Angelo Ortisi
BUTTATE I FARMACI E CURATE IL CUORE CON IL BIANCOSPINO.
04-08-2016
Una delle erbe migliori per rafforzare il cuore è il biancospino. Un gran numero di studi clinici ha dimostrato l'efficacia per il cuore delle procianidine e di altri flavonoidi presenti nel biancospino. Questa pianta migliora l'afflusso sanguigno al cuore e al sistema vascolare periferico, aumenta leggermente la forza di contrazione del muscolo cardiaco e la tolleranza a livelli bassi di ossigeno, oltre alla resistenza fisica in generale. La capacità del biancospino di rafforzare il cuore porta a notevoli miglioramenti clinici nell'insufficienza cardiaca congestizia, un problema comune legato all'età. Per esempio, 600 mg al giorno di estratto di biancospino determinano un sensibile miglioramento, soprattutto nelle fasi precoci dell'insufficienza. I sintomi (per esempio l'affanno in posizione supina) migliorano, i pazienti riescono a pedalare più a lungo e i valori pressori si normalizzano. In uno studio, a 132 pazienti affetti da insufficienza cardiaca congestizia più avanzata sono stati somministrati 900 mg di estratto di biancospino. Dopo otto settimane, i sintomi sono diminuiti del 50% e la resistenza in bicicletta è aumentata.
METILSULFONILMETANO CURA PER IL CANCRO AL SENO E MOLTO ALTRO ANCORA.
10-12-2018
Il metilsulfonilmetano (MSM) è un prodotto organico, contenente zolfo naturale, senza alcuna tossicità. Un recente studio ha ora dimostrato che è capace di inibire la crescita del cancro al seno. Gli scienziati hanno dimostrato che MSM ha sostanzialmente ridotto la vitalità delle cellule umane di cancro al seno in modo dose-dipendente. Più alto è il dosaggio, più elevate sono le prestazioni. Lo studio ha mostrato ridotta espressione di cancro al seno in soli 30 giorni. Lo zolfo costituisce un quarto del peso corporeo totale ed è il terzo minerale più abbondante nel corpo umano. Metà dello zolfo nel corpo è nei muscoli, pelle e ossa. Lo zolfo è un fattore critico per la produzione della cartilagine articolare e la cheratina della pelle e dei capelli, e la nuova ricerca suggerisce che lo zolfo è quasi importante quanto la vitamina C, perché il corpo umano deve mantenere un livello minimo di zolfo per il suo normale funzionamento. L’organismo utilizza fino a un ottavo di un cucchiaino di zolfo quotidiano per mantenere le membrane cellulari, aprire e prevenire l’indurimento dei tessuti. Nuove cellule del nostro corpo hanno bisogno di una fornitura esorbitante di zolfo, e di zolfo ne ha bisogno anche l’emoglobina del sangue.
Lo zolfo non è immagazzinato nel corpo e l’eventuale eccedenza viene ossidata a solfato e escreta nelle urine o memorizzato come glutatione. La carenza di zolfo è legata ad una serie di malattie degenerative quali: dolore alle articolazioni, affaticamento, aumento stress psicofisico e depressione, così come altre condizioni. Alcuni bambini autistici hanno un basso livello di solfato nei loro corpi, dovuto allo scarso assorbimento nell'intestino, perdita in eccesso nelle urine, o scarso riciclaggio di solfato dal rene. MSM in forma di supplemento imita l’organico dello zolfo presente nel nostro corpo. MSM è anche conosciuto come dimetil solfone, che è la sostanza nutriente composta di zolfo trovata nelle diete di quasi tutti i vertebrati. È inodore nella sua forma chimica purificata ed è solubile in acqua, solido, bianco e cristallino. Appartiene alla stessa famiglia chimica dell’ossigeno ed è un potente antiossidante e disintossicante che si lega e aiuta nella rimozione dei metalli pesanti dal corpo. Quando il tuo corpo è ferito, MSM favorisce la circolazione sana alla zona danneggiata in modo da concorrere alla riparazione. MSM ha un effetto detergente e antisettico sul tratto digestivo, purifica il sangue, migliora la condizione dei capelli, aiuta la funzione epatica, migliora il metabolismo, e viene utilizzato per produrre glutatione. MSM è un integratore veramente ottimo per la soluzione di problemi comuni e la sindrome del tunnel carpale. Lo zolfo si trova nel latte crudo (ma non il latte pastorizzato), carne, pesce, frutta, verdura e cereali. Una delle migliori fonti di zolfo sono l’aglio e le cipolle. Purtroppo, le nostre diete alimentari non forniscono adeguate quantità di questo nutriente. Lavorazione, essiccazione, cottura e conservazione dei cibi, rendono l’integrazione di zolfo più importante che mai.
