Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

Mercoledì, 04 Settembre 2019 09:13

LA PALESTRA NON BASTA, BISOGNA ANCHE RIDERE.

05-09-2019

Dedicato a quelli che si lamentano perché gli sforzi in palestra non producono risultati. Una bella risata protegge la salute del cuore quanto una lezione di aerobica. È quanto sostengono i ricercatori della School of Medicine di Baltimora, dell’Università del Maryland. In entrambi i casi, infatti, i vasi sanguigni risultano più dilatati, sostenendo quindi un flusso di sangue più copioso. L’azione benefica del ridere influirebbe direttamente sull’endotelio, lo strato che riveste internamente i vasi sanguigni, riducendo di conseguenza i rischi cardiovascolari. La ricerca ha coinvolto 20 persone, uomini e donne, età media 33 anni, sani e non fumatori. Una volta misurata la loro capacità circolatoria, il campione ha assistito a 15 minuti di un film drammatico e (48 ore dopo) a 15 minuti di una commedia. Risultato: nel primo caso, il flusso sanguigno si è ridotto del 35% a causa dello stress mentale; nel secondo, si è registrato uno stato di relax e vasodilatazione aumentata del 22% rispetto alle condizioni normali. Un incremento pari a quello misurabile durante l’attività aerobica, ma senza i dolori e le tensioni muscolari che si accompagnano a questo esercizio.

 

https://www.sciencedaily.com/releases/2005/03/050309111444.htm

https://www.eurekalert.org/pub_releases/2005-03/uomm-lhb022805.php

05-09-2019

Gli appassionati della montagna e i ciclisti portano spesso con sé un pugno di nocciole, perché sono assai energetiche. Si combinano molto bene con l’uva passa e con i datteri. Nonostante siano un alimento che concentra in sé molteplici sostanze, le nocciole si digeriscono piuttosto bene, meglio anche delle mandorle o delle noci. Sono così energetiche, che un solo pugno (circa 50 g) fornisce le calorie necessarie per fare ginnastica per un’ora. Il valore nutritivo delle nocciole è simile a quello delle mandorle, ma le prime sono più ricche di calorie, grassi, vitamina B1 e folati e forniscono, invece, meno proteine, calcio, fosforo, ferro e niacina delle mandorle. 
Le nocciole sono una buona fonte di grassi (62%), di proteine (13%), di vitamine B1 e B6 e di minerali (specialmente calcio, fosforo, magnesio e manganese). Come tutta la frutta secca, le nocciole contengono pochissima provitamina A e vitamina C. Sono relativamente povere di carboidrati, perciò si consiglia agli sportivi di mangiarle con uva passa, fichi o datteri, che di carboidrati sono invece ricchi. Le nocciole sono particolarmente indicate in caso di:

- CALCOLI RENALI: il dottor Valnet, importante fitoterapeuta francese, sottolinea l’azione preventiva esercitata dalle nocciole contro la formazione di calcoli delle vie urinarie. Consumate regolarmente, si consigliano per la dieta di chi soffre di calcolosi renale, specialmente quando si tratta di calcoli di urati. Un pugno di nocciole al mattino dà ottimi risultati.

- DIABETE: sono un ottimo integratore per le diete dei diabetici, perchè contengono pochi carboidrati, ma sono molto energetiche.

- MALATTIE DISABILITANTI: durante la convalescenza, ma anche quando si ha bisogno di maggior energia: per gli sportivi e gli adolescenti. Sono molto consigliate anche per la dieta delle donne in gravidanza.

Mercoledì, 04 Settembre 2019 09:08

LE TONSILLE SONO DAVVERO INUTILI?

