Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

21-04-2016

L'acetil L-carnitina (ALC) rappresenta la forma più semplice tra le carnitine esterificate, cioè quella nella quale il gruppo acilico legato è composto da solo due atomi di carbonio. L'acetil L-carnitina influenza il metabolismo cellulare, in particolar modo quello delle cellule nervose e di altre cellule altamente differenziate quali le cellule spermatiche, agendo come fonte di gruppi acetilici che possono essere usati per varie funzioni in ogni tipo di cellula, fornendo energia per la sintesi delle membrane cellulari e del neurotrasmettitore acetilcolina, che è vitale per una corretta funzione cerebrale. ALC supera con facilità la barriera emato-encefalica e aumenta l’attività degli enzimi che producono acetilcolina. ALC protegge e fornisce integrità strutturale alle membrane del mitocondrio e del plasma, dalle quali dipende la sopravvivenza delle cellule e la neurotrasmissione. Questo fa dei neuroni il target preferito delle azioni metaboliche dell'ALC. Questa preferenza è rinforzata dal fatto che ALC, oltre a svolgere un ruolo nella sintesi dell’acetilcolina, mostra attività colinomimetica. L'acetil L-carnitina interviene nel metabolismo degli acidi grassi per la produzione di energia a livello mitocondriale (sintesi ATP). Questo nutriente è in grado di:

• favorire le scorte di energia nel mitocondri;
• aumentare la stabilità della membrana cellulare;
• incrementare la trasmissione colinergica;
• svolgere attività secondaria di linea di difesa antiossidante.

ATTIVITA’ NEUROPROTETTIVA

ALC mostra una buona attività neuroprotettiva e rappresenta un substrato velocemente disponibile che stimola i processi di energia del mitocondrio. ALC porta acetato direttamente nella matrice del mitocondrio, dove viene trasformata in acetil CoA che può essere ossidata nel ciclo di Krebs senza ulteriore dispendio di energia. ALC stimola il metabolismo aerobico agendo come fonte alternativa di acetil CoA, ristabilendo l’ossidazione degli acidi grassi che è danneggiata nei mitocondri alterati o vecchi. Svolge inoltre un ruolo importante nella sintesi e nel mantenimento delle membrane cellulari. Infatti, è il precursore della sintesi citosolica dei fosfolipidi strutturali. Il processo di acilazione dei lipidi viene stimolato dal pool dei gruppi acetilici dell’ALC. Quest’azione può essere considerata una reale attività secondaria di linea di difesa antiossidante. Ad esempio ALC preserva la funzione dei complessi enzimatici che partecipano alla fosforilazione ossidativa che si trovano nella membrana mitocondriale. A causa della sua natura anfifilo, ALC esercita un’azione stabilizzatrice sulle membrane cellulari. Ciò è particolarmente importante nel mitocondrio dei soggetti più anziani, dove il danno dei radicali liberi colpisce l’integrità della membrana, che risulta nella diminuzione di produzione di energia, con un aumento della produzione delle specie di ossigeno reattivo (ROS).

PERFORMANCE MENTALI

Nell'invecchiamento e in altre condizioni, quali diete inadeguate e aumento del fabbisogno metabolico, una deficienza "secondaria" di fattori essenziali, come l'ALC, può capitare di frequente. Mantenere livelli ottimali di ALC aiuta a proteggere i sistemi dell'organismo, direttamente mediante l'incremento del potenziale metabolico e, indirettamente, con un incremento del sistema di difesa della linea secondaria antiossidante, del quale ALC fa parte. Ciò aiuta a prevenire o a ridurre il rischio di malattie croniche che portano al declino delle facoltà cognitive e ad aumentare direttamente la funzione del sistema nervoso centrale, dando come risultato un aumento del potenziale cognitivo.

APPRENDIMENTO, CONCENTRAZIONE, E LIVELLI DELL’UMORE

ALC esercita un’azione neuroprotettiva in numerose condizioni di stress metabolico quali ischemia, ipossia, abuso di alcol e diabete. Ha anche mostrato di svolgere un ruolo protettivo in modelli sperimentali di intossicazione indotti da Alzheimer in vivo, MPTP (morbo di Parkinson) e AZT (farmaco utilizzato per la cura dell’AIDS), come anche nelle lesioni traumatiche. Grazie a queste proprietà, ALC è in grado di incrementare memoria, apprendimento e livelli dell’umore. Un numero di studi clinici ha dimostrato che ALC è in grado di ridurre i sintomi di depressione e i parametri cognitivi nell'invecchiamento, nel morbo di Alzheimer e nell'alcolismo cronico.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10803803

