Angelo Ortisi
AZIONE ADATTOGENA E IMMUNOSTIMOLANTE DELL’ELEUTEROCOCCO.
25-03-2016
L'Eleutherococcus senticosus è una pianta originaria delle zone temperato-fredde dell’estremo oriente (Russia, Cina del Nord, Manciuria, Corea), dove vegeta nel sottobosco della taiga. Nel fitocomplesso sono contenuti acido caffeico e derivati, incluso acido clorogenico, idrossicumarine, lignani, tra cui eleuteroside D, fitosteroli, eleuteroside B, glicosidi steroidei, tra i quali eleuteroside A e saponine triterpeniche. Questa pianta ha dimostrato proprietà immunostimolanti e toniche generali e, in qualità di adattogeno, di migliorare la resistenza fisica e psichica. Sono stati inoltre osservati effetti ipoglicemizzanti.
AZIONE IMMUNOSTIMOLANTE
Numerosi studiosi hanno dimostrato l'aumento dei linfociti T, B, interferone e dell'efficacia dei macrofagi, fenomeni legati in particolare agli eleuterosidi B e D, ai polisaccaridi PES-A e B. Recenti studi hanno dimostrato la capacità della pianta di aumentare i livelli di interleuchina 1 e interleuchina 6, importanti mediatori della risposta immunitaria. In uno studio in doppio cieco controllato con placebo su 36 soggetti sani, l'assunzione di eleuterococco ha mostrato la capacità di migliorare la reattività immunitaria non specifica. Dopo 28 giorni sono migliorati parametri importanti (linfociti T, cellule T attivate, cellule T-helper, cellule citotossiche, cellule NK e linfociti B), che nel gruppo placebo sono rimasti inalterati. In un altro studio in doppio cieco condotto su 14 volontari, dopo 7 giorni è stata documentata nel gruppo verum un aumento statisticamente significativo della stimolazione della fagocitosi. In Russia la somministrazione profilattica di eleuterococco ha mostrato una significativa riduzione (fino al 90%) nell'incidenza delle sindromi influenzali. L'azione preventiva è stata osservata anche nelle patologie respiratorie acute e croniche.
AZIONE ADATTOGENA CON MIGLIORAMENTO DEL RENDIMENTO ENERGETICO
L’azione adattogena dell’eleuterococco è stata osservata in diversi modelli e nei confronti di molteplici fattori stressogeni. Numerosi studi condotti in Russia sull'eleuterococco hanno mostrato una rilevante attività adattogena, con effetti antistress e azione benefica su memoria e cognizione. Studi condotti su cosmonauti hanno mostrato la capacità di questa pianta di aumentare in tali soggetti la resistenza a fatica, freddo e malattie. In atleti giapponesi è stato osservato un incremento dell’intensità dello sforzo massimale del 23% e della resistenza allo sforzo massimale del 16,3, oltre a un aumento del consumo di ossigeno del 12%. È stata osservata una riduzione annua del 40% dei giorni di lavoro persi e del 50% delle malattie in soggetti sottoposti a stress termico (condizioni di lavoro a - 5° C). Studi condotti in Russia su 1.200 operai hanno evidenziato che la somministrazione di eleuterococco 2 mesi all'anno aveva ridotto del 30% le giornate di lavoro perse. In un altro studio è stato osservato un incremento della capacità lavorativa (+7,5%) con l’aumento del consumo di ossigeno, della frequenza cardiaca e della forza contrattile del miocardio.
ACIDI GRASSI OMEGA-3: ECCO A COSA SERVONO EPA & DHA.
23-11-2018
Nell'ultimo secolo la nostra dieta si è trasformata in maniera considerevole e uno dei maggiori cambiamenti, come bene ha indicato Barry Sears nel suo libro “La zona omega3Rx”, riguarda l’enorme incremento dell’apporto di grassi nella dieta. Sintetizzando, possiamo affermare che dal punto di vista qualitativo vi è stato un aumento rilevante dell’introduzione di grassi saturi e polinsaturi della serie omega-6, associato però alla riduzione dell’apporto di alimenti ricchi di acidi grassi della serie omega-3 - acido eicosapentaenoico (EPA) e docosaesaenoico (DHA). Il cambiamento della dieta, accompagnato da altre modifiche ambientali, è considerato una delle maggiori cause del rapido aumento di malattie croniche indotte dall'alimentazione (cardiovascolari, autoimmuni, infiammatorie). In particolare, i maggiori esperti di nutrizione individuano quale fattore determinante lo squilibrio del rapporto omega-3/omega-6, che l’odierna alimentazione ha portato a 1:10, contro un rapporto più salutare che dovrebbe essere intorno a 1:5.
