Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

30-01-2016

La vitamina B2, o riboflavina, è una vitamina idrosolubile del gruppo B, che viene rapidamente assorbita dal tratto gastrointestinale e, a causa della sua facile escrezione, difficilmente immagazzinata nell’organismo. La vitamina B2 si trasforma per il 75% in flavin-adenindinucleotide (FAD) e per il 25% in flavin-mononucleotide (FMN). Funzionando da trasportatori dell’ossigeno, questi due composti rivestono un ruolo fondamentale nella degradazione di vari substrati e intervengono nelle reazioni ossidoriduttive, entrando in questo modo a far parte della catena respiratoria. La vitamina B2 partecipa a numerose reazioni cellulari essenziali per produrre energia e per consentire il normale metabolismo di zuccheri, grassi e proteine. 
La riboflavina è particolarmente legata al metabolismo delle proteine e la sua carenza può provocare la riduzione della loro sintesi: per questo motivo viene definita “vitamina della crescita”. Intervenendo nelle reazioni di trasformazione di altri nutrienti (vitamina B6, acido folico, niacina e vitamina K) nelle loro forme biologicamente attive, un suo stato carenziale può provocare a cascata il deficit di altre vitamine. Più che una vera e propria carenza, è maggiormente diffusa la cosiddetta carenza subclinica, riscontrabile in particolare in donne che utilizzano contraccettivi orali, bambini, diabetici, adolescenti e anziani. La vitamina B2 viene distrutta dalla luce e persa in considerevoli quantità nell’acqua di cottura degli alimenti.

MANIFESTAZIONI CUTANEE E PROBLEMI ALLE MUCOSE

Chiazze eritematose con successive ragadi agli angoli della bocca (cheiliti), dermatiti seborroiche nelle pieghe naso-labiali e glossiti, sono alterazioni che, trattate con riboflavina (soprattutto sotto forma di trattamento coadiuvante), possono migliore rapidamente.

ANTIOSSIDANTE

La riboflavina ha un’attività antiossidante, che deriva dal suo ruolo di precursore del FAD e come cofattore nella produzione del glutatione. La carenza di riboflavina incrementa la perossidazione dei lipidi e diminuisce la generazione del glutatione ridotto, che è necessario per il funzionamento dell’antiossidante glutatione perossidasi.

CATARATTA E PROBLEMI OCULARI

Uno studio caso-controllo ha trovato una rilevante riduzione del rischio (33-51%) di disturbi oculari in donne e uomini con maggiore apporto giornaliero di riboflavina, rispetto a quelli con una minore assunzione. Uno studio di prevalenza su 2.900 uomini e donne australiani, di 49 anni e oltre, ha evidenziato che la più alta assunzione di riboflavina era associata alla riduzione del 50% di incidenza di sviluppo della cataratta, rispetto ai soggetti che ne consumavano poca. In un recente studio su 408 donne è stato trovato che l’alto apporto di riboflavina con la dieta è inversamente associato al cambiamento dell’opacità del cristallino in 5 anni.

PROFILASSI DELL'EMICRANIA.

Secondo una recente teoria, il metabolismo alterato dell'ossigeno nei mitocondri cerebrali può essere implicato nella patologia dell'emicrania. Grazie al loro ruolo di trasportatori di ossigeno, FAD (flavin-adenin-dinucleotide) e FMN (flavin-mononucleotide) potrebbero essere utilizzati nella profilassi di questo disturbo. In uno studio in doppio cieco durato 3 mesi, condotto su 55 pazienti affetti da emicrania, la somministrazione di riboflavina (400 mg al giorno) ha riportato interessanti risultati rispetto alla durata degli attacchi e il numero di giorni di questa sindrome. Un altro studio clinico ha evidenziato che la supplementazione di 400 mg al giorno di riboflavina per 3 mesi è in grado di ridurre la frequenza media degli attacchi. Sebbene queste ricerche siano preliminari, i dati provenienti dalla maggior parte degli studi suggeriscono che la supplementazione di vitamina B2 potrebbe essere un'utile aggiunta alla terapia farmacologica di prevenzione dell'emicrania.

