Angelo Ortisi

Angelo Ortisi

23-10-2014

Le vitamine, i sali minerali…sono tutte sostanze che contribuiscono al buon funzionamento dell’organismo. Quando infatti vi sia una carenza, possono insorgere vari disturbi e anche malattie più o meno gravi. E’ il caso dello zinco, una sostanza che si trova naturalmente in diversi tipi di alimenti come, per esempio, pesce, cacao, carne, cereali, legumi e frutta secca. Secondo un nuovo studio, una carenza di zinco può influire sulla forma e la relativa stabilità proteica. La forma delle proteine è essenziale al fine del trasporto delle molecole e gli atomi su una cellula, promuoverne l’intelaiatura e identificare gli agenti patogeni al fine di predisporne l’attacco. Se queste proteine sono danneggiate e perdono la loro forma, accade che smettano di fare il loro lavoro, raggruppandosi: questo processo si ritiene sia precursore di malattie come l’Alzheimer e il Parkinson. Ad aver scoperto questo legame tra la carenza di zinco e la riduzione di stabilità proteica sono stati i ricercatori dell’Università del Wisconsin-Madison, che hanno pubblicato i risultati del loro studio sulla versione online della rivista Journal of Biological Chemistry. Il dottor Colin MacDiarmid, insieme a David Eide e colleghi, hanno studiato il sistema su di un lievito (fungo) unicellulare, poiché in questo modo è più semplice valutare gli effetti e il ruolo degli ioni di zinco, dato che questo si adatta facilmente sia alla carenza che a un eccesso di zinco. In più, vi è un’affinità tra questo lievito e le cellule umane. In questo studio si è scoperto che il gene Tsa1 è in grado di creare delle proteine “accompagnatrici” che impediscono l’aggregazione delle proteine nelle cellule con una carenza di zinco. Mantenendo le proteine in una soluzione, si è anche trovato che Tsa1 previene i danni che, altrimenti, portano alla morte cellulare. «Nel lievito, se una cellula è carente in zinco, le proteine possono perdere stabilità, e Tsa1 è necessario per mantenere le proteine intatte in modo che possano funzionare – spiega il dottor Eide – Se non si dispone di zinco, e non si ha il Tsa1, le proteine si agganciano insieme in grandi aggregazioni che sono o tossiche per loro stesse, o tossiche perché le proteine non stanno facendo quello che dovrebbero fare. In entrambi i casi, si finisce per uccidere la cellula». Anche se saranno necessari ulteriori studi di approfondimento, una carenza di zinco pare possa in ogni caso causare danni cellulari che possono in effetti essere causa di malattia.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24022485

 

03-10-2014

Diverse ricerche hanno suggerito che la vitamina E è un nutriente importante nella secolare battaglia contro molte forme di cancro. Una serie di studi mal costruiti negli ultimi cinque anni hanno concluso tuttavia, che la supplementazione con vitamina E non solo non fornisce alcun beneficio per la salute, ma può effettivamente aumentare il rischio di cancro e malattie cardiovascolari. Un team di ricercatori provenienti dal Comprehensive Cancer Center dell’Ohio State, ha individuato una proprietà anticancro sfuggente della vitamina E. I ricercatori, che hanno lavorato con linee cellulari di tumore prostatico, hanno dimostrato che una forma di vitamina E inibisce l’attivazione di un enzima che è essenziale per la sopravvivenza della cellula tumorale. La perdita di questo enzima, chiamato "Akt" portano a morte delle cellule tumorali.
L’autore dello studio, il Dr. Ching-Shih Chen ha spiegato: “Questa è la prima dimostrazione di come la vitamina E può avere qualche beneficio in termini di prevenzione e trattamento del cancro”. Vi sono otto isomeri totali o forme speculari di vitamina E che sono richieste in forma naturale per essere efficace contro lo sviluppo del cancro. Molti degli studi precedenti erano condannati al fallimento prima di iniziare perché avevano usato composti sintetizzati invece di equilibrati isomeri di vitamina E. La ricerca del team, utilizzando un modello di topo noto per replicare il metabolismo delle cellule umane, ha testato diversi tocoferoli e tocotrienoli e trovato che l’isomero gamma- tocoferolo della vitamina E ha dimostrato la più potente attività anticancro. Il Gamma-tocoferolo è risultato essere 20 volte più efficace di altre forme di questa vitamina nel ridurre le dimensioni di cancro alla prostata. Questa ricerca suggerisce che il gamma-tocoferolo, lavorando di concerto con la serie completa di forme di vitamina E, potrebbe aiutare a prevenire e curare numerosi tipi di cancro, in particolare quelli associati con una mutazione nel gene PTEN, un difetto genetico correlato al cancro abbastanza comune e che mantiene attivo l'enzima "Akt". Il Dott. Chen ha concluso: “Questa è una nuova scoperta. Abbiamo assunto la vitamina E per anni, ma nessuno sapeva di questo particolare meccanismo anticancro. “I semi di girasole, mandorle, pinoli e spinaci, sono tutte ottime fonti alimentari di vitamina E. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Science Signaling.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23512990

