Angelo Ortisi
IL SORBETTO AIUTA A DIGERIRE? UN MITO ASSOLUTAMENTE DA SFATARE!
10-08-2019
Pochi giorni fa ero in pizzeria (sì, di tanto in tanto anche io mangio una pizza) e ho potuto seguire una scena che si è svolta al tavolo a fianco al mio che mi ha portato a scrivere questo articolo. Un gruppo di amici dall’età media di 60-70 anni ha mangiato la pizza, poi hanno chiamato il cameriere e hanno ordinato un bel sorbetto al limone per digerire, sottolineandone l’importanza per la digestione dopo aver mangiato la pizza…L’idea che il sorbetto sia utile per digerire è molto diffusa, non è raro che ai matrimoni venga servito a metà pranzo per “alleggerire” la digestione delle persone. Ma davvero il sorbetto aiuta a digerire? Per poter dare una valutazione partiamo dagli ingredienti utilizzati per realizzare un sorbetto:
• Zucchero.
• Destrosio.
• Glucosio.
• Maltodestrine.
• Grasso vegetale idrogenato.
• Acido citrico.
• Succo di limone disidratato.
• Amido di mais.
• E412.
• E466.
• Aromi.
• E477.
• E471.
• Proteine vegetali.
Già così risulta piuttosto chiaro che il sorbetto non è certo un ottimo alimento: la maggioranza degli ingredienti sarebbero da evitare! Entrando però nel merito della domanda iniziale: il sorbetto aiuta a digerire? La risposta è assolutamente no, per due motivi principali:
1. Il sorbetto, come abbiamo visto dalla lista degli ingredienti, è formato principalmente da zucchero. Introdurre zucchero semplice, subito dopo il pasto, contribuisce a far fermentare il bolo alimentare presente nello stomaco. Questo processo rende più difficile la digestione e distrugge la flora batterica, importantissima per portare a termine la digestione all’interno dell’intestino.
2. Il sorbetto, come tutti sanno, viene servito freddo. Assumere un alimento freddo subito dopo il pranzo equivale a mettere dell’acqua fredda nella pentola che bolle, subito prima di buttare la pasta: di certo la pasta ci metterà più tempo a cuocere e non verrà nemmeno tanto buona. Il nostro stomaco funziona allo stesso modo, durante la digestione lo stomaco raggiunge una ben determinata temperatura, inserendo un alimento freddo andiamo ad abbassare questa temperatura con conseguente sforzo da parte dell’organismo per rialzare la temperatura. Questo sforzo si traduce in stanchezza, il classico abbiocco del dopo pranzo! Quindi, la prossima volta che sarai al ristorante, pensaci prima di ordinare un sorbetto per digerire.
LE 11 BACCHE DELLA SALUTE.
10-08-2019
1. BACCHE DI AÇAI
Le bacche di açai sono piccoli frutti di colore blu originari della foresta pluviale sudamericana. Sono imparentate con i mirtilli, con cui condividono un elevato contenuto di antiossidanti. Considerati utili per proteggere il cuore e l'apparato cardiocircolatorio. Contribuiscono ad abbassare i livelli di colesterolo nel sangue e contengono steroli vegetali, preziosi per salvaguardare i vasi sanguigni. Le sostanze benefiche presenti nelle bacche di açai migliorano la circolazione e rendono più elastiche le pareti delle arterie.
2. BACCHE DI ACEROLA
L'acerola è una bacca ricca di vitamina C. Contiene provitamina A, vitamine del gruppo B, flavonoidi e tannini. È indicata per prevenire gli stati influenzali, le malattie da raffreddamento e le infezioni del tratto respiratorio. L'acerola è conosciuta anche come ciliegia delle Barbados e con il nome scientifico di Malpighia glabra. Stimola le difese immunitarie e sviluppa un'azione antiossidante adatta a contrastare i radicali liberi.
3. BACCHE DI ARONIA
L'aronia è una pianta che sviluppa bacche poco conosciute in Italia, ma tipiche del Nord Europa. Contiene antociani in quantità 3 volte superiori rispetto ai mirtilli. È considerata utile per depurare l'organismo. È tipica delle zone boschive umide ma viene coltivata anche come pianta ornamentale. È ricca di antiossidanti, polifenoli, sali minerali e vitamine. Le bacche di aronia vengono utilizzate per preparare succhi, tisane, tinture e marmellate.
4. MORE
La mora è un frutto ricco di vitamine, con particolare riferimento alla vitamina C, alla vitamina K e alle vitamine del gruppo B. Contiene anche un sale minerale essenziale come il manganese e acido folico. Tra i sali minerali presenta rame, potassio, magnesio e calcio. Contiene anche betacarotene, luteina e zeaxantina. Le sostanze indicate valgono per le more di rovo fresche e crude.
5. MIRTILLI NERI
I mirtilli sono frutti ricchi di antiossidanti, di vitamina C e di vitamina K. Contengono anche manganese e sono una buona fonte di fibre alimentari. Per il loro contenuto di antociani sono un frutto molto apprezzato e la loro ricchezza di antiossidanti li colloca tra gli elementi protettivi per la circolazione sanguigna, un prezioso aiuto per prevenire il rischio di attacco di cuore e di declino cognitivo.
6. MIRTILLI ROSSI
I mirtilli rossi della varietà conosciuta all'estero come "cranberry" sono considerati benefici per prevenire in modo naturale le infezioni del tratto urinario grazie alle loro proprietà antinfiammatorie. Nella storia i mirtilli rossi sono stati utilizzati propri in caso di disturbi urinari, oltre che per ferite, diabete, diarrea, problemi di stomaco e di fegato. Il potenziale benefico dei mirtilli rossi è in corso di studio per quanto riguarda il potenziale di questo alimento contro cancro, ictus e infezioni virali.