05-09-2019

Fino a un pò di anni fa le tonsille erano considerate una cosa inutile. In realtà è persino difficile pensare che esistano organi inutili nel corpo, e oggi si cerca di conservarle, quando possibile, specie negli adulti. Ma cosa sono le tonsille, e a cosa servono? Intanto c’è da dire che non sono, come comunemente si ritiene, solo due, bensì otto, distinte in tonsille palatine, faringee (dette anche adenoidi), tubariche, linguali. Nell’insieme formano il grande anello linfatico del Waldeyer. Dal nome stesso si capisce che sono appunto costituite da tessuto linfatico, fondamentale per le difese immunitarie. Insomma, le tonsille per la posizione dove sono situate, presso la grande “porta” verso i germi esterni del naso, dell’orecchio e della bocca, sono il primo punto di difesa nei confronti delle aggressioni di virus e batteri. Solo quando le faringiti sono ricorrenti, 3-5 volte l’anno, con febbre, si può pensare alla rimozione, ma in ogni caso secondo il consiglio del medico, che solitamente ci penserà due volte prima di farlo. Un’altra funzione delle tonsille è aiutare a riscaldare l’aria prima di giungere ai polmoni, cosa importante per non irritare le vie aeree e mantenerle calde, altra cosa che aiuta la difesa del corpo. Per contro, tonsille che portano a continue malattie, sostenute dallo streptococco di tipo A, possono indurre col tempo la malattia reumatica.

02-09-2019

Utilizzato in cucina, nella preparazione di dolci, aggiunto all'acqua di cottura, intenerisce i legumi; elimina i parassiti da frutta e verdura, elimina gli odori in frigo, nei mobili, dove conserviamo di tutto, nei secchi dei rifiuti, e nelle sabbie dove i gatti depositano feci e urine, e inoltre ravviva i colori dei nostri tappeti. È noto il suo uso anche nella produzione di detersivi, dentifrici e in medicina. Non tutte le donne sanno, però, che il bicarbonato di sodio aiuta a preservare la bellezza del viso e del corpo e dunque a mantenere un aspetto sano. Diversi sono gli usi che se ne fanno nell’estetica casalinga per i trattamenti di bellezza sia della pelle sia dei capelli. La polvere si trova facilmente e a bassissimo costo. Vediamo insieme come sfruttare al meglio le preziose caratteristiche del bicarbonato di sodio.

1. Innanzi tutto può contenere il sudore, evitare le fastidiose macchie giallognole sui tessuti, deodorare il corpo. Tutto ciò che dovete fare, è mescolare il bicarbonato di sodio con un pò d'acqua. La pastella umida che ottenete applicatela sotto le braccia. Un buon deodorante naturale e soprattutto a costo quasi zero!

2. Volete dare lucentezza ai vostri capelli chiari? Hanno perso vigore? Aggiungete poco bicarbonato di sodio nello shampoo che utilizzate di solito. A fine shampoo e asciugatura, avete dato vita nuova ai vostri capelli.

3. Il bicarbonato di sodio ha un’azione sbiancante sui denti. In una ciotolina unite un cucchiaio colmo di bicarbonato a cinque gocce di perossido d’idrogeno. Mescolate fino a quando non avete formato una pastella consistente, e se necessario aggiungete qualche goccia di acqua. Applicate la pastella ottenuta sui denti. Preoccupatevi di distenderla in modo uniforme. Aiutatevi con un comune spazzolino da denti. Lasciate agire 5 minuti e poi pulite con lo spazzolino (proprio come quando lavate i denti) e sciacquate con abbondante acqua. Si possono ottenere buoni risultati, ripetendo quest’operazione almeno una volta a settimana. Un’unica avvertenza: l’impasto ottenuto, può essere lasciato sui denti per non più di 10 minuti. In caso contrario, il rischio è una fastidiosa sensibilità dentale.

4. Se ricorrete troppo spesso all’applicazione di gel estetico sulle vostre unghie di sicuro avete le cuticole devastate. Il gel e il lavoro dell’estetista consumano le delicate pellicine. Create una pasta di bicarbonato di sodio e acqua calda e strofinatela sulle dita. In questo modo la pelle delle cuticole si ammorbidisce. Se ve ne resta usatela sulle mani. Strofinate. La pelle vi ringrazierà per la ritrovata morbidezza.

5. Il bicarbonato è un ottimo esfoliante naturale. Sul palmo della mano mescolate un pò d’acqua e un pò di polvere di bicarbonato di sodio. Durante la doccia massaggiate corpo e viso. L’azione esfoliate che ottenete è delicata. La pelle si libera delle cellule morte e risulta liscia, morbida, luminosa. Naturale ed economico, è un esfoliante per tutte i portafogli, le pelli e le età.