ABUSO DI ALCOLICI

Dati recenti indicano che il 50% dei soggetti che abusano di alcolici presenta una carenza di vitamina B2 (la quantità di tale nutriente viene misurata dalla ridotta attività del glutatione).

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9484373

http://ajcn.nutrition.org/content/72/2/598s.full

16-12-2018

I bambini che mangiano ogni giorno dolcetti, caramelle o cioccolato, hanno un rischio più alto degli altri di sviluppare - una volta cresciuti - comportamenti violenti. Lo dimostrano i risultati di uno studio realizzato da un gruppo di psichiatri inglesi su un campione di circa 17.500 ragazzi. Si tratta dello studio più vasto mai realizzato in questo settore ed è stato pubblicato sulla rivista British Journal of Psychiatry. Lo studio ha analizzato gli effetti a lungo termine della dieta sui comportamenti sociali dei bambini. I ricercatori hanno scoperto che il 69 per cento dei ragazzi che a 34 anni avevano problemi di natura violenta, all'età di dieci anni mangiava quotidianamente dei dolcetti confezionati. "Una spiegazione possibile di questo fenomeno”, ha detto il principale autore della ricerca, Simon Moore, “è che dare ai bambini i dolcetti ogni volta che li chiedono impedisce loro di imparare ad aspettare per ottenere ciò che vogliono. E questo li porta ad assumere comportamenti compulsivi quando non attengono ciò che vogliono".

 

http://bjp.rcpsych.org/content/195/4/366

http://www.sciencedaily.com/releases/2009/10/091001081221.htm

16-12-2018

Due studi suggeriscono che gli acidi grassi omega-3 potrebbero inibire lo sviluppo delle cellule del cancro epatico, suggerendoli come una terapia efficace per trattare ed impedire i tumori del fegato. Il primo studio ha esaminato gli effetti dei grassi omega-3 e omega-6 sulle cellule del carcinoma epatocellulare. Il carcinoma epatocellulare rappresenta il 90 per cento di tutti i cancri del fegato ed è solitamente rapidamente mortale. I grassi omega-6 non hanno avuto effetto sulle cellule cancerose, ma gli omega-3 - sotto forma di acido docosaesaenoico (DHA) ed acido eicosapentaenoico (EPA) - ne hanno indotto l’apoptosi (morte cellulare programmata). Nel secondo studio, i grassi omega-3 sono risultati efficaci nel trattare le cellule del colangiocarcinoma, un tipo aggressivo e mortale di cancro al fegato che si forma nei dotti biliari. I ricercatori hanno dichiarato che gli acidi grassi omega-3 potrebbero non soltanto essere una terapia efficace per il cancro del fegato ma potrebbero anche proteggere il fegato dalla steatoepatite, un’affezione epatica cronica ritenuta essere un precursore del cancro. Questa è l’occasione giusta per parlare dell’olio di krill. Il krill è un insieme di diverse specie di piccoli crostacei, che vivono in tutti gli oceani del mondo, con particolare concentrazione nelle acque fredde e polari, e sono importanti organismi che compongono lo zooplancton, cibo primario di balene, mante, squali, pesce azzurro e uccelli acquatici. Il krill è esente da metalli pesanti come mercurio, PCBs e diossine presenti invece in molti pesci. È semplicemente una delle fonti più valide di grassi omega-3.