http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0033361
MANGIARE AL FAST FOOD RENDE I BAMBINI MENO INTELLIGENTI.
10-12-2018
Mangiare al fast food non contribuisce solo ad un aumento del fenomeno dell’obesità infantile, ma sarebbe responsabile anche di un ritardo nei processi di apprendimento dei bambini in età scolare. Lo dice uno studio condotto da un team di scienziati della Ohio State University, condotto da Kelly Purtell. Partito per analizzare gli effetti di un’alimentazione scorretta e ricca di grassi e zuccheri sul sovrappeso dei bambini, ha poi scoperto una correlazione tra fast food e i risultati ottenuti ai test di matematica, scienze e lettura di un campione di 8.500 studenti statunitensi tra i 10 e i 13 anni. I risultati sono stati misurati all’età di 10 anni e poi tre anni più tardi e sono stati confrontati la frequenza con cui gli studenti si alimentavano al fast food, con i risultati accademici, prendendo in considerazione anche tutta una serie di altri fattori. All’interno del campione un 52% dei bambini affermava di aver consumato pasti in questo tipo di locali da 1 a 3 volte a settimana, un 10% da 4 a 6 volte e un altro 10% tutti i giorni della settimana.
Nei test di scienze i più assidui frequentatori di fast food hanno raggiunto in media 79 punti contro gli 83 di chi non frequentava questo tipo di ristoranti. La causa sarebbe legata alla carenza di ferro che un tipo di alimentazione con eccessi di grassi e zuccheri implica. A questo si aggiungerebbe poi uno studio, realizzato da un gruppo di scienziati dell’University of New South Wales, che ha rilevato su dei topi, dei fenomeni di infiammazione dell’ippocampo, la parte del cervello che ha un ruolo importante nella memoria a lungo termine e nella navigazione spaziale, che sarebbero stati causati sia dall’alimentazione scorretta che dalla presenza stessa di condizioni di obesità. Anche in Italia sta aumentando il numero di persone che preferiscono una puntata al fast food piuttosto che in un ristorante tradizionale, preferendo lo stile americano a quello mediterraneo. Questo perché sta aumentando anche l’offerta e il numero di queste catene, alcune delle quali italiane. I dati in termini di tassi di obesità lo confermano: il sistema di monitoraggio “Okkio alla Salute” del Centro nazionale di prevenzione e controllo delle malattie (CCM) del Ministero della Salute ha riportato, in accordo con i dati del 2012, che il 22,2% dei bambini tra gli 8 e i 9 anni è in sovrappeso e il 10,6% in condizioni di obesità.
I GRASSI PRESENTI NELL’OLIO VEGETALE POSSONO ACCELERARE LA CRESCITA DEL CANCRO.
10-12-2018
Gli acidi grassi Omega-6 accelerano la crescita dei tumori umani prostatici. Lo studio corrente ha scoperto che tali grassi stimolano i tumori umani della prostata, in colture cellulari, a svilupparsi due volte più rapidamente rispetto ai tumori a cui i grassi omega-6 non sono stati aggiunti. Gli acidi grassi Omega-6 si trovano negli oli vegetali, incluso:
- Mais.