7. BACCHE DI GOJI
Le bacche di Goji crescono spontaneamente in Tibet, Cina, Mongolia e sull'Himalaya. In anni recenti sono giunte in Occidente, portando con sé la fama di bacche benefiche per la salute, ed anche in Europa ha avuto inizio la loro coltivazione. Secondo la medicina tradizionale cinese le bacche di Goji costituirebbero un vero e proprio elisir di lunga vita, in grado di promuovere il mantenimento di una buona salute per molti anni. In Oriente vengono definite il frutto della vitalità e della longevità. Presentano soprattutto proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.
8. MAQUI
Viene dalla Patagonia Cilena uno dei frutti più ricchi di antiossidanti del mondo. Si tratta del Maqui, conosciuto fin dall'antichità come un elisir di lunga vita. È un vero e proprio tesoro dalle bacche di color blu intenso, molto simili nell'aspetto ai mirtilli. Il Maqui è ricco di un particolare tipo di antocianine, le delfinidine, che sono i più potenti tra i polifenoli: infatti, occorrerebbe bere 500 bicchieri di vino rosso per assumere la stessa quantità di delfinidine contenute in una capsula di estratto purificato di Maqui.
9. NONI
Il Noni (Morinda Citrifolia) è un albero sempreverde originario delle zone calde del sud est asiatico. Dal suo frutto, giallo o verde e di forma ovale, si ricava un succo, noto per le sue proprietà terapeutiche. Molte delle proprietà del Noni sono da attribuire all'enzima xeronina, un importante componente della membrana cellulare che esercita un'azione rigenerativa e riparatrice sulle cellule danneggiate e regola la funzione delle proteine.
10. LAMPONI
I lamponi sono tra i frutti più ricchi di fibre, ne contengono il 20% del peso totale per via della loro struttura aggregata. Sono anche una fonte importante di vitamina C, manganese, vitamine B1 e B3, acido folico, magnesio, rame e ferro. Contengono inoltre antiossidanti come antocianine e quercetina.
11. FRAGOLE E FRAGOLINE DI BOSCO
Al di là delle bacche esotiche, non dimentichiamo le nostre fragole e fragoline di bosco quando sono di stagione. Le fragole contengono preziosi antiossidanti, sono un'ottima fonte di vitamina C, hanno proprietà antinfiammatorie, aiutano a regolare gli zuccheri nel sangue, hanno proprietà anticancro e favoriscono la memoria.
4 DEODORANTI NATURALI EFFICACI E DELICATI.
10-08-2019
Vi propongo dei deodoranti biologici che potete fare in casa, da soli, senza spendere soldi per i classici e noti prodotti commerciali. I risultati saranno strepitosi e altrettanto efficaci!
1. BICARBONATO DI SODIO.
Invece di un deodorante convenzionale, utilizza il bicarbonato di sodio. 1/2 cucchiaino si scioglie in un bicchiere d’acqua, e con l’aiuto di un batuffolo di cotone imbevuto si strofinano le zone che solitamente sudano molto. Il sudore non scomparirà, ma l’odore verrà mascherato se non eliminato del tutto. In giorni estremamente caldi, ripeti la procedura più volte al giorno. Dopo la doccia, metti sul dito un pò di bicarbonato e strofina delicatamente le ascelle.
2. OLI ESSENZIALI
Metti qualche goccia di olio essenziale antisettico (bergamotto, ylang-ylang, cedro, lavanda, ginepro, finocchio, eucalipto, pino, chiodi di garofano, timo, menta, rosmarino, assenzio, geranio, tea tree) nei luoghi dove, di solito, compare l’odore sgradevole.
Nota: nel caso di gravidanza o se hai problemi con il sistema immunitario, scegli con attenzione gli oli.
Olio essenziale di arancio: metti qualche goccia di olio sul dito e strofina le ascelle appena lavate.
3. ACETO DI MELE
Si tratta di un ottimo rimedio per combattere i cattivi odori. Al posto del deodorante, pulisci il corpo con aceto di mele (naturale).
4. DEODORANTE ALLE MANDORLE E TEA TREE OIL
Versa in una fiala con una pipetta 5 ml di olio di mandorle, aggiungi poi 10 gocce di olio essenziale di tea tree. Il deodorante è pronto. Metti tre gocce della miscela sulle mani e applica sotto le ascelle alla mattina e alla sera. L’olio di mandorle penetra la pelle e non lascia residui sui vestiti, il tea tree uccide i batteri che causano gli odori cattivi e rinfresca.
IL TRATTAMENTO VITAMINICO RIDUCE LE DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO.
10-08-2019
Uno psichiatra eminente ha trovato che somministrando dosi massicce di certe vitamine ai bambini con difficoltà di apprendimento ha ottenuto risultati migliori di quelli vantati dalle anfetamine, tutt’altro che innocue. Infatti, il dottor Allan Cott, consulente psichiatra del New York Institute of Child Development, ha scoperto un modo per alleviare o guarire il problema sanitario che è responsabile delle difficoltà di apprendimento, invece di limitarsi a mascherare il problema lasciandolo senza cure, come fa la somministrazione di anfetamine. L’iperattività, un grosso problema affettivo dell’infanzia, viene spesso trattata con le anfetamine o con Ritalin. Secondo il dottor Cott, che oltre alla consulenza per l’istituto svolge anche la professione privata, questo effetto sedativo è troppo passeggero e può comportare pericolosi effetti collaterali. Ma il punto fondamentale è che a suo avviso il problema reale del bambino non è l’iperattività: questo non è altro che un sintomo, ma il disturbo di base è un’alterazione biochimica che risponde al trattamento con dosi massicce di vitamine B2, B3, B6, C ed E, oltre che a una modificazione delle abitudini alimentari. I sostenitori dell’uso di farmaci per la cura dei problemi comportamentali dell’infanzia sostengono che il problema cessa con l’inizio dell’adolescenza, ma dicendo questo parlano solo dell’iperattività.