 

http://www.rxpgnews.com/research/cardiology/omega-3-fatty-acids/article_3891.shtml

http://www.nutraingredients.com/Research/Omega-3s-could-stop-liver-cancer-cells-growth

24-07-2016

Dieci anni di tentativi andati a vuoto e poi, dopo sei mesi di mioinositolo, finalmente un test di gravidanza positivo. La vicenda di Claudia, neo mamma di Urbino, è una testimonianza di come questo integratore (l’inositolo è di fatto uno “zucchero” alcolico normalmente presente nell’organismo e indispensabile per la buona funzionalità ovarica) stia contribuendo a cambiare la storia delle donne affette da ovaio policistico (Pcos), scrivendo in molti casi un lieto fine senza ricorso ai farmaci tradizionali e senza effetti collaterali: dopo tre mesi di cura l’88% delle pazienti ripristina infatti il ciclo mestruale (il 70% in maniera regolare) e il 55% riesce in seguito ad avere una gravidanza spontanea. Il che, tradotto in altri termini, significa abbassare del 30% il ricorso alla procreazione medicalmente assistita. I nuovi studi sui meccanismi d’azione dell’inositolo e sui suoi effetti positivi sulla Pcos sono stati presentati a Firenze durante il World Pediatric and Adolescent Gynecology Congress da due pionieri delle ricerche di settore: l’italiano Vittorio Unfer e lo statunitense John E. Nestler.
L’ovaio policistico è un patologia complessa, caratterizzata da un aumento degli ormoni maschili e associata all’insulino resistenza. Si calcola colpisca dal 5 al 10% delle donne italiane e, oltre a essere la causa più comune di infertilità femminile, provoca alterazioni del ciclo, acne e obesità. Le due forme di inositolo utili per la terapia della Pcos sono il mioinositolo (Mi) e, in misura minore, il D-chiro-inositolo (Dci): le ricerche più recenti hanno portato a sviluppare un trattamento basato su entrambe le molecole nella proporzione di 40 (Mi) a 1 (Dci), un rapporto considerato ottimale per migliorare la qualità ovocitaria e agire al contempo con efficacia su sovrappeso e obesità.
L’inositolo può essere facilmente trovato in natura in alcuni alimenti come legumi, cereali e frutta. In particolare la lecitina di soia ne è ricca, come anche il riso integrale, il grano saraceno, l’avena e l’orzo. Alcuni tipi di carne, bovino e maiale, contiene una discreta quantità di inositolo. Secondo i più recenti studi, una dieta equilibrata contenente questi alimenti, abbinata ad una costante attività fisica e ad un’aggiunta di integratori a base di inositolo, può portare grossi benefici a chi soffre di sindrome dell’ovaio policistico.

30-07-2016

Il licopene è un carotenoide, presente in forti concentrazioni nel pomodoro, che mostra azioni biologiche molto interessanti. Come tutti i carotenoidi non è sintetizzato dall’organismo e pertanto deve essere assunto con la dieta. Il licopene fa parte del network antiossidante, che aiuta a prevenire lo stress ossidativo. In studi in vitro ha mostrato una capacità di disattivare l’ossigeno singoletto maggiore di quella di tutti i più comuni carotenoidi. Ulteriori evidenze indicano che il licopene colpisce altre specie reattive dell’ossigeno quali perossido di idrogeno e ossido di azoto. Degli oltre 600 carotenoidi conosciuti, il licopene è il carotenoide predominante nel plasma umano.

RIDUZIONE DEL RISCHIO DI TUMORE ALLA PROSTATA E ALTRI TIPI DI TUMORE

Il consumo di alimenti ricchi in licopene è correlato alla riduzione dello sviluppo di alcuni tipi di cancro (prostata, polmoni, tratto digestivo, esofago).