- Soia.
- Girasole.
Gli Americani attualmente consumano più di 25 volte una quantità di grassi omega-6 rispetto agli acidi grassi favorevoli omega-3. Inoltre, i ricercatori hanno precisato che il tasso di cancro alla prostata negli Stati Uniti è aumentato costantemente in parallelo all’aumento di assunzione degli omega-6, suggerendo un collegamento possibile fra dieta e cancro prostatico. Molti di voi sono convinti che i grassi polinsaturi sono salutari. Ciò è dovuto alle aggressive campagne marketing dell’industria dell’olio da tavola che ha cercato di demonizzare gli oli tropicali e promuovere quelli vegetali come l’olio di mais e di soia. Grassi polinsaturi è un termine generale che si riferisce a grassi che non sono saturi come la maggior parte degli oli tropicali (es. l’olio di cocco). Quasi tutti gli oli vegetali contengono soprattutto i grassi polinsaturi omega-6. Sebbene i grassi omega-6 siano necessari, non ne abbiamo bisogno in grande quantità e le carenze sono molto rare. L’unica volta che può verificarsi è quando un individuo viene alimentato per via parenterale senza ricevere grassi supplementari. Chiunque mangi un’alimentazione normale non è carente in grassi omega-6. Il problema più diffuso è che abbiamo un eccesso di questi grassi e quasi totalmente ciò proviene dal consumo di oli vegetali. Circa 100 anni fa in media si mangiava meno di un litro di questi oli all’anno. Ora la gente nella maggior parte dei paesi industrializzati consuma circa 35 litri l’anno.
Per complicare ancor di più il problema è che gli oli vegetali diventano ancora più pericolosi quando sono riscaldati per cucinare. I danni che si sviluppano friggendo cominciano a circa 100 gradi e vanno aumentando esponenzialmente man mano che la temperatura aumenta. Ogni 10 gradi di aumento della temperatura incrementano almeno del doppio le reazioni chimiche di ossidazione arrivando persino a triplicare o quadruplicare. Gli oli ricchi in Omega-6 quali l’olio di girasole e di soia non sono alimenti sicuri o salutari, nonostante le credenze popolari. Il consumo eccessivo di questi oli vegetali può condurre a:
- Asma.
- Cecità.
- Malattie cardiache.
- Cancro.
Ed è difficile evitarli se mangiate alimenti industriali, poiché questi oli sono presenti praticamente in tutti i prodotti. Se desiderate proteggervi dal cancro della prostata o del seno, potete provare a mettere in pratica questi accorgimenti:
• Evitate gli alimenti altamente trasformati, che contengono frequentemente oli vegetali riscaldati ed altri ingredienti pericolosi.
• Se dovete cucinare con olio, usate olio di cocco. Malgrado la reputazione negativa dei grassi saturi, è realmente l’olio migliore perché non viene danneggiato dalla cottura.
• Ottimizzate il vostro livello di vitamina D grazie ad una buona esposizione alla luce solare. La carenza di vitamina D può aumentare il rischio di cancro prostatico, mammario e di malattia autoimmune.
Mangiate le vostre verdure crude oppure centrifugatele. Ciò impedisce che importanti micronutrienti, necessari per la salute vadano distrutti.