6. Quante di voi sono costrette a combattere contro i punti neri? Brutti e fastidiosi, mettono spesso a disagio. Spengono lo sguardo, appesantiscono la pelle, ostruiscono i pori. Un cucchiaino di bicarbonato di sodio aggiunto a una tazza di acqua distillata, è una soluzione ottima per liberarsi dei punti neri. Quando vi recate in un centro estetico, l’estetista professionista, molto spesso, sulla vostra pelle usa proprio il bicarbonato di sodio (o comunque una soluzione già pronta all’uso). Il vapore che respirate durante la pulizia dilata i pori (l'apertura dei pori permette di estrarre più facilmente il grasso depositatosi e i punti neri). La pulizia del viso in casa è semplicissima da fare. Bollite dell’acqua. Versatela poi in una bacinella. Aggiungete il bicarbonato di sodio o la soluzione già pronta. Tenete la testa china sulla bacinella ed esponete il viso ai vapori per 5 minuti. Procuratevi un asciugamano e ponetelo sulla testa per convogliare meglio il vapore. Trascorsi 5 minuti guardatevi allo specchio: i vostri pori si sono aperti. A questo punto, aiutandovi con le dita, siete pronte per estrarre i punti neri e il grasso in eccesso, con una leggera pressione.

7. Non esiste niente di meglio di un buon bagno caldo per rilassarsi, vero? E se al vostro bagno aggiungessimo del bicarbonato di sodio? L’effetto sarebbe trai più benefici. Il bicarbonato è un ottimo detossinante. Acqua, bicarbonato, sali minerali e oli essenziali (quelli che preferite, che usate di solito, oppure l'olio essenziale di lavanda o gelsomino, noti per le notevoli proprietà calmanti). Sali minerali, oli essenziali e bicarbonato vanno dosati in parti uguali. Anche i vostri piedi vi ringrazieranno!

8. Può capitare di essere fuori di casa e trovarsi di fronte ad un impegno improvviso, importante e al quale non potete rinunciare per nessuna ragione al mondo. Può capitare di non sentirsi perfettamente a proprio agio, perché siete in disordine, con i capelli non perfetti come l’occasione richiede. La soluzione ideale è uno shampoo, ma non avete né la possibilità di tornare a casa, né di andare dal parrucchiere. Il bicarbonato di sodio fa al caso vostro! Cospargete una piccola quantità di polvere (del diametro di una moneta da 50 centesimi) sui capelli. Se è poco, potete sempre aggiungerne un pò. Pettinatevi e il gioco è fatto!

02-09-2019

Nel giugno 2012 la California ha introdotto una normativa statale nota come Proposition 65 (anche se il vero nome è “California Safe Drinking Water and Toxic Enforcement Act”) con l’obiettivo di salvaguardare l’acqua potabile e le sue fonti dalla presenza di sostanze chimiche tossiche tali da poter provocare cancro. In pratica, nella Proposition 65 sono state elencate tutte quelle sostanze chimiche che sono risultate cancerogene sulla base di una valutazione dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro e per cui sono previste pesanti sanzioni per i produttori che utilizzano tali sostanze senza inserire un avviso in etichetta. Tra queste c’è n'è una – la Cocamide DEA – che è classificata come “possibile cancerogeno per l’uomo” ed è stata riscontrata in ben 98 prodotti per l’igiene (l’impiego della cocamide DEA da parte dell’industria cosmetica è frequente, soprattutto per le sue proprietà schiumogene).
Un laboratorio indipendente commissionato dal Centro per la Salute Ambientale (Center for Environmental Health di Oakland, ente no-profit che si occupa di tutelare la salute dei cittadini) ha testato diversi prodotti per l’igiene personale acquistati presso rivenditori online e locali, scoprendo che in ben 98 di questi, era presente la Cocamide DEA in più di 10.000 parti per milione (ppm), senza però nessuna segnalazione sull’etichetta, come richiesto dalla legge statale. La sostanza è stata individuata anche in prodotti per bambini o etichettati come “bio”. Il caso più eclatante è quello di uno shampoo testato che risultava composto dalla sostanza per il 20% (ovvero 200 mila ppm di Cocamide DEA). Il problema principale rimane il fatto che, mentre in California esiste una legge che vieta l’utilizzo di questa sostanza dichiarata potenzialmente cancerogena, nel resto degli Stati Uniti e nella “nostra” Europa, non esiste nessun divieto e, la sostanza, viene comunemente utilizzata in tantissimi prodotti di uso quotidiano. Motivo per cui, consiglio – come sempre faccio – di leggere con attenzione le etichette e l’INCI (la lista di ingredienti di ogni singolo prodotto acquistato) del prodotto che stiamo valutando di acquistare.