FATTORI DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE
Numerosi studi epidemiologici hanno dimostrato come l’incidenza della malattia cardiovascolare e delle complicanze ad essa connesse diminuisca con il consumo di acidi grassi polinsaturi n-3. Grazie a centinaia di ricerche sperimentali in animali, colture cellulari e studi sia nella popolazione che clinici, è ormai assodato che gli acidi grassi n-3 presenti nei pesci sono in grado di prevenire le coronaropatie ischemiche e la morte improvvisa. I principali effetti fisiologici in grado di influenzare favorevolmente i fattori di rischio cardiovascolare sono:
1. prevenzione delle aritmie cardiache;
2. azione antitrombotica;
3. inibizione dello sviluppo delle placche aterosclerotiche;
4. azione antinfiammatoria;
5. riduzione dei livelli plasmatici di trigliceridi;
6. riduzione colesterolo VLDL e aumento colesterolo HDL;
7. azione antipertensiva.
MALATTIE INFIAMMATORIE
E' in virtù della loro rilevante attività antinfiammatoria, che inibisce la produzione di mediatori dell'infiammazione (prostaglandine, leucotrieni, trombossani), che EPA e DHA trovano impiego in alcuni disturbi infiammatori. Nelle malattie infiammatorie intestinali (morbo di Crohn, colite ulcerosa) la somministrazione ha mostrato la riduzione delle ricadute e il miglioramento clinico e istologico associati alla diminuzione della terapia farmacologica. Nell'artrite reumatoide, malattia autoimmune cronica e recidivante, si è osservata una modesta ma costante riduzione della gravità della sintomatologia (dolore, debolezza articolare e rigidità mattutina), associata a un miglioramento della forza di presa e alla diminuzione dell'affaticamento, come conseguenza dell'assunzione di EPA e DHA. La somministrazione di queste sostanze nella psoriasi ha prodotto riduzione del prurito e miglioramenti della funzionalità cutanea. Alcuni studi clinici hanno mostrato sviluppi positivi da leggeri a moderati nelle lesioni psoriasiche, mentre in altre sperimentazioni è stata osservata la riduzione dei parametri lipidici indotta da farmaci (etretinato), il prolungamento dell'effetto benefico della fototerapia e la riduzione della nefrotossicità da farmaco (ciclosporina). Sperimentazioni cliniche effettuate hanno dimostrato che seguire una dieta ricca di acidi grassi omega-3 è in grado di incrementare la protezione contro i sintomi dell'asma, riducendo la prevalenza e l'incidenza di questa patologia.
MALATTIE NEUROLOGICHE E PSICHICHE
Gli omega-3 svolgono un ruolo importante nelle funzioni cerebrali umane e i dati disponibili sono numerosissimi. Alcuni studi indicano che l’assunzione di olio di pesce sia associata a un migliore invecchiamento cognitivo e una maggiore conservazione della funzione mnemonica negli anziani. Fondamentali per lo sviluppo cerebrale e in molte funzioni biologiche, un loro ruolo attivo è stato osservato anche in alcune patologie psichiatriche, in particolare nella depressione e in alcuni disturbi comportamentali. Nel disturbo affettivo bipolare la somministrazione di n-3 ha mostrato un significativo beneficio sulla riduzione degli episodi di mania grave e depressione. Nella schizofrenia è stato osservato il miglioramento dei sintomi psicotici positivi e negativi, mentre nel trattamento dei disturbi dell’umore ha favorito la stabilizzazione dell’umore, con un meccanismo simile a quello del litio e dell’acido valproico.
ABUSO DI SOSTANZE E ALCOLICI
La somministrazione di acidi grassi omega-3 (3 g/die) per 3 mesi ha mostrato la riduzione di episodi di aggressività e ansia in soggetti con problemi di dipendenza da sostanze, in particolare psicostimolanti e alcolici. In questi soggetti sono state osservate evidenti carenze di EPA e DHA.
LA GIMNEMA ABBASSA I VALORI GLICEMICI E AIUTA A DIMAGRIRE.