http://cancerres.aacrjournals.org/content/66/3/1427.abstract
http://www.foodnavigator-usa.com/R-D/Corn-oil-omega-6-could-speed-up-prostate-cancer-study
5 MOTIVI PER ASSUMERE VITAMINA B6.
10-03-2016
Il termine generico di vitamina B6 comprende tre composti: piridossina, piridossale e piridossamina. Tutti e tre possono essere trasformati attraverso processi enzimatici in piridossal-fosfato, la forma biologicamente attiva di questa vitamina. Tale composto, indispensabile per il metabolismo degli acidi nucleici e delle proteine, favorisce l’attività di oltre 60 enzimi e svolge una funzione fondamentale nella proliferazione cellulare e nella produzione di globuli rossi. Inoltre, attraverso la sua azione su minerali e neurotrasmettitori, svolge azione regolatrice sul sistema nervoso. La piridossina è facilmente assorbibile dall’intestino e ha un rapido metabolismo: dopo solo 5 ore dalla sua assunzione, la sua concentrazione urinaria risulta ottimale. La luce, il calore, l’inscatolamento e la surgelazione, distruggono circa il 20% della piridossina contenuta in un alimento; la frittura e la raffinazione dei cereali possono arrivare a provocarne una perdita variabile da un 50 a un 90%.
ASSUNZIONE DI CONTRACCETTIVI ORALI
I contraccettivi orali, come tutti gli steroidi, provocano l’incremento della sintesi di triptofano pirrolasi: da ciò ne consegue un disequilibrio del pool vitaminico a scapito delle reazioni piridossina-dipendenti e un aumento del consumo di vitamina B6. La tendenza depressiva e le turbe digestive delle donne che assumono contraccettivi orali, possono essere in parte ovviate e migliorate mediante la somministrazione di vitamina B6 (100 mg al giorno).
TENSIONE PREMESTRUALE
I disturbi della tensione premestruale (ritenzione idrica, aumento del peso, irritabilità, cefalea), possono essere ridotti grazie all'ausilio della vitamina B6. Numerosi studi dimostrano, infatti, che la somministrazione di 300 mg al giorno di vitamina B6, almeno per 3 cicli mestruali, è in grado di ridurre i sintomi associati a questa sindrome.
GRAVIDANZA, NAUSEA GRAVIDICA E ALLATTAMENTO
La gravidanza è un periodo particolarmente esposto al rischio di deficit di tale nutriente. Il fabbisogno fetale di piridossina è infatti elevato; per poterlo soddisfare esiste un gradiente di concentrazione di circa 5 volte a favore del bambino. Ne risulta un esaurimento delle riserve materne, a volte ritenuto responsabile di alcune turbe digestive della gravidanza, della nausea e del vomito che comunemente si manifestano durante questo periodo. Anche durante l'allattamento il fabbisogno di piridossina aumenta.
PROTEZIONE CARDIOVASCOLARE
Numerosi studi suggeriscono che elevati livelli plasmatici di omocisteina (composto cruciale nel metabolismo degli aminoacidi solforati), costituiscono un fattore di rischio per le patologie cardiovascolari. Questo aminoacido è presente nel 20-30% dei pazienti con arteriosclerosi prematura dei distretti vascolari, coronarico, carotideo e periferico. Un alto tasso di omocisteina triplica il rischio di ictus e infarto cardiaco. La carenza di vitamina B6 (ma anche B12 e acido folico) è associata ad alti livelli di omocisteina. La somministrazione di questi micronutrienti è in grado di incrementarne l'escrezione, riducendone i livelli plasmatici.
SINDROME DEL TUNNEL CARPALE
La carenza di vitamina B6 è piuttosto comune in questa condizione. Alcuni studi hanno dimostrato che l'assunzione di piridossina (a dosaggi di 50-200 mg al giorno per almeno 3 mesi) è in grado di alleviare i sintomi di questa sindrome nell'85% dei casi.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/14583914
SINDROME PREMESTRUALE: EFFICACIA DELLA MELISSA.