02-09-2019

Molti ne abusano e la somministrano anche ai bambini al primo accenno di febbre sotto consiglio dei medici. Ma la tachipirina ha effetti collaterali molto sgradevoli ed effetti tossici ancora peggiori. Come sanno quasi tutti, il principio attivo della tachipirina, come di un altro farmaco similare molto noto, l’efferalgan, è il paracetamolo. Questo farmaco viene usato, indiscriminatamente sia per gli adulti che per i bambini anche molto piccoli, come i neonati. Ma quello che la gente non sa, grazie anche alla mancanza di informazione da parte del Sistema Sanitario Nazionale, è che la tachipirina è un farmaco molto tossico e che può danneggiare in maniera marcata l’organismo e soprattutto il delicato sistema immunitario dei bambini. Ma cominciamo con un certo ordine. Esiste una letteratura medica che riguarda il paracetamolo che risale già al 1967 (Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics 156, 285, 1967), che spiega quali sono gli effetti collaterali del principio attivo della tachipirina alle dosi terapeutiche: vertigini, sonnolenza, alterazioni ematologiche, secchezza orale, problemi di accomodazione, nausea, vomito, fenomeni allergici, tipo glossite (lingua gonfia) orticaria, prurito, arrossamenti cutanei, broncospasmo, porpora trombo-citopenica. Questi effetti collaterali della tachipirina sono stati riportati anche circa vent’anni fa in un libro del dott. Roberto Gava (l’Annuario dei Farmaci), dove aggiunge che il paracetamolo possiede anche un’elevata tossicità acuta dose-dipendente con gravi effetti epatici, ittero ed emorragie, e la possibilità di avere una progressione verso l’encefalopatia, il coma e la morte. Inoltre la tachipirina può causare insufficienza renale con necrosi tubulare acuta, aritmie cardiache, anemia emolitica, agranulocitosi e pancitopenia.
Gli effetti tossici del paracetamolo sono ampiamente noti da decenni, e gli ultimi studi risalgono ad una pubblicazione del 2010 da parte del New Zeland Ashsma and Allergy color Study Group a cura del dott. Wickens e Colleghi sulla rivista “Clinical & Experimental Allergy”. Quello che spiegano, in sintesi, è che il paracetamolo (quindi la tachipirina) è un potente farmaco ossidante e consuma le scorte del nostro più potente antiossidante: il glutatione. E quando questo scarseggia, il paracetamolo svolge la sua azione epatotossica. “L’effetto epatotossico è esplicato da un metabolita del paracetamolo (l’N-acetil-p-benzochinone), che viene neutralizzato da un sistema epatico glutatione-dipendente. Dopo che le scorte intraepatocitarie di glutatione si sono esaurite il metabolita si lega con le proteine del citosol epatocitario (dopo circa dieci ore dall’assunzione) e svolge la sua azione epatotossica”. Il dott. Gava aggiunge che il paracetamolo viene somministrato anche ai neonati, pur sapendo quanto questi scarseggino di sostanze antiossidanti come il glutatione. Tra l’altro sembra che la tachipirina sia somministrata ai bambini piccoli dopo aver fatto i vaccini di routine, con conseguenze a dir poco disastrose e vi spiego perché. Sappiamo che la cisteina (un aminoacido essenziale che permette la produzione di glutatione da parte del fegato e del cervello) viene sintetizzata da un enzima, la metionina sintetasi, e che il mercurio contenuto nei vaccini blocca l’attivazione di questo enzima con la conseguenza di una maggiore probabilità di alterare lo sviluppo cerebrale con incremento di autismo e del disturbo da iperattività (ADHD), patologie che sono enormemente aumentate in questi ultimi anni. Tra l’altro i bambini autistici hanno il 20% in meno di cisteina disponibile e il 54% di livelli più bassi di glutatione e questo comporta una maggiore incapacità del loro organismo di espellere metalli tossici come il mercurio (sia alimentare che dei vaccini). Ne consegue che questi soggetti non dovrebbero mai assumere tachipirina almeno nei primi anni di vita, sicuramente non prima di aver superato i due anni. Infatti sotto i sei mesi, un bimbo non è in grado di espellere il mercurio vaccinale poiché il fegato è ancora “immaturo”. È dimostrato, tra l’altro, che il mercurio entra molto facilmente e si accumula nei tessuti cerebrali dei bambini (ma non solo) dato che la loro barriera encefalica è più recettiva. In più, il mercurio, a dosi elevate altera la mitosi cellulare in un cervello in accrescimento come è quello di un bambino. Studi scientifici del 2008 e del 2009 hanno dimostrato che l’assunzione di paracetamolo aumenta la probabilità dei bambini piccoli di ammalarsi di autismo. Eppure la tachipirina spesso viene data dopo l’assunzione dei vaccini per “spegnere” gli effetti visibili e tranquillizzare quei genitori totalmente ignari di ciò che potrebbe succedere in quei soggetti più predisposti a livello immunitario ai danni dei vaccini. Febbre alta? Tachipirina. Il bambino piange? Tachiprina. Abitudine che spesso non finisce con l’età, perché molti adulti assumono tachipirina ai primi sintomi di mal di testa, mal di schiena o semplicemente per qualche linea di febbre.
Poco tempo fa è uscita una notizia su Informasalus, che riporta uno studio coordinato dal dott. Julian Crane: “Farmaci con paracetamolo: rischio asma e allergie per i bambini”. Il dott. Crane spiega che secondo le sue ricerche, i bambini che hanno utilizzato il paracetamolo prima di aver compiuto i 15 mesi di età (il 90%) hanno il triplo di probabilità in più di sviluppare una sensibilità agli allergeni e il doppio di probabilità in più di sviluppare sintomi come l’asma verso i sei anni rispetto ai bambini che non hanno assunto tachipirina e simili farmaci con paracetamolo. Tutte queste notizie dovrebbero farci riflettere, anche perché si tratta di un farmaco che più che un’azione antinfiammatoria ha un’azione antipiretica e analgesica. Quindi attenti agli abusi, poiché è una sostanza che svolge sempre e comunque un effetto epatotossico. Il consiglio del dott. Roberto Gava è quello di non somministrare paracetamolo ai bimbi piccoli, specie se immaturi o se hanno assunto farmaci per tempi prolungati o se sono stati sottoposti a vaccini da meno di un mese.