- PROSTATA: Secondo alcune indagini epidemiologiche, il consumo di pomodoro 2 o più volte alla settimana è associato alla riduzione del 34% del rischio di sviluppare cancro alla prostata. In uno studio clinico, 26 pazienti con cancro della prostata programmati per prostatectomia, sono stati trattati con 15 mg di licopene da pomodoro 2 volte al giorno per 3 settimane prima dell’intervento, risultando in un minore danno del DNA e una significativa riduzione del PSA sierico (18%). Vi sono alcune teorie riguardo al meccanismo d’azione con il quale il licopene possa supportare l’attività della prostata. La prima propone un’associazione tra licopene e fattore di crescita dell’insulina: alti livelli di questo fattore sono collegati a un maggiore rischio di cancro alla prostata. L’aumento del consumo di licopene è inversamente correlato ai livelli di fattore di crescita dell’insulina. Un altro meccanismo include l’inibizione della crescita tumorale e l’aumento della differenziazione delle cellule normali. Il licopene causa questa inibizione aumentando le giunzioni comunicanti (gap-junction) tra le cellule prostatiche sane. Le cellule prostatiche maligne con una decrescita o perdita di gap-junction crescono più lentamente delle cellule con una maggiore comunicazione. La teoria maggiormente accettata enfatizza l’effetto antiossidante del licopene, che agisce come scavenger dell’ossigeno singoletto. Il licopene si trova in alte concentrazione nelle cellule prostatiche e ciò potrebbe spiegare gli effetti specifici sulla prostata.

- POLMONE: Uno studio condotto su 14.000 statunitensi maschi e 3.000 norvegesi maschi, ha evidenziato che il consumo di pomodori oltre 14 volte al mese, rappresenta un fattore preventivo contro il rischio di sviluppare un cancro al polmone. I polmoni sono particolarmente vulnerabili al danno ossidativo e gli antiossidanti possono fornire protezione all’epitelio respiratorio e alla parete alveolare. L’aggiunta di licopene alla dieta riduce in maniera sostanziale la metaplasia squamosa nicotina-indotta, un’alterazione precancerosa delle cellule di furetto esposte al fumo di sigaretta. Secondo un’analisi di alcuni studi caso-controllo, vi sono evidenze di un’associazione protettiva tra aumento del consumo di pomodoro e cancro al polmone.

IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA (IPB)

In una recente rassegna epidemiologica, alti livelli di licopene, insieme con zinco e vitamina D, hanno mostrato un’associazione con la riduzione del rischio di IPB. In uno studio pilota 40 uomini, 40-70enni, con iperplasia prostatica benigna, hanno assunto 15 mg di licopene al giorno per 6 mesi. I risultati hanno mostrato che nei soggetti che assumevano licopene l’ingrandimento prostatico si era fermato, mentre nel placebo era proseguito.

SALUTE CARDIOVASCOLARE

Numerosi studi epidemiologici indicano una minore incidenza di malattie cardiovascolari nei soggetti che seguono diete ricche di pomodori e/o licopene. Da uno studio prospettico condotto su 40.000 donne statunitensi di mezz’età, è emersa una correlazione positiva tra alto consumo di pomodori, o alte concentrazioni plasmatiche di licopene, e basso rischio di malattie cardiovascolari (riduzione del 34%), compresi infarto del miocardio, ictus, rivascolarizzazione e morte per malattie cardiovascolari. Secondo i risultati di un’analisi prospettica caso-controllo nidificato condotta su circa 22.000 medici statunitensi, l’aumento dei livelli ematici di carotenoidi, in particolare di alfa-carotene, beta-carotene e licopene, è associato alla riduzione del rischio di ictus.

FOTOPROTEZIONE CUTANEA

Il licopene, come tutti i carotenoidi, grazie alla sua potente attività antiossidante, protegge la cute dagli effetti dannosi della luce ultravioletta, trovando applicazione nella prevenzione delle scottature e del photoaging. Esperimenti su uomini esposti alle radiazioni ultraviolette, mostrano che la supplementazione di licopene mitiga il danno ossidativo alla pelle. Il licopene può essere considerato una protezione orale solare moderatamente attiva. In congiunzione con le creme solari, contribuisce a rinforzare le difese dell’organismo contro i danni UV-indotti, la cui efficacia permane anche in assenza di crema solare protettiva o quando l’effetto è terminato.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15006906

http://ajcn.nutrition.org/content/79/1/47

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/14684396

15-12-2018

Decenni fa, gli operatori sanitari pensavano che la vitamina D era utile solo per mantenere la salute delle ossa e dei denti. I recenti progressi nel campo della scienza, tuttavia, hanno messo questa vitamina sotto i riflettori, rivelando il suo ruolo poliedrico per il buon funzionamento del corpo umano e la sua capacità di ridurre il rischio di malattie non precedentemente associate ad essa. Il modo migliore per scoprire la carenza di vitamina D è quello di fare un esame del sangue che misura il livello della vitamina. Tuttavia, alcune condizioni ci aiutano a capire se siamo carenti di vitamina D:

1. INFLUENZA: In uno studio pubblicato sulla rivista Cambridge, si è scoperto che la carenza di vitamina D predispone i bambini a malattie respiratorie. Uno studio di intervento ha dimostrato che la vitamina D riduce l’incidenza delle infezioni respiratorie nei bambini.

2. DEBOLEZZA MUSCOLARE: Secondo Michael F. Holick, un importante esperto di vitamina D, la debolezza muscolare è di solito causata dalla carenza di vitamina D, perché i muscoli scheletrici possono funzionare correttamente se i recettori della vitamina D sono sostenuti dalla vitamina stessa.

3. PSORIASI: In uno studio pubblicato dalla PubMed UK, si è scoperto che sintetici analoghi della vitamina D, sono stati trovati utili nel trattamento della psoriasi.

4. MALATTIA RENALE CRONICA: Secondo Holick, i pazienti con malattie renali croniche avanzate (in particolare quelli sottoposti a dialisi) devono assumere 1,25-diidrossivitamina D3 o uno dei suoi analoghi, per sostenere il metabolismo del calcio e ridurre il rischio di malattia ossea e regolare i livelli di ormone paratiroideo.

5. DIABETE: Uno studio condotto in Finlandia e pubblicato sulla rivista Lancet dimostra che 10.366 bambini trattati con vitamina D3 e monitorati per 31 anni, hanno evidenziato un rischio di diabete di tipo 1 ridotto dell'80 per cento.

6. ASMA: La vitamina D può ridurre la gravità degli attacchi di asma. Dalla ricerca condotta in Giappone, è emerso che gli attacchi di asma nei bambini in età scolare sono stati significativamente ridotti in quei soggetti che assumevano un supplemento di vitamina D al giorno di 1.200 UI.

7. MALATTIA PARODONTALE: Coloro che soffrono di questa malattia gengivale cronica che provoca gonfiore e gengive sanguinanti dovrebbe prendere in considerazione l’aumento dei loro livelli di vitamina D per la produzione di defensine e catelicidina, composti che contengono proprietà microbiche e riducono il numero di batteri nella bocca.

8. MALATTIE CARDIOVASCOLARI: Insufficienza cardiaca congestizia è associata a deficit di vitamina D. Una ricerca condotta presso l’Università di Harvard ha dimostrato che le donne con bassi livelli di vitamina D hanno avuto un 67 per cento di aumento del rischio di sviluppare ipertensione.

9. SCHIZOFRENIA E DEPRESSIONE: Questi disturbi sono stati collegati a carenza di vitamina D. In uno studio si è scoperto che il mantenimento di sufficienti livelli di vitamina D nelle donne in gravidanza e durante l’infanzia, sono necessari per soddisfare il recettore della vitamina D nel cervello, per lo sviluppo del cervello e il mantenimento della funzione mentale in età avanzata.

10. CANCRO: I ricercatori della Georgetown University Medical Center di Washington hanno scoperto un collegamento tra alta assunzione di vitamina D e la riduzione del rischio di cancro al seno. Questi risultati, presentati all'American Association for Cancer Research, hanno rivelato che le dosi maggiori di vitamina sono legate ad una riduzione del 75 per cento della crescita complessiva del cancro e al 50 per cento di riduzione di casi di tumore tra persone che hanno gia sviluppato la malattia. Di particolare interesse è stata la capacità di supplementazione di vitamina per aiutare a controllare lo sviluppo e la crescita del cancro al seno, un tipo di cancro particolarmente sensibile agli estrogeni.

Venerdì, 14 Dicembre 2018 17:33

SCIE CHIMICHE E GINKGO BILOBA.