28-03-2016
La Gymnema sylvestre è una pianta rampicante che cresce nella foresta tropicale dell’India centro-meridionale, dove è utilizzata dalla medicina ayurvedica. Il nome deriva da gur mar che in lingua indiana significa “divoratrice di zuccheri”. Il principio attivo, l’acido gimnemico, si trova nelle foglie sotto forma di sale di potassio ed è costituito da una miscela di nove acidi glicosidici a struttura simile, il cui componente attivo più rilevante è l’acido gimnemico AI (o A-D). Questa pianta rientra nella categoria delle droghe coadiuvanti di diete dimagranti e di supporto nelle terapie per diabetici di tipo 2 non insulino-dipendenti. Studi clinici hanno evidenziato l’effettiva capacità della gimnema nella riduzione del glucosio ematico, dell’emoglobina glicosilata e delle proteine plasmatiche glicosilate. Questa pianta agisce sia a livello intestinale, saturando i recettori cellulari degli zuccheri, sia a livello della palatabilità degli alimenti dolci, inibendo temporaneamente i recettori del sapore dolce sulle papille gustative.
AZIONE IPOGLICEMIZZANTE
L'azione ipoglicemizzante viene esplicata attraverso due modalità principali. Poichè l'acido gimnemico ha una conformazione molecolare simile a quella del saccarosio, si lega ai recettori intestinali per i glucosidi, bloccandoli in modo reversibile per diverse ore. Secondo le stesse modalità vengono saturati i recettori del sapore dolce a livello papillare diminuendo in modo considerevole la percezione del gusto piacevole degli zuccheri. Il glucosio ematico in eccesso dovuto a diete troppo ricche o a carenza di insulina, viene in parte eliminato e in parte trasformato (attraverso diverse vie metaboliche insulino-dipendenti), in prodotti glicosilati che vengono accumulati nei tessuti, causando problematiche cardiovascolari dannose per la salute. I preparati a base di gimnema sono in grado di ristabilire le concentrazioni fisiologiche di queste sostanze, rendendo maggiormente disponibile l'insulina e aumentando la sensibilità dei recettori di membrana. Inoltre, è stata riconosciuta la capacità del fitocomplesso di stimolare la formazione e la riparazione delle cellule B non completamente danneggiate. In uno studio 65 pazienti (18-73 anni) hanno assunto 400 mg di estratto di foglie di gimnema standardizzato al 25% in acido gimnemico per tavoletta 2 volte al giorno, per 3 mesi. I risultati migliori si sono osservati sui valori di emoglobina HbA 1c più alti. Nel gruppo che era partito con 9% o più di valore, l'HbA 1c era diminuito da 10.1% a 9% (0,8% di riduzione). Nella fase del pre-studio, nei soggetti con un HbA 1c superiore al 10%, la supplementazione di gimnema aveva prodotto una diminuzione da 11.1% a 9.9% (1.2% di riduzione).
Uno studio condotto per 18 mesi, effettuato somministrando un estratto di gimnema (400 mg al giorno) a 22 pazienti sofferenti di diabete di tipo 2, ha confermato che l'associazione di questa pianta alla terapia convenzionale porta una diminuzione della glicemia, dell'emoglobina glicosilata e delle proteine plasmatiche glicosilate. In 5 dei 22 pazienti i livelli di glucosio sanguigno furono stabilizzati unicamente dalla supplementazione di gimnema. Questo dimostra che le cellule beta possono essere rigenerate o riparate dalla gimnema. In un altro studio effettuato su 27 pazienti con diabete insulino-dipendente, sottoposti a terapia con insulina, la somministrazione di gimnema (400 mg al giorno) per 1 anno ha mostrato la diminuzione della glicemia a digiuno, che ha permesso la riduzione dei dosaggi di insulina.
AZIONE DIMAGRANTE
Il fitocomplesso e la presenza di acido gimnemico, che satura i recettori dei glucosidi, portano una diminuzione dell’assorbimento degli stessi fino al 50%. Inoltre, l’inibizione della percezione del sapore dolce riduce parte della soddisfazione gustativa derivante dal consumo di cibi contenenti zuccheri.
IL SELENIO E' UTILE NELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE.