07-01-2018
Il 40% delle donne in età fertile soffre di sindrome premestruale (PMS), disturbo che si manifesta alcuni giorni prima del ciclo mestruale, caratterizzato da sbalzi d’umore, depressione, ansia, difficoltà di concentrazione e che influenza negativamente la quotidianità causando cefalea, nervosismo, ritenzione idrica, tensione mammaria, modificazioni dell’appetito e aumento del peso corporeo. Un recente studio clinico ha valutato l’effetto della somministrazione di capsule contenenti melissa, (Melissa officinalis), sul grado di intensità della sindrome premestruale (PMS). Nello studio a 100 ragazze che frequentavano le scuole superiori sono stati somministrati melissa (1.200 mg/die) dal primo all'ultimo giorno del ciclo mestruale, per 3 cicli consecutivi, o un placebo. Analizzando i risultati ottenuti nel gruppo di ragazze che avevano assunto melissa è stata osservata una significativa riduzione dei sintomi fisici, psicologici e sociali della PMS rispetto al placebo, dimostrando l’efficacia di questa pianta nel controllo della sindrome.
La melissa è una pianta erbacea perenne molto profumata, il cui odore è simile a quello del limone e per tale motivo è chiamata anche “limoncella”. È consigliata come blando sedativo nei disturbi del sonno e per l’attenuazione della sintomatologia nervosa. In alcuni studi clinici ha mostrato effetti sulla modulazione dell’umore, con azione sedativa e antistress, anche in menopausa. La melissa per le sue proprietà calmanti (ansiolitica, antispasmodica e antistress) è anche indicata nei disturbi del tratto gastrointestinale (coliti, dispepsia, coliche infantili).
ASTRAGALO: IMMUNOSTIMOLANTE, CARDIOTONICO E ADATTOGENO.
12-04-2016
L’astragalo è una specie nativa della Mongolia che appartiene alla famiglia delle leguminose e si trova ampiamente distribuito in Cina, Siberia e Corea del Nord. In Cina e in Giappone viene considerato un rimedio molto efficace e gode di considerazione sia da parte della medicina popolare che da quella allopatica. Della pianta viene utilizzata la radice, ricca in polisaccaridi a struttura prevalentemente glucosidica (astragalan I, II e III), oligoelementi e aminoacidi.
IMMUNOSTIMOLANTE E ANTIVIRALE
L'attività immunostimolante si manifesta mediante la sollecitazione dell'attività fagocitica dei monociti e dei macrofagi, l'incremento dell'interferone e dell'attività delle cellule NK e delle cellule T. L'attività antivirale dell'astragalo è dovuta presumibilmente ai meccanismi appena citati. In numerosi studi effettuati su animali e in vitro è stata notata un'azione protettiva nei confronti dei farmaci antitumorali ad attività immunosoppressiva; sempre in vitro la radice di astragalo ha mostrato la capacità di prevenire il carcinoma della vescica urinaria. L'attività antivirale dell'astragalo è stata trovata efficace nel virus parainfluenzale di tipo I e nei rotavirus. Studi clinici hanno dimostrato l'efficacia dell'astragalo contro il raffreddore, sia come profilassi che come cura, con la riduzione della durata e della gravità dei sintomi.
CARDIOTONICO E ANTIOSSIDANTE
In uno studio in doppio cieco effettuato su 92 pazienti sofferenti di angina pectoris è stato osservato nell'82,6% dei soggetti trattati con astragalo un significativo aumento del gettito cardiaco, contro lo 0.05% dei placebo. In un altro studio in doppio cieco su 43 pazienti colpiti da infarto acuto del miocardio, i risultati ottenuti hanno mostrato un rinforzamento della funzione del ventricolo sinistro e un'attività radical-scavenger nei soggetti che avevano assunto astragalo. L'attività antiossidante può essere considerata uno dei meccanismi dell'azione cardiotonica. Inoltre l'astragalo, secondo alcuni autori, è in grado di aumentare la percentuale di sopravvivenza in caso di miocarditi acute virali.
TONICO E ADATTOGENO
Numerosi studi effettuati con l’astragalo indicano che la sua assunzione incrementa la tolleranza nei confronti di stress, apprendimento, memoria e, in generale, delle funzioni cerebrali. L’attività tonica si evidenzia come effetto antifatica, in particolar modo se associato a ginseng, e con l’aumento del metabolismo energetico. L’astragalo è anche indicato nel trattamento della sindrome da affaticamento cronico (CFS), una diffusa disfunzione del sistema immunitario.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10196633
IL MAGNESIO RIDUCE IL RISCHIO DI MALATTIE CARDIACHE.