Il dottor Cott ha osservato che l’adolescenza non fa altro che introdurre una sintomatologia lievemente diversa: il problema reale non necessariamente si risolve col tempo, ma rimane semplicemente latente. In effetti, riferisce il dottor Cott, "il primo gruppo di ragazzi con difficoltà di apprendimento che ho avuto modo di esaminare erano proprio adolescenti che frequentavano con scarso profitto la scuola media o le ultime classi elementari. Si trattava di ragazzi perfettamente normali, che frequentavano scuole normali: semplicemente, non imparavano e non riuscivano a concentrarsi. Le madri riferivano, per esempio, che provavano a leggere qualcosa, ma dopo i primi sbagli si bloccavano. Raccogliendo un’anamnesi completa di questi ragazzi, trovavo che il sintomo principale di cui avevano sofferto in passato era l’iperattività, anche se questa in adolescenza era in massima parte scomparsa". Il dottor Cott decise di tentare con forti dosi di vitamine per ridurre l’iperattività infantile, dati i risultati positivi ottenuti con la terapia ortomolecolare nelle malattie mentali degli adulti. "Avevo già trattato per vari anni i disturbi psichiatrici con dosi massicce di vitamine. Avevo osservato risultati così buoni nella terapia degli adulti che volli estendere il trattamento ai disturbi mentali dell’età evolutiva. I miglioramenti sono stati più netti che negli adulti e la terapia ha prodotto risultati ancora più vistosi. Una delle cose che ho scoperto nel trattamento di questi bambini è che via via che la loro malattia cominciava a regredire, ed era almeno in parte sotto controllo, veniva meno l’iperattività, che è uno dei sintomi principali di tutti i bambini che presentano turbe emotive di qualunque tipo. Scomparsa l’iperattività, i bambini erano in grado di cominciare a seguire i programmi scolastici. Allora, cominciai a usare il trattamento con bambini che presentavano semplicemente difficoltà di apprendimento. Ho visitato e curato bambini di ogni tipo e ho pubblicato parte dei risultati ottenuti nel trattamento delle forme psicotiche e di altre turbe gravi dell’infanzia".
È stato però il successo ottenuto nel trattamento di uno studente delle scuole superiori a convincere il dottor Cott dell’opportunità di applicare il suo metodo al più presto possibile nei bambini con difficoltà di apprendimento. Prima di ciò, ai genitori che gli portavano bambini iperattivi poteva rispondere solo che non era preparato a curare bambini che non presentavano cerebropatie e tuttavia avevano difficoltà scolastiche: la letteratura specializzata non gli offriva niente che potesse servire a risolvere problemi del genere. Dietro le insistenze dei genitori, che chiedevano comunque un aiuto per i loro figli, si decise a tentare la terapia vitaminica sui bambini iperattivi e i miglioramenti furono un’emozionante sorpresa sia per lui che per i genitori. Successe poi che una madre portasse a visita dal dottor Cott il figlio diciannovenne, studente delle scuole superiori. Questo caso rappresentò una svolta nel trattamento vitaminico dell’iperattività. "Ancora una volta, dovetti dirle che non sapevo se la cosa sarebbe servita, perché non avevo mai curato un soggetto di quell’età con problemi di apprendimento. La madre e il ragazzo stesso mi raccontarono che solo a prezzo di sforzi immani era riuscito a finire la scuola media. Ora era iscritto al primo anno in un college. Per venire da me avevano approfittato delle vacanze natalizie, in occasione delle quali era tornato a casa. Mi disse che i suoi compagni finivano le lezioni in un paio d’ore, mentre a lui spesso ci volevano otto ore per arrivare in fondo allo stesso lavoro. Da quanto gli era difficile leggere, concentrarsi e comprendere quello che aveva letto, era costretto a rileggere uno stesso paragrafo tante volte di seguito prima di poterne assorbire il senso. Lo misi a dose massicce di vitamine, le stesse dosi richieste per un adulto della sua statura e peso corporeo, e dopo circa due mesi ricevetti una lettera da sua madre. La trasmisi all’American Schizophrenia Association, perché rappresentava una testimonianza a favore della terapia ortomolecolare quale non avevo mai visto prima. Si può ben capire il mio interesse: un ragazzo di 19 anni e la madre che mi scriveva che per la prima volta lo vedeva sedere al suo tavolo e leggere un libro con piacere. Fino a quel momento leggere era stato quasi una tortura per lui. Ne parlai all’èquipe dell’Istituto. Cominciarono allora a lavorare sulle vitamine. Quando ebbero raccolto un numero sufficiente di casi per costituire un campione adeguato, furono sbalorditi, com’ero stato io, dei risultati che ottenevano. Istituirono allora un reparto per il trattamento delle difficoltà di apprendimento, in cui i loro metodi terapeutici consueti venivano integrati con la somministrazione di vitamine. Nel frattempo, continuavo nella mia pratica professionale privata a curare i bambini che venivano da me con problemi di apprendimento e ottenevo regolarmente gli stessi risultati. Se i genitori perseveravano nella cura, senza sospendere la somministrazione, i bambini cominciavano a migliorare. Quelli che avevano risultati minimi erano sempre genitori che avevano rinunciato troppo presto. Le vitamine non sono come una medicina".