15-12-2018

A causa delle irrorazioni clandestine, molte persone accusano sintomi che sono collegati soprattutto alla dispersione del tossico bario. Qui occorre ricordare che lo Stadis 450, composto del bario, è usato come additivo antiruggine nei carburanti e, poiché l'aria respirata all'interno degli aeromobili, è prelevata dai turbofan, i passeggeri ed il personale di bordo sono i più esposti all'intossicazione. Recenti inchieste hanno appurato che piloti, assistenti di volo e passeggeri sempre più spesso manifestano disturbi quali cefalea, annebbiamento mentale, dolori articolari e muscolari, nausea: le compagnie aeree, interpellate sul problema, affermano che in rarissime circostanze, l'aria immessa all'interno dei velivoli (cabina di pilotaggio inclusa) è inquinata da fumi prodotti dalla perdita degli oli lubrificanti. Alcune analisi condotte da medici e da ricercatori hanno rilevato la presenza di un composto del fosfato assai nocivo. E' una conclusione che mi riprometto di valutare, non appena sarà possibile, usufruendo di materiale inedito: per ora mi limito a ricordare che i casi di intossicazione potrebbero essere addebitati all'inalazione anche di bario e di altri veleni impiegati negli aerei come additivi. in taluni casi, piloti ed assistenti di volo non hanno potuto più operare a bordo degli aerei di linea.
Si accennava alla confusione mentale e alle amnesie provocate dal bario: si potrebbe consigliare l'assunzione di estratti di ginkgo biloba. Originario probabilmente della Cina e del Giappone, dove è coltivato da moltissimo tempo, il ginkgo è oggi diffuso anche in Europa, dove è messo a dimora nei parchi. Mentre in Occidente è albero ornamentale, in Estremo Oriente i semi, ricchi di amido, sono comunemente consumati dopo cottura o anche crudi. I semi, considerati cibo prelibato, si trovano sul mercato con la denominazione di giman. Il ginkgo è molto longevo, resiste al freddo, alla siccità, ai parassiti ed all'inquinamento. Le foglie contengono ginkgolidi ed il bilobalide che sono in grado di svolgere un'azione protettiva sulle strutture vascolari, tissutali e nei processi metabolici dell'organismo. Sono state poi dimostrate altre attività: stimolazione delle capacità mnemoniche e di apprendimento, incremento dell'irrorazione sanguigna soprattutto a livello del microcircolo cerebrale, inattivazione dei radicali liberi, antiaggregazione delle piastrine e neuroprotezione. Recenti studi hanno appurato che i gingkolidi sono utili nei pazienti affetti da Alzheimer.

02-08-2016

Il 5-HTP (5-idrossitriptofano), aminoacido naturale precursore del neurotrasmettitore serotonina e intermedio del metabolismo del triptofano, partecipa alla regolazione del tono di umore, sonno, emozioni, appetito e funzioni cognitive. Il triptofano, precursore del 5-HTP e della serotonina, è contenuto in numerosi alimenti, in particolare in carni e latticini, tuttavia solo il 3% supera la barriera emato- encefalica per essere utilizzato, contro il 70% del 5-HTP. Tra le fonti principali di 5-HTP troviamo i semi di una leguminosa africana (Griffonia simplicifolia). L’attività psicoattiva del 5-HTP sembra dipendere dalla sua azione sulla sintesi della serotonina nel SNC. Il 5-HTP stimola i neuroni serotoninergici ad aumentare la produzione e di conseguenza il rilascio di serotonina.

DEPRESSIONE E SBALZI D’UMORE

In numerosi studi clinici sono stati osservati livelli ridotti di 5-HTP in pazienti depressi. In un esperimento condotto in Francia in 28 (su 36) soggetti affetti da depressione grave e trattati con 5-HTP, sono stati riportati risultati positivi. In uno studio giapponese in 24 pazienti ospedalizzati per depressione, trattati con 5-HTP, sono stati osservati miglioramenti dei sintomi depressivi. In uno studio in doppio cieco su 59 pazienti depressi trattati con 150-300 mg/die per 3 settimane, vi è stata una risposta positiva in 40 soggetti (67,8%), 13 dei quali con netto miglioramento. L’80% dei pazienti responsivi ha ottenuto il miglioramento in 1 settimana.