09-12-2018
Il magnesio è un minerale onnipresente che è stato trovato in abbondanza nella dieta umana per innumerevoli generazioni. Nel corso dell’ultimo mezzo secolo, questo nutriente essenziale è stato ridotto sistematicamente dalla stragrande maggioranza delle verdure a foglia verde e ortaggi a causa delle condizioni del suolo povero e il rapido aumento del consumo di alimenti trasformati in cui i nutrienti necessari sono stati rimossi in favore di zuccheri aggiunti, grassi, aromi artificiali e coloranti. Il magnesio è necessario per la corretta segnalazione elettrica all’interno del muscolo cardiaco e aiuta a stabilizzare un ritmo normale. La carenza del minerale favorisce la rigidità arteriosa, aumentando la pressione sanguigna ed il carico di lavoro del muscolo, influendo direttamente sulla salute cardiovascolare. Ricercatori provenienti dal Giappone, hanno dimostrato, in uno studio pubblicato sul Journal of Atherosclerosis, che un aumento di magnesio nella dieta, può ridurre il rischio di mortalità cardiovascolare del cinquanta per cento.
La ricerca precedente ha stabilito che bassi livelli di magnesio sono il miglior predittore di malattia cardiaca, contrariamente alla credenza tradizionale che i grassi saturi o colesterolo giocano il ruolo più importante. In una coorte di studio che coprono gli ultimi 40 anni, gli scienziati hanno scoperto che bassi livelli di magnesio sono collegati con tutti i fattori noti di rischio cardiovascolare tra cui l’ipertensione, accumulo di placche arteriose, calcificazione dei tessuti molli, eccesso di colesterolo e indurimento delle arterie. I ricercatori hanno determinato che decenni di elevata assunzione di calcio non sono stati bilanciati con l’aumento dell’assunzione di magnesio. Molte persone sono state indotte a credere che hanno bisogno di prendere grandi quantità di integratori di calcio per mantenere la salute delle ossa, quando in realtà stanno sviluppando uno squilibrio omeostatico dei due minerali e aumentando notevolmente il rischio di rigidità arteriosa e malattie cardiovascolari. Il Dr. Carolyn Dean, ha concluso: "la malattia cardiaca è ancora il killer numero uno nel mondo, nonostante oltre due decenni di utilizzo di statine. Il fatto che bassi livelli di magnesio sono associati a tutti i fattori di rischio e sintomi di malattie cardiache, ipertensione, diabete, colesterolo alto, aritmia cardiaca, angina e infarto, non può più essere ignorato, la prova è troppo avvincente“. Gli autori fanno notare che noci e legumi sono un’ottima fonte naturale di magnesio, ma molte persone li evitano a causa del malinteso secondo cui questi alimenti hanno un alto contenuto di grassi. Il fabbisogno giornaliero di magnesio è di 320 mg per le donne e 420 mg per gli uomini, eppure molte persone assumono meno della metà di tali valori minimi, con conseguente carenza significativa nel corso del tempo.
https://www.wellbeingjournal.com/magnesium-balances-calcium-and-rescues-the-heart/
http://drcarolyndean.com/2015/07/magnesium-prevents-cardiac-arrest/
http://www.naturalnews.com/038286_magnesium_deficiency_heart_disease.html
APIGENINA, IL COMPOSTO CHE UCCIDE IL CANCRO: ECCO IN QUALI ALIMENTI TROVARLO.