In altre parole, le vitamine hanno bisogno di più tempo per fare effetto, perché la loro azione tende a costituire passo per passo un sano fondamento a livello cellulare, non semplicemente a eliminare dei sintomi, come fanno le medicine. Le vitamine, con questa loro azione più lenta, agiscono efficacemente infatti dove c’è un fabbisogno di una data sostanza nutritiva che magari è maggiore di quello che può soddisfare la normale alimentazione: può darsi che quella sostanza manchi nel cibo, oppure che l’organismo non sia in grado di assorbirla adeguatamente. L’effetto delle vitamine è più permanente, perché queste sostanze stimolano delle modificazioni biochimiche di fondo nel bambino, modificazioni che possono comportare la riduzione dell’iperattività, cosicchè ora il bambino è in grado di stare tranquillo a sedere, studiare con interesse e applicarsi in maniera costruttiva. I farmaci rallentano l’iperattività, ma non fanno altro che eliminare i sintomi, senza toccare la causa del problema. Inoltre, questo tipo di farmaci comporta svariati effetti collaterali pericolosi e, se non vengono somministrate correttamente, possono condurre a una vera e propria tossicodipendenza.
COME MONSANTO AVVELENA IL MONDO DA OLTRE 100 ANNI.
10-08-2019
Oggi il nome Monsanto è associato principalmente agli OGM (organismi geneticamente modificati), ma uno sguardo alla storia della società mostra che il suo lavoro è stato collegato con aree molto diverse. Gli effetti di questo lavoro si fanno ancora sentire in tutto il mondo e in alcuni casi la scienza ha già dimostrato che hanno conseguenze estremamente dannose per l’ambiente e per la salute umana.
1. SACCARINA
Nel 1901 John Francis Queeny ha fondato l’azienda Monsanto Chemical Works a St. Louis, Missouri, per la produzione di sostituti dello zucchero per la Coca Cola. Nei primi dei 70 diversi studi, tra cui uno studio del National Cancer Institute USA, questi rivelarono che la saccarina provoca il cancro nei ratti e altri mammiferi.
2. PCB (bifenili policlorurati)
Negli anni ’20 del secolo scorso, la Monsanto ha iniziato a produrre policlorobifenili, un elemento liquido refrigerante per trasformatori elettrici, condensatori e motori elettrici. Mezzo secolo dopo, l’Environmental Protection Agency statunitense ha presentato prove che i PCB causano il cancro negli animali e negli esseri umani. Nel 1979 il Congresso degli Stati Uniti ne ha vietato la produzione. La Convenzione di Stoccolma sui Contaminanti Organici Persistenti ha vietato i PCB in tutto il mondo nel 2001. Nel 2003, la Monsanto ha pagato oltre 600 milioni di dollari agli abitanti di Anniston (Alabama), dove sorgeva la produzione di queste sostanze chimiche, che hanno subìto gravi problemi di salute come il cancro, malattie del fegato e malattie neurologiche. Secondo la ricerca condotta negli Stati Uniti nel 2011, questa sostanza chimica continua ad apparire nel sangue delle donne in gravidanza, mentre altri studi deducono un legame tra PCB e autismo.
3. POLISTIROLO
Nel 1941 Monsanto si è focalizzata sulla plastica e il polistirolo sintetico per l’imballaggio degli alimenti. Negli anni ’80 l'Environmental Protection Agency USA lo ha classificato come il quinto prodotto chimico la cui produzione genera i rifiuti più pericolosi, ma viene ancora prodotto.
4. ARMI NUCLEARI E BOMBE ATOMICHE
Nel 1936 la Monsanto ha acquistato i Laboratori Thomas & Hochwalt nell’Ohio che divenne il suo Dipartimento Centrale di Ricerca. Tra il 1943 e il 1945 questo dipartimento coordinò i propri sforzi con il Comitato di Ricerca della Difesa Nazionale degli Stati Uniti e si dedicò alla purificazione e la produzione di plutonio, e perfezionare prodotti chimici che vengono utilizzati come inneschi per le armi nucleari.
5. DDT (dicloro difenil tricloroetano)
Nel 1944, la Monsanto è stata uno dei primi produttori del DDT per combattere le zanzare che diffondono la malaria. Fu utilizzato in modo intensivo come insetticida in agricoltura. Nonostante decenni di pubblicità della Monsanto, che ha insistito sul fatto che il DDT era sicuro, infine gli effetti cancerogeni furono confermati e nel 1972 il DDT è stato vietato su tutto il territorio degli Stati Uniti. Oggi è noto che provoca infertilità e fallimenti nello sviluppo degli embrioni.
6. DIOSSINA
Nel 1945 la Monsanto ha cominciato a promuovere l’uso di pesticidi chimici in agricoltura e prodotto l’erbicida 2,4,5-T, uno dei precursori dell’Agente Orange contenente diossina. Le diossine si accumulano nella catena alimentare, soprattutto nel tessuto adiposo degli animali. Esse sono altamente tossiche e possono causare problemi di riproduzione e dello sviluppo, interessare il sistema immunitario, interferire con gli ormoni e quindi provocare il cancro.