31-07-2016
I preparati iniettabili a base di selenio e vitamina E sono comunemente usati dai veterinari - con notevole successo - per curare le infiammazioni di origine artritica nei cani e in altri animali. Il selenio è effettivamente dotato di proprietà antiflogistiche: è in grado di combattere i dolori articolari, l'osteoartrite, l'artrite reumatoide e altre malattie autoimmunitarie. La malattia di Kashin-Beck, che colpisce le articolazioni ritardando la crescita, provocando l'ingrossamento dei capi articolari, deformità della colonna vertebrale e atrofia muscolare, affligge milioni di persone in Cina e in Siberia. La carenza di selenio è probabilmente una delle principali cause di questa patologia articolare come dimostra il fatto che la somministrazione di questo minerale al comparire dei primi sintomi ne provoca la regressione.
LE MIGLIORI FONTI NATURALI DI VITAMINA C.
22-11-2018
La vitamina C, conosciuta anche come acido ascorbico, è una vitamina solubile, importante per la normale crescita e lo sviluppo. Classificata come antiossidante, la funzione primaria della vitamina C è di rafforzare il sistema immunitario. E’ anche necessaria per la crescita e la riparazione di cellule e tessuti in tutto il corpo. La vitamina C favorisce la produzione di collagene (un componente di supporto nella pelle), legamenti e vasi sanguigni. Aiuta anche a mantenere ossa e denti sani. Inoltre, protegge contro le malattie cardiache, pressione alta, l’influenza, l’artrosi, degenerazione maculare correlata all’età e asma. Questa vitamina è necessaria per il corretto assorbimento del ferro. I fumatori di entrambi i sessi hanno bisogno di più di vitamina C rispetto al dosaggio raccomandato. I sintomi di carenza di vitamina C includono pelle opaca, problemi gengivali, perdita dei denti, stanchezza, una minore capacità di scongiurare infezioni, una maggiore tendenza a ecchimosi ed emorragie, gonfiore delle articolazioni, perdita di capelli, doppie punte ed epistassi. Grave carenza di questa vitamina è chiamata scorbuto. Si può facilmente ottenere la quantità necessaria di vitamina C attraverso la dieta. Frutta e verdura sono la principale fonte alimentare di questa importante sostanza nutritiva.
Ecco le 10 migliori fonti naturali di vitamina C.
1. PAPAIA
La papaia contiene 62 mg di vitamina C per 100 gr che è il 75 per cento della dose giornaliera raccomandata. Chiamata il “frutto degli angeli”, la papaia ha anche una buona quantità di vitamina A, potassio e calcio. Inoltre, essa contiene beta-carotene, acido folico, fibre, magnesio e proteine. Ha anche un basso contenuto di calorie e non contiene colesterolo. Inclusa nella dieta, la papaia aiuta a proteggere contro le malattie cardiache, migliora la digestione, protegge la vista, tratta l’artrite, migliora la carnagione, nutre i capelli, aumenta le difese immunitarie, aiuta nella perdita di peso, previene il cancro e riduce i segni di invecchiamento precoce.
Nota: evitare la papaia in caso di gravidanza o allergia al lattice.
2. PEPERONI ROSSI
I peperoni rossi hanno 80,4 mg di vitamina C per 100 gr che è il 97 per cento della dose giornaliera raccomandata. Oltre alla vitamina C, i peperoni rossi contengono vitamine K, B6 ed E, nonché tiamina, riboflavina, niacina, potassio, manganese, fibre alimentari e folati. Essi sono anche ricchi di carotenoidi, come alfa-carotene, beta-carotene, licopene, luteina, zeaxantina e criptoxantina. Consumati regolarmente, i peperoni rossi aiutano a diminuire l’ansia, ridurre il gonfiore, prevenire l’ipertensione, supportano la vista e aumentano il tasso metabolico del corpo. Una porzione di peperoni rossi è pari a 1 tazza di peperoni tritati crudi o 2 piccoli peperoni. Insieme ai peperoni rossi, le varietà verde e gialla sono buone fonti di vitamina C.
3. BROCCOLI
I broccoli hanno 89,2 mg di vitamina C per 100 gr che è il 107 per cento della dose giornaliera raccomandata. Questo vegetale appartenente alla famiglia delle crucifere è anche ricco di fibra alimentare. Altri nutrienti includono la vitamina A, acido folico, calcio, potassio, magnesio e zolfo. Includendo i broccoli nella dieta, è possibile ridurre il rischio di diversi tumori, sostenere la disintossicazione, aiutare la perdita di peso, migliorare la salute del cuore, regolare la pressione sanguigna, aumentare le capacità intellettuali, migliorare la salute degli occhi e prevenire i segni di invecchiamento precoce. Mangiare almeno una tazza di broccoli 2 o 3 volte alla settimana.