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8797468

01-12-2018

Acido ialuronico, condroitina solfato e collagene di tipo II, sono componenti vitali del tessuto cutaneo e il loro declino nell'organismo è associato all'invecchiamento. Inoltre, lavorano in sinergia per ripristinare la viscoelasticità cutanea e ridurre i danni da photoaging, favoriscono la cicatrizzazione proteggendo e rinforzando il tessuto connettivo. L’acido ialuronico (HA) è un glicosaminoglicano presente in tutti i tessuti connettivi umani, inclusa la cute ed è essenziale per la formazione di collagene e fibre elastiche oltre che per il mantenimento dell’idratazione cutanea. L’HA conferisce alla cute particolari proprietà di resistenza e tonicità, favorendo l’appianamento delle rughe, rimodellando il contorno del viso, assottigliando le rughe periorali (rughe “del fumatore”). L’HA è naturalmente presente nella matrice extracellulare e la sua quantità aumenta fino ai 30 anni. Successivamente, si osserva una progressiva riduzione del numero dei granuli di HA fino ad arrivare ad una loro completa assenza in soggetti di 60 o più anni. L’HA è efficace nel contrastare l’invecchiamento in quanto inibisce la ialuronidasi e promuove la proliferazione di fibroblasti.
La condroitina solfato, grazie all'attività igroscopica svolta, possiede proprietà idratanti che risultano particolarmente utili in caso di secchezza cutanea. In un recente studio clinico, la sua supplementazione ha mostrato miglioramenti clinici e istologici nelle lesioni psoriatiche. Il collagene è un componente vitale della cute ed è anche una delle sostanze più importanti richieste per la salute e la corretta funzionalità della barriera cutanea. Come maggiore componente del tessuto connettivo, fornisce supporto strutturale, aumentando elasticità e tono della pelle. Acido ialuronico, condroitina solfato e collagene di tipo II sono efficaci agenti condroprotettivi che promuovono la sintesi della cartilagine. Queste sostanze aumentano la produzione di proteoglicani nella matrice articolare, fornendo protezione e supporto alle articolazioni e contenendo i danni a livello delle giunture.

- ACIDO IALURONICO: Nel 2005 è stata pubblicata una rassegna di studi sull'utilizzo di HA per il miglioramento della salute articolare. I risultati indicano che questa sostanza svolge un ruolo positivo nel rallentare il progressivo deterioramento della funzione e mobilità articolari. L’HA, avendo una naturale affinità con i tessuti articolari, possiede un’azione antinfiammatoria, in quanto riduce i livelli di PGE2 in fibroblasti in coltura. In recenti sperimentazioni in vivo e sull’uomo, l’HA ha dimostrato di stimolare la sua stessa produzione endogena nelle articolazioni.

- CONDROITINA SOLFATO: La condroitina solfato è un glicosaminoglicano altamente idrato, di aspetto gelatinoso e viscoso, che determina la struttura cartilaginea, favorendo l’assorbimento dei nutrienti e il loro trasporto all'interno delle cartilagini. La condroitina solfato migliora la funzionalità articolare, con conseguente diminuzione del dolore, del gonfiore e della rigidità nei soggetti affetti da patologie osteoarticolari.

- COLLAGENE DI TIPO II: Nell'organismo sono presenti 14 diversi tipi di collagene, ma quello di tipo II è il più abbondante nella matrice articolare. In numerosi studi, di cui alcuni sull'uomo, la somministrazione orale di collagene di tipo II a soggetti con diversi disturbi articolari, ne ha mostrato l’efficacia mantenendo in salute le strutture articolari, diminuendo gonfiore e fragilità. Per la sua elevata sicurezza è una sostanza che può essere usata anche a lungo termine.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15929608

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11071580

http://www.naturalnews.com/007937.html#

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8157393

30-11-2018

È calmante e tranquillizzante: rilassarsi col profumo di lavanda è possibile e utile e un nuovo studio conferma ciò che la medicina popolare ha da sempre sostenuto: i composti profumati degli estratti vegetali sono i migliori rimedi naturali per alleviare l’ansia e la lavanda è tra i primi, tanto che sarebbe in grado anche di sostituire gli ansiolitici e tenere lontani i loro effetti collaterali. Ma perché l’odore di lavanda abbia davvero effetti rilassanti bisogna odorarlo, non assorbirlo nei polmoni o iniettarlo. Lo dicono i ricercatori giapponesi della Kagoshima University che, in uno studio pubblicato su Frontiers in Behavioral Neuroscience, si concentrano per la prima volta sul composto linalolo della lavanda.
Ad oggi la lavanda è davvero molto usata, dai cosmetici alle essenze per le torte, dalle candele profumate alle creme e alle lozioni. La ragione principale è che ha un profumo davvero gradevole, ma la lavanda è anche apprezzata per le sue proprietà medicinali, essendo usata anche per piccoli problemi di salute. L’olio di lavanda è da sempre studiato per i suoi possibili effetti nell’alleviare l’ansia e i disturbi del sonno ed è il rilassante per eccellenza. Ecco perché viene ampiamente utilizzato per effettuare massaggi per decontrarre i muscoli e come aggiunta ai sali da bagno. L’olio essenziale di lavanda è un metodo naturale eccellente anche in caso di mal di testa provocato da tensione.
Il nuovo studio giapponese offre nuove prove a supporto dell’utilità eccezionale della lavanda, ma ci sarebbe un problema: bisogna odorarlo, non assorbirlo nei polmoni o iniettarlo, e si sono così concentrati sull’odore del linalolo come aspetto chiave. Il linalolo, cioè, andrebbe vaporizzato. Kashiwadani e i suoi colleghi hanno voluto per questo verificare se fosse l’odore del linalolo a portare alla sensazione di rilassamento e hanno scoperto che non solo era funzionante ma soprattutto non andava ad alterare i movimenti motori. Un dato decisamente in contrasto con l’effetto delle benzodiazepine tipico degli ansiolitici, le cui conseguenze sul movimento sono simili a quelli dell’alcol.
Secondo i ricercatori: “Se combinati, questi risultati suggeriscono che il linalolo non agisce direttamente sui recettori GABA come la benzodiazepine, ma deve attivarli attraverso i neuroni olfattivi nel naso per produrre i suoi effetti rilassanti”.
Anche se sono utili altri ulteriori studi per stabilire la sicurezza e l’efficacia del linalolo vaporizzato, che per ora pare un’alternativa sicura per i pazienti che hanno difficoltà con la somministrazione orale di ansiolitici, come neonati o anziani, “questi esempi ci portano più vicini all’uso clinico del linalolo per alleviare l’ansia, in chirurgia, per esempio, dove il pretrattamento con ansiolitici può alleggerire lo stress preoperatorio e aiutare a porre i pazienti sotto anestesia generale più facilmente”.