CONTROLLO DELL’APPETITO

L’effetto dimagrante del 5-HTP è dato dal fatto che, sottoforma di serotonina, inibisce il segnale della fame, riduce il desiderio di carboidrati e migliora l’umore, aumentando il consumo calorico basale. Cali di peso corporeo, in rapporto a placebo, si sono verificati a dosaggi di 800-900 mg/die in alcune settimane, in percentuali variabili tra il 2 e il 5%, senza alterazione del tono dell’umore. In uno studio in doppio cieco placebo, condotto su 19 soggetti obesi, l’assunzione di 5-HTP (8 mg/kg/die) per 5 settimane ha prodotto un calo di peso pari al 5%, rispetto al gruppo di controllo. Un successivo esperimento della durata di 12 settimane, ha ottenuto i medesimi risultati. In un altro studio, a 20 donne in sovrappeso sono stati somministrati 900 mg/die di 5-HTP, o del placebo, per 6 settimane. Alla conclusione dello studio è stata osservata una riduzione del peso corporeo (2-5%) nel gruppo che aveva assunto 5-HTP, ma non nel gruppo placebo. Benefici similari sono stati osservati in uno studio in doppio cieco su 14 donne in sovrappeso (900 mg/die).

CEFALEA, EMICRANIA

Bassi livelli di serotonina possono causare cefalee croniche ed emicrania. Il 5-HTP è stato utilizzato con successo nella prevenzione delle cefalee croniche di vario tipo, incluse le emicranie di tipo tensivo. In uno studio 124 pazienti sono stati trattati con 5-HTP (600 mg/die) o metisergide (farmaco per l’emicrania) per 6 mesi. Si è osservato un miglioramento significativo nel 75% dei pazienti trattati con metisergide e nel 71% di quelli trattati con 5-HTP. Il 5-HTP ha ridotto intensità e durata dell’attacco, piuttosto che la frequenza, mostrando maggiore tollerabilità. In un altro studio su 48 bambini (6-13 anni) l’assunzione di 4,5 mg/kg/die di 5-HTP ha prodotto una riduzione del 70% nella frequenza delle emicranie, contro l’11% del gruppo placebo.

INSONNIA

Il 5-HTP è efficace nel trattamento dell’insonnia, in particolare nel migliorare la qualità del sonno nella fase REM. Il 5-HTP è convertito direttamente in melatonina, quindi, una parte degli effetti indotti sul sonno dal 5-HTP, è il risultato dell’aumento dei livelli di melatonina. Alcuni ricercatori francesi hanno osservato che la somministrazione di 100 mg/die di 5-HTP a soggetti affetti da insonnia leggera, era in grado di indurre significativi miglioramenti nella qualità del sonno. In uno studio su bambini sofferenti di incubi e paure notturne persistenti, la somministrazione di 2 mg/kg/die di 5-HTP in 6 mesi ha prodotto la remissione del disturbo nell’83% dei bambini trattati.

ABUSO PSICOSTIMOLANTI

Amfetamina e cocaina danneggiano l’integrità dei neuroni serotoninergici del SNC. Alcuni studi indicano un potenziale utilizzo del 5-HTP per i consumatori di psicostimolanti ad alti dosaggi o cronici, in particolare amfetamina, metamfetamina, cocaina. I benefici maggiori riguardano il miglioramento dei deficit cognitivi associati all’abuso di queste sostanze.