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3910367/

http://researchnews.osu.edu/archive/silenceakt.htm

 

18-12-2014

Contro i dolori da artrite, un semplice estratto dalle bacche di rosa canina: un tipo di rosa selvatica che cresce nei campi incolti. Il rimedio si pone come una valida ed efficace alternativa (o integrazione) ai farmaci antidolorifici di sintesi che spesso portano con sé anche pesanti effetti collaterali. La Natura spesso ha le risposte. E chi pensa ancora che “naturale” sia sinonimo di poco efficace dovrebbe anche ricordare che la quasi totalità dei farmaci chimici sono alla fine composti di principi attivi derivati o studiati da piante: per cui si comprende come infine sia sempre la Natura a fornire appunto le risposte. E, oggi, la risposta arriva anche nei confronti del trattamento dei dolori da artrite e osteoartrite (in forma cronica) che è una malattia degenerativa con alto indice invalidante.
Ad aver studiato gli effetti di un estratto di rosa canina sul dolore sono stati i ricercatori della Frederiksberg University di Copenaghen, che hanno scoperto come questo rimedio riducesse in modo significativo i dolori anche forti nel 90% dei casi – in particolare, i dolori alle mani. Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sull’Open Journal of Rheumatology and Autoimmune Disease, è stato condotto su 30 pazienti affetti da osteoartrosi con problemi sia agli arti superiori che inferiori. L’osteoartrite, infatti, colpisce proprio le articolazioni rendendo spesso difficile – se non impossibile – compiere normali azioni quotidiane come aprire un barattolo, tenere le posate in mano o legarsi le scarpe. L’estratto di rosa canina è stato ricavato dalle bacche, note anche con il nome di “cinorrodi”, che maturano da fine estate ad autunno inoltrato (a seconda delle zone) e sono caratterizzate da una forma ovoidale e di un colore che va dal giallo al rosso intenso. Questi frutti contengono molta Vitamina C, che è presente in quantità fino a 50-100 volte superiore rispetto ai più noti agrumi. Altro componente degno di nota è il licopene, un rinomato e potente antiossidante che, tra gli altri, aiuta a ridurre il colesterolo LDL, a combattere l’invecchiamento e l’infiammazione. I risultati dei test condotti in questo studio clinico hanno inoltre mostrato che l’estratto, somministrato sotto forma di pillole, aveva un effetto sul dolore che era duraturo nel tempo; per cui i ricercatori ritengono che chi lo assume possa ridurre in modo significativo l’assunzione di antidolorifici di sintesi.

 

http://www.scirp.org/journal/PaperInformation.aspx?PaperID=35933#.VJHwC_q-61t

 