 

https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fnbeh.2018.00241/full

https://www.zmescience.com/science/lavender-smell-really-relaxing-23102018/

30-11-2018

Il vapore acqueo prodotto dalle sigarette elettroniche dà un falso senso di sicurezza ai consumatori. Secondo un nuovo studio della Duke University, infatti, nelle e-cig ci sarebbe un composto chimico mai osservato prima in grado di creare gravi problemi respiratori. La sostanza nasce dall’incrocio fra gli aromi utilizzati e i solventi contenuti nel dispositivo. La vaporizzazione finirebbe per creare il composto nocivo. Uno degli autori della ricerca, Sven Jordt, spiega: “La nuova sostanza chimica identificata va ad irritare le terminazioni nervose della gola, crea infiammazione cronica e ciò può portare ad asma e enfisema”. 
Lo studio, pubblicato su Nicotine and Tobacco Research, sottolinea il fatto che il composto non era mai stato notato prima perché si forma in una fase della vaporizzazione non considerata in precedenza. Aromi come la vaniglia, la ciliegia e la cannella reagiscono al contatto con il liquido formato da propilene di glicolo, glicerina e nicotina, finendo per formare gli acetali, sostanze che irritano le vie respiratorie.
Secondo un altro studio pubblicato su Pnas dall’Università di New York, l’esposizione al fumo delle sigarette elettroniche ha effetti negativi sul DNA, modificando in particolare le cellule cardiache, dei polmoni e della vescica e aumentando il rischio di cancro. Sarebbero soprattutto nicotina e nnk (chetone nicotina-derivato della nitrosammina) le sostanze imputate di questi effetti.
Nel complesso, le sigarette elettroniche hanno un numero di agenti cancerogeni inferiore rispetto alle sigarette tradizionali, ma gli “svapatori” non sono immuni dal rischio di cancro e sono comunque più esposti di chi non fuma al pericolo di insorgenza della malattia, in particolare cancro della vescica e dei polmoni.
Meno allarmista la posizione di Fabio Beatrice, docente dell’Università di Torino e direttore della S.C. di Otorinolaringoiatria e del Centro Antifumo dell'Ospedale S.Giovanni Bosco del capoluogo piemontese, il quale, intervistato da Repubblica, afferma la quasi totale innocuità delle e-cig: "Le e-cig producono una quantità di sostanze cancerogene e irritanti nettamente inferiore rispetto al fumo tradizionale. La produzione di cancerogeni nel vapore di sigaretta elettronica è stata ampiamente studiata. E quando questa grandezza viene correttamente analizzata, lo si fa mettendola a paragone con la produzione di cancerogeni delle sigarette tradizionali. In questo modo, le evidenze scientifiche hanno dimostrato che le sigarette elettroniche producono sostanze nocive in misura di almeno il 95% inferiore rispetto al normale fumo da combustione dei prodotti del tabacco tradizionale".
In sostanza, è vero che chi fuma sigarette elettroniche rischia più di un non fumatore, ma nella misura di un 5 per cento. Secondo uno studio realizzato da un gruppo di ricerca multidisciplinare coordinato da Moreno Paolini, docente del Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna, i cui risultati sono stati da poco pubblicati su Scientific Reports-Nature, le sigarette elettroniche andrebbero comunque evitate. 
I ricercatori dell’Alma Mater hanno avviato un’indagine tossicologica approfondita nel modello animale per capire meglio quali possono essere gli effetti dei vapori prodotti dalle e-cig. “A livello polmonare - spiega Moreno Paolini - i vapori delle sigarette elettroniche producono un effetto inducente sugli enzimi bioattivanti, mentre inibiscono quelli detossificanti: un insieme di perturbazioni che, se confermate sull’uomo, potrebbe portare alla trasformazione di sostanze pre-cancerogene in cancerogeni finali”.
Lo studio ha mostrato una diminuzione della capacità antiossidante del tessuto polmonare e l’aumento della produzione di radicali liberi: due condizioni che hanno un ruolo primario nel generare quello “stress ossidativo” spesso imputato come causa o concausa di tumori, invecchiamento cellulare e malattie degenerative. E c’è anche un dato del tutto nuovo e inaspettato che emerge tra le conseguenze dell’esposizione ai vapori delle e-cig: un aumento significativo dei livelli di colesterolo e degli acidi grassi saturi a cui è associato un importante fattore di rischio per le patologie cardiovascolari.
“Ma la scoperta senza dubbio più preoccupante - aggiunge Donatella Canistro, ricercatrice Unibo e principal investigator dello studio - riguarda la capacità che questi vapori hanno di danneggiare l'informazione genetica all'interno della cellula. Negli animali esposti alle e-cig, in particolare, sono stati osservati danni al DNA delle cellule del sangue”. Alterazioni, queste, che possono concorrere allo sviluppo di patologie tumorali.