7. AGENTE ORANGE
La Monsanto è stato uno dei produttori dell’Agente Orange, usato come arma chimica nella guerra del Vietnam. Come conseguenza dell’uso dell’Agente Orange circa 400.000 persone sono state uccise o mutilate, 500.000 bambini sono nati con difetti alla nascita, 1 milione di persone portatori di handicap o che hanno avuto problemi di salute, tra cui i soldati statunitensi esposti alla sostanza durante gli attacchi eseguiti. I rapporti interni di Monsanto mostrano che la società era a conoscenza degli effetti tossici dell’Agente Orange quando lo ha venduto al governo degli Stati Uniti.
8. “FERTILIZZANTI” PRODOTTI DAL PETROLIO
Nel 1955 la Monsanto ha iniziato questa pratica, dopo l’acquisto di una raffineria di petrolio. Il problema è che i fertilizzanti prodotti dal petrolio rendono sterile la terra, visto che uccidono i microrganismi benefici del suolo.
9. ASPARTAME
L’aspartame è un dolcificante non calorico, che è 150-200 volte più dolce dello zucchero. È stato scoperto nel 1965 dalla multinazionale farmaceutica GD Searl. Nel 1985 Monsanto acquistò GD Searl e ha iniziato la commercializzazione del dolcificante con il marchio NutraSweet. Nel 2000 ha venduto il marchio. NutraSweet è postulato come l’elemento che è presente in 5.000 tipi di prodotti e viene consumato da 250 milioni di persone in tutto il mondo. È dichiarato sicuro per il consumo umano da più di 90 paesi. Nel febbraio 1994, il Dipartimento di Salute e Servizi Sociali degli Stati Uniti ha pubblicato l’elenco dei 94 effetti collaterali che la sostanza può avere sulla salute umana. Nel 2012, sulla base dei dati dell’Istituto Ramazzini (Italia) che è riuscito a testare gli effetti cancerogeni di NutraSweet nei ratti, la Commissione Europea ha chiesto di avviare un nuovo processo di rivalutazione di questo composto.
10. L’ORMONE DELLA CRESCITA BOVINO
La somatotropina bovina ricombinante (rBGH), detta anche ormone della crescita bovina, è un ormone geneticamente modificato della Monsanto che viene iniettato nelle vacche da latte per aumentare la produzione di latte. Secondo diverse indagini, soprattutto europee, vi è un collegamento tra latte rBGH e cancro della mammella, cancro del colon e della prostata nell’uomo. Si evidenzia che il prodotto provoca gli effetti più gravi nei bambini per due semplici motivi: bevono più latte rispetto agli adulti e hanno meno massa corporea per elaborare i contaminanti del latte. L’ormone è vietato in Canada, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Israele, Unione Europea e Argentina.
SOSTENETE LA VOSTRA IMMUNITA’ CON I PROBIOTICI.
08-08-2019
I probiotici sono dei microrganismi viventi che, quando vengono ingeriti in quantità sufficiente, esercitano un effetto positivo sulla salute migliorando l’equilibrio della microflora intestinale. Quando il sistema gastrointestinale è in buona salute, con una produzione di muco e una colonizzazione batterica idonee, previene l’invasione da parte di batteri patogeni, impedisce ai disturbi infiammatori di generalizzarsi e agisce sui meccanismi patologici. I probiotici, quindi, oltre a restaurare l’integrità della mucosa e l’equilibrio della microflora, agiscono anche sul sistema immunitario, stimolando diversi elementi implicati nella difesa e nell’integrità delle cellule dell’intestino, e rinforzando la risposta immunitaria di fronte a certe infezioni. Alcune ricerche hanno dimostrato che i probiotici:
- agiscono sulla diarrea infettiva provocata da virus o da batteri. Nel bambino, la prevengono, ne riducono la durata e l’intensità dei sintomi anche nel caso di diarrea da rotavirus. In certi casi, prevengono la diarrea del viaggiatore e/o ne attenuano le manifestazioni;
- prevengono e/o alleviano la diarrea associata ai trattamenti antibiotici;
- possono migliorare l’intolleranza al lattosio favorendo la conversione del lattosio in acido lattico;
- in certi casi, si oppongono alla colonizzazione della mucosa gastrica da parte dell’Helicobacter pylori, aiutando a guarire dall’infezione;
- nei soggetti immunodepressi rinforzano il sistema immunitario;
- diminuiscono il rischio di cancro del colon: sono state osservate delle percentuali più basse di tumore del colon in certe popolazioni che assumevano delle quantità importanti di prodotti lattieri fermentati;
- alleviano le patologie intestinali infiammatorie;
- aiutano a prevenire le ricadute di coliti ulcerose;
- hanno un’azione immunomodulante: stimolano il sistema immunitario intestinale;
- assunti dalla madre nel corso della gravidanza, sembrano diminuire il rischio di dermatite atopica e di altre malattie allergiche nel bambino;
- in alcuni bambini allergici, possono diminuire la gravità dei sintomi e la relativa ricorrenza;
- rinforzano il sistema immunitario indebolito di persone anziane e diminuiscono la durata delle infezioni invernali;
- hanno degli effetti ipocolesterolemizzanti; negli animali, possono determinare una diminuzione del colesterolo fino al 22%;
- hanno degli effetti benefici in caso di candidosi orale e vaginale.
IL DESMODIO RIMETTE A NUOVO IL FEGATO.