4. KIWI
I kiwi hanno 92,7 mg di vitamina C per 100 gr che è il 112 per cento della dose giornaliera raccomandata. Il frutto contiene anche vitamine A, E e K così come potassio, rame, calcio, fosforo, magnesio e beta-carotene. E’ anche ricco di fibre e povero di carboidrati. Mangiare kiwi su base regolare aiuta ad aumentare le difese immunitarie, combattere lo stress, rendere la pelle sana, promuovere la perdita di peso, abbassare la pressione alta ed eliminare le le tossine. Mangiare 1 kiwi di medie dimensioni al giorno, come uno spuntino sano.
5. FRAGOLE
Le fragole hanno 58,8 mg di vitamina C per 100 gr che è il 71 per cento della dose giornaliera raccomandata. Sono anche una buona fonte di manganese, fibre alimentari e folato. Esse contengono anche vitamina B6, rame, potassio, biotina, magnesio, e acidi grassi omega-3. Inoltre, hanno un elevato contenuto di acqua. Consumate regolarmente, le fragole aiutano a migliorare la salute della pelle, supportare la salute del cervello, promuovere la perdita di peso, sbiancare i denti, migliorare la salute del cuore, ridurre il colesterolo, combattere il cancro e proteggere contro la malattia di Alzheimer e il Parkinson. Consumare una manciata di fragole mature quotidianamente, come uno spuntino sano per godere dei benefici per la salute.
Nota: Non mangiare fragole se siete allergici a questo frutto.
6. ARANCE
Le arance hanno 53.2 mg di vitamina C per 100 gr che è il 64 per cento della dose giornaliera raccomandata. Le arance sono spesso il frutto più consumato quando si è in cerca di alimenti ricchi di vitamina C. Essi contengono anche vitamine A e B, calcio, magnesio, potassio, fosforo, colina e fibra alimentare. Inoltre, le arance hanno più di 170 sostanze fitochimiche e oltre 60 flavonoidi con effetti antinfiammatori e antiossidanti. Mangiare arance o bere il succo per aumentare l’immunità, combattere i problemi della pelle, abbassare il colesterolo, sostenere la salute del cuore, rafforzare le ossa, rallentare il processo di invecchiamento, prevenire il cancro e migliorare la vista. Consumate da 1 a 2 arance biologiche come uno spuntino sano o bevete un bicchiere di succo d’arancia al giorno. Evitare di bere troppo succo d’arancia, in quanto può causare carie o portare via lo smalto dei denti a causa del suo contenuto di zuccheri e acidi. Insieme con le arance, pompelmi e limoni contengono anche una buona quantità di vitamina C.
7. CAVOLO DI BRUXELLES
I cavoli di Bruxelles hanno 85 mg di vitamina C per 100 gr che è il 102 per cento della dose giornaliera raccomandata. I cavolini di Bruxelles, che assomigliano ad un piccolo cavolo, contengono anche una buona quantità di vitamina K. Altre sostanze nutritive in essi contenute, includono folati, manganese, fibre, vitamine B1 e B6, colina, rame, potassio, fosforo, grassi omega-3 e ferro. Sono anche ricchi di fitonutrienti per la prevenzione del cancro e contengono solo poche calorie. Utilizzando i cavoli di Bruxelles come parte normale della dieta, è possibile ridurre il rischio di obesità, diabete e malattie cardiache. Inoltre, migliorano la salute delle ossa, il livello di energia e la visione. Mangiare almeno 1-2 tazze di questa verdura 2 o 3 volte a settimana. Proprio come i cavolini di Bruxelles, il cavolo è anche una buona fonte di vitamina C.
Nota: Le persone che assumono anticoagulanti dovrebbero evitare di mangiare cavolini di Bruxelles a causa del suo alto contenuto di vitamina K.