 

https://academic.oup.com/ntr/advance-article-abstract/doi/10.1093/ntr/nty192/5134068?redirectedFrom=fulltext

https://www.sciencedaily.com/releases/2018/10/181018095411.htm

https://corporate.dukehealth.org/news-listing/adding-flavors-e-cigarette-liquids-changes-chemistry-creates-irritants%C2%A0?h=nl

30-11-2018

Può essere utile capire come aumentare la libido e ripristinare una corretta funzione sessuale, quando cause organiche, come le disfunzioni sessuali, e psicologiche, derivate da disagi psicoemotivi, compromettono il benessere e l’intesa con il partner, ansia e frustrazione prendono il sopravvento dando origine a veri e propri disturbi sessuali. Se a spegnere la passione e la fantasia sono la stanchezza e lo stress della vita quotidiana, tra le piante in grado di stimolare l’eros e migliorare le prestazioni amorose, ci sono principalmente gli adattogeni, capaci di incrementare la resistenza fisica, rafforzare il sistema immunitario, endocrino e nervoso, apportando benefici effetti sull’umore.

COME AUMENTARE LA LIBIDO CON LA MACA

La radice in polvere di maca, a volte indicata come ginseng peruviano, è un incredibile pianta adattogena che è stata usata per centinaia di anni nelle culture antiche per aumentare la libido e trattare l’impotenza. Ricca di 18 aminoacidi, fitonutrienti, vitamine, minerali, proteine e altre sostanze nutritive, la maca è in grado di aumentare naturalmente il desiderio sessuale e la funzione in coloro che la consumano regolarmente. In particolare negli uomini, la maca tende ad aumentare il desiderio sessuale, senza influenzare negativamente i livelli degli ormoni. In uno studio del 2001 pubblicato nel Journal of Asian Andrology, i ricercatori hanno scoperto che il numero di spermatozoi e la motilità possono migliorare drasticamente a seguito di assunzione di maca. E nelle donne, la maca può aiutare ad alleviare i sintomi post-menopausa e trattare la disfunzione sessuale.

LE BACCHE DI GOJI COME AFRODISIACO NATURALE

Le bacche di Goji sono un altro super potenziamento per la nostra libido che offre numerosi benefici per la salute. Come la maca, le bacche di goji contengono 18 aminoacidi, oltre a 21 tracce di minerali, vitamine B, vitamina C, antiossidanti e proteine. Le bacche di goji sono particolarmente utili a migliorare la circolazione, per trattare l’ingrossamento della prostata, nelle infiammazioni, e migliorano la salute della pelle e degli occhi.
Nelle culture tradizionali asiatiche, le bacche di goji sono state a lungo indicate come un “cibo utile alla potenza sessuale”, perché palesemente migliorano la fertilità e aumentano la funzione sessuale. E uno dei modi specifici in cui farlo è stimolando la secrezione dell’ormone della crescita umano (GH), che aiuta a promuovere il desiderio sessuale in entrambi gli uomini e le donne.

PEPERONCINO E AUMENTO DEL VIGORE SESSUALE

Questo incredibile superfood è in grado di vivacizzare non solo i nostri cibi, ma anche la nostra vita sessuale. Possiede la capacità unica di migliorare in modo significativo la circolazione, che a sua volta aiuta ad ”aumentare il polso” del linfatico e ritmi digestivi. Questa funzione circolatoria migliorata può aiutare a curare la disfunzione erettile e aumentare la circolazione sanguigna.
Oltre a migliorare il flusso di sangue ricco di ossigeno in tutte le parti del corpo, aiuta inoltre l’aumento delle difese immunitarie, a guarire le ulcere dell’apparato digerente, a prevenire e curare la formazione di coaguli di sangue, e ad alleviare il dolore.

AUMENTARE LA LIBIDO CON I SEMI DI ZUCCA

Lo zinco è assolutamente essenziale per la produzione di testosterone negli uomini. Si concentra anche in una prostata sana dove funge da catalizzatore per la regolazione del liquido prostatico e la produzione di sperma. Non a caso, molti uomini con la libido bassa sono in realtà semplicemente carenti di zinco, perché non mangiano abbastanza alimenti che sono naturalmente ricchi di questo importante nutriente. Questo è un valido motivo per mangiare semi di zucca e altri alimenti ricchi di zinco, di vitale importanza per gli uomini che cercano di normalizzare la loro salute sessuale. Anche le donne possono trarre beneficio dal consumo di semi di zucca, perché questo superfood contiene alti livelli di acidi grassi omega-3, che sono i precursori delle prostaglandine, sostanze simili agli ormoni che promuovono un forte desiderio sessuale.

AUMENTARE LA LIBIDO CON LA RADICE DI ORTICA

Conosciuta per la sua capacità di aumentare i livelli di testosterone libero nel sangue, la radice di ortica è un potente potenziatore della libido, a lungo utilizzato in tutta Europa come un trattamento naturale per l’ipertensione. La radice di ortica aiuta anche a promuovere una migliore vasodilatazione, o il naturale rilassamento delle pareti dei vasi sanguigni, che a sua volta aiutano a migliorare la circolazione e il flusso di sangue. Aiuta anche a contrastare l’ingrossamento della prostata negli uomini.

MIGLIORARE IL DESIDERIO CON IL FIENO GRECO

Le foglie essiccate e semi della pianta del fieno greco possiedono composti che sono stati scientificamente dimostrati migliorare il desiderio sessuale e anche contribuire a curare l’impotenza. Uno studio australiano l’anno scorso ha trovato che gli uomini che completano la loro alimentazione con fieno greco possono sperimentare un notevole impulso nelle loro pulsioni sessuali. Non solo il fieno greco aiuta riaccendere il desiderio sessuale, ma può anche contribuire a promuovere livelli ormonali sani. Uno studio del 2008 dell’università di Yeungnam, in Corea del Sud, ha trovato che il fieno greco genera un effetto stimolante sulla produzione dell’ormone della crescita, che, come accennato in precedenza, aiuta a regolare il desiderio sessuale e la sua funzione.