02-09-2019

Una buona parte delle migliaia di quintali di merendine che quotidianamente vengono consumate, le possiamo ritrovare in cartelle e zainetti di bambini che si sfameranno con quelle durante l’intervallo. Sono in genere le madri che scelgono, fra le numerose qualità disponibili in commercio, quelle che reputano più gradite, ma soprattutto più nutrienti, per i propri figli. Per questo motivo sono attente a ricercare tra gli ingredienti quelle componenti che ritengono utili per la crescita dei ragazzi, e cioè, principalmente, la parte proteica: il “più latte meno cacao” ha ancora un suo presunto effetto salutistico e convince ancora molto le mamme. Seppure le madri cercano di evitare la merenda al cioccolato preferendone altre, come quelle che contengono confetture, non si soffermano a sufficienza su alcuni componenti che, d’altra parte, non fanno certo bella mostra di sé. Consideriamo ad esempio lo zucchero raffinato, contenuto in alte quantità per conquistare il gusto dei bambini che, si sa, amano il dolce (e si tengono la carie…) o, forse ancora più importante, il tipo e la quantità di grassi presente.
Per quanto riguarda la quantità, si possono solo formulare delle ipotesi, visto che gli ingredienti devono sempre essere indicati in etichetta in ordine decrescente. L’insospettabile quantità di grasso presente in prodotti dall’aspetto soffice e sfogliato può portare all’introduzione di oltre 200 kcal per merendina. Si tratta, oltretutto, di calorie “vuote”, non sufficientemente accompagnate da nutrienti “protettivi” come possono essere le vitamine, i minerali e le fibre. Tutto ciò avviene in quanto la componente primaria di questi prodotti da forno è, in genere, raffinatissima farina di frumento 00.
Le calorie introdotte con le merendine possono rivelarsi forse anche pericolose. Spesso è presente la margarina, che può essere prodotta a partire da oli e grassi idrogenati. Inoltre nella nostra industria alimentare vi è la tendenza a usare sempre più grassi vegetali solidi come quello di cocco o di palma, formati principalmente da acidi grassi a catena corta, che favoriscono l’aterosclerosi. Se teniamo presente che oggi un bambino italiano su due è destinato ad ammalarsi di cancro e uno su due morirà per una malattia di cuore o della circolazione del sangue, dobbiamo essere consapevoli che la prevenzione delle malattie degenerative deve essere portata avanti fin dall’infanzia.