08-08-2019
Il Desmodium adscendens è una pianta erbacea originaria dell'Africa equatoriale e dell'America latina. I guaritori e i medici tradizionali utilizzano da alcuni secoli degli estratti della pianta per curare diverse malattie e, soprattutto, delle malattie del fegato, come le epatiti e le crisi di asma. Portato in Europa da alcuni medici francesi che avevano lavorato in Africa, il Desmodium adscendens viene utilizzato nel trattamento di malattie del fegato da certi terapeuti. Sembra dare rapidamente dei buoni risultati sull'epatite virale acuta quando la sintomatologia è caratteristica di un “ittero infettivo”, che include itterizia, astenia e dei parametri biologici modificati come le transaminasi. In questo caso, l'ittero e l'astenia scompaiono in una settimana e i parametri biologici ritornano a livelli normali in 2-4 settimane. Uno studio condotto su 32 casi di epatite virale acuta mostra che i suoi effetti sono rapidi e permanenti a condizione che la malattia sia trattata fin dai primi giorni di manifestazione. Se il trattamento inizia più tardivamente, la sua efficacia è meno marcata ma dei risultati parziali possono essere ottenuti sui parametri biologici. Sembra che un trattamento precoce impedisca che la malattia diventi cronica.
Un altro studio realizzato all'ospedale di Bamako, a Mali, su 47 pazienti con un'epatite B mostra che la somministrazione di desmodio determina una diminuzione rapida dell'ittero, delle transaminasi e della bilirubina. In quasi la metà dei pazienti, i parametri biologici sono stati migliorati in 45 giorni di trattamento. In Italia, uno studio clinico preliminare è stato condotto su 41 pazienti con epatite C. La somministrazione di desmodio ha determinato dei segni di miglioramento del funzionamento epatico nel 58% dei casi e non ha dato nessun risultato nel 26%. Nel corso delle chemioterapie, possono verificarsi dei deterioramenti epatici, dimostrati tramite la misurazione delle percentuali di transaminasi. La somministrazione di desmodio sembra dare dei miglioramenti. Nel Ghana, i medici tradizionali utilizzano il desmodio per controllare le crisi d'asma. Degli studi sugli animali sono stati effettuati per capire il meccanismo di azione del desmodio in questo caso. Hanno permesso di mostrare che il desmodio esercita un effetto rilassante sui muscoli lisci dei polmoni e che inibisce le contrazioni e le costrizioni provocate dalle sostanze liberate nel corso di reazioni allergiche.
9 RIMEDI NATURALI PER COMBATTERE IL MAL DI DENTI.
08-08-2019
Il mal di denti è uno dei dolori più intensi che possiamo sperimentare. Le cause possono essere le più varie: un’infiammazione, un ascesso, una carie. La maggior parte delle volte il mal di denti sopraggiunge in momenti inaspettati, in cui non è possibile recarsi dal dentista per eliminare la causa delle nostre sofferenze. Proprio in quei momenti di dolore intenso possono venire in nostro soccorso alcuni rimedi della nonna efficaci ed immediati. Vediamo insieme quali sono.
CHIODI DI GAROFANO
I chiodi di garofano sono un ottimo sedativo per i nervi infiammati, grazie al loro contenuto di eugenolo. Funzionano anche come antibatterico naturale. Potete decidere di preparare un infuso, da usare come collutorio con cui sciacquare tre volte al giorno la bocca o masticare direttamente i chiodi di garofano per ottenere un po’ di sollievo. In alternativa, potete usare anche l’olio essenziale di chiodi di garofano applicato direttamente sulla parte dolorante.
SALE
Ottimo per le sue proprietà antisettiche, è un rimedio utile in caso di ascessi o infezioni. Diluite un cucchiaio di sale in un bicchiere di acqua ed effettuate dei gargarismi.
AGLIO
Le proprietà antibiotiche e antinfiammatorie dell’aglio sono molto note. In caso di mal di denti, queste proprietà potrebbero tornarci utili: applicate un pò di aglio fresco tritato sul dente dolorante e tenetelo il più a lungo possibile. Contribuirà ad anestetizzare la parte.
CIPOLLA
Anche la cipolla è un alimento ricco di proprietà benefiche per la salute. Contiene antiossidanti, aiuta contro le infezioni urinarie e aiuta il buonumore. Tritare la cipolla e posizionarla sul dente dolorante aiuta a ridurre il malessere e l’infezione. Masticare delle fettine di cipolla cruda riesce a ridurre il dolore e le infiammazioni gengivali.
FOGLIE DI CAVOLO
In caso di ascesso, un altro rimedio utile molto efficace contro il mal di denti è quello di applicare degli impacchi di foglie di cavolo lessate sulla parte. In alternativa, potete applicare della lattuga lessata: aiuterà a lenire l’infiammazione.
ACETO
Effettuare degli sciacqui con aceto sono molto utili per anestetizzare e disinfettare la parte. Soprattutto se c’è una carie consistente. Potete in alternativa effettuare degli sciacqui di aceto caldo e sale: sono molto efficaci.
IMPACCHI DI GHIACCIO
Applicare un impacco di ghiaccio aiuterà a ridurre l’infiammazione. Potete strofinare delicatamente un cubetto sulla zona interessata per alcuni minuti: fungerà anche da anestetizzante.
PREZZEMOLO
Masticate alcune foglie di prezzemolo nella parte dove è presente il dente dolorante. Fare questo più volte al giorno contribuirà ad alleviare il dolore. Non esagerate però: usate solo piccole quantità.
TE’ NERO
L’acido tannico contenuto ne tè nero funge da analgesico e antinfiammatorio. Potete effettuare dei gargarismi con il tè nero, ovviamente lasciato raffreddare.