09-05-2016
L’apigenina, un composto presente in diverse piante, tra cui il sedano, la camomilla e il prezzemolo, è in grado di svolgere un’azione antitumorale. Lo rivela uno studio finanziato dal National Cancer Institute e dalla National Natural Science Foundation of China. La ricerca ha dimostrato che l’apigenina, che si può trovare in quantità apprezzabili nel sedano, è molto efficace nella lotta a vari tipi di cancro, tra cui quello alle ovaie, al pancreas, alla mammella e ai polmoni. Un estratto del composto è stato somministrato a dei ratti che avevano in precedenza sviluppato tumori resistenti alla chemioterapia e alla fine dello studio i ricercatori hanno constatato che l’apigenina era risultata efficace nel sopprimere vari tipi di metastasi.
Ma questa non è l’unica ricerca che suggerisce il potenziale antitumorale dell’apigenina. La rivista scientifica Molecular Cancer aveva pubblicato uno studio simile, condotto in vitro, che dimostrava la capacità di questo composto di bloccare la crescita delle cellule cancerose nel pancreas. Un’ulteriore ricerca, realizzata dall’Università dell’Illinois ha rilevato che l’apigenina e la luteolina (un composto che si trova in carote, finocchio, peperoni e sedano) sono efficaci nel provocare la morte delle cellule cancerose nel pancreas. Questo composto, per di più, è in grado di ridurre i tumori della mammella se stimolati dalla progestina, un tipo di ormone.
BAMBINI DEGLI ANNI ’70 A RISCHIO: NEL DAS C’ERA L’AMIANTO.
09-12-2018
Una doccia gelata per chi era bambino negli anni '70. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Scandinavian Journal of Work Environment and Health, nel Das - la famosa pasta modellabile diventata negli anni uno dei giochi preferiti dai più piccoli - sarebbero presenti fibre di amianto, perlomeno in quello prodotto fra il 1963 e il 1975. La pasta era commercializzata dalla ditta Adica Pongo di Lastra a Signa, in provincia di Firenze, che aveva acquistato il brevetto dall'inventore Dario Sala, il cui nome servì appunto da acronimo per il gioco. La ricerca, firmata dagli scienziati dell'Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica (Ispo), dell'Asl e dell'Università di Firenze, ha scoperto la presenza dell'amianto nel Das, il che suggerisce una possibile esposizione alla sostanza killer per migliaia di bambini, insegnanti, artigiani e tutti coloro che erano addetti alla produzione del gioco. Secondo una stima, le confezioni di Das incriminate sarebbero addirittura 55 milioni, vendute sia in Italia che all'estero nel corso di 13 anni. “Lanciamo un forte appello alle autorità affinché vengano effettuati test accurati su articoli di importazione, tra cui i giocattoli, quando provengano da paesi in cui l’amianto non è ancora vietato”, avverte Stefano Silvestri, Igienista del Lavoro dell’Ispo di Firenze. “Dato che il Das è stato commercializzato in Italia ed esportato in altri paesi europei - sottolineano gli autori dello studio - i nostri risultati suggeriscono che ai pazienti affetti da mesotelioma che non riferiscono di essere stati esposti ad amianto per motivi professionali, dovrebbe essere chiesto se in passato hanno usato il Das”. Questa scoperta dimostra che gli usi dell’amianto nel passato non sono stati ancora del tutto chiariti e che non vi erano limiti al suo impiego, essendo presente persino nei giocattoli”. Il Das, in particolare, ebbe e ha tuttora una diffusione enorme, anche perché molto utilizzato in ambito scolastico, ma anche da artisti, artigiani e restauratori di ceramica. Nel 1976 l'amianto fu sostituito dalla cellulosa. “Tuttavia - spiegano gli scienziati toscani - è possibile che qualcuno possieda ancora manufatti modellati tra il 1960 e il 1970, ma questi articoli non rappresentano un rischio per la salute di chi li possiede. Viene comunque raccomandato di non rompere tali oggetti e, in particolare, di non ridurli in polvere, perché le fibre di amianto potrebbero ancora disperdersi in aria con il rischio di essere inalate”.