02-09-2019

L’habitat, gli alimenti, i farmaci assunti e lo stile di vita, possono incidere negativamente sul nostro sistema immunitario. Avere un’idea delle modalità con cui ciò accade può fare una notevole differenza nella prevenzione di molte patologie.

1. ZUCCHERO

Il saccarosio deprime il sistema immunitario e drena minerali preziosi dall’organismo. Anche in piccole dosi lo zucchero è dannoso per la salute. Assumere 100 grammi (8 cucchiai) di zucchero, equivalenti a circa due lattine di una bibita, può ridurre del 40% l’attività germicida dei nostri globuli bianchi. L’effetto di depressione immunitaria provocato dallo zucchero ha inizio circa 30 minuti dopo l’assunzione e dura fino a cinque ore. Al contrario l’ingestione di carboidrati complessi o amidi non produce alcun effetto sul sistema immunitario. Se si assume zucchero di mattina, pomeriggio e sera, l’organismo resta cronicamente in uno stato di caos che alla lunga diventa nocivo. Inoltre, lo zucchero è un killer di nutrienti, cioè provoca la non assunzione di sostanze nutritive! Alcuni nutrienti sono neutralizzati dallo zucchero nel processo metabolico.

2. CARENZA DI SONNO

Avrete notato che la scarsa quantità di sonno comporti un incremento delle probabilità di contrarre raffreddori o altre infezioni. La carenza di sonno può causare un incremento di produzione dell’ormone dello stress, e maggiore predisposizione alle infiammazioni. Anche se i ricercatori non sono esattamente certi di come il sonno riesca a rinsaldare il sistema immunitario, è appurato che fare almeno sette ore di sonno ogni 24 sia un grande aiuto per la conservazione di una buona salute. La carenza di sonno inoltre influisce negativamente sulla secrezione di melatonina. La melatonina è una potente barriera contro i radicali idrossili e due volte più efficace della vitamina E contro i radicali perossidici.

3. VACCINI

Contrariamente al parere di molti medici, i vaccini indeboliscono il sistema immunitario, piuttosto che fortificarlo. Non di rado contengono sostanze chimiche e metalli pesanti come mercurio e alluminio, cioè agenti immuno-depressivi. Il mercurio provoca cambiamenti nell’attività dei linfociti, diminuendone la vitalità. I vaccini inoltre alterano alcuni equilibri a livello di anticorpi. Il nostro sistema immunitario si sovraccarica per fare fronte a sostanze estranee come i metalli pesanti, mentre i virus sono liberi di riunirsi in una comunità, crescere e moltiplicarsi. È un pò come cercare di nuotare dopo essere stati incatenati e ammanettati.

4. FARMACI

Man mano che la ricerca progredisce, viene fuori che centinaia di farmaci accrescono la suscettibilità alle infezioni e deprimono le funzioni immunitarie. I ricercatori hanno osservato una riduzione delle citochine (messaggeri del sistema immunitario) in un numero significativo di consumatori di antibiotici. Molti farmaci ostacolano gli effetti suscitati dalla sinergia tra le cellule immunitarie e i tessuti e gli organi deputati alla difesa dell’organismo da malattie, infezioni e virus. La maggior parte dei farmaci contengono anche un elevato livello di specifiche tossine che decimano i batteri benevoli intestinali, i quali sono una fonte primaria di protezione dell’organismo umano. Di conseguenza, l’uso a lungo termine di farmaci è associato ad una maggiore frequenza e durata delle infezioni.