RADICE DI ELEUTEROCOCCO PER MIGLIORARE I PROBLEMI SESSUALI

Considerata una delle erbe adattogene più potentemente efficaci, la radice aiuta a promuovere la funzione delle ghiandole surrenali, che come detto in precedenza, aiutano a stimolare la produzione salutare di ormoni sessuali. Quando combinato con altre erbe adattogene come la maca, la rhodiola rosea, il muira puama, l’astragalo, il ginseng e l’ortica, la radice di eleuterococco ha il potenziale per curare la disfunzione erettile e altri problemi sessuali. Oltre a promuovere in generale il sistema immunitario, la longevità e la resistenza, la radice può anche aiutare a stimolare la produzione di testosterone negli uomini. E come molti dei suddetti trattamenti naturali per la libido bassa, la radice aiuta efficacemente a dilatare i vasi sanguigni e a migliorare il flusso di sangue in tutto il corpo, che è necessaria per una sana vita sessuale.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11753476

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12472620

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18784609

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18801111

30-11-2018

La Coca Cola ha finanziato 74 organizzazioni scientifiche, mediche e sanitarie per un totale di otto milioni di euro tra il 2010 e il 2016. Un nuovo studio mostra che tutto ciò porta a problemi di trasparenza e conflitti d’interesse, in cui la salute umana non viene messa al primo posto. “In Spagna, numerose organizzazioni sanitarie ricevono un sostegno finanziario da Coca Cola. Forniamo le prove che la ricerca finanziata da questa società di bevande ha il solo scopo commerciale che in molti casi è in contrasto con gli sforzi per migliorare la salute pubblica”, si legge nello studio pubblicato sulla rivista della Health Association Public Europe. Che la Coca Cola sostenga delle organizzazioni non è di certo una novità. In base alla legge sulla trasparenza è l’azienda stessa che pubblica i dati sulle attività di collaborazioni con altri enti. Neanche a dirlo parliamo sempre di congressi su corretta alimentazione e stile di vita sani, quindi secondo i ricercatori ha poco senso la presenza di una bevanda gassata.
Chi ha ricevuto più soldi? La Nutrition Foundation (835.000 euro), la Heart Foundation spagnola (640.000 euro), la Fondazione spagnola della Nutrizione (567.000 euro) e la SHE Foundation (363.000 euro), presieduta dal noto cardiologo Valentin Fuster. Da tempo, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha esortato i governi ad aumentare almeno del 20% il prezzo delle bevande zuccherate per ridurre il loro consumo, legato al fattore obesità. Secondo stime di un team dell'Università di Harvard, infatti, l'abuso di questi prodotti (e di altro cibo spazzatura) è associato a 133.000 decessi all'anno dovuti al diabete, 45.000 a malattie cardiovascolari e altri 6.450 a diversi tipi di cancro. Non dimentichiamoci che in un litro di Coca Cola ci sono 106 grammi di zucchero.
Ma adesso questa correlazione tra azienda e organizzazioni sanitarie non promette nulla di buono. "Nessuno immagina un congresso della Società Spagnola di Oncologia Medica finanziato da Philip Morris. E questo sta accadendo nella nutrizione", denuncia l'epidemiologo Carlos Alberto González, dell'Istituto Catalano di Oncologia. Eppure secondo il medico: "Non c'è consapevolezza che questo sia un vero e proprio scandalo". González e il collega Juan Pablo Rey, dell'Università di Sydney, hanno analizzato 20 ricerche scientifiche finanziate dalla Coca Cola. Quattordici di loro sono in linea con le strategie di marketing adottate dalla società, come ad esempio, che l’obesità è solo una questione di inattività fisica. Le altre sei indagini restanti sarebbero più neutrali. Fonti di Coca Cola affermano che "in tutte le collaborazioni l'indipendenza delle società scientifiche e delle università è totalmente garantita" e inoltre queste sponsorizzazioni sono dichiarate annualmente dal 2016 "in un esercizio di trasparenza".
"La Coca Cola sta copiando le strategie delle compagnie del tabacco", ribatte González, che nel 1992 è stato incaricato di coordinare lo Studio prospettico europeo sulla nutrizione e il cancro in Spagna. Gli autori della ricerca ricordano che in una recente conversazione tra due ex vicepresidenti di Coca Cola - Michael Ernest Knowles e Alex Malaspina - si diceva: "Abbiamo buoni contatti con alcune [associazioni mediche] e dovremmo incoraggiarli ad affrontare problemi di salute pubblica e 'suggerire' argomenti appropriati". "Sono uno scienziato indipendente. Coca Cola non mi ha mai detto cosa devo fare", afferma Marcela González Gross, del Politecnico di Madrid, un ente che ha ricevuto 243.000 euro dalla società di bevande zuccherate. González Gross è l'autrice principale del cosiddetto studio della ‘piramide alimentare’, finanziato con 13.700 euro dalla Coca-Cola e sentite cosa dice: "I bambini amano consumare diversi tipi di bevande, specialmente dolci come succhi e bevande analcoliche. Questo perché hanno una preferenza di gusto per i cibi dolci poiché il loro fabbisogno energetico è maggiore di quello degli adulti. Queste bevande possono essere offerte con moderazione, ma non dovrebbero essere le uniche che consumano", dice una guida per i genitori firmata da González Gross e pubblicata sul sito web Coca Cola.
Il presidente della Fondazione spagnola della nutrizione, Gregorio Varela, ritiene che i 567.000 euro che la sua organizzazione ha ricevuto da Coca Cola non rovinino la sua immagine. Il denaro è stato stanziato, spiega, per finanziare lo studio scientifico ANIBES sul bilancio energetico in Spagna. "Il sottogruppo costituito da bevande analcoliche con zucchero contribuisce al 2,0% dell'apporto energetico totale (36 kcal/giorno su un totale di 1.810 kcal/giorno)", afferma uno dei suoi rapporti. Il ricercatore ritiene che le bevande zuccherate, "assunte in quantità eccessive sono indubbiamente dannose per la salute pubblica, ma di tanto in tanto no". A suo parere, "non è necessario mettere una tassa sulle bevande zuccherate" in Spagna. Tutte affermazioni che secondo i ricercatori del nuovo studio non sono poi così lontani dal conflitto d’interessi. "Gli scienziati che lavorano nel settore della sanità pubblica non possono ricevere i soldi da aziende che stanno causando danni per la salute", afferma e conclude Juan Pablo Rey dell'Università di Sydney.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30169613

