profumata, hanno ottenuto risultati migliori nei compiti circa la memoria a lungo termine e prospettica, rispetto a quelli che erano stati portati della stanza senza aroma. «Abbiamo voluto congegnare la nostra precedente ricerca che indicava come l’aroma rosmarino migliorasse la memoria a lungo termine e il calcolo mentale», ha spiegato Moss nel comunicato Northumbria.
In questo studio, il team di ricerca si è concentrato in particolare sulla memoria prospettica, ha sottolineato il dottor Moss. La memoria prospettica implica la capacità di ricordare eventi che si verificheranno in futuro e ricordarsi di completare le attività in determinati momenti. «Questo è fondamentale per le attività quotidiane – ha proseguito Moss – Per esempio, quando qualcuno ha bisogno di ricordarsi di spedire un biglietto d’auguri o di prendere le medicine in un momento particolare». Questi risultati potrebbero avere utili implicazioni per il trattamento di soggetti con deficit di memoria, ha aggiunto Jemma McCready. «E’ importante ricordare quando e dove andare, e per quali motivi facciamo tutto questo, e che tutti possono soffrire di carenze minori che possono essere frustranti e talvolta pericolose. Sono così necessarie ulteriori ricerche per indagare se questo trattamento è utile per gli anziani che hanno subìto un declino della memoria», ha concluso il dottor Moss.

 

http://www.sciencedaily.com/releases/2013/04/130409091104.htm

 

20-03-2016

Secondo uno studio condotto da scienziati indiani, il limonene e l'acido perillico, due potenti sostanze di origine vegetale, potrebbero inibire la metastasi, ossia il propagarsi, del cancro alla pelle ad altri organi e tessuti. Entrambi questi elementi sono presenti negli oli essenziali di alcune piante: il limonene si trova negli oli degli agrumi; l'acido perillico è presente nella perilla, nella menta piperita, nella salvia e nei mirtilli rossi. In questo studio, per cui gli scienziati si sono avvalsi di un modello animale del melanoma maligno, un gruppo di cavie ha ricevuto 10 dosi di limonene e un altro gruppo 10 dosi di acido perillico, mentre il terzo gruppo di controllo non ha ricevuto alcun trattamento. Ne è occorso che con la somministrazione di limonene si è ottenuta una sorprendente riduzione del 65% dei noduli tumorali metastatici e che con l'acido perillico si è manifestata una diminuzione ancora maggiore, pari addirittura al 67%. Nei due gruppi trattati con queste sostanze, inoltre, si è riscontrata anche una riduzione dei livelli di due bioindici associati alla prognosi tumorale negativa. Pertanto, da questa ricerca è emerso che sia il limonene, sia l'acido perillico, sarebbero in grado di proteggere dalla diffusione delle forme più maligne di cancro alla pelle.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/14582701

Bonus William Hill
Bonus Ladbrokes

Copyright © 2014-2024 Naturopata Angelo Ortisi - Tutti i diritti riservati.

Powered by Warp Theme Framework
Premium Templates