FIBROMIALGIA

Si sono avuti buoni riscontri nell’attività analgesica in soggetti affetti da fibromialgia. Sono in corso studi per perfezionare dosaggi e tossicità.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15146330

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10849040

21-09-2016

Il rischio di sviluppare cancro del fegato può essere significativamente più alto per le persone che hanno bassi livelli di selenio nel sangue, secondo un nuovo studio pubblicato nel Journal of Clinical Nutrition. Il selenio è un minerale presente nei prodotti di origine animale, negli alimenti a base vegetale, nei frutti di mare, nelle noci del Brasile, nelle frattaglie, nel latte e nelle uova. Il contenuto di selenio presente nel cibo varia notevolmente, in quanto dipende dalla quantità dell’elemento presente nelle piante che gli animali consumano e anche dal terreno in cui le piante crescono. Secondo il National Institutes of Health (NIH), il selenio è essenziale per la salute umana: favorisce la riproduzione, il sistema immunitario e la sintesi del DNA. Diversi studi hanno anche dimostrato che il selenio ha proprietà antiossidanti, il che significa che può proteggere contro lo stress ossidativo, il processo attraverso il quale i radicali liberi danneggiano le cellule. Dal momento che lo stress ossidativo è stato associato con lo sviluppo del cancro, alcuni studi hanno suggerito che la carenza di selenio, con conseguente riduzione della protezione dai radicali liberi, potrebbe essere un fattore di rischio per la malattia.
Il Prof. Lutz Schomburg, dell’Istituto di endocrinologia sperimentale a Berlino e colleghi, hanno indagato per verificare se i livelli di selenio potevano influenzare il rischio di cancro del fegato. Il Prof. Schomburg ed il suo team hanno analizzato i dati di circa 477.000 adulti che facevano parte della Studio prospettico europeo sul cancro e dello Studio sulla nutrizione (EPIC). Essi hanno identificato 121 pazienti con cancro del fegato, 100 pazienti con tumori delle colecisti e delle vie biliari e 40 pazienti con cancro del dotto biliare. I campioni di sangue dei pazienti affetti da cancro sono stati valutati per rilevare i livelli di selenio rispetto ai controlli sani. I ricercatori hanno scoperto che i pazienti con cancro del fegato e della cistifellea e tumori del tratto biliare intraepatico, avevano livelli di selenio significativamente inferiori rispetto ai controlli. Rispetto ai soggetti che avevano i più alti livelli di selenio, i ricercatori hanno trovato che le persone con più bassi livelli di selenio avevano da cinque a dieci volte più probabilità di andare incontro a un cancro del fegato. “Siamo stati in grado di dimostrare che la carenza di selenio è un importante fattore di rischio per il cancro del fegato”, ha detto il Prof. Lutz Schomburg. Il Prof. Schomburg sottolinea che il loro studio non dimostra che la supplementazione di selenio riduce direttamente il rischio di cancro del fegato. “Tuttavia, la ricerca conferma l’importanza di una dieta equilibrata, di cui il selenio è parte integrante”, conclude il ricercatore.

 

http://ajcn.nutrition.org/content/104/2/406.abstract

15-12-2018

I bambini di meno di 5 anni non dovrebbero tenere in casa criceti, pulcini, rettili, tartarughe o ricci. Troppo pericolosi per la salute. Lo rivela uno studio condotto da un gruppo di pediatri americani sulla pericolosità degli animali esotici. Secondo la ricerca, questi animali sarebbero perfino più dannosi del morso di un cane o del graffio di un gatto, in quanto portatori di germi potenzialmente mortali e facilmente in grado di aggredire il sistema immunitario debole di un bimbo che cresce. "Almeno l’11% dei casi di salmonella nei bimbi è causato dal contatto con rettili, tartarughe, criceti e altri animali”, ha spiegato Larry Pickering, che ha condotto la ricerca. Anche i ricci possono essere pericolosi: i loro aculei, penetrando nella pelle, possono introdurre nell’organismo un batterio che causa disturbi gastrici ed eruzioni cutanee".

 

http://metro.co.uk/2008/10/06/pets-could-trigger-fatal-diseases-532/

http://www.theguardian.com/society/2008/oct/07/children.health.pets

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