https://www.cocacolaespana.es/historias/actividades-colaboracion-ayudas-investigacion

https://www.hsph.harvard.edu/news/hsph-in-the-news/roughly-180000-deaths-worldwide-linked-to-sugary-drink-consumption/

https://elpais.com/elpais/2018/09/07/ciencia/1536332059_096535.html

https://usrtk.org/wp-content/uploads/2017/08/Knowles-email.pdf

30-11-2018

Molte ricerche hanno dimostrato che una carenza di vitamina D potrebbe portare ad ossa fragili e a un aumentato rischio di malattie respiratorie. Ma come integrarla nella nostra dieta? Anche con il cioccolato! È la risposta che arriva da un gruppo di ricerca dell’Università Martin Luther Halle-Wittenberg e del Max Rubner-Institut, che hanno identificato nel cacao una nuova fonte di vitamina D2 finora sconosciuta. Il cioccolato e gli alimenti contenenti cacao, infatti, avrebbero una quantità significativa di questo importante nutriente.
E secondo i ricercatori la più alta quantità di vitamina D2 sono il burro di cacao e, manco a dirlo, il cioccolato fondente. Oltre al suo ruolo fondamentale nel metabolismo osseo, è accertato che la vitamina D sia coinvolta anche in altri processi, come la modulazione della crescita cellulare, le funzioni neuromuscolari e immunitarie e la riduzione delle infiammazioni. Va da sé, quindi, che la carenza di vitamina D, oltre ai disturbi alle ossa, possa collegarsi anche a una serie di altre patologie, comprese condizioni metaboliche, cardiovascolari, autoimmuni e tumori.
In natura, ci sono due tipologie di vitamina D: il calciferolo (vitamina D3), tipico dei mammiferi, e l’ergocalciferolo, che si forma in seguito all’esposizione alla luce ultravioletta dell’ergosterolo (vitamina D2). L’attivazione di queste sostanze biologiche avviene direttamente nel fegato e nei reni. Nel caso specifico, i ricercatori hanno analizzato il contenuto di vitamina D del cacao e dei prodotti contenenti cacao perché sospettavano che contenessero una fonte di vitamina precedentemente sconosciuta. I semi di cacao vengono essiccati dopo la fermentazione. Sono posti su stuoie e esposti al sole per una o due settimane. I precursori della vitamina D vengono così trasformati dalla luce solare in vitamina D2. Per testare la loro teoria, il gruppo di ricerca ha analizzato vari prodotti e polveri di cacao utilizzando la spettrometria di massa.
Quello che hanno scoperto è che i prodotti contenenti cacao sono una fonte di vitamina D2, ma la quantità varia notevolmente da tipo a tipo. Mentre il cioccolato fondente ha un contenuto di vitamina D2 relativamente alto, i ricercatori ne hanno trovato pochissimo nel cioccolato bianco. Tuttavia, le scoperte dei nutrizionisti non suggeriscono di consumare grandi quantità di cioccolato: “Si dovrebbero mangiare enormi quantità di cioccolato per coprire i fabbisogni di vitamina D. Questo sarebbe estremamente malsano a causa dell’alto contenuto di zuccheri e grassi”, spiega il professore Gabriele Stangl.
Cioccolato sì, ma con moderazione, insomma. E ci sono altri modi per integrare la vitamina D, a partire proprio dall'esposizione al sole.

 

https://medicalxpress.com/news/2018-09-cocoa-tasty-source-vitamin-d.html

Mercoledì, 28 Novembre 2018 17:19

3 VALIDI MOTIVI PER ASSUMERE GLUTAMMINA.

29-11-2018

La glutammina è un aminoacido non essenziale che si comporta da essenziale in particolari condizioni patologiche di ipercatabolismo (traumi, interventi chirurgici, infezioni) ed è quindi un nutriente condizionatamente essenziale. In situazioni di deficit, infatti, quando nell'organismo aumenta il fabbisogno di glutammina, essa viene prelevata dai muscoli. La glutammina si forma dall'acido glutammico per azione della glutammina sintetasi ed è uno degli aminoacidi maggiormente presenti nell'organismo umano. Si trova in muscoli, fegato, intestino, cuore, reni e, in quantità elevate, nel flusso sanguigno. Nutriente elettivo in ambito sportivo, in recenti studi ha mostrato la capacità di inibire la degradazione proteica in soggetti con distrofia muscolare di Duchenne (DMD). Altri studi indicano un possibile utilizzo della glutammina per il recupero di condizioni di cachessia nell'HIV/AIDS e/o cancro o stati fortemente catabolici conseguenti a interventi chirurgici o infezioni.