11-12-2014

E’ da tempo noto che i broccoli favoriscono la salute del cuore e ora gli scienziati britannici pensano di sapere perché. I ricercatori dell’Imperial College di Londra hanno trovato prove di una sostanza chimica nei broccoli e altre verdure a foglia verde che potrebbe stimolare un meccanismo di difesa naturale che protegge le arterie dall'intasamento che può causare attacchi di cuore. In uno studio finanziato dalla British Heart Foundation e condotto sui topi, i ricercatori hanno scoperto che il sulforafano – un composto naturalmente presente nei broccoli, potrebbe “accendere” una proteina protettiva che è inattiva in alcune parti delle arterie vulnerabili all’intasamento. “Sappiamo che le verdure sono chiaramente un bene per la salute, ma sorprendentemente i meccanismi molecolari del perché sono rimasti sconosciuti per molti anni”, ha detto Paul Evans del National Heart and Lung Institute dell’Imperial College. “Questo studio fornisce una possibile spiegazione del perchè il consumo di verdura può promuovere un cuore sano”.
Gli scienziati sanno già che le arterie non si intasano in modo uniforme, ma che ci sono curve e rami dei vasi sanguigni – dove il flusso di sangue viene interrotto o è più lento, che sono molto più inclini all'accumulo di placche di grasso che causano malattie cardiache. Evans ha scoperto che nelle aree più vulnerabili, una proteina normalmente protettiva conosciuta come Nrf2 è inattiva. “Quello che il nostro studio ha dimostrato è che il sulforafano è stato in grado di proteggere queste regioni, accendendo l’Nrf2,” ha spiegato la ricercatrice. La ricerca, riportata sulla rivista Arteriosclerosi, Trombosi e Biologia Vascolare, è stata condotta utilizzando sulforafano purificato, non i broccoli. I ricercatori hanno spiegato che il passo successivo è stato quello di verificare l’effetto della sostanza chimica che si trova nelle verdure. “Abbiamo ora bisogno di testare l’effetto del sulforafano dei broccoli e di confrontarlo con l’effetto del sulforafano purificato”, ha detto Evans, aggiungendo che se la forma vegetale si rivela meno efficace, si potrebbe prendere in considerazione l’assunzione di sulforafano in pillole.

 

http://www3.imperial.ac.uk/newsandeventspggrp/imperialcollege/centres/bhfcre/newssummary/news_8-9-2009-10-45-25

http://news.bbc.co.uk/2/hi/health/8237530.stm

 

18-07-2015

Uno studio recente ha studiato gli effetti di lunga durata della L-arginina sulla salute di pazienti con multipli fattori di rischio cardiovascolari. Novanta pazienti sono stati assegnati a caso a due gruppi, uno che ha ricevuto la L-arginina orale quotidiana ed uno che ha ricevuto capsule del placebo. I pazienti sono stati valutati per un certo numero di fattori di salute, inclusi il profilo lipidico, glicemia, insulina e l’elasticità arteriosa.
Secondo lo studio pubblicato sul Journal of Cardiovascular Pharmacology: “L’indice di elasticità delle grandi arterie (LAEI) era significativamente migliore nei pazienti curati con L-arginina che nel gruppo con placebo. La resistenza vascolare sistemica era significativamente più bassa nei pazienti curati con L-arginina. Questo miglioramento è stato associato ad una diminuzione della pressione sanguigna sistolica, resistenza vascolare periferica e diminuzione dei livelli di aldosterone”.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20531213

 

Martedì, 06 Giugno 2017 16:10

LA VITAMINA C COMBATTE LA TUBERCOLOSI.

02-10-2014

E' questa la grande scoperta del gruppo di William Jacobs dell’Albert Einstein College of Medicine of Yeshiva University, pubblicata sulla rivista Nature Communications. Trattandosi di una scoperta totalmente sviluppata in laboratorio, occorrerebbe ora mettere a punto un piano per integrarla con le terapie esistenti. Ha dichiarato William Jacobs: «La scoperta è stata serendipità, noi stavamo facendo un altro esperimento e ci siamo accorti per caso che la vitamina C, in aggiunta al farmaco di prima scelta isoniazide, uccideva le colture di Tbc». La vitamina C sarebbe capace di distruggere anche quei batteri solitamente farmaco resistenti. Bisogna capire ora se questo tipo di esperimento possa funzionare su soggetti umani, ma ci sono tutti i presupposti perchè si possano subito iniziare a testare. 
Il fatto che la vitamina C sia poco costosa, facilmente reperibile e assolutamente sicura, dovrebbe facilitare la sperimentazione sull’essere umano. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che nel 2011 la tubercolosi ha infettato più di otto milioni di persone, uccidendone quasi due milioni. Il problema più grave è che il batterio della Tbc, il famigerato M. tubercolosis, nella maggior parte dei pazienti infetti risulta essere farmaco resistente. Per questo motivo la portata della scoperta casuale della Yeshiva University potrebbe avere una portata epocale. Continua ancora Jacobs, intervistato da Ansa: «Pensiamo che studi su animali con alte dosi di vitamina C siano a questo punto giustificati. Questo potrebbe aiutarci a determinare se l’aggiunta di vitamina C al regime terapeutico attuale possa migliorare la risposta dei pazienti ai farmaci».