5. ALCOL

È ormai cosa assodata che il consumo abituale a lungo termine di alcol produca gravi conseguenze nella salute fisica e mentale delle persone. Bere un paio di bicchieri di vino al giorno è generalmente considerato un buon modo per aiutare la salute cardiovascolare e del cervello. Ma un studio della Rutgers University ha indicato che il consumo costante possa ridurre del 40% la produzione di cellule cerebrali in un adulto. L’alcol inoltre nuoce alla capacità del sistema immunitario di combattere infezioni e malattie. Il consumo eccessivo di alcol alla lunga conduce alla deficienza immunitaria in due modi: carenza nutrizionale e riduzione dei globuli bianchi. L’alcol altera la metabolizzazione dei nutrienti a causa dei danni che causa alle cellule nel tratto digestivo, e interferisce con la secrezione di alcuni enzimi necessari alla digestione. L’alcol può anche impedire l’assorbimento di importanti vitamine al livello epatico.

6. CEREALI RAFFINATI

I cereali raffinati come la farina bianca, il riso brillato, la pasta arricchita e molti tipi di fast food contengono poche sostanze nutritive e poche fibre rispetto alle controparti integrali. Un consumo prolungato eccessivo di cereali raffinati e cibi altamente trasformati contenenti pesticidi, additivi chimici e conservanti può indebolire il sistema immunitario e predisporre ad alcune malattie croniche. Uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition ha appurato che nelle 5 ore successive l’ingestione di 100 grammi di alimenti trasformati la capacità battericida dei globuli bianchi si riduca notevolmente. La nostra dieta moderna fatta di prodotti alimentari trasformati, take away e pasti da microonde potrebbe essere concausa del forte incremento delle malattie autoimmuni come la sclerosi multipla, ma anche dell’alopecia, dell’asma e degli eczemi.

7. STRESS CRONICO

Un lieve livello di stress può giovare all’organismo. Il modo di gestire, reagire e affrontare lo stress è un fattore importante per la salute. Molte persone ignorano che il livello di stress abbia una grande influenza sull’efficienza del nostro sistema immunitario. Lo stress cronico incrementa i livelli di cortisolo, e ciò riduce la produzione di prostaglandine ‘buona’. Lo stress cronico può rendere più soggetti a raffreddori e influenze stagionali, e può concorrere a problemi di salute più gravi, come patologie cardiache, diabete e altre malattie. Praticando attività di riduzione dello stress come lo yoga, la meditazione e le risate, è possibile evitare che l’organismo entri in uno stato di stress cronico.

8. CARENZA DI VITAMINA D

Quando la vitamina D si lega ad alcuni specifici recettori, si innesca una catena di eventi in cui molti agenti patogeni, ad esempio le cellule tumorali, sono neutralizzati. La carenza di vitamina D può quindi indebolire questo sistema, con susseguente incremento delle probabilità che la malattia si sviluppi. È uno dei motivi per cui le persone che vivono nei pressi dell’equatore hanno un’incidenza molto inferiore (o assente) di molte malattie. Benché la vitamina D possa essere assunta mediante alcune limitate fonti alimentari, il miglior modo di sintetizzarla è l’esposizione diretta al sole durante i mesi primaverili ed estivi. 30 minuti di esposizione a torso nudo nei mesi più caldi equivalgono a circa 10.000 U.I. (Unità Internazionale) di vitamina D.

9. DISIDRATAZIONE

La disidratazione cronica può influire in molti modi sullo sviluppo di malattie croniche. Alcune evidenze indicano che la disidratazione possa essere correlata alla suscettibilità ad alcune specifiche forme tumorali. È di vitale importanza mantenere un buon livello di idratazione per supportare l’eliminazione dei sottoprodotti di qualsiasi malattia e aiutare il sistema immunitario a combattere le infezioni. La disidratazione può influenzare la vostra energia, il vostro sonno e la vostra capacità di espulsione delle tossine dall’organismo.