8. ANANAS
L’ananas ha 47.8 mg di vitamina C per 100 gr che è il 58 per cento della dose giornaliera raccomandata. Questo frutto ricco di acqua è anche una fonte naturale di bromelina, un enzima digestivo che ha proprietà antinfiammatorie. Esso contiene anche vitamine A, B1 e B6, calcio, potassio, rame, fosforo, manganese, folato e fibra alimentare. Inoltre, è a basso contenuto di grassi. L’ananas favorisce la digestione, aumenta le difese immunitarie, aiuta nella perdita di peso, combatte l’infiammazione, sostiene la salute orale, migliorare la visione, rafforza le ossa e mantiene la pelle sana. Mangiare 1 tazza di pezzetti di ananas fresco tutti i giorni come uno spuntino sano. Si può anche godere di questo frutto saporito alla griglia o saltato in padella.
9. VERZA
La verza ha 41 mg di vitamina C per 100 gr che è il 41 per cento della dose giornaliera raccomandata. Essa contiene anche vitamine A, K, B1, B2, B3 e B6. Altri nutrienti presenti nelle verze sono manganese, calcio, rame, potassio, magnesio, ferro, fosforo, fibre alimentari e proteine. E’ anche una buona fonte di carotenoidi, luteina e zeaxantina. Inoltre, contiene omega-3 e ALA (acido alfa linolenico). Mangiare verze per ridurre il rischio di vari tumori, combattere l’infiammazione, migliorare la salute degli occhi, sostenere la disintossicazione, migliorare la salute del cuore, gestire il diabete e curare l’anemia. Invece di bollirle, optare per la cottura a vapore per conservare le sue sostanze nutritive.
10. CAVOLFIORE
Il cavolfiore ha 48,2 mg di vitamina C per 100 gr che è il 58 per cento della dose giornaliera raccomandata. Il cavolfiore è anche un’ottima fonte di vitamine B6 e K, acido folico e acido pantotenico. Inoltre, contiene vitamine B1 e B2, colina, fibra alimentare, acidi grassi omega-3, magnesio, manganese, biotina e proteine. E’ a basso contenuto di grassi e carboidrati e contiene anche diverse sostanze fitochimiche e carotenoidi. Il cavolfiore protegge dalle malattie cardiovascolari e cerebrovascolari, combatte il cancro, migliora la funzione cerebrale e sostiene la disintossicazione. Includere almeno 1 tazza di questo ortaggio nella dieta 2 o 3 volte alla settimana.
Se non si assume abbastanza vitamina C attraverso gli alimenti, si può aumentare l’assunzione di questo importante nutriente attraverso la supplementazione, sotto la supervisione di un esperto. Supplementi di vitamina C sono disponibili sotto forma di compresse masticabili, capsule o gocce.
VITAMINA D: RICERCHE DIMOSTRANO L'EFFICACIA CONTRO LA SCLEROSI MULTIPLA.
21-11-2018
Uno studio ha osservato l'effetto dell'assunzione di vitamina D e l'incidenza di sclerosi multipla. I ricercatori hanno esaminato i dati provenienti da due ampi studi di coorte su una popolazione femminile: Nurses's Health Study (studio di 20 anni che ha coinvolto 92.000 donne) e Nurse's Health Study II (10 anni, 95.000 partecipanti). Durante il follow up si manifestarono 173 casi di sclerosi multipla. I risultati mostrarono che le donne che assumevano 400 U.I. al giorno o più di vitamina D sotto forma di integratori, avevano il 40% in meno di probabilità di sviluppare sclerosi multipla, di quelle che non usavano supplementi.
GLI FTALATI CHE CAUSANO L'ASMA NEI BAMBINI.
21-11-2018
Ad innalzare il rischio di asma nei bambini sarebbero due sostanze specifiche che fanno parte della categoria degli ftalati, elementi utilizzati per la produzione di molti oggetti di uso comune. A rivelarlo è una ricerca condotta dagli scienziati del Columbia Center for Children's Environmental Health presso la Mailman School of Public Health che hanno pubblicato su Environmental Health Perspectives gli esiti della loro analisi. Secondo quanto emerso, il butilbenzilftalato (BBzP) e il di-n-butil ftalato (DNBP) sarebbero direttamente correlati con l'asma infantile anche quando l'esposizione avviene in epoca pre-natale. Dalle analisi epidemiologiche è emerso infatti che i bambini nati da madri esposte durante la gravidanza a livelli più elevati di queste sostanze mostravano un aumento del rischio di sviluppare l'asma del 72 e del 78 per cento, rispettivamente all'età di 5 e 11 anni rispetto alla media.