Se il dolore è accompagnato da gonfiore e sentite la parte pulsare consultate subito il dentista. Non dimenticate inoltre che la chiave per prevenire i dolori alla bocca è una pulizia adeguata e la prevenzione.
MIRTILLI OTTIMI CONTRO L’OSTEOPOROSI.
08-08-2019
Questi frutti di bosco sono un toccasana per occhi, vene e capillari; ora si è scoperto che i mirtilli proteggono anche le ossa e abbassano il colesterolo. Queste piccole bacche nere sono da sempre conosciute per la loro proprietà capillaro-protettrici, che le rende particolarmente efficaci nel trattamento dei disturbi circolatori, specie di origine venosa, e in tutti i casi di fragilità capillare, soprattutto a carico della retina. I mirtilli riducono la permeabilità dei microvasi e rafforzano la struttura del tessuto connettivo che sostiene i vasi sanguigni, migliorandone l’elasticità e il tono.
Da ricerche recenti, però, emerge che questo frutto di bosco è anche “amico” delle ossa, le protegge, e questa è una novità molto interessante. I mirtilli si sono rivelati un ottimo rimedio per rinforzare la struttura scheletrica: nei periodi di crescita, dopo un trauma, nella riabilitazione delle fratture, come prevenzione per l’osteoporosi. Uno studio statunitense messo a punto recentemente dall’Arkansas Children’s Nutrition Center di Little Rock, spiega che nei polifenoli, le sostanze da cui dipende il colore blu, rosso e viola tipico della pianta di mirtilli, è nascosto un “segreto” terapeutico: gli animali nutriti con cibo contenente il 10% di polvere liofilizzata di mirtillo si ritrovano ossa più solide, in maniera ben maggiore di quelli le cui razioni non prevedevano la presenza dei piccoli frutti. I mirtilli, quindi, possono diventare dei brillanti protagonisti dell’alimentazione dei nostri ragazzi, che siano piccoli o più grandicelli è il modo migliore per mettere in atto una strategia preventiva davvero valida: consentirà loro di crescere sani e robusti. Non solo. Anche gli adulti e gli anziani, assumendo questo frutto, si ritroveranno nel tempo una struttura ossea più solida e ridurranno il rischio di osteoporosi.
- Hai le gambe gonfie? Soffri di cali di vista? Bevi un cucchiaio di succo (centrifuga le bacche senza aggiunta di acqua e zuccheri) diluito in mezzo bicchiere d’acqua, al mattino a digiuno.
- Hai il colesterolo alto? Usa la tintura madre delle bacche: 40 gocce in due somministrazioni giornaliere, a digiuno, per un mese.
- Le ossa sono fragili? Ti è stata diagnosticata l’osteoporosi? Prendi il macerato glicerico di mirtillo, 40-50 gocce in due somministrazioni giornaliere, lontano dai pasti, per 30 giorni.
- In alternativa, mangia una manciata di mirtilli a merenda, da soli o con altri frutti di bosco, senza zucchero.
Secondo una ricerca dell’East Anglia e dell’Harvard University, mangiare mirtilli può proteggere anche contro la pressione alta. Dalla ricerca emerge che le antocianine, composti bioattivi contenuti nei piccoli frutti, offrono una valida protezione nei confronti dell’ipertensione.
LIMONI: CURANO DALLA CISTITE AL CANCRO.
05-08-2019
In internet è ormai famosa la storia di una signora guarita da una grave cistite attraverso il consumo di limoni, a cui avevano dato poche speranze. Ecco la storia: “Dopo sei mesi di una cistite devastante, dove a ogni antibiogramma risultava la morte di un batterio ma la vita di altri cinque o sei, dopo aver preso tutti gli antibiotici possibili e immaginabili, senza contare le visite specialistiche fino ad arrivare a un luminare di urologia, in preda alla più cupa disperazione e a bruciori da incubo, ho deciso di provare la “cura” di un amico dietologo, nutrizionista e gastroenterologo. Non gli credevo, ammetto. Non gli ho proprio dato credito convinta che – parliamo di quasi vent’anni fa – solo la medicina “ufficiale” avesse la risposta. Quando poi arrivi “alla frutta”, in questo caso di nome e di fatto, ti arrendi e provi anche i rimedi cui non credi. Tanto per non aver rimpianti. Una spremuta di tre limoni succosi, seguiti da tre bicchieri d’acqua la sera prima di andare a dormire, con l’ordine tassativo di “tener duro” fino al mattino seguente. Convinzione, zero. Disperazione, diecimila. Immaginate la sorpresa quando, dopo solo qualche giorno, non sentivo più bruciore, il sanguinamento era scomparso, e all’ennesimo antibiogramma i valori erano perfetti? Ma se il limone è riuscito a curare un disturbo come la cistite, forse possiede altre doti nascoste?