10. ANSIA E PAURA

Le emozioni negative possono pregiudicare le funzioni dell’organismo. Come nel caso dello stress, se cronicizzate le emozioni negative comportano un drammatico incremento del livello di cortisolo. I rischi della vita moderna agiscono come una morsa sull’immaginazione della gente. I sociologi la chiamano Fenomenologia della Società del Rischio, descrivendola come una cultura sempre più preoccupata da minacce di ogni tipo, sia reali che percepite, ma di certo interiorizzate. La paura crea un senso di urgenza nel corpo e stimola la reazione del sistema simpatico. L’ansia e la paura influenzano l’intero stato di salute del corpo, i livelli ormonali e il modo in cui le nostre cellule immunitarie sono in grado di difenderci.

11. ADDITIVI ALIMENTARI INDUSTRIALI E TOSSINE

Additivi e coloranti usati dall’industria alimentare sono tra le principali cause di ADHD, asma, cancro e molte altre malattie, in quanto responsabili della creazione di un ambiente tossico per la nostra salute. Ogni anno i produttori di alimenti integrano 15.000.000 di dollari di coloranti alimentari artificiali nei cibi americani - e tale stima ha preso in considerazione appena otto diverse varietà di cibo, secondo quanto affermato dal Centro per la Scienza nell’Interesse Pubblico (CSPI). Oltre a tumori, malformazioni congenite e reazioni allergiche, le miscele di tossine alimentari industriali possono causare malattie autoimmuni.

Giovedì, 29 Agosto 2019 11:58

VOGLIA DI MANGIARE? FATTI DUE PASSI.

30-08-2019

Voglia di cioccolata o di qualcosa di goloso? Può passare con una bella camminata a passo veloce di quindici minuti, secondo uno studio britannico. "Spezzare la giornata con un pò di movimento potrebbe essere un aiuto valido contro il consumo di calorie non necessarie, in particolare contro gli snack e le merendine più golose", dice il professor Adrian Taylor della School of Sport and Health Sciences presso l’University of Exeter. Uno dei cibi più ricercati in questi attacchi di fame fuori pasto è la cioccolata; la voglia è innescata soprattutto dalla noia, dallo stress, dal desiderio di sollevare l´umore o sentirsi meno stanchi, notano Taylor e i colleghi sulla rivista Appetite. Ma il loro studio ha mostrato che piccoli intervalli di movimento intenso, per esempio una camminata a passo svelto, ottiene gli stessi effetti (risveglia la lucidità, solleva l´umore) e riduce la necessità di ricorrere a snack dolci.

 

https://www.exeter.ac.uk/news/research/title_171423_en.html

https://www.sciencedaily.com/releases/2011/12/111207105313.htm

Giovedì, 29 Agosto 2019 11:55

LE VOSTRE ARTERIE HANNO BISOGNO DI PROLINA.

30-08-2019

La prolina è un amminoacido presente soprattutto nella carne e sintetizzato nell’organismo in certe condizioni. La prolina è il precursore unico dell’idrossiprolina, un intermediario indispensabile nella produzione del collagene, il “cemento” che struttura la pelle, la cartilagine, i legamenti, i tendini e le arterie. La produzione di collagene diminuisce significativamente con l’invecchiamento ed è all’origine di diverse gravi patologie degenerative. L’integrazione con prolina è un elemento essenziale quando occorre ristabilire una produzione normale di collagene. In un articolo celebre apparso nel 1989, “una teoria unificata delle malattie cardiovascolari”, Linus Pauling spiegava che la placca di ateroma non è la causa delle malattie cardiovascolari ma un mezzo utilizzato dall’organismo per rinforzare le pareti delle arterie, anch’esse indebolite da una mancanza di collagene causata, soprattutto, da una carenza cronica di vitamina C. Per ridurre la placca di ateroma, Pauling consigliava l’assunzione quotidiana di almeno 3-5 grammi di vitamina C e di almeno 3 grammi al giorno di ognuno degli amminoacidi lisina e prolina. Questi due amminoacidi legano naturalmente la lipoproteina A, una molecola adesiva che è il principale componente della placca. La prolina, come la vitamina C, è indispensabile nella produzione di collagene. Milligrammo per milligrammo, la prolina è almeno due volte più efficace rispetto alla lisina per legare la lipoproteina A. Gli studi diretti in seguito dal dottor Mathias Rath hanno confermato le intuizioni visionarie di Pauling e hanno permesso a migliaia di pazienti di evitare angioplastiche e operazioni a cuore aperto.

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