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=William+Jacobs++Nature+Communications

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3698613/

 

14-12-2014

Gli acidi grassi essenziali (AGE) come gli omega-3, in particolare nelle principali forme di derivati metabolici note come EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico), sono stati trovati essere importanti nella protezione e mantenimento della salute delle cellule cerebrali e del cervello in generale. In un'epoca in cui si registra un aumento dei tassi di malattie neurodegenerative come il Parkinson e l’Alzheimer, ma anche soltanto della demenza in genere, diviene davvero fondamentale poter far fronte alla minaccia con tutte le “armi” di prevenzione in nostro possesso. E gli acidi grassi essenziali pare possano offrire un aiuto proprio in questo senso.
Secondo un nuovo studio pubblicato sulla versione online di Neurology, la rivista medica dell’American Academy of Neurology, alti livelli di omega-3 nel sangue risultano protettivi nei confronti del cervello e della sua salute, che ne guadagna di una protezione media di 1-2 anni in più. Ma non solo: gli AGE pare siano anche associati a maggiori volumi cerebrali, in particolare nella zona dell’ippocampo – quella deputata alla memoria. Lo hanno scoperto i ricercatori dell'University of South Dakota a Sioux Falls, coordinati dal dott. James V. Pottala, del Health Diagnostic Laboratory Inc. di Richmond in Virginia, i quali hanno condotto uno studio su 1.111 donne che facevano parte del Women’s Health Initiative Memory Study e che sono state seguite per otto anni. All’ottavo anno di studio, quando le donne avevano raggiunto una media di 78 anni d’età, i ricercatori hanno sottoposto le partecipanti a scansioni cerebrali con MRI (la risonanza magnetica per immagini) per misurare il volume del cervello.
I risultati dei test hanno rivelato che le donne con alti livelli di omega-3 nel sangue presentavano più grandi volumi cerebrali totali: nello specifico, il 7,5% contro il 3,4% delle partecipanti con il doppio di livelli di AGE avevano un volume cerebrale dello 0,7% più grande. Le donne che presentavano alti livelli di omega-3 possedevano anche un volume nell’area dell’ippocampo del 2,7% più grande. Quest’area cerebrale svolge un importante ruolo nella memoria: nella malattia di Alzheimer infatti l’ippocampo comincia ad atrofizzarsi anche prima della comparsa dei sintomi. «Questi livelli elevati di acidi grassi – spiega il dott. Pottala – possono essere ottenuti attraverso la dieta e l’uso di integratori, e i risultati suggeriscono che l’effetto sul volume del cervello è l’equivalente del ritardare da uno a due anni la normale perdita di cellule cerebrali che si ha con l’invecchiamento». Se dunque vogliamo proteggere la salute del nostro cervello diamo la precedenza ai cibi che naturalmente contengono gli acidi grassi essenziali come, per esempio, semi di lino e il relativo olio, semi di Chia, salmone e olio di pesce, noci e frutta secca, uova, olio di semi di canapa, spinaci e cavolfiore.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24453077

 

30-11-2014

Basata su una ricerca solida, la più notevole impresa della camomilla sembra essere la sua capacità di indurre l’apoptosi nelle cellule tumorali. Gli scienziati dell’Ohio State University hanno identificato chiaramente che l’apigenina, uno dei suoi principi chimici, può inibire la durata della vita e la diffusione delle cellule del cancro al seno. L’apigenina aiuta effettivamente a correggere i difetti nelle molecole che trasportano le informazioni genetiche che, come sappiamo, sono responsabili di più dell’80% di tutti i tumori. I ricercatori hanno notato che l’apigenina si unisce con circa 160 proteine nel corpo umano. In confronto, la maggior parte dei farmaci si concentrano solo su singole molecole. Gli scienziati credono anche che numerosi bersagli cellulari dell’apigenina possono benissimo fornire una serie di altri benefici insospettabili che non sono correlati alla sua capacità di lotta contro il cancro. Sulla base dei risultati di un gruppo di ricerca giapponese e tedesco, la camomilla sembra indurre apoptosi nelle cellule cancerose. Gli effetti antitumorali di ossido di bisabololo (BSBO), uno dei suoi componenti principali, sono stati analizzati quando utilizzata su timociti di ratto. Si scopre che le cellule cancerose hanno iniziato a morire entro le prime 24 ore di incubazione. I risultati hanno anche portato gli scienziati a credere che BSBO è sicuro se consumato attraverso le normali dosi di camomilla.