ATTIVITA’ SPORTIVA E SINDROME DA SOVRALLENAMENTO

La glutammina rappresenta da sola oltre il 50% del pool di aminoacidi liberi del muscolo ed è essenziale in situazioni di aumentato turn-over proteico, come durante l'esercizio fisico. La glutammina, la cui funzione nei muscoli è essenzialmente plastica, di rinnovo e di incremento del tessuto muscolare, ha un'importanza rilevante a livello metabolico nello stabilizzare le concentrazioni dell'alfa-chetoglutarato (intermedio del ciclo di Krebs) e quindi per ridurre l'accumulo di acido lattico. Grazie all'azione della glutammina l'organismo, in seguito a intenso esercizio fisico, è in grado di liberarsi dei sottoprodotti acidi attraverso l'attività escretoria dei reni. La glutammina, quindi, può essere considerata un fattore importante per la neutralizzazione delle tossine. Alcuni autori riportano che durante l'esercizio fisico si verifica una risposta bifasica di concentrazioni plasmatiche di glutammina. Durante l'esercizio a breve termine si assiste a un aumento delle concentrazioni di glutammina, che invece diminuiscono (fino al 25%) in seguito ad attività intensa, come una maratona. Il calo del livello di glutammina libera nel sangue viene utilizzato come marker di sovrallenamento. Per evitare il verificarsi di questa condizione, si consiglia l'assunzione di 1-2 g al giorno prima o dopo l'allenamento, o tra i pasti.

PROTEZIONE SISTEMA IMMUNITARIO

La richiesta di glutammina durante l’esercizio intenso e strenuo o dopo interventi chirurgici, traumi, ustioni e infezioni, è tale che il sistema immunitario può essere indotto al debito di glutammina. Studi sperimentali condotti sugli animali, in vitro e sull'uomo, hanno rilevato che la carenza di glutammina nel sangue può costituire un fattore critico per il sistema immunitario. La glutammina, che regola la funzione dei macrofagi, permette ai linfociti di proliferare, alle NK di rispondere alle linfochine, alle cellule del sistema immunitario di produrre citochine. Questo aminoacido è considerato un immunonutriente la cui supplementazione può migliorare il decorso clinico in caso di interventi chirurgici, traumi multipli e processi infettivi. La diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di glutammina è stata osservata in atleti con sindrome da sovrallenamento che hanno mostrato un’inspiegabile riduzione della performance associata all'aumento di infezioni delle alte vie respiratorie. L’importanza e la durata della riduzione della glutammina plasmatica variano in maniera considerevole a seconda del tipo di sport e dell’intensità dell’incontro. La riduzione di glutammina correlata all'aumento dei sintomi di infezioni delle alte vie respiratorie, suggerisce che in alcuni atleti potrebbe manifestarsi immunodepressione a causa dello stress indotto da esercizio prolungato, esaustivo e da competizione.

PROTEZIONE STOMACO E INTESTINO

Il tratto gastrointestinale è il maggiore utilizzatore di glutammina nell'organismo, in quanto gli enterociti nell'epitelio intestinale necessitano di tale nutriente come principale carburante metabolico. Solo recentemente è stato scoperto il ruolo della glutammina a livello gastrointestinale. In alcuni studi, infatti, ha mostrato effetti antiulcera e antigastrite. Si sono avuti risultati, inoltre, nel morbo di Crohn, nella sindrome del colon irritabile e nella colite ulcerosa.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19286350

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19346970

Mercoledì, 28 Novembre 2018 17:15

LA RUTINA RIEQUILIBRA IL SISTEMA VASCOLARE.

29-04-2016

La rutina è un glicoside flavonoico appartenente alla famiglia dei flavonoidi, pigmenti naturali organici. Estratta principalmente dalla ruta, dal ginkgo biloba e dal grano saraceno, la rutina è la sostanza più importante di tale gruppo, in quanto, dalle ultime ricerche condotte, la sua azione protettiva nei confronti degli effetti nocivi dell’ossidazione dell’emoglobina nei globuli rossi umani si è rivelata di estrema efficacia. I risultati, tratti da sperimentazioni in vitro, evidenziano l’azione antiossidante di tale flavonoide e suggeriscono la sua applicazione clinica, principalmente nei disordini vascolari, per la sua capacità di rinforzare le pareti delle membrane fibrose, regolandone la permeabilità capillare. La rutina, infatti, presenta importanti proprietà biologiche. Innanzitutto esplica un’azione vitaminica P, che favorisce la riduzione della permeabilità e della fragilità dei vasi capillari, aumentandone la resistenza. Svolge poi azione diuretica e antispasmodica.

INSUFFICIENZA VENOSA CRONICA

L’insufficienza venosa cronica (IVC) comprende anche le varici (vene varicose) e la trombosi venosa (tromboflebite). Sebbene sia rilevante un’influenza genetica, l'IVC è favorita anche da gravidanza, età, postura, stile di vita (sedentarietà, obesità, fumo) e da alcune patologie (cardiopatie). È caratterizzata da una stasi del flusso sanguigno delle vene degli arti inferiori, che determina alterazioni visibili dell’arto colpito (edema, ingrossamento varici e ulcere cutanee) ed una sintomatologia caratterizzata soprattutto da un senso di pesantezza della gamba e dolore, che migliorano tenendo l’arto in posizione sollevata. La rutina, essendo un forte antiossidante, è utile nel trattamento e/o nella prevenzione dalla trombosi e nel miglioramento dell’integrità della parete venosa.