Negli ultimi anni, alcuni ftalati sono stati vietati nella produzione di giocattoli e prodotti per l'infanzia. Fra di essi, anche le due sostanze oggetto di analisi. Tuttavia, proteggere il feto in via di sviluppo risulta assai più complicato. L'autrice della ricerca Rachel Miller, docente di Pediatria e Scienze della Salute Ambientale presso la Columbia University, spiega: “il feto è estremamente vulnerabile durante la gravidanza. Le madri sono praticamente impotenti quando si tratta di ftalati come BBzP e DnBP, che sono inevitabili. Se vogliamo proteggere i bambini, dobbiamo proteggere le donne in stato di gravidanza". Gli scienziati hanno seguito 300 donne in gravidanza e i loro bambini che facevano parte di un vasto studio longitudinale. Attraverso l'analisi delle urine, i ricercatori hanno evidenziato l'esposizione agli ftalati durante il terzo mese di gravidanza e poi nei bambini all'età di 3, 5 e 7 anni. In un terzo dei casi, i bambini hanno sviluppato l'asma, mentre altri 60 piccoli avevano una storia di respiro sibilante e sintomi simili all'asma. Anche in questo secondo gruppo, i medici hanno trovano un nesso fra l'esposizione prenatale agli ftalati e i sintomi riscontrati.
http://www.sciencedaily.com/releases/2014/09/140917073225.htm
http://www.eurekalert.org/pub_releases/2014-09/cums-phr091214.php
DALL'ORZO UN AIUTO PER IL CUORE.
05-02-2017
L'orzo fa bene a chi è sopravvissuto a un infarto. Una sostanza contenuta al suo interno, il beta-glucano idrosolubile, ha la capacità di stimolare la formazione di nuovi vasi sanguigni, caratteristica fondamentale in caso di forte stress ossidativo, come accade nelle persone infartuate. A evidenziare la proprietà ci ha pensato uno studio pubblicato sul Journal of Cellular and Molecular Medicine da un gruppo di ricerca della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e presentato durante il recente congresso della Società europea di cardiologia che si è svolto a Madrid. L'analisi ha dimostrato che il trattamento delle cellule endoteliali cardiache con beta-glucano d'orzo aumenta i livelli di un enzima essenziale, la “manganese superossido dismutasi”, già noto per le sue proprietà antiossidanti e rivascolarizzanti. L'aumento dell'enzima stimola la produzione endoteliale di ossido nitrico, un vasodilatatore che potenzia la capacità fisiologica di rigenerare i vasi sanguigni.
Vincenzo Lionetti, uno degli autori dello studio, spiega: “l'endotelio che riveste le coronarie di un uomo adulto difficilmente genera nuovi vasi in un cuore infartuato. Fino ad oggi, tuttavia, non era noto se un'aumentata espressione dell'enzima 'Manganese superossido dismutasi' nelle cellule endoteliali mature riuscisse a incrementare la capacità di generare nuovi vasi sani, senza richiedere l'intervento di cellule progenitrici endoteliali o di cellule staminali, e se questo risultato fosse possibile conseguirlo mediante il trattamento con composti naturali di tipo vegetale. La natura spesso offre i rimedi per molte malattie, come il danno cardiaco da infarto, ma occorre cercarli. I risultati incoraggiano lo sviluppo di nuovi approcci rigenerativi ed antinvecchiamento di tipo nutraceutico", conclude il ricercatore italiano.
TUTTI I BENEFICI DELLA RUTINA.
25-03-2016
La rutina, comunemente nota anche come rutoside, è un glicoside flavonoico presente in piante quali quelle del genere Citrus, nel grano saraceno, nel vino rosso, nella menta piperita, nell'eucalipto, e in altre fonti vegetali. Il glicoside è formato dal flavonolo quercetina (aglicone) legato al disaccaride rutinosio. Pur non essendo un composto essenziale per l’uomo, alcuni la definiscono anche vitamina P. È un composto solido che cristallizza con una o tre molecole di acqua. Negli esseri umani è in grado di legarsi al ferro bivalente, evitando che esso si leghi al perossido di idrogeno creando così radicali liberi altamente reattivi che possono danneggiare le cellule. Svolge quindi funzione di antiossidante e ha un ruolo importante nell'inibire la formazione di alcuni tipi di tumore. La rutina e i suoi derivati glicosidici hanno anche la proprietà di rafforzare la parete dei capillari, riducendo sintomi di sanguinamento come quelli legati a ematomi o emorroidi. Viene anche utilizzata per fornire sollievo dai sintomi dovuti alla circolazione linfoematica degli arti inferiori, contrastando l’edema. La rutina può ridurre gli effetti legati all'ossidazione del colesterolo LDL e diminuire il rischio di malattia cardiaca. Possiede anche attività antistaminica.