 

http://www.dailymail.co.uk/health/article-2328733/Camomile-tea-fights-cancer-Chemical-contained-drink-takes-away-superpowers-diseases-cells.html

 

29-05-2017

Se state cercando di concepire un figlio ma non riuscite a portare a termine le gravidanze, forse sarebbe il caso di effettuare un test per la celiachia. La celiachia, infatti, triplica il rischio di aborti spontanei ricorrenti, perché gli anticorpi "impazziti" della malattia distruggono la placenta impedendo al feto di attecchire e nutrirsi. A confermarlo è una ricerca condotta dagli studiosi dell'Università Cattolica di Roma pubblicata sull'American Journal of Gastroenterology. Se state pianificando una gravidanza, quindi, e scoprite di essere celiache, calcolate almeno sei mesi di dieta senza glutine prima di dedicarvi al concepimento della nuova creatura. L'intolleranza al glutine può essere molto pericolosa per le donne. Oltre agli aborti ricorrenti, infatti, può provocare problemi di sviluppo fetale, parti prematuri, menopausa precoce e osteoporosi. Nicoletta Di Simone, del Dipartimento per la tutela della salute della donna e della vita nascente del Gemelli, spiega: "In un caso su due, una donna celiaca che non segue una dieta senza glutine avrà aborti ricorrenti. L'unica soluzione è seguire diligentemente una stretta dieta senza glutine da almeno sei mesi prima del concepimento, così da eliminare i distruttivi anticorpi in circolo nel sangue".

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20571491

 

Lunedì, 29 Maggio 2017 11:22

BROCCOLI CONTRO L'ULCERA.

21-11-2014

Reprimono l’Helicobacter pylori, un’infezione batterica collegata al cancro allo stomaco, ma anche ulcere e gastriti. E pazienza se per stare in salute si debba sopportare il loro poco apprezzato odore: i broccoli sono una fonte inesauribile di benessere. Le loro proprietà protettive sarebbero dovute al sulforafano, una sostanza conosciuta già da tempo come antitumorale, ma che solo adesso conferma scientificamente il suo ruolo nella lotta all'Helicobacter pylori. Lo studio, pubblicato sulla rivista Cancer prevention research, ha diviso in due gruppi 48 pazienti giapponesi con una infezione da H. pylori. Al primo è stata assegnata una dieta che prevedeva 70 grammi di germogli di broccoli al giorno per otto settimane; il secondo gruppo, invece, è stato indotto a consumare le stesse dosi di germogli di erba medica (con la funzione di placebo). I risultati rilevati dopo due mesi hanno fatto registrare una diminuzione degli indici di H. pylori del 40% tra coloro che avevano mangiato broccoli, mentre l’erba medica non aveva sortito alcun effetto. Non solo: con la fine del trattamento a base di germogli di broccoli i valori di Helicobacter sono tornati a crescere, segno - come spiegano i ricercatori - che i broccoli non sarebbero in grado di distruggere l’H. pylori, ma solo di tenerlo sotto controllo. Secondo il Dr Jed Fahey, della Johns Hopkins University degli Stati Uniti, che ha diretto lo studio, “il fatto che i livelli di infezione e infiammazione si sono ridotti suggerisce che le probabilità di ammalarsi di gastrite e ulcera e persino di cancro sono probabilmente ridotte, se si consumano regolarmente i germogli di broccolo".

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19349290

 

Bonus William Hill
Bonus Ladbrokes

Copyright © 2014-2024 Naturopata Angelo Ortisi - Tutti i diritti riservati.

Powered by Warp Theme Framework
Premium Templates