AZIONE ANTIOSSIDANTE

L’attività antiossidante della rutina in vivo è principalmente dovuta al suo aglicone, la quercetina, nella quale si trasforma una volta ingerita. I risultati di uno studio recentemente condotto per stabilire l’attività antilipoperossidante della rutina, ha evidenziato che questo flavonoide costituisce uno dei più importanti fattori antiradicalici, seguito dalla vitamina C e dalla vitamina E. L’associazione della rutina con tali nutrienti, pertanto, permette un più ampio spettro di azione, indirizzato alla protezione degli acidi grassi polinsaturi e a una migliore ossigenazione cellulare.

REGOLAZIONE DELLA PERMEABILITA' CAPILLARE

Questo flavonoide ha una spiccata attività capillarotropa, migliora il tono venoso, riduce la fragilità delle pareti dei vasi capillari, determinandone un'aumentata resistenza. Edemi, accumuli di liquidi nei tessuti ed emorragie, possono essere la conseguenza di una ridotta circolazione sanguigna e di un'aumentata fragilità capillare. Infatti, è a livello capillare che il liquido proveniente dal flusso sanguigno fuoriesce, mescolandosi con il liquido che circonda le cellule del corpo. Affinchè questo processo possa avere luogo adeguatamente, le pareti dei capillari devono essere permeabili. Grazie all'effetto sulle biomembrane cellulari, la rutina può essere considerata un diuretico naturale e trovare applicazione nel trattamento della ritenzione idrica e della cellulite.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11292962

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11083486

29-11-2018

Gli alimenti ricchi di omega-3 fanno bene al cervello, al cuore e contribuiscono a rimanere giovani. Mentre la maggior parte degli esperti concorda sui benefici per la salute degli acidi grassi omega-3, un dibattito nutrizionale continua a confondere molte persone. Quale fonte di omega-3 acidi grassi è meglio? Vegetariana o animale? Prima di individuare le migliori fonti di omega-3, dobbiamo affrontare il profondo effetto che essi hanno sul corpo. Uno studio pubblicato sul Journal of American Medical Association (JAMA) ha analizzato i telomeri dei pazienti che sono stati seguiti per oltre cinque anni. Un telomero è la fine di un cromosoma costituito da sequenze di DNA che regolano la replicazione cromosomica ad ogni divisione cellulare. Ogni volta che una cellula si divide, i telomeri si accorciano. Come risultato, i telomeri sani rallentano il processo di invecchiamento e ci aiutano a prevenire le malattie croniche, come il cancro. Le persone con più bassi livelli di omega-3, hanno avuto un più veloce accorciamento dei telomeri, mentre quelle con più alti livelli di omega-3 hanno avuto un più lento accorciamento dei telomeri. Altri ricercatori hanno esaminato quasi 15.000 uomini inizialmente sani e li hanno seguiti per 4 anni. Poi, hanno analizzato i telomeri di 337 persone che hanno avuto un attacco di cuore e li hanno confrontati con quelli di 337 persone sane. Il gruppo con attacco di cuore aveva telomeri significativamente più brevi, rispetto a quelli che non avevano avuto incidenti cardiaci. In uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet, i ricercatori hanno trovato un’associazione tra telomeri corti e aterosclerosi. In altre parole, le persone con telomeri più corti hanno mostrato segni di invecchiamento accelerato dei vasi sanguigni e un accumulo di placca, una condizione simile a quella di persone con circa 9 anni in più. Nel complesso, per coloro che hanno telomeri più corti, il rischio di attacco cardiaco è aumentato del 62 per cento.
Gli acidi grassi omega-3 sono grassi sani che il corpo umano non può fare da solo. Dobbiamo ottenerli dal cibo. Ci sono entrambi le fonti animali e vegetali di omega-3, e ognuno offre un diverso tipo di omega-3. Le fonti vegetali sono l’acido linoleico principalmente alfa (ALA) , che il corpo scompone in due tipi di omega-3 che mantengono i telomeri più lunghi: EPA e DHA. Ci sono dati scientifici che mostrano che il tasso di conversione di ALA a DHA varia da persona a persona. Ciò è dovuto in parte alla carenza enzimatica e in parte a grassi vegetali di scarsa qualità. Le migliori fonti di omega 3 vegetali sono i semi di lino, semi di canapa, semi di zucca, noci, noci del Brasile e mandorle. Si consiglia inoltre di includere l’olio d’oliva, verdure a foglia, cavoli, fagioli, fagioli borlotti e alghe, nella vostra dieta. La fonte più ricca di omega-3 nel mondo vegetale secondo i ricercatori dell’Università di Tufts sono il cavolo verde, senape, spinaci, lattuga e rucola. Secondo i nutrizionisti australiani C. Pereira e A.J. Sinclair, menta e crescione sono le scelte migliori. Quali sono le migliori fonti di omega-3 in alimenti di origine animale? Fonti animali forniscono le forme più alte e più sane di omega-3, DHA e EPA. Le migliori fonti animali sono: salmone fresco, acciughe e sardine e naturalmente, ogni animale che mangia l’erba fornirà omega-3.

 

http://jama.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=185234

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