Alcuni composti naturali aiutano a migliorare la struttura del sistema vascolare compresa la vitamina C e gli aminoacidi lisina e prolina. Il dottor Robert Flaumenhaft, un ricercatore della Divisione di Emostasi e Trombosi presso BIDMC ed il suo team, nella pubblicazione in The Journal of Clinical Investigation descrivono l’effetto della rutina, che ha dimostrato di inibire la formazione di coaguli di sangue in un modello animale di trombosi. Per condurre lo studio, i ricercatori si sono concentrati su una proteina chiamata disolfuro isomerasi (PDI), che si trova in tutte le cellule. Studi precedenti hanno mostrato che PDI viene rapidamente secreta da entrambe le piastrine e cellule endoteliali durante la trombosi, quando un coagulo di sangue si forma in un sangue vaso e che l’inibizione di PDI potrebbe bloccare e prevenire un ictus fatale o infarto. Gli scienziati hanno quindi sviluppato una vasta scala di ricerca per trovare un agente naturale in grado di inibire la proteina PDI e prevenire la trombosi vascolare. I ricercatori hanno identificato la quercetina-3-rutinoside (rutina), un bioflavonoide che si trova naturalmente in molta frutta, verdura, tra cui cipolle, mele e agrumi ed hanno osservato che la “rutina ha dimostrato di essere il composto più potente anti-trombotico che abbiamo mai testato”. Il flavonoide ha mostrato di inibire sia l’accumulo di piastrine che la produzione di fibrina durante la formazione di trombi. Da tre a cinque porzioni al giorno di rutina da fonti alimentari o complementari con 500 mg al giorno, può ridurre la viscosità delle piastrine che porta a coaguli di sangue e il rischio di morte precoce per ictus o infarto.
LO ZINCO E' UTILE NELLA PREVENZIONE E NELLA CURA DELLA STERILITA'.
19-11-2018
Che lo zinco abbia un ruolo di primo piano nella genesi delle cellule spermatiche è ormai assodato: gli uomini che ne sono carenti producono un liquido seminale con un minor numero o, nei casi più gravi, totalmente privo di cellule spermatiche e presentano livelli di testosterone inferiori alla norma. Non si sa, invece, se lo zinco influenzi in qualche modo la funzione riproduttiva nella donna. Ovviamente esistono anche uomini sterili che non sono carenti di zinco e viene spontaneo chiedersi se l'integrazione della loro alimentazione con questo minerale potrebbe essere di qualche utilità in questi casi. A questo proposito vorrei citare una vicenda accaduta tempo fa ad un mio carissimo amico. Lui e sua moglie erano sposati da sedici anni quando hanno avuto il loro primo figlio, dopo dieci anni di inutili tentativi. Di questi problemi pareva essere lui il diretto responsabile: il suo liquido seminale conteneva un insufficiente numero di cellule spermatiche che anche dal punto di vista della motilità e della morfologia erano anomale. Per gran parte di quegli anni aveva fumato sigarette, la cui carta, sappiamo, contiene piccole quantità di cadmio che, essendo un antagonista dello zinco, poteva interferire con la genesi delle cellule spermatiche: avendogli fatto notare questo elemento, gli consigliai di prendere 50 milligrammi di zinco al giorno in forma di gluconato e nel giro di qualche mese, dalle analisi effettuate, constatò che la morfologia, la motilità e il numero delle cellule spermatiche presenti nel liquido seminale erano ritornate alla normalità. Dopo poco nacque il primo figlio. Ovviamente si tratta della descrizione di un caso isolato e nulla di più. Sono tante le ricerche che hanno dimostrato il ruolo fondamentale dello zinco per combattere la sterilità, ma come in tutte le cose, occorre valutare caso per caso, se vi siano o meno, altri fattori concausali oltre alla carenza di questo minerale.