Comincia così, una ricerca lunga e laboriosa. Sapete che ricerche diverse hanno dimostrato che Il limone è in grado di uccidere le cellule tumorali, dimostrando un’efficacia 10.000 volte più forte della chemioterapia? La ricerca ha evidenziato per questo frutto un ruolo speciale nella prevenzione, sebbene nessun alimento da solo possa essere uno scudo efficace se non è inserito in una dieta e in uno stile di vita salutare. Nei limoni ci sono molecole con notevoli proprietà antiossidanti, capaci di contrastare l’azione dei radicali liberi, che possono alterare la struttura delle membrane cellulari e del materiale genetico (DNA) e quindi aprire la strada ai processi di formazione della neoplasia. Sono i flavonoidi, presenti ad alte concentrazioni, e i limonoidi (che si ritrovano soprattutto nella buccia e che contribuiscono a fornire il tipico sapore agro). In più, hanno il potere di limitare le infiammazioni croniche, che a loro volta sono alla base, spesso, della trasformazione neoplastica dei tessuti. I limonoidi, dal canto loro, mostrano una diretta capacità di frenare alcuni tipi di cellule cancerose, come quelle del neuroblastoma: l’hanno verificato, per ora solo in provetta, i ricercatori della Texas Agriculture Experiment Station di Chillicothe (Stati Uniti). L’ideale è una spremuta di un limone il giorno. E una spruzzata di limone sull’insalata, è un gesto che bisognerebbe ricordarsi di fare più spesso”. Ulteriori ricerche confermano che il limone è un rimedio provato contro praticamente tutti i tipi di tumore. Non solo, è uno spettro antimicrobico contro le infezioni batteriche e i funghi, funziona come antidepressivo, utile contro stress e disturbi nervosi, regolatore di pressione alta, combattente naturale di parassiti interni e vermi. Secondo uno studio statunitense, il limonene, sostanza contenuta nel limone, pare sia impiegata con successo nella distruzione dei calcoli nella cistifellea, e nella cura di tumori a pancreas, stomaco e intestino. Ma torniamo ai flavonoidi: uno studio pubblicato su Journal of Agricultural and Food Chemistry rivela che queste sostanze sono in grado di limitare l’azione di particolari molecole con alto potenziale cancerogeno. Un’altra ricerca, pubblicata su Current Cancer Drug Targets, afferma che i flavonoidi hanno il potere di rallentare il processo di duplicazione delle cellule tumorali.
Il succo di limone è utile nel prevenire e curare la malattia? Pare proprio di sì. Ha un sapore abbastanza gradevole e soprattutto non produce gli effetti terribili della chemioterapia. Ma interessante è l’effetto che produce su cisti e tumori. Inevitabile continuare a cercare, il WEB e i libri sono fonte inesauribile di bufale, certo, ma anche di notizie. Come diceva Agatha Christie: “Una coincidenza è una coincidenza, due coincidenze fanno un indizio, tre coincidenze fanno una prova”. Una delle fonti sulle proprietà anticancerogene del limone ha dell’incredibile, perché arriva nientemeno che da uno dei più grandi produttori di droga al mondo: dal 1970, dopo più di venti test di laboratorio, si rileva che distrugge le cellule maligne in dodici tipi di cancro, incluso quello del colon, del seno, della prostata, polmone e pancreas. Addirittura, secondo l’Istituto di Scienze della Salute di Baltimora, i composti dell’albero di limone hanno dimostrato un’efficacia 10.000 volte superiore di uno dei più usati farmaci chemioterapici. Non bastasse, pare che questo tipo di terapia a base di estratto di limone abbia la capacità di distruggere solo le cellule tumorali maligne senza influire su quelle sane. Gli studi sul limone davvero si sprecano, così scopriamo che il limone è un valido aiuto anche per chi ha poche difese immunitarie perché può “aumentare” la produzione dei globuli bianchi. Anche per quanto riguarda il trattamento del diabete, questo frutto si è dimostrato un ottimo deterrente. Studi scientifici in fase ancora embrionale, hanno individuato nella tangeritina, elemento presente nella buccia del limone, la possibilità di controllare i livelli di colesterolo nel sangue. Allo stesso tempo, sono all’esame i suoi effetti positivi nella cura del morbo di Parkinson. Secondo la Reams Biological Ionization Theory, il limone sarebbe l’unico alimento anionico al mondo, caratteristica che lo renderebbe particolarmente benefico per la salute, grazie al contributo dato nell’interazione tra cationi e anioni, necessaria per la produzione di energia a livello cellulare. Per le proprietà depurative e disintossicanti, sarebbe opportuno bere una spremuta di limone il mattino a digiuno. Tutti siamo convinti delle sue proprietà astringenti? Ebbene, bevuto il mattino, il limone aiuta a regolare l’intestino e combatte la cellulite. Ma l’uso del limone è davvero infinito: tarmicida naturale, è sufficiente appendere negli armadi qualche sacchetto di tela contenente scorze di limone secche per tenere alla larga le tarme. Gli antichi Egizi ne usavano il succo per curare le dermatiti. Potremmo andare avanti all’infinito, ma se gli antichi usavano il limone come vera e propria medicina naturale in grado di curare e prevenire malattie, dov’è finita tutta questa conoscenza? Concludiamo con una breve sintesi, una sorta di “Bignami” dei benefici effetti del limone:
• Ostacola l’insorgere dell’osteoporosi;
• Riequilibra il pH del corpo;
• Migliora la digestione;
• Favorisce il riposo;
• Previene raffreddore e influenze;
• Depura il fegato;
• Elimina gli acidi urici;
• Favorisce l’attività intestinale;
• Dissolve i calcoli biliari, renali e i depositi di calcio che si accumulano nei reni;
• Previene la calcolosi urinaria;
• Contrasta i radicali liberi;
• Previene l’invecchiamento cellulare dell’organismo;
• Abbassa il colesterolo;
• Favorisce la digestione;
• Ha proprietà antibatteriche;
• Elimina i parassiti intestinali;
• Rafforza i vasi sanguigni;
• Regola la pressione del sangue;
• Ha proprietà anticancro;
• Favorisce la produzione di energia.
Se una mela il giorno toglie il medico di torno, cosa ci costa aumentare l’utilizzo del limone nella nostra vita quotidiana, partendo dal famoso bicchiere il mattino?